Sandy Hook: Il filmato CNN della carica della polizia non è stato ripreso a Sandy Hook!!!

Nel seguente articolo analizzeremo un’altra incredibile discrepanza nella vicenda Sandy Hook: in un report video della CNN vediamo sette agenti di polizia mentre corrono per fare irruzione nella scuola.
I tre minuti di reportage sono stati caricati sul sito della CNN con il titolo: “Tragedia colpisce una scuola elementare”. La scuola, tuttavia, non sembra essere affatto quella di Sandy Hook.

 

Si tratta della St. Rose of Lima School, una scuola privata a pochi chilometri di distanza da Sandy Hook, anch’essa nella città di Newtown. La scuola elementare di Sandy Hook è il luogo dove vennero uccisi 20 bambini e 6 adulti, il 14 dicembre 2012. Due adulti sono rimasti feriti, Natalie Hammond e un altro, di cui la polizia non ha fatto il nome.

watch?feature=player_embedded&v=Xju_SSoxWLc  – Tragedy Strikes at Elementary School, il video caricato nel canale Youtube della CNN

watch?feature=player_embedded&v=Nb4g337l_Ig#! – Un approfondimento sul video incriminato

Il filmato dell’elicottero viene mandato in onda al secondo 8 nel report della CNN, e di nuovo al minuto 1:02. Un attento esame del paesaggio, dei segnali nel parcheggio e della distinta curvatura del marciapiede rivelano che non si tratta affatto della scuola elementare di Sandy Hook. Tuttavia, una foto satellitare di Google Earth può fugare qualsiasi dubbio anche dalle menti più scettiche.
Le coordinate GPS della scuola St. Rose of Lima sono: latitudine 41.415154, longitudine -73,297764. L’indirizzo, che può essere inserito nella casella di ricerca di Google Earth, per trovare la posizione, è 40 Church Hill Rd, Newtown, CT.

Nel controverso filmato della CNN, possiamo vedere dei poliziotti correre in strada e seguire un percorso curvilineo per poi inserirsi nel marciapiede che li condurrà di fronte all’entrata della scuola. Notiamo una specie di piccolo edificio sul tetto e, nelle vicinanze, ciò che sembra essere un collettore solare.

L’esame di una foto satellitare di Sandy Hook non mostra tali caratteristiche.Tuttavia, quello della scuola St. Rose of Lima, mostra le esatte caratteristiche in dettaglio. E’ quasi indiscutibile che il sito in cui hanno fatto irruzione gli ufficiali sia la scuola St. Rose of Lima, e non Sandy Hook.

 

 

 

Queste 3 immagini mettono in luce i dettagli ambientali salienti del report

 

Un’immagine satellitare di Sandy Hook

 

Un’immagine satellitare della scuola di St. Rose of Lima. Nel cerchio sono presenti tutti i dettagli presenti nel filmato

 

Uno zoom sulla zona “incriminata”, mostra ancora meglio come la scuola ripresa nel video della CNN altro non fosse che la St. Rose of Lima. 

Fonte

http://www.neovitruvian.it/2013/01/25/sandy-hook-il-filmato-cnn-della-carica-della-polizia-non-e-stato-ripreso-a-sandy-hook/

 

La colpa del debito pubblico è dello Stato sprecone?

La colpa del debito pubblico è dello Stato sprecone?

O c’entra qualcosa il modo col quale lo stato si finanzia?
Siccome i cittadini vengono ben informati su queste tematiche, (!) di queste informazioni non c’è bisogno…
Ma nel caso tu fossi uno di quei pochi pensatori indipendenti che non accettano che siano i mass media a limitare il loro grado di comprensione delle cose, vai sul blog lasolitudinedeinumerireali.blogspot.com, scarica questo volantino e stampane le copie che vuoi.
Poi, regalale ai tuoi amici!

 

 

Pubblicato da Risveglio Globale 

 

Etiopia: 150 persone, uomini, donne, bambini, uccisi in nome del denaro e dell’esproprio

150 persone, uomini, donne, bambini, uccisi in nome del denaro e dell’esproprio. Lo scorso 28 dicembre, 140-150 membri della tribù etiope Suri sono stati eliminati dalla milizia militare governativa per sfrattarli dai terreni su cui vivevano da sempre e far spazio alle imprese estere, sostenute dal Governo, per l’acquisto o lo sfruttamento di quelle stesse terre. E non basta!Etiopia, Valle dell’Omo, Corno d’Africa. 200mila persone a rischio sopravvivenza a causa di una diga di costruzione italiana. In questa zona vivono numerosi popoli indigeni le cui tradizioni ancestrali sono ancora vive, ma il progetto Gibe III, una diga di dimensioni immense,

potrebbe distruggere il loro ambiente, già fragile dal punto di vista ecologico, per non parlare delle economie di sussistenza legate al fiume e ai suoi cicli. A lanciare l’allarme è Survival International, organizzazione dedicata ai diritti dei popoli tribali. Nel 2006, il governo etiope ha appaltato, con trattativa diretta, alla società italiana Salini Costruttori, con sedi in Lazio e Lombardia, la realizzazione dell’opera idroelettrica più imponente in Etiopia che rappresenterà una fonte di affari per lo Stato africano, come la vendita di energia elettrica ad altri Paesi. 240 metri di altezza, e una capacità di produzione energetica di 6.500 GWh all’anno, ovvero la diga più alta mai concepita al mondo con quel tipo di tecnologia. I lavori sul fiume Omo, dove si trova il primo cantiere, sono iniziati sei anni fa, circa per 1,4 miliardi di euro e sono arrivati a 1/3 del totale, mentre i costi continuano a lievitare. La diga, una volta terminata – probabilmente entrerà in funzione nel 2014 – sbarrerà il corso centro-settentrionale dell’Omo, il fiume che scorre per 760 km dall’altopiano etiope fino al lago Turkana, al confine con il Kenya. Attraverserà i parchi nazionali Mago e Omo e, nel 1980 il suo bacino è stato inserito nell’elenco dei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco per la sua importanza geologica e archeologica. Contattata, l’azienda italiana si affida alla comunicazione presente sul proprio sito per esprimere la posizione ufficiale sull’iniziativa in corso in Africa. “Le grandi opere costruite da Salini hanno portata e utilità tali da rivelarsi spesso veri e propri “motori di sviluppo” economico e sociale per le comunità interessate”. L’80% del fatturato aziendale proviene da attività estere. Sempre secondo quanto si legge sul sito, estrapolato da Reuters, agenzia stampa britannica, l’Etiopia ha negato che la costruzione della diga lascerebbe le 200mila persone di cui parla Survival, ora autosufficienti, totalmente dipendenti dagli aiuti. Il portavoce del governo Shimeles Kermal sostiene che “esperti indipendenti molto rinomati hanno assicurato che la costruzione della diga non deve preoccupare le persone che vivono qua vicino”, senza specificare i nomi dei periti. Salini nega che la diga possa provocare siccità o il blocco dell’acqua del fiume, sostenendo invece che la ridistribuirebbe nel corso dell’anno. A detta degli esperti consultati da Survival, anche questi non citati, la diga altererà i flussi stagionali dell’Omo che subirà una riduzione con impatto sugli ecosistemi della regione e sulle comunità indigene che abitano lungo le sponde del fiume. Il fenomeno interromperà il ciclo naturale delle esondazioni che riversano acqua e humus nella valle alimentando le foreste e consentendo agricoltura e pastorizia. Le economie legate al fiume collasseranno con conseguente scarsità di cibo o, nei casi peggiori, carestia, per almeno 100mila persone. Alcuni popoli potrebbero, addirittura estinguersi, visto che non tutti i villaggi tribali sono indicati sulle mappe e, quindi facilmente individuabili. La diga avrà impatto anche sul lago Turkana, oltre il confine con il Kenya, che riceve più del 90% delle sue acque dal fiume Omo. Il livello del lago, infatti, potrebbe abbassarsi in maniera rilevante mettendo a rischio il sostentamento di numerosi popoli come i Turkana, di antica discendenza Masai, e i Rendille, etnia originaria di una regione semidesertica del Kenya, che dal lago dipendono per pescare e bere acqua potabile. Survival lancia un appello ai finanziatori del progetto, tra cui banca africana di sviluppo, banca europea per gli Investimenti, banca mondiale e Governo italiano attraverso la cooperazione allo Sviluppo, di non sostenere l’impresa almeno fino a completamento di studi ambientali e sociali indipendentie finché non saranno informate e consultate le popolazioni locali coinvolte che si sono rese conto della situazione solo alla vista delle ruspe. Le azioni militari proseguono e lo sfollamento dei popoli tribali non si arresta. I soldati del Governo hanno l’ordine di agire in maniera repressiva e violenta se le varie etnie coinvolte in questo trasferimento massivo forzato oppongano, come accade già, resistenza.

