NORD: MASSIMO INQUINAMENTO D’EUROPA + TAGLI SANITÀ + INFLUENZA = 3.400 MORTI —– UNA SOCIETA’ DELLA RECLUSIONE E PUNIZIONE —— LA STORIA NERISSIMA – E IGNORATA – DI CHI CI HA PORTATO FIN QUI

https://fulviogrimaldi.blogspot.com/2020/03/nord-massimo-inquinamento-deuropa-tagli.html

MONDOCANE

VENERDÌ 20 MARZO 2020

 

Fear=paura

Una (sola)voce dal sen fuggita

“Essere eretici. Avere il coraggio e la modestia di mettere in discussione tutto e onorare il dubbio”. Questa è un’infezione che fa ammalare il 10% degli infettati e provoca la morte non come causa primaria” (Maria Rita Gismondo, direttore Microbiologia clinica e Virologia Ospedale Sacco, Milano). Ma la Polizia Postale sta arrivando….

E meno male che c’è l’ISS, antidoto ai mediauntori

https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/bollettino/Report-COVID-2019_17_marzo-v2.pdf Rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità, momento eccezionale di sobrietà contro i trombettieri e tamburoni dell’OMS e suoi banditori. Non risulta epidemia da Coronavirus. Gli autori del rapporto verranno puniti per fake news?? Gli manderanno l’esercito? Oppure, a neutralizzare questi sabotatori, arriverà l’anatema dell’uomo-vaccino Burioni, o dell’uomo OMS, Ricciardi, se questa trova un attimo fuori dagli schermi?

Ma se la Cina, ma se i sanitari…

Registrato che al 20 marzo in Italia siamo a oltre 3000 morti di polmonite, cardiopatie, tumore, diabete, epatite, influenza normale (sempre meno degli altri anni, secondo l’Istituto Superiore di Sanità), tutti attribuiti dai solerti contabili della Protezione Civile e dai propagandisti mediatici al Covid-19, invece responsabile solo dell’08% (ISS)), per prima cosa rispondo ad alcune obiezioni e contestazioni. I gentili interlocutori alla mia serie di articoli sull’imbroglio Covid-19 dubitano di un’operazione truffaldina. Citano la fortissima reazione della Cina e i dati catastrofici del collasso sanitario italiano (non quella di altri paesi, meno isterici, più che meglio dotati, peraltro). Intanto sappiano che, grazie all’ISS, finalmente si è fatto un confronto col passato. Se all’inverno ‘19-‘20 siamo a 3000 decessi, di cui solo lo 0,8 di diretta derivazione coronavirus, la media deli altri anni è di 7/8.000, di cui mezzo migliaio circa, meno del 10%, causati direttamente dal virus. Vale a dire senza la causa primaria di cui parla la Dr. Gismondo (l’Olimpo ce la preservi!), che invece è polmonite, epatite, tumore, ischemia, età.

Più sei inquinato, più muori. Di covid-19?

Più inquinati d’Italia e d’Europa, più morti di influenza

https://www.byoblu.com/2020/03/17/inquinamento-atmosferico-il-convitato-di-pietra-di-cui-nessuno-parla-loretta-bolgan-byoblu24/

Il link qui sopra, confortato da illustri e onesti scienziati (ci sono anche gli illustri non troppo onesti), ci spiega perché nel Lombardoveneto, Valle del Po, regione di governatori che davano la colpa ai cinesi che mangiano topi vivi e si beccano i virus dai pipistrelli, ci si accalca di più negli ospedali e si muore di più. Semplicissimo. Si tratta della zona a più alta e demenziale concentrazione di industrie e grandi opere a fortissimo inquinamento da polveri sottili, del quale ogni anno muoiono oltre 40.000 persone. Una popolazione oggi, con tale rischio sistemico e conseguente abbassamento delle difese immunitarie, ancora più facile preda dell’influenza, visto che, nel bergamasco, bresciano, la Bassa, decine di migliaia, quasi solo anziani, soffrono di broncopatie, insufficienze respiratorie, cardiopatie tumori, tutto da smog.

 A questo proposito resta di un cinismo terroristico efferato la sfilata di decine di mezzi militare che da Bergamo portano via le bare di morti che non avrebbero potuto essere gestite in quella città. Sarebbe bastato un solo camion funebre. Ma si doveva dare spettacolo. A parte che a Bergamo c’è un solo forno crematorio, che le cerimonie sono state proibite e che i morti vi si sono stati ammassati per giorni, senza essere smistati, ecco che si crea l’emergenza. E l’epidemia. Approfondirò la questione inquinamento, particolato, polveri sottili, nel prossimo post sul programmato smantellamento della sanità italiana. Con conseguenti benefici per Big Pharma.

Cina, concentrazione industriale, carbone, inquinamento, 5G

Wuhan

E allora, la Cina? Quanto a smog il discorso, lo si sa, non cambia molto. In più a Wuhan si è realizzata la massima concentrazione sperimentale del 5G, la connessione di quinta generazione che richiede, essendo a onde cortissime, milioni di antenne ravvicinate e decine di migliaia di satelliti e, come denunciano migliaia di scienziati sbigottiti, conseguente bombardamento elettromagnetico e abbassamento delle difese immunitarie. Dice, però la Cina ha preso misure eccezionali, rigorosissime. Già, lasciando la storia dei topi e pipistrelli agli scemi del Lombardoveneto, Pechino ha colto l’occasione per porre in opera una gigantesca difesa contro un’aggressione batterio-virologica. Virtuale, ma sempre possibile da parte di un nemico che, dall’agente Orange in Vietnam al fosforo su Falluja e al progetto MK-Ultra della Cia, anni ’50 e ’60, con lo spargimento di sostanze chimiche nelle metropolitane delle maggiori città Usa, ha dimostrato tutta la sua capacità di provocare stermini.

Qualche fatto su come è partito tutto

Gli è che i cinesi sapevano già quanto sta trasparendo da noi solo oggi. Che nell’autunno scorso il più importante centro Usa per le ricerche sulle armi biologiche, Fort Detrick, nel Maryland, fu chiuso (e lo è tuttora), per una perdita di sostanze pericolose. Tutti gli addetti in quarantena. Che, più o meno nello stesso periodo, Bill Gates finanziò alla John Hopkins University una simulazione di pandemia da Coronavirus che avrebbe ucciso milioni di persone. Che duecento militari Usa a ottobre si trovarono a Wuhan per i Giochi Olimpici Militari. Trarne motivo per una mega-operazione di controllo dell’epidemia scoppiata a Wuhan e rimasta sostanzialmente lì, parrebbe cosa ragionevole. E riuscita.

Tanto, che oggi i cinesi corrono in aiuto a mezzo mondo colpito da un virus, con ogni probabilità, di origine americana. Intanto Washington pretende che un possibile vaccino tedesco venga riservato ai soli Usa e ordina a mezzo mondo di impedire che tamponi, mascherine e farmaci giungano ai reprobi di Iran e Venezuela. Intanto noi abbiamo avuto la grazia di spedire 500mila tamponi, mancanti ai nostri sanitari, agli Stati Uniti, tramite aereo USAF da Aviano! Ci vuole altro per capire dove dovremmo fuggire?

Tamponare tutti, tampinare ognuno. E senza esercito che Stato di Polizia è?

”il manifesto” eccelle

Gli inetti, buffoni, arraffoni, e perciò famelici di “Pieni Poteri”, che dettano al Conte per ogni stagione (giallo-verde, giallo-rosa, giallo-nera) norme “più stringenti, drastiche, severe, rigorose”, hanno ottenuto, nel paese con più polizie per cittadino d’Europa, che ci venisse addosso anche l’esercito. Totalmente inutile, come prima, quando soldati smarriti e annoiati giravano su se stessi negli ingressi di metro e stazioni, ma servivano a preoccuparti. E questo è niente.

La National Security Agency (NSA), cupola dell’Intelligence Usa, il cui spionaggio universale ci fu rilevato da Edward Snowden, ci fa un baffo. Grazie al virus, ai cellulari e alle celle telefoniche, ora saremo tutti indistintamente sorvegliati, monitorati negli spostamenti e nelle abitudini di vita. E se sgarriamo, zac!, ci saranno le misure “più stringenti, più rigorose, più severe”. Con sulla testa la spada di Damocle dello spostamento dal carcere domestico a quello statale, ciò che ci rasserena è che si provvederà a coronavirusarci tutti. Basta un tampone, due linee di febbre e stai nel novero che serve.

Tele-tutto. Il corpo fermo va a male. Tanto non serve.

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O perché particolarmente zelante, o perché più aggiornato dal Conte Pippo, un carabiniere, alla mia esibizione dell’autocertificazione con scritto “spesa”, da fare a 200 metri da lì, mi ha così redarguito: “La spesa se la faccia portare a casa”. Ecco ci siamo: il teletutto ha vinto e Amazon e compari, che già tenevano in mano mezzo globo (esclusi russi, cinesi e i Guarany del Brasile) e avevano da soli più ricchezza di metà umanità, hanno fatto un’altra decina di pioli della scala verso il dominio assoluto. Da telestudio a telelavoro a telesesso a telecalcio a telecena a telefamiglia (da stanza a stanza, via whatsapp, skype, citofono), a teletutto, a televita. Missione compiuta. C’era perfino il telepartito, s’è visto com’è finito. Missione compiuta.

Poi magari ci sarà la moria da colesterolo, ipertensione, obesità, demenza senile, per mancanza di movimento e medici, ma, tranquilli, andrà tutto sullo stesso conto. E tutto questo, viene ordinato dalla scienza (certa scienza) a colui che si presta a caudillo di turno, come gli industriali ordinarono a Salandra il massacro e l’esecuzione dei renitenti e disertori nel 1915. Solo che allora le fucilazioni colpirono chi si rifiutava al truffaldino massacro. Oggi, multe e galera sono minacciati a chi gira l’angolo da casa sua. Per la soddisfazione dei buoni e bravi che ballano e cantano sui balconi. Un popolo di lemmings.

