I soldati USA proteggono le coltivazioni di oppio afghano

ALLARME LAVORO, CGIA: NEL 2012 QUASI 610 MILA DISOCCUPATI IN PIÙ

 

Cresce a dismisura il numero dei senza lavoro presenti in Italia. Nel 2012, secondo una stima elaborata dall’Ufficio studi della CGIA, il numero medio dei disoccupati è aumentato di 609.500 unità. Nel 2013 l’esercito di coloro che sono alla ricerca di una occupazione  è destinato a salire ulteriormente, per la precisione di altre 246.600 unità. Se per l’anno in corso lo stock dei senza lavoro si attesta attorno ad un dato medio annuo pari a 2.717.500 (che equivale ad un tasso di disoccupazione del 10,6%), l’anno venturo sfiorerà quota 3 milioni (precisamente 2.964.100, con un tasso dell’11,5%).

 Una situazione allarmante che sta diventando una vera e propria piaga sociale – afferma il segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi –  Purtroppo le condizioni generali della nostra economia sono pessime e questo si riflette negativamente sulla tenuta occupazionale anche delle piccole imprese. Giovani, donne e stranieri sono le categorie più a rischio, senza contare che tra questi ex lavoratori sta aumentando drammaticamente il numero dei disoccupati di lungo periodo”.

 Il quadro generale, ricorda la CGIA, è molto pesante: dall’inizio di quest’anno la contrazione dei prestiti bancari erogati alle imprese è stata di 26,7 miliardi di euro (pari al -2,7%), mentre le sofferenze in capo al sistema imprenditoriale sono aumentate di 8,7 miliardi di euro (pari al +10,9%) (*). Se consideriamo che la produzione industriale è scesa del 6,5% e gli ordinativi del 10,4% (**), appare evidente come la situazione in capo alle imprese, soprattutto quelle di piccola dimensione, sia peggiorata drammaticamente. 

 Quest’anno il Pil è previsto attorno al -2,3/-2,5%. I consumi privati si dovrebbero attestare al -3,4%, quelli pubblici al -0,7% e gli investimenti sono destinati a subire un vero e proprio tracollo: -8,1%, con una punta del -10,9% per quelli relativi alle attrezzature e  ai macchinari. Nel 2013 la caduta subirà una frenata, ma ancora una volta tutti gli indicatori saranno preceduti dal segno meno. Il Pil sarà pari al -0,5% circa, i consumi privati  -0,9%, quelli pubblici -0,3%, mentre gli investimenti chiuderanno con un -2,1%.

 Con queste previsioni – conclude Bortolussi – non c’è da meravigliarsi se le aziende non ce la fanno più a trattenere le proprie maestranze. Anche le piccole imprese, che in passato erano riuscite ad assorbire i lavoratori espulsi dalle ristrutturazioni che avevano interessato legrandi imprese, ora sono allo stremo e dopo 5 anni di crisi la loro tenuta è ormai ridotta al lumicino.  Servono delle misure anticicliche in grado di far ripartire l’economia: l’Italia, verosimilmente, rispetterà gli impegni presi in sede europea ma rischia di diventare un Paese sempre più povero”.

  (*) in entrambi i casi il periodo di riferimento è dicembre 2011-settembre 2012

(**) in entrambi i casi il periodo di riferimento è gennaio-settembre 2011/gennaio- settembre 2012 

 

Fonte: http://www.cgiamestre.com

 

La polizia saudita “sventa” un tentativo di festeggiare il Natale!

 In Arabia Saudita la polizia religiosa ha fatto irruzione in una casa nella provincia di Al Jawf e ha arrestato 41 persone, che “complottavano per festeggiare il Natale”.

 La polizia ha affermato che i detenuti erano ospiti cristiani di un diplomatico asiatico, riporta il quotidiano libanese “al-Akhbar”. 

Erano presenti al raduno anche un saudita e un egiziano, entrambi musulmani. La polizia ha affermato che il padrone di casa e i due ospiti musulmani erano “fortemente ubriachi”.

Non è chiaro se le persone detenute nella notte di mercoledì siano state rilasciate o se dovranno affrontare un processo. 

L’Arabia Saudita vieta qualsiasi pratica religiosa che non sia in linea con la sua rigorosa versione dell’Islam sunnita, la religione di Stato nella monarchia teocratica[1]. Le autorità di solito chiudono un occhio per le cerimonie private, ma questa politica viene applicata in alcuni casi mentre in altri non viene applicata.

La polizia “della virtù e del vizio”, che si adopera per far rispettare le norme religiose nel paese, lancia regolarmente la sua repressione contro i cristiani e gli indù che vivono in Arabia Saudita. 

