LA BCE STA PREPARANDO ”DIRETTIVE” PER 6 BANCHE ITALIANE SOTTO INCHIESTA ”SOFFERENZE”: AUMENTI DI CAPITALE OPPURE BAIL IN

mercoledì 20 gennaio 2016
 
PARIGI – Secondo il quotidiano economico francese “Les Echos” – l’equivalente in Francia dell’italiano Sole 24 Ore –  la Banca centrale europea sta preparando “direttive” per aiutare le banche dell’eurozona a gestire l’enorme stock di crediti a rischio e togliere cosi’ uno dei freni alla ripresa economica: si tratta di crediti difficili o impossibili da esigere che, in base ai dati del Fondo monetario internazionale, alla fine del 2014 sono arrivati nella zona euro a sfiorare la somma di mille miliardi di euro.
 
E molto probabilmente sono proprio queste “direttive” in preparazione da parte della Bce a spaventare a morte i mercati finanziari.
Proprio a questo scopo, la Bce nei giorni scorsi ha trasmesso ad un campione di banche europee, tra cui le italiane Monte dei Paschi di Siena e UniCredit, ma anche Banca Popolare di Milano, Carige, Banco Popolare e Bper, un dettagliato questionario sui crediti deteriorari diventati inesigibili presenti nei loro bilanci e non ancora contabilizzati come perdite vere e proprie. Benchè lo siano.
 
L’iniziativa della Bce – la cui notizia è diventata di pubblico dominio lunedi’ 17, ha provocato a partire da quel giorno fino ad oggi ininterrottamente la catastrofica caduta dei corsi dei titoli in Borsa di tutte le banche italiane.
 
In Italia, sia il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan che l’Associazione delle banche italiane – precisa Les Echos – ieri, martedì, sono corsi ai ripari affermando che il passo intrapreso dalla Bce non e’ il frutto di particolari preoccupazioni per il sistema creditizio della Penisola: “Non c’e’ una specifica preoccupazione per le banche italiane” ha dichiarato Padoan in un comunicato.
 
Secondo l’Abi, invece, la richiesta della Bce di informazioni supplementari da certe banche sui loro crediti deteriorati non significa che l’Eurotower imporra’ agli istituti di prendere misure specifiche per ridurre lo stock di crediti a rischio: e’  “solo uno studio per identificare le migliori pratiche nella gestione dei crediti a rischio”, insomma, una “attivita’ di routine”.
 
le rassicurazioni non hanno affatto raffreddato i mercati, al contrario li hanno se possibile surriscaldati: ieri alla chiusura Mps perdeva oltre il 14%, superando il 50% di perdita di valore del titolo azionario da inizio gennaio 2016.
 
Questa interpretazione dell’Abi e’ stata poi confermata – ieri – ufficialmente dalla stessa Bce: la richiesta in questione e’ stata fatta a banche di “tutta l’eurozona”, e non soltanto a quelle italiane; e comunque, ha fatto sapere un portavoce dell’istituto di Francoforte, le banche in questione sono state scelte unicamente su base statistica, in quanto sono “un campione rappresentativo” dell’intero sistema europeo del credito, e non a causa di loro presunte difficolta’ proprie: si tratta quindi di una “procedura standard in materia di supervisione”.
 
Ma le precisazioni della Bce, come furono quella della Fed ai tempi del crac Lehman, lasciano il tempo che trovano e il tempo segna tempesta.
 
Con le informazioni ottenute, la Bce conta di preparare “nuove direttive sulle pratiche da adottare in merito ai crediti a rischio” scrive l’informato quotidiano economicofrancese, direttive che “poi saranno utilizzate dalle squadre di supervisori della Bce quando in futuro dovranno formulare specifiche raccomandazioni alle singole banche”.
 
A parere di Guillaume Maujean, capo redattore Finanza e mercati di “Les Echos”, quello intrapreso dalla Bce e’ un passo importante ed essenziale per far emergere una vera Europa di banche “sane”.
 
E’ evidente, quindi, che le sei italiane su cui ha acceso il faro la Bce non lo siano. E d’altra parte, come potrebbe essere diverso da così? Unicredit, da sola, denuncia oltre 50 miliardi di euro di crediti in sofferenza, praticamente perdite certe. Mps, poi, è sottocapitalizzata, ha non meno 12 miliardi di euro di “buco” nei conti provocato da sofferenze non adeguatamente coperte da capitali della banca, e in più continua a precipitare in Borsa.
 
La Bce potrebbe chiedere in prima istanza uan ricapitalizzazione pari almeno alle perdite, in seconda istanza – non fosse eseguita – il bail in.
 
Redazione Milano.