Un 2020 come il 1915. Conte come Salandra

E se non ti fidi, accendi la tv, affacciati sui giornali e fatti convincere dalle orripilanti immagini di pazienti con gli occhi sbarrati, boccheggianti sotto il respiratore che ti farfugliano “resta in casa!” Ma ti solleva subito dallo sgomento il/la lieta esperta, il/la velina, il/la cantante, il/la signora dal balcone, il/la ministra, che ti certificano che siamo i più bravi del mondo, un modello copiato da tutti gli imbecilli ritardatari, una specie di Piave davanti alla Caporetto di tutti gli altri che continuano ad andare al bar e a spasso e a congiungersi carnalmente, o via mano, o via altri strumenti corporei. Già, il Piave. Quando una manica di generali e ministri celebravano a champagne il massacro di oltre 600.000 concittadini loro subordinati. Macelleria evitabile e, dunque, servita a lanciare una rivoluzione industriale in ritardo sugli altri. Proprio così oggi, che ci vede travolti e ammutoliti dalla quarta rivoluzione capitalista, nella quale “ci pensano i tecnici”. La Storia, si sa, si ripete. Soprattutto per coloro che, a forza di “giornate della memoria” e “giornate del ricordo”, si sono giocati, o che si sono fatti giocare, la memoria.

Big Pharma, cosa ci è voluto per arrivare al comando

Ora, amici, mi dilungo. Potrete procedere a puntate. Ma sono fatti che è utile conoscere, perché sono quelli, tra altri, che ci hanno portato nella situazione di oggi e che ci aiutano a capire. Vado rapido e per titoli.

A capo di tutto il pastrocchio farmaceutico c’è l’OMS. L’OMS è strettamente intrecciata alle compagnie farmaceutiche che campano di malattie. Dirigenti di queste vanno a lavorare in media per due anni all’OMS. Per poi tornare alle società, “meglio qualificati”, per continuare a finanziare l’OMS “amica”. Curioso, sbalorditivo, agghiacciante: sei mesi fa, a settembre, l’OMS pubblica un report in cui praticamente annuncia una pandemia-fine-del-mondo: “C’è una minaccia molto reale di una pandemia in rapido movimento, altamente letale, di un agente patogeno respiratorio che uccide da 50 a 80 milioni  di persone e spazza via quasi il 5% dell’economia mondiale”. Sei mesi fa! Quando neanche l’ombra di un Covid-19 era stato, ufficialmente, neanche immaginato. Fate voi.

Dal Talidomide dei bambini deformi, all’AZT che uccide gli affetti da HIV

Battesimo del fuoco. Nel 1968 sono ad Aquisgrana per Paese Sera a seguire il processo alla Gruenenthal GmbH che dal 1950 produce per donne incinte il Talidomide, un farmaco che nel tempo produrrà nella sola Germania 2625 bambini deformi, perlopiù senza braccia, come quelli iracheni da Uranio Usa. Sapevano e hanno continuato a commercializzarlo. Nel 2009 l’OMS dichiara pandemia il virus H1N1. Causò 10mila morti. L’influenza stagionale uccide ogni anno 500mila persone. Fu la direttrice dell’OMS, Margaret Chan, a dichiarare la pandemia e a ordinare a Big Pharma milioni di vaccini, inutilizzati. 2014, Takeda Pharmaceutical e Eli Lilly &Co., statunitensi, multate per 9 miliardi di dollari per aver nascosto l’effetto cancerogeno del farmaco Actos per diabetici. Nel 1964 la Burroughs Wellcome crea il farmaco AZT, un topicida. Quando scoppia l’AIDS, viene utilizzato per curare i malati. Tutti i luminari lo prescrivono. Si oppongono tre premi Nobel, ma non sono ascoltati. L’AZT non uccide il virus, indebolisce il paziente e provoca altri cancri. E’ esso a uccidere migliaia di persone dalle immunodifese scassate, non l’AIDS. Viene tolto di mezzo solo nel 1996. La curva delle morti attribuite all’AIDS precipita. Del resto, che è ‘sto HIV che non è masi stato isolato?

La fabbrica dei malati

Sorvoliamo sulla pillola contro la timidezza, quella contro l’eccessiva, o l’insufficiente vitalità dei bambini, quella contro la fame (anfetamina killer) e altre invenzioni che hanno fatto della popolazione occidentale la più medicata e più malata del mondo. A un aumento del tutto virtuale di pazienti, pure del tutto virtuali, ma origine di giganteschi profitti per i produttori di farmaci, sono certe procedure degli enti legati al farmaco che cambiano i connotati a soglie oltre le quali si sarebbe malati e si spenderebbe per curarsi. Ecco le modifiche imposte negli ultimi anni. Pressione: prima, ipertesi con valori superiori a 160-90; oggi con valori superiori a 120-80. Finiamo ipertesi uno su due. Trigliceridi: prima troppo alti da 200mg, oggi da 150. Colesterolo: prima pericoloso da 240mg, oggi deve stare sotto i 200. E le vendite crescono del 3.200% . Poi si scopre che gli “scienziati” nei pannelli che stabiliscono questi limiti hanno tutti ricevuto finanziamenti da Big Pharma, da Myers Squibb, a Pfizer, da GlaxoSmithKline a Merck, da Novartis a Solvay.

Tamiflu e altri fiaschi

La Roche, colosso svizzero, acquista dall’americana Gilad Sciences, direttore e azionista Donald Rumsfeld (neocon ministro della Difesa al tempo della guerra all’Iraq), i diritti dello sfruttamento dell’antivirale Tamiflu, riconosciuto e promosso dall’OMS per combattere l’influenza dei polli (Aviaria). Il farmaco è un successo mondiale. Tra il 2004 e il 2006 gli stabilimenti lavorano h 24 per soddisfare la richiesta. Gli stati investono miliardi di dollari nel vaccino. Che resterà per lo più inutilizzato. La sua efficacia è quasi nulla, lo dichiarano i centri di ricerca più qualificati. Aggiunge poco al tradizionale latte e miele. L’aviaria fa massacrare 180 milioni di poveri polli, con le relative perdite per gli allevatori e tutta la filiera. Di morti umane ce ne sono….100. Nel 2013, l’altro gigante, Merck ammette di aver inoculato nella popolazione di tutto il mondo virus del cancro per mezzo dei vaccini (intervista alla TV pubblica Boston WGBH, documentario “In Lies we trust”). Il vaccino Marck, venduto soprattutto al Sud del mondo, conteneva l’ormone B-hCG, un anti-fertile cancerogeno. Nelle sole Filippine 3,5 milioni di donne hanno fatto uso del vaccino.

Frodi e crimini

A Milano, nel luglio dell’anno scorso, vengono indagati per frodi scientifiche sette eminenti professori e meritorie istituzioni per la ricerca sul cancro. Sono accusati di aver taroccato documentazioni scientifiche per poter pubblicare i loro lavori su prestigiose riviste scientifiche, cosa che esalta il valore professionale degli autori.e procura fondi ai loro istituti.

La Johnson & Johnson (borotalco ecc.), avendo già subito migliaia di denunce per il contenuto di amianto scoperto nel proprio borotalco per neonati e che provoca tumori vari, compreso quello alle ovaie, viene condannata nel Missouri a pagare 4,69 miliardi di danni a 22 donne e alle loro famiglie. Le azioni di J&J crollano quando si apprende che i suoi dirigenti erano al corrente, tra il 1971 e il 2000, che quantitativi di amianto erano stati trovati nei loro talchi. Assassini come quelli del Talidomide.

Altre perle di una collana senza fine. 68.000 medici negli Usa corrotti per 46 milioni di dollari complessivi da potenti ditte farmaceutiche perché prescrivessero oppiacei, compresa eroina, che inducono dipendenza e morte. Il cartello Roche-Novartis faceva pagare allo Stato italiano, sollecitato dall’Agenzia del Farmaco, mille euro il farmaco Lucentis per la maculopatia, quando ne esisteva uno perfettamente uguale, l’Avastin, dal costo di 80.

Anche attraverso le donazioni ai politici, come, nel caso delle elezioni del 2016, i 9,6 milioni ai candidati, di cui oltre un terzo alla favorita di Big Pharma, Hillary Clinton, attraverso il lobbying ricco e pressante sulle istituzioni nazionali, europee e internazionali, i rapporti professionali e finanziari stretti con l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’industria multinazionale farmaceutica controlla quasi completamente la scienza. Quella che, a dispetto di questa montagna di delitti e misfatti, oggi detta alla politica i provvedimenti che riguardano le condizioni fondamentali della nostra vita e libertà. Per le violazioni dei quali, ogni giorno si stabiliscono punizioni più pesanti.

Vedremo in che modo in Italia e nella UE si è provveduto a spianare la strada a questa nuova forma orwelliana di governo della società. Intanto vediamo chi fa dell’umorismo di regime e chi no.

Pubblicato da Fulvio Grimaldi alle ore 19:31

Virano: nonostante il corona virus avanti tutta col TAV

https://www.notav.info/senza-categoria/virano-nonostante-il-corona-virus-avanti-tutta-col-tav/?fbclid=IwAR32_3riklyecGBnuwlRhT1tTdGskjhbYt7_xjyp40eucBH-QhQa4aoEDvA

notav.info

Newspost — 19 Marzo 2020 at 13:07

Pochi giorni fa era arrivata la notizia della chiusura del cantiere del tunnel esplorativo per il TAV a causa del Corona virus. Al ricevere la notizia, avevamo modestamente fatto la proposta di lasciarlo arrugginire per sempre per farne un monumento alla stupidità umana. Perché un’epoca in cui la velocità delle merci veniva prima della salute delle persone non torni mai più.

