Aiuti a 900 mila poveri in Italia. Sette su 10 al Sud. Gentiloni: “Paese non può permettersi fiera di velleità”

ma se sono 10 MILIONI i poveri in italia, altro che raggiunta la metà della platea, ora Gentiloni e Boeri che fino a ieri in ossequio a Bruxelles han tagliato di tutto ora vorrebbero fare i buon samaritani…manco sanno quanti sono in realtà i poveri che hanno contribuito a creare….ah beh poi con un assegno di 328 euro chi non può permettersi un tetto??????? Ma che generoso il Gentiloi che regala pezzi di italia alla francia…ma guai a sostentare gli italiani

Inps e ministero del Lavoro presentano i dati dell’Osservatorio statistico sul reddito di inclusione. L’importo medio mensile raggiunge i 328 euro in Campania. Tito Boeri: “Raggiunta la metà della platea potenziale. Chi ha a cuore questo problema si impegni a trovare nuove risorese”. Gentiloni: sostegni a persone in carne e ossa, questi strumenti sono da difendere
 
ROMA – Le persone beneficiate da misure di contrasto alla povertà sono nel primo trimestre 2018 quasi 900 mila e 7 su 10 dei beneficiari risiedono al Sud Italia. Campania in testa, seguita da Sicilia e Calabria. L’Osservatorio statistico sul reddito di inclusione, presentato oggi dall’Inps e dal Ministero del Lavoro, rivela anche che sono stati coinvolti dal Rei (Reddito di inclusione) 316.693 persone (in 110 mila famiglie) mentre altre 47.868 persone (in 119 mila famiglie) sono state interessate dal Sia (il Sostegno di inclusione attiva).
Soddisfatto il premier Paolo Gentiloni: “Il fatto che si siano prese delle misure strutturali è importante. Dopo tre mesi, un periodo brevissimo, si può dire che il Rei funziona. Sappiamo che dal primo luglio vedrà aumentare la platea sia per nuclei che per persone e non stiamo parlando di buone intenzioni. Parliamo di quasi 900mila persone in carne e ossa”. Il premier ha messo anche in guardia i propri successori. Il Paese, ha detto, “si troverà nelle prossimesettimane davanti ad un bivio. Se è vero che c’è moltissima strada da fare e l’elettorato l’ha registrato, penso che la strada imboccata sia quella giusta. Il Paese non può permettersi una fiera delle velleità che ci porterebbe fuori strada”.
L’importo medio mensile del Rei è di 297 euro e varia da regione a regione. Si passa da un minimo di 225 euro per la Valle d’Aosta fino ai 328 per la Campania; complessivamente le regioni del Sud hanno un valore medio più alto di quelle del nord e del centro. Per le famiglie in difficoltà il Rei, il reddito di inclusione,  è uno dei principali sostegni economici.
Il numero medio di componenti per nucleo familiare è passato da 4 per il Sia a 3 per il Rei. L’incidenza dei percettori del reddito di inclusione risulta massima per i nuclei con 6 o più componenti.
aiuti
Una tabella sul Rei (ministero del Lavoro)
L’Inps registra anche che sono destinatarie degli aiuti 57 mila famiglie con minori (che rappresentano il 52% dei nuclei beneficiari). Sono invece 21mila 500 i nuclei con disabili (pari al 20% dei nuclei beneficiari).
Le misure di contrasto alla povertà – secondo il presidente dell’Inps, Tito Boeri – hanno raggiunto il 50% della platea potenziale. Ma “la platea interessata da luglio salirà a 2,5 milioni di persone e 700.000 famiglie. E’ un fatto molto positivo che in Italia si parli di misure di contrasto alla povertà. Abbiamo colmato un ritardo di 70 anni rispetto ad altri Paesi”. “Dando maggiore risorse – ha aggiunto – potremmo raggiungere ancora maggiori platee. Spero che chi si batte per queste misure rinunci a mettere delle bandierine, ma si impegni per trovare risorse ulteriori”.
28 Marzo 2018

Acque e petrolio dell’Italia saranno regalati: cosa prevede il folle trattato di Gentiloni super contestato.

ma sì, si ciancia tanto di costituzione, di sacrifici dei partigiani per difenderla dai dittatori, poi, il governo antifascista di Gentiloni come i precedenti governi fedeli alla linea SBARAZZIAMOCI della sovranità che la costituzione assegna al popolo ma è meglio se data ai banchieri, perché no darne un pezzo alla Francia o a chiunque ne faccia richiesta? La sovranità è un feticcio, ci ricordano gli eredi dei partigiani.

La denuncia di Giorgia Meloni delle ultime ore si è diffusa in pochissimo tempo, destando clamore e preoccupazioni.
Il leader di FdI ha esordito così sul suo profilo Facebook: “Il Governo Gentiloni sta tentando con un ultimo ignobile colpo di coda di regalare alla Francia parte delle nostre acque territoriali e con queste alcuni ricchissimi giacimenti di petrolio scoperti al largo della Sardegna. È la conseguenza di un folle trattato firmato da Gentiloni nel 2015 quando era ministro degli Esteri e che Fratelli d’Italia aveva contestato anche all’epoca.
Un accordo senza senso che penalizza l’Italia e le cui motivazioni sono incomprensibili. Gentiloni non si azzardi a questa operazione e blocchi prima del 25 marzo, come previsto dal Trattato di Caen, la cessione delle nostre acque territoriali.
Fratelli d’Italia non farà sconti su questa operazione dai contorni torbidi, chiediamo l’immediato intervento del Presidente della Repubblica Mattarella e annunciamo fin da ora azioni durissime in ogni sede. Non permetteremo che venga regalata l’Italia.”
Dunque, si richiede l’intervento del Presidente della Repubblica per fermare, se possibile, quanto sta per accadere.
Ecco il post furioso della Meloni:
meloni
Condividi le “durissime azioni” promesse dal leader di Fratelli d’Italia?
Foto credit: TgCom24

SKRIPAL FALSE FLAG: C’ERA UNA ESERCITAZIONE IN CORSO

Non è un articolo mio. Lo posto qui perché il bravissimo “Nuke the Wales” ha fatto una scoperta che smaschera completamente  il supposto avvelenamento di Skripal come un “false flag”: Quante volte abbiamo dovuto raccontare che prima o durante un attentato mostruoso,erano in corso “esercitazioni” governative?  C’erano durante l’11 Settembre, ci furono a Londra nel mega attentato a 4 stazioni della metropolitana deo 7 luglio 2005; c’erano a Parigi, a Nizza:..e adesso, poteva mancare?  Nuke :

Ma dai! L’esercito inglese inizia una grande esercitazione simulando un attacco con il gas….indovinate quando e dove.
Di Nuke The Whales , il 22 marzo 2018
esercitaz
Ricorderete il caso Skrypal, ne hanno parlato vagamente i giornali negli scorsi giorni, il giorno 8 marzo un ex agente russo disertore è stato intossicato: leggenda vuole che la Russia abbia utilizzato un gas nervino. Senza riuscire ad ucciderlo, tra l’altro.Immaginate la mia sorpresa quando ho saputo che il giorno 6 marzo iniziano in Inghilterra le più grandi esercitazioni mai effettuate nel dopoguerra, la simulazione di unattacco con il gas nervino. 300 soldati e tecnici coinvolti. (1)
E tra tutta la stracazzo di Inghilterra in cui effettuare le esercitazioni dove sono andate a svolgerle?
drone_airspace
“questo è il prospetto dell’interdizione aerea totale , anche per i droni nella zona di Salisbury. nessuno deve  poter riprendere le operazioni militari e gli spostamenti delle ruppe.”
Per quanto incredibile possa sembrare esattamente nella città di Salysbury. Si, esattamente dove i russi avrebbero attaccato il loro ex agente. Ad un paio di chilometri. tecnici, strumenti, tute,già pronto ed in funzione.
wiltshire-overview
La zona viene già utilizzata da tempo per simulare attacchi con i gas nervini [ovvio:   alla periferia di Salisbury sorge Porton Down, il laboratorio militare delle armi chimico–batteriologico-nucleari, ndr.] , in particolare per formare le forze speciali che poi si recano segretamente in Siria. Anche nel 2017 (2).
A questo punto, o siamo davanti ad una incredibile serie di coincidenze, a maldestri agenti russi che avvelenano insensatamente un loro ex collega vicino ad un laboratorio militare  e proprio mentre sono in corso esercitazioni contro i gas nervini… oppure ci stanno prendendo per il culo.
Siamo al livello di incredibile coincidenze già notate in passato, tipo i passaporti recuperati intatti tra migliaia di tonnellate di macerie in fiamme durante l’11 settembre e le esercitazioni svoltesi nella sede della CIA proprio lo stesso giorno. Si è simulato l’effetto un aereo che, privo di controllo a seguito di un guasto colpiva uno degli edifici (3)
Decidete voi.

