Governo in visita in Arabia Saudita. La missione finisce in rissa per i Rolex in regalo

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Governo in visita in Arabia Saudita. La missione finisce in rissa per i Rolex in regalo

Durante la trasferta a Ryad dello scorso novembre, i delegati italiani si sono accapigliati per dei cronografi da migliaia di euro, un omaggio dei sovrani sauditi. Per questo la delegazione del premier li ha sequestrati. Nota di Palazzo Chigi: “Sono nella nostra disponibilità”

di  | 8 gennaio 2016

Parapiglia tra dirigenti del governo in viaggio con Matteo Renziper i Rolex elargiti dagli amici di Ryad. Questo racconto, descritto da testimoni oculari, proviene dall’Arabia Saudita. È una grossa figuraccia internazionale per l’Italia. È ormai la notte tra domenica 8 e lunedì 9 novembre. Il palazzo reale di Ryad è una fonte di luce che illumina la Capitale saudita ficcata nel deserto. La delegazione italiana, che accompagna Matteo Renzi in visita ai signori del petrolio, è sfiancata dal fuso orario e dal tasso d’umidità. La comitiva di governo è nei corridoi immensi con piante e tende vistose, atmosfera ovattata, marmi e dipinti. Gli italiani vanno a dormire. Così il cerimoniale di Palazzo Chigi, depositario degli elenchi e dei protocolli di una trasferta di Stato, prima del riposo tenta di alleviare le fatiche con l’inusuale distribuzione dei regali. Quelli che gli oltre 50 ospiti di Roma – ci sono anche i vertici di alcune aziende statali (Finmeccanica) e private (Salini Impregilo) – hanno adocchiato sui banchetti del salone per la cena con la famiglia al trono: deliziose confezioni col fiocco, cognome scritto in italiano e pure in arabo.

Gli illustri dipendenti profanano la direttiva di Mario Monti: gli impiegati pubblici di qualsiasi grado devono rifiutare gli omaggiche superano il valore di 150 euro oppure consegnarli subito agli uffici di competenza. Qui non si tratta di centinaia, ma di migliaia di euro. Perché i sovrani sauditi preparano per gli italiani dei pacchetti con orologi preziosi: avveniristici cronografi prodotti a Dubai, con il prezzo che oscilla dai 3.000 ai 4.000 euro e Rolex robusti, per polsi atletici, che sforano decine di migliaia di euro, almeno un paio. A Renzi sarà recapitato anche un cassettone imballato, trascinato con il carrello dagli inservienti. Il cerimoniale sta per conferire i regali. Il momento è di gioia. Ma un furbastro lo rovina. Desidera il Rolex. Scambia la sua scatoletta con il pacchiano cronografo con quella dell’ambito orologio svizzero e provoca un diverbio che rimbomba nella residenza di re Salman. Tutti reclamano il Rolex. Per sedare la rissa interviene la scorta di Renzi: sequestra gli orologi e li custodisce fino al ritorno a Roma.

La compagine diplomatica, guidata dall’ambasciatore Armando Varricchio, inorridisce di fronte a una scena da mercato di provincia per il chiasso che interrompe il sonno dei sauditi. Anche perché i generosi arabi sono disposti a reperire presto altri Rolex pur di calmare gli italiani. Non sarà un pezzo d’oro a sfaldare i rapporti tra Ryad e Roma: ballano miliardi di euro di appalti, mica affinità morali. Nonostante le decapitazioni di Capodanno, tra cui quella dell’imam sciita che scatena la furia dell’Iran, per gli italiani Ryad resta una meta esotica per laute commesse. E che sarà mai una vagonata di Rolex? Il guaio è che degli orologi, almeno durante le vacanze natalizie, non c’era più traccia a Palazzo Chigi. Non c’erano nella stanza dei regali al terzo piano. Chi avrà infranto la regola Monti e chi l’avrà rispettata? E Renzi ce l’ha o non ce l’ha, il Rolex? La dottoressa Ilva Sapora, la padrona del cerimoniale di Palazzo Chigi, non rammenta il contenuto dei doni. Ha la febbre e poca forza per rovistare nella memoria. Varricchio ascolta le domande e la ricostruzione dei fatti di Ryad: annuisce, non replica.

