Allerta rossa: arrivo della “talpa” ad Arquata

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16 gennaio 2016 

Il paese è piccolo, le voci corrono e come No Tav siamo sempre attenti a verificare le nostre fonti. Abbiamo ragione di credere che stiano per cercare di portare la “talpa” (fresa TBM per lo scavo del tunnel di valico) al cantiere di Radimero ad Arquata. Non sfuggirà a nessuno che l’arrivo della “talpa” significhi l’inizio dello scavo del tunnel di valico e il conseguente ritrovamento di amianto che è una certezza anche dopo i fatti di Cravasco. Chiediamo a tutte e a tutti i No Tav di fare una cosa molto semplice: tenere i telefoni accesi anche di notte e dormire con gli scarponi e la nostra bandiera ai piedi del letto. Pensiamo che dovremo presto mobilitarci, come sempre cercheremo di fare al meglio la nostra parte.

Ottana nucleare, costruzione del deposito delle scorie

Il sistema continua il percorso, oggi lo troviamo ad Ottana un paesino al centro della Sardegna, con un centro industriale più grande del paese.

di Valsusa Report

Forse un disegno del governo che sta cercando oramai da tre anni di infilare in qualche posto in Italia il Deposito Nazionale delle Scorie Nucleari.  ha già un centro industriale importante con nelle vicinanze centrali elettriche, che come da tradizione mineraria sarda sono a carbone. Con un fiume il Tirso di discreta portata d’acqua.

Ottana industriale

In Sardegna la chiusura delle industrie e la cancellazione della produzione energetica si svolge sistematicamente da un quinquennio, l’alluminio, il carbone, e le servitù militari sono la fonte di guadagno operaia dell’isola, se manca questo, altro dovrà prenderne il posto. Immaginiamo che un Governo qualsiasi voglia trasformarsi in becero speculatore imprenditoriale. Lentamente si tolgono le occasioni di lavoro, si precede con una bella campagna pubblicitaria nazionale, ed ecco la proposta, il deposito di scorie nucleari, infiocchettato di grande ecologia, salvatore dell’ambiente e luogo di felice occupazione, diventa il progetto che tutti vogliono.

Ora non sappiamo se così macchinoso e pieno di ditrologia può essere una proposta, ci limitiamo a descrivere un intervento del deputato di Unidos Mauro Pili alla Camera, preso dal sito soleminis. Partendo dalla ditta incaricata di costruire e gestire il sito, la Sogin, essa avrebbe dovuto individuare il luogo per il deposito delle scorie nucleari entro l’anno 2015 e comunicare ai territori le possibili scelte, non è avvenuto. Si rileva dall’interrogazione che “in Sardegna girano società iscritte nella vendor list di Sogin, quelle 10-12 società che hanno avuto e che rientrano nei requisiti della Sogin per realizzare il deposito unico di scorie nucleari. Girano in Sardegna, passeggiano per il sito di Ottana a misurare terreni, a valutare la compatibilità di Ottana rispetto al deposito delle scorie nucleari”.

Ottana storica (2)

Il sito industriale di Ottana è già abbastanza usato a livello di emissioni e di concentrazioni di lavorazioni che hanno rilasciato sul territorio i loro problemi di gestione, ma è anche su un’isola ed è al centro di essa con poche strade accessibili. Perchè scegliere quel posto? forse perchè deriva dai due referendum che impongono all’Italia il bando del nucleare, un’opposizione popolare sicura, che avrebbe molti problemi logistici ad arrivare nell’isola e che potrebbe essere fermata ai porti o aereoporti, come ci dissero i manifestanti al decennale dell’8 dicembre di quest’anno, “lo fanno sempre, controllano tutti, foto, video e perquisizioni, quando i pulman vengono da fuori in Valsusa alle manifestazioni”. Ore interminabili che rallentano e diminuiscono i numeri, quegli stessi numeri presto forniti ai giornali dalle questure in campo?

Un altro campanello d’interrogazione deriva dalla smentita che avviene a sfavore del Ministro dell’Ambiente che ha più volte dichiarato proprio riferendosi alle domande di possibili installazioni del deposito: “per la Sardegna c’è il problema dei trasporti”, se si guardano i dati delle spese di Sogin, nel tabulato delle spese sottoposte a controllo dall’Autorità garante per la concorrenza e la trasparenza, si vedrà che “ci sono due polizze assicurative (una di queste di 339 mila euro) stanziate da Sogin e pagate a una società inglese per fare un brokeraggio di polizza assicurativa RC trasporto nucleare, rischio per responsabilità connesse al trasporto marittimo”.

pastore di ottana (foto di claudio gualà)

pastore di ottana (foto di claudio gualà)

Non si sa e non sappiamo, potrebbe trattarsi anche di polizze per trasporti nucleari marittimi internazionali, non ce lo spiega il dettaglio e nemmeno il Ministro. Si sa che a pensar male qualche volta ci si azzecca, come dice la Gabanelli in Report, e allora si vedrà se il Deposito Nazionale delle Scorie Nucleari sarà in Sardegna, di sicuro si sa che i trasporti marittimi possibili avranno un impatto enorme sulle spese della cassa dei soldi pubblici. Questo in un contesto dove i tecnici del nucleare, estranei ai futuribili guadagni, dicono che “le scorie ad oggi è meglio renderle sicure nel luogo in cui sono con un investimento di manutenzione e conservazione sicuro, il male minore per rischi e ambiente”.

V.R. 18.1.16

La democrazia ha bisogno di riscatto

Cosa è diventata la democrazia e quali rischi stiamo correndo? Come agisce la manipolazione? Oltre il complottismo la nuda verità.

Intervento di Lorenzo Chirico.

Sarà capitato parecchie volte anche a voi di sentire un senso di impotenza e di scoramento assistendo alle quotidiane derive autoritarie e antidemocratiche che ci circondano mosse dalle oligarchie finanziarie e dai centri di potere. Spesso per percepire meglio il presente necessita guardare indietro, tanti sono gli eventi storici che ci hanno portato all’attuale disastro e non è facile essere sintetici andando al punto, ci provo con 2 fotografie che ho accomunato nei miei pensieri in questi giorni.

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Prima foto. Nel Medioevo in Italia era diffusa la  diretta, anche nella Repubblica degli Escartons (1343/1713) che ricomprendeva l’attuale Alta Val di Susa, allora sotto giurisdizione francese, dove ” l’ordinamento delle comunità prevedeva che tutti gli abitanti di un villaggio si riunissero in assemblee dove erano prese le decisioni più importanti, l’uso dei beni comuni, la costruzione delle strade , la gestione delle acque…in queste assemblee venivano anche eletti i sindaci che rappresentavano i villaggi di fronte al feudatario…” ( tratto da ” Escartoun – La Federazione delle libertà” di W. Ferrari e D. Pepino”).

Erano epoche in cui i feudatari incassavano le gabelle, le cosidette corvèes, e i territori avevano ampia autonomia assurgendo a comunità che attuavano un autogestione virtuosa. Chi oggi ci racconta che ci sono problemi democratici perché siamo una democrazia giovane sta aggirando il problema. Se si riferisce al sistema attuale di democrazia rappresentativa nata dopo la costituzione della Repubblica si circoscrive il tutto a un lasso di tempo limitato e non esemplificativo. Non siamo una democrazia giovane, siamo diventati una falsa democrazia assoggettata allo stravolgimento dello status democratico originario, perchè delegare non equivale imporre decisioni ma a “rappresentare per conto del popolo sovrano”.