Queste sono le parole pronunciate da un irresponsabile quanto arrogante Mario Virano, direttore di TELT, la società incaricata di costruire il TAV, nel commentare la notizia: “L’opera nonostante tutto va avanti: entro fine mese ci sarà la firma a Bruxelles sull’accordo per i finanziamenti e a fine aprile le offerte per il bando di gara per il tunnel di base lato francese”.  Come se far arrivare le olive ascolane in mezz’ora di meno a Lione (cit.) costituisse una attività essenziale.

Ma davvero i signori del TAV sono così FUORI DAL MONDO da non rendersi conto di cosa sia successo in Italia, in Francia e in tutta Europa nelle ultime settimane?

Davvero pensano che possa avere futuro una seconda linea AV tra Torino e Lione lunga 67 km e che per OGNI METRO costa come 110 giorni di terapia intensiva?

Davvero non hanno capito che niente sarà più come prima, A PARTIRE DALLA VAL DI SUSA?

VIRUS: SCATTA LA COLPEVOLIZZAZIONE DEI CITTADINI

https://www.italia.attac.org/virus-scatta-la-colpevolizzazione-dei-cittadini/?fbclid=IwAR3Ww8vtqWyHk6whk1lRN8l1608vn4mR0ZkTsyw3XO9DbxqnAbda5lHAM8A

di Marco Bersani

Una delle strategie più efficaci messe in campo dai poteri forti durante ogni emergenza consiste nella colpevolizzazione delle persone, per ottenere dalle stesse l’interiorizzazione della narrazione dominante su ciò che accade, al fine di evitare qualsiasi ribellione verso l’ordine costituito.

É una strategia ampiamente messa in campo nell’ultimo decennio con lo shock del debito pubblico, presentato alle persone come la conseguenza di vite dissennate, vissute al di sopra delle proprie possibilità, senza alcuna responsabilità verso le generazioni future.

Lo scopo era evitare che la frustrazione per il peggioramento delle condizioni di vita di ampie fasce di popolazione si trasformasse in rabbia verso un modello che aveva anteposto gli interessi delle lobby finanziarie e delle banche ai diritti delle persone.

É una strategia che si sta ora dispiegando nella fase più critica dell’epidemia prodotta dal virus Covid19.

L’epidemia ha reso il re nudo e ha dimostrato tutti gli inganni della dottrina liberista.

Un sistema sanitario come quello italiano, fino a un decennio fa tra i migliori al mondo, è stato fatto precipitare sull’altare del patto di stabilità: tagli da 37 miliardi complessivi e una drastica riduzione del personale (-46.500 fra medici e infermieri), con il brillante risultato di aver perso più di 70.000 posti letto, che, per quanto riguarda la terapia intensiva di drammatica attualità, significa essere passati dai 922 posti letto ogni 100mila abitanti nel 1980 ai 275 nel 2015.

Tutto questo dentro un sistema sanitario progressivamente privatizzato e, quando anche pubblico, sottoposto ad una torsione aziendalista con l’ossessione del pareggio di bilancio.

É quasi paradigmatico che il re sia visto nudo a partire dalla Lombardia, considerata l’eccellenza sanitaria italiana e ora messa alle corde da un’epidemia che, nella drammaticità di queste settimane, ha dimostrato l’intrinseca fragilità di un modello economico-sociale interamente fondato sulla priorità dei profitti d’impresa e sulla preminenza dell’iniziativa privata.

Può essere messo in discussione questo modello, con il rischio che, a cascata, l’intero castello di carte della dottrina liberista crolli? Dal punto di vista dei poteri forti, è inaccettabile.

Ed ecco scattare la fase della colpevolizzazione dei cittadini.

Non è il sistema sanitario, de-finanziato e privatizzato, a non funzionare; non sono i folli decreti che, da una parte, tengono aperte le fabbriche (e addirittura incentivano con un bonus la presenza sul lavoro), e dall’altra riducono i trasporti, facendo diventare le une e gli altri luoghi di propagazione del virus; sono i cittadini irresponsabili che si comportano male, uscendo a passeggiare o a fare una corsa al parco a inficiare la tenuta di un sistema di per sé efficiente.

Questa moderna, ma antichissima, caccia all’untore è particolarmente potente, perché si intreccia con il bisogno individuale di dare nome e cognome all’angoscia di dover combattere con un nemico invisibile: ecco perché indicare un colpevole ( “gli irresponsabili”), costruendogli intorno una campagna mediatica che non risponde ad alcuna realtà evidente, permette di dirottare una rabbia destinata a crescere con il prolungamento delle misure di restrizione, evitando che si trasformi in rivolta politica contro un modello che ci ha costretto a competere fino allo sfinimento senza garantire protezione ad alcuno di noi.

Continuiamo a comportarci responsabilmente e facciamolo con la determinazione di chi ha da sempre nella mente e nel cuore una società migliore.

Ma iniziamo a scrivere su tutti i balconi “Non torneremo alla normalità, perché la normalità era il problema”.

Coronavirus, ora l’alta Val di Susa ha paura: troppi contagi in pochi giorni

https://www.lastampa.it/torino/2020/03/20/news/coronavirus-ora-l-alta-val-di-susa-ha-paura-troppi-contagi-in-pochi-giorni-1.38615672

Ai due casi di Sestriere e a uno a Bardonecchia, si aggiungono i sei contagiati a Sauze d’Oulx

Coronavirus, ora l’alta Val di Susa ha paura: troppi contagi in pochi giorni

SAUZE D’OULX (TORINO). Le Montagne olimpiche sono diventate un nodo critico? Pare proprio di sì, quanto a meno la situazione è preoccupante a Sauze d’Oulx. Dopo i primi casi segnalati a Sestriere, dove nei giorni scorsi erano risultati positivi al virus una donna milanese, ricoverata a Pinerolo, e un inglese, e a Bardonecchia (positivo un vigile del fuoco della Sitaf), ora l’attenzione si sposta sulla vicina Sauze d’Oulx, dove sono saliti a sei i casi positivi.

E così si comincia ad avere paura, compresi coloro che occupano le seconde case che si erano «rifugiati» quassù prolungando il weekend dell’8 marzo. A Sauze il virus, dopo aver colpito due anziani residenti in frazione Jouvenceaux, ha contagiato anche un maestro di sci e un direttore d’albergo del gruppo Abc. Ai due si aggiunge un cameriere che ha lavorato in un rifugio sulle piste e un pizzaiolo residente però nel vicino comune di Salbertrand, ma che ha lavorato durante la stagione sciistica in un’attività nel centro paese.

Il sindaco Mauro Meneguzzi è chiaramente molto preoccupato ed è al lavoro per reperire mascherine da distribuire alla popolazione. «Per ciò che riguarda il direttore di hotel – spiega Meneguzzi – al Comune non è arrivata ancora la comunicazione da parte dell’Asl. Immagino comunque che la notizia, data dallo stesso gruppo alberghiero, sia attendibile. Per il giovane pizzaiolo, anche se ha lavorato per tutta la stagione da noi, il Comune di competenza è Salbertrand. Lo so – conclude il sindaco che in montagna è forse più difficile, ma il mio appello è chiaramente quello di stare tutti a casa». –

COVID19 CONTAGI IN VAL DI SUSA. TURISMO SPECULATIVO E CANTIERE TAV

https://www.notav.info/post/covid19-contagi-in-val-di-susa-turismo-speculativo-e-cantiere-tav/?fbclid=IwAR2jh44-SGbtnYlM986iu_X9SsTWdhKBR66b8of0qQA_IPOOoZBWtYcqXYU

notav.info

post — 20 Marzo 2020 at 21:23

Lo schifo dello schifo e ora anche il coronavirus…

L’alta valle di Susa e le sue speculazioni.

Possiamo dirlo con serenità, ogni territorio ha il suo schifo e la declinazione del tav Torino Lione ed il suo cantiere di Chiomonte ne sono un esempio. Primo caso di coronavirus in valle di Susa a Chiomonte, un militare di guardia al cantiere. Movida e comportamenti criminali nonostante le zone rosse in Lombardia, in alta valle di Susa, sponsorizzate da amministratori locali e si tav. Di questo stiamo parlando, di comportamenti che stanno distruggendo la vita e l’ambiente uccidendo e sprecando oggi risorse preziosissime per la sanità e il futuro del nostro paese.

Ma riavvolgiamo il nastro.

La valle di Susa è divisa geograficamente in due grandi porzioni. La bassa e media valle di Susa che parte da Torino e arriva a Susa, dove il nuovo progetto dovrebbe correre sopra suolo e dove il movimento no tav è nato. L’alta valle, 50 km che corrono stretti da Susa al confine con la Francia dove la nuova linea neanche si vedrebbe in quanto in galleria tutta quanta scavata prima di toccare il territorio. Nell’alta valle da sempre, sfruttando il territorio sono state devastati i monti per costruire impianti di sci e resort. Avete presente lo sviluppo dolce di alcune valli alpine in trentino? Ecco, tutto il contrario. Villaggi turistici, pulman, navette, affollamento, musica ad alto volume a ogni ora. Poi arriva il progetto tav Torino Lione e i sindaci, benchè no toccati dal progetto, per “vicinato” si sono prestati al giochetto di Telt e tutti di corsa a sostenere la bontà dell’opera. Nelle ultime elezioni comunali spopolava, x nascondersi dal prender posizione il detto “guardiamo oltre”. Tra favorevoli e contrari i più squallidi di tutti si sono inventati una terza posizione, neutra proprio per niente. E giù a elemosinare soldi e favori.  Poi arriva il virus e guarda caso spunta proprio in mezzo a queste vicende. Nel cantiere tav ormai fermo da anni con solo i militari dentro e nella movida si tav delle vacanze da resort sulla neve. E sì, perchè i fenomeni, nonostante ci fosse già il blocco delle scuole da inizio marzo hanno pensato bene di sponsorizzare un ultimo grande fine settimana sulla neve il 7-8 marzo. Gli slogan ancora risuonano e gridano vendetta “La valle di Susa va avanti… in montagna non c’è alcun rischio corona virus”. Mentre a Codogno già si piangeva e a Lodi il dramma avanzava molte località sciistiche avevano chiuso i battenti, consapevoli dei rischi e consigliate dai sanitari. La valle d’Aosta con senso di responsabilità senza nessun dpcm dichiarava chiusa la stagione ma l’alta valle di Susa no, guardava oltre. Ecco dunque spuntare i turisti in fuga da Milano e dalla Lombardia ormai chiusa dallo spettro del virus. Sono due giorni di terrore il 7 e l’8 marzo.

