SANDY HOOK: SITO PER LA RACCOLTA FONDI APERTO 3 GIORNI PRIMA DELLA STRAGE

 

Al momento in cui scrivo, se cercate su Google l’URL della pagina “United Way Sandy Hook” (raccolta fondi per le vittime di Sandy Hook) (vedi istruzioni, qui sotto), potrete constatare che la pagina è stata creata l’11 dicembre 2012.

 

 

Che c’è di strano? Semplicemente che la strage di Sandy Hook è avvenuta tre giorni dopo, il 14 dicembre 2012.

Se siete arrivati alla conclusione di essere di fronte all’ennesima prova che dimostra il complotto dietro l’attentato non siete soli. Sono notizie sorprendenti, quindi è stato necessario procedere con cautela: Si tratta della verità o è una bufala?

Per questo motivo ho fatto io stesso uno screenshot dai risultati Google, che potete vedere sopra. Mostra la data dell’11 Dicembre 2012, chiara come il sole.

Clicca qui per vedere i risultati della ricerca tu stesso. (Se si ottengono risultati diversi dal 11 dicembre significa che Google gli ha modificati.)

Il parametro alla fine del URL , tra l’altro, è “as_qdr=y15″, il quale ordina a Google di visualizzare la data di creazione delle pagine.

Come potete vedere chiaramente, la data è “11 dicembre 2012″. Leggiamo nell’anteprima:

United Way estende le sue più sincere condoglianze e preghiere a tutte le famiglie colpite dagli eventi devastanti di Newtown / Sandy Hook …

Ecco uno screenshot della pagina:

La pagina è stata creata per raccogliere fondi per le vittime di Sandy Hook. Tuttavia, il massacro è avvenuto solo tre giorni dopo la creazione di questa pagina.

Ho fatto un po’ di controlli in giro e ho scoperto che un ingegnere della Google sostiene che si tratta di un “problema tecnico”. Mi sembra una spiegazione frettolosa e poco approfondita come per nascondere qualcosa. Se la United Way, infatti, fosse stata a conoscenza, in anticipo, del massacro di Sandy Hook, l’intera storia risulterebbe una messa in scena.

Fonte

 

Bersani e Monti, i due garanti della macelleria sociale

Il capo del PD è sicuro di vincere ma chiede all’ex Goldman Sachs di sostenere il suo governo dopo le elezioni. Insomma di fargli da garante con Wall Street e la City 