Ecco perché gli inglesi volevano uccidere Skripal

ed un governo non voluto, imposto, detestato e scaduto come quello italiano si è permesso di espellere diplomatici russi

skripal1
Secondo il sito WhatDoesItMean, l’agente doppio Sergej Skripal e la figlia sono stati avvelenati dall’MI6 perché volevano tornare in Russia in cambio di documenti in loro possesso che provano che il dossier sulla falsa collusione “Trump-Russia” o “RussiaGate” è completamente ideato dall’MI6. Negli articoli “Il Regno Unito usa l’avvelenamento sotto falsa bandiera per accusare la Russia” e “Una spia avvelenata: esiste un legame con la campagna anti-Trump?” si era visto che gli inglesi avvelenarono l’ex-agente doppio Sergej Skripal e sua figlia a Salisbury, col gas nervino, nel Regno Unito, il 4 marzo 2018. Come naturalmente avviene in occidente, il governo inglese sostiene che il gas utilizzato è il Novichok prodotto solo nell’ex-Unione Sovietica. Ma l’unica fabbrica di armi chimiche sovietiche che produceva tale gas si trovava nell’Uzbekistan, smantellata dagli Stati Uniti dopo il crollo dell’Unione Sovietica… Stati Uniti e Regno Unito quindi sanno come fabbricarlo. Per coincidenza, il laboratorio di armi chimiche dell’esercito inglese di Porton Down è a sole 8 miglia da Salisbury, dove gli Skripal sarebbero stati avvelenati. Il governo inglese sostiene che Porton Down avesse identificato l’agente che sarebbe stato usato sugli Skripal. Ma il laboratorio è perfettamente in grado di produrre il Novichok, così come altri laboratori simili in altri Paesi. Inoltre, il vicino centro di addestramento nucleare chimico, biologico e radiologico CBRN Defense Center di Winterbourne Gunner, è a soli 4 km da Salisbury.
Tuttavia, all’inizio di febbraio il servizio di sicurezza federale russo (FSB) fu contattato da Julja Skripal, che viveva a Londra dal 2011 e si preparava a tornare in Russia per sposare il figlio di un alto funzionario della sicurezza russa. Sergej Skripal, già demoralizzato dalla morte del figlio l’anno scorso, e della moglie nel 2012, voleva tornare in Russia con lei. Per consentirlo, Sergej Skripal avrebbe fornito la prova che l’MI6, in collaborazione col regime di Obama-Clinton, aveva completamente creato ciò che ora è noto come dossier Trump, progettato per distruggere la legittimità del presidente Trump. Sergej Skripal è un ex-ufficiale dell’intelligence militare russa reclutato dall’MI6 come agente doppio. Il suo reclutamento fu orchestrato dall’agente dell’MI6 Pablo Miller che lavorava direttamente sotto l’egida del creatore del “Dossier Trump”, l’ufficiale dell’MI6 Christopher Steele. Da parte sua, Skripal aveva lavorato per l’Orbis Business Intelligence, il team di Steele che fabbricò il famigerato “Dossier Trump”. Le due spie dell’MI6, Miller e Steele, lavoravano anche per la stessa compagnia. Qui il ciclo si chiude.
Sebbene i dettagli dell’offerta di Skripal all’FSB per assicurarsi il ritorno in Russia restino segreti, è confermano che Julija Skripal ne discutesse col padre il 4 marzo, quando furono aggrediti ed abbandonati in condizioni critiche. Contemporaneamente, il quotidiano The Telegraph scriveva che tutti i collegamenti su Internet tra Skripal e Orbis Business Intelligence di Steele furono cancellati. Nello stesso tempo, tutti i collegamenti Internet tra Skripal e i creatori del falso “Dossier Trump” scomparvero. Parallelamente a tali azioni organizzate da professionisti dell’intelligence, il governo inglese accusò improvvisamente la Russia di aver avvelenato la spia e la figlia col gas nervino. Ma quando la Russia chiese le prove, gli inglesi le rifiutarono categoricamente, nonostante ciò che dice la Convenzione sulle armi chimiche, che il Regno Unito ha firmato come la Russia. E quando Jeremy Corbyn, leader del Labour Party, chiese perché il Regno Unito reagisse in questo modo, le forze favorevoli alla premier Teresa May lo presero in giro, seguite dal segretario della Difesa Gavin Williamson che disse che “la Russia dovrebbe andarsene e stare zitta“. Mentre il Presidente Putin disse alla riunione del Consiglio di Sicurezza russo di essere “estremamente preoccupato” dalla posizione lesiva e provocatoria del Regno Unito, il governo inglese continuava a scatenare l’isterismo bloccando il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite su un progetto sponsorizzato dalla Russia che chiede un’”inchiesta urgente” in conformità cogli standard internazionali. Ciò portava il senatore russo Sergej Kalashnikov ad avvertire: “L’occidente ha lanciato una massiccia operazione per espellere la Russia dal Consiglio di sicurezza dell’ONU… La Russia è ora un attore molto fastidioso per gli occidentali e ciò spiega i recenti attacchi al nostro Paese”.
È importante notare che nessuno in occidente si prende la briga di chiedersi perché la Russia avrebbe infranto la prima regola cardinale dell’”etichetta dello spionaggio” prendendo di mira una spia scambiata con altre spie, che Unione Sovietica e Russia hanno mai violato in oltre 70 anni. Come sottolinea il professor Anthony Glees, direttore del Center for Security and Intelligence Studies della Buckingham University, se la Russia ha davvero avvelenato Skripal, “Nessuno scambierebbe mai più con essa“, ponendo la domanda logica: “Se la Russia voleva davvero uccidere Skripal, perché non l’ha fatto quando era in prigione in Russia?
skripal2
Scienziati inglesi non collegano il gas nervino alla Russia, nonostante le pressioni
Craig Murray, ex-diplomatico ed ex-ambasciatore inglese
Ora ho ricevuto conferma da una fonte ben piazzata nel Ministero degli Esteri del Regno Unito, che gli scienziati di Porton Down (il laboratorio scientifico del ministero della Difesa) non sanno dire che il gas neurotossico sia un prodotto russo nonostante la pressione subita a dirlo. Porton Down non poteva che formulare “un tipo sviluppato dalla Russia”, dopo un incontro piuttosto difficile in cui questa formulazione fu concordata come compromesso. Per chi conosce Whitehall (governo), questo era ovvio da diversi giorni. Il governo non ha mai detto che l’agente nervino sia stato fabbricato in Russia o che possa essere fabbricato solo in Russia. L’esatta dicitura “un tipo sviluppato dalla Russia” fu utilizzata da Theresa May in parlamento, dal Regno Unito nel Consiglio di sicurezza dell’ONU, da Boris Johnson alla BBC e, ancora più rivelatore, “di un tipo sviluppato dalla Russia” è la frase utilizzata nella dichiarazione congiunta rilasciata da Regno Unito, Stati Uniti, Francia e Germania.
Conoscevate questi fatti interessanti?
Gli ispettori dell’OPCW hanno avuto pieno accesso a tutti gli impianti per armi chimiche russi per più di un decennio, compresi quelli identificati dal presunto informatore sul “Novichok” Mirzajanov, e l’anno scorso gli ispettori dell’OPCW completarono la distruzione delle ultime 40000 tonnellate di armi chimiche russe. Al contrario, il programma di distruzione delle scorte di armi chimiche degli Stati Uniti richiede cinque anni. Israele ha grandi scorte di armi chimiche ma ha costantemente rifiutato di dichiararle all’OPCW. Israele non ha firmato la Convenzione sulle armi chimiche, ne è membro dell’OPCW, che Israele sottoscrisse nel 1993 ma si rifiutò di ratificare perché significava ispezioni e distruzione delle sue armi chimiche. Israele ha indubbiamente la capacità tecnica come qualsiasi altro Stato di sintetizzare il Novichok. Porton Down non è ancora sicuro che siano stati i russi a sintetizzarlo, perciò “un tipo sviluppato dalla Russia”. Nota: sviluppata non prodotta. L’operazione è ovviamente propaganda formulata molto attentamente, un tipo elaborato di bugia.
skripal3
Traduzione di Alessandro Lattanzio
Numidia Liberum 23 marzo 2018
Correlati
In “Covert Operation”
In “Covert Operation”
In “Covert Operation”

GEOIDEOLOGIE. AUX ORIGINES DU NEOEURASISME (I) : LES CONCEPTIONS GEOPOLITIQUES DE JEAN THIRIART, LE THEORICIEN DE LA ‘NOUVELLE ROME’

 

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE/

Luc MICHEL pour EODE/

Quotidien géopolitique – Geopolitical Daily/

2018 03 28/
LM.GEOPOL - Genèse neoeurasisme I thiriart (2018 03 28) FR (2)

« Nous croyons qu’il faut discuter de la création d’un espace unique de coopération économique et culturelle, s’étendant de l’Atlantique au Pacifique. J’en ai parlé à plusieurs reprises et beaucoup de nos partenaires occidentaux, notamment européens, ont appuyé cette idée (…) L’UE et l’Union économique eurasiatique (UEEA) devraient mener un dialogue sur la création d’un espace économique unique s’étendant de l’Atlantique au Pacifique. Nous saluerions le lancement d’un dialogue substantiel entre l’Union eurasiatique et l’Union européenne qu’on nous a toujours refusé. Et je ne comprends pas pourquoi, où est le problème ? »

– Vladimir Poutine (Sept. 2004,

11e réunion du Club Valdaï).

 LM.GEOPOL - Genèse neoeurasisme I thiriart (2018 03 28) FR (3)

Vous êtes nombreux à me questionner sur le Géopoliticien Jean Thiriart (1922-1992), dont un quotidien flamand a dit récemment qu’il est « le belge préféré de Poutine » et le « prophète militant » de « L’europe de Dublin à Vladivostok » (« Poetins favoriete Belg », in ‘De Standaard’, décembre 2017). L’idée-force au cœur du Néoeurasisme (1) …

Retour sur les concepts géopolitiques créé par Jean THIRIART, le fondateur de notre Organisation transnationale, dès 1964, avec un livre fondateur « L’EUROPE. UN EMPIRE DE 400 MILLIONS D’HOMMES ». Où THIRIART  fixait déjà les frontières de sa « Grande-Europe » de Reykjavik à Vladivostok. Idées d’avant-garde d’un grand précurseur. Dans son livre prophétique, Thiriart, dans lequel nous voyons le « Marx » de la Révolution européenne, définissait les conditions de la libération et de l’unification de la Nation-Europe et énonçait les conditions de base de sa puissance : une dimension minimale de 400 millions d’Européens, une monnaie unique, une Armée intégrée indépendante de l’OTAN, des frontières géopolitiques incluant la Méditerranée et l’Est européen jusque Vladivostok, un exécutif transnational. Le tout impliquant l’expulsion des USA d’Europe.

Après l’idéologie avec FUKUJAMA et l’Histoire comme fondement opérationnel de l’action avec HUNTINGTON, le troisième grand théoricien de l’impérialisme américain au XXIeme siècle est Zbigniew BRZEZINSKI (2) dont le domaine est la géostratégie et la géopolitique et qui publie “The Grand Chessboard” en 1997, titré “Le grand échiquier. L’Amérique et le reste du monde” pour son édition française. La réflexion de BRZEZINSKI est centrée sur les conditions géopolitiques de la puissance américaine et de son contrôle sur l’Eurasie, le “grand échiquier” où Washington doit éliminer tout rival potentiel ou réel. On ignore souvent que HUNTINGTON n’est pas le créateur du concept des “guerrres civilisationnelles” emprunté à un professeur marocain (3). De même, BRZEZINSKI s’inspire largement des Théories de Jean THIRIART !