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Seconda fotografia. Negli anni 60′ nel 900′ si sono ottenuti democraticamente diversi diritti sociali e lavorativi, il divorzio, l’aborto, un epoca foriera di partecipazione, condivisione e decisionalità diretta dei cittadini. Troppo per i centri di potere che hanno studiato una contromossa. Una data che segna l’inizio della fine della democrazia partecipata è il 1975 , Samuel P. Huntington, Michel J. Crozier e Joji Watanuki, tre intellettuali vengono cooptati dalla Commissione , tuttora uno dei maggiori centri di potere mondiale, per stilare un rapporto di 227 pagine denominato “The Crisis of Democracy ” .

Le istruzioni per l’uso, poi attuate, per distruggere la democrazia partecipativa. A pagina 157 infatti si proclama che “la storia del successo della democrazia… sta nell’assimilazione di grosse fette della popolazione all’interno dei valori, atteggiamenti e modelli di consumo ” Ed ancora in poche semplici righe continuano le chiare coordinate della futura attuazione del piano ” Il funzionamento efficace di un sistema democratico necessita di un livello di apatia da parte di individui e gruppi. In passato (prima degli anni ’60 nda) ogni società democratica ha avuto una popolazione di dimensioni variabili che stava ai margini, che non partecipava alla politica. Ciò è intrinsecamente anti-democratico, ma è stato anche uno dei fattori che ha permesso alla democrazia di funzionare bene”. Quindi per riavere il controllo il potere prefigurava la trasformazione dei cittadini consapevoli degli anni 70′ in consumatori impenitenti, depotenziando il loro impegno civile e sociale in nome del dio mercato.

Teorie del complotto? no, purtroppo una triste e reale storia che non si trova nei libri di scuola ma che ognuno di noi incontra quotidianamente. Gli strateghi utilizzati dai centri di potere per attuare il colossale piano di distrazione di massa sono stati Edward Bernays, nipote di Sigmund Freud e precursore delle moderne pubbliche relazioni, e il giornalista Walter Lippmann.

Edward Bernays si può considerare il più influente spin doctor del 900′ , molti di voi ricorderanno alcune sue manipolazioni mentali su larga scala come le pubblicità americane degli anni 30′ che incitavano le donne a fumare per emanciparsi oppure la demonizzazione della canapa che doveva essere sostituita dalle fibre sintetiche prodotte dalle lobbies petrolifere e fu relegata a droga letale e demoniaca(sic). Questi lavaggi del cervello consumistici sono stati declinati dai mass media compiacenti tramite tv, giornali ed ora web, in Italia negli anni 90′ il suo culmine con l’era berlusconiana.

controllo masse

Di questi temi si è occupato in modo approfondito Paolo Barnard nel suo ” Il più grande crimine ” scaricabile gratuitamente in rete. Il risultato è stato centrato pienamente perchè siamo ormai una massa informe di cittadinanza passiva relegata al ruolo di spettatore delle nostre vite. Viviamo in un nuovo secolo in cui gli esiti di un referendum sul primario bene comune, l’acqua, vengono tranquillamente ignorati dai nostri delegati e la sospensione della democrazia è più che evidente, ma non c’è reazione.

Paolo Barnard

Per cambiare lo stato delle cose bisogna ripartire da dove tutto era iniziato, dai comuni, piccoli o grandi che siano, riappropriandosi della nostra capacità intrinseca di incidere sulla vita dei territori spogliandosi degli orpelli dell’attuale fase idolatrica consumistica. Gli stumenti di democrazia diretta per raggiungere l’obbiettivo esistono e sono normati dai singoli statuti comunali, dal Dlgs 267/00 degli enti locali, e naturalmente dalla Costituzione che presto saremo chiamati a difendere. Quando non sono normati per legge nei Comuni, come previsto, bisogna esigerne la ricomprensione, ma soprattutto necessita conoscerli ed attuarli senza lasciare pochi Don Chisciotte a combattere da soli contro i mulini a vento. E’ una complicatissima battaglia tra Davide e Golia, culturale oltre che democratica, che solo se affrontata con le giuste armi potrà permettere a chi verrà dopo di noi di riappropriarsi del nostro ruolo originario.(Nota: cliccando sull’immagine del libro si accede al download)

Il Pd colluso fa il furbo, ma i 5 Stelle esagerano

di Massimo Fini –
17/01/2016
Il caso di Quarto è grottesco. Ammettiamo pure che il sindaco Rosa Capuozzo che pure allo ‘stato’ come avrebbe detto il buon Di Pietro non è indagata (ha però subìto una perquisizione e qui rivolgo una domanda ai giuristi: si può essere oggetto di una perquisizione anche se non si è indagati? Se la risposta è sì entriamo diritto e difilato in uno Stato di polizia) sia responsabile di non aver denunciato alla magistratura dei ricatti che gli sarebbero stati fatti dall’ex consigliere comunale Giovanni De Robbio già espulso dai Cinque Stelle per una trafficata storia di un minimo abuso edilizio che la stessa Capuozzo tentò di sanare con un condono, ma fuori tempo. Il caso Quarto è grottesco per un’altra ragione. Quarto è una cittadina di quarantamila abitanti e chi ha soffiato sul fuoco di questo caso montandolo a dismisura non è Santa Maria Goretti ma, con l’appoggio di quasi tutti i media, il Pd che è totalmente implicato, penalmente, nel malaffare di ‘Roma Capitale’ che oltre a essere capitale ha qualche abitante in più di Quarto e proprio qualche giorno fa un suo esponente di spicco, Daniele Ozzimo, ex assessore alla Casa dei Dem, è stato condannato a 2 anni e 2 mesi di reclusione per un’accertata collusione con la mafia. Condannato quindi, non indagato o in sospetto di poterlo essere. Qui siamo fuori anche dal detto fiorentino “cencio dice male di straccio”. Perché ‘cencio’, alias il Pd, è infinitamente più sporco, in termini quantitativi e qualitativi, di ‘straccio’ vale a dire il sindaco grillino di Quarto Rosa Capuozzo. E’ nota la tecnica dei politici italiani che quando sono coinvolti in un grosso scandalo ne vanno a enfatizzare uno modestissimo per nascondere il primo.
 
