Giuseppe Conte: «E’ la nostra ora più buia ma ce la faremo»

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Il Premier: «Anche io ho fatto il tampone: sono negativo. È difficile fare previsioni perché siamo di fronte a un virus nuovo». E sulla fuga di notizie dice: «Adotteremo misure rigide per evitare che si ripeta»

Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte

Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte ANGELO CARCONI ANSA

ROMA – «In questi giorni ho ripensato a vecchie letture su Churchill, è la nostra ora più buia, ma ce la faremo». A spiegarlo è il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in un’intervista a Repubblica. «Voglio essere onesto e chiaro, come sempre – spiega il premier – adesso è assai difficile fare previsioni, perché siamo di fronte ad un virus nuovo e con un tasso di virulenza che ancora stiamo sperimentando. Il governo coordina con la massima intensità e concentrazione la macchina organizzativa. Due sono gli obiettivi da raggiungere: contenere la diffusione del virus e potenziare le strutture sanitarie perché possano reggere a questa sfida. Siamo un Paese forte».

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, si è sottoposto al tampone per il coronavirus che è risultato negativo. a spiegarlo è stato lo stesso presidente del Consiglio. «I miei medici sono premurosi. Mi seguono con attenzione e ho piena fiducia in loro» aggiunge Conte.

Conte: «Atto irresponsabile da chi ha diffuso bozza»

«Chi ha fatto circolare all’ esterno la bozza del provvedimento ha compiuto un atto irresponsabile, perché l’ indebita diffusione del testo non definitivo ha causato confusione e incertezza presso i cittadini». Conte conferma che no non è stato Palazzo Chigi a far trapelare quella bozza. «Assolutamente no – evidenzia il premier – A tarda sera, quando la bozza è stata inviata – come prevede la legge – ai ministri e ai presidenti delle Regioni, ci siamo ritrovati con un paese che discuteva di misure provvisorie su cui io stesso mi ero riservato di effettuare definitive valutazioni. D’ ora in poi adotteremo contromisure severe affinché situazioni del genere non si ripetano più. La riservatezza degli atti normativi in corso di formazione va tutelata al massimo grado».

«Dobbiamo fidarci degli scienziati»

«Continuiamo ad agire seguendo la linea della massima precauzione e della proporzionalità delle misure messe in campo rispetto all’ evolversi della situazione. Ma la vera differenza ora la devono fare tutti i cittadini. Faccio un appello a tutti gli italiani: dobbiamo fidarci degli scienziati, manteniamo la distanza di un metro, evitiamo baci, abbracci, strette di mano, rispettiamo le altre regole».

«Per parte nostra, con il decreto-legge approvato venerdì sera abbiamo predisposto un piano straordinario per rinforzare il personale medico e infermieristico, mentre con altre iniziative ci siamo garantiti alcune linee produttive, qui in Italia, per disporre di attrezzature specialistiche per terapia intensiva e sub-intensiva» aggiunge ancora Conte.

Speranza: bene la campagna «Io resto a casa»

«In queste ore è partita una campagna social – ‘Io resto a casa’ – che mi piace ricordare, fatta anche da molti artisti e uomini di cultura del nostro Paese, che credo dia un segnale giusto. Ci sono spostamenti che sono inevitabili, per ragioni di salute o di lavoro, ma dobbiamo provare a limitare il più possibile le occasioni di contagio». Lo ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza durante una conferenza stampa questa sera alla Protezione civile aggiungendo che «il messaggio di fondo resta lo stesso: abbiamo bisogno di una grande collaborazione tra istituzioni e cittadini. Non basta un decreto».

Mattarella, arresti Conte. Ha rovinato l’eurogolpe.

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Per risparmiare tempo, riporto  il commento del professor Filippo Taddei, Professore associato di Economia internazionale, SAIS Johns Hopkins University; Direttore del Bologna Institute for Policy Research (BIPR) SAIS Europa,  quindi un sicuro europeista, progressista e  cosmopolita:

“Il PM italiano @GiuseppeConteIT

ha convocato una conferenza stampa senza precedenti alle 2:30 di domenica mattina per annunciare le principali caratteristiche della risposta italiana. Questo non ha senso: potrebbe innescare il panico e non offrire alcun chiarimento sostanziale. Perchè mai @Palazzo_Chigi non hai aspettato fino a domani?”.

Poi vabbé, c’è  l’opposizione..

Claudio Borghi: “Il Presidente dice niente panico, il governo pensa di chiudere un’area di dieci milioni di persone ma fa uscire una bozza quindi tutti scappano dall’area quindi per non avere panico si fa una conferenza stampa all’una di notte”.

Il risultato:

Coronavirus, “fuga” da Milano: la stazione ferroviaria presa d’assalto da centinaia di persone

Centinaia di persone stanno prendendo d’assalto le stazioni ferroviarie di Milano e del resto della Lombardia dopo la decisione del governo – che dovrebbe diventare ufficiale nelle prossime ore – di decretare la zona rossa in tutta la regione. Biglietterie automatiche prese d’assalto, vagoni che si stanno riempiendo all’inverosimile in barba alle indicazioni più volte ripetute in questi giorni, in particolare quella di evitare assembramenti e mantenere una distanza di almeno un metro uno dall’altro. Lo stesso avverrà nelle prossime ore e nella giornata di domani nelle altre province interessate dal decreto, quelle di Modena, Parma, Piacenza, Reggio nell’Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Asti e Alessandria, aree del paese dove non si potrà più entrare e da dove non sarà più possibile andarsene salvo motivi “gravi e indifferibili”.

https://twitter.com/LegaSalvini/status/1236442652402487301

https://twitter.com/LegaSalvini/status/1236440965361082368

Sono, credo, le folle di meridionali che tornano a casa. Tanto, restare a Milano perché, visto che non c’è più  lavoro?

Ha ragione Capezzone: “Non può finire così, con Conte che si loda da solo, evocando (sic) “lucidità-fermezza-determinazione” e dicendo: “State tranquilli”. Dopo danni inenarrabili e inestimabili. Situazione TRAGICA ma non SERIA”.

Voce dai servizi svizzeri: “Dopo aver  visto Zingaretti sottoporsi al tampone e risultare  positivo,  qui sono tutti d’accordo: tutti vogliono la crisi per fare il governissimo di emergenza che stra-tassi gli italiani “per colpa di nessuno”.

(In Svizzera  il tampone a Zingaretti, asintomatico, sul coronavirus, non l’avrebbero mai fatto. Lo ha spiegato  il medico cantonale (pari a ministro della Sanità) Giorgio Merlani…

Presidente del Quirinale,  giudichi lei: si può rovinare  tutto così? Conte ha creato il panico: era voluto? Il  popolo italiano, anche se molto passivo , rischia di mangiare la foglia.  Chieda  al vero capo del governo, quel Gualtieri che mai ha aperto un libro di economa e che  ci ha messo sul collo l’Europa, di fare arrestare il sovversivo dalla GdF.  O dalle sardine.

 

VANTAGGIO PER LA UE, SCOMPARSA DELLE DUE REGIONI D’OPPOSIZIONE

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L’epidemia è reale. Ed è seria:  ricevo informazioni di medici, sulla prima linea, che  sono spaventati dall’altissimo  numero di polmoniti interstiziali bilaterali che richiedono respirazione assistita; e  angosciati dai respiratori che mancano per far fronte.

Ma il  beneficio politico che questa sciagura porta al governo meno legittimo della storia, ai grillini e ai piddini, e  anzi a tutto l’establishment “europeista”, è –   casualmente  – enorme.

Anzitutto ad essere colpite, messe in quarantena e segregate  sono   le 1) due  Regioni che  votano per l’opposizione  al  governo  illegittimo, sono contrarie  a tutte le politiche (accoglientiste, crescita-zeriste) della coalizione;  hanno espresso pulsioni euro critiche e  aspirazioni all’autonomia.

2) le due Regioni che, per  laboriosità,   varietà  delle sue  imprese e  competenze del personale,  avevano la prosperità economica su cui potevano concretamente  poggiare le loro aspirazioni autonomiste; tanto più  che erano abituate a fare da sé.  Adesso  la loro  solida compagine di attività (dall’agricoltura all’industria di nicchia, dalla logistica al turismo,  dagli alberghi alle fiere internazionali alla  moda)  sono devastate, io credo, irreversibilmente.

Complice  la recessione globale, l’economia lombarda e veneta non torneranno più quelle di prima. Soprattutto, nemmeno sopravviveranno in qualche modo,  senza forti iniezioni di denaro pubblico, miliardi per mantenere al suo posto il personale competente, miliardi per gli alberghi vuoti, miliardi per le  fiere rimandate,  e  la perdita di quote del mercato globale e  come subfornitore della Germania in crisi  altrettanto irrimediabile.

Quindi, le due sorelle  populiste-sovraniste del Nord diverranno simili a quelle del Sud:  bisognose di assistenzialismo, dipendenti da sussidi pubblici  permanenti, piene di disoccupati di lunga durata,  speranzosi  e desiderosi di assegni di cittadinanza e  di casse integrazione perpetue.

Fine di ogni aspirazione,anzi di ogni possibilità di autonomia.  Fine della base sociale del populismo-sovranismo, qualunque cosa ciò voglia dire.

E’ un regalo fenomenale che il coronavirus ha donato  al blocco  dello status quo eurocratico e che vuol proseguire la soggezione  (patologica) in cui l’Italia si trova verso gli altri  paesi UE, il parente povero indebitato che “non cresce” perché “non fa le riforme”.

Un vantaggio insperato (?) che è venuto dalla epidemia virale, che hanno gestito  nel modo più insipiente e allarmistico, palesemente senza la minima preoccupazione alla prospettiva di gettare sul lastrico milioni di lavoratori e imprenditori lombardi e veneti.  La sensazione è che siano indifferenti ai danni umani e sociali che portano a quelle due regioni che non li votano. Stanno chiedendo col cappello in mano ai “grigi Eichmann di Bruxelles”   l’elemosina di piccoli sforamenti in deficit, che non sono nemmeno lontanamente sufficienti nemmeno per la stretta emergenza,  senza nemmeno parlare di una ricostruzione.  E non possono non saperlo. Vuol dire che l’impoverimento delle due regioni ostili,  compreso  il collasso dell’introito fiscale  che danno al paese (e ai loro emolumenti e privilegi)  viene ritenuto  un prezzo politicamente accettabile, compensato dalla sparizione dell’opposizione  euro critica e sovranista, e della sua base sociale?   Vantaggio di cui possono vantarsi con i grigi Eichmann.

L’ipotesi sembra assurda. Ma lo sembra meno quando si apprende che, mentre chiudono al mondo e all’economia due regioni, e i malati italiani del Nord  affollano i reparti di emergenza, Emma Bonino di Più Europa chiede alla ministra dell’Interno di assicurare che  “gli immigrati ospitati nei CPR “ non prendano il coronavirus.

https://www.ilgiornale.it/news/cronache/coronavirus-bonino-sollecita-lamorgese-garantire-salute-1837517.html

“Che non si ammalino i migranti!”

Un’assuefazione all’odio del “nemico  interno”, di insensibilità verso i destini degli italiani colpiti,  fino a questo punto, nemmeno da nasconderlo per tatto o ipocrisia, ci dice che questo è l’atteggiamento  generale dei circoli che oggi hanno il potere.  Da Dombrovski a Draghi, da Gualtieri  al Quirinale.  Possono davvero calcolare che la rovina di veneti e lombardi, in fondo, vale la candela: li si è assoggettati, e resi  dipendenti dai loro favori assistenziali.

Perché no?  Una mentalità perfettamente omogenea al disprezzo egoista espresso dai “governatori” meridionali: che dispongono l’isolamento e la quarantena dei “milanesi” che hanno affollato i treni l’altra notte . “Quarantena obbligatoria con sorveglianza attiva e obbligo di comunicazione alle autorità competenti per tutti coloro che arriveranno in Calabria, Puglia, Basilicata e Campania, ma anche in Sardegna, Lazio e Toscana”.

“No all’epidemia lombarda”

Emiliano, della Regione Puglia, dispone arresti (è stato un giudice) e  proclama ai fuggitivi: “Non portate nella vostra Puglia l’epidemia lombarda, veneta ed emiliana”. E Cottarelli  schernisce le volontà autonomiste:

Cottarelli – quello che Mattarella voleva capo del governo – se la ride. Perché ha capito il beneficio per “loro”.

Defender Europe non è un’invasione militare americana

https://www.limesonline.com/defender-europe-esercitazione-usa-invasione-russia/117104?fbclid=IwAR3khPYhqRK6vs5fPcZ1-ffm_mioFF5865qHgvNY2Y9R2HXAqY1SgDmPuNw

Carta di Laura Canali, 2019

Carta di Laura Canali, 2019.

Con la gigantesca esercitazione in Europa, gli Usa mettono in chiaro che da qui non se ne vanno. Anzi, occupano lo spazio tra Mosca e Berlino. Messaggio a Putin: la Russia resti al suo posto.