I – JEAN THIRIART :

UN GEOPOLITICIEN PROPHETIQUE RECONNU EN RUSSIE  ET ETOUFFE EN OCCIDENT

En dehors des cercles spécialisés, THIRIART est méconnu en Europe occidentale où l’impasse a été volontairement et systématiquement faite sur ses thèses (le même procédé m’a été appliqué en europe occidentale, diabolisation et étouffement). Il n’en va pas de même en Russie où il inspire aussi bien les théories géopolitiques et économiques des nationaux-communistes de ZIOUGANOV, que les concepteurs des thèses eurasistes mises à l’honneur par le président POUTINE, ou encore celles des « eurasistes de droite » (ceux-ci très loin des thèses originelles de Thiriart). Le manuel d’instruction géopolitique pour les officiers russes lui consacre un long chapitre élogieux.

Au début des Années 80, THIRIART fonde l’Ecole “euro-soviétique” de Géopolitique (Thiriart, José Cuadrado Costa et Luc MICHEL) (4), où nous prônons une unification continentale de Vladivostok à Reykjavik sur le thème de “l’Empire euro-soviétique” et sur base de critères géopolitiques.

Théoricien de l’Europe unitaire, Thiriart a été largement étudié aux Etats-Unis, où des institutions universitaires comme le « Hoover Institute » ou l’ « Ambassador College » (Pasadena) disposent de fonds d’archives le concernant. Ce sont ses thèses anti-américaines “retournées” que reprend largement BRZEZINSKI, définissant au bénéfice des USA ce que THIRIART concevait pour l’unité continentale eurasienne.

Le succès médiatique des emprunts de HUNTINGTON ou de BRZEZINSKI comparé au silence pesant qui entoure en Occident des théoriciens comme THIRIART ou moi-même s’explique par le monopole médiatique américain. A l’antique “ex Oriente lux” a visiblement succédé un “Ex America lux”.

LES THESES GEOPOLITIQUES DE MACKINDER, MAHAN, SPYKMAN ET THIRIART : « LA TERRE CONTRE LA MER »

La géopolitique, science née à la fois aux USA, en Allemagne eten France à la fin du XIXeme siècle, doit beaucoup aux concepts de MACKINDER et de SPYKMAN.

L’amiral britannique H.J. MACKINDER (1861-1947), qui fut professeur de géographie à Oxford puis à la London School of Economics and Political Science, est le fondateur de la géopolitique classique, celle qui oppose la terre et la mer. Il est connu notamment pour être l’auteur de la théorie selon laquelle il existerait au début du XXème siècle un “pivot géographique du monde”, le coeur du monde (heartland) protégé par des obstacles naturels (le croissant intérieur, inner crescent, composé de la Sibérie, du désert de Gobi, du Tibet, de l’Himalaya) et entouré par les océans et les terres littorales (coastlands).

Ce coeur du monde, c’est la Russie, la Russie Etat-continent qui est inaccessible à la puissance maritime qu’est la Grande-Bretagne. C’est pourquoi le « coeur du monde » doit être encerclé par les alliés terrestres de la Grande-Bretagne. La Grande-Bretagne doit contrôler les mers mais également les « terres littorales » qui encerclent la Russie, c’est à dire l’Europe de l’Ouest, le Moyen-Orient, l’Asie du sud et de l’est. La Grande-Bretagne elle-même, avec les Etats-Unis et le Japon, constituent le dernier cercle qui entoure le coeur du monde. Selon MACKINDER ce qu’il faut absolument éviter c’est l’union de la Russie et de l’Allemagne, un concept que THIRIART modernisera en “Empire euro-soviétique”, la constitution de ce que MACKINDER appelle l’île mondiale (world island), un puissant Etat ayant d’immenses ressources et de vastes étendues terrestres, ce qui permettrait à la fois d’avoir de grandes capacités territoriales de défense et de construire une flotte qui mettrait en péril l’Empire britannique.

Dès la fin du XIXeme siècle, l’école géopolitique américaine, dont les têtes de file sont MAHAN et SPYKMAN, entendra substituer les Etats-Unis à la Grande-Bretagne en tant que puissance maritime hégémonique.

Disciple critique de MAHAN, Nicholas J. SPYKMAN est son continuateur en même temps que le continuateur partiel et dissident de MACKINDER. Comme le britannique MACKINDER, N.J. SPYKMAN pense que le monde a un pivot. Mais ce pivot du monde n’est pas le heartland de MACKINDER, la Russie. Le pivot du monde est composé des terres littorales (les coastlands de MACKINDER) qu’il appelle le bord des terres, l’anneau des terres (rimland), ces terres constituant un anneau tampon entre le coeur, qui est soit la Russie soit l’Allemagne, et la puissance maritime britannique. Ces Etats tampons furent, par exemple, la Perse et l’Afghanistan utilisés par l’Angleterre contre la Russie entre le XIXème et le XXème siècle, comme la France fut utilisée contre l’Allemagne entre la deuxième moitié du XIXème siècle et la deuxième guerre mondiale.

Après la victoire sur l’Allemagne – SPYKMAN écrit avant 1943 – il faut donc contrôler ces Etats tampons qui constituent le « rimland », le pivot, si l’on veut contrôler le coeur du monde. Cette nécessité conduira à la mise en place d’une politique d’endiguement (containment) de la Russie soviétique, l’Europe de l’Ouest et la Turquie servant d’Etats tampons pour les Etats-Unis.

THIRIART : LA GEOPOLITIQUE DE L’EMPIRE EUROPEEN AUTOUR DE LA FUSION ENTRE U.E. ET URSS-RUSSIE

Fondateur de l'”Ecole euro-soviétique” au début des Années 80, Jean THIRIART développe le thème de la « dimension vitale des Etats nécessaire pour garantir leur indépendance » et qui requiert à l’époque moderne la taille des « états continentaux » (inspirée du géopoliticien allemand Karl HAUSHOFER) (5).

Théoricien de « l’Etat unitaire paneuropéen » (appelé aussi « Europe unitaire et communautaire »), THIRIART étudie les causes de l’échec de l’Union Soviétique, qu’il pressent dès 1980 et dont il stigmatise le fédéralisme. Face à la superpuissance américaine, il plaide pour la fusion de la Russie (sur ses frontières sibériennes en Orient) avec l’Europe occidentale dans le cadre d’un Empire unitaire allant de Reykjavik à Vladivostok et du Groenland à la Méditerranée.

Géopoliticien de l’Empire européen, Jean THIRIART axe ses réflexions sur l’intégration de la Russie et de l’Europe occidentale dans un Etat continental eurasien unitaire :

  1. THIRIART insiste sur le fait capital que tous les états issus de l’implosion de l’URSS, sans aucune exception, doivent faire partie de l’Europe. Les frontières orientales, caucasiennes et sibériennes, de l’URSS devront demain être celles de la Grande-Europe.
  1. THIRIART développe sa thèse sur la construction de l’Europe contre les Etats-Unis et son bras armé de l’OTAN. L’Europe unitaire se fera dans le cadre d’une « guerre de libération nationale contre l’occupant américain et ses collaborateurs “européens”. »
  1. THIRIART insiste sur la nécessité de l’organisation économique de l’Europe sur une base autarcique, reprenant les théories de Friedrich LIST.
  1. THIRIART dénonce les vues limitées des politiciens européens, qui à la suite du général de Gaulle, envisagent une Europe tronquée jusqu’à l’Oural. L’Empire européen devra inclure la Sibérie et l’extrême-orient ex-soviétique.
  1. THIRIART s’en prend aux conceptions de l’Europe basées sur la religion ou des théories pseudo-racistes. Ce sont les impératifs de la Géopolitique et de la Géoéconomie qui déterminent les dimensions de la Grande-Europe et par là les populations qu’elle unifiera dans un Etat unitaire. Pour lui, par exemple, « la Turquie c’est aussi l’Europe ». Il insiste à ce sujet sur l’exogamie au sein de peuple européen.
  1. THIRIART qui conçoit l’Empire européen comme « une nouvelle Rome », la « Quatrième Rome » (dirai-je moi après 1992) qui fait écho au concept messianique russe de la “Troisième Rome” (Moscou après Rome et Bysanze), expose la nécessité de faire de la Méditerranée un « Lac européen », une nouvelle “Mare nostrum”.

II – COMMENT BRZEZINSKI A RETOURNE LES THESES DE THIRIART AU PROFIT DES USA : LES FONDEMENTS GEOPOLITIQUES DE LA PUISSANCE AMERICAINE

BRZEZINSKI s’inspire directement des théories de THIRIART pour définir les conditions de la puissance américaine au XXIeme siècle, la maintenir dans son rôle hégémonique de garants du “Nouvel Ordre Mondial” et péréniser la sujétion de l’Europe occidentale.

LES CONDITIONS DU LEADERSHIP AMERICAIN

Pour maintenir leur leadership, qui n’est rien d’autre que « la domination mondiale » annoncée par James BURNHAM (le grand-père des néoconservateurs américains) dès 1943, les USA doivent avant tout maîtriser le “grand échiquier” que représente l’Eurasie, où se joue l’avenir du monde. Cette maîtrise repose sur la sujétion de l’Europe occidentale, étroitement liée aux USA dans un ensemble politico-économique occidental, la « communauté atlantique » cadenassée par l’OTAN. THIRIART parlait de l’OTAN non comme d’un bouclier mais « d’un harnais » pour l’Europe.

Elle repose aussi sur l’isolement de la Russie qu’il faut affaiblir irrémédiablement et démembrer.

Le danger mortel pour les USA, puissance extra-européenne à l’origine de par sa situation même, serait d’être expulsée d’Europe occidentale, sa tête de pont en Europe. Dans cet objectif, tout rapprochement de l’Europe et de la Russie, toute union eurasienne, sans même parler de fusion comme l’évoquait THIRIART, doit être empêchée par tous les moyens.

Zbigniew BRZEZINSKI écrit : “L’Europe est la tête de pont géostratégique fondamentale de l’Amérique. Pour l’Amérique, les enjeux géostratégiques sur le continent eurasien sont énormes. Plus précieuse encore que la relation avec l’archipel japonais, l’Alliance atlantique lui permet d’exercer une influence politique et d’avoir un poids militaire directement sur le continent. Au point où nous en sommes des relations américano-européennes, les nations européennes alliées dépendent des Etats-Unis pour leur sécurité. Si l’Europe s’élargissait, cela accroîtrait automatiquement l’influence directe des Etats-Unis. A l’inverse, si les liens transatlantiques se distendaient, c’en serait finit de la primauté de l’Amérique en Eurasie.”