Ma nemmeno l’atteggiamento dei Cinque Stelle in questa vicenda mi ha convinto. Anzi mi ha inquietato in particolare una dichiarazione di Luigi Di Maio per giustificare la richiesta di dimissioni della Capuozzo. Questa: “Il Movimento ha un garante che è Grillo. A decidere come sempre sono coloro che certificano le liste. Sono scelte relative ai comuni e a casi singoli. Solo che quando si dà il simbolo nessuno si chiede chi lo abbia deciso. Quando lo si toglie, nessuno lo ricorda”. Qui si entra in una logica che oserei definire staliniana, parlo proprio di Iosif Vissarionovic Dzugasvili che eliminò tutti i principali protagonisti della Rivoluzione d’Ottobre da Trotsky a Zinoviev, a Kamenev, a Bucharin, col pretesto che facevano “oggettivamente il gioco del nemico”. Siamo su dimensioni storiche incommensurabili, perché la Capuozzo non è Trotsky (sul cui “onore di rivoluzionario” oltretutto, come scrisse lui stesso nel suo testamento, non c’era macchia alcuna) ma la logica espressa in questi giorni da Grillo, Casaleggio, Di Maio e altre frange del movimento grillino mi sembra la stessa. Non è il caso di scomodare la frase, spesso citata a capocchia e male, del vecchio e saggio Pietro Nenni: “Anche il più puro dei puri trova alla fine uno più puro di lui che lo epura”. Basta ricordare una vecchia canzone, mi pare di Carosone, che si intitolava “E la barca tornò sola”.

Adesso è di sinistra sfruttare i poveri…

lo stupro di massa dovrà essere considerato in futuro un diritto? Opporsi sarebbe da razzisti? Non si è vista alcuna manifestazione in solidarietà delle donne tedesche abusate, qualcuno è più eguale degli altri 
Sembra che alla fine, “l’utero in affitto” non diventerà legge in Italia.  Alle femministe è venuto qualche dubbio… Lo ha condannato, come pratica degradante della donna, anche il parlamento europeo. Però in Italia è stato parte della “grande lotta progressista sulle unioni civili”, del ddl Cirinnà. Beninteso lo “utero in affitto” in Italia è reato, ma la Cirinnà non vuole che siano punite le coppie che vanno all’estero per affittare uteri. La Cirinnà e, notoriamente, progressista, come il suo partito, che un tempo si proclamava difensore della classe operaia, degli sfruttati in genere.
cirinnà
Diritti “arcobaleno”
 
Ora, la coppia italiana che va’ in Pakistan, India o Ucraina per procurarsi l’utero in affitto, trova donne giovani e poverissime, le fa’ ingravidare a pagamento, fa’ condurre a loro la gestazione, e poi gli prende il bambino. La madre affittata viene pagata con qualche migliaia di euro. Perde ogni diritto sul bambino; ma che vuole? E’ stata pagata.
Questo è – tralasciata ogni altra considerazione – sfruttamento della povertà. Anzi peggio, della miseria del Terzo Mondo su cui una volta era “di sinistra” commuoversi e indignarsi.    Come il traffico di organi, come quelli che comprano un rene da un miserabile indiano o ucraino. E’ un’azione che dovrebbe suscitare l’indignazione “di classe” di un partito che un tempo era “avanguardia del proletariato” e lottava “a fianco degli sfruttati”.
Adesso il PD, gli sfruttati, li sfrutta. Per la Cirinnà la coppia ricca che torna col figlio   deve essere immune dalle conseguenze penali che prevede la legge italiana per chi faccia la stesa cosa in Italia; ovviamente dà un grande sviluppo al mercato, già fiorente, dell’utero delle povere in affitto, di cui si occupano grosse agenzie internazionali: mettono in contatto la domanda e l’offerta. E ciò, adesso, è progressista. Le Repubblica ci scrive sopra mielosi reportages: “Noi donne divenute madri grazie all’utero in affitto”. Dove una ricca italiana   racconta di quando ha visto l’utero che aveva pagato a Delhi: “Emozionante. Con mio marito Abbiamo conosciuto Latika, capelli scuri e un grande sorriso, accanto aveva suo marito che fa il conducente di autobus. Abbiamo parlato in inglese di quello che ci aspettava, delle nostre storie, dei motivi che avevano fatto incrociare le nostre vite: lei lo faceva per i suoi due figli, per pagargli un’istruzione superiore. Per tutta la gravidanza abbiamo chiacchierato, comunicato via skype, tenendoci in contatto mentre il desiderio cresceva e si faceva più reale”.
“Il desiderio cresceva”: impagabile – i ricchi,i desideri se li soddisfano, hanno i soldi. E lei, la donna indiana che ha dato l’utero (fecondato con lo sperma del marito italiano)? “L’ha fatto per dare un’istruzione ai suoi figli”.
La Repubblica osa la domanda:
Non è sfruttamento dei ricchi sui poveri?
Risposta di “LAURA”, l’italiana ricca: “Quello purtroppo c’è in tutto il mondo, basti pensare ai minorenni sfruttati nelle fabbriche, alle ragazzine vendute sulle strade senza che nessuno si scandalizzi. Qui almeno c’era un rapporto tra adulti consapevoli, una libera scelta. Io, se fossi stata al posto loro, nella loro situazione, probabilmente avrei fatto la stessa cosa”.
Adesso, dunque, lo sfruttatore della miseria è progressista e illuminato se risponde: “Lo sfruttamento? C’è in tutto il mondo”. Una volta era una frase da capitalista odioso, che se ne infischia dei poveri; una volta, il progressista militava per “la liberazione degli oppressi”, accusava il ricco,il “filisteo” borghese, che si accomodava dell’ingiustizia sociale, essendone il favorito.  Era progressista, una volta, voler mettere fine per sempre allo sfruttamento dei ricchi sui poveri; adesso non più. Adesso chi si oppone alla compravendita delle donne povere perché si facciano ingravidare, non è progressista: è oscurantista, cattolico reazionario, omofobo.
E’ proprio un modo comune di sentire, a sinistra;   una callosa abitudine, lo sfruttamento del povero.   Non se ne accorgono nemmeno. Alessandra Moretti, la candidata del PD alle regionali del Veneto, ha una cosa in mente:   come alloggiare quanti più profughi e immigrati clandestini dal Medio Oriente? Questo è progressista: accogliamoli tutti. Specie nelle regioni reazionarie che votano Lega. La Moretti sa anche come fare: “I pensionati ospitino gli immigrati nelle loro case. Un pensionato che ha un assegno esiguo potrebbe arrotondare ospitando un profugo a casa sua: circa 35 euro al giorno sono una buona cifra per chi ospita nella propria casa un immigrato”.
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La progressista
Già: magari un immigrato maschio e minaccioso che terrorizza la vecchietta sola, che depreda il fragile vecchietto e gli porta in casa chissà chi, o la usa come base per lo spaccio, o che lo ammazza addirittura. Ma il povero riceverà 35 euro dallo Stato, una pacchia (glieli porterà via l’immigrato di sicuro) . Ma perché non comincia lei, la candidata progressiste Moretti? “Ospitare un profugo a casa mia? mi pare paradossale”. Eh certo, mica ha bisogno, lei, dei 35 euro.
Nemmeno si rende conto che quel che propone, la progressista, è sfruttamento della miseria. Di più: un insulto alla miseria.   I pensionati sono bisognosi, dunque li subaffittiamo agli immigrati; la burocrazia inadempiente pubblica ha prodotto sette milioni di pensionati a 500 euro al mese, e perché dovrebbero schifare di mettersi in casa un negro, un afghano, un musulmano siriano, e fargli da servo?
E si noti il tono con cui la tizia fa’ la sua proposta: un tono, come dire?, padronale. Con la più callosa incoscienza e insensibilità per la situazione reale degli “anziani” di cui straparla, povera vulnerabile parte della società che più vive nella paura degli “extracomunitari”, e ben a ragione.   E’ l’illustrazione involontaria di come l’oligarchia dei pubblici parassiti si senta padrona del popolo italiano, che tassa per estrarne i proprio stipendi milionari, e della enorme parte di assistiti che mantiene in miseria al suo servizio. Ci hanno svenduto a stranieri il patrimonio pubblico che ci apparteneva (le privatizzazioni). Ci considerano loro servi. E sono progressisti.
L’idea della Moretti sta sul piano di quella attribuita (falsamente) a Maria Antonietta: “ il popolo non ha pane? Mangi la brioche”. Ma se anche l’avesse detta, Maria Antonietta aveva la scusante d’essere nata aristocratica, e non aver mai preteso di definirsi progressista. Invece la Moretti è “democratica” e dunque progressista per definizione. E’ di sinistra.  Una volta era di sinistra “lottare” per aumenti di pensioni e salari. Adesso è di sinistra insultare i poveri e i vecchi e cercare di metterli a servire degli ospiti indesiderati,   ignoti e pericolosi. E’ di sinistra sottometterli a prestazioni sgradevoli e pesanti per una paga da fame: una volta si chiamavano corvées; ma era l’Ancien Régime monarchico, mica la democrazia.
E’ proprio una mentalità generale che ha conquistato il progressismo, che l’ha invertito dalla sua posizione storica. In tutta Europa. Dopo i fatti criminali commessi dai “profughi” jihadisti a Colonia, i media progressisti hanno taciuto per non essere “discriminatori”
 
