Gestione rifiuti Torino: considerazioni sulla proposta presentata da IREN

22 gennaio 2016 Gestione rifiuti Torino: considerazioni sulla proposta presentata da IREN

http://www.legambientepiemonte.it/comunicati-stampa/gestione-rifiuti-torino-considerazioni-sulla-proposta-presentata-da-iren/

Le Associazioni Ambientaliste: Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, Legambiente Metropolitano, Legambiente Aquilone, Legambiente Molecola, Pro Natura Torino, Carp, Italia Nostra e RifiutiZeroPiemonte condividono alcune considerazioni sul “Piano di gestione dei rifiuti per Torino” annunciato da un articolo comparso su “La Stampa” del 24 dicembre 2015 con una intervista al presidente IREN:

1) Vedono inevitabilmente un conflitto di interessi: IREN è proprietaria sia di AMIAT che di TRM, le Aziende che gestiscono: una la raccolta rifiuti e l’altra lo smaltimento nell’inceneritore del Gerbido.

E’ evidente che la remuneratività della gestione dei rifiuti è proporzionale alla quantità di essi. A Torino la Raccolta Differenziata non decolla: occorre nutrire l’inceneritore. Il Sindaci di Torino sono stati fautori della costruzione dell’inceneritore e hanno sottoscritto un contratto di servizio che garantisce utili dallo smaltimento in ogni caso sino al 2034.

Tutt’ora è in vigore la legge regionale 24/02 che vieta alla stessa Azienda di operare contemporaneamente su raccolta e smaltimento.

2) Evidenziano che la lettura del diritto europeo che emerge dall’articolo de “La Stampa” è fuorviante perché è vero che la direttiva 2008/98/CE in materia di rifiuti non detta percentuali di differenziata da raggiungere entro un certo termine, ma chiede un aumento percentuale di effettivamente recuperato e di effettivamente riciclato in termini di peso entro il 2020 (art. 11 par. 2 lett. a) e b)), inoltre l’art. 11 par. 1 vincola gli Stati membri ad istituire entro quest’anno la raccolta differenziata almeno per carta, metalli, plastica e vetro, che il progetto IREN – con la sola eccezione del vetro, raccoglierà in un unico contenitore stradale e saranno differenziate a valle della raccolta in un impianto da costruire entro il 2020 a Borgaro.

Oltre a tariffe sempre più salate per la raccolta rifiuti, i cittadini torinesi rischiano di doversi accollare le sanzioni europee per causa delle scelte proposte da IREN pur di “smaltire” all’inceneritore TRM come da contratto di servizio. Mentre tutta Europa va verso una differenziazione più spinta, Iren imbocca la direzione contraria. Una scelta antistorica, antieconomica e antiecologica.

3) Ribadiscono che l’avvio/estensione della raccolta differenziata è un investimento, non una spesa a perdere. Riducendo i rifiuti da smaltire si abbattono i costi di smaltimento e aumentano iricavi dalla vendita delle materie prime seconde (bilancio AMIAT 2012: + 5 milioni di euro). La raccolta differenziata al 42% (in regressione) è ferma da molti anni. Il Comune afferma di non disporre delle risorse economiche necessarie al rilancio perché “la raccolta differenziata costa”.L’Amministrazione comunale non può non rispettare il raggiungimento del 65% di raccolta differenziata al 31-12-2012 previsto dalla legge nazionale 152/06.

4) Sottolineano la necessità di impianti di “ulteriore recupero di materia”, situati a valle di obiettivi significativi quali – 15% come riduzione e 70% come Raccolta differenziata, senza trasformazione in combustibile solido secondario del residuo, inseriti in un piano di gestione che esprima le massime potenzialità che la gerarchia europea impone:

  • Prevenzione/riduzione (obiettivo riduzione della produzione rifiuti pro capite)
  • Raccolta differenziata porta/porta con servizio esteso a tutta la città;
  • Campagne per il riuso degli oggetti e materiali ed estensione della rete degli Ecocentri in tutta la città con modelli di funzionalità analoghi a quello di via Arbe.

Inoltre impegno amministrativo e politico verso l’obbiettivo “Rifiuti zero” ed “Economia Circolare”

5) Chiedono di adottare e adattare il sistema tariffario e di gestione dei rifiuti utilizzato dai consorzi Contarina, Chierese Servizi (74,1% di raccolta differenziata) e Consorzio Basso Novarese (65%), che come riconosciuto dalla DGR 21 dicembre 2015 n. 72-2682, forniscono le migliori performances.

