Olimpiadi, Torino (metropolitana) dice sì

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Il Consiglio dà il via libera alla candidatura del capoluogo piemontese ai Giochi invernali 2026. Voto unanime sinistra, destra e M5s. Appendino tira dritto e annuncia per fine settimana la manifestazione d’interesse al Coni

Con voto unanime il Consiglio metropolitano di Torino ha dato il via libera alla candidatura del capoluogo piemontese per l’organizzazione delle Olimpiadi invernali2026. È questo l’atto ufficiale che utilizzerà Chiara Appendino per spedire (forse venerdì) la manifestazione di interesse al Coni, mentre sia il Veneto sia Milano sembrano assumere una posizione più defilata sui Giochi. Dopo oltre due ore di trattative tra le tre forze dell’aula (qui il M5s non ha la maggioranza e la discussione muoveva da un documento presentato da Pd Forza Italia) si è scelta la strada meno insidiosa della mozione unitaria.

Questa volta non è stato il gruppo pentastellato a creare problemi alla sindaca, quanto piuttosto centrosinistra e centrodestra, che hanno imposto la marcia indietro rispetto al documento che lei aveva fatto preventivamente sottoscrivere a tutti i suoi consiglieri. Una mozione con premesse particolarmente indigeste soprattutto per i democratici, in cui i pentastellati rimarcavano “l’indebitamento notevole della città capoluogo” e come “i costi furono quadruplicati” rispetto alle prime stime.

La minaccia di far cadere anche nell’aula dell’ex provincia il numero legale sul documento dei Cinquestelle ha portato a un compromesso: una mozione molto più politicamente neutra che impegna la Appendino “ad adoperarsi presso tutte le sedi competenti a presentare entro il 31 marzo 2018 la manifestazione d’interesse di Torino per i Giochi Olimpici e Paralimpici invernali 2026”. Al contrario di quanto accaduto in Comune lunedì, qui il provvedimento è stato approvato senza alcuna defezione da parte dei grillini, sotto gli occhi di alcuni colleghi della Sala Rossa, giunti come osservatori, tra cui la capogruppo Chiara GiacosaMarco ChessaFrancesco Sicari e la pasionaria del No Viviana Ferrero, protagonista in queste ore di un botta e risposta direttamente con Beppe Grillo, convertito sulla via dei Cinque Cerchi.  

Durante la discussione, il centrosinistra, con Vincenzo Barrea Silvio Magliano (quest’ultimo sventolando in aula la bandiera coi cinque cerchi) hanno rivendicato l’eredità dei Giochi del 2006, affermando che “è da lì che dobbiamo partire”, mentre il Cinquestelle Dimitri De Vita non ha rinunciato a tirare in ballo il fardello di debiti che Torino si porta dietro da oltre dieci anni, dopo le spese per le Olimpiadi. A questo punto, per evitare ulteriori tensioni, la sindaca proverà a bypassare Palazzo Civico (respinto l’emendamento per imporre alla sindaca un passaggio in Consiglio comunale), ma non è detto che riuscirà nel proprio intento. Per la manifestazione d’interesse, infatti, la Appendino non ha bisogno di una delibera ufficiale dell’assemblea cittadina, ancorché, dopo quanto accaduto lunedì, quando la sindaca è rimasta senza maggioranza e il numero legale è caduto per l’assenza di quattro dissidenti, la letterina della prima cittadina appaia agli occhi dei massimi dirigenti del Coni piuttosto debole. Brucia ancora, infatti, il voltafaccia di Virginia Raggi a Roma e con questi chiari di luna non è detto che le fibrillazioni in maggioranza non deflagrino in una vera e propria crisi dagli esiti imprevedibili. “Se non ci saranno più i numeri andremo a casa” tira dritto la sindaca, che sul tema ha fatto sapere di essere pronta a mediare con i dissidenti di cui rispetta le perplessità, ma senza alcun passo indietro.

Primo sì per Appendino, ma arriva da Pd e destra

https://ilmanifesto.it/primo-si-per-appendino-ma-arriva-da-pd-e-destra/

manifesto

Olimpiadi Invernali 2026 a Torino. La sindaca M5s ottiene il via libera dalla Città metropolitana (ex Provincia). Ma in Comune i consiglieri grillini dissidenti stanno affilando le armi e le proteste dei movimenti – No Tav in testa – sono quotidiane