 

L’atteggiamento è incoraggiato dai leader religiosi, che giustificano le persecuzioni. Il mufti dell’Arabia Saudita, lo Sheikh ‘Abd el-‘Aziz bin Abdullah aveva già condannato “inviti a Natale o feste di nozze”, dice il giornale.

 

Fonte: “Russia Today”, 28 Dicembre 2012 (traduzione di Europeanphoenix.it ©)

Obama firma una legge per contrastare l’influenza iraniana in America Latina

 

Il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha promulgato venerdì scorso una legge che prende di mira la presunta influenza dell’Iran in America Latina. Ciò avviene perché Washington conduce già una “guerra segreta” contro l’Iran, secondo la ricercatrice Soraya Sepahpour-Ulrich.

La legge invita inoltre il Dipartimento per la Sicurezza Nazionale a rafforzare la sorveglianza alle frontiere degli Stati Uniti con il Canada e il Messico per “prevenire l’ingresso negli Stati Uniti da parte di elementi operativi dall’Iran, dei Guardiani del Rivoluzione e della sua forza speciale al-Quds, di Hezbollah o di qualsiasi altra organizzazione terroristica”.

La Repubblica islamica dell’Iran ha ampliato la sua cooperazione con l’America Latina negli ultimi anni, definendola come una delle sue principali strategie di politica estera.

La legge anti-Iran giunge tra crescenti tensioni che circondano l’Iran e il suo programma nucleare. Gli Stati Uniti e i loro alleati sospettano che l’Iran sviluppi armi nucleari, mentre l’Iran insiste sulla natura pacifica del suo programma nucleare.

Sabato scorso Teheran ha dato il via a sei giorni di esercitazioni militari navali mirate a dimostrare “le capacità militari delle sue forze armate” nell’affrontare minacce nemiche. L’esercitazione, denominata Velayat  91, è stata condotta nello stretto-chiave di Hormuz.

L’Iran ha rassicurato i suoi vicini sulle sue intenzioni pacifiche, ma ha avvertito tutti i nemici di voler difendere molto sul serio i propri interessi vitali.

Il portavoce del dell’esercitazione militare Velayat 91 ha smentito i rapporti dei media occidentali secondo cui l’Iran avrebbe pianificato di bloccare lo stretto di Hormuz durante l’esercitazione navale, riferisce “Press TV”.

La “Guerra segreta contro l’Iran”

I media occidentali, in gran parte concentrati sui presunti piani dell’Iran di bloccare lo Stretto di Hormuz, hanno ignorato la tensione militare che gli Stati Uniti impongono all’Iran, ha affermato a “Russia Today” la scrittrice e ricercatrice indipendente Soraya Sepahpour-Ulrich.

Gli Stati Uniti hanno rafforzato la propria presenza navale nel Golfo Persico nel corso dell’anno, dirigendo a settembre i “giochi di guerra” più vasti mai visti nella regione, ai quali hanno partecipato ventisette Paesi. “Si trovavano tutti quanti nel Golfo Persico, praticamente in territorio iraniano, ma i media hanno taciuto su questo”, ha affermato l’esperta, aggiungendo che è solo quando l’Iran si dimostra preoccupato per la sua sovranità e il suo interesse nazionale, che i media si concentrano su di esso.

“Da 32 anni o più, l’Occidente, in particolare gli Stati Uniti, conduce una guerra segreta contro l’Iran. Così l’Iran si è preparato, dimostrando la sua prontezza nel difendersi. Non credo che l’Iran attaccherebbe mai per primo. Se adesso vediamo sui media più esercitazioni militari navali, è quindi perché gli stessi media si concentrano solo su quello che fa l’Iran”, ha detto infine la Sepahpour-Ulrich.

Fonte: “Russia Today”, 30 dicembre 2012 (traduzione di Europeanphoenix.it ©)

LE 10 MULTINAZIONALI PIU’ PERICOLOSE DEL MONDO

31 Dicembre 2012

FONTE: ECOCOSAS.COM 

 Non importa dove tu viva, è impossibile scappare alla globalizzazione. L’unica via d’uscita è informarsi per scegliere con coscienza prima di comprare. Iniziare a coltivare e a produrre i propri alimenti, ridurre il consumo di petrolio e dei suoi derivati, riforestare, comprare solo il necessario, ascoltare la propria voce interiore invece di quella della pubblicità … sono piccoli passi per sfuggire ai grandi mostri. E ricordarsi sempre che il potere di scelta è nostro, non diamo loro la soddisfazione di cadere nelle loro grinfie.