Varricchio è il consigliere per l’estero di Renzi, nonché il prossimo ambasciatore italiano a Washington. Allora merita un secondo contatto al telefono. Non svela il destino del Rolex che ha ricevuto, ma si dimostra comprensivo: “I cittadini devono sapere. Queste vicende meritano la massima attenzione. Le arriverà una nota di Palazzo Chigi. Che la voce sia univoca”. Ecco la voce del governo, che non smentisce niente, che non assolve la Sapora, ma precisa i ruoli: “I doni di rappresentanza ricevuti dalla delegazione istituzionale italiana, in occasione della recente visita italiana in Arabia Saudita, sono nella disponibilità della Presidenza del Consiglio, secondo quello che prevedono le norme. Come sempre avviene in questi casi, dello scambio dei doni se ne occupa il personale della presidenza del Consiglio e non le cariche istituzionali”. Il racconto non finisce. Cos’è accaduto dopo la notte di Ryad? Chi non voleva restituire o non ha ancora restituito i Rolex?

Da il Fatto Quotidiano di venerdì 8 gennaio 2016

di  | 8 gennaio 2016

Follia di Stato: permesso premio a Giovanni Brusca, il pentito che sciolse un bambino nell’acido

Redazione  Il 08 Gennaio, 2016

Giovanni Brusca

Giovanni Brusca, uomo simbolo di Cosa Nostra oggi pentito, il mafioso che sciolse il piccolo Giuseppe Di Matteo nell’acido, ha ricevuto un permesso premio dallo Stato per trascorrere le feste natalizie in famiglia.

Giovanni Brusca in permesso premio. No, non è uno scherzo, ma l’ennesima follia di uno Stato senza più regole. Come riporta l’Agi, l’ex boss “ha trascorso le festività di fine anno in permesso premio, fuori dal carcere romano di Rebibbia”.

“Il collaboratore di giustizia, reo confesso di centinaia di omicidi, tra cui quello del piccolo Giuseppe Di Matteo, avvenuto venti anni fa, aveva goduto di permessi regolari fino al settembre 2010, ma un’inchiesta della Procura di Palermo aveva portato alla sospensione del “trattamento premiale” in suo favore”, si legge ancora nella nota Agi.

Giuseppe Di Matteo in una foto scattata dai rapitori durante la prigionia

I carabinieri, infatti, scoprirono che – durante i permessi – l’ex capo del mandamento di San Giuseppe Jato (Palermo), fedelissimo di Totò Riina, curava i suoi affari personali e gestiva i suoi beni attraverso una rete di prestanome. Le risultanze processuali scaturite da quell’inchiesta hanno portato, però, all’assoluzione di Brusca, le cui accuse sono state derubricate “da estorsione in tentativo di violenza privata”.

Totò Riina

Insomma, dopo aver partecipato direttamente alla strage di Capaci, aver sciolto un bambino nell’acido, essersi pentito e da pentito aver continuato a fare il mafioso, oggi Giovanni Brusca gode ancora di permessi premio, “con una media di cinque giorni al mese trascorsi fuori dal carcere. Per le festività di fine anno, come di consueto, Brusca ha goduto del permesso in formale stato di libertà, ma sotto la scorta del Gom, il Gruppo operativo mobile della polizia penitenziaria: è stato cioè comunque sorvegliato”.