Durante questi giorni complicati, l’articolo sarà leggibile gratuitamente da tutti.

Per approfondire, leggi America contro tutti

[Articolo aggiornato il 12 marzo 2020]


Gli Stati Uniti detengono le chiavi militari dell’Europa. Coerentemente con la loro strategia geopolitica, cercano di contenere i loro rivali, Russia e Cina in testa. I paesi del Vecchio Continente non hanno alcuna voglia di occuparsi della propria sicurezza.


È da queste tre considerazioni strategiche che bisogna partire per capire Defender Europe-20, gigantesca esercitazione iniziata in questi giorni in Europa. E attorno alla quale sono nate le più fantasiose teorie del complotto e l’infondata impressione dell’imminenza di una guerra mondiale.


Eppure, la più grande manovra militare dai tempi della guerra fredda porta alla luce alcune delle questioni geopolitiche fondamentali, e inaggirabili, del nostro tempo.


Partiamo dai numeri, perché danno l’idea dell’enorme mobilitazione. Gli Usa avevano previsto di spedire in Europa 20 mila militari da praticamente metà del paese (23 Stati su 50), cui aggiungerne 9 mila già presenti nel nostro continente e 8 mila forniti da una quindicina di membri della Nato, Italia inclusa. Totale: 37 mila. L’11 marzo il Comando per l’Europa (Eucom) ha annunciato che il numero di soldati sarà ridotto a causa della pandemia del coronavirus, per garantire la sicurezza delle truppe. In ogni caso, questo è il dato importante, l’esercitazione si svolgerà lo stesso.


Non si tratta di un’invasione. In Europa sono stabilmente stanziati oltre 66 mila militari statunitensi, dislocati in basi in una dozzina abbondante di paesi, dalla Spagna alla Norvegia, dal Regno Unito alla Grecia. I principali paesi che li ospitano sono la Germania (più di 35 mila in 194 installazioni) e l’Italia (circa 13 mila in una decina di strutture). Non è un caso che siano gli sconfitti della seconda guerra mondiale: dal Giappone al Kuwait, è prassi che l’America si conquisti sul campo il diritto di acquartierare truppe all’estero.


Carta di Laura Canali, 2020

Carta di Laura Canali, 2020


Il dato più rilevante è che l’America si sta addestrando a trasportare massicci contingenti sull’altra sponda dell’Atlantico. Non è un’operazione banale: da sempre la logistica è uno dei crucci bellici principali. Anche nel fatato mondo della globalizzazione, in cui tutto sembra subito disponibile. Una delle chiavi del successo statunitense nelle tre guerre (due mondiali e una fredda) del Novecento per il dominio sull’Europa è stata proprio la capacità di far arrivare uomini, mezzi e rifornimenti attraverso l’Oceano. Winston Churchill riteneva la battaglia dell’Atlantico fra i convogli americani e i sottomarini tedeschi il fronte più importante del conflitto con la Germania nazista.


L’apertura della rotta atlantica è l’emblema della supremazia a stelle e strisce sull’Europa. Ma il ritorno della Russia a una postura militare normale e i suoi potenti sottomarinprovenienti dall’Artico obbligano gli strateghi di Washington a non darla per scontata. Senza inutili enfasi: il punto non è tanto se Mosca sia o no minacciosa (non lo è), è che sul primato nei mari l’America si gioca la leadership. Non può tollerare che nessuno rappresenti neanche un vago rischio sulle onde. Deve rassicurare se stessa di saperle ancora tenere aperte. Per questo la Marina ha rispolverato la tattica dei convogli. E per Defender Europe ha messo a disposizione una portaerei, sommergibili e velivoli da ricognizione antisottomarina per scortare le navi mercantili. Sulle quali sono caricate enormi quantità di armamenti: 20 mila pezzi, dai carri armati alle mitragliatrici. Si calcola che occupino una superficie di 120 mila metri quadrati, quasi due volte il Circo Massimo.


Carta di Laura Canali - 2018

Carta di Laura Canali – 2018


Oltre alla libertà delle rotte marittime, gli Stati Uniti vogliono saggiare quella delle rotte terrestri. Dai porti di Brema (Germania), Anversa (Belgio) e Vliessigen (Paesi Bassi), militari e armamenti attraverseranno mezza Europa per addestrarsi in Polonia e nelle tre repubbliche baltiche. Attingeranno altri mezzi, 12 mila pezzi dai depositi di Zutendaal in Belgio e Dulmen e Mannheim in Germania. Familiarizzeranno con strade e ferrovie, ponti e colli di bottiglia (come la breccia di Suwałki), cronometrando quanto ci si mette da A a B, dove bisogna potenziare le infrastrutture perché di lì non si passa. Paracaduteranno truppe nei paesi orientali e in Georgia. Condurranno altre sei esercitazioni minori (Allied Spirit, Dynamic Front, Joint Warfighting Assessment, Saber Strike, Swift Response e Trojan Footprint), testando nuovi modi di combattere, in particolare quelli che integrano la dimensione cibernetica e quella spaziale.


A livello geopolitico, Defender Europe lancia tre messaggi.


Primo, l’America non sta abbandonando l’Europa, anzi. Narrazione fin troppo diffusa alle nostre latitudini, nella convinzione che Washington voglia dedicarsi esclusivamente all’Indo-Pacifico, dismettendo gli impegni in questo spicchio di mondo. Ma non è ciò che sta accadendo. Sotto Trump le truppe nel nostro continente sono aumentate e i fondi assegnati al Comando militare per l’Europa (Eucom) sono cresciuti. Defender Europe è figlia di questi investimenti. Solo due anni fa non sarebbe stata possibile, ha ammesso il comandante di Eucom, generale Tod Wolters. Il fatto che si svolga nonostante la diffusione del coronavirus testimonia quanto le Forze armate ritengano cruciale questa penisola per gli equilibri mondiali. Hanno cancellato manovre simili, per esempio in Norvegia e Corea del Sud. Non questa. Nell’emergenza, gli Stati Uniti scelgono l’Europa per dire a russi e cinesi che i loro militari non fanno marcia indietro.


Peraltro, nessun governo europeo vorrebbe che l’America se ne andasse. Nemmeno il presidente francese Emmanuel Macron, che quando ha parlato di “morte cerebrale della Nato” intendeva provocare per aggiustare gli equilibri interni all’alleanza a favore di Parigi. Figurarsi poi la Germania, troppo spaventata dal suo oscuro passato per assumersi responsabilità militari. L’America si è ritagliata un impero europeo grazie alla vittoria nel 1945 e nella guerra fredda. Ma è stata anche invitata a farlo dalle nostre prostrate nazioni.


Carta di Laura Canali, 2019

Carta di Laura Canali, 2019


Secondo, la Russia deve stare al suo posto. L’esercitazione svolge una funzione di deterrenza, di intimidazione. Gli americani sono tornati a ritenere possibile la guerra in Europa. Non se lo sono inventati, è la principale conseguenza della crisi in Ucraina del 2014. Quando il tentativo di Kiev, incoraggiato e cavalcato dall’Occidente, di sottrarsi alla sfera di Mosca ha spinto Putin a prendere la Crimea e a spedire i carri armati nel Donbas. La posta in gioco è proprio la legittimità per il Cremlino di esercitare influenza nel suo ex impero. Ciò che gli Stati Uniti, per ragioni tanto strategiche quanto sentimentali, intendono negargli. Così una nuova cortina di ferro è tornata a calare sul continente. Solo che stavolta corre lungo le frontiere russe e produce instabilità. Defender Europe discende da questa strategia di contenimento. Tiene impegnata Mosca a guardarsi dall’avversario sull’uscio di casa.


Terzo, gli Stati Uniti stanno occupando lo spazio tra Mosca e Berlino. È l’Europa di mezzo, cordone sanitario che separa fisicamente le due massime potenze del continente. E allontana l’incubo che si saldi mai un’intesa fra Russia e Germania. Sembra inconcepibile, vedendo quanto poco si amano Merkel e Putin. Eppure nella storia i due imperi si sono usati a vicenda, rigorosamente sulla pelle delle nazioni nel mezzo. La guerra fredda era esattamente questo: evitare che nelle mani dei sovietici cadesse l’intero spazio germanico, cuore degli equilibri del continente. Nel bene e nel male. Defender Europe serve a includere il territorio a est di Berlino nella piena disponibilità strategica di Washington. Suo contraltare economico è lIniziativa dei Tre Mari, lautamente finanziata dagli americani per creare infrastrutture stradali, ferroviarie ed energetiche nei 12 membri centro-orientali dell’Ue – quindi per aiutarli a smarcarsi dalle dipendenze russo-tedesche e sigillarli dallavanzata della Cina.


Il comune denominatore di questi tre messaggi è che le collettività europee non sono padrone delle scelte di strategia militare che le riguardano direttamente. Da questa condizione geopolitica deriva lo sbigottimento popolare nei confronti di Defender Europe. Parigi e Berlino, per non parlare di Roma, desidererebbero una relazione più accomodante con Mosca. Perché le sono abbastanza lontane da non temere un’invasione, ma sufficientemente vicine per essere obliterate per prime in caso di guerra Usa-Russia, che potrebbe comportare l’uso dell’atomica. Tuttavia, questa condizione fa a pugni con un’altra costante delle nostre società: l’imperante mentalità pacifista ed economicista. Nessuno ha un esercito in grado di combattere da solo. Nessuno deve pensare alla propria sicurezza da tre quarti di secolo. Nessuno sarebbe disposto a stanziare i mastodontici fondi necessari, a recuperare lo spirito violento che sottende tanta impresa.


Sotto l’ombrello protettivo americano non si sta poi così male. Dolce trappola d’Europa.


Carta di Laura Canali

Carta di Laura Canali

CORONAVIRUS E DINTORNI , LABORATORIO ITALIA —- GRANDE ESERCITAZIONE “TUTTI AI DOMICILIARI E TUTTI IN GUERRA”

https://fulviogrimaldi.blogspot.com/2020/03/coronavirus-e-dintorni-laboratorio.html

MONDOCANE

MARTEDÌ 10 MARZO 2020

 

 Tornate alle vostre superbe ruine, /All’opere imbelli dell’arse officine, /Ai solchi bagnati di servo sudor. / Il forte si mesce col vinto nemico, / Col novo signore rimane l’antico; / L’un popolo e l’altro sul collo vi sta. / Dividono i servi, dividon gli armenti; / Si posano insieme sui campi cruenti / D’un volgo disperso che nome non ha /Alessandro Manzoni, Adelchi, Atto III).

Per “l’un popolo e l’altro” possiamo intendere correttamente Oligarchie globalizzatrici e loro euro- e italo-domestici

Ciao ragazzi, ciao  https://www.youtube.com/watch?v=B4NitL90fKU Adriano Celentano, Ciao ragazzi, ciao: buona risposta al  “solo in casa” contiano

Nooo, nooo ! Ciao ragazzi, ciao. Voglio dirvi che… un giorno sono venuti a prendere anche me (te, lei, lui, noi) e non c’era più nessuno a protestare (tranne i detenuti, non quelli ai domiciliari come tutti, buoni buoni, ma gli altri, in carcere).

Un bignamino dell’esercitazione

E così vi traccio l’evoluzione di quanto ci stanno facendo attraverso la serie di titoli che, via via, ho immaginato per l’articolo che stavo pensando, mentre si passava, di doccia scozzese in doccia scozzese, fino al l’obnubilamento e alla sottomissione generali, dall’allarme forsennato, alla rassicurazione paterna, alla tranquillizzazione così così, a seconda dei propagandisti di turno, al catastrofismo assoluto. E dunque allo stato d’assedio proclamato dal Conte Pippo lunedì sera e spalmato sul colto e l’inclita a dosi maggiorate dai cantori di Big Pharma e dello Stato di Polizia.Volevo vedere come sarebbe andata a finire prima di scrivere e, nel frattempo c’erano da seguire altre baracconate, specie mediorientali, dei dirittioumanisti da plutocrazia.

Coronavirusando

La traccia dell’ultima mesata è questa:

–       GUERRA A CINA, EURASIA, VIA DELLA SETA, la globalizzazione in area di rigore

–        

–       Trovata, finalmente, l’arma di distruzione di massa! Non era in Iraq. COME USARE UNA SEMPLICE INFLUENZA CONTRO CINA, IRAN, NOI

–        

–       La più violenta invasione della privacy dal tempo del battesimo

–        

–       Di emergenza in emergenza la globalizzazione va al calcio di rigore (assegnato dall’arbitro venduto)

–        

–       Un paese di utili idioti e amici del giaguaro. Ora anche di buffoni che, quando c’è l’intenzione, sono anche cialtroni. E gli europei? Calmi e razionali. Siamo isterici, o ci portano ad esserlo?