 1. Chevron 

 Sono diverse la grandi compagnie petrolifere che starebbero in questa lista, ma la Chevron merita un posto d’eccezione. Tra il 1972 e il 1993 la Chevron (allora Texaco) ha riversato 18 miliardi di galloni di acqua tossica nei boschi tropicali dell’Ecuador senza intervenire minimamente, distruggendo i mezzi di sussistenza degli agricoltori locali e facendo ammalare le popolazioni indigene. Nel 1998 la Chevron ha contaminato anche gli Stati Uniti, la città di Richmond (California) ha querelato la compagnia per smaltimento illegale di sostanze inquinanti senza aver effettuato il trattamento delle acque reflue, contaminando così le forniture di acqua. Lo stesso è accaduto nello New Hampshire nel 2003.

La Chevron è stata responsabile della morte di diversi nigeriani che hanno protestato contro l’impresa per la sua presenza e per lo sfruttamento del delta nigeriano. La compagnia ha pagato la milizia locale conosciuta per i suoi abusi contro i diritti umani, per mettere a tacere le proteste, fornendo loro perfino elicotteri e barche. I militari aprirono il fuoco contro i manifestanti, e rasero poi al suolo i loro villaggi.

 2. De Beers 

 Questa impresa non bada a spese, e finanzia, appoggia e crea autentiche guerriglie e dittature del terrore per poter continuare a ottenere, attraverso lo sfruttamento di bambini e adulti, la pietra preziosa. In Botswana, De Beers è stata accusata per la “pulizia” delle terre da cui estrae i diamanti, e per il trasferimento forzato dei popoli indigeni che vivevano li da migliaia di anni. Pare che il governo abbia tagliato le forniture d’acqua, minacciato, torturato e impiccato pubblicamente i dissidenti.

Per non parlare della sua quasi totale assenza di responsabilità verso l’ambiente, degli inesistenti diritti dei lavoratori, delle vite umane, e delle sue campagne sudice e maschiliste.

 3. Phillip Morris 

 Phillip Morris è il più grande produttore di sigarette degli Stati Uniti e del mondo.

È ormai noto che le sigarette causano cancro nei fumatori, e difetti di nascita nei bambini di madri che fumano durante la gravidanza. Il fumo di sigaretta contiene 43 cancerogeni conosciuti e più di 4.000 sostanze chimiche, incluso il monossido di carbonio, la formaldeide, il cianuro di idrogeno, l’ammoniaca, la nicotina e l’arsenico. La nicotina, sostanza chimica che costituisce il principale elemento psicoattivo nel tabacco, da dipendenza psicologica. Fumare aumenta la pressione arteriosa, danneggia il sistema nervoso centrale e la costrizione dei vasi sanguigni. Le cicche di sigarette sono uno dei principali inquinanti che i fumatori buttano via quotidianamente e sono lenti a degradarsi. Molti di questi filtri si fanno strada nel terreno o nell’acqua, dove i loro componenti chimici si comportano come vere sanguisughe.

Il tabacco contamina la terra con gli estesi ettari di monocoltivazione, cosparsi quotidianamente con agrotossici, e anche la sua produzione industriale inquina (si utilizzano, infatti, enormi quantità di carta, cotone, cartone, metallo, combustibili …), il suo consumo inquina l’atmosfera, danneggia chi le compra e chi sta loro vicino. Le sue cicche impiegano anni a degradarsi disperdendo nel terreno e nell’acqua un’enorme quantità di sostanze tossiche.

 4. Coca-Cola 

 La bevanda preferita del mondo o “il latte del capitalismo”, accumula querele e sanzioni in diversi paesi a causa delle gravi contaminazioni, delle cattive pratiche lavorative e per l’uso di acque non autorizzate.

Nella fase di produzione, la compagnia utilizza quasi tre litri di acqua per ogni litro di prodotto finito. Le acque di scarto sono costituite da sostanze inquinanti che la multinazionale deposita in luoghi protetti, come accadde in Colombia, situazione per la quale fu multata nell’agosto scorso dalla Segreteria Regionale per l’Ambiente del municipio di Bogotá. È stato dimostrato che la compagnia aveva scaricato acque residuali nell’Humedal de Capellanía, nella zona di Fontibón. Il fatto è considerato un attentato contro un’area di speciale importanza e protezione ecologica. Il processo di inquinamento dell’Humedal de Capellanía iniziò con la scadenza del permesso di riversamento concesso alla multinazionale per cinque anni e con la non autorizzazione della Segreteria per l’Ambiente a rinnovare tale permesso. Successivamente, grazie a dei sopralluoghi tecnici, è stato verificato lo stato della rete fognaria di Coca-Cola e la realizzazione di discariche industriali, chiaramente non autorizzate.

Una situazione molto simile si è verificata in India nel 2005, dove un migliaio di manifestanti hanno marciato per chiedere la chiusura dello stabilimento vicino Varanasi. Denunciavano che tutte le comunità vicine agli stabilimenti di imbottigliamento Coca-Cola stessero subendo l’espropriazione delle loro terre e l’inquinamento delle falde acquifere. Analisi tossicologiche hanno dimostrato la presenza di alte percentuali di pesticidi vietati come il DDT e, da “buoni vicini”, hanno distribuito i loro scarichi industriali ai contadini di Mehdigani dicendo che sarebbero serviti da “concime”. Il risultato è che oggi quei suoli sono sterili.