Oggi dopo 15 giorni nei comuni della valle si aprono i centri comunali di emergenza e i casi spuntano come funghi. Possiamo dirlo, meno male che se ne sono andati, ma … l’infezione rimane. Solo le pesanti misure di distanziamento sociale apprese dal popolo cinese stanno ora permettendo di non vedere le persone ammalarsi per le strade contagiandosi a vicenda.Di questo ce ne ricorderemo a tempo debito e non saranno due scuse con delle lacrime di coccodrillo a farla passare liscia di fronte ai morti. Le colpe ci sono e sono gravi. Nuova Torino Lione un’opera inutile per Italia ed Europa da 22 mld di euro di soldi pubblici. Pensiamo a quanti miliardi in pochi giorni per un ko sanitario e facciamoci due domande su dove devono essere investiti questi soldi. Un fine settimana sulla neve, quanti contagi? Quanti morti? Speriamo davvero di non contarne troppi.

Covid-19, Lopalco: “Chi pensa che si potrà tornare a vivere come prima si sta illudendo”

https://www.globalist.it/news/2020/03/23/covid-19-lopalco-chi-pensa-che-si-potra-tornare-a-vivere-come-prima-si-sta-illudendo-2054941.html?www-globalist-it-pub=sunltshjg7afk8ch8g84lr6lth&fbclid=IwAR3xYFyYNKmyHhwHcMQPVzsh5IhEPKMvFpiI3fcuQJfkx9_Fg2ci9L2oXgk

L’epidemiologo: “Questo virus non sparirà fino a quando non avremo il vaccino, e potrebbero volerci anni. Servirà molta cautela”

Pier Luigi Lopalco

Pier Luigi Lopalco

globalist 23 marzo 2020

Quando finirà tutto questo? Quando potremo tornare ‘ad abbracciarci come prima’, per dirla come Giuseppe Conte? È questa la domanda che attanaglia la mente degli italiani e di tutti i paesi colpiti dal Coronavirus. L’irruenza con cui questo mostro è entrato nelle nostre vite ci dà l’illusione che un giorno, forse non tanto lontano, potremo tornare alle nostre vite di prima come per magia, velocemente come siamo entrati in questa crisi. 
Purtroppo, non sarà così. E questa consapevolezza, che già si insinua nella mente delle persone, è bene che sia ben radicata in ognuno di noi. Il virus non scomparirà come per magia, e ci vorrà molto tempo prima di tornare alla normalità. Di sicuro c’è che, anche quando le misure di quarantena si saranno allentate, le nostre vite dovranno procedere con estrema cautela. Gli assembramenti probabilmente continueranno a venire vietati, dovremo abituarci a non frequentare più tante persone tutte insieme e a stare molto più tempo a casa. 
Ma c’è una data di scadenza? Sì, esiste, ed è – lo spiega l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, professore di Igiene all’università di Pisa, ritornato per un po’ a casa in Puglia per guidare la task force regionale per l’emergenza coronavirus – il vaccino. Fino a che non avremo il vaccino in tasca, e questo potrebbe richiedere anche anni, le nostre vite non saranno più le stesse. 
“Tutti aspettano che la curva dei contagi scenda, scenda, scenda. Che le misure di distanziamento sociale funzionino. Che tutto torni come prima. Ma se in realtà qualcosa di buono già si vede, per il ritorno alla normalità bisognerà aspettare e avere cautela. Molta” spiega Lopalco, che aggiunge anche che non trova da ridire sulle misure adottate dal Governo: “Ad essere sinceri più di quello che abbiamo fatto è difficile, a livello nazionale, oggettivamente prendere decisioni così gravi in situazioni di emergenza, con pressioni da parte del mondo economico, pressioni dall’opposizione. Non è una situazione facile, si potrà discutere nel futuro sui dettagli, ma a livello nazionale come impostazione generale credo si sia fatto tutto quello che si doveva fare”. E “con la Cina purtroppo non possiamo fare grandi paragoni perché il lockdown della Cina è stato totale e brutale, e oggettivamente non credo che si potrà mai fare così in un Paese europeo”. Inoltre “in Hubei il lockdown era totale ma dal resto della Cina arrivava tutto, cibo, medici, medicine. Sarebbe come se potessimo chiudere l’Italia e la Germania ci mandasse tutto quello che serve”.
“Io credo che le misure di distanziamento sociale stiano già funzionando, non si vedono in maniera evidente perché il grosso dei casi oggi viene dalla Lombardia, dove ormai l’epidemia, il fuoco era divampato”, risponde Lopalco, e “quello che bisogna fare è circoscrivere l’incendio, fare in modo che il resto del bosco rimanga salvo. L’impatto delle misure di distanziamento si vede soprattutto nelle prime fasi di un epidemia, quando ancora si ha il tempo di bloccare la diffusione. Io credo che un po’ tutte le regioni italiane stiano già avendo dei risultati, il rallentamento del contagio si vede. Non abbiamo avuto un’impennata esponenziale come c’è stata in Lombardia. E questo è stato grazie alle misure di distanziamento sociale e insieme a tutta l’azione che si sta facendo sul territorio”.
Sul territorio infatti si gioca un’altra partita importante: “Il lavoro grosso che va fatto è molto a livello locale, adesso che sono qui in Puglia me ne rendo conto, qui si sta facendo un lavoro fortissimo di spegnimento dei focolai, uno ad uno sul territorio. E questo lavoro va fatto in tutte le Regioni, so che molte regioni lo stanno facendo e bisogna impegnarci molto su questo, perché questo lavoro insieme alle misure di distanziamento sociale può avere effetto”, sottolinea prof Lopalco, come sui social è conosciuto, ora che guarda anche dalla Puglia, dove guida la task force contro l’emergenza coronavirus, le curve epidemiologiche.
“Se noi abbiamo un po’ di pazienza il rallentamento si vede anche in Lombardia. Ma soprattutto in Lombardia bisogna curare le persone, bisogna sforzarsi per curare le persone, non possiamo fare altro, quando c`è quel livello di circolazione del virus”. “Curare chi si ammala e continuare assolutamente ad osservare le misure di distanziamento. Guai – avverte l’epidemiologo – a pensare di mollare. Io credo che nei prossimi giorni un rallentamento dei contagi si vedrà, ma guai a pensare che siamo fuori dal tunnel o che ormai abbiamo svoltato l’angolo, perché dietro l’angolo ci può essere un altro tunnel e un altro burrone”.
Il messaggio è chiaro: “Se una volta calata la curva epidemica ci si illude che possiamo tornare a fare quello che facevamo prima, un mese fa, ci stiamo sbagliando di grosso, non è così. Per il ritorno alla normalità servirà tempo. E dobbiamo essere certi che tutte le strutture sanitarie siano in sicurezza, che il sistema di sorveglianza territoriale funzioni, che la diagnostica per la rilevazione precoce dei casi funzioni, et cetera et cetera et cetera. Questo è un messaggio che dobbiamo dare chiaro, dobbiamo avere cautela, cautela massima”.
Quando finirà? “È difficile da dire. Ora curiamoci di quello che sta succedendo adesso, sperando che non scoppi nessun altro focolaio stile Lombardia, che in nessun altra regione si ripetano gli eventi della Lombardia. Una volta che siamo sicuri di questo, potremmo iniziare a pensare al post-epidemia. Per il momento siamo in epidemia dobbiamo curarci dell’epidemia”.
La cura? “Io non nutro grosse speranze sul farmaco, si sta facendo tanto clamore sui farmaci che spuntano come funghi. Noi abbiamo degli antibiotici efficaci contro i batteri ma fino ad oggi non abbiamo un antivirale, uno, che funzioni contro i virus. Per poter tenere sotto controllo l’Hiv, il virus dell’Aids, ci sono voluti decenni di ricerca e comunque serve un cocktail di farmaci per tenerlo a bada”. Quindi nessuna illusione da Lopalco: “Non pensiamo che ci sia la pillola miracolosa, perché per questo virus non ci sarà la pillola miracolosa, come non c’è mai stata per i virus dell’influenza, abbiamo antivirali che sono un po’ acqua fresca anziché avere 5 giorni di tosse ne abbiamo 3. Non vorrei nei farmaci si riponesse molta speranza”.
“La mia speranza – aggiunge – è questa: riuscire a passare il grosso picco epidemico e nel frattempo che venga fuori il vaccino. Questo è quello a cui dobbiamo puntare. Con tutte le forze tenere sotto controllo il picco epidemico, farlo scendere e poi estrema sorveglianza ed estrema cautela fino a quando non avremo in tasca il vaccino. Poi vedremo, il livello di contagio che si avrà dopo il picco epidemico, soltanto allora sapremo quanto potremo ritornare alla vita precedente. Ma io penso che prima dell’estate sarà molto difficile riuscire a fare delle grosse previsioni e strategie post epidemia”.
È un virus globale, è un virus contagioso… “Un virus del genere non si può eliminare dal territorio ma si può gestire, si può fare in modo che non dia fastidio, che non faccia troppi danni”.
“Il virus della spagnola ad esempio ha continuato a girare per decenni, fino all’altro ieri, ma dopo le ondate tragiche ha continuato a girare come un virus stagionale perché la popolazione umana si è adattata, ha sviluppato anticorpi e quindi il virus è diventato stagionale. Ed è esattamente quello che succederà con il virus SarsCov2. La spagnola fece milioni e milioni di morti ma era il 1918 oggi è il 2020: i polmoni si curano, noi curiamo le polmoniti. Le vittime ci saranno, ogni anno i virus uccidono tante persone, ma cercheremo di proteggere i più fragili col vaccino e curare i pochi casi di polmonite. Una persona se viene curata adeguatamente guarisce”.
Ma “prima di avere un vaccino in tasca dobbiamo essere molto cauti”, per evitare altri incendi. E quando arriverà il vaccino: “Speriamo per l’inizio del prossimo anno, se qualche gruppo di ricerca lo azzecca, potrebbe arrivare anche per l’inizio del prossimo anno”.