 Fonte: Etiopia: massacro delle popolazioni locali in nome del progresso economico

 

Il National Geographic conferma: gli esperimenti segreti della CIA esposero milioni di persone ad agenti chimici ed infettivi

Qui sotto la traduzione dell’articolo CIA secret experiments pubblicato sul sito del canale televisivo satellitare National Geographic, nonché il video del programma sul medesimo argomento. L’articolo è di qualche anno fa ed è stato archiviato come si può notare qui http://archive.is/channel.nationalgeographic.com  e non è possibile leggerlo.

Questo articolo è una prova tra le tante che gli eserciti ed i servizi segreti (col complice appoggio dei governi) hanno da sempre contaminato con agenti chimici e biologici milioni di cittadini inermi ed ignari con la scusa dell’esperimento segreto realizzato a fin di bene (per approntare la difesa contro il nemico). 

 Vedi a tale proposito quanto già mostrato in due precedenti articoli  inseriti nel dossier sulle scie chimiche. Le persone che negano l’esistenza delle scie chimiche  affermando che nessun esercito e nessun governo farebbe simili cose sui propri concittadini mentono spudoratamente facendo finta di ignorare certi fatti storici.


GLI ESPERIMENTI SEGRETI DELLA CIA

COSA STAVANO FACENDO REALMENTE?

La CIA è una delle più segrete agenzie del mondo ed è responsabile dell’uso di alcune discutibili pratiche di sperimentazione. Cosa comportavano quegli esperimenti? Chi è stato oggetto di tali esperimenti? E a quali misure estreme volevano ricorrere per ottenere le loro risposte? [per “risposte” si intende qui “i risultati degli esperimenti compiuti” – N.d.R.]

Sulla scia della seconda guerra mondiale il governo degli Stati Uniti fu coinvolto in un gran numero di esperimenti medici segreti progettati perché potessero aiutare a vincere la guerra fredda. Durante questi esperimenti cittadini ignari furono esposti ad agenti chimici e biologici, furono sviluppate tecniche per il controllo mentale, e furono persino organizzati assassinii di leader influenti delle nazioni in via di sviluppo.

Alcuni metodi che sono stati considerati per la diffusione di questi agenti chimici sono stati la contaminazione di sigari, pasta dentifricia ed inchiostro.

La CIA si è imbarcata in un programma di ricerca altamente segreto, finanziato con parecchi milioni di dollari, sull’utilizzo clandestino di materiali chimico biologici quali batteri per infettare il nemico, veleni per gli assassinii, e farmaci della verità per le interrogazioni. fra le cose che troviamo nella valigetta delle medicine utilizzata per questi esperimenti ci sarebbero stati l’antrace, la peste e la brucellosi.

Un esperimento dell’esercito statunitense su New York City nel 1966 espose più di un milione di persone alla variante niger del batterio bacillus subtilis. Gli scienziati hanno usato bulbi delle lampadine riempiti con una combinazione di  batteri e particelle di carnbone, che hanno quindi lanciato attraverso i condotti per l’aereazione delle varie linee della metropolitana.

Aerei civili che fanno inversione a U? No, scie chimiche !

Durante queso esperimento trilioni [un trilione è uguale a 1.000.000.000.000.000.000 ovvero 1018 – N.d.T.] di germi furono rilasciati nel sistema di trasporto durante le ore di punta del traffico. Gli esperimenti furono condotti senza la cooperazione della New York City Transit Authority [l’azienda pubblica dei trasporti della città di New York – N.d.T.] e del dipartimento di polizia, che non furono nemmeno informati.

Durante questo periodo la CIA stava anche eseguendo ricerche sull’uso di sostanze chimiche per manipolare e controllare il comportamento umano; uno di tali composti chimici che attirò la loro attenzione fu l’acido lisergico o LSD.

La CIA ha reclutato prigionieri volontari ai quali è stato somministrato LSD nel corso di un suo esperimento. I prigionieri che hanno cooperato a volte hanno ricevuto come ricompensa dell’eroina. In un esperimento ai prigionieri furono somministrate dosi crescenti di LSD per 77 giorni consecutivi.

Medico statunitense denuncia influenza “misteriosa”

23 gennaio 2013  

Articolo segnalato dall’utente SamBellamy

Sei malato. Il tuo naso è chiuso. Hai dolori muscolari, sei sudato, tossisci, starnutisci e non hai abbastanza energia per alzarti dal letto. Non è l’influenza. E’ una cospirazione secondo il dottor Leonard Horowitz. La sua opinione non si basa sulla teoria della cospirazione, ma sul fatto della cospirazione.

Nel corso degli ultimi 10 anni, Horowitz è diventato un’autorità controversa nel sistema medico statunitense. Con una formazione universitaria di ricercatore medico, Horowitz di 48 anni, accusa che alcuni elementi del governo degli Stati Uniti stanno cospirano assieme alle principali aziende farmaceutiche per ridurre ampi segmenti della popolazione all’infermità.

I media riportano che i pronto soccorso degli ospedali sono oberati da pazienti che soffrono di una strana infezione delle vie respiratorie superiori che non sembra essere provocata da un virus. Stanno inoltre segnalando che si tratta di una influenza “misteriosa” e che i consueti vaccini contro l’influenza sono inefficaci.

“Questo è tutto una sciocchezza, un falso”, dice il Dott. Leonard Horowitz. “Il fatto della questione è che abbiamo visto questo tipo di epidemia per la prima volta tra la fine del 1998 e l’inizio del 1999. Le persone sono state affette, con forte tosse, da questa malattia bizzarra che non sembra seguire l’insorgenza logica virale o batterica o rappresentare un periodo di transizione.

Se fosse davvero un’infezione batterica o virale, avrebbe causato la febbre, ma non è stato così. E’ durata per settimane, se non mesi. Congestione sinusale, drenaggio del setto nasale, tosse, stanchezza, malessere generale. Le persone si sono sentite ‘spente’. Il Research Institute of Pathology delle Forze Armate ha registrato un brevetto per un micoplasma patogeno che causa questo tipo di epidemia. È possibile visualizzare il report dei brevetti nel libro: codici per l’Apocalisse biblica.