Come se non bastasse, la bevanda in questione, oltre a consumare acqua in eccesso, non apporta nessun elemento nutritivo, anzi, contiene alte concentrazioni di zucchero, uno dei fattori che maggiormente contribuisce all’obesità che colpisce sempre di più le popolazioni dei paesi in via di sviluppo, generando inoltre, problemi dentali. L’effetto dissetante è dato dall’acido fosforico.

 Sapevate che…

 • La Spagna è il paese europeo che consuma più Coca-Cola?

 • Prodotti come Fanta, Sprite, Aquarius, Nestea, Minute Maid, Tab, Sonfil, Finley, Nordic Mist o Fruitopia (ce ne sono 324 diversi) appartengono a Coca-Cola?

 • Una lattina da 33 cl. contiene 35 gr. di zucchero? • Nel 1931 Coca-Cola ha cambiato l’abito verde di Babbo Natale con quello rosso in una campagna pubblicitaria, per abbinarlo al colore della sua società?

 • Alcune università ad Atlanta, Toronto, California, Irlanda o Berlino hanno già espulso Coca-Cola dai propri campus?

 • Le bottiglie di plastica di Coca-Cola non sono di materiale riciclato, ma di plastica vergine?

 • Sarà stata una casualità che l’ex presidente messicano Fox fosse anche ex rappresentante di Coca-Cola? e che Adolfo Calero, ex amministratore di Coca-Cola, fosse agente della CIA e volto pubblico della Contra Nicaragüense? e l’ambasciatore degli Stati Uniti in India? e il magnate golpista Cisneros, in Venezuela? e il ministro Jorge Presno, in Urugay?

 • Dispone di delegazioni in più di 200 paesi, tra i quali anche paradisi fiscali come il Bahrein o le isole Cayman, per evadere le tasse a proprio beneficio?

 • Nel 2003 ottennero benefici per 21.044 milioni di dollari (la metà delle spese previste dall’ONU per garantire l’educazione primaria a tutti i bambini del mondo)?

 • Guida potenti gruppi di potere: si oppose al trattato di Kyoto attraverso le sue lobby US Council for International Business e la Business Round Table, cambiò regolamenti nell’UE attraverso l’American Chamber of Commerce, è la fondatrice dell’International Life Science Institute che influenza molto la FAO e la OMS, ecc.?

 • Contiene prodotti transgenici?

 La prossima volta che compri una bevanda, ricorda l’inquinamento degli Humedales, l’uso non autorizzato di acque sotterranee, la violenza, che un litro equivale a tre … non è meglio una limonata?

 5. Pfizer 

 Come se la massiccia sperimentazione su animali non fosse già abbastanza straziante, Pfizer ha deciso di utilizzare i bambini nigeriani come fossero porcellini d’India. Nel 1996 la casa farmaceutica andò a Kano, in Nigeria, a testare un antibiotico sperimentale nel terzo mondo, per combattere malattie come il morbillo, il colera e la meningite batterica. Diedero trovafloxacina a circa 200 bambini. Decine di loro morirono nell’esperimento, mentre molti altri svilupparono malformazioni fisiche e menomazioni mentali. Pfizer può vantarsi anche di essere tra le prime dieci compagnie statunitensi responsabili dell’inquinamento atmosferico. Per non parlare degli incentivi milionari che fornisce ai medici e ai governi affinché prescrivano i suoi “farmaci”.

 6. McDonald’s  

 Ogni anno migliaia di bambini consumano il fast food (“cibo veloce”) di un’impresa responsabile della deforestazione dei boschi, dello sfruttamento dei lavoratori, e della morte di milioni di animali: McDonald’s. Strategie di marketing abilmente architettate hanno permesso l’espansione di McDonald’s in 40 paesi, dove l’empatica immagine di Ronald McDonald e il suo Happy Meal, vende ai bambini il gusto per il cibo rapido, associandolo a un’idea di allegria. Questa pubblicità ha avuto un grande successo in diverse parti del mondo, contribuendo agli alti tassi di obesità infantile.

L’alimentazione che propone questa impresa è totalmente carente di sostanze nutrienti. Inoltre, questo cibo è conosciuto in tutto il mondo come “cibo spazzatura”, e non è un caso che riceva questo nome.