I moderati (tedeschi) votano Appendino.

http://www.lospiffero.com/buco-della-serratura/i-moderati-tedeschi-votano-appendino-25392.html

Pubblicato Venerdì 22 Gennaio 2016, ore 11,27

Il giornale conservatore di Amburgo Die Welt pubblica un’empatica intervista alla candidata sindaco del M5s. “Non rispecchia per nulla il cliché dell’isterico clown politico”. E lei in un tedesco impeccabile: “Le etichette sono superficiali” – VIDEO

“La candidata di protesta che viene dall’establishment” . Con questa formula Die Welt, il prestigioso quotidiano conservatore di Amburgo, presenta ai suoi lettori Chiara Appendino, aspirante sindaco a Cinque Stelle di Torino. L’inviato Tobias Bayer l’ha incontrata qualche giorno fa, prima che l’arrivo di Sara, la primogenita nata martedì scorso, scombinasse  (piacevolmente) i piani della campagna elettorale. Per il giornale tedesco è lei l’autentica novitàdella competizione sotto la Mole e, soprattutto, dimostra di avere le carte in regola non solo per battere un politico di razza, qual è Piero Fassino, ma per governare Torino. Un colloquio a tutto campo, che Appendino ha sostenuto sfoggiando un impeccabile tedesco (del resto, parla perfettamente anche inglese e tedesco), nel quale temi nazionali si intrecciano a questioni locali e amministrative.

Chiara Appendino

“A tutt’oggi, la trentunenne rappresenta l’avversario più pericoloso dell’attuale sindaco Piero Fassino – si legge -. Ella non rispecchia per nulla il cliché dell’isterico clown politico. Ha studiato alla Bocconi, la fucina dei quadri, i cui laureati di solito finiscono in qualche banca d’investimento di Londra o in una grossa azienda. Si è quindi occupata di pianificazione finanziaria presso la Juventus, la squadra appartenente agli Agnelli, quello della Fiat. Bocconi, Agnelli: più establishment di così non si può”.