Bruxelles si è mossa solo quando il contagio ha coinvolto Francia e Germania

https://www.lastampa.it/rubriche/secondo-me/2020/03/17/news/bruxelles-si-e-mossa-solo-quando-il-contagio-ha-coinvolto-francia-e-germania-1.38603276?fbclid=IwAR0a6bOiT70jypV-wa1Jdhi8d6zXD92hDJ2ZX_wXxujykphHgkSpsl4x8dQ

Secondo me

Bruxelles si è mossa solo quando il contagio ha coinvolto Francia e Germania

Egregio Baroni, 
l’immagine dell’Europa è sconcertante, anche in occasione dell’emergenza virus: non ci sono direttive condivise, ognuno si regola come crede; c’è chi finge che il problema non esista e chi, come noi, lo vive e lo presenta al mondo come un dramma e tutto questo in presenza di una istituzione, l’”Europa”, che in ipotesi dovrebbe definire una politica e delle strategie comuni. Ancora una volta questa Istituzione manca clamorosamente l’appuntamento, brillando per la sua assenza e  per sottrarsi ancora  a quel ruolo, che solo, ne giustifica l’esistenza.  Nel contempo assistiamo impotenti e, un po’ invidiosi, al mega finanziamento della Germania, alle sue imprese, per contrastare gli effetti della crisi che  sta arrivando come conseguenza della diffusione del virus. La Germania se lo può permettere perchè negli anni passati ha violato sistematicamente le regole europee che vietavano il surplus commerciale, ovviamente, nell’indifferenza generale. L’Unione europea non aveva tempo di occuparsi del surplus tedesco impegnata, come era ed è, ad occuparsi del debito greco e di quello italiano. La storia non cambia se parliamo di immigrazione in particolare di quella proveniente dall’oriente, diretta prevalentemente verso la Germania: dalla Siria in primis, per fermare la quale  l’Unione Europea ha pagato 6 miliardi al dittatore turco. Per quanto riguarda invece i migranti provenienti dall’Africa, il problema è solo italiano avendo l’Europa, con il trattato di Dublino, stabilito che i migranti sono del Paese di approdo. I nostri governanti oltre ad approvare il Trattato, senza battere ciglio, non sono riusciti a farlo modificare. Quando le banche tedesche e francesi erano esposte verso la Grecia subito l’Europa (si scrive Europa ma si legge  Germania) ha approvato il fondo salva Stati, cioè salva banche tedesche e francesi. Poco dopo l’Europa ha approvato un provvedimento: il cosidetto “ bail in” secondo cui  le banche si salvano da sole e guarda caso proprio allora, sono arrivate le crisi delle banche italiane, ma avevamo le mani legate da quel provvedimento che un Governo improvvido aveva subito recepito. Quando l’America ha deciso unilateralmente le sanzioni alla Russia, minacciandoci se non ci fossimo adeguati, causando un danno rilevante alle nostre imprese: la Germania è andata avanti con un accordo su un gasdotto come nulla fosse. L’Europa è questa! Dobbiamo solo prenderne atto e trarne le conseguenze, non credo sia riformabile.
Pietro Balugani

Caro Balugani,

ha ragione l’Europa sinora non s’è vista. Come del resto la Bce, che sino all’altra settimana è rimasta ferma, salvo far danni quando il suo presidente ha preso la parola. Solo adesso che il contagio si è allargato a Spagna, Francia e soprattutto Germania i capi di Stato iniziano ad aprire gli occhi e quindi anche a Bruxelles si muove qualcosa. Però non sono d’accordo con lei: non credo che l’Europa non sia riformabile, tutt’altro: va riformata, semmai va riscostruita ed anche questi episodi, drammatici e violenti, come questa epidemia con la sua scia di morti, ci devono insegnare qualcosa. Quanto a quello che lei definisce il megafinanziamento varato dalla Germania occorre chiarirsi: non si tratta di 550 miliardi a fondo perduto ma di garanzie che assicurano a famiglie e imprese 550 miliardi di liquidità. Per fare un paragone la manovra varata ieri dal governo, che impegna 25 miliardi di euro, di miliardi ne mobilita o assicura 350. Fatte le debite proporzioni (il Pil tedesco è il doppio del nostro) noi stiamo facendo meglio.

Coronavirus, mezzo milione di tamponi da un’azienda di Brescia agli Stati Uniti

https://www.repubblica.it/cronaca/2020/03/19/news/coronavirus_tamponi_da_brescia_a_stati_uniti-251735473/?fbclid=IwAR1ib69C3d4KPLhmFeaqH4R7XxOTRhFQ7oOqIsCcB24h1ljjFZFHFa3O-44

Coronavirus, mezzo milione di tamponi da un'azienda di Brescia agli Stati Uniti

(eikon)

Prodotti nell’area focolaio dell’epidemia in Italia, sarebbero bastati per le esigenze di tutto il Nord. I kit diagnostici sono stati invece venduti agli Usa e trasferiti con un aereo militare. L’azienda: tutto regolare, non c’è carenza. Qualcuno nel nostro Paese lo sapeva?

di GIANLUCA DI FEO

 

19 marzo 2020

 Il mondo intero dice che è una guerra. E per la prima volta nella Storia sembra essere di tutti contro tutti, senza più alleanze. Ogni nazione pensa per sé, usando ogni mezzo per garantirsi le armi vincenti contro il virus: tamponi, mascherine, respiratori. Così gli Stati Uniti sono riusciti a comprare mezzo milione di kit per individuare il contagio a Brescia. E li hanno trasferiti a Memphis con un aereo militare.

Mercoledì l’America ha festeggiato per l’arrivo di un carico di tamponi, appunto mezzo milione di pezzi. Una scorta impressionante: nel nostro Paese dall’inizio dell’epidemia ne sono stati fatti poco più di 100 mila. Ma quella provvista sbarcata negli Usa proveniva dalla base americana di Aviano, poco distante da Pordenone. Sì, in Italia c’era una colossale riserva di test diagnostici, disponibile a poche decine di chilometri dall’epicentro del Covid-19: strumenti che le nostre regioni cercano in tutti i modi per arginare la diffusione del morbo ma che non riescono a trovare.

 

L’annuncio della spedizione transatlantica è stato fatto su Istagram, assieme alla foto della stiva di un quadrireattore C-17 Globemaster dell’Air Force colma di contenitori con i kit. Poi il post è stato rimosso. Ma la notizia ha trovato conferma ufficiale nelle parole del portavoce del Pentagono, Jonathan Hoffman. “Ci sono elementi multipli per fare il test – ha spiegato il generale Paul Friedrichs, del comando medico centrale – I primi sono i tamponi che servono a raccogliere i campioni dalle persone, poi c’è il liquido dove svilupparli. Questo è ciò che abbiamo portato dall’Italia”. Il generale ha detto che i materiali vengono prodotti negli Usa e all’estero, senza precisare dove fossero stati reperiti. E ha aggiunto: “Questo è un grande esempio di come le nazioni lavorino insieme per assicurare che venga data risposta alle domande globali”.

E il mezzo milione di test è stato prodotto proprio in Italia. Da un’azienda di Brescia, la città che in queste ore è in prima linea nella battaglia contro il morbo: la Copan Diagnostics. Lo conferma a Repubblica l’ambasciatore Lewis Einsenberg: “Siamo lieti che l’azienda italiana Copan Diagnostics continui a produrre tamponi per i test del Covid-19 in quantità sufficienti per soddisfare le richieste in Italia e le vendite all’estero. Il settore privato italiano contribuisce a salvare vite nel mondo. Mi congratulo per questo sforzo”. E precisa: “Gli Stati Uniti continueranno ad acquistare questi tamponi da aziende italiane secondo le proprie necessità. Gli Stati Uniti e l’Italia continuano a lavorare insieme in strettissima collaborazione”.

La notizia appare sorprendente. Una ditta lombarda aveva a disposizione una quantità di tamponi sufficiente per i bisogni di tutto il Nord ed invece è stata venduta oltre Oceano. Ci hanno battuto sul prezzo? Circolano diverse informazioni sulle iniziative del governo americano per rifornirsi di mezzi contro il Covid-19. La Casa Bianca, ad esempio, avrebbe offerto somme altissime per ottenere l’esclusiva del vaccino sperimentato dai laboratori tedeschi CureVac: un’operazione bloccata dall’intervento di Berlino a cui è seguito quello dell’Unione Europea che ha stanziato 80 milioni per impedire la fuga del brevetto. In queste ore, ci sono aste mondiali per acquistare a prezzi crescenti anche stock di mascherine e respiratori: una sfida economica, in cui vince il più forte. Come in guerra. Ma senza più alleanze che tengano.