Il micoplasma non è in realtà un fungo, non è proprio un batterio e non è proprio un virus. Non ha una parete cellulare. Va in profondità nel nucleo cellulare rendendo così molto difficile elaborare una risposta immunitaria contro di lui. Si tratta di una relazione di un brevetto per un’arma biologica che spiega come provocare infezioni croniche delle vie respiratorie superiori che sono praticamente identiche a quello che si sta riscontrando in questo momento.”

Le scie chimiche distruggono la vostra funzione immunitaria

“Credo che le scie chimiche siano responsabili di una intossicazione chimica pubblica, che sarebbe poi in grado di causare una soppressione immunitaria generale, a basso o alto grado, a secondo dell’esposizione. La disfunzione del sistema immunitario mette le persone nella condizione di diventare sensibili alle infezioni opportunistiche, come questa di micoplasma ed altre infezioni opportunistiche “, così dice il Dr. Horowitz.

“Ho iniziato a studiare le scie chimiche, quando sono state spruzzate sopra la mia casa nell’Idaho del Nord. Ho preso alcune immagini e poi ho contattato la Environmental Protection Agency dello stato che era all’oscuro dell’operazione così come l’Air Force. Mi hanno messo in contatto con il Centers for Disease Control, reparto di Tossicologia, e dopo circa una settimana ho ricevuto una lettera da uno dei loro principali tossicologi che affermava che, in effetti, era stata rilevata una certa quantità di dibromuro di etilene nel carburante degli aerei.

Il Dibromuro di etilene è un noto agente cancerogeno chimico per gli umani che è stato rimosso dalla benzina senza piombo a causa dei suoi effetti cancerogeni. Ora improvvisamente è apparso nei residui di carburante che ad alta quota gli aerei militari emettono!”

Il Dibromuro di etilene, che è venuto fuori dai carburanti per jet, causa immunosoppressione e indebolimento del sistema immunitario delle persone. Poi ti viene un microbo, un micoplasma oppure un fungo che ti causa una malattia delle vie respiratorie superiori. Improvvisamente si sviluppa una infezione batterica secondaria. Poi vieni colpito con antibiotici e gli antibiotici causano acidità nella chimica del vostro corpo, così ora puoi riscontrare eruzioni cutanee ed altri inconvenienti, il fegato si riempie di tossine che fuoriescono attraverso la pelle tramite eruzioni cutanee e si notano reazioni bicolore associate con altri prodotti chimici. Ho colleghi nelle Bahamas, alle Bermuda, a Toronto, nel British Columbia che segnalano tutti la stessa ‘semina’ bizzarra dell’atmosfera. Ciò che sta accadendo è solo spregevole.

Tutto ad un tratto gli esseri umani sono completamente fuori equilibrio e vengono infettati da due, tre o quattro microbi e co-fattori ed inoltre intossicati da una varietà di diverse sostanze chimiche … e qualcuno sta per essere considerato come malato cronico.

(… segue nell’originale in inglese, con le connessioni con altre patologie tra cui l’AIDS e con congetture importanti sugli autori e gli scopi di tale scempio).

Nostra fonte: terrarealtime.blogspot.it

 

Mali: l’ipocrisia europea messa a nudo dall’on. belga Louis Michel

Posted By Nicoletta Forcheri On 25 gennaio 2013

colui che aveva a suo tempo denunciato la rete pedofila in Belgio e letto la lettera di Anonymous sulla riapertura del caso Dutroux, insabbiata dalle autorità belghe…

Grazie Signor Presidente. Signori Ministri, Cari Colleghi. E’ proprio vero che il Belgio è il paese del surrealismo! Apprendiamo infatti stamane dalla stampa che l’esercito belga è incapace di sgominare quei pochi elementi islamici radicali esistenti nel suo seno, che non si possono licenziare per mancanza di mezzi giuridici sufficienti ma che, in cambio, decidiamo di aiutare la Francia nella lotta contro il terrorismo tra virgolette, offrendo un aiuto logistico, per l’operazione in Mali.

Che cosa non faremmo per lottare contro il terrorismo al di là delle frontiere ! Spero solo che non mandiamo quei famosi soldati belgi islamici per l’operazione antiterrorismo nel Mali! Lo dico ironico anche se quello che sta succedendo nel mondo non mi fa affatto ridere, perché i dirigenti dei paesi occidentali ci stanno trattando come degli imbecilli con l’aiuto e il sostegno della stampa che è diventata un organo di propaganda dei poteri istituiti.

Ovunque nel mondo, le destabilizzazioni di regime e gli interventi militari diventano sempre più frequenti, la guerra preventiva diventa la norma e in nome della democrazia e della lotta contro il terrorismo, oggi i nostri paesi si arrogano il diritto di calpestano la sovranità di paesi indipendenti e si rovesciano regimi legittimi. E’ stato prima il caso dell’Iraq, la guerra della menzogna americana, poi l’Afghanistan, l’Egitto, la Libia dove grazie alle vostre decisioni il nostro paese ha partecipato in prima linea in crimini contro l’umanità, per rovesciare, ogni volta, regimi moderati o progressisti, e sostituirli con regimi islamici di cui la prima volontà, ironia della sorte, fu quella di imporre la shariah.

Lo stesso dicasi per la Siria dove il Belgio finanzia vergognosamente le armi dei ribelli islamici che stanno tentando di rovesciare Bashar Al Assad.

Ed è così che in piena crisi economica, mentre un numero crescente di belgi ha difficoltà a pagare la casa, ad alimentarsi, a riscaldarsi e a curarsi – eh si sento già l’epiteto ‘cattivo populista’ che pioverà su di me – ebbene il nostro ministro degli Esteri ha deciso di offrire ai ribelli 9 milioni di euro!

E naturalmente ci faranno credere che sono soldi che serviranno per scopi umanitari, l’ennesima fandonia!

E come vedete il nostro paese non fa altro che partecipare da mesi all’istituzione di regimi islamici in Medio Oriente e Nord Africa.

Per cui quando vogliono farci credere che adesso partiamo in guerra contro il terrorismo in Mali, ebbene fanno ridere i polli.

E’ totalmente falso, perché dietro il pretesto di buone azioni, interveniamo unicamente per difendere interessi finanziari, in una logica totalmente neocolonialista.

Perché non è affatto coerente partire in aiuto alla Francia contro il terrorismo islamico in Mali quando contemporaneamente aiutiamo i ribelli islamici in Siria che auspicano rovesciare Al Assad per imporre la shariah come è già stata imposta in Tunisia e in Libia.

Bisogna veramente smetterla con le fandonie e smetterla di prenderci per degli imbecilli, è giunto in cambio il momento di dire la verità.

Armando i ribelli islamici come gli occidentali avevano fatto precedentemente con Osama Bin Laden, che era l’amico degli americani prima che questi gli siano rivoltati contro, i paesi occidentali ne approfittano per insediare nei paesi conquistati nuove basi militari, favorendo nel contempo le loro aziende nazionali. Tutto molto strategico.

In Iraq, i nostri amici americani hanno arraffato le ricchezze petrolifere del paese. In Afghanistan invece l’oppio e la droga, sempre molto utili per arricchirsi rapidamente.

In Libia, Tunisia, Egitto o Siria, lo scopo era, ed è tuttora, di rovesciare il potere moderato per sostituirli con regimi islamici che molto rapidamente diventeranno imbarazzanti e che riattaccheremo senza vergogna con la scusa di lottare di nuovo contro il terrorismo, o di proteggere Israele.

Quindi i prossimi bersagli sono noti: tra qualche mese scommetto che il nostro sguardo volgerà verso l’Algeria, e poi infine l’Iran.