Arresto di Giovanni Brusca

Ma le follie di Stato non finiscono qui, perché “Brusca, dopo quasi 20 anni di carcere, ha da tempo i requisiti per essere ammesso alla detenzione fuori dal carcere, come il fratello Enzo Salvatore, che la ha avuta già nel 2003, e in ogni caso, poiché è stato condannato a una pena complessiva di 30 anni, potrà ottenere la liberazione definitiva al più entro il 2020”.

E poi qualcuno ha anche il coraggio di dipingere l’Italia come un Belpaese.

LA MORTE DI GHEDDAFI? ECCO LE MAIL SEGRETE: PENSAVI FORSE CHE FRANCIA E USA VOLESSERO ESPORTARE LA DEMOCRAZIA?

http://www.grandecocomero.com/la-morte-di-gheddafi-ecco-le-mail-segrete-pensavi-forse-che-francia-e-usa-volessero-esportare-la-democrazia/

Le mail segrete sulla morte di Gheddafi
Il 31 dicembre scorso, su ordine di un tribunale, sono state pubblicate 3000 email tratte dalla corrispondenza personale di Hillary Clinton: spuntano i report su Gheddafi

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Il 31 dicembre scorso, su ordine di un tribunale, sono state pubblicate 3000 email tratte dalla corrispondenza personale di Hillary Clinton, transitate sui suoi server di posta privati anziché quelli istituzionali, mentre era Segretario di Stato.

Da queste mail emergerebbero alcuni particolari sulla fine di Gheddafi. A rivelare il contenuto delle mail è il blog Scenari Economici.

Ecco qui il sunto di quelle mail: “La Francia ha chiari interessi economici in gioco nell’attacco alla Libia. Il governo francese ha organizzato le fazioni anti-Gheddafi alimentando inizialmente i capi golpisti con armi, denaro, addestratori delle milizie (anche sospette di legami con Al-Qaeda), intelligence e forze speciali al suolo”. Le motivazioni dell’azione di Sarkozy sono soprattutto economiche e geopolitiche, che il funzionario USA riassume in 5 punti:

terza guerra

“Il desiderio di Sarkozy di ottenere una quota maggiore della produzione di petrolio della Libia (a danno dell’Italia, NdR), aumentare l’influenza della Francia in Nord Africa, migliorare la posizione politica interna di Sarkozy, dare ai militari francesi un’opportunità per riasserire la sua posizione di potenza mondiale Rispondere alla preoccupazione dei suoi consiglieri circa i piani di Gheddafi per soppiantare la Francia come potenza dominante nell’Africa Francofona”.

Ma la stessa mail illustra un altro pezzo dello scenario dietro all’attacco franco-inglese, se possibile ancora più stupefacente, anche se alcune notizie in merito circolarono già all’epoca.

La motivazione principale dell’attacco militare francese fu il progetto di Gheddafi di soppiantare il Franco francese africano (CFA) con una nuova valuta pan africana.

In sintesi Blumenthal dice: “Le grosse riserve d’oro e argento di Gheddafi, stimate in 143 tonnellate d’oro e una quantità simile di argento, pongono una seria minaccia al Franco francese CFA, la principale valuta africana. L’oro accumulato dalla Libia doveva essere usato per stabilire una valuta pan-africana basata sul dinaro d’oro libico. Questo piano doveva dare ai paesi dell’Africa Francofona un’alternativa al franco francese CFA. La preoccupazione principale da parte francese è che la Libia porti il Nord Africa all’indipendenza economica con la nuova valuta pan-africana. L’intelligence francese scoprì un piano libico per competere col franco CFA subito dopo l’inizio della ribellione, spingendo Sarkozy a entrare in guerra direttamente e bloccare Gheddafi con l’azione militare”.