All’inizio si era pensato che i tamponi venissero dalle basi militari americane. Ad Aviano esiste un grande deposito di materiali medici, accumulati in vista di un conflitto. E’ il Medical War Reserve Materiel del 31mo stormo statunitense: un video dello scorso dicembre mostra un gigantesco hangar zeppo di componenti per ospedali da campo, strumentazione diagnostica e medicinali. Tutti pronti per essere imbarcati sugli aerei e arrivare ovunque in poche ore. Un’altra scorta dovrebbe trovarsi a Camp Darby, alle porte di Livorno, il più grande arsenale dislocato fuori dagli States. Entrambi i magazzini strategici nei documenti del Pentagono vengono indicati, seppur nell’ultimo punto delle priorità, come utilizzabili per “le nazioni ospiti”. Ossia l’Italia. Ma nulla è stato messo a disposizione del nostro Paese. Citando Winston Churchill, nel suo libro il leggendario generale Jim Mattis, ex capo del Pentagono, ha scritto: “C’è una sola cosa peggiore che combattere assieme agli alleati, combattere senza alleati”. Era una critica alla politica estera di Donald Trump. Un monito che vale anche nella guerra contro il virus.

La realtà però è diversa. I tamponi erano pronti a Brescia, nel cuore dell’epidemia, dove medici e infermieri lottano per bloccare il morbo prima che travolga Milano, dove ogni giorno migliaia di persone rischiano il contagio. Il nostro governo ne era informato?

La Copan Diagnostics replica che “tutto è avvenuto alla luce del sole. Non dovevamo avvertire le autorità italiane: sono prodotti in libera vendita. E noi siamo un’azienda leader che esporta in tutto il mondo. Non c’è carenza di tamponi: nelle scorse settimane in Italia ne abbiamo venduti più di un milione e possiamo soddisfare tutte le richieste. Il problema non sono i kit, ma i laboratori per analizzarli”. E precisa: “Quello stock non è stato acquistato dal governo statunitense, ma da società private e distributori americani. Lo hanno trasportato con un volo militare soltanto perché non c’erano aerei commerciali disponibili”.
 
I siti web che tracciano il traffico nei cieli hanno accertato che il jet dei tamponi è decollato da Aviano lunedì 16 marzo nel primo pomeriggio. In quel momento in Italia erano censiti quasi 30 mila casi e 2.158 morti. Negli Stati Uniti i decessi erano solo 86 e i positivi 4.500.

Coronavirus, è boom di contagi: 11mila in Spagna, 8mila in Germania. Usa: “Pensiamo di inviare contanti direttamente ai cittadini”. Regno Unito: “20mila morti nel Paese sarebbe un buon risultato”

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/03/17/coronavirus-e-boom-di-contagi-11mila-in-spagna-8mila-in-germania-usa-pensiamo-di-inviare-contanti-direttamente-ai-cittadini-regno-unito-20mila-morti-nel-paese-sarebbe-un-buon-risultato/5739114/

Coronavirus, è boom di contagi: 11mila in Spagna, 8mila in Germania. Usa: “Pensiamo di inviare contanti direttamente ai cittadini”. Regno Unito: “20mila morti nel Paese sarebbe un buon risultato”

Francia stanzia 45 miliardi per imprese e lavoratori. Germania: “Bisogna raddoppiare i posti in terapia intensiva”. Volkswagen ferma produzione. Polonia, tranne premier e un ministro governo in quarantena. Il Belgio vara la stretta, mentre il premier olandese segue teoria dell’immunità di gregge. Due membri contagiati dell’Oms che insiste: “Gli ospedali proteggano gli operatori sanitari”

 
Croce Rossa cinese: “Misure non abbastanza severe, va chiuso tutto. Non c’è scelta di fronte a vita”

Mentre il numero dei contagi continua a salire in tutta Europa, con Spagna e Germania che, dopo l’Italia, fanno registrare i numeri più alti con rispettivamente 11mila e 8mila casi, anche il governo della Gran Bretagna si arrende all’evidenza e, con 2mila persone infette, dichiara “guerra” al coronavirus. Londra raccomanda di evitare i viaggi all’estero per 30 giorni. La regina Elisabetta, 94 anni fra un mese, si isola da giovedì fino a dopo Pasqua nel castello di Windsor. E il consigliere scientifico del premier Boris Johnsonsir Patrick Vallance, mentre il numero delle vittime sale a 67, ha detto che le autorità ritengono “ragionevole” stimare che 55mila persone abbiano già contratto il virus e valuterebbero come “un buon risultato limitare il numero di morti a 20mila” nel Paese alla fine della pandemia. Proprio il premier britannico sottolinea che per provare a frenare il contagio occorrono ormai misure “senza precedenti dalla Seconda Guerra Mondiale” e agire “come un governo di guerra” anche sul fronte economico. “Io ho usato il sistema sanitario italiano, è eccellente, il problema non è il lsistema sanitario, bensì il numero dei pazienti”.

L’Olanda punta sull’immunità di gregge: l’ipotesi annunciata dal premier Mark Rutte ha già registrato reazioni polemiche, anche se da domenica sono stati chiusi bar, ristoranti, bordelli e coffee shop dove si fuma cannabis. Mentre il Belgio ha varato la stretta. La Spagna è il Paese che più convintamente sta seguendo il modello Italia, da ieri sera anche il presidente francese Emmanuel Macron, che pure domenica aveva permesso lo svolgimento delle elezioni amministrative, ha deciso di ricorrere alle maniere forti, invitando tutti a restare a casa se non per necessità urgenti e sospendendo il secondo turno della consultazione, in un discorso in cui ha ripetuto più volte che la Francia è “in guerra”. Il Portogallo ha decretato lo stato di calamità e ha ordinato l’isolamento sanitario del comune di Ovar, centro di circa 30mila abitanti. Si registra la prima vittima del coronavirus in Turchia.

Dall’altra parte dell’Oceano, anche gli Stati Uniti, con 5mila casi e 100 morti, si apprestano a combattere il coronavirus sia dal punto di vista economico che sanitario. Durante un briefing alla Casa Bianca con la task force creata ad hoc, Donald Trump ha ammorbidito le sue posizioni sulle conseguenze economiche della pandemia: dopo aver detto, lunedì, che gli Usa rischieranno la recessione, oggi ha comunque specificato che l’economia si riprenderà rapidamente. La Casa Bianca, secondo la Cnn, sta valutando un piano da 1.000 miliardi di dollari a sostegno dell’economia. Intanto è stato autorizzato il rinvio per 90 giorni di 300 miliardi di dollari di pagamento delle tasse, secondo quanto detto dal segretario al Tesoro Usa, Steven Mnuchin. Che poi si è soffermato sulla situazione delle compagnie aeree, sostenendo che questa crisi, per loro, è peggio dell’11 settembre. Il segretario del Tesoro ha inoltre annunciato che il governo federale sta valutando l’invio di contanti direttamente ai cittadini, come forma di stimolo all’economia: “Pensiamo di inviare immediatamente gli assegni agli americani”, ha detto spiegando che con il termine “immediatamente” si intendono le prossime due settimane. Il sindaco di New York, Bill de Blasio, ha detto questa sera che i residenti della città dovrebbero “essere preparati alla possibilità di un ordine di restare in casa entro pochi giorni“. In Texas un giudice ha ordinato la sospensione di una condanna a morte perché la procedura richiede la presenza di troppe persone allo stesso tempo e quindi può esserci il rischio di un contagio.

L’Oms comunica che due membri del suo staff sono risultati positivi e chiede ai paesi europei di prendere misure “più audaci” per bloccare la diffusione del contagio. E sottolinea anche che “le strutture sanitarie devono disporre delle attrezzature necessarie per prendersi cura delle persone gravemente colpite e per proteggere gli operatori sanitari dall’esposizione”. Intanto, con la notifica di Estonia e Norvegia sale a 9 il numero di Paesi dell’area Schengen che ha notificato a Bruxelles la decisione di reintrodurre i controlli alle frontiere interne. I due Stati vanno così ad aggiungersi ad Austria, Ungheria, Repubblica Ceca, Danimarca, Polonia, Lituania, Germania e Svizzera. Non sono invece arrivate le notifiche di Francia e Spagna.

Spagna – La Spagna – che ha cominciato la distribuzione di un milione di mascherine – supera la Corea del Sud per numero di contagi ed è quarta al mondo dietro Cina, Italia e Iran: i casi accertati sono aumentati ancora, arrivando a 11mila, con un incremento di 2mila in un giorno. Almeno 19 anziani ricoverati in una casa di riposo di Madrid sono morti per coronavirus, secondo quanto riferisce il sito del quotidiano El Pais. “Ma altre persone probabilmente moriranno”, ha aggiunto una fonte sanitaria parlando con il giornale. Il governo ha annunciato un piano per mobilitare 200 miliardi di euro per fare fronte alle conseguenze della crisi economica provocata dall’epidemia.

Francia – In Francia – che ha annunciato l’invio di un milione di mascherine in Italia – si contano 7.730 casi gravi confermati con test, 1.097 contagi in più nelle ultime 24 ore. Lo ha annunciato il direttore generale della Sanità, Jerome Salomon, aggiungendo che i decessi sono passati a 175, con un aumento di 27 rispetto a ieri. I ricoverati in ospedale sono 2.579, 5.000 i guariti o rientrati a casa, 699 i casi gravi in rianimazione. Fra i 175 decessi, ha precisato Salomon, il 7% riguarda persone di meno di 65 anni. Ad annunciare un maxi stanziamento per imprese e lavoratori è stato il ministro dell’Economia Bruno Le Maire che, parlando alla radio Rtl, ha aggiunto che il governo stima un calo dell’1% del pil nel 2020 e si è detto pronto a ricorrere a “tutti i mezzi” compresa la nazionalizzazione. Il ministro della Salute Olivier Véran ha confermato che sono state adottate “le stesse misure di contenimento in vigore in Italia e Spagna“, anche se alcuni provvedimenti variano marginalmente, ad esempio sul tipo di esercizi commerciali che possono restare aperti”.