6) Osservano che la raccolta della carta a Torino ha raggiunto livelli di eccellenza, Cartesio intercetta circa l’80% del prodotto immesso sul mercato. Ri-buttare carta nell’indifferenziato significa distruggere un valore educativo ed ambientale oltre a distruggere una operatività positiva economica e culturale. Questo è un rischio non accettabile.

Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta

Legambiente Metropolitano

Legambiente Aquilone

Legambiente Molecola

Italia Nostra

Pro Natura Torino

RifiutiZeroPiemonte RZP

Carp

NOTRIV sui blocchi a Gela degli operai Eni

di seguito un appello ricevuto dai compagni del Coordinamento No Triv (che abbiamo conosciuto a Susa e in Clarea) il comunicato del 21 Gennaio 2016 :

“APPELLO AI LAVORATORI IN LOTTA A GELA

che fa chiarezza sulle parole del sindacalista contenute nel seguente articolo del 20 genn 16 di Adnkronos :

“Gela, nuovi picchetti e blocchi stradali dei lavoratori Eni

http://www.adnkronos.com/soldi/economia/2016/01/20/gela-nuovi-picchetti-blocchi-stradali-dei-lavoratori-eni_y4TliHWm5XExa5kDXZ8oOO.html

Prosegue ad oltranza la protesta dei lavoratori dell’Eni e dell’indotto di Gela che ieri hanno paralizzato per tutto il giorno il traffico sulla Strada Statale 117 Catania-Gela con blocchi stradali, all’altezza del centro direzionale Enimed, ma anche sulla Strada statale Gela-Licata.

I presidi, organizzati dai sindacati confederali, dai lavoratori dell’indotto e dai dipendenti diretti del petrolchimico dell’Eni, proseguiranno anche oggi. Sono una delle forme della mobilitazione generale avviata per protestare contro la mancata attuazione del protocollo d’intesa sulla riconversione della raffineria, firmato nel novembre del 2014.

Il picchetto dei lavoratori è già sulla Strada Statale 117, per il secondo giorno consecutivo perché “vogliamo fare arrivare la nostra voce al premier Matteo Renzi”, dicono.

“A Gela è in corso una mobilitazione straordinaria contro lo svuotamento del protocollo d’intesa sottoscritto. I lavoratori hanno fermato tutti i 65 pozzi on shore ed è presumibile che la mobilitazione cresca nei prossimi giorni”, ha detto all’AdnKronos Emilio Miceli, segretario generale della Filctem Cgil. “Avevamo avvertito l’Eni dei rischi connessi a un rallentamento degli investimenti a Gela come nel resto del Paese – aggiunge Miceli – e che gli impegni presi con il suggello del presidente del Consiglio, arrivato di gran corsa a Gela, non venivano rispettati”. Per il leader nazionale della Filctem Cgil l’Eni “come abbiamo detto più volte sta dismettendo la sua presenza in Italia e il Governo non può assistere a un fatto così eccezionale senza dire parole chiare”.

e anche a quanto scritto:

19 genn 16 COMUNICATO STAMPA Fiom-Cgil/Ufficio Stampa

NoTriv La Corte costituzionale dice no al Governo

http://www.fiom-cgil.it/web/comunicazione/stampa-e-relazioni-esterne/2859-notriv-la-corte-costituzionale-dice-no-al-governo

Oggi la Corte costituzionale, dichiarando ammissibile anche solo uno dei sei referendum richiesti – quello contro i permessi e le concessioni a “vita” delle trivellazioni per la ricerca di giacimenti di gas e petrolio – ha detto no al tentativo del Governo di impedire che venisse soddisfatta la volontà di tante persone, associazioni, comitati e Consigli regionali che in questi mesi si sono battute per affermare la possibilità di una nuova idea di sviluppo, alternativa a quella che vuole l’utilizzo delle fonti fossili per soddisfare il fabbisogno energetico.

Per Maurizio Marcelli, responsabile nazionale Fiom per l’Ufficio Salute, Ambiente e Sicurezza, “l’impegno per ottenere lo svolgimento degli altri referendum deve continuare, ma la campagna per conquistare la vittoria a questo referendum deve iniziare da subito e la Fiom, come ha fatto nelle settimane passate, sarà con il movimento ‘NoTriv’ per conquistare il consenso a questa battaglia, che è anche quella di tanti lavoratori metalmeccanici.”