FONTE: 

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/mail-segrete-sulla-morte-gheddafi-1211662.html?utm_source=Facebook&utm_medium=Link&utm_content=Le+mail+segrete+sulla+morte+di+Gheddafi+-+IlGiornale.it&utm_campaign=Facebook+Interna

Stefano Esposito: “Quelle canne sotto il palco di David Bowie”

Stefano Esposito: “Quelle canne sotto il palco di David Bowie”
gennaio 11 2016
di Moreno D’Angelo

La morte di David Bowie diventa anche un momento per parlare di liberalizzazione delle droghe leggere. Stefano Esposito, senatore del Partito Democratico, non  nasconde la sua idea sulla marijuana, partendo proprio da un ricordo che lo lega al Duca bianco .

Nel corso di “ECG Regione”, la trasmissione condotta da Roberto Arduini e Andrea Ciancio, per radio “Cusano Campus” , emittente dell’università degli studi “Niccolò Cusano”, Stefano Esposito torna indietro nel tempo, alla sua gioventù: «Che ricordi ho di David Bowie? Uno splendido concerto di tantissimi anni fa a Torino». E racconta il senatore: «C’erano tante canne che giravano e qualcuna l’ho fatta anche io». Poi confessa: «Ma non solo a quel concerto per la verità».

Quindi Esposito agli intervistatori espone le sue idee sulla liberalizzazione delle droghe leggere: «Sono un fautore della liberalizzazione. Spero che prima o poi ci si arrivi. La marijuana pare che sia una straordinaria cura preventiva per il cancro»

ZAD di Notre-Dame-des-landes: in 20’000 per dire NO al mega-aeroporto

post — 11 gennaio 2016 at 18:19

zad1Da infoaut.org – Ieri, sabato 9 gennaio, 20 000 persone sono scese per le strade di Nantes con l’obiettivo di impedire l’espulsione della ZAD e l’inizio dei lavori del mega-aeroporto di Notre-Dame-Des-Landes. Inoltre diversi altri presidi di solidarietà si sono tenuti a Parigi, Bordeaux, Tolosa, Marsiglia, Strasbourgo, Albi, Rennes, Lille e Chambéry. Una partecipazione straordinaria e al di là delle attese: da tutta la Francia contadini arrabbiati, occupanti e solidali hanno lanciato un messaggio chiaro a Hollande sull’eventualità di rilanciare le procedure di sgombero e insistere con un progetto costoso quanto inutile e devastante per l’ambiente.

Alla fine della manifestazione di Nantes, verso le 16, un pezzo del movimento ha deciso di restare sulla tangenziale sud della città e bloccarla. Una settantina di trattori sono stati legati tra di loro con delle catene e i manifestanti hanno annunciato di volere restare lì finché il presidente della repubblica non avesse preso un impegno chiaro sullo stop alla procedura giudiziaria in vista dello sgombero degli abitanti e dei contadini della zona.

La reazione della polizia non si è fatta attendere. Nella serata una centinaia di CRS sono intervenuti con idrante e carro attrezzi. Verso mezzanotte i manifestanti hanno dovuto partire sotto una pioggia di gas lacrimogeni, riuscendo comunque a tornare in corteo fino alla ZAD.

Segue l’appello alla manifestazione di ieri:

“9 gennaio – perchè bisogna venire?

– Perché la data di mobilitazione è stata anticipata al 9 gennaio ?

Avevamo annunciato inizialmente una grande mobilitazione per il 16 gennaio senza sapere se Vinci (l’azienda in carica di costruire l’aeroporto) e il governo avrebbe avuto l’indegna audacia di rilanciare una procedura giudiziaria per l’espulsione immediata degli abitanti e dei contadini della ZAD in pieno mese di gennaio.

Invece dal 30 novembre sappiamo che erano di nuovo convocati al tribunale il 13 gennaio. Abbiamo deciso di anticipare in extremis il corteo al 9 gennaio e di raddoppiare la determinazione.

-Perché è cruciale partecipare a questa mobilitazione?