L’INTERVISTA

La candidata del movimento di protesta che viene dall’establishment

Nel 2016 i 5 stelle, il movimento di protesta di Beppe Grillo, intende conquistare i municipi d’Italia. A Torino hanno buone chance dato che la candidata, espressione dell’establishment, potrebbe piacere anche alle elite. Nel vivo della campagna elettorale. Appena prima di diventare mamma (nel frattempo lo è diventata). E tuttavia Chiara Appendino, candidata sindaco a Torino, trova il tempo per preparare un’intervista in tedesco. Le domande sono davanti a lei: ha scritto delle estese note a margine. Appendino è pronta a spiegare i 5 stelle ai tedeschi. “I 5 stelle incarnano una nuova proposta nel panorama politico Italiano”, dice in un tedesco quasi senza accento, che ha imparato a scuola e durante uno scambio. “I 5 stelle sono per l’ambiente, la comunicazione via internet, l’acqua pubblica, il trasporto e lo sviluppo sostenibile.” I 5 stelle non sono da paragonare ai verdi, ai pirati od a Podemos. “Siamo un’altra cosa”. Anche Appendino è un’altra cosa rispetto a come ci s’immaginerebbe una esponente del Movimento. I 5 stelle sono il movimento di protesta creato dal comico Beppe Grillo. Con il suo vaffa day, con le sue imprecazioni contro le elite della politica e della cultura, con i suoi irati strali contro l’euro e gli eurotecnocrati di Bruxelles. Chi pensa ai 5 stelle pensa al chiassoso e spesso e volentieri volgare Grillo. Pensa ad esperti di IT, ambientalisti e teorici del complotto che parlano di democrazia diretta in rete, dei vantaggi della raccolta differenziata e del governo del mondo esercitato dal Bilderberg. 5 stelle. Vuol dire rabbia. Vuol dire non allineato. Vuol dire alternativo. Vuol dire tutto, solo non establishment. In Italia, più establishment di così… – Ed ecco che Appendino scende in campo. A tutt’oggi, la trentunenne rappresenta l’avversario più pericoloso dell’attuale sindaco Piero Fassino. Ella non rispecchia per nulla il cliché dell’isterico clown politico. Ha studiato alla Bocconi, la fucina dei quadri, i cui laureati di solito finiscono in qualche banca d’investimento di Londra o in una grossa azienda. Si è quindi occupata di pianificazione finanziaria presso la Juventus, la squadra appartenente agli Agnelli, quello della Fiat. Bocconi, Agnelli – più establishment di così non si può. La giovane donna è il volto nuovo dell’esuberante Movimento. CV di prim’ordine, incline al pragmatismo, ha buoni contatti con le imprese. Tutto ciò è utile al salto verso il governo della città. Il 2016 sarà l’anno della prova di maturità per il Movimento. Si voterà per il sindaco anche a Milano, Roma e Napoli. Un trionfo in una o addirittura due metropoli darebbe loro la credibilità per prevalere su Matteo Renzi alle elezioni nazionali. Dopo lo stratosferico successo delle elezioni parlamentari del 2013, in cui i grillini presero quasi un quarto dei voti, non pochi esperti profetizzarono lo sfaldarsi del Movimento. Tuttavia, queste pessimistiche previsioni si rivelarono errate. I 5 stelle sono entrati in diversi municipi, tra cui Parma e Livorno. Sono diventati la seconda forza politica del paese dopo il partito di Renzi. Ben più forti della Lega e di Forza Italia di Berlusconi. L’amore per i dettagli diventa un’arma – Appendino ci riceve nel suo ufficio nel municipio di Torino, in centro città. Siede da poco meno di 5 anni nel consiglio comunale. Alta, capelli corti, maglione bianco che lascia intravedere il pancione. Sulla parete è appesa un drappo con la scritta “No Tav” in lettere rosse. Tav è la ferrovia ad alta velocità tra Torino e Lione contro la quale la gente si oppone da decenni. In un armadio sono impilati chili di documenti: il bilancio della città di Torino, diviso in spessi volumi. Appendino ha spulciato tutto. Con degli evidenziatori colorati ha segnato alcune singole voci di bilancio. Lei stessa non vede alcuna contraddizione tra Bocconi e Juventus da una parte ed i 5 stelle dall’altra. “Le etichette sono cose superficiali”, dice. Ritiene prezioso Il tempo che ha passato all’università e presso la grande squadra. “Non mi sono mai sentita come un corpo estraneo – sono completamente in linea col Movimento”. Con il suo amore per i dettagli ed i capitoli di spesa, in qualità di consigliere comunale si è trovata ad affrontare il sindaco Fassino. Come nel caso del portavoce di Fassino. Appendino ha rovistato nei documenti ed ha scoperto che lo spin doctor guadagna ben 180.000€ l’anno. E non solo: sul suo CV sta scritto qualcosa come “frequentato corsi all’università”. Appendino fece delle indagini ed approfondì. Alla fine venne fuori che il consulente della comunicazione non aveva una laurea, titolo necessario agli alti livelli dell’amministrazione. Ha denunciato la faccenda. “La procedura è in corso”, dice. A Fassino, un veterano della sinistra ed un navigato politico, l’accanita opposizione di Appendino dà proprio sui nervi. Egli la chiama “la Giovanna d’Arco della moralità”. Movimento di protesta con contatti nella camorra? – I 5 stelle hanno percorso molta strada da quando sono entrati in parlamento tre anni fa. I giovani selvaggi hanno raccolto esperienze. E potrebbero diventare pericolosi per il premier Renzi nel medio termine, sostiene Francesco Galietti di Policy Sonar. Ciò dipende dalle elite del paese. “Se si dovessero stancare di Renzi, potrebbero scegliere i 5 stelle”. In questo contesto Appendino diventerebbe un attore importante, infatti Galietti dice “E’ giovane, con una buona formazione ed ha maturato una reputazione professionale lavorando per gli Agnelli”. Ovviamente, il cammino dei 5 stelle non è tutto in discesa, il Movimento deve anche affrontare degli ostacoli. Attualmente regna il caos nel Comune di Quarto vicino a Napoli, il cui sindaco 5 stelle Rosa Capuozzo si è appena dimesso. Ad un consigliere 5 stelle del comune sono stati contestati legami con la camorra. Peggio ancora: costui avrebbe messo sotto pressione la Capuozzo affinché questi facesse vincere degli appalti pubblici a ditte vicine alla mafia. Mentre la procura indaga, i vertici del partito si accapigliano con il sindaco circa chi e quando ha saputo qualcosa. Tra la gente cresce sempre di più il riconoscimento del movimento di Grillo. All’inizio i genitori di Appendino non erano per nulla entusiasti dell’impegno politico della figlia. Il padre ha fatto carriera presso un’azienda di tecnologie laser, la madre era insegnate d’inglese. “Subito i miei genitori si preoccuparono.”. Allora i 5 stelle erano un ”mostro sconosciuto”, ma ora (i genitori) sono “felici”: “ritengono che ciò che fanno i 5 stelle qui sia una cosa buona. E seguono la campagna da molto vicino”. In questo momento tutto suggerisce che si tratterà di una competizione a 2 tra Fassino ed Appendino. Appendino sogna una “Torino solidale, sicura e sana.” Da un ben organizzato trasporto pubblico a periferie che rinascono, a meno rifiuti. E vuole ridurre i costi della politica del 30%, il che significa soprattutto le spese al vertice del governo della città, al fine di sovvenzionare aziende per l’assunzione di giovani. È ottimista e pensa di vincere. Dice in tedesco “faremo tutto ciò che serve per vincere”.