Sostenere il ‘no’ alle trivellazioni nel mare non vuol dire solo tutelare l’ambiente ma anche affermare che è possibile una nuova idea di sviluppo, fondata sulle energie rinnovabili che non modificano il clima e non determinano danni alla salute e in un contesto di vera democrazia, dove le istanze dei cittadini e delle persone non siano cancellate a favore degli interessi dei grandi gruppi finanziari.”

NellAppello si Fa riferimenhto anche a :

“ANNOTAZIONI SU PROTOCOLLO D’INTESA PER L’AREA DI GELA sottoscritto presso il MISE in data 6 Novembre 2014”

…..Con l’Intesa si risponde ad un problema drammaticamente reale in modo errato e contraddittorio.

Il dato reale su cui tutti dobbiamo ragionare con grande senso di responsabilità, è rappresentato dalla crisi della raffinazione in Sicilia e nell’intera Penisola.

Il settore registra in Italia un over capacity che l’ICC (International Chamber of Commerce) stima in 40 milioni di tonnellate, che equivalgono al prodotto di quasi 7 raffinerie messe assieme, e le cui cause profonde -mai abbastanza indagate- sono da ricercare negli eccessivi investimenti effettuati negli anni ’80 in nuova capacità di raffinazione (si ebbero perfino casi di nuovi impianti mai entrati in esercizio), nel cambiamento nella disponibilità dei greggi sui mercati internazionali e nella progressiva sostituzione dell’olio da parte del gas naturale nella generazione elettrica.

La concorrenza dei competitors del Far East e dei biocarburanti e la flessione della domanda, ingenerata dalla perdurante crisi economica, hanno fatto il resto….”

http://asud.net/annotazioni-su-protocollo-dintesa-per-larea-di-gela/   

NO TRIV

21 Gennaio 2016 APPELLO DEL COORDINAMENTO NO TRIV AI LAVORATORI IN LOTTA A GELA

Mentre a Gela è in corso una straordinaria e determinata mobilitazione operaia e popolare contro lo svuotamento del protocollo d’intesa sottoscritto da governo regionale, parti datoriali ed organizzazioni sindacali a novembre 2014, tutti si interrogano sui possibili sviluppi della lotta, che da tempo assume le caratteristiche di una battaglia per il destino di un’intera area della Sicilia.

I lavoratori hanno fermato tutti i 65 pozzi on shore; la  mobilitazione è destinata a crescere nei prossimi giorni”, ha detto Emilio Miceli, segretario generale della Filctem Cgil, aggiungendo che “avevamo avvertito l’Eni dei rischi connessi a un rallentamento degli investimenti a Gela come nel resto del Paese  e che gli impegni presi con il suggello del presidente del Consiglio, arrivato di gran corsa a Gela, non venivano rispettati”.

Per il leader nazionale della Filctem Cgil l’Eni “come abbiamo detto più volte, sta dismettendo la sua presenza in Italia e il Governo non può assistere a un fatto così eccezionale senza dire parole chiare”.

Un comunicato sulle ambiguità e contraddizioni del protocollo di Gela a firma del Coordinamento nazionale No Triv sez Sicilia di fine Novembre 2014 denunziava gli effetti concomitanti degli aspetti giuridici, economici, politici, di un bluff annunziato.

Come mai  i vertici nazionali e locali della stessa Fiom Cgil, oltre che della Filctem, delle rappresentanze di categoria di Cisl e Uil, si sono detti unanimemente entusiasti, siglando senza battere ciglio?

Eppure si sapeva di essere di fronte ad una crisi strutturale di settore, riguardante da una lato il calo della domanda, dall’altro (vedi allegato No Triv) l’eccedenza dei volumi di raffinazione.

Oggi che una violenta crisi complessiva di carattere politico/economico/militare sta sconvolgendo vecchi e consolidati assetti geopolitici, mettendo sotto gli occhi di tutti gli effetti speculativi e competitivi del ribasso del prezzo del barile a circa un quarto del prezzo stabilito ai tempi del protocollo di Gela, Eni svende, diversifica, elude. Crocetta e Renzi si tengono lontani dagli scenari dei conflitti sociali, mostrando in tal modo il vero grado di subordinazione alle scelte di Eni.