Il processo del 13 gennaio è un attacco senza precedenti agli abitanti e contadini resistenti della ZAD. Un attacco dello stesso livello di quella di autunno 2012 [1], anche se questa volta non è sotto forma di intervento della polizia, almeno non per ora. Ago-Vinci vuole obbligare gli abitanti/e a partire minacciandoli di sgombero immediato, di sequestro dei loro beni e del loro bestiame, e chiedendo che siano condannati a pagare multe giornaliere esorbitanti.

Non lasceremo lo stato sgomberare anche solo una parte di noi e non lasceremo che pesi una tale minaccia sull’insieme degli abitanti della zona. Il nostro obiettivo è l’abbandono del progetto, ma la nostra forza collettiva deve riuscire a strappare allo Stato l’impegno di rinunciare allo sgombero immediata finché tutti i ricorsi non saranno arrivati a termine. Questo è l’obiettivo del corteo del 9 gennaio, e seguiranno altre manifestazione se non basterà. Sappiamo che c’è poco  tempo ma chiamiamo tutte e tutti, anche lontani, a fare il possibile per venire numerosi a Nantes quel giorno.

[1] Quando la polizia francese ha fatto il più importante tentativo di sgombero della zona occupata.

È SCOCCATA L’ORA DEI GUFI – DALLA BICICLETTA DI SHINZO ABE AI TROPPI CRONOGRAFI DI LUSSO

http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/scoccata-ora-gufi-bicicletta-shinzo-abe-troppi-116367.htm

dago10 GEN 2016 12:32

SECONDO IL ”FATTO”, RENZI NON NASCONDE SOLO I ROLEX REGALATI DAGLI ARABI AGLI AFFAMATI MEMBRI DELLA DELEGAZIONE ITALIANA, MA ALTRI REGALI DI LEADER ESTERI CHE NON AVREBBE POTUTO TENERE

La legge impone di conferire a un ”magazzino” di Palazzo Chigi tutti i regali ricevuti superiori ai 150 euro, senza deroghe. Ma il premier ha una passione per gli orologi da 10mila euro e più che non si accorda molto con il suo stipendio, non altissimo, da sindaco e poi premier…

Carlo Tecce per ”il Fatto Quotidiano’

I Rolex degli amici sauditi per gli italiani in trasferta, la bicicletta degli alleati giapponesi per Matteo Renzi. In questa vicenda dei regali di Palazzo Chigi manca la precisione. E non per penuria di orologi.

RENZI OROLOGIO

RENZI OROLOGIO

Anzi, i cronografi sono fin troppi. E molto nascosti, un po’ sperduti, tra risse notturne nel palazzo reale di Ryad – fra la delegazione di Roma per ghermire la scatoletta con il congegno svizzero – e gli stessi orologi preziosi che Renzi sfoggia dai primi mesi di domicilio a Palazzo Chigi: un paio di Rolex, di sicuro un Daytona, un vistoso Audemars Piguet. Li ha comprati di recente? Li ha ricevuti dai capi di governo stranieri? Più che la precisione, allora, occorre la trasparenza. Renzi tace sui doni di Stato.

Il contesto.

Direttive di Mario Monti (2012) e legge ispirata da Filippo Patroni Griffi (2013): i dipendenti pubblici, e dunque pure dirigenti e funzionari di Palazzo Chigi protagonisti della baruffa in Arabia Saudita, devono rifiutare omaggi di valore superiore ai 150 euro.

Decreto di Romano Prodi (2007): per i ministri e i familiari, il limite è fissato a 300 euro. Non esistono deroghe: il bottino raccolto in giro per il mondo va custodito in uno stanzone di Palazzo Chigi e poi sfruttato per iniziative benefiche.

RENZI ROLEX ARABIA

RENZI ROLEX ARABIA

Così ha agito il professore di Bologna. Non c’ è bisogno di stimare la due ruote Shimano di Shinzo Abe al collega Renzi (giugno 2014): si tratta di un dono che sfonda il tetto dei 300 euro. Episodio isolato oppure rodata consuetudine? Palazzo Chigi non ha risposto ai dubbi, suffragati da diverse fonti, su almeno tre orologi indossati da Renzi durante il mandato a Roma.