DIVISER POUR REGNER : LA “KLEINSTAATEREI” (FREDERIC GRIMM)

Nous avons déjà évoqué le rôle de Henry KISSINGER comme “Richelieu américain”. Ce n’est nullement une figure de rhétorique. Le Cardinal de Richelieu est le premier ministre de la France au moment où la Guerre de trente ans ravage la Mittel Europa. Son but est d’assurer à la France des Bourbons la domination en Europe en neutralisant l’Allemagne et l’Empire des Habsbourg, tant en Espagne qu’en Allemagne. Menant une politique cynique et opportuniste, Richelieu transforme une guerre de religion entre protestants et catholiques en un grand embrasement dont la France sort victorieuse lors du Traité de Westphalie (1648). Sous prétexte de préserver les “libertés germaniques”, la France impose le démembrement du Ier Reich germanique en plusieurs centaines de micro-états inviables. La France, état unitaire, a ainsi assuré sa prédominance en Europe jusqu’au début du XIXeme siècle. Jusqu’à Waterloo.

L’historien allemand Frédéric GRIMM évoque à ce propos dans son livre “Le testament de Richelieu” de concept de “kleinstaaterei”.

La leçon n’a pas été perdue pour les Etats-Unis. Aujourd’hui, sous prétexte de préserver les droits des peuples – les nouvelles “libertés européennes” -, Washington impose la “kleinstaaterei” en Europe, dans les Balkans, le Caucase et en Russie même.

Depuis 1943, les Etats-Unis théorisent et favorisent le démembrement et la fragmentation des grand états. En 1945, MORGENTHAU, conseiller de Roosevelt, prône le morcellement de l’Allemagne et sa désindustrialisation. La partition de fait en résulte. On ignore souvent que STALINE était opposé à la division de l’Allemagne et proposa jusqu’en 1948 une Allemagne unifiée et neutre.

Ici la géopolitique se rapproche du courant “réaliste” des relations internationales, dont un des fondateurs les plus célèbres est Hans J. MORGENTHAU, dont elle partage nombre de postulats

Depuis 1989, les Etats-Unis multiplient leur soutien à l’éclatement des Etats dans les Balkans et en Europe orientale. L’éclatement de l’Union soviétique et de la IIe Yougoslavie (Tito) en résulte directement. Une nouvelle étape voit ensuite le démembrement de la IIIe Yougoslavie (Milosevic) née en 1991. Et BRZEZINSKI vise enfin au démembrement non seulement de la Fédération de Russie mais aussi de la Russie historique elle-même en trois entités.

Et c’est là qu’intervient un théoricien comme Samuel HUNTINGTON, dont le rôle est de fournir des justifications historiques à cette politique (6) . Comparer la vision géopolitique de l’Europe de BRZEZINSKI à la théorie des « aires de civilisation » de HUNTINGTON est à ce sujet éclairant.

Il convient ici de dresser un autre parallèlle : celui des thèses de la géopolitique nazie – dont le principal théoricien fut Alfred Rosenberg, l’auteur du “MYTHE DU XXe SIECLE” – avec les projets des Etats-Unis en Europe. Le même plan est appliqué que ce soit dans les Balkans ou contre la Russie. Et les alliés privilégiés actuels de Washington étaient ceux du IIIeme Reich entre 1935 et 1944.

DOCTRINES DE L’IMPERIALISME AMERICAIN (1) :

LES GEOPOLITICIENS AMERICAINS CLASSIQUES

En 1991 commence une nouvelle ère pour les relations internationales.

La situation mondiale est en effet totalement changée. L’URSS, le principal challenger de Washington, qui fut aussi, il faut le dire, longtemps son meilleur complice, a disparu, vaincue par la compétition économique et la course aux armements qu’elle s’était laissée imposées par Washington. En l’espace de quelques mois, la puissance américaine est devenue l’unique superpuissance mondiale et tente partout d’imposer son “Nouvel Ordre Mondial” (NOM) avec son cortège de guerres et d’inégalités.

Les théoriciens de l’impérialisme américain défendent à ce sujet la thèse du hasard. Les Etats-Unis se seraient trouvés dans leur position centrale et omnipotente par l’effet d’une série de conjonctions heureuses. Mais en rien la politique planétaire des USA ne serait responsable de cette situation d’hégémonie, résultant d’une divine surprise. Cette thèse est totalement fausse et contredite par toute étude historique sérieuse.L’impérialisme américain est planifié, pensé, théorisé depuis plus d’un siècle et demi. Et la victoire incontestable de 1991 est l’aboutissement d’une politique impérialiste conçue dès la fin du XIXeme siècle.

Le premier grand théoricien de cette vision impérialiste qui vise à la domination mondiale est l’amiral Alfred T. MAHAN, dont le livre principal “THE INFLUENCE OF SEA POWER UPON HISTORY” est publié à Boston en 1890. Alfred T. MAHAN (1840-1914) a construit une géopolitique destinée à justifier l’expansionnisme mondial des Etats-Unis à une époque où le monde est encore dominé par la Grande-Bretagne, un expansionnisme qui doit se fonder sur la puissance maritime (“sea power”). MAHAN est convaincu que les Etats-Unis, puissance industrielle contrôlant les Amériques, peuvent, en imitant la stratégie maritime qui fut celle de l’Angleterre à partir du XVIème siècle, obtenir la domination mondiale grâce à la maîtrise des mers. Il leur faut pour cela non seulement des bases, des ports, mais surtout des bâtiments, des navires, qui soient en permanence capables d’intervenir partout dans le monde, et donc constamment opérationnels. Donc, en 1897, MAHAN préconise la politique stratégique suivante : il faut s’allier à la Grande-Bretagne pour contrôler les mers, il faut maintenir l’Allemagne sur le continent européen et s’opposer à son développement maritime et colonial, il faut associer les américains et les européens pour combattre les ambitions des asiatiques et en particulier surveiller de près le développement du Japon.

Tous les grands thèmes de la politique américaine du Siècle naissant sont déjà présents : stratégie planétaire, intervention en Europe, isolement de la puissance continentale (alors l’Allemagne). MAHAN donne un corps idéologique à la vision américaine d’une mission prédestinée des USA dans le monde : la “manifest destiny”.

Son oeuvre est continuée par Nicholas J. SPYKMAN (1893-1943), qui développe la notion de “containment”, consistant à organiser un système d’états-tampons destiné à briser la puissance russe. Après la victoire sur l’Allemagne il faut donc contrôler ces Etats tampons qui constituent le « rimland », le pivot (une notion de géopolitique), si l’on veut contrôler le coeur du monde. Cette nécessité conduira à la mise en place d’une politique d’endiguement (containment) de par la constitution de l’Alliance atlantique dominée par les Etats-Unis, face au Pacte de Varsovie, dominé par la Russie soviétique. Notez que tout cela est pensé en 1941 et 42 – SPYKMAN meurt en 1943 – c’est-à-dire au moment même ou l’URSS fait face aux armées nazies.

Le discipline de SPYKMAN est Georges F. KENNAN, le principal théoricien américain de la guerre froide, auteur de “THE SOURCES OF SOVIET CONDUCT”.

Le plus brutal théoricien de l’impérialisme américain est James BURNHAM. Moins connu en dehors des spécialistes des sciences politiques (c’est le père des néo-machiavéliens américains), c’est un ancien trotskyste reconverti dans le néoconservatisme. Il fonde notamment la “NATIONAL REVIEW”. En 1945, il publie un livre fondamental mais passé inaperçu en Europe dont le titre anglais est “THE STRUGGLE FOR THE WORLD”. Le titre de l’édition française (1947) est lui plus explicite encore : c’est “POUR LA DOMINATION MONDIALE”. BURNHAM y donne les conditions de la puissance destinée à assurer la domination planétaire des Etats-Unis.

DOCTRINES DE L’IMPERIALISME AMERICAIN (2) :

DE NOUVELLES THEORIES IMPERIALISTES AMERICAINES APRES 1991

La victoire américaine de 1991, qui est largement surestimée dans les cercles conservateurs qui entourent le président Bush I, va donner lieu à une nouvelle théorisation de l’impérialisme yankee. Les proches conseillers de Bush en donnent immédiatement une nouvelle définition : c’est le “Nouvel Ordre Mondial” au nom duquel les USA reçoivent la mission de “pacifier” le monde et d’y imposer les pseudo-valeurs du “libre commerce”.

Les principaux théoriciens de l’impérialisme américain à l’aube du XXIeme siècle sont Francis FUKUJAMA, Samuel P. HUNTINGTON et Zbigniew BRZEZINSKI.

Leur théories, médiatisées par leurs livres et leurs articles dans les grandes revues américaines de politique internationale, prennent place dans un ensemble de recherches et d’activités liées directement au Pentagone et au State Departement. En apparence, elles présentent des contradictions entre elles mais celles-ci ne sont qu’apparentes. Elles sont en effet plus liées qu’il n’y parait car elles représentent différents niveaux de la même pensée, notamment quand à leur projection dans le temps.

FUKUJAMA est le théoricien de la “fin de l’histoire” où il prophétise que le “dernier homme” sera celui de la vision idéologique américaine. On présente souvent les thèses de FUKUJAMA comme une vision trop optimiste liée à la victoire de 1991 et donc dépassée. C’est ignorer les travaux ultérieurs de cet auteur. FUKUJAMA représente au contraire la vision à long terme de l’impérialisme yanquee. Celle de ses buts ultimes (7).

HUNTINGTON (8) théorise les justifications idéologiques de l’affrontement de Washington avec le reste du monde. C’est une oeuvre à moyenne vision – les trois ou quatre prochaines décennies – destinée bien plus aux alliés supposés de Washington qu’au public américain. Ses théories sur “le choc des civilisations” visent à dissimuler les pratiques cyniques de la politique internationale américaine et à fournir une justification à une nouvelle politique de “containment”, qui vise surtout la Russie et la Chine mais aussi l’Europe en voie d’unification, et à pérenniser celle-ci (9).

Disciple de Henry KISSINGER, souvent qualifié de “Richelieu américain” pour sa politique cynique et réaliste, BRZEZINSKI donne lui les conditions de la puissance américaine, destinées à assurer une domination planétaire durable. C’est la théorisation géopolitique de l’impérialisme américain.