La sindaca di Torino Chiara Appendino 

Una nuova maggioranza politica, a Torino, ha dato il via libera alla «lettera di interesse per la candidatura olimpica dei Giochi invernali del 2026». Sebbene la nuova maggioranza politica Pd-M5s-Forza Italia-Lega ieri abbia dato il via libera, questo potrebbe non bastare. Perché la votazione è avvenuta in Città Metropolitana, ovvero la ex Provincia, consesso in cui, ai tempi fondativi, i pentastellari rifiutavano perfino di candidarsi.
La votazione ha avuto momenti surreali, in cui democratici e cinque stelle si accusavano reciprocamente non si è capito di cosa, ma poi hanno votato congiuntamente.
In Comune, ovvero l’unica istituzione che ha il potere di dire sì o no alla candidatura ufficiale, regna invece una sorta di tregua armata tra la sindaca e i cinque dissidenti, che rifiutano l’idea di riportare i Giochi a Torino. E senza il loro voto favorevole in Consiglio comunale, le Olimpiadi a Torino sono una chimera. Infatti la lettera recante l’intestazione «Città Metropolitana», che sarà spedita al Coni di Malagò, vale poco più di un cartolina con la Mole Antonelliana.
Il tentativo di ignorare l’assenza di una maggioranza presso il Comune di Torino appare come l’ennesimo tentativo di rimozione della balcanizzazione interna del M5s. Ieri Grillo ha scritto una lettera ai cinque stelle, molto ecumenica, dove dice che capisce le preoccupazioni dei ribelli ma, insomma, le cose si devono fare: un’elaborazione non dissimile da quanto, da anni ormai, dice il commissario governativo della Torino – Lione, Mario Virano, sul tunnel di base del Tav. Non a caso in val Susa si inspessisce il fronte anti Olimpiadi tra le file del Movimento Notav.
La lettera di Beppe Grillo che doveva rasserenare gli animi, non ha sortito effetto: Viviana Ferrero, Daniela Albano, Marina Pollicino e Damiano Carretto, non partecipano più alle riunioni di maggioranza.
La giustizia sommaria via social network da giorni chiede le loro dimissioni, dato che «in quattro non possono bloccare la volontà di tutti. E poi i voti sono di Chiara (Appendino, ndr)».
Dopo lungo silenzio la consigliera Marina Pollicino ha dato voce alla protesta: «Finora ho tenuto un profilo sorvegliato, sperando che le azioni concrete fossero più chiare di mille parole. Ma adesso dico veramemente basta. La domanda vera che si dovrebbe porre ai torinesi, e non solo a loro, è: volete le Olimpiadi e un ulteriore aumento delle tariffe per la ztl, l’allargamento delle strisce blu, il taglio ai servizi educativi, le tariffe mensa più alte d’Italia, i tagli sul sociale?».
Al momento nessuno ha ancora risposto, men che meno i colleghi consiglieri che in camera caritatis definiscono il loro mandato con il neologismo «pigia tasti».
Nel caso in cui i cinque ribelli dovessero mantenere la loro posizione, cosa probabile ma non certa, Chiara Appendino non avrebbe più la maggioranza in Comune. Potrebbe correrle in soccorso, come già accaduto presso la Città Metropolitana, il Partito Democratico, o la Lega, o Forza Italia.
Così, nel momento in cui la sindaca trova nuovi alleati- solo sulle Olimpiadi al momento – la base del suo consenso si sgretola e le dichiara guerra: Assemblea 21, Comitato Acqua, No Tav, Pro Natura hanno ieri protestato con un presidio di fronte alla Città Metropolitana, denunciando «l’inciucio olimpico di Chiappendino e compagnia».
Protesta che si ripeterà lunedì prossimo, probabilmente molto più incisiva, quando il consiglio Comunale tornerà a riunirsi per discutere, forse, ancora di Olimpiadi.
E mentre a Torino il M5s lotta per le Olimpiadi, Milano sembra nutrire qualche dubbio. Il sindaco Beppe Sala: «Milano non si candida. Noi non ci facciamo avanti, la designazione spetta al Coni. Se il Coni ritenesse che Milano è una buona candidatura guarderemo con interesse alla cosa».
Definitivamente fuori dai giochi invece il governatore Zaia e la sua idea di candidatura delle Dolomiti. «Allo stato attuale sono impossibili Giochi ad impatto zero», ha dichiarato il presidente della Provincia di Bolzano Arno Kompatscher (Svp).