Filippo Ghira

La canaglia liberista italiota è pronta a scendere in campo a favore dell’amico Monti. Anche se Bersani e compagni vari, tra post-comunisti e democristiani di sinistra, non hanno gradito per nulla la nascita della Lista Monti per l’Italia, che in realtà è Monti per Wall Street e per la City, l’ex Goldman Sachs servirà ed eccome al PD per pararsi le chiappe sul fronte della speculazione internazionale. Senza Monti a fare da garante per le privatizzazioni e per continuare la macelleria sociale in corso, lo spread tornerà infatti ai livelli di un tempo. Non conta infatti cosa Monti abbia fatto in passato. Basta il fatto che lui ci sia e che funzioni da garante per il futuro per svendere il nostro Paese, per smantellare lo Stato sociale e per trasformare il lavoro in merce.
Una ulteriore dimostrazione del fatto che almeno su questo punto Silvio l’Aprostata ci i aveva azzeccato. Il livello dello spread è un indicatore che non significa nulla ed è stato usato in passato, quando stava a 570 punti, per fare cadere lo stesso Berlusconi e sostituirlo con lo stesso Monti. Guarda caso un ex consulente di Goldman Sachs (banca, finanza e speculazione) e di Moody’s (rating) che a vario titolo avevano speculato contro l’Italia. Uno potrebbe pure replicare che Berlusconi non ha mai fatto le riforme promesse per modernizzare il Paese e che si era sputtanato con le sue patetiche storie fatte di mignotte e dei banditi che le portavano ad Arcore o a Palazzo Grazioli. Ma nel novembre del 2011 il debito pubblico era al 120% sul Pil ed ora ha con Monti ha superato il 126%. Sì, va bene, il disavanzo sceso dal 4,5% al 3,1%, ma è poca cosa se si tiene conto che il traguardo è stato raggiunto aumentando a dismisura le tasse.
Così, dopo aver condannato la discesa in campo del bocconiano Monti, mentre l’alleato Vendola operava le sue tirate contro i ricchi che lo appoggiano e l’ideologia di tipo “massonico” che li anima, Bersani ha cercato di correggere il tiro. Così, incerto se ottenere o meno una maggioranza parlamentare in tutti e due i rami del Parlamento, alla Camera è sicura, al Senato no, Bersani ha chiesto a Monti e ai suoi futuri parlamentari di appoggiare il suo futuro governo. Una richiesta a dir poco incredibile se si pensa che in questa fase il PD sta cercando di recuperare spazi tra l’elettorato di sinistra che non ama anzi detesta l’ex consigliere di amministrazione della Fiat di tutto cuore e di tutto portafoglio. A causa del costo dell’IMU che ha penalizzato pure i “compagni”.
Il PD punta a vincere le elezioni, ha spiegato l’ex ministro dello Sviluppo, e dopo chiederemo al centro e ai montiani di sostenere il governo. Frase ambigua che va interpretata nel senso che il PD avrà pure una maggioranza parlamentare ma senza il Lord Protettore Monti a spingere e garantire per la privatizzazione di Eni, Enel e Finmeccanica le cose in Italia andranno di nuovo a puttane. E lo spread tra i Btp e i Bund tedeschi volerà di nuovo in alto. In questa fase con il governo in carica azzoppato, i criminali della City e di Wall Street hanno deciso di darci un po’ di tregua. Dopo le elezioni si vedrà.
Uno scenario che è ben chiaro a Bersani che ai tempi di Berlusconi poneva spesso l’accento sulla scarsa o inesistente credibilità del Cavalier Viagra e quindi dell’Italia presso i Mercati. Dove i Mercati non erano gli investitori in quanto tali ma erano in realtà gli speculatori anglofoni. Un bell’atteggiamento di sudditanza del PD verso la canaglia liberista internazionale. Nulla di nuovo sotto il sole comunque. Nell’autunno del 1998, il giorno dopo (!!!) essere stato nominato capo del governo in sostituzione di Prodi, Massimo D’Alema partì per Londra per rassicurare gli gnomi della City che le privatizzazioni sarebbero andate avanti e che il suo governo avrebbe liberalizzato laddove era possibile farlo.
Poi uno si domanda da dove nasca questa incapacità della Sinistra (se ancora si può chiamarla tale) a governare. Da dove nasca questa incapacità a fare qualcosa di Sinistra  e non soltanto di dirla. Per fare dimenticare di essere stati al guinzaglio dell’URSS, gli orfani del vecchio PCI, poi PDS-DS, non hanno trovato di meglio che scavalcare a destra lo stesso Berlusconi quanto a liberismo. Con risultati spesso esilaranti ma anche vergognosi che si pongono in ogni caso dentro quella storica predisposizione tutta italiota a interpretare la parte di vassalli di qualche potenza straniera e a trasformare l’Italia in una colonia,
 

10 Gennaio 2013 12:00:00 – http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=18561

 

torturare i serbi è “democratico” ed umanitario?

Gli occupanti del Kosovo torturano i serbi

Alcuni cittadini di Belgrado residenti nella regione sotto il controllo degli albanesi sono stati arrestati, durante il Natale ortodosso, dagli sbirri dello staterello fantoccio, subendo anche violenze da parte dei loro carcerieri 