Dans ces théories on trouve un curieux mélange de cynisme, de brutalité et de faux moralisme. C’est la traduction au XXIeme siècle de la “manifest destiny”. Les USA ont une mission à accomplir. Ce qui est bon pour eux est bon pour le monde. Et le “libre commerce” assurera la paix mondiale. Chez BRZEZINSKI celà frise parfois la caricature, les plus brutales théories géopolitiques voisinant avec des réflexions idéalisantes sur la paix et le bonheur des peuples.

III – DERRIERE LES GEOPOLITIQUES OPPOSEES :

LE CHOC DES GEOIDEOLOGIES

On parle souvent d'”Empire américain”. A tord ! Parce que l’idée impériale n’a pas grand chose à voir avec l’impérialisme mercantile et exploiteur de Washington, à propos duquel le terme de néo-colonialisme est plus approprié.

ROME OU CARTHAGE ?

La géopolitique distingue clairement et oppose puissance maritime (Thalassocratie) et puissance terrestre. L’exemple le plus accompli en furent les guerres puniques qui opposèrent la Rome terrestre à Carthage, puissance des mers. Aujourd’hui, les Etats-Unis, puissance maritime, sont une nouvelle Carthage accomplie : même consumérisme, mêmes valeurs marchandes, même horizon limité, même exploitation des colonies, même oligarchie ploutocratique aux commandes.

La puissance continentale est encore à venir. C’est contre elle qu’agissent les théoriciens de l’impérialisme américain. Et ce sont les conditions de son accomplissement que THIRIART s’attachait, le premier, à définir.

Le choc de Rome contre Carthage est aussi celui de deux idéologies, de deux Weltanschauung. Hier comme aujourd’hui. Le but ultime de THIRIART, le telos du « Communautarisme européen », se situe au niveau de cet enjeu historique fondamental.

Du côté des Etats-Unis et des atlantistes existe une large école ploutocratique pour qui l’Europe doit être un des moyens du renforcement du capitalisme et de la Mecque de celui-ci qui se situe aux Etats-Unis. Ce sont les fameuses théories du « second pilier », qui voient notamment dans une organisation européenne de défense un pilier européen rénové de l’OTAN. Il existe une autre école, celle de Jean THIRIART, des Néoeurasistes, pour laquelle l’Eurasie se fera inexorablement contre les Etats-Unis, pour qui il est impératif qu’elle se fasse contre Washington. Si THIRIART veut détruire politiquement les Etats-Unis, c’est parce qu’il leur oppose une vision du monde qui se situe aux antipodes de l’économisme consumériste prôné par Washington. L’Empire européen est pour lui avant tout une « esthétique de l’homme », une solution et une alternative à proposer à toute l’Humanité.

QUELLE REPONSE POUR LES PEUPLES ?

DE LA « TRICONTINENTALE » A LA « QUADRICONTINENTALE » …

Depuis plus d’un siècle, Washington se heurte à la cause des peuples qui ne veulent pas d’une « destinée manifeste » imposée contre leur culture et leur liberté. Face à l’anti-civilisation des “chiens heureux” annoncée cyniquement par FUKUJAMA (10), et qui pointe à l’horizon lointain de l’impérialisme yankee, la réponse des peuples est une nécessité brûlante.

Parce que les Etats-unis règnent en divisant, elle implique l’unité et la solidarité des peuples.

Cette problématique de l’unité des peuples face à l’impérialisme n’est pas nouvelle. En 1967, à La Havane, Castro lançait en compagnie de la Chine de Mao Zedong, et contre l’avis de Moscou, la “TRICONTINENTALE”. Cette fameuse “TRICONTINENTALE” dont on rêvait à Hanoi où à la Havane vers 1967, a échoué. Elle n’a pas eu et n’aura jamais la force de venir à bout de la puissance américaine, même si hier la victoire du peuple vietnamien a permis de contester celle-ci.

Dès 1967, THIRIART proposait l’alternative : le « Front Quadricontinental ».

Aujourd’hui plus que jamais, il faut une alliance quadricontinentale contre l’impérialisme. La seule Europe occidentale détient aujourd’hui, comme en 1967, des moyens de puissances infiniment supérieurs à la “TRICONTINENTALE” (Asie/Afrique/Amérique latine). L’erreur commise hier à Cuba, à Alger, ou à Hanoi, a été de n’avoir voulu introduire la révolution que dans les pays pauvres, de ne pas avoir vu qu’il fallait introduire l’action révolutionnaire dans la colonie la plus riche des Etats-Unis, l’Europe. Le dogmatisme qui inspirait hier les capitales anti-américaines au nom d’une solution idéale les a conduit à l’immobilisme.

« LA PUISSANCE INDUSTRIELLE AMERICAINE, RENFORCEE DE LA PUISSANCE INDUSTRIELLE EUROPEENNE, FAIT DE CELLE-CI UNE SUPER-PUISSANCE MONDIALE » (THIRIART)

L’analyse de THIRIART est incontournable : « La puissance industrielle américaine, renforcée de la puissance industrielle européenne, fait de celle-ci une super-puissance mondiale ». C’est cette alliance des deux industries mondiales les plus avancées qui a contraint à la capitulation complète, économique et militaire, une URSS débile et asphyxiée. L’URSS est aujourd’hui disparue, le mythe communiste est usé, l’URSS a été battue à plat de couture sur le terrain de l’économie pure par le néo-capitalisme américain renforcé de sa colonie européenne.

La victoire finale contre les USA ne pourra être remportée qu’en Europe ! Le rôle de l’Europe dans la lutte contre les Etats-Unis est le rôle primordial, le rôle capital. Pour déséquilibrer le colosse américain, il faut lui faire perdre son terrain d’action européen.

Au nom de la géopolitique, de la géostratégie et de la géoéconomie, indissolublement liées, BRZENZINSKI ne nous dit pas autre chose. Le sort de la superpuissance yankee se joue ici en europe. Et l’unité entre l’Europe et la Russie est le péril qui lui donne le plus d’angoisses.

Au nom de l’histoire et d’une vision occidentale de la civilisation et de la culture, HUNTINGTON décrit les “guerres de civilisations”. D’autres, dans cette ligne,  parlent de « Djihad versus Mc World ». Et si le choc des civilisations était celui qu’il n’attend pas – ou plutôt ne veut pas attendre – celui de l’Humanisme européen – qui implique le respect de toutes les cultures – et de l’anti-civilisation yankee, le Mc World …

A L’HORIZON DU XXIe SIECLE :

L’ANTICIVILISATION DES “CHIENS HEUREUX” OU L'”ETAT UNIVERSEL”

HUNTINGTON confond la langue avec la culture, les institutions imposées en Europe depuis 1918 par la force des armes et encore plus celle du dollar avec le choix des peuples, le conformisme social et le consumérisme imposé médiatiquement avec la civilisation. Depuis quatre siècle, les Etats-Unis sont une anti-Europe, une machine à récupérer les idées de l’Europe et les retourner comme armes contre elle. Comme HUNTINGTON, comme BRZENZINSKI, James BURNHAM dans son livre “Pour la domination mondiale” a récupéré une idée née en Europe.

En 1932, Ernst JUNGER publiait son essai retentissant et souvent mal compris sur “LE TRAVAILLEUR” – DER ARBEITER -, où il prophétisait l’affrontement final de gigantesques Etats impériaux pour la domination mondiale et le triomphe de visions du monde antithétiques. Une vision précisée par Jünger dans “L’ETAT UNIVERSEL” publié en 1946. Les théses de Jean THIRIART, et les nôtres, sur l'”Etat géo-idéologique”, stade avancé de l’Etat continental géopolitique mettant en oeuvre sa vision du monde, et publiées dès 1965, s’inscrivent dans la perspective ouverte par JUNGER.

FUKUJAMA avec son horizon planétaire uniformisé de “chiens heureux” aussi. Hélas !

Le choix sera bien celui là. Où le cauchemar américain imposant aux masses abruties l’illusion du bonheur consumériste. Où l’Humanisme européen, né en Grèce il y a 2.500 ans, et offrant aux peuples un destin. Le choc bien réel de l’anti-civilisation yankee – le Mc World – et des cultures.

Les théoriciens de l’impérialisme américain dans leur arrogance nous avertissent des enjeux qui se jouent. L’avenir n’est heureusement jamais écrit dans les livres mais dans le combat des peuples. On semble l’ignorer à Washington ou à Wall-Street. Jean THIRIART nous le rappelait inlassablement. Puissions-nous ne jamais l’oublier !

NOTES :

(1) Cfr. un article de la Série ‘PCN-NCP TIMELINE’ qui explique la genèse de la renaissance de l’idée eurasiste :

PCN-TIMELINE / IDEOLOGIE / 1984 : LE PCN REINVENTE L’‘EURASISME’ MODERNE

sur http://www.lucmichel.net/2014/05/30/pcn-timeline-ideologie-1984-le-pcn-reinvente-leurasisme-moderne/

(2) Disciple de Henry KISSINGER et adepte de la “real politique” comme lui, BRZEZINSKI, d’origine polonaise, était expert au Center for Strategic and International Studies (Washington DC) et professeur à l’Université Johns Hopkins de Baltimore. Il fut conseiller du président des Etats-Unis de 1977 à 1981, puis de Obama.

(3) Il faut noter que HUNTINGTON n’est nullement l’inventeur de sa thèse. En effet, le professeur marocain (Université Mohamed V de Rabat) Mahdi Elmandjra revendique l’antériorité de la prophétie exposée à propos de la guerre du Golfe dans son ouvrage “PREMIERE GUERRE CIVILISATIONNELLE” (Casablanca, 1992). Il emprunte aussi les thèses de l’historien français BRAUDEL sur la pérennité des civilisations sur les Etats et les Nations.

(4) Au début des Années 80, THIRIART fonde avec José QUADRADO COSTA et moi-même l’« Ecole de géopolitique euro-soviétique » où nous prônons une unification continentale de Vladivostok à Reykjavik sur le thème de « l’Empire euro-soviétique » et sur base de critères géopolitiques.

Sur l’Ecole de géopolitique euro-soviétique, cfr. :

* José CUADRADO COSTA, Luc MICHEL et Jean THIRIART, TEXTES EURO-SOVIETIQUES, Ed. MACHIAVEL, 2 vol. Charleroi, 1984 ;

* Version russe : Жозе КУАДРАДО КОСТА, Люк МИШЕЛЬ и Жан ТИРИАР, ЕВРО-СОВЕТСКИЕ ТЕКСТЫ, Ed. MACHIAVEL, 2 vol., Charleroi, 1984.