Se può essere nobile fare la guerra per liberare un popolo da un aggressore esterno, farla per difendere gli interessi USA, o per difendere gli interessi di grosse multinazionali come AREVA, o per metter mano su miniere d’oro, è tutto fuorché nobile e trasforma i nostri paesi in paesi aggressori e criminali.

Nessuno osa dirlo ma poco importa, non rimarrò zitto, anche a costo di essere preso per un nemico del sistema che calpesta i diritti dell’uomo per meri interessi finanziari, geostrategici e neocolonialisti.

Denunciare un regime che calpesta i diritti umani è un dovere e una fierezza per me e scusatemi per la terminologia popolare, ma sinceramente dico fanculo a tutti i cosiddetti benpensanti che siano di destra sinistro o centro, che sono al soldo dei poteri corrotti e che si compiaceranno domani di ridicolizzarmi.

Fanculo ai dirigenti che giocano con le bombe come i bambini in un cortile di scuola, fanculo a chi finge di essere democratico mentre è solo un criminale di bassa lega.

Non ho neanche tanto rispetto per i giornalisti che hanno la faccia tosta di dipingere gli oppositori come degli psicolabili mentre sanno benissimo dentro di loro che hanno perfettamente ragione.

Disprezzo infine al massimo coloro che si prendono per i re del mondo, e che ci dettano le loro leggi, perché io sono per la verità, per la giustizia, delle vittime innocenti di mammona a tutti i costi.

Ed è la ragione per cui ho deciso di oppormi chiaramente a questa risoluzione che manda il nostro paese in sostegno alla Francia nella sua operazione neocoloniale.

Dall’inizio dell’operazione francese è stata organizzata la menzogna.

Ci dicono che la Francia non fa altro che rispondere al SOS lanciato da un presidente maliano, quasi dimenticando che detto presidente non ha la sia pur minima legittimità e che è stato messo al potere per garantire la transizione in seguito al golpe del mese di marzo 2012.

Chi ha sostenuto quel golpe? Chi ne è all’origine? Per chi lavora questo presidente della transizione? Ecco la prima fandonia…

Il presidente francese Hollande ha la faccia tosta di dichiarare di fare questa guerra per contrastare i jihadisti che minacciano – oddio !! non sia mai!! – il territorio francese ed europeo!! Ma che orrenda fandonia!!

Riprendendo questo argomento ufficiale e approfittandone contemporaneamente per terrorizzare la popolazione, aumentando il livello di allarme terroristico, attuando il piano VIGIPIRATI, i nostri dirigenti e i mass media fanno mostra di una sfacciataggine inaudita.

Come si può sognare di sostenere questo argomento mentre Francia e Belgio hanno finanziato e armato i jihadisti in Libia e che gli stessi paesi stanno attualmente sostenendo gli stessi jihadisti in Siria, con un pretesto che non serve ad altro che ad occultare i fini strategici ed economici.

I nostri paesi non temono neanche più l’incoerenza, poiché si fa di tutto per nasconderla. Eppure l’incoerenza è palese: non è domani che vedrete un cittadino del Mali venire in Europa a commettere un attentato. No! A meno che… non se ne crei uno per giustificare meglio ancora l’intervento militare…

Dopo tutto non abbiamo forse già creato l’11 settembre per giustificare l’arresto arbitrario, l’invasione, la tortura e il massacro di innocenti popolazioni? Pertanto creare un terrorismo maliano non dovrebbe essere così difficile per i nostri dirigenti sanguinari.

Altro pretesto per giustificare ultimamente questi interventi militari è la difesa dei diritti dell’uomo.

Ahahah! Argomento utilizzato a tutt’oggi per giustificare la guerra in Mali. Dobbiamo agire perché altrimenti i cattivi jihadisti imporranno la shariah, lapidando le donne e tagliando la mano ai ladri. Intento nobile e salvatore ma allora perché mai i nostri paesi hanno partecipato all’istituzione in Tunisia e Libia di regimi islamici che hanno deciso di imporre proprio la shariah in paesi dove fino a poco tempo prima vigevano regimi moderni e progressisti??

Vi invito a chiedere ai giovani rivoluzionari in Tunisia se sono contenti della situazione adesso. Quanta ipocrisia!

L’obiettivo della guerra in Mali è chiarissimo e visto che nessuno ne parla, ve lo dico io.

L’obiettivo è di contrastare la Cina e consentire al nostro alleato americano di mantenere la sua presenza in Medio Oriente e Nord Africa. E’ ciò che ispira queste operazioni neocoloniali.

E vedrete che quando si sarà conclusa l’operazione militare, la Francia conserverà le sue basi militari in Mali che serviranno anche agli americani e nel contempo – è così che succede sempre in questi casi – le multinazionali occidentali strapperanno contratti miliardari, privando in tal modo i paesi ricolonizzati delle loro ricchezze e materie prime.

Per essere chiari: i primi beneficiari dell’operazione militare saranno i padroni e gli azionisti del colosso francese AREVA che da anni tenta di ottenere la concessione di una miniera di uranio a Falea, un comune di 18000 abitanti situato a 350 km da Bamako.

E qualcosina mi dice che tra non molto AREVA potrà finalmente sfruttare quella miniera…

E’ solo un’impressione…:)

Quindi è fuori discussione che io partecipi a questo colonialismo minerario dei tempi moderni e per chi dubita dei miei argomenti lo invito a informarsi sulle risorse del Mali, grande produttore d’oro che solo da poco tempo è stato designato come paese dall’ambiente di classe mondiale per lo sfruttamento dell’uranio, guada caso!, un passo ulteriore verso la guerra contro l’Iran, è chiarissimo.

Perciò, per non cadere nella trappola di menzogne che ci tendono, ho deciso di votare contro questa risoluzione sul Mali e così facendo dimostro coerenza visto che non ho mai votato precedentemente per l’intervento criminale in Libia né quello in Siria, profilandomi così come l’unico deputato favorevole alla non ingerenza e alla lotta contro gli interessi occulti.

Penso quindi che sia giunto il momento di porre fine alla nostra partecipazione all’ONU e alla NATO e di uscire dall’UE se questa Europa, invece di essere garanzia di pace, diventa un’arma di aggressione e di destabilizzazione di paesi sovrani nelle mani di interessi finanziari e non già umanisti.

Per ultimo, non posso che incoraggiare il nostro governo a ricordare al presidente Hollande gli obblighi risultanti dalla Convenzione di Ginevra in materia di rispetto dei prigionieri di guerra.

Mi sono sentito scandalizzato al sentire in tv dalla bocca del presidente francese che la sua intenzione era di distruggere, ripeto “distruggere”, i terroristi islamici.

Per nulla al mondo vorrei che le qualifiche utilizzate per gli oppositori al regime del Mali – è sempre pratico parlare oggi di terrorismo islamico! – siano usate per aggirare gli obblighi degli stati democratici in materia di rispetto dei dritti dei prigionieri di guerra.

Ci aspettiamo siffatto rispetto dalla Patria dei Diritti dell’Uomo [ahahahahahah! NdTr]

Per concludere, mi sia permesso di ribadire la superficialità con cui decidiamo di partire in guerra. Innanzitutto il governo che agisce senza chiedere il minimo consenso al parlamento, eppure ne avrebbe il diritto, dicono, poi lo stesso governo invia materiale e uomini in Mali, e quando il parlamento reagisce a posteriori, succede che come oggi è rappresentato solo da un terzo dei membri. Per non parlare dei deputati francofoni…

E’ una superficialità colpevole che non mi stupisce più di tanto provenendo da un parlamento fantoccio sottoposto ai diktat dei partiti politici.