–        

–       Una nazione di reclusi: Ce n’est que un debut

–       PROVE GENERALI DI STATO DI POLIZIA

–       e di guerra all’Eurasia

–        

–       STATO D’ASSEDIO! Dai “Pieni Poteri” al mojito sbertucciati da Conte, ai Pieni Poteri adottati da Conte e consacrati da tutti. E la Lega, che risente profumo di “Pieni Poteri”, ne chiede di più rigorosi. Tipo, che so, Palestina?

–       Emergenze ad usum delphini: Aids, strategia della tensione, aviaria, febbre porcina, mucca pazza, droga, terrorismo, migranti e guerre per i diritti umani. O SEI COMPLOTTISTA, O SEI CIECO. E FREGATO

–       ArIdatece er puzzone, che sta a questi come il bombardamento su San Lorenzo sta a Hiroshima. Fuggire in Russia si può?

Si stava meglio quando si stava peggio?

Ecco, l’articolo su Coronavirus ed effetti programmati, più che collaterali, potrebbe considerarsi bell’e scritto, alla maniera dei benemeriti Bignami. Però, scusate, mi viene da fare qualche altra considerazione, sempre inerente al Grande Piano Coronavirus. Però prima giustifico quel sarcastico “aridatece er puzzone”. Nasco in pieno fascismo e mi faccio, da “Figlio della Lupa” e poi Balilla, sfessanti sabato fascisti in attesa del gerarca a darci il buffetto. Ma c’erano ancora D’Annunzio, Pirandello, Marinetti, i più grandi architetti del mondo, l’organetto berbero con le nuove canzoni, tutti in classe vestiti uguali. Ho poi vissuto l’infanzia in pieno nazismo, tra parate, fame e bombardamenti a tappeto. Non ricordo uno Stato d’assedio come questo.

Non è che mi sarei aspettato di rimpiangere quei tempi. Ma sicuramente non mi sarei aspettato di vederne, alla vigilia dell’Ade, di peggiori. Quanti stati d’assedio alla Conte ha proclamato il fascismo? Ha perseguitato oppositori, confessioni religiose, ha fatto guerre. A volte da solo, a volte al seguito della Germania. Tutte cose che stiamo facendo anche noi, quasi sempre al seguito degli Usa. Ma anche della mafia, dell’UE, della massoneria, di Bilderberg. Dai, antifascisti di cartone, ora scatenatevi.

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=126554938910058&set=a.105536927678526&type=3&eid=ARB6a4K3KFs4Hi-YZU6F2YxxRoefOK05kQ5Mat2Scr40xOSmG_M6rVHT9BvGU5l7yU1Q1exqRMfAOZV0 Significativo intervento su Facebook.

Tutti carcerati, ma solo quelli negli istituti di pena si ribellano.

La vaghezza dei provvedimenti – “tutta Italia come la Lombardia” – rifilataci lunedì sera dal premier del bon ton, dalla cravatta, pochette e capelli a posto e dalla ghigliottina del totalitarismo nel non detto, ci lascia esposti a qualsiasi repressione poliziesca e penale. Questa è la scaltrezza. Esco di casa per non crepare di claustrofobia? Reato, punizione. Vado dal mio paese a quello vicino per una riparazione del cellulare, senza giustificazione del papà governo? Reato, punizione. Stringo la mano all’amico, bacio mia moglie, abbraccio mio figlio? Reato, punizione. Scrivo queste cose, saboto le misure cautelari anti-virus? Sono un untore, finisco dentro.

Ma per fortuna c’è la detenzione in casa e lì c’è la famiglia. Quella di Conte, Renzi (meglio di no, quella è a rischio detenzione altrove), Agnelli, Caltagirone, De Benedetti, Benetton, Bergoglio, Grillo e figlio di Grillo (a Porto Cervo a molestare Non una di meno), Che pacchia, come  ce la raccomandano perfino virologi, oggi tuttologi grazie alla virologocrazia, che poi è Bigpharmacrazia: piscina, parco, biliardo, megaschermi, galleria dei quadri preziosi, ricca biblioteca, videoteca, banchetti, freccette, poligono, tennis e ping pong, palestra, cantina dei vini buoni.

Smart working, mai più di due!

Ma come, non ci sono le piattaforme, non c’è la rete? Non ci sono telelavoro, telestudio, così suggestivamente anglicizzati in “smart working”? Tim Cook, Zuckerberg, Bezos, Bill Gates, già padroni del mondo e dei soldi, diventano gli dei dell’Olimpo. Tutto da casetta col computer. Niente più aggregati umani in ufficio, scuola, università, stabilimento, centro culturale. Niente più rapporti, amicizie, collaborazioni, organizzazioni, proteste, opposizione. Per la palestra, c’è la ciclette. Per la messa, l’altarino di casa come ai tempi dei penati (e non sarebbe un male). Per il circolo delle bocce, il tappetino sul tavolino e il boccino, per il bar con gli amici la macchinetta Lavazza, per la briscola, il solitario. E vedrai che nessuno alzerà mai più la cresta.

C’è casa e casa

Poi c’è la casa, casetta, porziuncola degli altri, magari in 40 metri quadri, magari da soli, magari con tre figli e un coniuge stremato addosso. Due stanzette, un tinello, letti a muro, cucinino. Ragazzi che si sfondano di videogiochi grondanti sangue con premi per stragi e devastazioni (li esalta “il manifesto”), in vista di un futuro da Folgore o Marines. I grandi si imbioccano sugli schermi trash di Barbara d’Urso, De Filippi, Mentana in delirio catastrofista (c’è da chiedersi chi lo spinga a tale semina di panico), propagandisti di complemento Vip, tipo Giovanotti, Fiorello, Guaccero, e trash, alla D’Urso, lo sportivo mentecatto, che ti puntano il ditino della riprovazione se stringi la mano, fustigano i calciatori che si dribblano ravvicinati, minacciano che qualcuno verrà a prenderti se in pizzeria stai a 99 centimetri dal commensale col quale, magari, ti sei accoppiato due ore prima. Impongono: “stai in casa che stai bene”. Parla per te, brutto stronzo!.Noialtri rischiamo la demenza senile anticipata, se anziani, e la catalessi psicologica e intellettuale, se no.  Sono diventati tutti gatekeeper nel nome della salute.

Come nei treni e bus dei pendolari

Salute e sesso: ecco come asfaltarci

Già, la salute! Il filo rosso inizia e finisce con l’antifascismo, potenziato dalla memoria dell’olocausto e dall’antisemitismo, inteso come sbigottimento di fronte a quanto fanno Israele e suoi emissari in giro per il mondo. E raggiunge un nodo decisivo, a forma di cappio, che si stringe intorno al sesso e alla salute, cardini della vita individuale e sociale. Chi non si arrende davanti alla minaccia alla salute? Alla minaccia del sesso che passa da fattore di vita a fattore di morte? Sono le pietre filosofali degli alchimisti stregoni del terzo millennio. Ecco la farmacista che fa entrare uno per volta, giacchè dentro rischierebbe di essere multata per non farli stare a un metro dall’altro.

Filo rosso, di emergenza in emergenza

Come sui cosiddetti rifugiati, o si parte dall’inizio del filo rosso, cioè dalla deportazione da casa propria per coercizione propagandistica (benessere in Europa, che poi diventa manovalanza schiavista e annientamento di tutte le identità e culture)), o non si capisce nulla. L’inizio del filo rosso è simboleggiato, sul piano del destino da servo, da Gladio e poi Nato e UE, e su quello ideologico dal gruppo amerikano a Ventotene di Altiero Spinelli, ambiguo teorico della “liberazione” nel segno della democrazia autoritaria e plutocratica USA con, non per nulla, l’ambigua figlia nella lista di Soros nell’europarlamento, insieme ai vari Cofferati, Schlein, Pittella, Kyenge, Gualtieri (!) e altri. Nessuno del M5S e di FdI. Il filo si dipana con nodi risolutivi di “emergenza” in “emergenza”, caratterizzata da due passi avanti verso la democrazia totalitaria e poi, magari mezzo passo indietro.

Anni ’60, figli dei fiori, emergenza “libero amore” e droghe. Entra in campo la polizia. 68-’77, insurrezione giovanile e operaia, emergenza terrorismi neri e rossi. Anni ’80, ancora libertà sessuale, emergenza AIDS (smentita da tre Premi Nobel e attribuita a immunudeficienze. Dai ’90 in poi, globalizzazione, emergenza diritti umani, migranti (bisogno di risorse del Sud, bisogno di schiavi al Nord), dittatori, rivoluzioni colorate. Dal 2008, travaso di ricchezze dal basso all’alto, emergenza crisi, austerity, tagli, il welfare appassisce. Emergenza troppa democrazia, come da lettera di Trichet-Draghi e della J.P.Morgan sugli eccessi sociali delle Costituzioni antifasciste. La gente, contaminata, inquinata, avvelenata, emergenza vaccini.  Il tutto potenziato dall’emergenza terrorismo islamico e ritorno di neofascismo e neonazismo in Italia e Germania (basta uscire dal pensiero unico), con tanti imbrattamenti su lapidi e porte di partigiani ed ebrei. Emergenza vittimismo, una delle migliori.

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=126554938910058&set=a.105536927678526&type=3&eid=ARB6a4K3KFs4Hi-YZU6F2YxxRoefOK05kQ5Mat2Scr40xOSmG_M6rVHT9BvGU5l7yU1Q1exqRMfAOZV0 Significativo intervento su Facebook.

La scienza non è democratica (Borioni). Allora perché ce n’è più d’una? Tipo Tolomeo e Copernico?

A me sembra una follia. Si è scambiata un’infezione appena più seria di un’influenza normale per una pandemia letale. Guardate i numeri. NON E’ UNA PANDEMIA…Durante la scorsa settimana la mortalità per influenza è stata di 217 decessi al giorno! Per coronavirus 1!”. Questa follia farà molto male, soprattutto dal punto di vista economico” (Maria Rita Gismondo, Direttore di Macrobiologia Clinica, Virologia e Diagnostica Bioemergenze dell’Ospedale Sacco di Milano, PUBBLICO, primo in Italia accanto allo Spallanzani di Roma.

 “La signora del Sacco ha lavorato troppo, dovrebbe riposarsi… Signora sostituisce un altro epiteto che mi stava frullando nelle ditaQuarantena per tutti, tamponi per tutti, isolamentoHanno ragione i governatori della Lega”.(Roberto Burioni, Ordinario di Virologia della Clinica San Raffaele di Milano, PRIVATA, grande sostenitore dei 10 vaccini obbligatori del ministro Lorenzin).

Tra il 2017 e il 2018, per la normale influenza, abbiamo avuto 8,7 milioni di infettati e registrati. Di cui un quarto curati in ospedale. I morti sono stati 18.000, di cui 17.000 morti in casa. 764 sono stati trattati con terapia intensiva. Oggi, in tutto l’inverno arriviamo a 10.000 contagiati. In terapia intensiva ne sono morti 173, età media 81 anni, diabete, tumore, polmonite cardiopatie e ne sono usciti guariti 600.

Un callo infetto, muoio di Coronavirus

Il fatto miracoloso è un altro. Non ci sono più le decine di migliaia di bronchiti, polmoniti, tracheiti, influenze, raffreddori. C’è solo e sempre più dappertutto il Coronavirus.Ti inciuccano con i dati della mortalità, che è quella di ogni influenza, ma aumentata con i decessi degli ottuagenari malatissimi, attribuiti al virus. Sono morti CON coronavirus, non PER Coronavirus, per fare numero e panico e appecoronamento, come mi ha detto un bravo epidemiologo, non allineato all’intreccio OMS-farmaceutici. Quello che nel 2009, con la febbre porcina (H1N1), ha fatto guadagnare miliardi a Novartis, GlaxoSmithKline, Merck, Pfizer, Roche, Sanofi, ecc. (che finanziano l’OMS!) e buttare milioni di vaccini inutilmente acquistati dai governi perché la pandemia non era una pandemia ed era finita lì. Allora la fiduciaria era Margaret Chan, che sollecitò i farmaceutici a “produrre 4,9 miliardi di vaccinazioni l’anno, perché quel virus avrebbe potuto infettare il 40% degli americani nel giro di due anni”. Oggi quello che proclama pandemie si chiama Adhanom Ghebreyesus.

Wolfgang Wodarg, prestigioso epidemiologo indipendente, presidente dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa sui diritti umani (quelli veri) dichiarò che quella “falsa epidemia era, per la medicina, uno dei più grandi scandali del secolo”. Non contiamo più su un Esculapio che, dall’Olimpo, li fulmini tutti. Ma un dottor Wodarg, sì, quello  di sicuro arriverà.

Storia maestra di crimine e truffe

Un tempo c’erano i tanti, i giusti e liberi, perciò sfruttati, oppressi e ingannati, che pensavano di poter bloccare lo Stato dei pochi ricchi, potenti, ladri e bugiardi con la rivolta, la disobbedienza civile, gli scioperi, le occupazioni e il sabotaggio dei trasporti.  Da noi ce n’è stato un decennio, il secolo scorso. Oggi, non funziona più, se non in Francia, o in Venezuela, ma sono paesi diversi. Si è invece rovesciata la prospettiva e i ricchi e prepotenti sono riusciti a bloccare la popolazione, a rinchiuderla, a disattivarla, con un’invenzione che riguarda direttamente, non più il funzionamento delle strutture dello Stato, ma la salute e il funzionamento della società.