Ce recueil de textes fut édité en langues française, néerlandaise, espagnole, italienne, anglaise et russe.

* Et : Жан ТИРИАР, « Евро-советская империя от Владивостока до Дублина », in ЗАВТРА ЛИ ТРЕТЬЯ МИРОВАЯ ВОЙНА ? КТО УГРОЖАЕТ МИРУ ?, n° spécial en langue russe de la revue CONSCIENCE EUROPEENNE, Charleroi, n° spécial, décembre 1984.

(5) Karl Haushofer (1869-1946) est le pèredu concept géopolitique d’Etat continental ».

Il est issu d’une famille d’artistes et d’universitaires. Il épouse en 1886 Martha Mayer-Doss, dont la famille est munichoise d’origine juive.

Influencé par les travaux de Friedrich Ratzel, Rudolf Kjellén et Halford John Mackinder, Haushofer développe ses théories géopolitiques et fonde en 1924 la revue « Zeitschrift für Geopolitik » (La Revue de Géopolitique). Ouverte aux chercheurs en géographie de nombreux pays, notamment l’Union soviétique, celle-ci obtient rapidement une audience internationale. S’adressant à un large public, la revue ne présente cependant que la position de la géopolitique allemande, les membres du comité de rédaction se montrant tous favorables à la révision des clauses territoriales des traités mettant un terme au Premier conflit mondial. Durant ces années, Haushofer souhaite faire de son approche « une science appliquée et opérationnelle ». Partisan d’une alliance avec l’Union soviétique, il la défend dans les colonnes de son journal; il réserve un accueil chaleureux au pacte germano-soviétique, puis, cohérent, condamne le déclenchement de la guerre à l’Est, ce qui entraîne l’arrêt de la publication de son journal en 1941.

Après 1941, sa famille et lui-même deviennent suspects. Son fils Albrecht, professeur à l’université de Berlin et collaborateur du cabinet du ministre des affaires étrangères, Joachim von Ribbentrop, est brièvement arrêté. Karl Haushofer est, lui également, convoqué par la Gestapo. Après la tentative d’assassinat de Hitler et le putsch du 20 juillet 1944 (OpérationWalkirie), la Gestapo fait interner Karl Haushofer à Dachau tandis qu’Albrecht Haushofer, son fils, lié aux conspirateurs, disparaît dans la clandestinité. Ce dernier est toutefois arrêté quatre mois plus tard. Deux semaines avant la fin du conflit, un commando SS l’exécute, de nuit en pleine rue. On retrouve sur lui le recueil de poèmes Les sonnets de Moabit — du nom de la prison berlinoise où il a été incarcéré — qui est considéré comme un témoignage important de la littérature résistante allemande.

Déchu de son titre de professeur honoraire, privé de sa pension, il se suicide le 10 mars 1946 en compagnie de son épouse Martha.

(6) Il ne faut pas oublier le but des thèses de HUNTINGTON et leur rôle dans la diffusion et le défense de l’impérialisme américain. Car HUNTINGTON vise un but opérationnel direct : théoriser et justifier la confrontation entre les Etats-Unis et le reste du monde.

Certaines réactions ne laissent aucun doute. Kissinger voit dans “LE CHOC DES CIVILISATIONS” “le livre le plus important depuis la fin de la guerre froide” et BRZEZINSKI “un tour de force intellectuel : une oeuvre fondatrice qui va révolutionner notre vision des affaires internationales”. Huntignton a en effet à leur yeux le mérite de proposer une vision des civilisations qui recoupe étroitement les conceptions géopolitiques des deux penseurs américains.

Sa vision de l’Occident qui unit étroitement et indissolublement Etats-Unis et Europe occidentale pérennise la mainmise américaine sur notre continent.

Sa thèse sur la civilisation orthodoxe, radicalement séparée de l’héritage gréco-romain commun partagé avec l’Europe occidentale et centrale, empêche toute union eurasienne de l’Atlantique à Vladivostok et combat les thèses sur la “Troisième Rome” et la mission de la Russie, antithétique de la “manifest destiny” américaine. Elle confine la Russie au mieux à un rôle de puissance régionale et au pire, un pire souhaité et théorisé à Washington, au démembrement. Ce n’est nullement un hasard si BRZEZINSKI a fait paraître dans la revue de HUNTINGTON en 1999 un article proposant le démembrement de la Russie en trois états (Russie occidentale, Caucase et Sibérie). Un article qui répond directement aux thèses eurasiennes adoptées par le président POUTINE et qui fit scandale en Russie, où l’on souligna que ce projet était déjà celui de HITLER et de ROSENBERG, le théoricien nazi du racisme et de l’expansion à l’Est du Germanisme.

Enfin, l’opposition proclamée entre Occident et islamo-confucéens empêche tout rapprochement euro-arabe et toute union méditerranéenne. HUNTINGTON oublie là fort à propos l’utilisation par Washington d’un certain islamisme radical contre l’Europe (Bosnie, Albanie), la Russie (Afghanistan, Tchétchénie, etc.) et les pays arabes opposés à sa politique, comme la Libye ou l’Irak.

(7) Francis FUKUJAMA publie en 1992 “LA FIN DE L’HISTOIRE ET LE DERNIER HOMME”, où il développe la fameuse thèse qu’il avait émise en 1989 dans la revue «THE NATIONAL INTEREST».

Qu’entend FUKUJAMA par «fin de l’histoire» ? A la suite des philosophes HEGEL et KOJEVE, il considère que l’histoire résulte des antagonismes entre les différentes idéologies et formes d’organisations sociales, qui luttent chacune pour la reconnaissance. Or, avec la chute du Mur, l’effondrement du communisme et la victoire de la démocratie libérale, l’histoire, prise dans ce sens, s’abolit. Preuve est faite que le destin de l’humanité, c’est la démocratie libérale moderne, idéologie politique de l’impérialisme américain, qui, à défaut d’être parfaite, offre selon FUKUJAMA le « meilleur des mondes » possibles.

En 1997, avec “LA CONFIANCE ET LA PUISSANCE”, Francis FUKUJAMA précise sa pensée et souligne que la majorité des nations s’oriente politiquement vers la démocratie et économiquement vers l’économie de marché. Dans ce nouveau livre, il développe une justification idéologique de la supériorité du modèle social américain et entreprend de démontrer qu’une corrélation existe entre «vertus sociales et prospérité économique», celles-là engendrant celle-ci. L’Etat-providence ayant dû battre en retraite. Il y prétend qu’il y a des pays plus aptes que d’autres au développement. Il oppose les sociétés familiales, comme la France, l’Italie ou la Chine, à faible degré de confiance généralisée, ce qui implique une forte intervention de l’Etat, et les sociétés de confiance, automatiquement plus prospères, comme le Japon, l’Allemagne et les Etats-Unis.

Mais FUKUJAMA est surtout l’idéologue du projet de société américain à long terme, qu’il prétend être l’avenir ultime de l’humanité. C’est tout simplement l’accomplissement ultime de la “manifest destiny”. Et c’est surtout une vision de cauchemar d’une société où le Politique et l’homme en tant qu’acteur de l’Histoire ont disparu, où le destin des hommes et des peuples est remplacé par un monde unifié, gris et sale, où le consumérisme accompli tient lieu d’ultime horizon. Alors triomphera le dernier Homme, plus soucieux d’assurer son bien-être que d’affirmer sa valeur par des oeuvres géniales ou par des guerres.

(8) Professeur à l’Université d’Harvard, HUNTINGTON a dirigé le “John M. Olin Institue for Strategic Studies” et a été expert auprès du Conseil National Américain de Sécurité sous l’administration Carter. Il est aussi le fondateur et l’un des directeurs de la revue “Foreign Policy”, où ont été exposées initialement ses thèses sur le choc des civilisations.

(9) Samuel P. HUNTINGTONest est venu corriger FUKUJAMA, le compléter. La fin de l’Histoire n’étant pas immédiate et les peuples étant résistants au “Nouvel Ordre Mondial” et à son horizon avilissant de “chiens heureux”, il fallait théoriser les affrontements persistants et persuader les alliés plus ou moins forcés de Washington du bien fondé de la domination planétaire du système américain.

Il publie en 1996 “THE CLASH OF CIVILIZATIONS AND THE REMAKING OF WORLD ORDER”. Selon HUNTINGTON : “L’histoire des hommes, c’est l’histoire des civilisations, depuis les anciennes civilisations sumériennes et égyptiennes jusqu’aux civilisations chrétiennes et musulmane, en passant par les différentes formes des civilisations chinoises et hindoue”. On distingue généralement, nous dit HUNTINGTON, la “civilisation”, un concept français du XVIIIème siècle qui s’oppose au concept de “barbarie”, des “civilisations”, un concept anthropologique qui s’applique à “l’entité culturelle la plus large que l’on puisse envisager”. “Les empires naissent, nous dit-il, et meurent, alors que les civilisations “survivent aux aléas politiques, sociaux, économiques et même idéologiques” (Braudel), pour en définitive succomber à l’invasion de tiers”.

HUNTINGTON nous dit que pendant trois mille ans les civilisations séparées par le temps et par l’espace se sont ignorées. Puis la civilisation occidentale domina le monde jusqu’au XXème siècle. Mais l’influence de l’Occident ne cesse de se réduire : “la puissance économique se déplace vers l’Extrême-Orient, dont l’influence politique et la puissance militaire vont croissant. L’Inde est en passe de décoller. L’hostilité du monde musulman va croissant envers l’occident dont les sociétés non occidentales n’acceptent plus comme jadis les diktats et les sermons”. “Peu à peu l’Occident perd sa confiance en soi et sa volonté de dominer”. L”Occident restera le numéro un mondial pendant le XXIème siècle, mais inéluctablement “l’occident continuera à décliner” et “sa prépondérance finira par disparaître”.

Donc conclut HUNTINGTON, “l’affrontement est programmé” au travers de “guerres civilisationnelles” entre la civilisation Occidentale et les autres civilisations du Monde. Parmi les adversaires principaux de l’Occident américain, les civilisations orthodoxe, islamiste et confucéenne (Chine et Asie).