Adesso s’é saputo che cose peggiori hanno commesso in Svezia, da mesi, i cosiddetti profughi musulmani contro le donne,   e il governo stesso ha taciuto e non punito né perseguito i colpevoli. Omertà progressista. Perché? Per non violare i “diritti umani” si tacciono e non si puniscono gli stupri di massa. E’ proprio così: in nome di “diritti” astratti, nemmeno mai definiti (1), si consente la violazione del diritto più elementare, primordiale e certo, quello all’intimità della propria persona fisica.
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Nelle piscine tedesche
 
Il Progressismo già s’era ridotto a perseguire, definendole come “conquiste di sinistra”,   legalizzazioni mortuarie e cadaveriche come l’aborto, l’eutanasia, il rimestare embrioni congelati, l’uso di stupefacenti. Adesso adotta come “avanzato” e innovativo lo sfruttamento dei ricchi sui poveri. Forse sarebbe arrivato il momento che la sinistra si facesse un esame di coscienza. Se avesse coscienza.   Resta l’utilità di un esame intellettuale curioso: com’è arrivato, il progressismo, alla sua stessa inversione? La risposta è forse nella domanda. Da quando il progressismo ha adottato come suo compito i “diritti” degli invertiti, non poteva che finire così, nell’inversione di tutti i valori.
Note
1 – “Dogmi fluidi, liberamente reinterpretati”: così magistralmente li definisce Giuseppe Reguzzoni (Il liberalismo illiberale, come il politicamente corretto è divenuto la nuova religione civile delle società liberali – Antaios, 2015, euro 13). “Mentre l’Europa e l’Occidente lodano il resto del mondo quando rispetta i diritti umani e arriva persino a porre il rispetto di questi ultimi come condizione per fornire aiuti umanitari, i politici europei si rifiutano di stabilire in maniera obbiettiva quali siano i contenuti reali di questi diritti”. Da qui “i tratti di slealtà che sono caratteristici del linguaggio politicamente corretto” che guasta nel profondo la civiltà cosiddetta occidentale.
 

Preoccupazione in Israele: Hezbollah dispone dei missili da crocera russi anti nave Yakhont, una “grave minaccia” per il regime israeliano

Gen 16, 2016
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Nave vedetta israeliana
 
Il comando della Marina Israeliana ha manifestato preoccupazione e sconcerto, secondo quanto ha riferito il giornale israeliano Maariv, si sostiene che ufficiali di alto rango avrebbero confidato al giornale di avere informazioni sicure dell’avvenuta consegna da parte russa dei missili Yakhont al Hezbollah, in base ad indagini fatte dal servizio di intelligence israeliano.
Da queste informazioni si stima che Hezbollah possa utilizzare questi missili dal territorio siriano”, come afferma un alto comandante dell’armata israeliana.
Secondo il giornale israeliano, se queste informazioni saranno confermate, le autorità israeliane dovranno fare fronte ad una ampia gamma di minacce da parte di Hezbollah e dell’Esercito siriano nel nord e del gruppo terrorista nel sud.
 
Il missile Yakhont (P-800 Oniks) viene considerato una delle maggiori minacce per le navi ed i sottomarini ed inoltre può minacciare le installazioni strategiche. Si tratta di un missile da crociera supersonico prodotto in Russia.
Come parte di una strategia del rafforzamento della sua capacità militare, prima delle minacce del regime i Israele, Hezbollah ha adottato nel corso degli ultimi anni misure difensive per fare fronte a qualsiasi offensiva israeliana che possa minacciare il territorio libanese.
In varie occasioni, funzionari della intelligence israeliane hanno avvisato che Hezollah potrebbe sorprendere il regime di Israele con un massiccio attacco in rappresaglia per i crimini commessi da tale regime contro le popolazioni della Palestina e del Libano.
 
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Missili anti nave Yakhont
 
Hezbollah dispone di missili che possono minacciare un ampio spettro di obiettivi (….); qualsiasi nave che esca dal suo molo potrebbe essere affondata. Ogni settimana la marina israeliana si esercita su tali possibili attacchi, da un lancio di missili che metta in pericolo le istallazioni strategiche, fino alle possibili infiltrazioni (nei territori occupati), ha ribadito il comandante israeliano Maariv.
“La Siria dispone di missili russi Yakhont e si stima che siano stati consegnati ad Hezbollah. In ogni caso la nostra opinione è quella che l’organizzazione utilizzerà questo tipo di missili dal territorio siriano”, ha detto a Maariv un comandante israeliano.
 
Nota: Israele si accorge di essere divenuta impotente e di non poter più far scorazzare i suoi aerei da guerra sui cieli del Libano e della Siria impunemente per bombardare obiettivi della Siria o di Hezbollah, sempre con l’eterno pretesto della propria sicurezza. La situazione è cambiata e dall’altra parte del confine ci sono le forze russe e queste stanno fornendo appoggio ed armamenti sofisticati sia all’Esercito siriano che ad Hezbollah, in primis per ripulire la zona dai miliziani dei gruppi terroristi (alcuni dei quali sostenuti anche da Israele) ma non si può escludere che Hezbollah voglia  utilizzare i missili anche per difendersi dagli attacchi israeliani e questo mette le autorità israeliane in difficoltà.
 
Il piano di Israele (in accordo con Washington e con l’Arabia Saudita) di rimuovere Assad e smembrarsi la Siria, al momento è fallito per causa dell’intervento russo ed attualmente Israele si trova tutto l’asse della resistenza, Siria –Iran- Hezbollah pericolosamente vicino ai suoi confini settentrionali. Proprio quello che non volevano.
Da considerare che Israele ha fretta di annettersi le alture del Golan siriano, occupate illegamente da molti anni, visto che in questa zona sono stati scoperti importanti giacimenti di gas e il governo di Tel Aviv intende sfruttarle approfittando del conflitto in cui è impegnata la Siria.
 
