Corteo No Tav a Trieste per la giornata nazionale di mobilitazione contro la repressione e le grandi opere

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  • CRONACA  «Dicono che così potremmo spostarci tutti di più, ma intanto i costi dei treni aumentano a dismisura e le tratte per i pendolari vengono tagliate»
  • 20.2.2014 | 11.36 – I No Tav di Trieste hanno annunciato per sabato 22 febbraio, giornata nazionale di mobilitazione contro la repressione e le grandi opere, un corteo di protesta che partirà da Piazza Hortis.

    «Mentre tagliano su pensioni, sanità, conquiste sociali e istruzione, tutti i governi che si succedono continuano a spendere miliardi di risorse pubbliche per il Tav. Dicono che si tratta di un’opera nell’interesse di tutti, ma chi ci sta guadagnando sopra sono pochi grandi gruppi capitalistici».

    Queste le parole con cui inizia il comunicato che accompagna l’annuncio del corteo.

    Un comunicato in cui, senza troppi giri di parole, si sottolinea come si dica che il Tav (Treno Alta Velocità) sia «un’opera necessaria per l’aumento dei traffici, ma le ferrovie italiane esistenti, al momento, sono nettamente sottoutilizzate. Dicono che così potremmo spostarci tutti di più, ma intanto i costi dei treni aumentano a dismisura e le tratte per i pendolari vengono tagliate. Dicono che la ricchezza deriva dallo spostare merci da un capo all’altro dell’Europa, ma i migliaia di licenziamenti dovuti alle delocalizzazioni di fabbriche dove la manodopera è più sfruttabile, dimostrano che questa ricchezza è la loro ricchezza, mentre per noi significa salari da fame e ricattabilità sui posti di lavoro. Il Tav ci costruisce sulle spalle di lavoratori, pensionati, studenti e precari»

    Si passa poi con lo spiegare che il Tav porti devastazione ambientale, territoriale e sociale«Dopo il disastro del Mugello, in Toscana, con un intero territorio irrimediabilmente compromesso, la Valsusa ha detto no e da più di vent’anni resiste a quest’opera che industriali, banchieri, speculatori , il loro stato e i loro governi vogliono imporre con la violenza. La Valsusa resiste per tutti noi: perché non vuole che le nostre vite e la terra sia alla mercè dei devastatori».

    Si ricorda inoltre che il 9 dicembre scorso 3 persone del movimento No Tav sono state arrestate con l’accusa di terrorismo «Ora sono incarcerati in condizioni molto dure, in regime di alta sorveglianza: si è arrivati persino alla negazione dei colloqui. Ciò che viene loro concretamente imputato è un’azione di sabotaggio al cantiere del Tav in Valsusa, che ha comportato il danneggiamento delle strutture».

    «Questo attacco repressivo è contro tutti noi perché apre le porte a definire “terrorismo” tutte le azioni di lotta che possono scaturire e si sono sempre determinate nelle mobilitazioni popolari. La stessa formulazione dei capi d’accusa sulla base degli art. 280 e 270 C.P. sexies, che danno una definizione larghissima di “terrorismo”, si presta a far rientrare in tale nozione tutte le pratiche di opposizione concreta a ciò che i potenti di turno ci vogliono imporre. Oggi un sabotaggio diviene terrorismo, domani lo sarà uno sciopero, un picchetto, un’occupazione».

    «Ci stanno facendo pagare la crisi del loro sistema e vogliono renderci impraticabile la ribellione. Ecco perchè attaccano ferocemente la lotta No Tav: siccome essa è un esempio di resistenza popolare deve essere piegata e la sua repressione deve essere monito e campo di applicazione delle nuove frontiere dell’annientamento di chi osa ribellarsi».

    Alessia Liberti

Corteo No Tav a Trieste per la giornata nazionale di mobilitazione contro la repressione e le grandi opereultima modifica: 2014-02-21T14:02:57+01:00da davi-luciano
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