(10) Dans une interview retentissante au quotidien “LE MONDE” (Paris) du 17 juin 1999, FUKUJAMA précise sa vision du “dernier homme”, qui est incontestablement “la fin de l’histoire” :

“Le caractère ouvert des sciences de la nature contemporaines nous permet de supputer que, d’ici les deux prochaines générations, la biotechnologie nous donnera les outils qui nous permettront d’accomplir ce que les spécialistes d’ingénierie sociale n’ont pas réussi à faire. A ce stade, nous en aurons définitivement terminé avec l’histoire humaine parce que nous aurons aboli les êtres humains en tant que tels. Alors commencera une nouvelle histoire, au-delà de l’humain.”

C’est brutalement exposé le projet de société ultime de l’oligarchie américaine.

Dans la même interview, il précise par ailleurs la continuité de sa thèse sur “la fin de l’histoire” avec son projet orwellien de société : “Quand j’ai publié “La fin de l’histoire”, en 1992, j’ai été submergé de critiques, mais je ne parlais pas de la même histoire que mes censeurs. Je voulais dire qu’avec l’écroulement du bloc de l’Est, de nombreuses questions fondamentales sur le plan de l’idéologie et des institutions qui avaient sous-tendu l’histoire pendant des décennies ont été plus ou moins réglées, du moins dans les pays développés. Aujourd’hui, les vrais problèmes se situent au niveau des structures sociales, religieuses, et de la culture.”

L’homme sera alors devenu un “chien heureux” constate FUKUJAMA : «Un chien est heureux de dormir au soleil toute la journée, pourvu qu’il soit nourri, parce qu’il n’est pas insatisfait de ce qu’il est. Il ne se soucie pas que d’autres chiens fassent mieux que lui, ou que sa carrière de chien soit restée stagnante. Si l’homme atteint une société dans laquelle il aura réussi à abolir l’injustice, sa vie finira par ressembler à celle du chien». FUKUJAMA reste muet sur ceux qui seront les maîtres de ces chiens heureux, qui les tiendront en laisse …

 (Sources : Luc Michel – PCN-Timeline – CEPSE – EODE Think-Tank)

Photo :

Thiriart à l’Université de Moscou en août 1992.

Thiriart et Luc Michel, forêt de Compiègne (France 1983).

Le livre de Thiriart « L’Europe. Un empire de 400 millions d’hommes » (1964). Le concept géopolitique de « l’Europe jusque Vladivostok », la genèse du Néoeurasisme.

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE

* Avec le Géopoliticien de l’Axe Eurasie-Afrique :

Géopolitique – Géoéconomie – Géoidéologie – Géohistoire –

Géopolitismes – Néoeurasisme – Néopanafricanisme

(Vu de Moscou et Malabo) :

PAGE SPECIALE Luc MICHEL’s Geopolitical Daily

https://www.facebook.com/LucMICHELgeopoliticalDaily/

________________

* Luc MICHEL (Люк МИШЕЛЬ) :

WEBSITE http://www.lucmichel.net/

PAGE OFFICIELLE III – GEOPOLITIQUE

https://www.facebook.com/Pcn.luc.Michel.3.Geopolitique/

TWITTER https://twitter.com/LucMichelPCN

* EODE :

EODE-TV https://vimeo.com/eodetv

WEBSITE http://www.eode.org/

BATAILLE ASYMÉTRIQUE RUSSIE-EUROPE SOUS PRÉTEXTE DE LA PROVOCATION DE L’AFFAIRE SKRIPAL (28 MARS 2018)

 

* Voir sur PCN-TV/

PRESS TV DEBAT AVEC LUC MICHEL:

BATAILLE ASYMÉTRIQUE RUSSIE-EUROPE SOUS PRÉTEXTE DE LA PROVOCATION DE L’AFFAIRE SKRIPAL

(28 MARS 2018)

sur https://vimeo.com/262266182

LM.PRESS TV - DEBAT ue-russie asymétrique (2018 03 28) (2)

* Le commentaire de PRESS TV :

« Le ministère russe des Affaires étrangères a annoncé, le lundi 26 mars, dans un communiqué que Moscou réagirait bientôt à la décision prise à l’unanimité par plusieurs membres de l’UE et de l’OTAN d’expulser des diplomates russes. « Cette démarche, que nous jugeons hostile, ne correspond pas à la tâche et à l’intérêt d’établir les causes et de trouver les coupables […]. Ce geste provocateur […] s’inscrit dans la continuité de la ligne conflictuelle cherchant à provoquer l’escalade de la situation », indique le communiqué cité par Le Courrier de Russie.

Le ministère russe a dénoncé la position « préconçue, engagée et hypocrite » adoptée de facto par les autorités britanniques, et suivie par plusieurs autres pays occidentaux, rappelant que la « démarche inamicale » de ces pays ne passerait pas inaperçue et que la Russie réagirait.

Bruno Guigue, analyste politique, et Luc Michel, géopoliticien, s’expriment à ce sujet. »

* Le commentaire de PCN-TV :

Un débat en phase, avec des analyses qui se complètent.

Bruno Guige est un ex haut fonctionnaire français, cassé, fait très rare, pour avoir préféré ses convictions à sa carrière.

ALLER PLUS LOIN :

LES ÉTATS-UNIS FONT PRESSION SUR LEUR ALLIÉS EUROPÉENS POUR QU’ILS EXPULSENT LES DIPLOMATES RUSSES

Pour la porte-parole du ministère russe des Affaires étrangères, l’OTAN est derrière l’expulsion des diplomates russes des pays européens, une mesure dont l’objectif est d’affaiblir la Russie. « Ces mesures ont été prises pour affaiblir la Russie. Ce à quoi nous assistons fait partie d’un plan de russophobie à long terme », a averti Maria Zakharova, porte-parole du ministère russe des Affaires étrangères, ce 27 février.

« Nous sommes bien conscients que l’Organisation du traité de l’Atlantique Nord (OTAN) est derrière les  actions de l’UE. L’OTAN constitue la toile de fond de la structure politique de l’Union européenne », a déclaré Zakharova à la chaîne de télévision Russia 1.

« Ces mesures ont été prises dans le but d’affaiblir la Russie, et ce dont nous sommes témoins, à présent, fait partie d’un plan de russophobie à long terme. Ce problème concerne non seulement la Russie mais aussi son peuple », a-t-elle ajouté.

Le ministre russe des Affaires étrangères, Sergueï Lavrov, a accusé mardi Washington d’exercer des pressions sur ses alliés pour qu’ils expulsent les diplomates russes, rapporte l’AFP. « C’est le résultat des pressions et des chantages des Américains, un outil dont se sert Washington sur la scène internationale », a-t-il déclaré en Ouzbékistan.  « Nous répondrons sans aucun doute à cette action.

Personne n’accepte un tel comportement », a-t-il ajouté.

___________________

# PCN-TV

https://vimeo.com/pcntv

# PCN-TV sur les Réseaux sociaux :

* FaceBook : Allez ‘liker’ la Page officielle de PCN-TV !

https://www.facebook.com/PCN.NCP.TV

* YouTube :

https://www.youtube.com/user/PCNTVnetwork

# GROUPE OFFICIEL ‘PCN-NCP-НОП –

LA CAUSE DES PEUPLES – THE PEOPLES’ CAUSE’

https://www.facebook.com/groups/LCDP.TPC.PCN.NCP/

UNE ANALYSE DE L’IMPÉRIALISME ANGLO-SAXON EN AFRIQUE

 

* Voir sur PANAFRICOM-TV/

LE ‘ZOOM AFRIQUE’ DE PRESS TV – ED. DU 28 MARS 2018 – AVEC LUC MICHEL:

GEOPOLITIQUE. UNE ANALYSE DE L’IMPÉRIALISME ANGLO-SAXON EN AFRIQUE ET DANS LE MONDE (PRESS AFRIQUE)

sur https://vimeo.com/262272092

LM.PRESS TV - ZOOM AFRO anglo-saxon mali (2018 03 28) (1)

* Dans cette édition du 28 mars 2018 :

A propos de’implantation des soldats canadiens au Mali, Une analyse de l’impérialisme anglo-saxon en Afrique

Le Géopoliticien Luc MICHEL analyse la réalité de « l’impérialisme anglo-saxon », noyau dur du Bloc américano-occidental, dans ses dimensions géopolitique, militaire et civilisationnelle. Et comment Washington, succédant à Londres entre 1917 et 1945, a pris le contrôle direct des ex colonies britanniques d’origine ethnique anglaise (notamment Canada et Australie).

Il explique ensuite le rôle du Canada dans cet impérialisme et sa présence militaire en Afrique, notamment au Mali …

ALLER PLUS LOIN :

* Voir sur LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY/ ENCORE ET TOUJOURS L’IMPERIALISME ANGLO-SAXON

sur http://www.lucmichel.net/2018/01/05/luc-michels-geopolitical-daily-encore-et-toujours-limperialisme-anglo-saxon/

_______________

# PANAFRICOM/

PANAFRIcan action and support COMmittees :

Le Parti d’action du Néopanafricanisme !

* Suivre Panafricom-Tv/

https://vimeo.com/panafricomtv

* Découvrir notre WebTv/

http://www.panafricom-tv.com/

* Blog PANAFRICOM-NEWS

http://www.scoop.it/t/panafricom

* Voir notre Page Officielle Panafricom/ https://www.facebook.com/panafricom/

* Aborder notre Idéologie panafricaniste/ Panafricom II – Néopanafricanisme https://www.facebook.com/Panafricom2/

* Panafricom sur Twitter/

@Panafricom

https://twitter.com/Panafricom

POURQUOI L’AXE MOSCOU-PEKIN EST LA CLE DU MONDE DE DEMAIN ?

 

* Voir sur PCN-TV/

LUC MICHEL DANS ‘GEOPOLITIQUE INTERNATIONALE’ N°5:

POURQUOI L’AXE MOSCOU-PEKIN EST LA CLE DU MONDE MULTIPOLAIRE DE DEMAIN ?

sur # PCN-TV/ LUC MICHEL DANS ‘GEOPOLITIQUE INTERNATIONALE’ N°5:

POURQUOI L’AXE MOSCOU-PEKIN EST LA CLE DU MONDE DE DEMAIN ?

https://vimeo.com/262219062

vignette axe

Théme :

« Le maitre du Kremlin réélu haut la main.

Quelles leçons tirer de la réélection triomphale de Poutine en Russie, mais aussi en Afrique ?