Fonte: Al Manar
 
Traduzione e nota: Luciano Lago

Imbarazzanti le parole di Parigi sulle priorità della Russia in Siria

Gen 16, 2016
 
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Ministro della difesa russo
 
Così il Ministro della difesa russo ha commentato la dichiarazione del suo omologo francese sulle azioni dell’aeronautica russa in Siria, che sembra “non convincano” Parigi che la lotta contro gli islamisti sia una priorità per la Federazione Russa.
“La dichiarazione del Ministro della Difesa francese (Jean-Yves Le Drian) che le azioni dell’aeronautica russa in Siria non convincono Parigi che la lotta contro gli islamisti è la nostra priorità, provoca sconcerto”, ha detto Konashenkov.
 
“Vorremmo ricordare al Signor Ministro, che il principale e unico obiettivo delle operazioni russe in Siria è la distruzione del più grande focolaio del terrorismo internazionale, che solo l’anno scorso ha inghiottito l’intero territorio di uno Stato membro delle Nazioni Unite”, ha aggiunto.
Secondo lui, i risultati e l’efficacia delle azioni dell’aeronautica russa in Siria non si misura con le dichiarazioni sulla quantità di bombe sganciate sul Daesh, ma con le centinaia di liberazioni dell’esercito siriano e l’opposizione patriottica di città e villaggi, nonché con le migliaia di chilometri quadrati di terra siriana libera dai terroristi.
“Quindi non dobbiamo convincere Parigi dell’efficacia delle proprie azioni per la distruzione dei terroristi in Siria, ma coloro ai quali ha promesso di vendicarsi per la morte dei cittadini francesi del 13 novembre dello scorso anno”, ha detto Konashenkov.
 

Quando I padroni del “Pensiero Unico” danno ordine di bruciare le librerie

ogni crimine sia condonato o anzi, auspicato e conseguito, dalla repressione alla censura al tentato omicidio se lo si fa nella cosiddetta lotta al fascismo. Chi non è “conforme”, come nella dittatura orwelliana politically correct, SIA CONDANNATO SENZA PROCESSO, è FACILE, basta che la “parte sana” del paese emani il suo editto come nel Medioevo contro le presunte streghe.  Questa è la cosiddetta superiorità morale dei paladini della democrazia che lottano contro le dittature. Nessuna libertà di espressione è lesa, è considerato atto dovuto dai moralmente superiori UNICI AD AVER DIRITTO DI ESPRIMERSI MA NON CHIAMATELA DITTATURA.
Gen 16, 2016
 
Libreria-Ritter-Milano
Libreria devastata
di Luciano Lago
 
Si percepiva già da molto tempo che il sistema in Italia ed in tutta l’Unione Europea si va sempre più avvicinando ad un sistema totalitario strisciante dove i grandi media (giornali e TV) sono controllati dai gruppi finanziari che ne sono proprietari, altrettanto avviene per gli Istituti di cultura, per le Università e le cattedre di docenza, dove il controllo è essenzialmente politico, idem per le fondazioni culturali ed le principali case editrici.
 
Tutti gli attori principali, che siano intellettuali, politici ed operatori dell’informazione, si sono ( da molto tempo) accomodati adeguandosi all’ideologia del “politicamente corretto” e del “Pensiero Unico”, essenzialmente neo liberista in economia (il primato dei mercati), laico, relativista, progressista e filo europeista in politica (con le varie sfaccettature post ideologiche ) con al centro di questo sistema l’interpretazione della Storia precisamente conforme alla vulgata di regime e la deformazione cognitiva imposta dagli orientatori e opinionisti  a libro paga delle centrali di potere.
 
Non poteva essere diversamente, visto che il sistema non consente il dissenso, quello sostanziale sulle linee guida del pensiero “moderno” globalizzato e d’altra parte anche gli intellettuali, i docenti e gli operatori del settore sono interessati ad occupare posti ben retribuiti ed a fare carriera. Vale il vecchio motto del “tengo famiglia” e quasi nessuno è disposto ad esporsi per manifestare un qualsiasi dissenso che costerebbe la carriera e l’emarginazione dai circoli che contano.
 
Persino gli intellettuali che erano una volta considerati dei “maitre a penser” della cultura corrente, come ad esempio lo fu Costanzo Preve, quando questi si è discostato da quella  linea corrente, divenuto un “eretico”, allora il filosofo fu abbandonato dal mondo intellettuale e dal “circo mediatico” per le sue posizioni radicali e originali ritenute “eretiche” rispetto al “Pensiero Unico” conforme.
 
La realtà è quella che anche in Italia, come nel resto d’Europa si sta arrivando speditamente ad un sistema di repressione legale delle opinioni e ne fa fede la recente legge approvata che istituisce pesanti pene (dai tre anni ai sette anni e mezzo) per “chi nega o minimizza i crimini legati al genocidio“, si riferisce naturalmente  la Shoah, che viene ormai considerata l’unica religione ammessa e tutelata nel sistema attuale. Si intende che la legge si riferisce al ” genocidio”, quello universalmente riconosciuto, ovvero quello della popolazione ebraica, non avendo diritto di menzione o di alcun riconoscimento legale gli altri genocidi della Storia, neppure quelli recenti, come quello commesso in Iraq dalla soldataglia dei “liberatori” nord americani (un milione di vittime irachene circa), nè tanto meno quello avvenuto nei Gulag staliniani o nella Cina di Mao Tse Tung, o in Cambogia con i Kmer rossi, ecc..
Non a caso è andata molto male ad alcuni  intellettuali storici negazionisti (come Irving o come Berclaz ed altri)  i quali si sono visti non solo emarginare ma anche processare e rinchiudere in carcere per avere commesso il crimine di negare la Shoah o di avere la pretesa di voler sottoporre questa ad una vera ricerca storica. Un vero crimine che non può e non deve essere consentito. Persino i loro legali, quelli che li hanno difesi in giudizio, hanno avuto grossi problemi, come nel caso di Sylvia Stoltz, in Austria,  che fu condannata a tre anni e mezzo di reclusione nell’esercizio della sua funzione di avvocato difensore durante il processo a un “negazionista”. Vedi:  Sylvia Stoltz sotto processo
 
Bruciare le Librerie
 
Il passo successivo a cui si sta rapidamente arrivando è quello di bruciare le librerie dove sono custoditi e venduti al pubblico i libri dissenzienti rispetto al “Pensiero Unico”, quando non ci sia altra soluzione possibile per evitare che vengano diffuse idee non conformi al “politicamente corretto” o alla vulgata storica corrente. In quel caso il sistema fa ricorso al suo braccio violento, costituito quasi sempre dai “centri sociali” mobilitati per distruggere le librerie o bastonare le persone che siano interessate a divulgare le idee proibite.
 