(Traduzione a cura di Nicoletta Forcheri)

Areva, il colosso nucleare francese, è costituito come minimo all’88,77% dallo Stato francese e istituti pubblici francesi, il resto è Kia e Total…:

Arevaazionisti [1]


 http://www.stampalibera.com/?p=59032

 

Il FMI avverte che il futuro dell’Eurozona è in bilico

Il 2013 potrebbe essere catastrofico o rappresentare una possibilità di rilancio: parola di Fmi. A Davos, il direttore generale del Fondo monetario internazionale Christine Lagarde (nella foto) avverte i capi di Stato e di governo dell’Eurozona sui rischi che corre la moneta unica nell’anno in corso. La socialista francese, al comando dell’organismo mondialista, ha sottolineato che i leader della zona euro dovrebbero “mantenere lo slancio” nelle riforme come l’unione bancaria, la recessione è previsto ora un soffermarsi nell’anno in corso. “Il 2013 sarà l’anno del successo o del fallimento. I maggiori rischi sono per i Paesi sviluppati – Giappone, Eurozona e Stati Uniti, rappresentano delle minacce se non manterranno lo slancio”, ha dichiarato la Lagarde, durante il suo intervento al World Economic Forum tenutosi nella località svizzera di Davos. Tutto è avvenuto poiché il Fondo monetario ha rivisto la sua previsione di crescita globale, dando una visione più pessimista rispetto a tre mesi fa. Per cui è previsto che invece di un aumento dello 0,1 per cento dell’Eurozona per il 2013, si verifichi al contrario una recessione dello 0,2%.
Lagarde ha detto che è importante per la zona euro di avere una unione funzionale bancario il più presto possibile, in riferimento ai negoziati in corso sulla creazione di un’unica autorità di vigilanza per le banche, per essere ospitati da parte della Banca centrale europea. “Il risanamento di bilancio, per quanto doloroso possa essere in alcune aree della zona euro, deve continuare, così come una chiara focalizzazione sui posti di lavoro”, ha sottolineato la Lagarde. Insomma il direttore generale dell’organismo mondialista ha cercato di salvare capre e cavoli ripetendo quello che è stato dichiarato dagli economisti più prestigiosi del Fondo monetario dove in uno studio pubblicato all’inizio del mese di gennaio ha reso noto che “i politici non hanno prestato sufficiente attenzione alla disuguaglianza” e focalizzata troppo sui tagli di spesa a scapito dei più vulnerabili nella società. Analisti assolutamente condivisibile e conforme a realtà. Ma che tuttavia lascia stupiti per il pulpito da cui proviene la predica. I tecnocrati del Fmi infatti sono tra i più accaniti sostenitori dell’iperliberismo, della definitiva distruzione della Stato sociale, della privatizzazione di aziende ed enti statali o parastatali al fine di fare cassa e favorire il controllo delle multinazionali su quelle aziende che un tempo appartenevano allo Stato. A questo punto però la Lagarde ha cercato di sostenere le lamentele degli strati popolari dei Paesi dell’Eurozona che da tempo vivono nella più completa indigenza senza uno straccio di lavoro. “Ciò che è meno chiaro – ha precisato il direttore generale – è come il raggiungimento di tale crescita inclusiva. Salari minimi a volte possono anche funzionare, ma se c’è una priorità, che dovrebbe essere quella dell’occupazione giovanile”. Più della metà dei giovani in Grecia e Spagna sono infatti senza lavoro, mentre le economie nazionali perdono terreno e Atene vivrà nel 2013 il quarto anno consecutivo di recessione, mentre per Madrid questo sarà il secondo. Tra l’altro, proprio ieri, l’Istituto nazionale di Statistica iberico ha riportato il uovo record del tasso di disoccupazione in Spagna, che passa dal 25% al 26%: Secondo le stime dell’Istituto nel quarto trimestre del 2012 in Spagna si sono registrate altre 187.300 persone in cerca di un posto di lavoro, cifra che porta a 5.965.400 il numero dei disoccupati nel Paese iberico. Stando ai dati nazionali, sono 363.300 le persone che hanno perso il posto di lavoro tra ottobre e dicembre. Per questo il numero dei disoccupati è pari a circa 3.000 disoccupati al giorno, un processo che ha spinto il livello occupazionale ai minimi dal 2003 (16.957.100 unità). L’Istituto ha sottolineato in particolare che il 2012 è stato l’anno peggiore per la crisi economica spagnola, secondo solo al 2009, quando allora furono 1,2 milioni le persone a perdere il posto di lavoro. Una realtà deprecabile a cui hanno contribuito in modo ignobile tutti banche, speculatori tecnocrati e compagnia cantante, ma soprattutto le organizzazioni dell’usura internazionale, Fmi incluso, che negli ultimi tempi pretende che coloro che hanno provocato i danni siano i primi a porre fine ai loro sciagurati errori. Il Fondo monetario in particolare chiede una ripresa e uno sguardo all’occupazione, ora che l’economie dell’Eurozona sono state irreparabilmente danneggiate dall’austerità e dalle misure da macelleria sociale che hanno portato alla recessione più nera.

Fonte: http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=18716

Gli sprechi della ‘casta’ (la paiuzza) e le ruberie degli eurocrati (la trave)

L’immagine su Facebook qui


La casta politica DEVE essere profondamente riformata, riducendo gli stipendi (non solo dei deputati: gli stenografi ed i barbieri della Camera guadagnano quanto il Re di Spagna…) ed eliminando tutti i  numerosissimi, inutili (ai fini dell’attività politica) privilegi;

MA PENSARE CHE IL PAESE SIA IN GINOCCHIO PER QUESTO E’ ASSURDO; CHI VUOLE FARLO CREDERE E’ FUORVIANTE…  PERCHE’ SONO POCHI SPICCIOLI SE PARAGONATI AI SOLDI CHE PAGHIAMO A TITOLO DI INTERESSI SUL DEBITO PUBBLICO (quasi 100 miliardi solo nel 2012) ED I TRATTATI CAPESTRO: MES, FISCAL COMPACT, ETC…

Senza contare che molte spese inutili e anzi deleterie, come le spese militari per le missioni di guerra all’estero, l’acquisto di Jet, cannoni, sottomarini etc. ci vengono imposte dall’alto dagli eurocrati del Bilderberg…

SOLO SALVARE LE BANCHE (ALTRUI) DELL’EUROZONA CI è GIA’ COSTATO 48 MILIARDI DI EURO… http://www.nocensura.com/2012/06/salvare-le-banche-altrui-delleurozona.html

LA NOSTRA ROVINA E’ LA CASTA EUROPEA: I NUMERI PARLANO CHIARO…http://www.nocensura.com/2012/11/corruzione-ecco-i-costi-della-politica.html

* APPROFONDIMENTI SUGLI SPRECHI DELLA CASTA *

VEDI: “Le assurde spese della casta”
http://www.nocensura.com/2012/02/le-assurde-spese-della-casta.html

“Parlamento, ecco gli stipendi d’oro dei dipendenti”
http://www.nocensura.com/2012/08/parlamento-ecco-gli-stipendi-doro-dei.html

“Fini in gran segreto aumenta gli stipendi dei dipendenti della Camera dei Deputati” –http://www.nocensura.com/2012/08/fini-in-gran-segreto-aumenta-gli.html

“Hanno speso 1.000.000€ per le agendine dei senatori”
http://www.nocensura.com/2012/04/hanno-speso-1000000-per-le-agendine-dei.html

“Tagli a sprechi e privilegi? Numeri alla mano, le spese sono aumentate” –http://www.nocensura.com/2011/10/la-casta-spende-55-milioni-di-euro.html

Staff nocensura.com

Mali: l’ipocrisia europea messa a nudo dall’on. belga Louis Michel

Posted By Nicoletta Forcheri On 25 gennaio 2013

colui che aveva a suo tempo denunciato la rete pedofila in Belgio e letto la lettera di Anonymous sulla riapertura del caso Dutroux, insabbiata dalle autorità belghe…

Grazie Signor Presidente. Signori Ministri, Cari Colleghi. E’ proprio vero che il Belgio è il paese del surrealismo! Apprendiamo infatti stamane dalla stampa che l’esercito belga è incapace di sgominare quei pochi elementi islamici radicali esistenti nel suo seno, che non si possono licenziare per mancanza di mezzi giuridici sufficienti ma che, in cambio, decidiamo di aiutare la Francia nella lotta contro il terrorismo tra virgolette, offrendo un aiuto logistico, per l’operazione in Mali.