Gli hamburger e i “nuggets” offerti da McDonald’s provengono da animali mantenuti in condizioni artificiali per tutta la loro vita: privati di aria libera e luce solare, vengono ammucchiati al punto da non poter allungare le zampe o le ali (nel caso dei polli), rimpinzati di ormoni per accelerare la crescita e di antibiotici per arrestare le molteplici infezioni alle quali sono esposti a causa delle insalubri condizioni che genera il sovraffollamento. I polli vengono fatti ingrassare al punto che le zampe non sono più in grado di reggere il loro peso. Per la concessione del franchising, McDonald’s acquista a basso prezzo terreni che prima ospitavano boschi tropicali e li deforesta per consacrarli all’allevamento. Offre salari minimi ai suoi dipendenti, approfittando delle minoranze etniche e assumendo minori.

I prodotti di McDonald’s, con il loro alto contenuto di grassi, zuccheri e sale, contribuiscono al sovrappeso dei bambini, alla resistenza all’insulina e al conseguente Diabete di Tipo 2.

Ah, vi avevo detto che è stata una delle finanziatrici della campagna di George W. Bush? 

 7. Nestlé 

 Neslté e la sua enorme distesa di crimini contro l’uomo e la natura, come la massiccia deforestazione nel Borneo – l’habitat degli orango è stato seriamente compromesso – per coltivare la palma da olio, l’acquisto di latte dalle fattorie confiscate illegalmente da un despota in Zimbabwe. La Nestlé iniziò a provocare gli ambientalisti con le sue ridicole affermazioni che l’acqua imbottigliata è “ecologica”, da li in poi la sua sinistra rete di controllo e distruzione è andata dipanandosi.

Nestlé ha condotto campagne a livello mondiale per convincere le madri dei paesi in via di sviluppo a utilizzare il suo latte per neonati al posto del latte materno, senza fornire le informazioni sui possibili effetti negativi. Pare che Nestlé abbia assunto donne vestite da infermiere per portare gratuitamente il latte in polvere in questi paesi, latte che viene spesso mischiato con acqua contaminata. I mezzi di informazione non hanno parlato dei bambini morti di fame perché, una volta finito il latte, le loro madri non potevano permettersi di comprarne altro.

 8. British Petroleum 

 Chi potrebbe dimenticare l’esplosione, nel 2010, di una piattaforma petrolifera nella costa del Golfo del Messico, che causò 11 morti oltre alle migliaia di uccelli, tartarughe marine, delfini e altri animali, distruggendo la pesca e l’industria del turismo della regione? Questo non è stato il primo crimine contro la natura commesso dalla BP. Tra gennaio del 1997 e marzo del 1998, BP ha provocato la bellezza di 104 fuoriuscite di petrolio. Tredici lavoratori della squadra di perforazione morirono nel 1965 durante un’esplosione, 15 in un’esplosione nel 2005. Ancora nel 2005, un traghetto che trasportava lavoratori della compagnia, naufragò provocando la morte di 16 di loro. Nel 1991, la EPA (Agenzia ambientale degli stati Uniti) menzionò la BP come l’impresa più inquinante degli Stati Uniti. Nel 1999 la compagnia fu accusata di uso illegale di sostanze tossiche in Alaska, poi, nel 2010, di aver immesso pericolosi veleni nell’aria, in Texas. Nel luglio 2006 gli agricoltori colombiani ottennero un accordo con la BP dopo averla accusata di ricorrere a un regime di terrore portato avanti dai paramilitari del governo colombiano che proteggevano l’oleodotto di Ocensa. Non c’è modo di far agire correttamente la BP.

 9. Monsanto 

 Monsanto, è l’impresa che ha creato e sostiene gli alimenti geneticamente modificati, gli ormoni della crescita per i bovini, l’avvelenamento con prodotti agrotossici. La lista di Monsanto include: la creazione dei semi “suicidi” (Terminator), brevettati allo scopo di generare piante che non producono semi, costringendo così gli agricoltori a ricomprarli ogni anno; l’istituzione di lobby che etichettino con la dicitura “libero da ormoni” il latte e il latte artificiale per neonati (questa dicitura si trova anche se il bovino ha ingerito ormoni della crescita, un comprovato agente cancerogeno); così come un’ampia gamma di violazioni ambientali e della salute umana associate all’uso dei veleni Monsanto – soprattutto l’Agente Arancio. Tra il 1965 e il 1972 la Monsanto ha riversato illegalmente tonnellate di residui altamente tossici nelle discariche del Regno Unito. Secondo l’Agenzia per l’Ambiente, trent’anni dopo, i prodotti chimici stavano ancora contaminando le falde acquifere e l’aria.

Monsanto è nota per aggredire i propri agricoltori che invece afferma di “sostenere”, come quando denunciò un agricoltore facendolo incarcerare per aver conservato i semi del raccolto di una stagione per piantarli la stagione seguente.