E come è successo in Italia con la fuga da Nord a Sud, anche a Parigi – scrive Bfmtv – i francesi affollano le stazioni dei treni per lasciare la capitale. Il ministro dell’Interno, Christophe Castaner ha sottolineato che la Francia ha adottato “le misure di confinamento più rigide in Europa” e che da questo momento sono “vietate le attività collettive”. Castaner ha poi confermato il dispiegamento di 100mila poliziotti per controllare gli spostamenti. Lunghe code si sono formate stamattina davanti ai supermercati, ai negozi di alimentari e alle farmacie, prima che scattasse l’ora della serrata. Le cronache da Parigi riferiscono di autobus e metropolitane semivuoti, ma di numerose persone ancora in circolazione nelle strade, prima di mezzogiorno. In mattinata fra i 50 e i 100 detenuti del carcere di Grasse, nel sud, hanno protestato oggi contro il blocco dei colloqui in parlatorio con i familiari per ostacolare. In breve la protesta è rientrata.

Germania – 8mila contagi, 2mila in 24 ore, e 22 vittime. In Germania Volkswagen è pronta a sospendere la produzione in molte fabbriche nel Paese e in Europa e la città di Berlino sta progettando un ospedale da 1.000 posti-letto solo per curare i pazienti che saranno contagiati da Covid 19. In mattinata il presidente del Robert Koch Institut tedesco, Lothar Wielerha dichiarato che “i posti in terapia intensiva vanno raddoppiati” (attualmente ne ha 28mila, ndr) e che “le misure adottate per il contenimento in Germania vanno rispettate altrimenti nel giro di pochi mesi milioni di persone saranno contagiate. La pandemia stando alle nostre valutazioni – ha aggiunto -, potrà durare due anni. Ovviamente tanto più presto arriverà il vaccino tanto meglio è. Bisogna capire se protegga effettivamente contro la malattia e se è sicuro sul fronte di altri possibili effetti collaterali”, ha concluso.

Regno Unito – Il Foreign Office raccomanda da oggi a tutti i cittadini britannici di evitare qualunque viaggio all’estero, se non per ragioni essenziali. L’indicazione vale per 30 giorni, ma è prorogabile, ha precisato alla Camera dei Comuni il ministro degli Esteri, Dominic Raab. La Chiesa anglicana sospende le liturgie ma il padre 79enne del premier Boris Johnson, nonostante l’emergenza, ignorerà le misure delineate dal figlio per arginare il contagio e continuerà ad andare al pub. Intanto, i contagi sono arrivati quasi a 2mila: 1.950, rispetto ai 1.543 riscontrati ieri. Il governo ha anche annunciato un pacchetto finanziario “senza precedenti” da 330 miliardi di sterline per l’emergenza coronavirus.

Svizzera – 2.269 casi confermati, secondo il bilancio dell’Ufficio federale svizzero della sanità pubblica (Ufsp). I decessi, stando ai dati dell’agenzia Keystone-ATS sono saliti a 25. “La popolazione deve assolutamente seguire le indicazioni delle autorità. Non possiamo stoppare il virus, ma proteggere le persone a rischio”, ha detto Daniel Koch, capo della divisione Malattie trasmissibili dell’Ufsp in una conferenza stampa oggi a Berna. “Se non si rispettassero i provvedimenti emanati dal Consiglio federale, i nostri ospedali potrebbero essere sommersi da pazienti. Siamo solo all’inizio della propagazione”, ha aggiunto Koch. Chiunque non rispetti i divieti imposti ieri dal governo, rischia una sanzione penale fino a tre anni di reclusione. Le varie polizia cantonali sono già all’opera per far rispettare i divieti. Sanzioni sono previste per chi – fino al 19 di aprile – non rispetta il divieto di manifestazioni o la chiusura degli esercizi pubblici, come bar e discoteche, ma anche palestre o parrucchieri. Negli spacci di generi alimentari, come nelle stazioni di servizio, vanno rispettate invece le prescrizioni dell’Ufficio federale della sanità pubblica riguardanti le norme igieniche e la distanza tra gli utenti.

Belgio – Cinque persone sono morte ieri facendo raddoppiare il numero dei decessi nelle ultime 24 ore: adesso sono 10 i morti. Il centro di crisi nazionale ha già segnalato 172 nuove infezioni ieri mattina. La compagnia aerea Brussels Airlines sospende tutti i voli per un mese, dal 21 marzo al 19 aprile incluso. Da domani alle 12 e fino al 5 aprile la popolazione – secondo quanto riferiscono i media locali – potrà uscire di casa solo per urgenze, per fare la spesa, andare in farmacia, in banca, alla posta o per fare il pieno. Le attività all’aria aperta saranno consentite ma bisognerà osservare una distanza di un metro e mezzo uno dall’altro. Vietati gli assembramenti. Le forze dell’ordine vigileranno affinché queste disposizioni vengano rispettate.

Olanda – Diciannove morti e 292 contagi nelle ultime 24 ore. Il totale dei positivi arriva a 1.705, 389 dei quali lavorano in ambito sanitario. Con i 19 nuovi decessi, mai così tanti in un solo giorno dall’inizio dell’epidemia, il totale delle vittime sale a 43, tutte fra i 63 e i 94 anni. Nei giorni scorsi si era parlato del decesso di una persona di 59 anni, ma, precisano le autorità competenti, la sua età era stata mal segnalata a causa di un errore amministrativo. I pazienti che sono stati ricoverati sono 314. La regione più colpita resta quella del Brabante Settentrionale, con 634 persone positive.

Grecia – Atene introduce misure nei sovraffollati campi migranti delle isole dell’Egeo. Tutti i nuovi arrivati vengono accuratamente visitati mentre le strutture saranno regolarmente disinfettate. Per i casi sospetti, saranno create sezioni isolate. Sono stati sospesi i corsi scolastici organizzati per i bambini, così come ogni attività di sport organizzata e il cibo viene distribuito per piccoli gruppi. Le visite nei campi verranno sospese per due settimane. Il numero totale dei migranti presenti nei centri di accoglienza delle isole dell’Egeo è di 42.500, oltre 7 volte la capacità dei campi, complessivamente pensati per accogliere 6mila persone.

Iran – Altre 135 persone sono morte nelle ultime 24 ore. In tutto sono 988 le vittime nella Repubblica Islamica. I casi confermati di infezione sono 16.169. La tv di Stato ha rivolto un durissimo monito alla popolazione, spiegando che il coronavirus potrebbe provocare “milioni” di morti se la popolazione non dovesse rispettare diligentemente le disposizioni delle autorità sanitarie. Al momento l’Iran è il Paese del Medio Oriente più colpito con quasi mille morti e oltre 16mila casi confermati. In questi giorni le autorità hanno intensificato i controlli per scoraggiare gli iraniani che intendono mettersi in viaggio per le festività del Capodanno persiano, il 21 marzo.

Cina – I morti sono stati 13, di cui 12 nella provincia dell’Hubei – di cui Wuhan è capoluogo – e uno in quella di Shaanxi. Tra i casi mortali, nove sono stati rilevati a Pechino, tre a Shanghai e nel Guangdong, e uno nelle province di Zhejiang, Shandong, Guangxi, Yunnan e Shannxi. I contagi di ritorno sono così saliti a 143. Il primo gruppo di personale sanitario di 3.675 unità, tra medici e infermieri, sta facendo rientro a casa dopo aver lavorato nell’Hubei. A Wuhan, focolaio dell’epidemia, è operativa da oggi la quarantena obbligatoria di 14 giorni e a proprie spese per tutti gli arrivi dall’estero. Le autorità di Wuhan hanno deciso di far riprendere gradualmente la registrazione dei matrimoni.

Finlandia – Dichiarato lo Stato di emergenza: scuole chiuse. La premier Sanna Marin ha annunciato che oggi il governo approverà formalmente un piano in 19 punti che permetterà anche la chiusura immediata dei confini se sarà necessario, con l’esclusione dei cittadini finlandesi che rientreranno nel Paese – come il governo chiede loro di fare – e per merci e forniture sanitarie. La chiusura delle scuole è prevista da domani fino al 13 aprile, ma la misura non prevede gli asili anche se Marin ha esortato le famiglie a tenere, se possibile, i bambini a casa. Chiusi anche musei, biblioteche, teatri e centri sportivi. I dipendenti pubblici saranno invitati quando possibile a lavorare da casa. Alle persone ultra settantenni viene raccomandato di evitare i contatti con altre persone. Il ministro delle Finanza, Katri Kulmuni ha detto che il governo sta preparando uno stanziamento straordinario da 27 miliardi di dollari per l’emergenza. In Finlandia ci sono 272 casi di coronavirus registrati.

Polonia – Il ministro dell’ambiente Michael Wos è risultato positivo al tampone per il Covid-19. Tutti i ministri che hanno preso parte alle ultime riunioni di governo, la più recente è stata lo scorso dieci marzo, sono stati messi in isolamento e sottoposti al test. Esclusi dal provvedimento perché non presenti agli ultimi consigli il premier Mateusz Morawiecki e il ministro della salute Lukasz Szumowski, ha reso noto il capo di gabinetto Michael Dworczyk. In Polonia sono stati registrati fino a ora 156 casi e ci sono stati tre decessi.