Réélus à un jour d’intervalle, Poutine et Xi Jinping repartent pour transformer le monde … »

* Luc MICHEL :

Le géopoliticien parle de l’alliance entre la Russie et la Chine comme « d’un Axe géopolitique Moscou-Pékin, où russes et chinois s’appuient dos à dos ». Il explique pourquoi c’est la « clé du futur monde multipolaire » …

Luc MICHEL dans ‘GEOPOLITIQUE INTERNATIONALE’ N°5 Emission en direct du 24 mars 2018 Sur AFRIQUE MEDIA

Images : EODE-TV Bruxelles

pour le duplex avec Douala

Montage : PCN-TV

# ALLER PLUS LOIN …

* Voir sur PCN-TV / Luc MICHEL :

GÉOPOLITIQUE. QUEL AVENIR POUR LA CHINE AU XXIe SIÈCLE ?

AFRIQUE MEDIA

sur https://vimeo.com/57313705

Une analyse de géopolitique prospective :

La Chine sera-t-elle la nouvelle superpuissance du XXIe Siècle ?

Quel impact aura-t-elle sur l’avenir de l’Eurasie et de la Grande-Europe ?

Pourquoi son alliance avec Moscou est la clé d’un futur monde multipolaire ?

Alors que venait de se terminer à Pékin le 18e Congrès (2013) du Parti Communiste Chinois (PCC), Luc MICHEL rappelait le rôle historique du PCC dans la renaissance de l’Etat chinois et analysait du point de vue géopolitique – vu d’Eurasie, mais aussi vu de Washington par les géopoliticiens américains – les grands axes de l’avenir de la Chine.

Au-delà des lieux communs des médias du Système, mais aussi à contre-courant des analyses simplistes de trop de « spécialistes » auto-proclamés, Luc MICHEL nous explique qu’en Géopolitique les choses ne sont jamais simples. « L’avenir n’est pas rectiligne comme la Perspective Nevski » disait déjà V.I. LÉNINE … __________________

# PCN-TV

https://vimeo.com/pcntv

# PCN-TV sur les Réseaux sociaux :

* FaceBook : Allez ‘liker’ la Page officielle de PCN-TV !

https://www.facebook.com/PCN.NCP.TV

* YouTube :

https://www.youtube.com/user/PCNTVnetwork

# GROUPE OFFICIEL ‘PCN-NCP-НОП –

LA CAUSE DES PEUPLES – THE PEOPLES’ CAUSE’

https://www.facebook.com/groups/LCDP.TPC.PCN.NCP/

TCHAD : VERS UNE REVANCHE PÉTROLIÈRE DE L’AFRIQUE AVEC L’ORGANISATION DES PAYS PRODUCTEURS DE PETROLE AFRICAINS (OPPA) ?

* Voir sur WEBTV-TCHAD/ TCHAD :

VERS UNE REVANCHE PÉTROLIÈRE DE L’AFRIQUE AVEC L’ORGANISATION DES PAYS PRODUCTEURS DE PETROLE AFRICAINS (OPPA) ?

sur https://vimeo.com/262214860

W.TCHAD - Tchad oppa (2018 03 28) FR

Extrait du ‘Zoom Afrique’ de PRESS TV (IRAN) du 27 mars 2018 :

« Tchad : vers une revanche pétrolière de l’Afrique ?

Il est vrai que ni le Tchad ni le Nigeria ne sont pas en odeur de sainteté auprès des occidentaux….entre autres pour cause d’ OPPA »

Montage :

Webtv-TCHAD / PANAFRICOM-TV

# ALLER PLUS LOIN :

LES PAYS AFRICAINS PRODUCTEURS DE PÉTROLE RÉUNIS À NDJAMENA

La capitale du Tchad accueille à partir de ce lundi, et pendant une semaine, plusieurs réunions autour de la conférence des ministres de l’Organisation des pays producteurs de pétrole africains (OPPA). La réunion de Ndjamena a pour ambition de faire de la question énergétique un point important sur l’agenda de développement de l’Afrique.

Pour le secrétaire exécutif de l’organisation, le Nigérien Mahamane Lawal Gaya, l’énergie est en bonne place sur la liste des besoins essentiels des Africains : « La consommation de l’Africain est aujourd’hui l’équivalent de 0,3 tonne équivalent pétrole, pendant qu’en Europe ils sont à 4 tonnes équivalent pétrole. L’Amérique a 8 tonnes équivalent pétrole et la moyenne mondiale est de 1,6 tonne équivalent pétrole. On ne peut pas développer une économie si on a une si faible consommation énergétique ».

L’Afrique doit faire de l’indépendance énergétique une priorité, parce qu’elle en a les moyens, ajoute Mahamane Lawal Gaya : « Dans 52 pays sur les 54, on procède à des recherches et à l’exploitation de pétrole. Nous avons une vingtaine de pays qui exploitent le pétrole aujourd’hui. Les 18 pays membres de notre organisation, plus le Soudan du Sud et la Tunisie, qui – je l’espère aussi -, seront bientôt membres de notre organisation. Les 32 autres pays sont dans la phase de recherche pétrolière. L’essentiel des ressources pétrolières mondiales est localisé en Afrique. L’avenir mondial des hydrocarbures va se jouer en Afrique ». La réunion de Ndjamena devrait aussi ouvrir l’adhésion de l’organisation à un maximum de pays africains pour pouvoir peser au niveau continental et international.

_______________

# WEBTV.TCHAD

(Editée par PANAFRICOM)

* WebTV http://www.webtv-tchad.com/

* Page officielle https://www.facebook.com/webtv.tchad

* Twitter https://twitter.com/webtvtchad

* Videos https://vimeo.com/webtvtchad

# PRESIDENT IDRISS DEBY ITNO

Official Panafrican Fan Club

https://www.facebook.com/groups/idrissdebyitno.fanclub/

* BLOG TCHAD ACTU HEBDO

https://www.scoop.it/t/webtv-tchad-blog-tchad-actu-hebdo

* BLOG PRESIDENCE IDRIS DEBY ITNO

https://www.scoop.it/t/blog-presidence-deby-de-l-union-africaine

# SITE OFFICIEL DE LA PRÉSIDENCE DU TCHAD https://www.presidence.td/

LA JUSTICE LIBYENNE A DÉCIDÉ ÉGALEMENT DE POURSUIVRE SARKOZY EN JUSTICE !

 

ELAC & ALAC WEBSITE/ 2018 03 28/

Avec Mediapart/

http://www.elac-committees.org/

https://www.facebook.com/elac.committees/

https://www.facebook.com/ALAC.org/

Il est possible aussi que le successeur de Jacques Chirac à l’Elysée ne puisse plus jamais se rendre en Libye !

ELAC - Sarko poursuivi en libye (2018 03 28) FR

La raison tient du fait que la justice de ce pays a décidé également de le poursuivre en justice. Le site français ‘Mediapart’ rapporte ainsi dans son édition de ce 23 mars que, lors de sa garde à vue, l’ancien Président a été confronté aussi aux «résultats préliminaires de l’enquête ouverte par le Bureau du procureur général de Libye ». Et selon le média français, celui-ci a annoncé « la volonté de l’Etat libyen post-Kadhafi de se constituer partie civile en France ». « Les dignitaires libyens de la Jamahiriya interrogés, ajoute-t-il, ont tous chargé l’ancien Président ».

D’après ‘Mediapart’, c’est le 6 novembre dernier que le bureau du procureur général libyen a transmis au juge d’instruction français Serge Tournaire un rapport contenant un résultat préliminaire de « l’enquête sur les faits présumés de financement de la campagne électorale de Nicolas Sarkozy pour la présidence française dans les années 2006-2007 », initiée par la division des investigations du Bureau du procureur. Il s’agissait là, précise la même source, « d’une réponse à une demande d’entraide judiciaire transmise par le magistrat parisien aux autorités libyennes compétentes » en janvier 2014.

BUREAU DU PROCUREUR GÉNÉRAL DE LIBYE :

« LA VOLONTÉ DE L’ETAT DE LIBYE DE SE CONSTITUER PARTIE CIVILE »

« A ce stade, nous tenons à vous faire part de la volonté de l’Etat de Libye de se constituer partie civile devant les autorités compétentes de votre Etat. L’Etat Libyen estime être victime dans le cadre de l’instruction ouverte par vos soins concernant les faits présumés de financement de la campagne électorale du candidat à la présidence française Nicolas Sarkozy », notent les magistrats libyens Ibrahim Messaoud Ali, substitut général, et Al-Seddik Ahmed Essour, avocat général et chef de la division des investigations.

Comment expliquer cette action. Sans doute de grosses incitations de la Cellule africaine de l’Elysée. « Qui ne veut pas la vertu où la justice, mais la mort politique de celui qui reste un concurrent à droite pour Macron. Dans tous les sondages, Sarkozy malgré les scandales reste l’homme le plus populaire dans l’électorat de droite », dit le géopoliticien Luc MICHEL, spécialiste de la Libye, sur ‘Afrique Media’.

SARKOZY A PERDU SES AMIS DU CNT EN LIBYE

Mais surtout, dit encore Luc MICHEL, « les gens du CNT, que Sarkozy avait amené au pouvoir en Libye en 2011, ont depuis longtemps quitté le pouvoir à Tripoli. Le chef du CNT Mustapha Abdeljalil est en fuite pour le meurtre en juillet 2011 d’un des chefs militaires du CNT, le général Younes. Chefs du CNT et leaders du « parti améreicain » en Libye, Haftar et Al Megarief sont à Benghazi et Tobrouk, dissidents du pouvoir de Tripoli depuis 2014. Le troisième larron du « parti américain », Ali Zentan, est réfugié en Allemagne. Exit les amis de Sarkozy « …

L’étau libyen se resserre vraiment autour de Sarkozy …

ELAC WEBSITE/

THE JAMAHIRIAN RESISTANCE NETWORK

Photo :

Poignée de mains entre futurs assassins à l’Elysée en mars 2011.

Sarkozy qui fera assassiner Kadhafi (dixit le ‘Daily Mail’) et Mustapha abdeljalil, chef du CNT, en fuite pour le meurtre en juillet

2011 d’un des chefs militaires du CNT, le général Younes … ________________________

* Website :

http://www.elac-committees.org/

For Direct Democracy and Libyan Jamahiriya ! / Le Réseau de Résistance pour la Démocratie Directe et la Jamahiriya libyenne ! / СЕТЬ СОПРОТИВЛЕНИЙ ДЖАМАХИРИИ – За Прямую Демократию и Ливийскую Джамахирию!