 10. Vale

 La miniera Vale, transnazionale brasiliana presente in 38 paesi, è la più grande impresa di sfruttamento di minerali dell’America Latina e la seconda a livello mondiale. Tra i vari meriti, spicca quello di aver partecipato allo sviluppo della centrale idroelettrica di Belo Monte, situata ad Altamira, in Brasile. Il progetto, infatti, ha colpito il fiume Xingú, la principale fonte di sostentamento della regione, causando un drastico cambiamento nel paesaggio amazzonico e nella vita di migliaia di popolazioni che vivono lungo le sponde di uno dei principali fiumi del Brasile.

A Carajás, nella regione brasiliana di Pará, numerose famiglie sono state sgomberate, hanno perso le loro case e ognuno ha qualche parente morto a causa della costruzione della linea ferroviaria realizzata dall’impresa, denunciata anche per le pessime remunerazioni e condizioni di lavoro dei propri impiegati. 

Le conseguenze del modo di agire della miniera non si limitano solo al Brasile. Nella regione di Tete, in Mozambico, un’intera popolazione è stata cacciata dalla sua terra affinché l’impresa potesse portare avanti lo sfruttamento del carbone. In cambio l’impresa ha costruito un insediamento in cui le case e i servizi pubblici non sono sufficienti a garantire le condizioni basilari per lo sviluppo della popolazione. 

 Esistono purtroppo molte altre corporazioni che si sono guadagnate tutto il diritto di essere presenti in questa lista, come la Samsung, la Tepco, Barclays, Microsoft, Intel, Sony … ecc. 

 Scelto e Tradotto per www.comedonchisciotte.org da i SILVIA SOCCIO

Dall’Afghanistan alla Siria: il nuovo teorema delle guerre dell’Occidente

di Davood Abbasi – 26/12/2012

Fonte: irib 

Dall'Afghanistan alla Siria: il nuovo teorema delle guerre dell'Occidente

 Il fiasco militare, le perdite umane e le spese pesantissime delle campagne militari degli Usa e dei suoi alleati in Afghanistan ed Iraq hanno indotto i teorici della guerra in Occidente alla creazione di un modello di guerra che potremmo chiamare di “quarta generazione”; un modello messo in atto in Libia e che attualmente viene usato ai danni della Siria.

 

Nella guerra di quarta generazione il confronto militare non è diretto, almeno nella fase iniziale, ed il grosso della guerra è svolto invece da una operazione pesante di guerra psicologica che si realizza con un diretto attacco alle menti dei membri del fronte nemico, soprattutto ai danni dei suoi leader politici. In pratica si tratta di rompere la volontà politica dell’avversario. Se nel tipo di guerra di terza generazione, si cercava di occupare direttamente il territorio nemico, nel nuovo modello l’obbiettivo centrale è il “regime change” nel paese aggredito.

La guerra di “quarta generazione”, se condotta correttamente taglia fuori anche la popolazione del paese aggredito; per comprendere la ragione facciamo un esempio. In una guerra come il Vietnam, la popolazione si univa in guerra contro l’aggressore straniero; nella guerra di quarta generazione però la diffusione di menzogne e la guerra psicologica crea divisione tra governo e popolazione e per questo la gente non ha il ruolo di prima.

In pratica uno degli obbiettivi della guerra psicologica a base della guerra di quarta generazione è mettere contro il governo la gente, indebolire gli strumenti di controllo del governo, incoraggiare la gente alla disobbedienza ed al disordine. La guerra quindi assume un aspetto irregolare e si usa a tratti l’opposizione interna e a tratti quella al di fuori del paese; si cerca di creare una sinergia tra le minacce diplomatiche che via via si vanno a formare dall’estero e le azioni di disobbedienza nella nazione.

Il modello è molto crudele perchè solo usando il potere dei media e impiegando il minimo di risorse militari i governi vengono destabilizzati.

L’esempio lampante di questa nuova strategia di guerra occidentale è la Siria. La guerra in Siria è iniziata con proteste pacifiche alle quali l’amministrazione Assad rispose con un pacchetto di riforme. In questa situazione però le nazioni occidentali ed alcuni paesi arabi, che forse da tempo aspettavano tale occasione, hanno iniziato a mettere in atto il piano di guerra, seguendo il modello della quarta generazione dei conflitti.