CasaPound-Firenze-
Libreria Il Bargello Firenze
 
Questo è accaduto due giorni fa a Firenze, dove La libreria “Il Bargello” è stata assaltata da un gruppo di venti persone a volto coperto. Gli assaltanti, gridando slogans, hanno distrutto la vetrina ed hanno lanciato all’interno mattoni, bottiglie, petardi. Una ragazza, che lavorava come commessa, è stata aggredita, alcuni scaffali con relativi libri distrutti, e l’azione ha voluto avere un significato “punitivo” in quanto la libreria è considerata vicina all’area di Casa Pound, in gruppo classificato di estrema destra e che si ispira alle opere del noto poeta e storico del novecento, considerato “estraneo” alla cultura storica corrente.
 
Dalla ricostruzione dell’episodio, sembra che il caporione della “squadraccia”, una volta entrato, si è reso conto che sugli scaffali della libreria fiorentina erano custoditi testi di Pound, di Evola, di Celine, di Robert Brasillach,  di Spengler, di Junger, di Maurras, di Carl Schmitt, nonchè di G. Gentile, di Papini, di Oriani e di Pannunzio ed altri autori all’indice della cultura ufficiale. Inorridito, con una smorfia di disgusto ha dato subito un ordine secco e perentorio alla sua squadra: “bruciare tutto”. L’ordine è stato prontamente eseguito ed una giovane commessa che ha cercato di impedirlo è stata insultata e percossa con una spranga.
 
La cosa più grave, al di là dell’assalto, è quella che non si è registrata alcuna levata di scudi da parte dell’intellighentia italiana, dei circoli intellettuali, non c’è stato alcun premio Nobel alla Dario Fo a indire manifestazioni di “libertà e giustizia”, tanto meno è stato dato risalto alla notizia e non vi è stato alcun programma televisivo ad hoc condotto dal Formigli o dal Fabio Fazio di turno per illustrare il concetto di “democrazia” e libertà di opinione.
Stesso copione di quando, lo scorso Aprile, venne devastata la libreria Ritter a Milano o quando in Francia, nel centro di Parigi venne assaltata la libreria “Facta” nel corso di una manifestazione antifascista proclamata “contro l’omofobia e le forze reazionarie”. Tanto meno fu espressa alcuna riprovazione dalle autorità pubbliche, quando un gruppo di assalitori incappucciati distrusse un anno fa la libreria Europa a Barcellona.
 
Anche in quei casi il mondo intellettuale non si espresse per manifestare alcuna forma di condanna intellettuale. Dopo tutto le librerie, dove si diffondono testi non omologati, vengono considerate pericolosi “covi fascisti”, dissenzienti dal “Pensiero Unico” globalista e laico, quindi da “chiudere con azione diretta”, incaricando per questo i mercenari al servizio delle centrali politiche dominanti, quelle della sinistra mondialista.
 
Tutto regolare, quando il sistema non può agire direttamente, incarica il suo braccio armato, all’interno come all’esterno.
Già pronto ed in fase reclutamento il prossimo “braccio armato” del sistema che sarà costituito dagli integralisti islamici formati nei laboratori dei servizi di intelligence; loro si che potranno essere utilizzati per ogni possibile provocazione pianificata dalle solite centrali di potere e  per possibili “false flag”, eventi funzionali a creare un clima di psicosi e di terorrore che consentirà di stringere ulteriormente le redini della repressione di ogni dissenso con il pretesto della “sicurezza”.
 
D’altra parte da Israele ci avevano avvisato: “voi europei dovrete sentirvi presto come ci sentiamo noi, sempre sotto assedio e allora potrete capire e giustificare le nostre azioni che spesso criticate”, come ad esempio quando i nostri militari fanno  il tirassegno con i ragazzetti palestinesi e quando vengono arrestate intere famiglie perchè sospette di collaborare con i ragazzi della “intifada”.
 
Allora  anche in Europa non ci sarà posto per chi dissente e le misure estreme, che le Autorità prenderanno per il “nostro bene” ,saranno applicate a chi dissente o a chi giustifica i terroristi, a chi critica l’immigrazione, il multiculturalismo, le coppie gay, a chi contesta l’unica religione ammessa ed i concetti base del Pensiero Unico.
 
Prepariamoci per il mondo che verrà, quelli delle librerie che bruciano sono i primi bagliori del prossimo futuro che ci predispone l’Unione Europea.

LES USA SONT LES ENNEMIS DU GENRE HUMAIN

(DIXIT CHE GUEVARA)

 Luc MICHEL pour PCN-INFO/

Avec PCN-TV/ 2016 01 18/

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 Obama, Bush I et II, Reagan ou les Clinton ne sont pas des anomalies. Ni même une radicalisation du Système américain.

OBAMA UN SIECLE PLUS TARD A TOUJOURS EN MAIN LE « GROS BATON » DE THEODOR ROOSEVELT !

 PIH - LM obama et le gros baton (2016 01 18) FR 1

Les déclarations d’Obama (qui n’est pas un soi-disant « président noir », mais le choix de l’oligarchie politico-militaro-financière qui dirige les USA depuis les origines, Washington, le premier président est à la fois un général et un riche planteur) en illustration de cet article ne sont que l’expression d’une vision stratégique américaine, celle du « big stick » exposée par le président Theodor Roosevelt (oncle du président Franklin Delanno Roosevelt, tous deux héritiers d’une oligarchie bourgeoise installée aux USA au XVIe siècle, les Delanno, d’origine walonne ; les Wallons étant les véritables fondateurs de la future New-York). « Je tiens un gros baton dans ma main et je souris » disait Theodor Roosevelt. Une définition faite sur mesure pour le prix noble de la paix imposteur Obama, dont les drônes tuent chaque jour …

 LES 4 PILIERS DE L’IMPERIALISME AMERICAIN

 L’impérialisme américain, appuyé sur une idéologie « l’Américanisme » (que j’ai qualifiée de « nazisme du XXIe siècle), est présent dès la naissance des Etats-Unis, qui se développent et s’agrandissent au cours de leur  histoire prédatrice sur quatre piliers :

 * Le génocide des indiens ;

* Le vol des terres indiennes, puis mexicaines ;

* L’esclavage des noirs (les « pères fondateurs », tant vantés depuis par les idéologues américanistes, sont tous, à l’exception de Franklin, des propriétaires de grandes plantations et d’esclaves, y compris Washington et Jefferson) ;

* L’idée (tirée de la lecture puritaine de la Bible) d’être la nation élue par dieu pour diriger le monde, la « Manifest Destiny » (qui justifie toutes les brutalités et les rapines aussi bien dans la conquête du territoire américain que dans celle de l’asujetissement du monde, sans oublier le développement économique par l’esclavage, le capitalisme sauvage et le pillage des multinationales US).

 A noter que le développement industriel anglo-saxon, tant en Angleterre qu’aux Etats-Unis (les « cousins », tels qu’ils s’appellent entre eux,  sont les deux faces de la même médaille, leur impérialisme s’est fait par succession), n’a été possible que grâce au travail des esclaves cultivant à bas coûts les champs de coton du sud. Sans ce coton bon marché, pas de développement du premier capitalisme anglais via les métiers à tisser, qui réduisent aussi à la misère le prolétariat anglais.

PIH - LM obama et le gros baton (2016 01 18) FR 2

ROME OU CARTHAGE ?