Mezzo secolo di untori

A chi dobbiamo quarant’anni di terrorismo stragista, unici in Europa? A chi dobbiamo l’austerity che ci ha indebitato fino al collo strangolandoci? Chi ci ha fatto il paese con il più alto numero di drogati da stupefacenti pesanti e gioco d’azzardo? Chi ci ha percosso, insieme alla Grecia con centinaia di migliaia di nuovi schiavi sradicati a forza (di pull factor) dalle loro terre e culture? Chi ha fatto, dal 1943, della mafia e della massoneria il socio di maggioranza e, a volte, di minoranza del nostro governo? Chi ha la responsabilità del massacro di Italiani, da Nassiriya ai 19 anni di guerra in Afghanistan e in altre guerre del cazzo e dei soldi andati in missili, equipaggiamento, spedizioni, anziché in scuole, ospedali, fabbriche? Chi ci ha impestato di chimica e privato di sovranità larghi spazi con una novantina di basi militari con le atomiche respinte dal voto popolare, di cui quelle sarde all’origine di morìe di pastori e bestiame? Chi si è preso in appalto tutta l’informazione per indirizzarla alla protezione, non della conoscenza del popolo bue, ma degli interessi parassiti dei proprietari?

Conte e tutto la consorteria del finto bipolarismo politico-mediatico ci impongono il dogma del Coronavirus. Sanno e vogliono che sia il più grande esperimento di controllo e neutralizzazione della popolazione mai messo in pratica in vista di un cambio totale di paradigma sociale, necessitato dalla programmata esecuzione della democrazia per strangolamento, a sua volta di nuovo indispensabile, come precedenti strette alla giugulare, per la prosperità e il potere assoluto dell’1% plutocratico con qualche ricaduta ai lavapiatti.  E grazie alla presenza da noi del soglio di San Pietro, del vicario di Dio in Terra, della salma di Padre Pio e di Woytila che ci è capitato il miracolo dell’espiazione liberatrice grazie al quale, dopo la Cina che ne esce alla grande, siamo ormai il 2° paese per contagi al mondo, davanti a Corea del Sud e Iran. Usa, con Trump che se ne sbatte, come Macron e Merkel, quasi immuni?

Un virus di punizione geopolitica


Forse qualche altra causa-effetto c’è. La Cina sorpassa l’impero Usa per tecnologia e potenza produttiva. Esercita più egemonia sull’Asia terrestre e marittima delle tradizionali potenze anglosassoni. La sua Via della Seta prefigura un continente euroasiatico nel quale anche l’Europa potrebbe inserirsi molto proficuamente, contro il legame artificioso, anti-culturale e anti-economico con un continente lontano 8000 km di oceano. La Corea del Sud ha molto irritato i guerrafondai con le sue aperture, sollecitate da Trump, ai fratelli del Nord. L’Iran è la fissa psicotica di Israele, ma, soprattutto, è con Pakistan e Afghanistan, già legati alla Via della Seta, il ponte ideale perchè il progetto infrastrutturale e, per gli scambi, necessariamente pacifico, si estende al Mare Arabico al Vicino Oriente, all’Africa. E l’Italia? L’Italia ha avuto la tracotanza di aderire per prima al gigantesco progetto cinese e a dare spazio a un elemento eterodosso (ora rientrato) come il M5S. Per il PCI di Berlinguer, nonostante il Compromesso Storico, c’è voluto l’assassinio di Moro. Per noi oggi ci vuole qualche morto attribuito al Coronavirus.

Caramba che caramba!

Stamane, poche ore dopo l’ukase di Conte, condiviso da altri con la fissa dei Pieni Poteri, stavo seduto nel bar della prima colazione completamente vuoto. E’ arrivato un carabiniere, mandato per vedere se la titolare osservava l’ukase del premier ispirato da Padre Pio e dal Deep State amerikano (a proposito, il buon Trump, sempre, per quel che può, di un tantinello alieno alle mascalzonate del Deep State, se ne fotte, stringe le mani e dice che è tutta una psicosi). Il rischio era una multa da 1.500 euro, o tre mesi d’arresto. La principale è arrivata trafelata per vedere se stavo a un metro almeno da chicchessia. Poi il carabiniere è passato nella nostra saletta deserta e ha fatto lo spiritoso: “Quel suo bassotto sta a meno di un metro da lei”. Carabiniere ironico, bonario, che per niente ci credeva. Ci sarà da fidarsi? Sono sempre i caramba di De Lorenzo, del colonello Mori, di Cucchi. E poi noi siamo del Sud, d’Italia e d’Europa, insieme agli altri del Sud oltre il mare. E, si sa, sono quelli del Sud che poi dovranno dare il sangue, in un modo o nell’altro, perché si gonfino di lussi e di potere quelli del Nord.

 Giullari di regime

Ma la cosa più umoristica di tutto sapete qual è? Che la massa di coglioni, quasi tutti ontologicamente utili idioti, come li vuole ogni religione, in questo caso quella del pensiero unico, da paginate e schermi unificati, dà del coglione a coloro che rivelano la loro coglioneria. Vi si è distinto anche uno che passa, per il più acuto, Andrea Scanzi. Quando ci si ritiene troppo intelligenti si dimentica il principio di precauzione… Aveva già dato, definendo il presidente siriano “efferato dittatore”. Che sia invece un amico del giaguaro?

Una risata li seppellirà”, ha gignato l’epidemiologo mio amico. Mentre un abbraccio ci salverà.

Ciao ragazzi ciao / voglio dirvi che / che vorrei per me / grandi braccia perché / finalmente potrei / abbracciare tutti voi.

Un po’ di disobbedienza civile ci vuole. Grazie Adriano.

Pubblicato da Fulvio Grimaldi alle ore 21:01

PUTIN-ERDOGAN, OVVERO IL DETECTIVE E HANNIBAL LECTER —- ZANOTELLI, BERGOGLIO, ERDOGAN, SOROS, AMNESTY, UNHCR : “TERRORISTI? LASCIATELI CANTARE, LASCIATELI PASSARE… SONO EMIGRANTI VERI”

https://fulviogrimaldi.blogspot.com/2020/03/putin-erdogan-ovvero-il-detective-e.html

MONDOCANE

DOMENICA 8 MARZO 2020

 

Ragazzi, è lungo, ma stavolta vale la pena. Qui non parlo solo io. Ci sono cose che i media – e i preti – vi nascondono, o deformano.

Erdogan è un Fratello Musulmano e la sua politica nei confronti della Siria e degli arabi laici è determinata da questa ideologia che usa la violenza, la religione e il terrorismo per allargare il proprio potere. I Fratelli musulmani non possiedono etica, né politica, né sociale, né religiosa. Quanto all’Europa, per noi non ha niente da dire, dato che il suo padrone sono gli Stati Uniti. In ogni caso, la Siria non si fermerà finchè non avrà liberato l’ultima zolla della propria terra” (Bashar el Assad, presidente della Repubblica Araba Siriana, marzo 2020)

E’ fatta. Assistiamo e subiamo: la globalizzazione alla stretta finale. Prove generali di guerra con l’esercitazione “Defender” che vede tutto il potenziale USA-Nato invadere l’Europa e simulare l’assalto alla Russia dalle colonie baltiche a quelle balcaniche. Prove generali di Stati di Polizia in Italia con la paralisi della società, l’isolamento dei cittadini, la sospensione della vita mediante stato d’assedio.

Volevo scrivere anch’io qualcosina di originale sul virus. Ma ogni volta mi capita la tegola di un’altra urgenza, di quelle che non si possono dribblare perché indignano troppo, che vanno oltre la misura del virus, già colmata dalla morta gora di mistificazioni nella quale siamo immersi  dei dannati danteschi nel ghiaccio della Giudecca. Misura già colmata? Magari. Hai voglia ancora a sfruttarlo in termini biopolitici, geopolitici e sociali!. Per adesso, sull’Operazione Virus, ci accontentiamo di questa vignetta assolutamente geniale che colpisce il nocciolo del bubbone.

Perché il “manifesto”? Perché i travestiti ti fregano.

E’ senza paralleli l’odio di quel “quotidiano (anti)comunista”, violentemente impegnato in tutte le campagne scaturite dalla “palude dei caimani”, come Chomsky definisce il regime USA, sotterraneo, ma che comanda. Odio che trasuda da ordini di servizio, ma è nutrito dal complesso di colpa. Colpa originata da mezzo secolo di veleno zuccherato, a netto sbugiardamento della testatina in prima, piovuto dall’alto, propinato ai propri lettori e che si traduce in transfert classici da schizofrenico. Giornale bipolare per cui i resistenti all’odio globale, oggi espresso nella persecuzione dei fuorusciti dal pensiero unico, sanamente incazzati per le incessanti vessazioni e ruberie dei dominanti, sarebbero i veri “odiatori”.

Vertice a Mosca: ennesimo male minore?

Putin ed Erdogan si sono incontrati e ne è venuto fuori il solito pastrocchio ambivalente che rimanda ancora una volta la soluzione al 31 febbraio. La Siria mantiene il controllo sulle aree di Idlib liberate da una grandiosa offensiva delle sue truppe e milizie popolari. Ma il resto rimane in mano ai terroristi, saldamente protetti dal secondo esercito della Nato. Sulle due grandi vie di comunicazione siriane M4 e M5, si applica una zona di sicurezza di 6 km pattugliata da russi e turchi (da turchi in territorio sovrano siriano!). Zona garantita da un cessate il fuoco in tutta Idlib. Che Erdogan si è premurato, come sempre, di polverizzare 48 ore dopo, uccidendo 31 soldati siriani e 40 volontari pachistani. E’ vero che Putin è riuscito a fermare una poderosa offensiva turca, in cui Erdogan aveva impiegato anche i suoi migliori reparti e mezzi. Ma delle decine di migliaia di terroristi Al Qaida-Isis con famiglia che ne è stato, a parte quelli che il sultano sta lanciando contro la Grecia? E di Afrin, cantone siriano prima occupato dai curdi e poi dai turchi? E della famigerata e del tutto arbitraria “fascia di sicurezza” turca di 35km per 100 in territorio siriano? E di un terzo della Siria occupato e derubato del suo petrolio da Usa e curdi? Fare compromessi con un pokerista baro conviene? O approfittare delle sue evidenti difficoltà per metterlo con le spalle al muro?

 A Putin e ai russi, come agli iraniani, deve andare la riconoscenza dell’umanità per aver bloccato i mostri. Intanto però, per quanto va facendo contro la Siria, contro l’Europa, contro il petrolio di Cipro, Egitto, Libia ed ENI e contro il liberatore della Libia Haftar, ora giustamente alleato di Damasco, il lucidissimo presidente turco ha recuperato in pieno il sostegno politico (è quello che conta) di Nato e USA.

Zanotelli, il gatekeeper

Due meravigliosi gatekeeper

Gatekeeper è il termine che si adopera per gli addetti all’apertura e chiusura dei cancelli, specie delle grandi ville. Un vecchio esponente della evangelizzazione cristiana portata avanti, vuoi con il ferro e il fuoco, vuoi con le menzogne e il lavaggio del cervello, è Alex Zanotelli. Il missionario, che molti africani affezionati alle proprie fedi, specie in Sudan, ritengono uno scassaminchia, è da noi però un riverito propagandista del pacifismo, quello a zanne insanguinate. Sabato, ovviamente sul giornaletto caro a Soros, ha sparato l’ennesima scarica d’odio contro coloro che si oppongono a farsi annientare socialmente, culturalmente ed economicamente dall’Operazione Migranti. In ispecie i greci che, su 10mila abitanti delle isole devono vedersela con 35mila occupanti stranieri, pure rissosi, inventati dalla Nato, spediti dal turco e che gli hanno stroncato la sopravvivenza e perciò vengono maledetti dai preti col culo al caldo.

Guerra scatenata contro il Sud Europa da affogare, quello sì, nel Mediterraneo degli scambi e del petrolio. Altro che migranti “salvati”, prossimi al naufragio, come recitano le litanie delle Ong. Operazione strategica della globalizzazione, quanto tutte le altre portate avanti con strumenti come guerre, sanzioni, mattatoio del debito, neoliberismo, rapine multinazionali, virus. Soprattutto, in termini di colonialismo, contro i paesi d’origine, privati delle proprie generazioni produttive e riproduttive, per dar via libera alle depredazioni e fornire, da espatriati, manodopera schiavistica, come quella che si vede per tutte le lande italiane. E poi, la parolina-chiave è disperati. Forse quelli che finiscono tra i pomodori. Ma la mafia nigeriana, inesistente per gli accoglitori, è un’altra cosa.