Andrea Perrone

È sempre alta la tensione tra Serbia e occupanti albanesi del Kosovo, dopo una serie di denuncie per le torture subite durante la detenzione da parte di dieci serbo-kosovari. arrestati dalla polizia di Pristina. È stato il governo di Belgrado ha duramente condannato l’arresto a Gracanica, enclave serba in Kosovo, di nove giovani serbi che avevano seguito nel locale monastero i riti religiosi del Natale ortodosso. Dal canto suo uno dei giovani serbi, tale Darko Vlasaj, ha denunciato di essere stato picchiato mentre era in bagno, per cui i suoi carcerieri hanno precisato che lo stavano facendo perché così non sarei stato mai in grado di mettere al mondo dei figli. “Erano in due, mi hanno ammanettato, messo la testa nel wc e hanno tirato lo scarico”, ha denunciato ai giornalisti Vlasaj. Dopo un primo ricovero presso strutture locali, l’uomo è stato trasferito in un ospedale di Belgrado per gravi problemi urologici e all’addome, come riferito da uno dei medici che lo ha avuto in cura. L’intervento degli agenti albanesi sarebbe scattato a margine delle celebrazioni del Natale ortodosso nel monastero di Gracanica, enclave serba a poca distanza da Pristina, con l’accusa a carico dei dieci di aver esposto simboli dello Stato e dei militari della Serbia. Il fermo è durato 48 ore, trasformatesi in qualcosa di allucinante, secondo quanto denunciato dai giovani detenuti.
La missione dell’Ue in Kosovo, Eulex, ha confermato di aver ricevuto la denuncia, ma come al solito nulla hanno fatto le truppe di occupazione della Nato e dell’Ue per fermare le violenze perpetrate ai danni dei serbi, rei soltanto di aver perso il controllo sulla loro atavica regione dopo aver subito la colonizzazione a tappe forzate degli occupanti albanesi che ha favorito l’allontanamento e lo repressione dei loro compatrioti di Belgrado. D’altronde lo stesso presidente serbo Tomislav Nikolic ha denunciato nei giorni scorsi gli abusi commessi dalle autorità albanesi del Kosovo occupato per non aver consentito a lui e alla sua famiglia di poter trascorrere il Natale presso il monastero serbo-ortodosso di Pec, in Kosovo, sede ufficiale del patriarcato serbo.
In una nota di protesta, il governo serbo ha chiesto l’immediato rilascio dei nove giovani, stigmatizzando quella che viene definito una provocazione da parte di estremisti, il cui obiettivo è e rimane quello di intimidire i serbi e ostacolare il dialogo allo scopo di trovare una soluzione pacifica della crisi del Kosovo. Per mettere fine alla situazione a dir poco esplosiva è stato chiesto però l’intervento delle organizzazioni internazionali presenti nella regione serba occupata (Eulex, Kfor, Unmik). Una soluzione che non servirà a un bel nulla, se non a peggiorare la situazione dei serbi, visto che le truppe di occupazione sostengono apertamente gli albanesi. Secondo un portavoce della polizia degli occupanti di Pristibna, i nove serbi sono stati arrestati perché sospettati di minacciare la sicurezza e l’ordine pubblico. Un pretesto quello delle autorità per distruggere e annullare in tutti i modi la cultura nazionale serba, e impadronirsi definitivamente del Kosovo.


11 Gennaio 2013 12:00:00 – http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=18572

Rapporto-shock del World Economic Forum: “il clima può essere piratato con la geoingegneria”

Il clima mondiale potrebbe essere ‘piratato’ da una nazione o anche da una singola persona malintenzionata grazie all’uso della geoingegneria. L’allarme non viene da una sceneggiatura di Hollywood ma da un serio rapporto del World Economic Forum, secondo cui un tentativo del genere potrebbe avere gravi crisi internazionali.Secondo alcuni scienziati, la geoingegneria, con tecniche come la ‘semina’ di ferro negli oceani per produrre piu’ plancton che cattura la CO2 o l’introduzione nell’alta atmosfera di polvere riflettente per respingere la luce, sono l’unica soluzione contro i cambiamenti climatici. Ma la comunita’ internazionale e’ cauta perche’ simili espedienti potrebbero avere conseguenze non controllabili sul clima mondiale. Il ‘Global Risk report’ del Forum, pero’, considera anche plausibile che qualcuno, un paese o un singolo individuo, possa tentare di utilizzare queste tecniche anche con altri scopi: ”Il clima mondiale potrebbe essere ‘piratato’ – si legge -. Per esempio un’isola minacciata dall’aumento del livello del mare potrebbe decidere di non avere niente da perdere, o un individuo ben finanziato potrebbe voler prendere qualche iniziativa”. Per gli esperti del forum, che hanno indicato i cambiamenti climatici al terzo posto fra i rischi globali dopo una crisi finanziaria mondiale e l’aumento delle disuguaglianze globali, qualcosa di simile sta gia’ accadendo: ”In Canada qualcuno ha versato in mare 100 tonnellate di solfato di ferro – sottolinea il documento – per cercare di produrre piu’ plancton”.