On parle souvent d'”Empire américain”. Vous aurez remarqué que je répugne à employer ce terme. Parce que l’idée impériale n’a pas grand chose à voir avec l’impérialisme mercantile et exploiteur de Washington, à propos duquel le terme de néo-colonialisme est plus approprié.

La géopolitique distingue clairement et oppose puissance maritime et puissance terrestre. L’exemple le plus accompli en furent les guerres puniques qui opposèrent la Rome terrestre à Carthage, puissance des mers. Aujourd’hui, les Etats-Unis, puissance maritime, sont une nouvelle Carthage accomplie : même consumérisme, même valeurs marchandes, même horizon limité, même exploitation des colonies, même oligarchie ploutocratique aux commandes. La puissance continentale est encore à venir. C’est contre elle qu’agissent les théoriciens de l’impérialisme américain.

Le choc de Rome contre Carthage est aussi celui de deux idéologies, de deux Weltanschauung (visions du monde dans la philosophie allemande). Hier comme aujourd’hui :

* Du côté des Etats-Unis et des atlantistes existe une large école ploutocratique pour qui l’Europe doit être un des moyens du renforcement du capitalisme et de la Mecque de celui-ci qui se situe aux Etats-Unis. Ce sont les fameuses théories du « second pilier », qui voient notamment dans une organisation européenne de défense un pilier européen rénové de l’OTAN.

* Il existe une autre école, celle de Jean Thiriart et la mienne, ou la vision abâtardie des eurasistes russes, pour laquelle l’Eurasie se fera inexorablement contre les Etats-Unis, pour qui il est impératif qu’elle se fasse contre Washington. Si Thiriart veut détruire politiquement les Etats-Unis, c’est parce qu’il leur oppose une vision du monde qui se situe aux antipodes de l’économisme consumériste prôné par Washington. L’alternative européenne (ou eurasiste) est pour lui avant tout une esthétique de l’homme, une solution et une alternative à proposer à toute l’Humanité. »

ALLER PLUS LOIN AVEC MES ANALYSES :

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COMPRENDRE LA GÉOPOLITIQUE DES USA /

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ISIS: La piaga USA-Saudita dell’ISIS arriva fino all’Indonesia?

Gen 17, 2016
 
indonesia-attack-jakarta-1
Indonesia, Jakarta, attacco dell’ISIS
di  Tony Cartalucci
 
I “Distruttori della Terra”(Land Destroyer) , i “neo terroristi” – con attacchi coordinati ed attentati di massa hanno colpito la capitale dell’Indonesia Giacarta nel giovedì scorso, lasciando vari morti e molti feriti. Il disegno corrisponde a quello degli attacchi effettuati l’anno scorso a Parigi, dove stanno registrando terroristi conosciuti alle agenzie di intelligence occidentali, alcuni per anni, i quali in qualche modo potevano organizzare  grandi depositi di armi in Belgio ed eseguire i loro omicidi di massa in forma coordinata e senza praticamente alcuno sforzo per fermarli prima degli attacchi.
 
Il cosiddetto ‘Stato Islamico in Iraq e in Siria’ ha rivendicato rapidamente la responsabilità per l’attacco ed i media occidentali hanno  iniziato alimentando paure che l’organizzazione terroristica si sia ora diffusa anche in Asia sud-orientale.
 
G.I. jihadisti: Laddove la politica estera americana è nei guai, ISIS è lì…
 
Un modello sta iniziando a svilupparsi. Ovunque gli Stati Uniti vogliono collocare il loro Esercito, l’ ISIS si presenta e convenientemente lo giustifica. E ogni volta che gli Stati Uniti stanno avendo un problema nel convincere un governo straniero a fare ciò che Washington desidera, l’ISIS si materializza all’improvviso con le sue minacce.
 
In realtà, praticamente ovunque  la politica estera statunitense si trova in difficoltà, L’ISIS  appare e, analogamente, il terrorismo di stato sembra mostrarsi e risolvere il problema. La stessa ISIS è una creazione di Stati Uniti e dei suoi alleati europei e mediorientali. La nostra stessa “Defense Intelligence Agency” (DIA) tanto più lo ha ammesso in un rapporto dove ha scritto:
“…..se si sbroglia la situazione esiste la possibilità di stabilire un principato proclamato o non proclamato dai salafiti nella Siria Orientale (Hasaka y Der Zor), e questo è esattamente quello che richiede un potere di appoggio (“supportig powers”) alla mancanza di opposizione, con il fine di isolare il regime siriano, che si considera una profondità strategica dell’espansione sciita (Iraq ed Iran) …..”
Bisogna soltanto chiarire cosa si intende per questi “poteri di appoggio” (“supporting powers”) che perseguono la creazione di un principato (stato) salafita. Spiega l’informativa della DIA:
 
“L’Occidente, i paesi del Golfo e la Turchia appoggiano l’opposizione; mentre la Russia, la Cina e l’Iran appoggiano il regime (di Assad)….”
Quando l’Agenzia di intelligence della Difesa (DIA) degli USA scrive che gli USA perseguivano la creazione di un “Principato salafita”, che corrisponde alla definizione letterale dello “Stato Islamico”, nella Siria Orientale, precisamente dove adesso si è stabilito l’ISIS, risulta chiaro che questo è un nemico dell’Occidente soltanto di nome e per distrarre dal fatto che questa abominevole organizzazione terroristica è il realtà uno degli strumenti geopolitici più potenti e di ampia portata dell’Occidente.
 
L’ISIS è un nuovo inizio della Al Qaeda che gli Stati Uniti ed i loro alleati sauditi crearono per la prima volta – intenzionalmente – per scatenare una guerra di potere contro l’Unione Sovietica in Afghanistan nella decada del 1980.
Invece di intraprendere una guerra contro l’URSS, gli USA utilizzarono allora Al Quaeda, adesso gli Stati Uniti hanno scatenato una guerra sempre più globale contro la Siria, l’Iraq, la Libia, l’Afghanistan ed adesso chiaramente stanno attuando contro molta parte dell’Asia Sud-Orientale mediante l’ISIS ovvero con una organizzazione terrorista similare patrocinata dallo Stato.
 
Quale altra spiegazione potrebbe esistere?
Ci si aspetta che il mondo creda alla “narrazione” secondo la quale il denominato “Stato Islamico”, quello che presumibilmente sta combattendo tanto contro il governo dell’ Iraq ed quello della Siria, contro Hezbollah del Libano, contro l’Iran, come contro il potere aereo russo, sia una organizzazione apparentemente finanziata ed armata da nessuno.
Inoltre ci si aspetta che tutti credano che l’ISIS stia anche combattendo contro migliaia di “ribelli moderati”, che gli Stati Uniti ed i loro alleati pretendono di aver armato, finanziato e addestrato con varie migliaia di milioni di dollari. Non soltanto si combatte contro questi moderati sostenuti da una coalizione multinazionale multimilionaria, ma la loro lotta sarebbe anche stata vittoriosa. Tuttavia non è finita lì. Si spera anche che si possa credere che l’ISIS stia resistendo alla forza combinata di Stati Uniti, Francia, Germania, Regno Unito , Turchia, Arabia Saudita, Qatar e Giordania.
 