La Russia risponde alle forze della NATO nel Mar Nero implementando nuove armi

 

Jim W. Dean 
veteranstoday

… Da Russia Today, Mosca

Per chi sta davvero lavorando la NATO? Si chiedono in molti.[Nota del redattore: Come si vede l’evoluzione USA-NATO verso est a minacciare regioni nell’Ucraina e del Mar Nero della Russia, Erdogan si trova in una splendida posizione per farla franca da assassino, laNATO non può trovarsi avere una Turchia insoddisfatta dietro le spalle.

Riflettete  la Turchia e sauditi fanno invadere di profughi e di infiltrati l’Europa e con la stessa rapidità ha messo il desiderio della Turchia di entrare nella Ue nel cassetto.

Dal primo giorno, la Merkel stava dicendo che i visti sarebbero proceduti automaticamente senza far accadere nulla formale. Ciò sembra segnalare che Lei ed Erdogan hanno già elaborato una accordo di cui il resto d’Europa non era a conoscenza. Non è forse semplicemente meravigliosa la democrazia.

Il pezzo di Ray Camen in TV questa settimana ci ha dato una panoramica delle reti criminali strettamente intrecciati che sono già operanti in Europa, con passaporti turchi, sarebbero in grado di muoversi all’interno dell’UE senza controlli alle frontiere. Accidenti, qualcuno ha trascurato qualcosa, o era parte del piano, o anche il piano?

 E’ un dato che la Russia, in risposta a questo piano, avrebbe dovuto rinforzare la zona del Mar Nero. Ma ciò lascia meno disponibilità ad operazioni militari congiunte con i cinesi, mentre gli Stati Uniti spingono sul perno in Asia, che solo Dio sa quale sarà la fine.

Gli obiettivi nel continente asiatico offrono il vantaggio, di sagome interne, più o meno. Dico questo perché le distanze sono tanto grandi da beneficiare della circolazione continentale delle forze.

Per quanto riguarda gli Stati Uniti, le lunghe linee di comunicazione sono amate dal complesso industriale militare, come materia che muove intorno a se costi di ingenti somme a motivo della usura delle apparecchiature, per non parlare dei contratti di manutenzione su base annua. Guerra o nessuna guerra … vogliono i loro soldi e hanno in programma di farlo un modo o nell’altro … Jim W. Dean]

____________

– Pubblicato la prima volta … 19 gennaio 2016 –

L’esercito russo e la Marina, dispiegano forze aggiuntive e le armi moderne per la sua risposta a sud-ovest, i piani della NATO per aumentare la sua presenza nella regione del Mar Nero, ha riferito un giornale russo, citando fonti del ministero della Difesa.

L’esercito ha in programma di testare forza fresca, le infrastrutture e le armi schierate nelle regioni che si affacciano sul Mar Nero negli esercizi del Caucaso-2016, in programma per settembre, dicono le fonti del quotidiano Novaja Gazeta. L’esercitazione prevede l’utilizzo congiunto di diverse forze nelle montagne del Caucaso e nel Mar Nero, ha aggiunto.

 I piani per rafforzare i confini a sud-ovest della Russia devono essere confrontati con i piani della NATO,  di aumentare la propria presenza militare nella regione, così come con il suo sforzo costante volto ad aumentare le capacità di combattimento  dell’Esercito ucraino, ha suggerito il giornale dopo aver ricevuto le informazioni delle fonti .

L’esperto militare di Novaya Gazeta, il Capitano della Marina Oleg Shvedkov ha detto che nonostante il fatto che la forza combinata delle forze NATO e dei loro alleati saranno più grandi di quella dellaFlotta del Mar Nero della Russia, la distribuzione di più aerei e missili nella regione serve ad affrontare con successo la nuova minaccia.

USA e NATO vogliono fornire la maggior parte della potenza per via aerea e utilizzare come carne da cannone le truppe locali per combattere i russiIl portavoce, capo della Flotta del Mar Nero, il capitano Vyacheslav Trukhachov, ha detto ai giornalisti che più di 15 nuove navi da combattimento russe sono arrivate nel Mar Nero nel solo 2015.

Di questi, due vettori missilistici e due sottomarini sono equipaggiati con il maggior numero di missili da crociera moderna Kalibr-NK con l’effettiva portata fino a 3.000 km e che hanno recentemente dimostrato la loro efficacia negli attacchi sulle posizioni dei terroristi in Siria.