Capitolo Ryad: il governo non ha smentito le ricostruzioni del Fatto Quotidiano, ma ha soltanto precisato che “i doni dei sauditi sono nella disponibilità della Presidenza del Consiglio”.

RENZI ROLEX ARABIARENZI ROLEX ARABIA

A Ryad c’ erano una cinquantina di italiani in missione d’ affari, collaboratori di Renzi, vertici di aziende, dirigenti di Chigi, uomini della sicurezza: chi non ha restituito subito i Rolex, chi l’ ha dimenticato nel forziere di casa? Niente è ben definito.

Il collezionista.

Stazione Leopolda, 27 ottobre 2013. Renzi è il sindaco di Firenze.

Non è ancora segretario dem, lo diventerà a dicembre. Non è ancora primo ministro, lo sarà a febbraio. È scanzonato. Irriverente. Rottamatore. Ha la camicia bianca con le maniche rimboccate e un modesto Swatch di colore viola (Fiorentina). Plastica. Stazione Leopolda, 26 ottobre 2014. Renzi è tutto. Capo di governo e di partito. Di viola, c’ è la cravatta. Al polso, una gabbia d’ acciaio. Simone Bruni, esperto di orologi e direttore de La Clessidra, intervistato da Un Giorno da Pecora, descrive il modello. È un Audemars Piguet Royal Oak.

renzi audemars piguet

RENZI AUDEMARS PIGUET

Aggiunge: “Se autentico, costa 15.000 euro”. I cronisti spulciano l’ agenda estera di Renzi: a settembre ha trascorso quasi una settimana negli Stati Uniti, il 17 ottobre ha incrociato Vladimir Putin, appassionato di cronografi, all’ incontro Asia-Europa di Milano. Indiscrezioni: è un regalo dei russi. Anche in questi giorni, la confidenza è insistente. Ma già nell’ ottobre del 2014, il sito del Fatto ha formulato la domanda all’ ufficio stampa di Palazzo Chigi. La replica sfugge alle riforme: assoluto silenzio.

D Alema regala a Renzi la maglietta di Totti

D ALEMA REGALA A RENZI LA MAGLIETTA DI TOTTI

L’ esordio. La prima volta di Matteo è con Massimo D’ Alema. Tempio di Adriano a Roma, 18 marzo 2014. In archivio non risultano altre immagini idilliache tra la strana coppia. D’ Alema presenta il suo libro, Renzi se stesso. Il fiorentino gesticola e fa roteare un Rolex Daytona, cassa massiccia, quadrante scuro. Non meno di 10.000 euro.

MATTEO RENZI ASCOLTA MASSIMO D ALEMA

Il repertorio fotografico su Renzi – di solito l’ iconografia è gestita in maniera esclusiva dall’ ex paparazzo Tiberio Barchielli e dall’ ex poliziotto Filippo Attili – non consente una lettura esatta del cronografo esibito alla Scala di Milano, lo scorso 7 dicembre. La data è fondamentale, successiva al viaggio di Ryad. E l’ orologio pare un Rolex con sfondo nero. Non sarà mica dei sauditi? Ogni sospetto è lecito. È sufficiente una scorsa rapida dei cronografi di Renzi in versione premier. Il fiorentino a Palazzo Chigi guadagna 114.000 euro lordi, circa la metà netti. Come è riuscito a comprarsi questi prodotti di lusso? Ha investito 6-9 mesi di stipendio in Rolex&c.?

Forse è scoccata l’ ora dei gufi. Soltanto Matteo può rispondere, guardando gli orologi che ha nei cassetti. Li ha acquistati oppure li ha ottenuti da russi o arabi?