Per ultimo , siamo tenuti a credere non solo a tutto quello che l’ISIS è diventata, indipendentemente dal supporto e dall’espansione delle operazioni in Afghanistan e Libia, ma anche che l’ISIS disponga ora di tempi supplementari, denari, risorse e orientamento per attaccare l’Indonesia e la via per il sud-est asiatico.
Alcuni Stati, fra le nazioni della terra, possiedono la capacità di fare quello che si è affermato che l’ISIS stia facendo, in tutto il mondo lo sta facendo e sembra lo stia facendo con un certo grado di successo. Tra le poche nazioni, soltanto ne esiste una che si beneficia delle attività dell’ISIS. Sono gli Stati Uniti.
 
Perchè gli Stati Uniti utilizzano l’ISIS e gli altri gruppi terroristi e per quali fini?
Fu solo nel mese di agosto dello scorso anno che un gruppo terroristico congiunto US-turco, i ‘Lupi grigi’, sono stati implicati in un attentato in Thailandia, nel sud-est asiatico. L’Esplosione della bomba ha ucciso 20 persone e mutilato molti altri in un attacco che ha ucciso per lo più turisti cinesi. L’attacco era parte di una più ampia campagna di terrore sostenuta dagli Stati Uniti e la Turchia nella regione cinese di Xinjiang occidentale dove i terroristi Turkic Uyghur hanno portato avanti attacchi per anni.
 
Il sostegno degli USA a i Lupi Grigi turchi è stato dietro un addestramento e forniture di armi ai terroristi in Cina nel corso di anni, e più di recente hanno svolto un ruolo di contrabbando e di infiltrazione di combatenti del Uyghur della Cina, attraverso l’Asia sud Orientale- incluso attraverso la Tailandia – ed a partire dalla Siria per combattere nella guerra di potere dell’Occidente in quella regione.
Uccidere i turisti cinesi in Thailandia mirava a minare i recenti e crescenti legami tra Bangkok e Pechino. La Thailandia ha recentemente cercato una più stretta cooperazione militare ed economica con la Cina mentre va lentamente allontanandosi da un Occidente sempre più intrigante. Bangkok aveva cercato di acquistare armi cinesi, tra cui molti sottomarini. Possiede già navi da guerra prodotte in Cina e veicoli corazzati, e fine dello scorso anno condotto le sue prime esercitazioni militari congiunte Thailandesi -cinesi aereonavali.
Economicamente la Tailandia ha lavorato con la Cina verso un accordo per la realizzazione di una infrastruttura ferroviaria per collegare Tailandia verso altre regioni incluso la stessa Cina.
 
Quando gli Stati Uniti hanno fatto ripetutamente pressioni su Bagkok per unirsi alle loro provocazioni nel mar dellla Cina meridionale a Bejing, Bagkok ha insistito in forma reiterato nel voler rimanere neutrale.
Il bombardamento avvenuto nel mese di agosto da parte di un’organizzazione terroristica che si trovava fuori dell’ambasciata statunitense ad Ankara, durante la guerra fredda, era un avvertimento a Bangkok che se questa ostacola piuttosto che ci aiutare il ‘primato’ in Asia, ne soffrirà destabilizzazione.
 
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Supporters dell’ISIS in Indonesia
 
L’ISIS colpisce l’Indonesia per i suoi “Sins”
 
L’ Indonesia è similarmente ‘colpevole’ di molti degli stessi ‘peccati’ . Jakarta, mentre occasionalmente ha sfidato la Cina in forma retorica, ripetutamente ha evitato di farsi coinvolgere troppo profondamente nelle provocazioni dell’ America nel mare della Cina meridionale. Inoltre, Jakarta, come Bangkok, ha cercato di costruire maggiori legami economici con Pechino. Questo include un accordo che vedrà la Cina a costruire una rete ferroviaria ad alta velocità in tutto il paese. (…………….)
Il progetto di una imponente infrastruttura accrescerà sia in Cina che in Indonesia per decenni a venire. Con le opportunità economiche, il trasporto di massa porta avanti una nazione, opportunità per Washington per utilizzare le disparità socio-economiche, come uno strumento per dividere e avere la meglio sulle nazioni come l’Indonesia,   come  occultamente questa ed altre potenze occidentali hanno fatto in passato . Inoltre, il fatto che la Cina sta costruendo tali progetti in Thailandia e Indonesia, porterà solo ad una maggiore legami tra Beijing ed il resto del Sud Est asiatico, una regione che si trova in procinto di crescere e migliorare le proprie infrastrutture.
 
Con poche alternative interessanti da offrire all’ Asia sud-orientale, negli Stati Uniti sembra che siano partiti dall’offerta di ‘carote’ ed adesso, non disponendo di altro, hanno fatto invece sempre più ricorso al ‘bastone’. Tuttavia, piuttosto di brandire quel bastone stesso, hanno consegnato l’incarico al “Principato salafita” e devo ammettere che hanno cospirato come avvenuto in Siria orientale per creare la sommossa con i loro alleati nel 2012.
 
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Accerchiamento degli USA alla Cina
 
Per il reato di volersi spostare ulteriormente fuori da sotto di quello che gli Stati Uniti definiscono il loro ‘primato sopra l’Asia’, l’Indonesia è stata attaccata e ora ha la minaccia di ISIS che ancora si trova sospesa sopra la sua testa, se questa continua a forgiare legami più forti con Pechino. Thailandia e Indonesia non sono le sole.
Gli Stati Uniti hanno apertamente dichiarato e firmato documenti normativi, datati e programmatici, per cui ritengono di creare un fronte unitario di sud-est asiatico per contrastare e controllare la Cina, che è l’unico modo per circondare, contenere e alla fine minare e distruggere l’attuale ordine politico a Pechino.
 
A tal fine, gli Stati Uniti hanno formulato una serie di opzioni che vanno dal sostegno interno alla sovversione politica finanziata dal Dipartimento di Stato americano attraverso fronti politici e organizzazioni non governative, a una crescente dipendenza sul terrorismo, per costringere il sud-est asiatico ad allontanarsi da Pechino mentre cercano di dividere e interrompere il futuro geopolitico dell’Asia sud-orientale.
 
Gli Stati Uniti e i loro alleati potrebbero in qualsiasi giorno esporre e tagliare le linee di rifornimento ISIS’ che conducono dalle loro varie filiali e fronti intorno al mondo, dietro l’Arabia Saudita, il Qatar, la Turchia e gli altri stati sponsor.
Invece di fare questo, gli Stati Uniti proteggono e coprono questa vasta, globale stato-sponsorizzazione del  terrorismo. Come tale, quando ‘ISIS attacca,’ è davvero un’estensione della politica estera statunitense e non semplicemente ISIS da solo che sta commettendo questa violenza, né L’ISIS dispone di un proprio programma che attua da solo.
 
Più ironicamente  di tutto forse è la possibilità che, a causa della diminuita credibilità dell’America in tutto il mondo e la sua minore influenza in Asia, la sua complicità nella violenza in corso contro i governi e popoli del sud-est asiatico può – invece di creare un fronte unitario contro la Cina – finire per creare un fronte unitario spostando la forma di influenza di Washington della regione. In molti modi questo processo  è già in corso, e l’attacco di giovedì a Jakarta può solo servire ad accelerare questo processo.
 
Traduzione: Luciano Lago