Che cosa non faremmo per lottare contro il terrorismo al di là delle frontiere ! Spero solo che non mandiamo quei famosi soldati belgi islamici per l’operazione antiterrorismo nel Mali! Lo dico ironico anche se quello che sta succedendo nel mondo non mi fa affatto ridere, perché i dirigenti dei paesi occidentali ci stanno trattando come degli imbecilli con l’aiuto e il sostegno della stampa che è diventata un organo di propaganda dei poteri istituiti.

Ovunque nel mondo, le destabilizzazioni di regime e gli interventi militari diventano sempre più frequenti, la guerra preventiva diventa la norma e in nome della democrazia e della lotta contro il terrorismo, oggi i nostri paesi si arrogano il diritto di calpestano la sovranità di paesi indipendenti e si rovesciano regimi legittimi. E’ stato prima il caso dell’Iraq, la guerra della menzogna americana, poi l’Afghanistan, l’Egitto, la Libia dove grazie alle vostre decisioni il nostro paese ha partecipato in prima linea in crimini contro l’umanità, per rovesciare, ogni volta, regimi moderati o progressisti, e sostituirli con regimi islamici di cui la prima volontà, ironia della sorte, fu quella di imporre la shariah.

Lo stesso dicasi per la Siria dove il Belgio finanzia vergognosamente le armi dei ribelli islamici che stanno tentando di rovesciare Bashar Al Assad.

Ed è così che in piena crisi economica, mentre un numero crescente di belgi ha difficoltà a pagare la casa, ad alimentarsi, a riscaldarsi e a curarsi – eh si sento già l’epiteto ‘cattivo populista’ che pioverà su di me – ebbene il nostro ministro degli Esteri ha deciso di offrire ai ribelli 9 milioni di euro!

E naturalmente ci faranno credere che sono soldi che serviranno per scopi umanitari, l’ennesima fandonia!

E come vedete il nostro paese non fa altro che partecipare da mesi all’istituzione di regimi islamici in Medio Oriente e Nord Africa.

Per cui quando vogliono farci credere che adesso partiamo in guerra contro il terrorismo in Mali, ebbene fanno ridere i polli.

E’ totalmente falso, perché dietro il pretesto di buone azioni, interveniamo unicamente per difendere interessi finanziari, in una logica totalmente neocolonialista.

Perché non è affatto coerente partire in aiuto alla Francia contro il terrorismo islamico in Mali quando contemporaneamente aiutiamo i ribelli islamici in Siria che auspicano rovesciare Al Assad per imporre la shariah come è già stata imposta in Tunisia e in Libia.

Bisogna veramente smetterla con le fandonie e smetterla di prenderci per degli imbecilli, è giunto in cambio il momento di dire la verità.

Armando i ribelli islamici come gli occidentali avevano fatto precedentemente con Osama Bin Laden, che era l’amico degli americani prima che questi gli siano rivoltati contro, i paesi occidentali ne approfittano per insediare nei paesi conquistati nuove basi militari, favorendo nel contempo le loro aziende nazionali. Tutto molto strategico.

In Iraq, i nostri amici americani hanno arraffato le ricchezze petrolifere del paese. In Afghanistan invece l’oppio e la droga, sempre molto utili per arricchirsi rapidamente.

In Libia, Tunisia, Egitto o Siria, lo scopo era, ed è tuttora, di rovesciare il potere moderato per sostituirli con regimi islamici che molto rapidamente diventeranno imbarazzanti e che riattaccheremo senza vergogna con la scusa di lottare di nuovo contro il terrorismo, o di proteggere Israele.

Quindi i prossimi bersagli sono noti: tra qualche mese scommetto che il nostro sguardo volgerà verso l’Algeria, e poi infine l’Iran.

Se può essere nobile fare la guerra per liberare un popolo da un aggressore esterno, farla per difendere gli interessi USA, o per difendere gli interessi di grosse multinazionali come AREVA, o per metter mano su miniere d’oro, è tutto fuorché nobile e trasforma i nostri paesi in paesi aggressori e criminali.

Nessuno osa dirlo ma poco importa, non rimarrò zitto, anche a costo di essere preso per un nemico del sistema che calpesta i diritti dell’uomo per meri interessi finanziari, geostrategici e neocolonialisti.

Denunciare un regime che calpesta i diritti umani è un dovere e una fierezza per me

e scusatemi la terminologia popolare, sinceramente fanculo a tutti i cosiddetti benpensanti che siano di destra sinistro o centro, che leccano il culo ai poteri corrotti e che si compiaceranno di ridicolizzarmi.

Fanculo ai dirigenti che giocano con le bombe come i bambini in un cortile di scuola, fanculo a voi che fingete di essere democratici mentre siete solamente dei criminali di bassa lega.

Non ho neanche tanto rispetto per i giornalisti che hanno la faccia tosta di dipingere gli oppositori come degli psicolabili mentre sanno benissimo dentro di loro che hanno perfettamente ragione.

Disprezzo infine al massimo coloro che si prendono per i re del mondo, e che ci dettano le loro leggi, perché io sono per la verità, per la giustizia, delle vittime innocenti di mammona a tutti i costi.

Ed è la ragione per cui ho deciso di oppormi chiaramente a questa risoluzione che manda il nostro paese in sostegno alla Francia nella sua operazione neocoloniale.

Dall’inizio dell’operazione francese è stata organizzata la menzogna.

Ci dicono che la Francia non fa altro che rispondere al SOS lanciato da un presidente maliano, quasi dimenticando che detto presidente non ha la sia pur minima legittimità e che è stato messo al potere per garantire la transizione in seguito al golpe del mese di marzo 2012.

Chi ha sostenuto quel golpe? Chi ne è all’origine? Per chi lavora questo presidente della transizione? Ecco la prima fandonia…

Il presidente francese Hollande ha la faccia tosta di dichiarare di fare questa guerra per contrastare i jihadisti che minacciano – oddio !! non sia mai!! – il territorio francese ed europeo!! Ma che orrenda fandonia!!

Riprendendo questo argomento ufficiale e approfittandone contemporaneamente per terrorizzare la popolazione, aumentando il livello di allarme terroristico, attuando il piano VIGIPIRATI, i nostri dirigenti e i mass media fanno mostra di una sfacciataggine inaudita.

Come si può sognare di sostenere questo argomento mentre Francia e Belgio hanno finanziato e armato i jihadisti in Libia e che gli stessi paesi stanno attualmente sostenendo gli stessi jihadisti in Siria, con un pretesto che non serve ad altro che ad occultare i fini strategici ed economici.