МИРОПОРЯДОК. ДОКУМЕНТАЛЬНЫЙ ФИЛЬМ ВЛАДИМИРА СОЛОВЬЕВА

# EODE-TV/

 EODE-TV/ 2016 01 07/

https://vimeo.com/eodetv

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Миропорядок. Документальный фильм Владимира Соловьева

Géopolitique : L’ordre mondial (selon Poutine).

EODE-TV - Docu russe. L'ordre mondial (2016 01 07) RU

* Фильм Владимира Соловьёва на канале “Вести”

https://vimeo.com/151107780

Куда стремится мир? Что ждет всех нас? В каком будущем окажутся наши дети? В поисках ответа на эти вопросы авторы документального фильма “Миропорядок” обратились к самым влиятельным политикам, философам, режиссерам, финансистам всего мира. В центре внимания – интервью Владимира Соловьева, взятые у одного из главных действующих лиц современной мировой политики – президента России Владимира Путина.

“После пресс-конференции Владимир Владимирович Путин вернулся в свою резиденцию, где его ожидали мы. Наша группа уже несколько месяцев работала над фильмом о новом миропорядке, о том, куда стремится мир, о том, что ждет всех нас, в каком будущем окажутся наши дети, — рассказывает создатель фильма Владимир Соловьев. — Чтобы узнать ответы на эти вопросы, мы объездили много стран, беседовали с разными политическими лидерами. Но принципиально важным было получить возможность побеседовать с президентом России. Было несколько интервью – объемных, очень эмоциональных, непростых.

Непростых – потому что за три месяца, прошедших между началом проекта и моментом его завершения, произошло столько событий, сколько подчас не наберется и за 30 лет истории.

Посмотрите этот фильм, я думаю, вам будет интересно. Посмотрите этот фильм, потому что мы говорим о будущем. Посмотрите этот фильм, потому что люди, которых вы увидите, не каждый день появляются на экране. Посмотрите этот фильм. Вам будет о чем подумать”.

EODE-TV

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IRAN VS SAOUD (1) : YEMEN. L’AUTRE GUERRE DU PROCHE-ORIENT (LUC MICHEL SUR AFRIQUE MEDIA, LE DEBAT PANAFRICAIN, 27 DEC. 2015)

PCN-TV & AFRIQUE MEDIA/

Avec EODE-TV/ 2015 12 27/

GEOPOLITIQUE/ IRAN VS SAOUD (1) :

YEMEN. L’AUTRE GUERRE DU PROCHE-ORIENT

* Video sur https://vimeo.com/151359346

PCN-TV - IRAN VS SAOUD 1 yemen (2015 12 27) FR (1)

Le géopoliticien Luc MICHEL répond aux questions suivantes :

On parle beaucoup de la Syrie et jamais du Yemen, où s’affrontent Saoudiens et Iraniens. C’est pourtant selon votre expression « la seconde guerre du Proche-Orient ». Merci de nous en dresser les grandes lignes ?

Quel est le vrai rapport de forces ? Qui  s’oppose à la coalition saoudienne ?

Pour conclure, quelle réalité géopolitique se dessine-t-elle derrière la guerre au Yemen ?

Diffusé en direct sur AFRIQUE MEDIA TV

Dans l’émission LE DEBAT PANAFRICAIN

Du 27 décembre 2015

(Images brutes non montées filmées en duplex par EODE-TV)

PCN-TV - IRAN VS SAOUD 1 yemen (2015 12 27) FR (2)

# COMPRENDRE COMMENT LE YEMEN EN EST ARRIVE LA

LIRE mes analyses sur la descente aux enfers et l’implosion du Yemen suite au soi-disant « printemps arabe » :

* FOCUS / GEOPOLITIQUE / YEMEN : LE PROJET AMERICAIN DU « GRAND MOYEN-ORIENT » EN ACTION …

Sur http://www.elac-committees.org/2013/07/31/luc-michel-focus-geopolitique-yemen-le-projet-americain-du-%c2%ab-grand-moyen-orient-%c2%bb-en-action-%e2%80%a6/

PCN-TV - IRAN VS SAOUD 1 yemen (2015 12 27) FR (3)

* FOCUS / GEOPOLITIQUE / SCENARIO SOMALIEN POUR LE YEMEN ?