Il servizio stampa russo del Distretto Militare Sud ha aggiunto che le unità schierate nel Caucaso settentrionale e nella Regione di Rostov sono dotati di aerei da combattimento in grado di controllare l’intero territorio del Mar Nero.

 Inoltre, il quartiere possiede due brigate di Iskander-M missili balistici che hanno portata effettiva di 500 chilometri e possono penetrare uno dei sistemi di difesa antimissile esistenti, ha aggiunto il servizio stampa.

Nel mese di agosto 2015, l’Ucraina ha ospitato una esercitazione militare nel Mar Nero con le forze della NATO, coinvolgendo 2.500 truppe e circa 150 veicoli militari, navi da guerra ed elicotteri per auto blindate.
Allora, il ministero degli Esteri russo ha rilasciato una dichiarazione critica sui giochi di guerra e la presenza militare degli Stati Uniti in territorio ucraino come una violazione degli accordi di Minsk – il trattato e tabella di marcia volta a una soluzione pacifica del conflitto nel Donbass ad est.

500 membres de l’EI transférés de Syrie au Yémen dans des avions turcs

http://fr.sputniknews.com/international/20151027/1019129409.html

Combattants de l'Etat islamique

© Sputnik. Militant website

17:57 27.10.2015

Plus de 500 membres de l’Etat islamique ont été transférés de Syrie vers le Yémen par des avions turcs, a déclaré le général de brigade Ali Mayhub.

“Selon les données des services de renseignement, le 26 octobre, quatre avions en provenance de Turquie et après avoir fait escale en Syrie sont arrivés au Yémen, dont deux appartiennent à Turkish Airlines, un au Qatar et un aux Emirats Arabes Unis. Il y avait plus de 500 combattants de l’organisation terroriste Etat islamique à bord des avions, ils ont été transférés de Syrie afin d’échapper aux frappes russes”, a précisé M. Mayhub. 

Nouvelles frappes aériennes de l’aviation russe contre l’EI en Syrie
© PHOTO. MINISTRY OF DEFENCE OF THE RUSSIAN FEDERATION

Selon lui, des officiers de la coalition saoudienne ont rencontré les djihadistes à l’aéroport et ils ont été transférés en trois groupes dans les villes d’Al-Bab, de Maarib et dans les provinces saoudiennes de Jizan et d’Asir.Les combattants doivent participer à l’opération de la coalition qui a essuyé de grandes pertes dans la lutte contre les houthis, a-t-il précisé. Selon certaines informations, ces opérations visant à transférér des djihadistes continueront, estime le général.

Le 30 septembre, l’Armée de l’air russe a entamé une opération militaire contre l’EI en Syrie sur décision du président russe Vladimir Poutine et à la demande du président syrien Bachar el-Assad. Les frappes aériennes russes ciblent les sites militaires, les centres de communication, les transports, ainsi que les stocks d’armes, de munitions et de combustible appartenant à l’EI.

Depuis le début de la campagne militaire, l’aviation russe a effectué plus de 930 sorties, a éliminé des centaines de djihadistes, des dizaines de postes de commandement, de dépôts et d’autres positions. En outre, 26 avions-fusées ont été lancés par les navires militaires de la flottille de la Caspienne. Ils ont frappé les positions de l’EI avec succès et poursuivent activement leur offensive d’ampleur.

Lire la suitehttp://fr.sputniknews.com/international/20151027/1019129409.html#ixzz3xziXvX9l

Hezbollah: i media coprono i crimini di Daesh, atroce l’ultimo genocidio commesso in Siria

logo

Rivista di geopolitica e studi internazionali
18 gennaio 2016. — Medio Oriente
12553028_1677697009186361_5158685589581581112_n

Hezbollah, il movimento sciita libanese guidato da Hassan Nasrallah, ha espresso dura condanna per il crimine commesso dal gruppo terroristico dello Stato Islamico del villaggio di Begheiliya, nella provincia siriana di Deir Ezzor. Nel corso del massacro sono stati uccisi più di 300 civili, molti altri sono dispersi. Potrebbero essere stati rapiti o uccisi in un secondo momento. Si tratta per la maggior parte di anziani, donne e bambini denunciano le fonti locali.

12565382_1677696975853031_8446342457409000752_n

Secondo Hezbollah gli atti terroristici che portano la firma dello Stato Islamico colpiscono tutte le razze, le religioni, i continenti e le città, come dimostrano gli attentati che dopo l’Europa, e Parigi in particolare, hanno colpito l’Indonesia in Asia e il Burkina Faso in Africa.