I nostri paesi non temono neanche più l’incoerenza, poiché si fa di tutto per nasconderla. Eppure l’incoerenza è palese: non è domani che vedrete un cittadino del Mali venire in Europa a commettere un attentato. No! A meno che… non se ne crei uno per giustificare meglio ancora l’intervento militare…

Dopo tutto non abbiamo forse già creato l’11 settembre per giustificare l’arresto arbitrario, l’invasione, la tortura e il massacro di innocenti popolazioni? Pertanto creare un terrorismo maliano non dovrebbe essere così difficile per i nostri dirigenti sanguinari.

Altro pretesto per giustificare ultimamente questi interventi militari è la difesa dei diritti dell’uomo.

Ahahah! Argomento utilizzato a tutt’oggi per giustificare la guerra in Mali. Dobbiamo agire perché altrimenti i cattivi jihadisti imporranno la shariah, lapidando le donne e tagliando la mano ai ladri. Intento nobile e salvatore ma allora perché mai i nostri paesi hanno partecipato all’istituzione in Tunisia e Libia di regimi islamici che hanno deciso di imporre proprio la shariah in paesi dove fino a poco tempo prima vigevano regimi moderni e progressisti??

Vi invito a chiedere ai giovani rivoluzionari in Tunisia se sono contenti della situazione adesso. Quanta ipocrisia!

L’obiettivo della guerra in Mali è chiarissimo e visto che nessuno ne parla, ve lo dico io.

L’obiettivo è di contrastare la Cina e consentire al nostro alleato americano di mantenere la sua presenza in Medio Oriente e Nord Africa. E’ ciò che ispira queste operazioni neocoloniali.

E vedrete che quando si sarà conclusa l’operazione militare, la Francia conserverà le sue basi militari in Mali che serviranno anche agli americani e nel contempo – è così che succede sempre in questi casi – le multinazionali occidentali strapperanno contratti miliardari, privando in tal modo i paesi ricolonizzati delle loro ricchezze e materie prime.

Per essere chiari: i primi beneficiari dell’operazione militare saranno i padroni e gli azionisti del colosso francese AREVA che da anni tenta di ottenere la concessione di una miniera di uranio a Falea, un comune di 18000 abitanti situato a 350 km da Bamako.

E qualcosina mi dice che tra non molto AREVA potrà finalmente sfruttare quella miniera…

E’ solo un’impressione…:)

Quindi è fuori discussione che io partecipi a questo colonialismo minerario dei tempi moderni e per chi dubita dei miei argomenti lo invito a informarsi sulle risorse del Mali, grande produttore d’oro che solo da poco tempo è stato designato come paese dall’ambiente di classe mondiale per lo sfruttamento dell’uranio, guada caso!, un passo ulteriore verso la guerra contro l’Iran, è chiarissimo.

Perciò, per non cadere nella trappola di menzogne che ci tendono, ho deciso di votare contro questa risoluzione sul Mali e così facendo dimostro coerenza visto che non ho mai votato precedentemente per l’intervento criminale in Libia né quello in Siria, profilandomi così come l’unico deputato favorevole alla non ingerenza e alla lotta contro gli interessi occulti.

Penso quindi che sia giunto il momento di porre fine alla nostra partecipazione all’ONU e alla NATO e di uscire dall’UE se questa Europa, invece di essere garanzia di pace, diventa un’arma di aggressione e di destabilizzazione di paesi sovrani nelle mani di interessi finanziari e non già umanisti.

Per ultimo, non posso che incoraggiare il nostro governo a ricordare al presidente Hollande gli obblighi risultanti dalla Convenzione di Ginevra in materia di rispetto dei prigionieri di guerra.

Mi sono sentito scandalizzato al sentire in tv dalla bocca del presidente francese che la sua intenzione era di distruggere, ripeto “distruggere”, i terroristi islamici.

Per nulla al mondo vorrei che le qualifiche utilizzate per gli oppositori al regime del Mali – è sempre pratico parlare oggi di terrorismo islamico! – siano usate per aggirare gli obblighi degli stati democratici in materia di rispetto dei dritti dei prigionieri di guerra.

Ci aspettiamo siffatto rispetto dalla Patria dei Diritti dell’Uomo [ahahahahahah! NdTr]

Per concludere, mi sia permesso di ribadire la superficialità con cui decidiamo di partire in guerra. Innanzitutto il governo che agisce senza chiedere il minimo consenso al parlamento, eppure ne avrebbe il diritto, dicono, poi lo stesso governo invia materiale e uomini in Mali, e quando il parlamento reagisce a posteriori, succede che come oggi è rappresentato solo da un terzo dei membri. Per non parlare dei deputati francofoni…

E’ una superficialità colpevole che non mi stupisce più di tanto provenendo da un parlamento fantoccio sottoposto ai diktat dei partiti politici.

(Traduzione a cura di Nicoletta Forcheri)

Areva è costituita come minimo all’88,77% dallo Stato francese e istituti pubblici francesi, il resto è Kia e Total…:

Arevaazionisti [1]


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Le false profezie del World Economic Forum di Davos

23 gennaio 2013 Di Ticino Live

Si è aperto a Davos l’annuale forum economico, che fino al 27 gennaio riunisce nella località grigionese finanzieri, economisti, imprenditori e politici.

Un aspetto di cui non si discute molto è il fatto che puntualmente al WEF di Davos vengono fatte previsioni che poi si rivelano clamorosamente sbagliate.
Il sito Atlantico.fr ne ha raccolte alcune :

2001: I DIRETTORI DI ENRON E MERRILL LYNCH SUL FUTURO DELLE IMPRESE
Nel 2001 Ken Lay, direttore generale di Enron e David Komansky, direttore generale di Merril Lynch erano stati invitati a dibattere sul futuro delle imprese nel 21.secolo.
Scelta più che mai discutibile : nel 2001 la Enron (multinazionale statunitense attiva nel campo dell’energia) era fallita, distinguendosi nel più grande scandalo finanziario degli ultimi decenni.
L’azienda aveva gonfiato artificialmente i profitti, nascondendo le perdite attraverso una moltitudine di società fittizie e falsificando i conti.
Dopo aver perso 52 miliardi di dollari nel 2008 a seguito della crisi dei subprimes, Merrill Lynch era stata acquistata dalla Bank of America per 50 miliardi di dollari.

2003: BILL GATES A PROPOSITO DI GOOGLE
“I ragazzi di Google vogliono essere miliardari e rock star, vogliono partecipare alle conferenze. Vedremo se fra due anni saranno ancora sul mercato – aveva dichiarato Bill Gates, fondatore di Microsoft.
Nel 2013 Google è un’azienda tra le più floride e Larry Page, co-fondatore, ricopre ancora la sua carica ai vertici dell’azienda.

2004: BILL GATES A PROPOSITO DEGLI SPAM
“Tra due anni il problema degli spam sarà risolto – dichiarava Gates al WEF del 2004. A detta di Symantec, società specializzata nella sicurezza informatica, il 90.4% delle mail in circolazione a livello mondiale nel 2009 erano spam.

2008: SCHWARTZ E SAFFO SUL FUTURO DELLA STAMPA
Nel 2014 non vi saranno più giornali, avevano predetto al WEF del 2008 Peter Schwartz, co-fondatore di Global Business Network e Paul Saffo, professore presso l’Università di Stanford.

2008: FRED BERGSTEN SULL’IMPOSSIBILITA’ DI UNA CRISI ECONOMICA
Nell’ambito del WEF, la peggior falsa profezia è stata fatta da Fred Bergsten, direttore del Peter G. Peterson Institute for International Economics di Washington.
Otto mesi prima del crollo di Lehman Brothers e dell’inizio della disastrosa crisi economica i cui effetti durano ancora oggi, Bergsten dichiarava : “E’ inconcepibile, e sottolineo inconcepibile, che accada una recessione a livello mondiale.