Attraverso il confine con la Turchia migliaia di terroristi armati sono stati introdotti nella nazione e persino le forze di al Qaeda sono state impiegate per destabilizzare il paese. Nel mirino di questa operazione, in primo luogo, sta il sistema coordinato ed efficiente della Siria, ed il potere del governo centrale. Questo potere per circa 60 anni è stato il principale ostacolo alla realizzazione del progetto sionista di controllare una zona che va dal Nilo all’Eufrate. Un elemento che in questa guerra è stato sfruttato ad arte dai nemici della Siria è il pericoloso, violento e disumano odio settario che sta nel wahabbismo, una pericolosa deriva dell’Islam sunnita che ha la maggiore espressione nella monarchia saudita, in al Qaeda ed in realtà come quella dei talebani afgani. Altro elemento che le guerre di quarta generazione prevedono è l’impiego delle tecnologie all’avanguardia. Per la Siria possiamo ricordare le agenzie di intelligence occidentali che forniscono ai ribelli informazioni e foto satellitari sugli spostamenti delle forze siriane; ciò per non parlare dei sistemi di comunicazione, delle armi ed ecc…

Contemporaneamente a tutto ciò tutti i paesi coinvolti nella guerra, in questo caso la Siria, portano avanti anche una azione diplomatica pesante. I ribelli vengono riconosciuti come rappresentanti della nazione nemica, naturalmente viene usato anche lo strumento delle sanzioni.

La parte conclusiva della guerra poi può essere anche l’intervento militare diretto e persino in questa parte si cerca di usare la tecnologia dei droni assassini, per ridurre al minimo le perdite.

Di solito ci sono potenze contrarie a questa fase finale che poi alla fine vengono “comprate” con adeguati incentivi politici o economici.

In generale si può dire che nel modello di guerra di “quarta generazione” dell’Occidente, si cerca di ridurre al minimo l’uso diretto e palese della forza militare e ciò viene riservato solo per la fase finale, per dare il colpo di grazia al nemico già indebolito con tutta una serie di iniziative che non comportano, per gli aggressori, spese eccessive e soprattutto perdita di vite umane. La guerra è basata soprattutto su azioni di carattere psicologico, menzogne dei media, pressioni diplomatiche, sanzioni e sostegno a gruppi terroristici e/o a forze di opposizione armata.

Bruxelles Affama Teheran – Nuova Stretta

Lunedì, Dicembre 31st/ 2012 

– di Sergio Basile – 

 Bruxelles   Teheran                                                                                         

Iran – l’EURSS di Barroso ci va giù pesante!

E’ questa l’UE del Nobel? Cui Prodest?

Il Soviet Barroso dopo l’Eurozona impone nuove misure lacrime e sangue anche all’Iran, per costringerlo a rivedere il suo piano nucleare 

Dopo l’embargo petrolifero, ora colpite banche, società e persone fisiche: economia iraniana in ginocchio!

 

Bruxelles, Teheran – Ci risiamo, l‘EURSS all’attacco! Nella settimana appena conclusasi la Commissione europea di stampo old-soviet – fresca di “Nobel per la Pace” – ha approvato le misure per l’applicazione di una nuova cruenta e iniqua stretta di sanzioni contro l’Iran, reo evidentemente di non piegarsi alla volontà neo-colonialista della Nato & C. Le restrizioni in oggetto erano – per il vero – già state decise a metà ottobre, con l’obiettivo di andare a mortificare ancor più di quanto già previsto finora le attività finanziarie del Paese. Prese di mira, in particolare, le importazioni di idrocarburi in Ue e le esportazioni. Paralisi gravissima che andrà a peggiorare le condizioni di vita di milioni di iraniani. Così, per altro, come sta avvenendo per la martoriata Siria.

Blocco dei visti  e congelamento totale dei beni di 490 società  

La barbara azione punitiva implica anche il blocco dei visti e ilcongelamento dei beni ad altre 18 società: in totale sono 490 le società siriane e 105 le persone fisiche sottoposte al congelamento dei beni e al blocco dei visti. L’obiettivo dichiarato da Barroso e company sarebbe quello di far pressione su Teheran affinché l’Iran riprenda i negoziati sul programma nucleare: ovvero rinunci al suo legittimo piano nucleare senza condizioni. Ma perchè non vi rinunciano allora anche gli altri Paesi Nato e gli Usa? Due pesi, due misure, evidentemente. E poi l’Iran rimane un Paese sovrano! Avrà pur diritto – in condizioni di non aggressione – di mandare avanti le proprie strategie, o no? Perchè i soliti gendarmi del mondo devono fare il bello e cattivo tempo sulla pelle di milioni di vite umane, creando disagi paragonabili a quelli creati dalle commissioni staliniste nell’ex URSS

 Pesanti ingerenze sui rapporti bancari ed  embargo petrolifero  

Le nuove sanzioni – come detto – decise lo scorso 15 ottobre, sono già entrate in vigore tra la pressocché totale indifferenza dei media di regime occidentali. Ciò vorra dire nuovi disagi negli approviggionamenti essenziali e nuovi gravissimi handicap per l’intera – già fin troppo provata – economia iraniana, già distrutta dallo tsunami economico e finanziario causato dall’embargo petrolifero adottato a luglio. Senza scordare che la dittatoriale Ue ha finanche vietato le transazioni tra le banche europee e quelle iraniane, con fortissime limitazioni ed ingerenze anche nei rapporti con la stessa Banca Centrale di Teheran. Una situazione davvero gravissima ed intollerabile.