La recente decisione della Corte Costituzionale di dichiarare ammissibile la celebrazione del referendum No Triv crea una situazione nuova, che operai, popolazioni di Gela e siciliane, insieme con le parti più avvedute ed illuminate delle associazioni ambientaliste e sindacali locali e nazionali, auspichiamo sappiano cogliere al meglio, sapendo respingere i tentativi del governo Renzi di giustificare la crisi del settore della raffinazione ed il fallimento del protocollo del 2014 dando la colpa all’iniziativa No Triv, magari all’enciclica di papa Francesco ed alla COP 21 a Parigi, per costruire, insieme, una straordinaria vertenza  improntata alla richiesta di reddito ed occupazione legati alla transizione energetica, alle bonifiche ambientali, alla riqualificazione del rapporto tra agricoltura, pesca, turismo, archeologia.

Siamo d’accordo con  Maurizio Marcelli, responsabile nazionale Fiom per l’Ufficio Salute, Ambiente e Sicurezza, che in comunicato stampa afferma che “la campagna per conquistare la vittoria a questo referendum deve iniziare da subito e la Fiom, sarà con il movimento ‘NoTriv’ per conquistare il consenso a questa battaglia, che è anche quella di tanti lavoratori metalmeccanici” e che

“sostenere il ‘no’ alle trivellazioni nel mare non vuol dire solo tutelare l’ambiente, ma anche affermare che è possibile una nuova idea di sviluppo, fondata sulle energie rinnovabili che non modificano il clima e non determinano danni alla salute e in un contesto di vera democrazia, dove le istanze dei cittadini e delle persone non siano cancellate a favore degli interessi dei grandi gruppi finanziari”, ma oggi la non più rinviabile necessità di garantire reddito, salute, ambiente vivibile, servizi, dignità, ci chiama tutti a responsabilità epocali.

Se sapremo darci una mano saremo in grado di allontanare lo spettro della disoccupazione, dell’esilio, del ricatto del nuovo autoritarismo dei poteri centralizzati e separati e della mafia, contribuendo ad una nuova ed esaltante stagione di riscossa della democrazia e della solidarietà.

L’assessore Valmaggia risponde sul piano Iren per i rifiuti di Torino!

Incredibile! E’ una bufala, o peggio?

Ecco la risposta dell’assessore all’Ambiente della Regione Piemonte Alberto Valmaggia (ex sindaco di Cuneo, lista per Chiamparino) all’interrogazione fatta da Giorgio Bertola sull’incredibile piano Iren comparso sulla Stampa del 24 dicembre, con tanto di intervista di Profumo 

Non possiamo più meravigliarci di nulla!

Dal sito della Regione:

“Progetto Iren e pianificazione rifiuti urbani

L’assessore all’Ambiente Alberto Valmaggia ha risposto all’interrogazione n. 858 sulla compatibilità del progetto e degli obiettivi di Iren Spa per il Comune di Torino con la pianificazione regionale dei rifiuti urbani, presentata dal consigliere Giorgio Bertola (M5S)

“All’assessorato competente – ha sostenuto l’assessore – non è pervenuta nessuna proposta sull’argomento da parte di Iren o della Città di Torino, pertanto non si ritiene di poter esprimere alcuna valutazione”.

http://www.cr.piemonte.it/web/comunicati-stampa/comunicati-stampa-2016/409-gennaio-2016/4765-interrogazioni-discusse

Qui si può leggere l’Interrogazione a risposta immediata n. 858

“Compatibilita del progetto e degli obiettivi di Iren s.p.a. per il Comune di Torino con la pianificazione regionale dei Rifiuti urbani”

Presentata dal Consigliere regionale: Bertola Giorgio

Protocollo CR n. 46052 Pervenuta in data 29/12/2015

http://www.cr.piemonte.it/interint/servlet/documentExtractor

Comunicato Stampa del 19 genn 16 di Giorgio Bertola (M5S): 

“Progetto semplificazione raccolta differenziata a Torino e’ solo propaganda di Iren. Lo conferma anche Valmaggia

Il progetto di “semplificazione” della raccolta differenziata a Torino, con la sola separazione di vetro e organico, lanciato da IREN alla vigilia di Natale, è pura propaganda.

Uno spot bello e buono, ma anche ma anche l’invasione di campo di un’azienda che non dovrebbe avere voce in capitolo su scelte pianificatorie riservate alla pubblica amministrazione. 