Turchia – Ha rimpatriato più di 3.600 cittadini turchi da nove Paesi europei. Il ministro degli Esteri, Mevlut Cavusoglu, ha annunciato durante una conferenza stampa ad Ankara che entro la mezzanotte 3.614 cittadini turchi che si trovano per motivi di studio o turismo in Germania, Spagna, Francia, Austria, Norvegia, Danimarca, Svezia, Belgio e Olanda torneranno in patria con 34 voli dedicati della Turkish Airlines. Una volta in Turchia dovranno rispettare un periodo di quarantena di 14 giorni in strutture ad hoc a Istanbul e nella città di KocaeliCavusoglu ha precisato che verranno evacuati anche i cittadini turchi presenti in Gran Bretagna, ma non ha fornito altri dettagli al riguardo, mentre Ankara valuta l’evacuazione di “circa 1.500 connazionali” in Marocco. In Turchia sono 47 i casi confermati di Covid-19.

Brasile – Prima vittima nel Paese, a San Pa0lo, Stato dove si concentra il maggior numero (152) dei casi di coronavirus confermati, che in totale sono 234. Lula in isolamento volontario. Il presidente Jair Bolsonaro si è sottoposto oggi al secondo test. Il primo, venerdì scorso, aveva dato esito negativo. Centinaia di detenuti sono fuggiti dalle carceri di varie città dello Stato brasiliano di San Paolo, in alcune delle quali ci sono state rivolte, dopo che le uscite sono state sospese per il pericolo di contagio.

Israele – Il ministero della sanità israeliana ha annunciato questa mattina nuove direttive limitando severamente le attività pubbliche e l’uscita da casa “se non per situazioni che lo impongono”. Bandita quindi ogni attività ricreativa – è stato spiegato – e tra queste le visite nei parchi, in spiaggia, in piscina, nei musei, parchi giochi, biblioteche. Tra i servizi essenziali ammessi quelli legati all’acquisto del cibo e di assistenza medica. Il ministero ha anche previsto misure restrittive per le persone a rischio.

Russia – Sarà effettuato un test per il Covid-19 a chiunque sia rientrato, negli ultimi 14 giorni, da un paese europeo e per chi ha solo fatto scalo in Europa in tale arco di tempo, rende noto l’agenzia Tass citando un’ordinanza della responsabile dell’agenzia per la protezione dei consumatori, Anna Popova. Secondo la stessa disposizione, anche chi è tornato prima, entro un mese, e si è rivolto a un medico denunciando sintomi dell’influenza sarà sottoposto al tampone.

Venezuela – Di fronte all’aumentare dei casi di coronavirus, arrivati a 33, il presidente Nicolas Maduro ha proclamato “una quarantena sociale” in tutto il Paese per impedire la diffusione del virus. Inoltre, Maduro ha detto che la Cina ha già assicurato sostegno ed aiuto al Paese con l’invio di personale e materiale sanitario ed ha anche ringraziato il governo cubano per l’assistenza ricevuta. “Per ogni caso di Covid-19, vi sono altri 27 da scoprire”, ha aggiunto spiegando la necessità di rompere “la catena della trasmissione ed isolare gli infettati: quello che stiamo facendo è giusto”, ha concluso. Il sistema sanitario venezuelano è gravemente compromesso dalla tracollo economico che ha spinto milioni di persone a lasciare il Paese.

Afghanistan – Decine di pazienti tenuti in quarantena a Herat hanno spaccato i vetri delle finestre e attaccato il personale sanitario per evadere dall’ospedale dove erano tenuti in isolamento per contenere la diffusione del coronavirus in Afghanistan. Secondo quanto riferito ad al-Arabiya da Abdul Hakim Tamana, responsabile della direzione sanitaria della provincia di Herat, sono 38 le persone che sono riuscite a scappare. Erano tutte rientrate da poco all’Iran e tra loro c’era almeno un caso confermato di Covid-19.
Intanto sono saliti a 22 i casi confermati di Covid-19 in Afghanistan, come ha riferito il ministero della Sanità di Kabul. La maggior parte è stata registrata a Herat.

Egitto – Salgono a 166 i contagiati, quattro i decessi. In un solo giorno si sono verificati 40 nuovi casi e due morti. Le ultime due vittime sono un egiziano di 50 anni entrato in contatto con una donna morta la scorsa settimana a causa del Covid-19 e un tedesco di 72 anni morto in un ospedale di Luxor, dove un battello da crociera sul Nilo era stato posto in quarantena. Di qui la decisione del premier egiziano Mostafa Madbouly di sospendere i collegamenti aerei da e per l’Egitto “dal 19 ak 31 marzo”, come ha annunciato nel corso di una conferenza stampa trasmessa in tv. Prevista, nel frattempo, la sanificazioni di ospedali e attrazioni turistiche.

Giordania – L’esercito di Amman ha annunciato di essere schierato attorno alle principali città in vista dell’imminente proclamazione dello stato di emergenza per combattere la diffusione del nuovo coronavirus. Il Regno ha già annunciato una serie di misure per limitare i contagi dopo la conferma di 34 casi. La Giordania ha già chiuso i suoi confini con Siria, Iraq, Egitto e Israele, oltre ad aver sospeso i collegamenti aerei.

Venezuela – Il Venezuela sta cercando di ottenere un prestito di emergenza di 5 miliardi di dollari dal Fondo monetario internazionale, per far fronte alle ricadute del nuovo coronavirus sulla sua economia, già al collasso. La richiesta è arrivata in una lettera alla numero uno del Fmi, Kristalina Georgieva, firmata dal presidente venezuelano Nicolas Maduro.

Premio Nobel per la pace alla NATO

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Cari amici di fronte alla “incredibile” e vergognosa notizia della proposta di conferire il premio Nobel per la Pace alla più aggressiva e sanguinosa alleanza militare internazionale dal 1945 ad oggi, come Forum Belgrado per un Mondo di Eguali Italia, come Centro di Iniziative per la Verità e la Giustizia e come Associazioni di Solidarietà “SOS Yugoslavia” e “SOS Kosovo Metohija”,   ci associamo e sosteniamo la lettera pubblica redatta dalla direzione centrale del Forum in Serbia, rendendoci disponibili ad eventuali iniziative pubbliche di denuncia di questo vero e proprio misfatto e insulto al valore della parola PACE. 

Enrico Vigna portavoce del Forum Belgrado Italia, presidente di SOS Yugoslavia-SOS Kosovo Metohija

  Al Norwegian Nobel Committee 

0255  Oslo –  Henrik Ibsens gate 51  –  N o r w a y

“Eminenti membri del Comitato per il premio Nobel della Pace,

Vi scriviamo a nome del Forum di Belgrado per un Mondo di Eguali, della Associazione dei Generali e Ammiragli della Serbia, della Fondazione UNITI per la Gioventù, di Organizzazioni indipendenti della Serbia e della diaspora serba.

Abbiamo avuto notizia dai media che la NATO è ufficialmente candidata per il Premio Nobel per la Pace 2019. A questo proposito consentiteci di attirare la vostra attenzione su quanto segue:

  1. 1. Esattamente 21 anni fa, la NATO ha illegalmente lanciato un aggressione militare alla Serbia (RFY) che è durata 78 giorni, dal 24 marzo al 10 giugno 1999, violando così la Carta delle Nazioni Unite, il documento finale dell’OSCE di Helsinki, nonchè il proprio atto istitutivo (1949). E’ stato un crimine contro la pace e l’umanità.

2.L’aggressione ha lasciato oltre 3500 morti, tra cui 89 bambini e circa 12.500 feriti. Il danno economico diretto è stato stimato in oltre 100 miliardi di dollari USA. Il numero di vittime umane a causa delle successive conseguenze dell’aggressione e del danno all’ambiente naturale deve ancora essere valutato.

3.Come la prima guerra dopo la seconda guerra mondiale sul suolo europeo, l’aggressione della NATO alla Serbia (RFY) è stata una svolta che ha introdotto la pratica delle aggressioni e degli interventi senza restrizioni in tutto il mondo. Questa aggressione è stato l’inizio della trasformazione della NATO stessa da alleanza difensiva in offensiva, ignorando il principio delle Nazioni Unite secondo cui la pace dovrebbe essere difesa con tutti i mezzi.

4.L’aggressione condotta in coalizione con l’organizzazione terrorista separatista dell’UCK, ha posto un precedente, incoraggiando il separatismo, il terrorismo e la mancanza di rispetto del diritto internazionale.

5.Durante l’aggressione, le forze della NATO hanno usato missili con uranio impoverito e altri armamenti e metodi proibiti, fortemente condannati dal Parlamento europeo, dall’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa e dai parlamenti nazionali di molti paesi membri della NATO e della UE. Ciò ha lasciato conseguenze durature, causando pericolosi decessi maligni e portando via le vite di migliaia di persone innocenti.

6.Questo crimine contro la pace e l’umanità ha provocato instabilità duratura nei Balcani. Ha gravemente compromesso la stabilità dell’Europa. Allo stesso tempo, la NATO ha inflitto danni irreparabili all’Europa (OSCE) e al World Peace and Security Order (ONU), introducendo così l’era della nuova guerra fredda.

Sperando che questi fatti meritino la vostra attenzione e valutazione, vi preghiamo di accogliere le assicurazioni della nostra più alta considerazione.

Belgrado, Marzo 2020.

Per il Forum Belgrado per un Mondo di Eguali, Zivadin Jovanovic, presidente

Per  Associazione dei Generali e Ammiragli della Serbia, Gen. Milomir Miladinovic, president

 Per la Fondazione UNITI per la gioventù, Prof. Dr. Danica Grujicic, presidente

 

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