 L’Embargo dell’Ue contro l’Iran –  Una mossa di Pace? 

Riprendendo un articolo pubblicato dall’Osservatoio Nazionale “Qui Europa”, possiamo pertanto ribadie nuovamente come l’unica certezza per il momento è che l’embargo economico deciso contro l’Iran il 1° luglio a seguito di pressioni dirette esercitate dagli Stati Uniti non depone sicuramente in favore della causa della pace e della giustizia. Anzi! Davvero il ruolo di servo obbediente e fedele degli Usa – come detto – non è un qualcosa di cui andar fieri e non è una cosa del quale sarebbe andato fiero – ad esempio – un uomo come Giorgio La Pira, che di pace e dialogo interculturale ne sapeva  sicuramente molto, avendo contribuito in maniera decisiva alla risoluzione di conflitti internazionali di non facile soluzione come il conflitto franco-algerino e la stessa guerra in Vietnam.

 

 La politica del servo obbediente e gli  effetti dell’embargo 

 

Oggi l’Ue appare tutta protesa a paralizzare il programma nucleare iraniano, tollerando invece la politica imperialistica ed espansionistica degli Usa in Medioriente e non solo. Come mai? Si può essere così parziali e mantenere l’onestà intellettuale e la credibilità necessaria per poter parlare di pace e farsene promotori nel mondo attraverso un riconoscimento come il Premio Nobel? Davvero ci sono troppe contraddizioni, amici!  A seguito di tali sanzioni – dimenticarlo sarebbe un vero crimine – il valore della moneta iraniana, rial, è scesa al livello più basso contro il dollaro, in tre decenni; il paese è stato colpito da una iperinflazione sconcertante e travolgente, che porta di fatto ad un aumento del prezzo dei beni elle materie prime del 70% ogni mese da quando le suddette sanzioni hanno cominciato a prendere piede.  Inoltre, l’esportazione di petrolio iraniano è diminuita di circa 800.000 barili al giorno: il che significa una riduzione del 50% delle vendite. Inoltre, diverse compagnie di assicurazione internazionali, aerei di linea e compagnie di navigazione hanno cessato la propria cooperazione con l’Iran a causa della crisi economica che ha riguardato il paese. L’embargo del petrolio e le altre restrizioni finanziarie imposte e volute contro l’Iran da parte dell’Unione europea, stanno letteralmente tagliando le gambe e le speranze alle famiglie iraniane, che ad oggi sono più in grado di coprire le spese scolastiche dei propri figli all’estero. Ciò per non parlare degli enormi disagi causati a migliaia di pazienti iraniani oggi disperatamente bisognosi di farmaci per malattie come la talassemia, l’epatite, il diabete, il cancro, le malattie cardiache.  

 

 Il Dramma dei giovani  Europei e Mediorientali 

 

In tal apocalittico e cruento scenario, i leader dell’Unione europea (Barroso e Van Rompuy tra tutti)  si stanno dimostrando insensibili e completamente irriguardosi verso la salute, i diritti e la prosperità – per non dire felicità – di migliaia di Iraniani, avallando inique sanzioni e – gioco foza – distruggendo le ambizioni e le aspirazioni di migliaia di giovani che non riescono a realizzare i loro sogni a causa dei problemi finanziari insormontabiliQuesta signori è la democrazia made in Ue! Ma se questa è l’Ue di oggi – ci chiediamo – che ci stiamo a fare in una gabbia simile? Cui prodest? Meglio scappar via al più presto! 

 

POLIZIA SEQUESTRA FAMIGLIA NO TAV A GIAGLIONE

Da NoTAV.info   — 31 dicembre 2012 at 18:09

E arriva così con il capodanno no tav anche la risposta della questura torinese. Con gli ormai famosi new jersey beta-fence è stata chiusa la strada che da Giaglione collega l’abitato con la val Clarea dove è impiantato il cantiere per il tunnel gegnostico della futura Torino Lione. Peccato però che con questa astuta manovra i poliziotti siano riusciti a incastrare oltre le recinzioni una famiglia di no tav che con la propria auto si era recata presso la propria baita di motagna presso i mulini Clarea (frazione di Giaglione a metà strada tra il paese e il cantiere) per trascorrere la fine dell’anno. E queste sono le ennesime e stupide misure di controllo che la polizia ha deciso di mettere in campo per contrastare l’annunciato brindisi in Clarea che il movimento aveva indetto nei giorni precedenti. Rimane quindi indetto l’appuntamento per il brindisi in Clarea partendo da Giaglione con appuntamento dopo le ore 23 al campo sportivo.