Di Peppe Caridi

Fonte: http://www.meteoweb.eu/2013/01/clima-rapporto-shock-del-world-economic-forum-e-possibile-piratarlo-con-la-geoingegneria/176173/

La tecnocrazia europea ora teme una rivolta diffusa

Juncker (Eurogruppo) propone un salario minimo garantito in tutta l’area dell’Euro e ammette che la moneta unica non ha diminuito gli squilibri sociali 

 

Filippo Ghira         

 

I governi e i tecnocrati dell’Unione europea si stanno finalmente rendendo conto in quale situazione di degrado senza ritorno hanno ridotto i cittadini con l’adozione di  politiche ultra-liberiste volute e imposte dall’Alta Finanza internazionale e dalle multinazionali che per guadagnare sempre più alti profitti hanno bisogno di un grande mercato globale nel quale valga la legge della giungla e all’interno del quale il lavoro sia un fattore produttivo come gli altri (merci, materie prime, prodotti finiti e capitali) e che come tale si possa spostare e ricollocare a piacimento.

Le rivolte di piazza ad Atene e Salonicco con l’assalto ai Palazzi del governo e alle sedi delle banche hanno ben evidenziato quale sia la rabbia sociale che serpeggia tra i cittadini. Perdere il lavoro e vedere bruciati i propri risparmi viene infatti sentita come una ipotesi molto spiacevole ma che può essere messa in preventivo. Ma vedersi tassata a dismisura la propria casa, la tana in cui si vive, rischiare di perderla, e vedere che quei soldi vengono utilizzati per ricapitalizzare le stesse banche responsabili delle speculazioni finanziarie, come è successo in Italia con una autentica legge porcata quale è quella sull’Imu, è un fatto di una gravità inaudita.

Una realtà di cui si è resa conto pure la canaglia liberista al potere a Bruxelles annidata negli uffici della Commissione europea e dell’Eurogruppo. Si avverte insomma che il Mercato (Libero ovviamente) non rappresenta la medicina per risolvere la crisi ma semmai la sta aggravando considerato che la crisi ha comportato un trasferimento di ricchezza dai cittadini alle banche.

Così, il lussemburghese Jean Claude Juncker, presidente dell’Eurogruppo, ha osservato che la disoccupazione, che nell’Unione ha superato il livello dell’11%, sta schiacciando l’economia europea e che si deve introdurre subito la misura di un salario minimo per tutta l’area euro. Nel corso di una audizione al Parlamento europeo, Juncker ha ammesso che l’euro non ha mantenuto le sue promesse, soprattutto quella di un miglioramento degli squilibri sociali. Appunto. I quali semmai si sono aggravati, ma questo Juncker non lo ha detto. I tempi che viviamo sono difficili, ha continuato, e non si deve dare all’opinione pubblica l’impressione che il peggio sia alle nostre spalle perché ci sono ancora cose da fare molto difficili. Della serie: cari cittadini dovete fare ancora molti sacrifici ma noi forse vi daremo qualcosa per affrontarli meglio. In ogni caso, si è compiaciuto Juncker, la zona euro c’è ancora e la Grecia continua a farne parte. E per salvare l’euro, è necessario trovare i soldi per finanziare il salario minimo di sussistenza. Una idea non nuova ma che non si capisce bene con quali soldi potrà essere realizzata, vista la recessione in corso che ha diminuito ovunque le entrate fiscali (in Italia con l’Imu no) e contributive. A meno che non si voglia innescare una guerra sociale tra nuovi poveri (i disoccupati) e quelli che rischiano di diventarlo dopo che gli è rimasta soltanto la casa, peraltro oberata di tasse e di balzelli vari.