Sur http://www.elac-committees.org/2013/07/31/luc-michel-focus-geopolitique-scenario-somalien-pour-le-yemen/

* GEOPOLITIQUE/ LE YEMEN CONTINUE SA DESCENTE AUX ENFERS

http://www.eode.org/eode-geopolitique-le-yemen-continue-sa-descente-aux-enfers/

CARTES : de l’implosion du Yemen suite au soi-disant « printemps arabe » à la guerre d’agression de l’Arabie saoudite. La marche à la guerre civile, puis à la guerre d’agression, en trois cartes …

PCN-TV / PCN-SPO

https://vimeo.com/pcntv

L’ARROGANCE EGOISTE DE L’EUROPE GERMANO-ALLEMANDE, VERSION 2000 DE LA GRANDE-ALLEMAGNE, CONDUIT L’EUROPE VASSALISEE DE BRUXELLES A SA PERTE. VOICI LA PRESSE POLONAISE QUI SE DECHAINE !

Luc MICHEL pour PCN-INFO/ 2016 01 11/

Avec Bild – Wprost – wSieci/

https://www.facebook.com/Pcn.luc.Michel/

http://www.lucmichel.net/

 PIH - LM grande-allemagne (2016 01 11)  FR (1)

Berlin entend mettre au pas (de l’oie) le nouveau gouvernement conservateur et europhobe polonais. Déchaînant une vague de germanophobie, étroitement mêlée à une europhobie qui confond (non ans raisons) Berlin et Bruxelles, dans un pays qui n’a pas oublié l’invasion et l’occupation nazies de 1939-44, la Pologne étant annexée au Grand Reich comme « commissariat général ».

 J’avais analysé depuis Berlin cette dérive il y a déjà une année, en février 2015 …

 * VOIR sur EODE-TV :

# EODE-TV/LE GRAND JEU. AU CŒUR DE LA GEOPOLITIQUE MONDIALE: LA GRANDE-ALLEMAGNE DE RETOUR/PARTIE 1. UNE MENACE POUR L’EUROPE

sur https://vimeo.com/119400138

 PIH - LM grande-allemagne (2016 01 11)  FR (2)

Voici Merkel en Hitler, les eurocrates Juncker (Luxembourg), président de la Commission européenne, et le belgo-flamand Verhofstad, le président allemand du Parlement européen Schülz et les ministres allemands en généraux nazis préparant l’invasion de la Pologne. Le tout en couverture du grand magazine polonais Wprost et au moment où le ministre allemand des affaires étrangères Steinmeier est à Varsovie. « Ils veulent totalement contrôler la Pologne » titre Wprost !

Sur un autre magazine conservateur, wSieci, Merkel (assistée de Martin Schülz) participe avec l’impératrice Catherine II (russe mais née princesse allemande) au partage de la Pologne entre la Prusse, la Russie et l’empire austro-hongrois au XVIIIe siècle. La Pologne disparaissant de la carte de l’Europe jusqu’en 1918. « Complot contre la Pologne de la tsarine Catherine à Merkel » assène wSieci …

 PIH - LM grande-allemagne (2016 01 11)  FR (3)

Tout cela annonce la zone des tempêtes pour la soi-disant Europe-croupion de Bruxelles, passée sous domination allemande après la réémergence d’une Grande-Alllemagne ayant digéré l’Anschluss d’un état souverain jusqu’en 1989, reconnu à l’ONU, la DDR. Et devenue un monstre au cœur d’une Union Européenne déséquilibrée, marginalisant la France, jusque là l’alter-ego de Berlin.

LUC MICHEL / PCN-INFO

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http://www.lucmichel.net/