L’inconsistenza di questo fantomatico “progetto” è stata confermata dallo stesso assessore all’ambiente della Regione Piemonte Alberto Valmaggia rispondendo ad una mia interrogazione illustrata oggi in Consiglio regionale.
“La proposta risulta essere stata formulata solamente nell’articolo di giornale (…) non è pervenuta alcuna proposta sull’argomento da parte di Iren Spa o della Città di Torino”
è quanto affermato dalla Giunta regionale in risposta al nostro question time.
Fin da subito avevamo espresso non pochi dubbi su questo “progetto”.

In primo luogo perché veniva presentato proprio da IREN, gestore dell’inceneritore.

Quali garanzie avrebbero avuto i cittadini sulla corretta differenziazione dei rifiuti minimizzando il residuo indifferenziato? Probabilmente nessuna”.
Giorgio Bertola, Capogruppo regionale M5S Piemonte

http://www.m5sp.it/comunicatistampa/2016/01/ambiente-bertola-m5s-progetto-semplificazione-raccolta-differenziata-a-torino-e-solo-propaganda-di-iren-lo-conferma-anche-valmaggia/

Video. Chomsky: Erdogan è un assassino a capo di un regime autoritario

Video. Chomsky: Erdogan è un assassino a capo di un regime autoritario
 

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è un assassino che è a capo di un regime autoritario, ha dichiarato il politologo statunitense, Noam Chomsky.

“La Turchia è un regime che si ostina con le sue politiche istituzionalizzate che si  potevano considerare orrende anche nel XIX secolo”, ha dichiarato Chomsky  in un’intervista alla catena televisiva del Qatar, Al-Jazeera.

Il politologo statunitense ha anche attaccato il governo turco per il massacro dei curdi sia all’interno che all’esterno dei territori della Turchia, accusando Erdogan di essere un assassino.
 
Inoltre, ha accusato il governo turco di lanciare una “guerra terrorista” contro la popolazione curda e ha respinto le accuse con cui Ankara cerca di giustificare l’uccisione dei curdi.
 
Allo stesso tempo, ha nuovamente accusato la Turchia di sostenere il gruppo terroristico ISIS, Daesh, in arabo, ed ha esortato le autorità turche a interrompere il sostegno e l’assistenza ai terroristi ed altri gruppi estremisti che combattono sul territorio siriano, con l’obiettivo di rovesciare il governo del presidente siriano Bashar al-Assad.
 
Chomsky  ha rinnovato le sue critiche contro il governo turco per la repressione ai danni giornalisti, per la limitazione dell’uso di Internet ed ha accusato di perseguitare i docenti universitari per aver firmato una petizione denunciando la campagna di Ankara contro il Partito dei Lavoratori del Kurdistan, PKK.
chomski

Fonte: Hispan.tv
Notizia del: 23/01/2016

L’Ucraina ha trasferito nel Donbass i mercenari polacchi

15:09 23.01.2016

Secondo il rappresentante della milizia del popolo della Repubblica di Lugansk, i mercenari si spostano su quattro veicoli con la scritta “sciacalli” e l’immagine di una zampa di lupo.

Il vice comandante dello stato maggiore delle milizie della Repubblica popolare di Donetsk Eduard Basurin, in precedenza, aveva detto ai giornalisti che a Mariupol, nella regione di Donetsk, era stata registrata la presenza di circa 150 “soldati” polacchi.

“Nella zona di Novoaydarsky è stato segnalato l’arrivo di almeno 40 mercenari polacchi, che si muovono su quattro vetture Toyota Tundra”, ha detto Yaschenko.

Egli ha raccontato che tutte le auto dei mercenari hanno segni caratteristici come la raffigurazione di una zampa di lupo e le parole “sciacalli”, e sulla divisa galloni composti da strisce bianche e rosse senza iscrizioni.

“Pertanto, sulla base del pieno sostegno dei protettori occidentali, Kiev non è intenzionata a risolvere il conflitto pacificamente, accusandoci di aver violato gli accordi di Minsk, così come delle aggiunte sull’immediato cessate il fuoco dalla mezzanotte del 14 gennaio,” ha detto Yaschenko.

Leggi tutto: http://it.sputniknews.com/mondo/20160123/1946253/ucraina-donbass-mercenari-polacchi.html#ixzz3yCDAGB6P