Il movimento libanese guidato da Nasrallah condanna il silenzio del mondo arabo e della comunità internazionale rispetto a un crimine efferato che ha procurato il più alto numero di vittime in una sola azione da quando è incominciata la guerra in Siria, denunciando la propaganda fuorviante dei media che trascurano i genocidi commessi dallo Stato Islamico, enfatizzando invece quelli finti attribuiti ad altri. Proprio come è accaduto recentemente per il cosiddetto assedio della città siriana di Madaya dove la malnutrizione e le morti per fame sono state attribuite al governo siriano e non ai gruppi terroristici che controllano la città e che, come è stato dimostrato da più fonti, hanno sottratto gli aiuti umanitari alla popolazione per rivenderli, a prezzi proibitivi, al mercato nero.

Hezbollah ha sottolineato che la copertura silenziosa da parte dei media dei crimini commessi dallo Stato Islamico impedisce al mondo libero di condannare questa situazione, scambiando i colpevoli per innocenti.

Il Consiglio dei ministri siriano ha condannato il massacro compiuto da Daesh,attribuendo la responsabilità morale e legale del crimine ai paesi che sostengono le reti terroristiche. Il governo di Damasco afferma infine “che tutto ciò è avvenuto per camuffare le ripetute sconfitte dei terroristi per mano dell’esercito siriano, in un momento politicamente cruciale”.

PER IL GOVERNO SOCIALISTA FRANCESE IN BREXIT NON VA EVITATO A QUALUNQUE COSTO…

ah ma che gentili, si vede che sono tanto tolleranti…rispetteranno la decisione degli inglesi…
21 gennaio –
Il premier francese Manuel Valls vuole evitare l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea perchè sarebbe un errore, ma ha avvertito che questo non deve accadere a qualunque prezzo. Un’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea ”sarebbe senza dubbio una brutta cosa, una cosa davvero brutta”, ha detto conversando con i giornalisti, a margine del Wef a Davos. ”Ci deve essere un accordo, ma non a qualunque costo”. A Davos oggi e’ atteso l’intervento del premier britannico, David Cameron. Il governo britannico sta cercando di rinegoziare i termini del rapporti con l’Ue e ci sara’ un vertice a Bruxelles il 18 e il 19 febbraio sul negoziato in corso, e comunque Cameron ha convocato un referendum sull’adesione del Paese all’Ue.

BENVENUTI NEL MAGICO MONDO DELLE PENSIONI DA 161 EURO AL MESE (COMUNICA L’INPS)

GIà. La grande Italia antifascista tutta diritti per i deboli e gli ultimi eh? 
21 gennaio –
L’assegno medio mensile per la pensione dei lavoratori parasubordinati nel 2015 e’ stato pari a 161 euro (erano 157 nel 2014). Lo si legge nel monitoraggio sui flussi di pensionamento dell’Inps che sottolinea come nel 2015 le pensioni erogate ai subordinati siano state 33.365, il 91% delle quali (30.690) inferiori a 500 euro. I trattamenti sono naturalmente basati esclusivamente sul sistema contributivo e su contributi versati dal 1996 in poi.

Tranquilli, la UE “ci salverà”: IN BANK WE TRUST

Oggi Draghi dice:
DRAGHI: ”BANCHE ITALIANE IN MEDIA EUROZONA E CON GARANZIE” (TACE SU SOFFERENZE)
21 gennaio –
FRANCOFORTE – ”In Italia le banche hanno un livello di patrimonializzazione nella media dell’eurozona ed un alto livello di garanzie e collaterale”. Lo ha detto il presidente della Bce Mario Draghi. Draghi tuttavia non ha speso neppure una parola sull’enorme mole di sofferenze delle banche italiane, oggi almeno dieci volte superiori per quantità di quelle di molte altre nazioni della Ue. Nazioni, come la Germania, che hanno utilizzato pesantemente denaro pubblico proprio per ripianare le sofferenze delle banche private tedesche, che altrimenti sarebbero fallite a catena, tra il 2009 e il 2013. Cosa che oggi la Ue vieta categoricamente all’Italia di fare.
 
Solo qulache giorno fa:
TRENTATRE’ BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO SONO SULL’ORLO DEL FALLIMENTO E ALTRE 100 (CENTO!) LO SARANNO ENTRO 18 MESI
giovedì 14 gennaio 2016
 
Dalla tempesta che si è scatenata sulle banche italiane, non potevano rimanere escluse le banche di credito cooperativo, che  sono finite dritte nell’occhio del ciclone.
 