2011: CHRISTINE LAGARDE E LA CRISI DELL’EURO
“Ritengo che l’euro abbia fatto il giro di boa e che la Zona euro abbia superato il peggio. La crisi del debito è dietro di noi – commentavano diversi economisti presenti al WEF di due anni fa. Tra chi sosteneva questa tesi vi era anche la francese Christine Lagarde.
A Davos, Lagarde era presente in qualità di ministro dell’economia. Pochi mesi dopo aveva inizio la tempesta delle Borse, provocata dalla crisi in Grecia e che aveva fatto temere l’esplosione della Zona euro.
Malgrado le sue previsioni strampalate, oggi Lagarde è presidente del Fondo monetario internazionale.

L’articolo Le false profezie del World Economic Forum di Davos sembra essere il primo su Ticinolive .

http://www.rischiocalcolato.it/2013/01/le-false-profezie-del-world-economic-forum-di-davos.html?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+blogspot%2FHAzvd+%28Rischio+Calcolato%29

ASIA/SIRIA – L’Arcivescovo siro-ortodosso Roham: per sopravvivere al freddo si bruciano anche gli antichi alberi del la Mesopotamia

Posted By Redazione On 24 gennaio 2013 

“Scioccati dai ribelli, disertano e si uniscono alla guerriglia curda”[1]

Articolo di  Marco Santopadre [2]

“Scioccati dai ribelli, disertano e si uniscono alla guerriglia curda"[3]Un cronista racconta da Aleppo che alcuni giovani arabi hanno disertato dall’Esercito Siriano Libero per aderire alle Unità di Protezione Kurde (YPG), scioccati dal comportamento dei ribelli.

“La mia famiglia e i miei amici non sono per niente orgogliosi di me. Mi considerano un traditore e credono che mi sia venduto” spiega Mohammed nel quartier generale delle Unità di Protezione Curde (YPG) ad Aleppo. «L’Esercito Siriano Libero ha deviato dal suo iniziale compito, combattere il regime. Alcuni dei suoi membri rubano e minacciano la popolazione civile” spiega a David Meseguer, cronista del quotidiano basco Gara.

Le Unità di Formazione Curde si sono formate a luglio quando il Movimento Democratico Popolare del Kurdistan Occidentale (TEV-DEM) – organizzazione legata al Partito dell’Unione Democratica (PYD) e ad altri movimenti affini al PKK – hanno preso il controllo di alcune ampie zone del nord della Siria, ed anche di alcuni quartieri abitati in prevalenza da kurdi ad Aleppo, come Sheikh Maqsoud e Ashrafiyeh.

 

Nonostante la maggioranza dei combattenti della milizia kurda appartengano a questa etnia, è sempre più frequente che alle YPG aderiscano donne e giovani anche di etnia araba o di altre minoranze, desiderosi di sottrarre le loro comunità e i loro quartieri agli aspri combattimenti tra esercito e ribelli, che non sembrano essere affatto interessati alle tremende distruzioni causate dalle armi pesanti usate senza nessuna preoccupazione per le conseguenze.

Al di là delle proprie convinzioni ideologiche, la maggior parte dei miliziani arabi che vivono in quello che è stato soprannominato il ‘piccolo Kurdistan’ della (ormai ex) capitale economica della Siria si sono uniti alle milizie di protezione perchè lo considerano l’unico gruppo armato in grado di difendere la comunità.
Ci sono addirittura giovani arabi provenienti da altri quartieri della città che hanno deciso di unirsi all’YPG, scioccati dal comportamento delle milizie ribelli spesso responsabili di veri e propri crimini contro la popolazione civile e animati da una forte intolleranza verso tutte quelle comunità che non siano di fede sunnita.

E’ il caso di Ahmed, racconta Meseguer, un giovane di 20 anni del quartiere di Salahaddin che fino a poco tempo fa combatteva il regime di Assad nelle fila dei ribelli. «Quando a luglio la rivolta è giunta alle porte di casa mia ho deciso di unirmi all’Esercito Siriano Libero. Per poter godere di una posizione più avanzata nei combattimenti abbiamo cacciato molte famiglie dalle loro case e abbiamo anche giustiziato degli abitanti che facevano resistenza. E’ stato terribile, alcuni erano vicini che conoscevo da quando ero bambino”.  “Un mese fa ho deciso di abbandonare l’ELS e mi sono nascosto ad Ashrafiyeh. E poi ho deciso di entrare nell’YPG. Mi sento integrato, non ci sono divisioni in base all’etnia di provenienza dei combattenti” racconta il ragazzo.

Recentemente, il quotidiano britannico «The Guardian» ha raccontato di come i saccheggi e i crimini commessi da alcuni settori dell’ELS proprio ad Aleppo abbiano assai indebolito l’efficacia dell’offensiva militare dei ribelli in una città chiave del paese.

«Concordo con l’obiettivo prioritario dell’YPG, proteggere la popolazione civile e per questo rimarrò con loro fino alla fine della guerra” dice a Meseguer Alì, un altro giovane combattente arabo proveniente dal quartiere di Sukkari, nella parte meridionale di Aleppo. I responsabili del PYD di Aleppo denunciano che la Turchia paga e sostiene alcune unità ribelli, come la Brigata Salahaddin, composta “da alcuni mercenari curdi al soldo di Ankara”. E non sono mancati scontri tra queste unità e le milizie curde, accusate dai ribelli di non partecipare alla rivoluzione e per questo di parteggiare sostanzialmente per il regime di Assad.

ASIA/SIRIA – L’Arcivescovo siro-ortodosso Roham: per sopravvivere al freddo si bruciano anche gli antichi alberi della Mesopotamia

Hassaké (Agenzia Fides) – Tra i disastri che segnano l’inverno di guerra sofferto dalle popolazioni siriane c’è anche la distruzione progressiva dell’ambiente e in particolare delle esigue aree boschive, come quelle finora conservate nell’area protetta di Jebel Abdel Aziz, nella Mesopotamia siriana. A lanciare l’allarme su questo ulteriore effetto della tragedia siriana è l’Arcivescovo siro-ortodosso Eustathius Matta Roham, titolare della sede metropolitana di Jazira e Eufrate. In un appello inviato all’Agenzia Fides, Mons. Roham racconta

di aver constatato di persona gli effetti rovinosi della guerra sul patrimonio naturale, in un recente sopralluogo nel Parco nazionale. “I poveri beduini dei sobborghi di Hassaké” scrive nel suo appello l’Arcivescovo, “hanno tagliato tutti gli alberi antichi”. Un saccheggio avvenuto sotto gli occhi dei guardiani del Parco, che non se la sono sentita di fare resistenza davanti alle ragioni di chi cercava legna per sopravvivere al freddo, in un Paese dove nessuno trova più combustibile per riscaldare le case e i black out elettrici si susseguono senza tregua.
La deforestazione selvaggia e i danni all’ambiente – nota l’Arcivescovo Roham – sono un effetto collaterale della catastrofe siriana fatta di “morti, distruzione, inflazione, povertà, emigrazione, rapimenti”. Nel suo messaggio, Mons. Roham riferisce anche dei saccheggi subiti dalle case dei cristiani fuggiti da Ras- Al- Ayn, la città ai confini con la Turchia che due mesi fa è stata al centro di scontri tra ribelli e truppe lealiste. (GV) (Agenzia Fides 16/1/2013)


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