L’APPEL DE L’EURASIE EN MARCHE (II) : LE PAKISTAN SE TOURNE VERS L’ORGANISATION DE COOPERATION DE SHANGHAI

 

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE/

Luc MICHEL pour EODE/

Quotidien géopolitique – Geopolitical Daily/

2018 02 15/

J’annonçais le grand tournant géopolitique – véritable celui-là parce que basés les intérêts géopolitiques et géoéconomiques (les « nouvelles Routes de la Soie) mutuels – en Asie : le basculement du Pakistan vers l’Organisation de Coopération de Shanghai (OCS) vertébré par l’Axe Moscou-Pé&kin-Téhéran, l’actualité le confirme chaque jour davantage …

LM.GEOPOL - Le pakistan bascule II (2018 03 15) FR (1)

* Lire sur LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY/ L’APPEL DE L’EURASIE EN MARCHE :

L’ADMINISTRATION TRUMP EST-ELLE EN TRAIN DE PERDRE LE PAKISTAN AU PROFIT DE PEKIN (ET DE MOSCOU) ?

sur http://www.lucmichel.net/2018/01/08/luc-michels-geopolitical-daily-lappel-de-leurasie-en-marche-ladministration-trump-est-elle-en-train-de-perdre-le-pakistan-au-profit-de-pekin-et-de-moscou/

LM.GEOPOL - Le pakistan bascule II (2018 03 15) FR (2)

L’ESSOR DES RELATIONS RUSSO-PAKISTANAISES EN MATIERE DE DEFENSE ET DE SECURITE.

« Le Pakistan se rapproche encore davantage de la Russie », commentait ‘Fars’ ce matin … Lors d’une rencontre, ce 14 mars, à Islamabad avec la vice-ministre pakistanaise des Affaires étrangères, Tehmina Janjua (figure de l’aile civile et miltaire pakistanaise tournée vers l’OCS), le secrétaire adjoint du Conseil de sécurité de la Fédération de Russie, Mikhaïl Popov a mis l’accent sur l’essor des relations russo-pakistanaises en matière de défense et de sécurité.

« Le Pakistan a fait preuve de beaucoup d’abnégation dans la lutte contre le terrorisme et joue un rôle important afin d’assurer la sécurité dans la région », s’est-il réjoui. Il a aussi prôné « la coopération entre les deux pays dans l’instauration de la sécurité dans la région ».

Mikhaïl Popov et Tehmina Janjua ont également mis au point les moyens de donner de l’essor à une coopération défensive et militaire de part et d’autre. « La priorité de la diplomatie russe consiste à mener une coopération défensive avec Islamabad et soutenir ce pays dans sa lutte contre le terrorisme », a indiqué le vice-ministre russe des Affaires étrangères, Sergueï Riabkov, lors d’une conférence de presse conjointe avec son homologue pakistanaise, Tehmina Janjua.

LA RUSSIE ET LE PAKISTAN ORGANISENT DES EXERCICES MILITAIRES CONJOINTS

L’année dernière, le Pakistan et la Russie ont organisé pour la première fois des manœuvres militaires conjointes. Sur fond des tensions entre Moscou et Washington, la dernière manœuvre militaire entre les forces spéciales russes et pakistanaises, baptisée Druzhba 2017, a eu lieu en septembre 2017 dans la république Karachai-Circassian du nord du Caucase.

Pour mémoire, le vice-ministre russe des Affaires étrangères, Sergueï Riabkov et son homologue pakistanais, Tasnim Aslam, ont co-présidé, ce

2 mars, la réunion du ‘Groupe consultatif russo-pakistanaise sur la stabilité stratégique’ à Islamabad. Les deux parties ont notamment discuté des questions importantes concernant le contrôle des armements, le désarmement et la non-prolifération des armes de destruction massive, ainsi que de certains aspects de l’actuel programme international et des intérêts mutuels.

Pendant son séjour à Islamabad, M. Riabkov a été reçu par la vice-ministre des Affaires étrangères du Pakistan, Tehmina Janjua. Ils se sont dits satisfaits du dynamisme du dialogue bilatéral ainsi que de la coopération pratique sur le plan international. La rencontre a été suivie de celle du ministre pakistanais des Affaires étrangères, Khawaja Mohammad Asif qui en visite à Saint-Pétersbourg, le 20 février dernier, avait rencontré Alexey Miller, le PDG de Gazprom.

Les deux parties ont discuté des perspectives de leur coopération, y compris de la poursuite des exercices militaires conjoints débutés en 2016, dans le cadre desquels, l’armée pakistanaise avait fait l’acquisition d’hélicoptères Mi-35, d’avions de combat JF-17 ainsi que d’avions de chasse russes Sukhoï.

Avec le soutien de la Russie et de la Chine, le Pakistan a rejoint l’Organisation de Coopération de Shanghai. Dans le cadre de cette organisation, le Pakistan et la Russie collaborent sur les plans militaires et sécuritaires.