Secondo le stime più recenti, il 10% delle BCC sarebbe a rischio. Infatti secondo uno studio condotto da Mediobanca sui bilanci 2013 (al momento non sono disponibili studi più recenti), 33 BCC su 300 prese in considerazione, mostravano un livello di crediti malati (sofferenze, incagli e debiti ristrutturati) superiore al 20%, che è considerato il livello di guardia oltre il quale la situazione rischia di degenerare in modo drammatico, come la storia di MPS, Banca dell’Etruria, e disastri simili ha dimostrato nel corso degli ultimi anni e mesi.
 
L’idea che è balenata dalle parti del premier non eletto è quella di spingere per un accorpamento  delle BCC in un’unica realtà, questo per “scaricare” sulle bcc sane il marciume di quelle che sono state mal gestite.
 
Il punto, tuttavia, è un altro: a fronte delle 33 banche di credito cooperativo  considerate in stato di pre-morienza, ne esiste un altro centinaio che da qui ai prossimi 18 mesi (mesi, non anni!) potrebbero vedere la propria situazione deteriorarsi in modo preoccupante.
 
Il punto, non è tanto l’idea di creare una “super bcc” che svolga da funzione di coordinamento e che faccia confluire in un fondo di garanzia i patrimoni di quelle più solide a favore di quelle “marce”, ma il fatto che senza un intervento radicale sulla gestione dell’intero sistema bancario, tra qualche anno anziché trovarci tanti piccoli malati, ci troveremo un altro gigante con l’encefalogramma piatto e miliardi e miliardi di euro di risparmi dei cittadini andati in fumo per effetto del bail in “alla cipriota”.
 
Il fatto, è che se siamo giunti all’allarme rosso, al rischio concreto che buona parte del sistema bancario salti per aria, è perché la politica ha rinunciato al suo ruolo guida e si è fatta dettare le regole dai top manager delle banche e dagli economisti à la carte fanatici del neoliberismo monetarista a tal punto da far sembrare pure il loro padre spirituale Milton Friedman un timido agnellino. Gli stessi economisti, per inciso, che strepitavano contro il ritorno alla lira ed al rischio di una svalutazione del 30% e che hanno applaudito alla medesima svalutazione dell’euro.
 
I mali hanno origini lontane, nei governi di sinistra di Clinton e di Blair, capostipiti della deregolamentazione del sistema bancario e della loro profetessa in salsa germanica, Angela Merkel, che si guarda bene dal porre un freno alle scorribande delle banche teutoniche e mantiene fuori da qualsiasi tipo di controllo le banche locali.
 
In questo clima da gangster, era inevitabile che si giungesse a questo epilogo, col guaio che sono gli stessi protagonisti che hanno messo in mano ai killer, ovvero ai manager delle banche, le armi per compiere la più colossale rapina che la storia economica conosca, a dettare le leggi ed a pretendere che il conto venga pagato dalle vittime.
 
Le Banche di credito cooperativo, le ex casse rurali ed artigiane, proprio per le loro caratteristiche, sarebbero un formidabile volano per lo sviluppo del tessuto produttivo italiano, ma spesso sono state gestite in modo clientelare per aiutare “gli amici degli amici”, alla pari degli istituti maggiori, e non avrebbe potuto essere diversamente.
 
Il problema investe, chiaramente, in modo pesante non solo i correntisti, ma anche le centinaia di migliaia di piccole e medie imprese che hanno sempre utilizzato il sistema delle BCC per sostenersi e crescere e che in caso di collasso del sistema, vedrebbero preclusa in molti casi la stessa possibilità di sopravvivere.
 
Cosa ci riserva il futuro? Purtroppo tempesta e questo perché un’intera generazione di politici, se non due, ha preferito diventare servo della finanza (che è ben diverso dal capitalismo produttivo) anziché svolgere il proprio compito di guida.
 
Luca Campolongo
 
Fonti:

Ah si, Putin è anche un assassino. Ma l’inchiesta di Londra non è credibile, ecco perché

 http://blog.ilgiornale.it/foa/2016/01/22/ah-si-putin-e-anche-un-assassino-ma-linchiesta-di-londra-non-e-credibile-ecco-perche/

22GEN 16

putin 2

Che storia incredibile il caso Litvinenko: un agente avvelenato con il polonio a Londra. Quando ieri ho visto i titoli sulle conclusioni dell’inchiesta, del genere Caso Litvinenko, accuse a Putin. Cameron: “E’ omicidio di Stato”, ho iniziato a leggerli avidamente. E questa mattina, per essere sicuro, ho letto qualche cronaca anche sui giornali.