Falso naufragio organizzato e filmato : acqua al ginocchio

Odio, però cattolico

L’invettiva del frate contro i greci che provano ad arginare l’attacco del carnefice storico turco, portato avanti con mercenari rastrellati in giro, come quelli impiegati contro la Siria (l’80% dei jihadisti impiegati contro la Siria vengono da altri paesi), si inserisce in una foliazione del “manifesto” che del frate espande la scomposta collera sull’intero giornale. Esordisce Zanotelli: “Ho il sacro (chissà se il suo dio si rivolta nei cieli) dovere di gridare la mia indignazione per il trattamento disumano riservato a migliaia e migliaia di profughi iracheni, afghani e siriani, in buona parte donne e bambini in fuga da orribili guerre da noi sostenute…”. Tre volte, sempre ricorrendo al suo lessico sorosiano, il monaco definisce “dittatore” Erdogan. Intanto l’espansionista ottomano è tecnicamente dittatore quanto lo sono Merkel, Macron, Mattarella o Trump. Purtroppo è stato eletto dai turchi, cosa di cui non può vantarsi il nostro “commander in chief”, Pippo Conte.

C’è o ci fa?

E poi, a prescindere se Erdogan sia o no un farabutto, che titoli per dare del dittatore ha mai uno sdraiato ai piedi di una successione di 266 monarchi assoluti, infallibili, spesso sanguinari, padroni della nascita, della vita e della morte degli umani, altro che Erdogan?  Zanotelli: si tratta di “fascisti di Alba Dorata”. Falso, sono gli abitanti del luogo. Si tratta di “un milione di siriani in fuga”. Falso, sono le migliaia di mercenari raccattati da Erdogan in Asia e Africa. “Il massacro dei curdi”, falso perché occulta il mercenariato dei curdi invasori e massacratori di siriani per conto Usa.

Il portatore della verità ai poveretti che non ce l’hanno trova poi rispondenza, sul tema “migranti disperati”, con “dittatori” come Erdogan ed eccellenze dello spostamento di popoli da casa loro allo schiavismo, come del gretismo e del sardinismo, quali Furio Colombo e Guido Viale. E’ la prova che, alla fin fine, i tre monoteismi, cristiano, ebraico, dei Fratelli Musulmani e del politicamente corretto si ritrovano tutti dalla stessa parte. La parte di coloro a cui non servono nazioni, culture, identità storia, ma solo masse indistinte al servizio del VerboChe sia l’Immacolata concezione, la “disperazione” dei profughi, o Padre Pio.

Con sospetto accanimento Zannatelli ripete innumerevoli volte la definizione delle orde ai confini della Grecia, come “siriani”, mentre siriani non sono affatto. Ma dirli siriani serve all’indiretta pugnalata nella schiena di Assad, che magari si difende da licantropi, ma si difende male. In definitiva la colpa è sua. E da lui che sono fuggiti, no? Non lo dice anche il Bergoglio, con cui il comboniano è in perfetta sintonia quando, inserito in pieno nella nota strategia, il papa sodale dei generali argentini non fa che indirizzare le sue riprovazioni al solo Assad e alle sue di “violenze” (quelle attribuitegli da Amnesty e altre vivandiere del Dipartimento di Stato). Un grandissimo presidente, caro Padre non tanto pio, che ha saputo animare il suo popolo a una resistenza eroica di 10 anni, trasfigurato da vittima che difende la patria dai terroristi, a carnefice che lo massacra.

Ed è da questo papa, schieratissimo con i diritti umani dei colonial-globalizzatori, che a San Pietro dilaga la fiumana dei buoni, di quelli che già tre volte hanno assunto su di sé la vergogna di manifestare a Roma contro la Grecia, anzichè contro Turchia, Nato, Usa. Dicono di riunirsi a San Pietro, mica per raccomandare alle preghiere del sant’uomo le anime delle donne stuprate e trucidate dai jihadisti del concerto Usa-Nato-Turchia-Golfo. Ci vanno nello spirito zanotelliano, bergogliano, obamiano e trumpiano della solidarietà al milione di donne e bambini “siriani” assiderati a Idlib, costretti a fuggire dai “bombardamenti a tappeto” di russi e siriani e che poi si trovano bloccati da “un muro invalicabile” dello Stato Canaglia greco.

Il quale, essendo già stato raso a terra dagli stessi Poteri che oggi gestiscono tanto migranti quanto terroristi, rifiuta di farsi sotterrare del tutto, che scostumato. Di un paese pacifico, laico e sovrano, rispettoso del diritto internazionale, con 22 milioni di cittadini attaccati e decimati da un’alleanza di licantropi per quasi dieci anni, non una parola. Firmato Amnesty International, Articolo 21 (Giulietti non manca mai), Caritas, Sant’Egidio, Focsiv, Ucoii, Anna Foa.  E l’assembramento? E il coronavirus? Tranquilli, ci pensa il papa. Il miracolo servirà alla santificazione.

Migranti con nello zaino le cotenne di siriani sgozzati

La palude di malafede in cui sguazzano le varie articolesse del quotidiano è, a questo punto, smentita da un’evidenza alla quale si devono arrendere perfino atlanto-sionisti come il Fatto Quotidiano. Che oggi racconta la vicenda al confine turco-greco in ben altri termini, basandosi su testimonianze raccolte sul posto da un’inviata, Roberta Zunini, Ne ricaviamo che gli assalitori del confine greco, sostenuti dai fumogeni turchi, che provano a occultarne il passaggio delle barriere, e dai lacrimogeni turchi sparati direttamente sui militari greci, non sono quasi mai siriani (uno da Idlib s’è trovato, jihadista scampato, da farne magari cellula dormiente in Europa), bensì afghani, pakistani, bengalesi, iraniani, ceceni, uiguri, turchi, maghrebini (ex-jihadisti?). Buona parte della truppa di orchi Nato che ha fatto a pezzi la Siria.

Al confine greco: neanche uno del “milione di siriani” di Zanotelli

Volete sapere? Mollate schermi e giornali. Andate in rete. Guardatevi i video. Ascoltate le voci della migliore informazione Usa. Seguite i media russi. Mandano avanti le donne e i bambini, laddove ce ne sono, se no si travestono da donne. Molte parrucche sono rimaste impigliate nel filo spinato. Gran parte del movimento è organizzato, sotto gli occhi delle autorità di Erdogan, da organizzazioni mafiose di trafficanti, in contatto con associate in Grecia e Italia. La mediazione delle Ong non manca mai, anche se, per fortuna da isole come Lesbo o Samo, gli abitanti, disperati per come artatamente sono state ridotte le loro vite e terre, le hanno cacciate tutte. A partire da Medici Senza Frontiere (in tutte le mie esperienze di guerra li ho trovati sistemati dalla parte sbagliata) e a finire con Medici per i Diritti Umani, ora emuli di Amnesty con “rapporti sulla tortura” ridicolmente basati su testimonianze di persone che, così, si procuravano la sinecura del diritto d’asilo. Ricordano i 13mila detenuti di Amnesty strangolati da Assad, testimoniati da anonimi e da cadaveri poi scoperti essere di soldati siriani caduti in combattimento.

Di testimonianze, un po’ meno commissionate da dirigenti del Dipartimento di Stato (come Suzanne Nossel di Amnesty, al tempo di Hillary), o da George Soros, la cui Open Society Foundation finanzia entrambe queste consorterie di medici organici, ce l’abbiamo anche noi. Grazie anche all’amica Claudia Berton, brava scrittrice e acuta osservatrice di quanto succede, specie nello spazio ellenico, ho fonti dirette, disinteressate e, dunque, infinitamente più credibili di tutto il cucuzzaro mediatico, missionario e Ong. I nomi ce li abbiamo, ma non li mettiamo certo a repentaglio qui.

Prima terroristi e dopo migranti. Siriani?

Un giovane abitante di Samos“La maggior parte dei clandestini qui a Samos arrivano dall’Africa. Ogni settimana partono dal Congo aerei turchi pieni di questa gente che paga una cifra irrisoria per i biglietti, arriva a Istambul, ottiene un visto elettronico, viene avviato ai campi e, da lì, alle isole greche. Il resto sono afgani, algerini, marocchini, tunisini e dell’Asia centrale, jihadisti, terroristi, delinquenti, con in mezzo agenti dei servizi turchi. Usano i bambini come scudo. Le donne arrivano quasi tutte incinte. Qui a Samos sono oltre 20mila. La gente non ne può più. Nel 2015, quando arrivavano rifugiati veri, furono accolti da tutti”.

Un religioso in Siria“Delle centinaia di migliaia di terroristi che per nove anni hanno massacrato e martirizzato il popolo siriano, che hanno saccheggiato tutti i beni e distrutto il paese, ai media europei non importa nulla. E neanche del paese moderno e libero di prima, con le donne emancipate e tutti i servizi di base gratuiti, non sanno niente. Se gli Usa, Israele, Turchia, gli Stati del Golfo e la Nato, con i loro servizi segreti e cacciatori di teste, smettono il loro lavoro satanico, vanno via dalla Siria e riconosco la sua sovranità e integrità territoriale, invece di comportarsi come stati canaglia, contro ogni diritto internazionale e la Carta delle Nazioni Unite, allora i siriani potranno rapidamente tornare a vivere in pace, prosperità e l’armonia di sempre”.

 Isole greche: ONG organizza e filma falso naufragio (l’acqua arriva alle ginocchia)

Sonja van den Ende, autorevole giornalista olandese. “I cosiddetti rifugiati al confine turco-greco per la maggior parte sono afgani, iracheni, combattenti ceceni, combattenti uiguri…. Vengono tutti da Idlib, dalla Turchia e da campi profughi in Turchia, luogo sicuro per i jihadisti di tutto il mondo. Ci sono i restanti terroristi con le loro famiglie, cacciati dalla Siria e dai russi. Non si tratta di rifugiati siriani, molti al confine sono giovani mascherati o travestiti, corrono lungo la barriera urlando “Turchia, Turchia, Allah U Akbar”.

Idlib è l’ultimo bastione di combattenti jihadisti di tutto il mondo, europei, afgani, iracheni, marocchini, algerini, tunisini, soprattutto combattenti ceceni e uiguri dello Xinjang. La Turchia è ora la sede di una diaspora uigura che arriva a 50mila persone, di cui molte si sono unite alla Jihad supportate dal regime turco. Ora hanno la possibilità di migrare verso l’Europa, con la Turchia che gli fa superare la frontiera greca e bulgara. A loro si aggiungono combattenti stranieri dalla Russia settentrionale, Georgia, Cecenia, Daghestan, che nella guerra siriana sono stati tra i più formidabili gruppi terroristici”.

Un video, che ai nostri media non risulta, mostra il confine di Evros tra Turchia e Grecia dove gruppi costituiti da centinaia di migranti dell’Asia centrale, attentamente guidati dai media turchi e da sindaci turchi, cercano di infrangere le barriere ed entrare in territorio greco, gridando Allah Uh Akbar e attaccando fisicamente poliziotti e veicoli greci.

Con questa Turchia di Erdogan una nuova crisi migratoria è imminente. Ma questa volta non arrivano siriani, ma mercenari turchi e Nato che hanno combattuto una feroce guerra in Siria uccidendo centinaia di migliaia di civili. L’Europa sarà un porto per tutti i tipi di terroristi, dovrà affrontare attacchi terroristici ovunque… Una popolazione del tutto inconsapevole è indotta a occuparsi di questioni relative a LGTB, al clima (ora, a un virus pompato oltre misura), troppo cieca per vedere arrivare il pericolo”.

Per la benda sugli occhi e nella mente il veleno buonista dell’odio per la verità, ringraziamo sentitamente Alex Zanotelli, Jorge Bergoglio, Gad Lerner e Guido Viale, i chierichietti della tratta. Di Amnesty e altre Matrix che ci distribuiscono la pillola blu per tenerci addormentati da svegli, non mette neanche più conto parlare. Abbiamo buone riserve di pillole rosse. Per cui il migliore finale me lo regala Gad Lerner. Guardate e trattenetevi.

Pubblicato da Fulvio Grimaldi alle ore 19:03

Coronavirus, panico e fuga di notizie. La CNN: “La bozza del decreto ce l’ha data la Regione Lombardia”

https://www.tpi.it/milano/coronavirus-decreto-fuga-notizie-da-regione-lombardia-20200308561590/?fbclid=IwAR2SNncSwS47ALzrJxQyEbJ0S0w4JyMh2LTkTrrxbuQX0TP5hEyu-X_wdtY

Esodo dalla Lombardia e rischio di contagio al Sud: Michele Emiliano chiede a chi sta andando in Puglia di fermarsi e tornare indietro. Inevitabili le polemiche sulla diffusione della bozza ancora non firmata

Di Lorenzo Zacchetti

Pubblicato il 8 Mar. 2020 alle 13:30Aggiornato il 9 Mar. 2020 alle 13:42
Immagine di copertina
L’assessore al welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera e il presidente Attilio Fontana. Credit: ANSA/ MATTEO BAZZI

Da milanese, sono rimasto senza parole di fronte ad alcune scene di inspiegabile follia osservate in questi giorni in città. Nonostante l’allarme crescente, ci sono state violazioni delle restrizioni alla socialità nei locali, nei centri commerciali, sulla passeggiata lungo Darsena del Naviglio, tra chi è andato ad affollare le piste da sci come se nulla fosse e persino alla partenza dell’Inter per Torino, con centinaia di tifosi nerazzurri assembrati fuori dalla Pinetina per augurare buona fortuna ai loro beniamini in vista della sfida sul campo della Juve. Una sfida che, come noto, si giocherà a porte chiuse per prevenire la diffusione del Coronavirus.