VIOLATION DE L’ESPACE AERIEN PAKISTANAIS :

ISLAMABAD CONTRE LES USA

La diplomatie pakistanaise dénonce de plus en plus violemment la violation de l’espace aérien du Pakistan par les États-Unis. Le ministère pakistanais des Affaires étrangères a ainsi dénoncé le 24 janvier dernier dans un communiqué le raid lancé par un drone américain dans la zone tribale de Kurram au nord-ouest du pays, frappe qui a pris pour cible un camp de réfugiés afghans. « De telles actions unilatérales des États-Unis auront un impact négatif sur la volonté des deux pays de coopérer dans la lutte contre le terrorisme », lisait-on dans le communiqué.

Le chef de la diplomatie pakistanaise, Hodja Mohammed Asef, s’est attardé sur ce sujet pour dire : « Nous ne sommes plus à l’époque des ex-dirigeants pakistanais comme Pervez Musharraf, où les États-Unis faisaient tout ce qu’ils voulaient ». Plus loin dans ses propos, le ministre pakistanais des Affaires étrangères s’est exprimé en ces termes : « Les États-Unis n’ont pas le droit de violer l’espace aérien pakistanais et Islamabad adoptera les mesures nécessaires pour défendre son intégrité territoriale. Le Pakistan attire l’attention des États-Unis sur l’importance d’un partage des renseignements entre les deux pays pour qu’Islamabad prenne des mesures appropriées contre les terroristes à l’intérieur du pays ».

Un avion sans pilote américain avait lancé un raid aérien ce 24 janvier contre la Zone tribale d’Orakzai, dans le nord-ouest du Pakistan, à la frontière avec l’Afghanistan, tuant deux membres importants du réseau Haqqani. L’attaque des drones américains contre les zones tribales pakistanaises (à la frontière avec l’Afghanistan) a été relancée après l’accession au pouvoir de Donald Trump, événement qui a suscité la protestation des responsables pakistanais et revigoré les sentiments anti-américains dans ce pays.

L’IRAN ET LE PAKISTAN ELARGISSENT LEURS COOPERATIONS MILITAIRES

L’Iran, qui prend de plus en plus un rôle actif dans le Bloc eurasiatique, joue un rôle dans ce rapprochement du Pakistan avec l’OCS. La République islamique d’Iran est intéressée par un élargissement de ses relations avec le Pakistan.

Ce 17 janvier à Téhéran, le premier vice-président de la République islamique d’Iran, Eshaq Jahanguiri, a reçu le ministre pakistanais de la Production de défense, Rana Tanveer. Lors de cette rencontre, M. le docteur Eshaq Jahanguiri a déclaré que « Téhéran ne connaissait aucune limite pour élargir ses relations avec le Pakistan ». « L’Iran et le Pakistan sont deux pays de poids dans le monde musulman et aucun pays n’est en mesure d’entraver leurs relations », a déclaré M. Jahanguiri.

Il a ajouté que « les politiques erronées des États-Unis et d’Israël étaient à l’origine de l’émergence des groupes terroristes et takfiristes au Moyen-Orient ». « Une bonne coopération entre Téhéran et Islamabad pourra contribuer au règlement des problèmes du monde musulman. L’Iran et le Pakistan bénéficient d’importantes capacités sur le plan de la défense et ils sont en mesure de donner de l’essor à leur coopération militaire. L’Iran ne connait aucune limite pour développer ses relations avec le Pakistan en matière de défense. Les ballets diplomatiques des responsables iraniens et pakistanais, pendant les dernières années, constitue la preuve d’une volonté sérieuse de promouvoir les relations bilatérales », a-t-il expliqué.

De son côté, le ministre pakistanais de la Production de défense, Rana Tanveer, a déclaré « qu’un mécanisme avait été déjà prévu pour élargir les coopérations entre l’Iran et le Pakistan en matière de défense, de science et de technologie ». Rana Tanveer a déploré « le niveau insuffisant des transactions commerciales entre Téhéran et Islamabad, souhaitant que ce niveau connaisse bientôt un élan considérable ». Le ministre pakistanais a qualifié les États-Unis de pays « non fiable », soulignant que « les Américains n’étaient pas en mesure d’entraver les relations entre l’Iran et le Pakistan ».

(Sources : Fars – Interfax – EODE Think-Tank)

Photo :

La vice-ministre pakistanaise des Affaires étrangères Tehmina Janjua (au centre à gauche) a rencontré, à Islamabad, le secrétaire adjoint du Conseil de sécurité de la Fédération de Russie, Mikhaïl Popov, ce

14 mars 2018.

Carte des « nouvelles routes de la Soie » (ou OBOR, « one belt, one road »), avec le rôle central du Pakistan vers l’Océan indien.

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE

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