La mia reazione non è cambiata: embè? Dove sono la novità? Un’inchiesta che riguarda fatti avvenuti quasi dieci anni fa si conclude con quella che di fatto è un riassunto di fatti noti, non noti ma arcinoti. Si sapeva già nel 2006 i nomi dei due autori, si sapeva che erano scappati a Mosca, si sapeva che erano due ex agenti del Kgb e che una volta rimpatriati hanno beneficiato di ampie protezioni.
L’unica novità riguarda l’accusa esplicita a Putin, accusa che però non è circostanziata. Leggete bene questa frase del magistrato responsabile dell’inchiesa, Sir Robert Owen:

I due accusati con forte probabilità agirono sotto la direzione del servizio segreto russo FSB e tenuto conto di tutti gli elementi e le analisi a mia disposizione l’operazione dell’FSB per assassinare Litvinenko fu probabilmente approvata da Nikolai Patrushev come anche dal presidente Putin.

E ora considerate la tempistica dell’inchiesta avviata il 22 luglio 2014 ovvero poche settimane dopo lo scoppio della crisi ucraina, con il rovesciamento del regime Yanukovich a Kiev, seguito dal referendum che ha sancito l’indipendenza della Crimea dall’Ucraina e dall’imposizione delle sanzioni alla Russia.

Putin era appena stato messo all’indice dall’Occidente.

Io non sono un avvocato ma tutti sanno che non si possono emettere verdetti sulla base di supposizioni: affermare che molto probabilmente una persona è responsabile è, giuridicamente, un’aberrazione. O è colpevole e si hanno le prove o non può essere additata come responsabile, perché dove vige lo stato di diritto deve prevalere la presunzione di innocenza.

A meno che non prevalgano altre considerazioni, ad esempio di natura politica.

E infatti l’inchiesta non nasce dalla magistratura britannica, che aveva già svolto e bene le indagini nel 2006, ma è stata avviata su precisa richiesta del governo britannico, come risulta alla pagina 7 dal rapporto ufficiale che trovate qui e in cui Sir Owen afferma:

On 22 July 2014 the Secretary of State for Home Affairs, the Rt Hon Theresa May MP, announced, in a written statement laid before the House of Commons, that an Inquiry under the Inquiries Act 2005 was to be held into the death of Alexander Litvinenko. I was appointed to chair the Inquiry.

La conclusione potete trarla anche voi, cari lettori.Sembra tanto una manovra per screditare la Russia, in un’epoca in cui le guerre non si combattono solo con le armi ma anche, e talvolta soprattutto, con strumenti opachi, asimmetrici, invisibili al grande pubblico, come ho avuto modo di spiegare tante volte su questo blog.
Ed è noto a tutti che Washington, di cui Londra è il più fedele alleato, voglia arrivare a un regime change a Mosca, dunque alla caduta di Putin. A tal fine, tutto aiuta. Anche una bella inchiesta naturalmente indipendente. In cui l’imputato non poteva non sapere. Probabilmente, molto probabilmente.

Migranti, la Turchia alza il tiro: “Non bastano 3 miliardi di euro”

a parte il titolo allusivo a bombardamenti etici e no, decisamente fuoriluogo in quanto i bombardamenti su gente innocente sono ripugnanti a prescidere, ma il fatto purtroppo non cambia, Erdogan stermina ed è considerato un lottatore contro il terrorismo quando ovviamente protegge e difende l’Isis sterminando i loro oppositori vedi curdi (una volta la società civile si mobilitava per loro, quando c’era da colpire Saddam reo di non obbedire più a Washington)
 
TURCHIA BOMBARDA I CRISTIANI
giovedì 21 gennaio 2016
Recep Tayyip Erdoğan ha finalmente gettato la maschera. Nella notte tra il 16 il 17 gennaio le truppe turche hanno bombardato il villaggio iracheno di Sharanish, che si trova ai confini con la Turchia, nel governatorato di Dohuk. Qui non vivono i tagliagole dello Stato islamico, ma cristiani caldei e assiri. I bombardamenti hanno diffuso il panico tra la popolazione, costretta a fuggire verso la città di Zakho in piena notte, mentre la neve e il freddo pungente battevano sull’Iraq. L’attacco, compiuto con il pretesto della lotta contro le postazioni dei curdi del Pkk, ha fatto piazza pulita di un villaggio cristiano. Ancora una volta il Sultano si comporta come il Califfo. Proprio come Abu Bakr al Baghdadi semina terrore e morte tra i cristiani che vivono in Siria e in Iraq, così Erdogan stermina i cristiani con la scusa di andare a stanare i nemici della Turchia. Il Patriarcato di Babilonia dei Caldei ha espresso un ferma condanna dell’azione militare turca definendola ”totalmente ingiustificata” e facendo anche appello al governo autonomo del Kurdistan iracheno affinché adotti ”le misure necessarie per difendere i propri cittadini”. Una nota di protesta è stata inviata dal Patriarcato caldeo anche all’ambasciata turca a Baghdad. (Fonte: Centro Studi Federici)