Ma questo non impedisce ad alcuni miei concittadini e corregionali di mettere a rischio la salute propria e della collettività, unicamente per la passione per il calcio. Passione che nutro anche io, ma che in questo momento è francamente l’ultimo dei pensieri. Giusto un intrattenimento per queste ore di forzata clausura.

La più allarmante tra le scene di queste ultime ore è però l’assalto ai treni da parte di chi, dopo la pubblicazione della bozza del decreto con il quale il Governo stava per fare della Lombardia una sola grande “zona rossa” ha pensato bene di mettersi in viaggio per fuggire al blocco.

Con tutta l’indulgenza che si può avere nei confronti di chi ha comprensibilmente paura di una situazione del tutto nuova, finora vista solo nei film, si tratta di una doppia sciocchezza: intanto il decreto non impedisce il ritorno a casa, anche dopo la sua entrata in vigore, ma soprattutto questo esodo verso le proprie regioni d’origine rischia di diffondere il Coronavirus dove la situazione ancora non è critica come in Lombardia. Evidentemente non è bastato il pur eloquente “state a casa, babbei” di Burioni: siamo un popolo di furbetti, scaltrissimi nell’aggirare le regole alle quali siamo allergici.

Ma questa volta la posta in gioco è troppo alta: ogni comportamento sbagliato rischia di aggravare il peso su un sistema sanitario già boccheggiante. L’irresponsabilità dei singoli rischia di causare la mancanza di cure nei confronti di chi ne ha bisogno. Magari anche di noi stessi o dei nostri cari: va specificato, visto che un generico senso civico pare non basti ad autoregolarci.

“Colpa dei giornali”, hanno detto molti, polemizzando sulla pubblicazione della bozza del decreto, ancora non firmato. Troppo facile: i giornali fanno il loro dovere e orgogliosamente lo ha fatto anche TPI, oltretutto diffondendo un testo che era praticamente identico a quello firmato poche ore dopo, con minime modifiche.

La vera questione è comprendere perché questi documenti circolino prima della loro ufficialità (era già successo con la chiusura delle scuole). I giornali hanno il diritto/dovere di proteggere le loro fonti, ma la CNN ha scelto di rivelarle. Nell’annunciare le durissime restrizioni che stavano per entrare in vigore in Lombardia, la prestigiosa testata americana scrive che il testo della bozza di decreto le è stato inviato dall’ufficio stampa di Regione Lombardia.

Una scelta curiosa, se confermata, soprattutto considerando che la Giunta Regionale aveva prima invocato l’estensione della zona rossa e poi ne ha fortemente criticato le modalità. Una vicenda sulla quale sarebbe opportuno fare chiarezza, con la versione degli interessati. Intanto, si registra il tentativo di Michele Emiliano, al limite del disperato, che si rivolge “come un padre” ai pugliesi che stanno tornando a casa da Milano, chiedendo loro di scendere immediatamente dai treni, per non peggiorare una situazione già angosciante.

AGGIORNAMENTO

L’auspicato chiarimento è arrivato in serata tramite Lombardia Notizie, l’agenzia della Regione: “Con una lettera inviata al presidente della Regione Lombardia, Jonathan Hawkins, vicepresidente della Comunicazione CNN International (centro CNN SW0302K Atlanta) spiega che in merito alla polemica sull’anticipazione della bozza del DPCM ‘la CNN ha applicato i suoi rigorosi standard editoriali per verificare informazioni che erano già di pubblico dominio, sia sui siti italiani (tra cui il Corriere della Sera e La Repubblica) che sui media internazionali (tra cui Reuters e il New York Times). L’articolo online della CNN – spiega Hawkins nella missiva indirizzata a Fontana – è stato pubblicato alle 1:28 della mattina seguente. Comprendiamo appieno la preoccupazione dei governi regionali e nazionali riguardo alla necessità che le informazioni in circolazione siano accurate. A tal fine, i nostri corrispondenti hanno prestato molta attenzione a verificare che la bozza del documento che circolava su altri media fosse autentica e di questo hanno chiesto conferma a Regione Lombardia e altri contatti. Spero – conclude il dirigente della CNN – che questa mia nota possa chiarire ogni equivoco”.

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Coronavirus, positivo un militare in servizio al cantiere Tav di Chiomonte

https://www.lastampa.it/torino/2020/03/08/news/coronavirus-positivo-un-militare-in-servizio-al-cantiere-no-tav-di-chiomonte-1.38566741?fbclid=IwAR0Fve2UG27Xqv207yvaQ2usirtujwHI1fNiRQTk3yAgJXjauSI8uv-odME

Intanto stamattina una cinquantina di attivisti si sono radunati per un presidio in solidarietà a Nicoletta Dosio

Foto di archivio

CHIOMONTE. Un militare dell’Esercito in servizio al cantiere Tav, in Valle di Susa, è risultato positivo al test del coronavirus. L’uomo, che ieri sera era di turno a Chiomonte e avrebbe dovuto svolgere servizio anche oggi, ha accusato alcuni sintomi, aveva la febbre ed è stato sottoposto al tampone. Ora è ricoverato in ospedale.
Gli attivisti
Questa mattina, sul sentiero Gallo Romano, in Clarea, una cinquantina di attivisti del movimento contro la linea ad Alta Velocità Torino-Lione si sono radunati per un presidio in solidarietà a Nicoletta Dosio, la «pasionaria» No Tav arrestata il 30 dicembre 2019 a seguito di una condanna definitiva a un anno di reclusione per una protesta del 2012 alla barriera di Avigliana dell’autostrada del Frejus. «Sappiamo che stiamo attraversando un momento e una situazione molto delicati ed ancora sconosciuti e che per questo vadano affrontati con responsabilità – scrivono sui social le Fomne No Tav – Ci siamo confrontate e abbiamo deciso di mantenere l’appuntamento. Pensiamo che, nonostante tutte le varie ordinanze governative, ci possa essere un modo diverso per continuare a far sentire la nostra voce. Senza voler scavalcare i bisogni che questa emergenza sanitaria ci pone, e dunque prendendo le dovute precauzioni».

Il testo completo del Dpcm 8 marzo 2020 che vieta ingresso e uscita dalla Lombardia e da 14 province tra cui quelle di Asti, Alessandria, Vercelli, Novara e Verbano Cusio Ossola

https://www.quotidianopiemontese.it/2020/03/08/il-testo-completo-del-dpcm-8-marzo-2020-che-divieta-ingresso-e-uscita-dalla-lombardia-e-da-14-province-tra-cui-quelle-di-asti-alessandria-vercelli-novara-e-verbano-cusio-ossola/?fbclid=IwAR0O5HFI6CYQDsLJ6rF0kGEvJuP-ztnLYFRWQKd0EjAp2zi6kms0gISfUFc

Il testo completo del Dpcm 8 marzo 2020 che contiene ulteriori misure per il contenimento e il contrasto del diffondersi del virus Covid-19 sull’intero territorio nazionale.

Il decreto definisce il divieto di ingresso e di uscita dalla Lombardia e da 14 province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Asti, Alessandria, Vercelli, Novara e Verbano Cusio Ossola.
Tutte le disposizioni sono valide da oggi 8 marzo fino al 3 aprile 2020.

Il testo completo del Dpcm 8 marzo 2020

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Vista la legge 23 agosto 1988, n. 400;
Visto il decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante «Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19» e, in particolare, l’articolo 3;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 23 febbraio 2020, recante “Disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19”, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 45 del 23 febbraio 2020;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 25 febbraio 2020, recante “Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19”, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 47 del 25 febbraio 2020;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri I? marzo 2020, recante “Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19”, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 52 del IO marzo 2020;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 4 marzo 2020, recante “Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, applicabili sull’intero territorio nazionale”, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 55 del 4 marzo 2020;
Considerato che l’Organizzazione mondiale della sanità il 30 gennaio 2020 ha dichiarato l’epidemia da COVID-19 un’ emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale;
Vista la delibera del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020, con la quale è stato dichiarato, per sei mesi, lo stato di emergenza sul territorio nazionale relativo al rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti viral i trasmissibili;
Considerati l’evolversi della situazione epidemiologica, il carattere particolarmente diffusivo dell’epidemia e l’incremento dei casi sul territorio nazionale;
Ritenuto necessario procedere a una rimodulazione delle aree nonché individuare ulteriori misure a carattere nazionale;
Considerato, inoltre, che le dimensioni sovranazionali del fenomeno epidemico e l’interessamento di più ambiti sul territorio nazionale rendono necessarie misure volte a garantire uniformità nell’ attuazione dei programmi di profilassi elaborati in sede internazionale ed europea;
Tenuto conto delle indicazioni formulate dal Comitato tecnico scientifico di cui all’articolo 2 dell’ordinanza del Capo del Dipartimento della protezione civile in data 3 febbraio 2020, n. 630, nelle sedute del 7 marzo 2020;

Su proposta del Ministro della salute, sentiti i Ministri dell’interno, della difesa, dell’economia e delle finanze, nonché i Ministri dell’istruzione, della giustizia, delle infrastrutture e dei trasporti, dell’università e della ricerca, delle politiche agricole alimentari e forestali, dei beni e delle attività culturali e del turismo, del lavoro e delle politiche sociali, per la pubblica amministrazione, per gli affari regionali e le autonomie, nonché sentiti il Presidente della Conferenza dei Presidenti delle regioni e, per i profili di competenza, i Presidenti delle regioni Emilia-Romagna, Lombardia, Marche, Piemonte e Veneto;

DECRETA:

ART. 1
(Misure urgenti di contenimento del contagio nella regione Lombardia e nelle province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio nell’Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti,
Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso, Venezia)
l. Allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus COVID-19 nella regione Lombardia e nelle province di Modena, Panna, Piacenza, Reggio nell’Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia, sono adottate le seguenti misure:
a) evitare ogni spostamento delle persone fisiche in entrata e in uscita dai territori di cui al presente articolo, nonché all’interno dei medesimi territori, salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero spostamenti per motivi di salute. È consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza;
b) ai soggetti con sintomatologia da infezione respiratoria e febbre (maggiore di 37,50 C) è fortemente raccomandato di rimanere presso il proprio domicilio e limitare al massimo i contatti sociali, contattando il proprio medico curante;
c) divieto assoluto di mobilità dalla propria abitazione o dimora per i soggetti sottoposti alla misura della quarantena ovvero risultati positivi al virus;
d) sono sospesi gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati. Resta consentito lo svolgimento dei predetti eventi e competizioni, nonché delle sedute di allenamento degli atleti professionisti e atleti di categoria assoluta che partecipano ai giochi olimpici o a manifestazioni nazionali o internazionali, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse, ovvero all’aperto senza la presenza di pubblico. In tutti tali casi, le associazioni e le società sportive, a mezzo del proprio personale medico, sono tenute ad effettuare i controlli idonei a contenere il rischio di diffusione del virus COVID-19 tra gli atleti, i tecnici, i dirigenti e tutti gli accompagnatori che vi partecipano;
e) si raccomanda ai datori di lavoro pubblici e privati di promuovere, durante il periodo di efficacia del presente decreto, la fruizione da parte dei lavoratori dipendenti dei periodi di congedo ordinario e di ferie, fermo restando quanto previsto dall’articolo 2, comma 1, lettera r);
1) sono chiusi gli impianti nei comprensori sciistici;
g) sono sospese tutte le manifestazioni organizzate, nonché gli eventi in luogo pubblico o privato, ivi compresi quelli di carattere culturale, ludico, sportivo, religioso e fieristico, anche se svolti in luoghi chiusi ma aperti al pubblico, quali, a titolo d’esempio, grandi eventi, cinema, teatri, pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche e locali assimilati; nei predetti luoghi è sospesa ogni attività;
11) sono sospesi i servizi educativi per l’infanzia di cui all’articolo 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n, 65, e le attività didattiche in presenza nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché della frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, comprese le Università e le Istituzioni di Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica, di corsi professionali, master, corsi per le professioni sanitarie e università per anziani, nonché i corsi professionali e le attività formative svolte da altri enti pubblici, anche territoriali e locali e da soggetti privati, ferma in ogni caso la possibilità di svolgimento di attività formative a distanza ad esclusione dei corsi per i medici in formazione specialistica e dei corsi di formazione specifica in medicina generale, nonché delle attività dei tirocinanti delle professioni sanitarie, Al fine di mantenere il distanziamento sociale, è da escludersi qualsiasi altra forma di aggregazione alternativa. Sono sospese le riunioni degli organi collegiali in presenza. Gli enti gestori provvedono ad assicurare la pulizia degli ambienti e gli adempimenti amministrativi e contabili concernenti i servizi educativi per l’infanzia richiamati, non facenti parte di circoli didattici o istituti comprensivi;
i) l’apertura dei luoghi di culto è condizionata all’adozione di misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro di cui all’allegato l lettera d). Sono sospese le cerimonie civili e religiose, ivi comprese quelle funebri;
I) sono chiusi i musei e gli altri istituti e luoghi della cultura di cui all’articolo 101 del codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42;
m) sono sospese le procedure concorsuali pubbliche e private ad esclusione dei casi in cui la valutazione dei candidati è effettuata esclusivamente su basi curriculari ovvero in modalità telematica; sono inoltre esclusi dalla sospensione i concorsi per il personale sanitario, ivi compresi gli esami di Stato e di abilitazione all’esercizio della professione di medico chirurgo, e quelli per il personale della protezione civile, i quali devono svolgersi preferibilmente con modalità a distanza o, in caso contrario, garantendo la distanza di sicurezza interpersonale di un metro di cui all’allegato 1 lettera d);
n) sono consentite le attività di ristorazione e bar dalle 6,00 alle 18.00, con obbligo, a carico del gestore, di predisporre le condizioni per garantire la possibilità del rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro di cui all’allegato 1 lettera d), con sanzione della sospensione dell’attività in caso di violazione;
o) sono consentite le attività commerciali diverse da quelle di cui alla lettera precedente a condizione che il gestore garantisca un accesso ai predetti luoghi con modalità contingentate o comunque idonee a evitare assembramenti di persone, tenuto conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali aperti al pubblico, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza di almeno un metro di cui all’allegato l lettera d), tra i visitatori, con sanzione della sospensione dell’attività in caso di violazione, In presenza di condizioni strutturali o organizzative che non consentano il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro, le richiamate strutture dovranno essere chiuse;
p) sono sospesi i congedi ordinari del personale sanitario e tecnico, nonché del personale le cui attività siano necessarie a gestire le attività richieste dalle unità di crisi costituite a livello regionale;
q) sono adottate, in tutti i casi possibili, nello svolgimento di riunioni, modalità di collegamento da remoto con particolare riferimento a strutture sanitarie e sociosanitarie, servizi di pubblica utilità e coordinamenti attivati nell’ambito dell’emergenza COVID-19, comunque garantendo il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro di cui all’allegato l lettera d), ed evitando assembramenti;
r) nelle giornate festive e prefestive sono chiuse le medie e grandi strutture di vendita, nonché gli esercizi commerciali presenti all’intemo dei centri commerciali e dei mercati. Nei giorni feriali, il gestore dei richiamati esercizi deve comunque predisporre le condizioni per garantire la possibilità del rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di Wl metro di cui all’allegato l lettera d), con sanzione della sospensione dell’attività in caso di violazione. In presenza di condizioni strutturali o organizzative che non consentano il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro di cui all’allegato l lettera d), le richiamate strutture dovranno essere chiuse, La chiusura non è disposta- per farmacie, parafannacie e punti vendita di generi alimentari, il cui gestore è chiamato a garantire comunque il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro di cui all’allegato 1 lettera d), con sanzione della sospensione dell’ attività in caso di violazione;
s) sono sospese le attività di palestre, centri sportivi, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali (fatta eccezione per l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza), centri culturali, centri sociali, centri ricreativi;
t) sono sospesi gli esami di idoneità di cui all’articolo 121 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, da espletarsi presso gli uffici periferici della motorizzazione civile aventi sede nei territori di cui al presente articolo; con apposito provvedimento dirigenziale è disposta, in favore dei candidati che non hanno potuto sostenere le prove d’esame in ragione della sospensione, la proroga dei termini previsti dagli articoli 121 e 122 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285.

ART. 2
(Misure per il contrasto e il contenimento sull’intero territorio nazionale del diffondersi del virus eOVID-19)
l. Allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus COVID-19, suII’ intero territorio nazionale si applicano le seguenti misure:
a) sono sospesi i congressi, le riunioni, i meeting e gli eventi sociali, in cui è coinvolto personale sanitario o personale incaricato dello svolgimento di servizi pubblici essenziali o di pubblica utilità; è altresì differita a data successiva al termine di efficacia del presente decreto ogni altra attività convegnisti ca o congressuale;
b) sono sospese le manifestazioni, gli eventi e gli spettacoli di qualsiasi natura, ivi inclusi quelli cinematografici e teatrali, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato;
c) sono sospese le attività di pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche e locali assimilati, con sanzione della sospensione dell’attività in caso di violazione;
d) è sospesa l’apertura dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura di cui all’articolo 101 del codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42;
e) svolgimento delle attività di ristorazione e bar, con obbligo, a carico del gestore, di far rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, con sanzione della sospensione dell ‘attività in caso di violazione;
f) è fortemente raccomandato presso gli esercizi commerciali diversi da quelli della lettera precedente, all’aperto e al chiuso, che il gestore garantisca l’adozione di misure organizzative tali da consentire un accesso ai predetti luoghi con modalità contingentate o comunque idonee ad evitare assembramenti di persone, nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro tra i visitatori;
g) sono sospesi altresì gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato; resta comunque consentito lo svolgimento dei predetti eventi e competizioni, nonché delle sedute di allenamento degli atleti agonisti, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse, ovvero all’aperto senza la presenza di pubblico; in tutti tali casi, le associazioni e le società sportive, a mezzo del proprio personale medico, sono tenute ad effettuare i controlli idonei a contenere il rischio di diffusione del virus COVID-19 tra gli atleti, i tecnici, i dirigenti e tutti gli accompagnatori che vi partecipano. Lo sport di base e le attività motorie in genere, svolti all’aperto ovvero all’interno di palestre, piscine e centri sportivi di ogni tipo, sono ammessi esclusivamente a condizione che sia possibile consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro di cui all’allegato l, lettera d);
h) sono sospesi fino al 15 marzo 2020 i servizi educativi per l’infanzia di cui all’articolo 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n, 65, e le attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché la frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, comprese le Università e le Istituzioni di Alta formazione artistica musicale e coreutica, di corsi professionali, anche regionali, master, università per anziani, e corsi svolti dalle scuole guida, ferma in ogni caso la possibilità di svolgimento di attività formative a distanza; sono esclusi dalla sospensione i corsi post universitari connessi con l’esercizio di professioni sanitarie, ivi inclusi quelli per i medici in formazione specialistica, i corsi di formazione specifica in medicina generale, le attività dei tirocinanti delle professioni sanitarie, nonché le attività delle scuole dei ministeri dell’interno e della difesa e dell’economia e delle finanze, a condizione che sia garantita la distanza di sicurezza di cui all’allegato 1 lettera d). Al fine di mantenere il distanziamento sociale, è da escludersi qualsiasi altra forma di aggregazione alternativa;
i) sono sospesi i viaggi d’istruzione, le iniziative di scambio o gemellaggio, le visite guidate e le uscite didattiche comunque denominate, programmate dalle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado;
l) fermo restando quanto previsto dalla lettera h), la riammissione nei servizi educativi per l’infanzia di cui all’articolo 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, e nelle scuole di ogni ordine e grado per assenze dovute a malattia infettiva soggetta a notifica obbligatoria ai sensi del decreto del Ministro della sanità del 15 novembre 1990, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n, 6 dell’ 8 gennaio 1991, di durata superiore a cinque giomi, avviene dietro presentazione di certificato medico, anche in deroga alle disposizioni vigenti;
m) i dirigenti scolastici attivano, per tutta la durata della sospensione delle attività didattiche nelle scuole, modalità di didattica a distanza avuto anche riguardo alle specifiche esigenze degli studenti con disabilità;
n) nelle Università e nelle Istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica, per tutta la durata della sospensione, le attività didattiche o curriculari possono essere svolte, ove possibile, con modalità a distanza, individuate dalle medesime Università e Istituzioni, avuto particolare riguardo alle specifiche esìgenze degli studenti con disabilità; le Università e le Istituzioni, successivamente al ripristino dell’ordinaria funzionalità, assicurano, laddove ritenuto necessario ed in ogni caso individuandone le relative modalità, il recupero delle attività formative nonché di quelle curriculari ovvero di ogni altra prova o verifica, anche intermedia, che risultino funzionali al completamento del percorso didattico;
o) a beneficio degli studenti ai quali non è consentita, per le esigenze connesse all’emergenza sanitaria di cui al presente decreto, la partecipazione alle attività didattiche o curriculari delle Università e delle Istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica, tali attività possono essere svolte, ove possibile, con modalità a distanza, individuate dalle medesime Università e Istituzioni, avuto anche riguardo alle specifiche esigenze degli studenti con disabilità; le Università e le Istituzioni assicurano, laddove ritenuto necessario e in ogni caso individuandone le relative modalità, il recupero delle attività formative, nonché di quelle curriculari, ovvero di ogni altra prova o verifica, anche intermedia, che risultino funzionali al completamento del percorso didattico; le assenze maturate dagli studenti di cui alla presente lettera non sono computate ai fini della eventuale ammissione ad esami finali nonché ai fini delle relative valutazioni;
p) è fatto divieto agli accompagnatori dei pazienti di permanere nelle sale di attesa dei dipartimenti emergenze e accettazione e dei pronto soccorso (DEAlPS), salve specifiche diverse indicazioni del personale sanitario preposto;
q) l’accesso di parenti e visitatori a strutture di ospitalità e lungo degenza, residenze sanitarie assistite (RSA), hospice, strutture riabilitative e strutture residenziali per anziani, autosufficienti e non, è limitata ai soli casi indicati dalla direzione sanitaria della struttura, che è tenuta ad adottare le misure necessarie a prevenire possibili trasmissioni di infezione;
r) la modalità di lavoro agile disciplinata dagli articoli da 18 a 23 della legge 22 maggio 2017, n. 81, può essere applicata, per la durata dello stato di emergenza di cui alla deliberazione del Consiglio dei ministri 31 gennaio 2020, dai datori di lavoro a ogni rapporto di lavoro subordinato, nel rispetto dei principi dettati dalle menzionate disposizioni, anche in assenza degli accordi individuali ivi previsti; gli obblighi di informativa di cui all’articolo 22 della legge 22 maggio 2017, n. 81, sono assolti in via telematica anche ricorrendo alla documentazione resa disponibile sul sito dell’Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro;
s) qualora sia possibile, si raccomanda ai datori di lavoro di favorire la fruizione di periodi di congedo ordinario o di ferie;
t) con apposito provvedimento dirigenziale è disposta, in favore dei candidati che non hanno potuto sostenere le prove d’esame in ragione della sospensione di cui all’articolo 1, comma l, lettera f) del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 25 febbraio 2020, la proroga dei termini previsti dagli articoli 121 e 122 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285;
u) tenuto conto delle indicazioni fornite dal Ministero della salute, d’intesa con il coordinatore degli interventi per il superamento dell’emergenza coronavirus, le articolazioni territoriali del Servizio sanitario nazionale assicurano al Ministero della giustizia idoneo supporto per il contenimento della diffusione del contagio del COVID-19, anche mediante adeguati presidi idonei a garantire, secondo i protocolli sanitari elaborati dalla Direzione generale della prevenzione sanitaria del Ministero della salute, i nuovi ingressi negli istituti penitenziari e negli istituti penali per minorenni. I casi sintomatici dei nuovi ingressi sono posti in condizione di isolamento dagli altri detenuti, raccomandando di valutare la possibilità di misure alternative di detenzione domiciliare, I colloqui visivi si svolgono in modalità telefonica o video, anche in deroga alla durata attualmente prevista dalle disposizioni vigenti. In casi eccezionali può essere autorizzato il colloquio personale, a condizione che si garantisca in modo assoluto una distanza pari a due metri, Si raccomanda di limitare i permessi e la libertà vigilata o di modificare i relativi regimi in modo da evitare l’uscita e il rientro dalle carceri, valutando la possibilità di misure alternative di detenzione domiciliare;
v) l’apertura dei luoghi di culto è condizionata all’adozione di misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro di cui all’allegato 1, lettera d). Sono sospese le cerimonie civili e religiose, ivi comprese quelle funebri;
z) divieto assoluto di mobilità dalla propria abitazione o dimora per i soggetti sottoposti alla misura della quarantena ovvero risultati positivi al virus.

ART. 3
(Misure di informazione e prevenzione sull’intero territorio nazionale)
1. Sull’intero territorio nazionale si applicano altresì le seguenti misure:
a) il personale sanitario si attiene alle appropriate misure di prevenzione per la diffusione delle infezioni per via respiratoria previste dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e applica le indicazioni per la sanificazione e la disinfezione degli ambienti previste dal Ministero della salute;
b) è fatta espressa raccomandazione a tutte le persone anziane o affette da patologie croniche o con multimorbilità ovvero con stati di immunodepressione congenita o acquisita, di evitare di uscire dalla propria abitazione o dimora fuori dai casi di stretta necessità e di evitare comunque luoghi affollati nei quali non sia possibile mantenere la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, di cui all’allegato l, lettera d);
c) si raccomanda di limitare, ove possibile, gli spostamenti delle persone fisiche ai casi strettamente necessari;
d) ai soggetti con sintomatologia da infezione respiratoria e febbre (maggiore di 37,50 C) è fortemente raccomandato di rimanere presso il proprio domicilio e di limitare al massimo i contatti sociali, contattando il proprio medico curante;
e) nei servizi educativi per l’infanzia di cui al decreto legislativo 13 aprile 2017, n, 65, nelle scuole di ogni ordine e grado, nelle università, negli uffici delle restanti pubbliche amministrazioni, sono esposte presso gli ambienti aperti al pubblico, ovvero di maggiore affollamento e transito, le informazioni sulle misure di prevenzione igienico sanitarie di cui all’allegato l;
f) i sindaci e le associazioni di categoria promuovono la diffusione delle informazioni sulle misure di prevenzione igienico sanitarie di cui all’allegato 1 anche presso gli esercizi commerciali;
g) è raccomandato ai comuni e agli altri enti territoriali, nonché alle associazioni culturali e sportive, di offrire attività ricreative individuali alternative a quelle collettive interdette dal presente decreto, che promuovano e favoriscano le attività svolte all’aperto, purché svolte senza creare assembramenti di persone ovvero svolte presso il domicilio degli interessati;
h) nelle pubbliche amministrazioni e, in particolare, nelle aree di accesso alle strutture del servizio sanitario, nonché in tutti i locali aperti al pubblico, in conformità alle disposizioni di cui alla direttiva del Ministro per la pubblica amministrazione 25 febbraio 2020, n. 1, sono messe a disposizione degli addetti, nonché degli utenti e visitatori, soluzioni disinfettanti per l’igiene delle mani;
i) nello svolgimento delle procedure concorsuali pubbliche e private sono adottate opportune misure organizzative volte a ridurre i contatti ravvicinati tra i candidati e tali da garantire ai partecipanti la possibilità di rispettare la distanza di almeno un metro tra di loro, di cui all’allegato 1, lettera d);
l) le aziende di trasporto pubblico anche a lunga percorrenza adottano interventi straordinari di sanificazione dei mezzi;
m) chiunque, a partire dal quattordicesimo giorno antecedente la data di pubblicazione del presente decreto, abbia fatto ingresso in Italia dopo aver soggiornato in zone a rischio epidemiologico, come identificate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, deve comunicare tale circostanza al Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria competente per territorio nonché al proprio medico di medicina generale ovvero al pediatra di libera scelta, Le modalità di trasmissione dei dati ai servizi di sanità pubblica sono definite dalle regioni con apposito provvedimento, che indica i riferimenti dei nominativi e dei contatti dei medici di sanità pubblica; ove contattati tramite il numero unico dell’emergenza 112 o il numero verde appositamente istituito dalla regione, gli operatori delle centrali comunicano generalità e recapiti per la trasmissione ai servizi di sanità pubblica territorialmente competenti.
2. L’operatore di sanità pubblica e i servizi di sanità pubblica territorialmente competenti provvedono, sulla base delle comunicazioni di cui al comma 1, lettera m), alla prescrizione della permanenza domiciliare, secondo le modalità di seguito indicate:
a) contattano telefonicamente e assumono informazioni, il più possibile dettagliate e documentate, sulle zone di soggiorno e sul percorso del viaggio effettuato nei quattordici giorni precedenti, ai fini di una adeguata valutazione del rischio di esposizione;
b) accertata la necessità di avviare la sorveglianza sanitaria e l’isolamento fiduciario, informano dettagliatamente l’interessato sulle misure da adottare, illustrandone le modalità e le finalità al fine di assicurare la massima adesione;
c) accertata la necessità di avviare la sorveglianza sanitaria e l’isolamento fiduciario, l’operatore di sanità pubblica informa inoltre il medico di medicina generale o il pediatra di libera scelta da cui il soggetto è assistito anche ai fini dell’eventuale certificazione ai fini INPS (circolare INPS HERMES 25 febbraio 20200000716 del 25 febbraio 2020);
d) in caso di necessità di certificazione ai fini INPS per l’assenza dal lavoro, si procede a rilasciare una dichiarazione indirizzata all’INPS, al datore di lavoro e al medico di medicina generale o al pediatra di libera scelta in cui si dichiara che per motivi di sanità pubblica è stato posto in quarantena, specificandone la data di inizio e fine.
3, L’operatore di sanità pubblica deve inoltre:
a) accertare l’assenza di febbre o altra sintomatologia del soggetto da porre in isolamento, nonché degli altri eventuali conviventi;
b) informare la persona circa i sintomi, le caratteristiche di contagiosità, le modalità di trasmissione della malattia, le misure da attuare per proteggere gli eventuali conviventi in caso di comparsa di sintomi;
c) informare la persona circa la necessità di misurare la temperatura corporea due volte al
giorno (la mattina e la sera).
4. Allo scopo di massimizzare l’efficacia della procedura sanitaria è indispensabile informare sul significato, le modalità e le finalità dell’ isolamento domiciliare al fine di assicurare la massima adesione e l’applicazione delle seguenti misure:
a) mantenimento dello stato di isolamento per quattordici giorni dall’ultima esposizione;
b) divieto di contatti sociali;
c) divieto dì spostamenti e viaggi;
d) obbligo di rimanere raggiungibile per le attività di sorveglianza. 5. In caso di comparsa di sintomi la persona in sorveglianza deve:
a) avvertire immediatamente ilmedìco di medicina generale o il pediatra di libera scelta e l’operatore di Sanità Pubblica;
b) indossare la mascherina chirurgica fornita all’avvio della procedura sanitaria e allontanarsi dagli altri conviventi;
c) rimanere nella propria stanza con la porta chiusa garantendo un’adeguata ventilazione
naturale, in attesa del trasferimento in ospedale, ove necessario,
6. L’operatore di sanità pubblica provvede a contattare quotidianamente, per avere notizie sulle condizioni di salute, la persona in sorveglianza. In caso di comparsa di sintomatologia, dopo aver consultato il medico di medicina generale o il pediatra di libera scelta, il medico di sanità pubblica procede secondo quanto previsto dalla circolare n, 5443 del Ministero della salute del 22 febbraio 2020, e successive modificazioni e integrazioni,
7. Su tutto il territorio nazionale è raccomandata l’applicazione delle misure di prevenzione igienico sanitaria di cui all’allegato 1.
ART. 4
(Monitoraggio delle misure)
l. Il prefetto territorialmente competente, informando preventivamente il Ministro dell’interno, assicura l’esecuzione delle misure di cui all’articolo l, nonché monitora l’attuazione delle restanti misure da parte delle amministrazioni competenti. Il prefetto, ove occorra, si avvale delle forze di polizia, con il possibile concorso del corpo nazionale dei vigili del fuoco, nonché delle forze armate, sentiti i competenti comandi territoriali, dandone comunicazione al Presidente della regione e della provincia autonoma interessata.
2. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, il mancato rispetto degli obblighi di cui al presente decreto è punito ai sensi dell’articolo 650 del codice penale, come previsto dall’articolo 3, comma 4, del decreto-legge 23 febbraio 2020, n, 6.

ART. 5
(Disposizioni finali)
1. Le disposizioni del presente decreto producono effetto dalla data dell’8 marzo 2020 e sono efficaci, salve diverse previsioni contenute nelle singole misure, fino al 3 aprile 2020.
2. Le misure di cui agli articoli 2 e 3 si applicano anche ai territori di cui all’ articolo 1, ove per tali territori non siano previste analoghe misure più rigorose.
3. Dalla data di efficacia delle disposizioni del presente decreto cessano di produrre effetti i decreti del Presidente del Consiglio dei ministri IO marzo e 4 marzo 2020.
4. Resta salvo il potere di ordinanza delle Regioni, di cui all’articolo 3, comma 2, del decreto-legge 23 febbraio 2020, n, 6,
5. Le disposizioni del presente decreto si applicano alle Regioni a statuto speciale e alle Province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con i rispettivi statuti e le relative norme di attuazione.

MOD.3
Allegato 1
Misure igienico-sanitarie:
a) lavarsi spesso le mani. Si raccomanda di mettere a disposizione in tutti i locali pubblici, palestre, supermercati, farmacie e altri luoghi di aggregazione, soluzioni idroalcoliche per il lavaggio delle
mam;
b) evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute;
c) evitare abbracci e strette di mano;
d) mantenimento, nei contatti sociali, di una distanza interpersonale di almeno un metro;
e) igiene respiratoria (starnutire e/o tossire in un fazzoletto evitando il contatto delle mani con le secrezioni respiratorie);
f) evitare l’uso promiscuo di bottiglie e bicchieri, in particolare durante l’attività sportiva; g) non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani;
11) coprirsi bocca e naso se si starnutisce o tossisce;
i) non prendere farmaci antivirali e antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico; I) pulire le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol;
m)usare la mascherina solo se si sospetta di essere malati o se si presta assistenza a persone malate,
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ECONOMIST SAPEVA PRIMA? Il sospetto di un lettore

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   7 Marzo 2020 

La copertina di quest’anno ‘The World in 2020′  (uno speciale che esce a fine 2019) è già, anche visivamente, di tipo enigmistico, è infatti una tavola composta di sole lettere e numeri, senza immagini, una specie di quadrato magico composto interamente da lettere nere, fatta eccezione per il numero dell’anno in oggetto: 2020, che è in rosso/verde, e dalla parola VISION composta da lettere rosse. Lasciamo per un attimo le lettere nere e le parole che compongono e prendiamo in considerazione la data in cifre rosso/verdi e la scritta VISION in rosso. La data 2020 si trova all’ 11° posto, contando le lettere nere da sinistra a destra, ed ha i colori della bandiera Italiana (il bianco, che ve lo dico a fare). Certo: il rosso (il bianco) e il verde sono i colori di tante altre bandiere: Iran, Messico, Bulgaria etc. , ma proviamo a vedere la cosa come sei fossero stati usati per fare riferimento alla nostra bandiera. Sono però al contrario, la bandiera italiana è VERDE (bianco) ROSSA mentre la data 2020 è rosso/verde. Forse questo vuole indicare che la data, che fa riferimento al tricolore italiano, può essere letta anche al contrario, e nel tal caso la cifra dell’anno 2020, letta al contrario, indica la data, palindroma, 02 02 (2020, ovviamente): Due Febbraio Duemilaventi. Il Due Febbraio Duemilaventi, in Italia, precisamente all’ospedale Spallanzani di Roma, viene isolato il Corona-Virus dalla ricercatrice Francesca Colavita, insieme a Concetta Castilletti (colavita – castilletti, CC, 33), coordinate da Rosaria Capobianchi (c’è sempre un fiore): una donna -anzi tre donne- come si usa da #MeToo in poi.
Ma andiamo avanti nell’analisi della tavola dell’Economist come non sapessimo dell’isolamento del virus allo Spallanzani di Roma: abbiamo comunque una data, 02-02-2020 ed il tricolore italiano. Adesso consideriamo la parola VISION in rosso: contando le lettere nere da sinistra a destra, questa volta partendo dalla data che abbiamo già analizzato: la parola VISION si trova esattamente al 66° posto, significa però che la sessantaseiesima lettera dopo la data 2020 non è una lettera, ma un altro numero, perché VI (di VISION) è un sei in numeri latini, ed un 6 al 66° posto è un bel 666. VI è quindi la chiave del rebus. Adesso non vi resta che prendere la chiave VI e metterla davanti all’ultima parola della tavola ed avrete la soluzione del rebus, che, come indicano gli unici colori usati nella tavola, sarà in lingua italiana.
Soluzione del rebus:
02-02-2020 Virus Sia
Oppure, tenendo anche la e di nightingale che precede l’ultima parola della tavola: 02-02-2020 E VIRUS SIA

Se vogliamo, possiamo anche intravvedere “Trump exit” – Exitus?

Le copertine dello speciale annuale di Economist, con le prospettive dell’anno che  si apre, hanno spesso immagini criptico-occultiste.

“Queste copertine sono spesso piene di simbolismo dell’élite occulta, mescolato a messaggi sottili sui molti modi in cui l’elite controlla le masse” 
https://coercioncode.com/2019/01/06/the-hidden-cryptic-messages-on-the-cover-of-the-economist-2019/