Lecce: Sfrattato con moglie e 2 figlie vive in auto da 4 mesi. Scrive al presidente Mattarella

È razzismo esigere che siano stanziati 35 euro al giorno per provvedere a vitto ed alloggio per lui e famiglia? La solidarietà è merce oggi giorno a quanto pare

 26 aprile 2015

Ha scritto anche al Presidente della Repubblica nella speranza di avere una casa per non essere costretto a vivere in auto davanti alla stazione. Ma sono passati quattro mesi e l’alloggio non è ancora arrivato, nonostante il diretto interessamento del Quirinale.

La vicenda è quella di Pietro Scatigna, un giovane cittadino leccese che dopo uno sfratto per morosità ha dovuto separarsi da moglie e figlie, di 10 e 8 anni, sistemate provvisoriamente a casa di parenti. A lui, è toccato accontentarsi dell’auto, dove dorme da alcuni mesi.

«Ho scritto al presidente della Repubblica in dicembre – fa sapere – e dopo poco tempo mi hanno ricontattato dal Quirinale dicendomi che era aperto un fascicolo a mio nome nella Prefettura di Lecce». I funzionari della prefettura gli hanno consegnato una lettera con cui presentarsi al Comune; all’interno della missiva l’indicazione avuta dal Quirinale a prestare attenzione al caso.

«Sono stato ricevuto dal vicesindaco – fa sapere Scatigna – che mi ha indirizzato presso una struttura dove ottenere un contributo in viveri e generi di prima necessità». Quanto alla casa, invece, nulla di fatto. «Sono stato ricevuto da un dirigente dell’ufficio preposto, il quale – fa sapere – mi ha detto che in base all’indicazione ricevuta dal Quirinale, potevo avere diritto ad un’assegnazione straordinaria. Probabilmente degli alloggi confiscati alla criminalità organizzata. Il problema è che alcuni non erano agibili. Si è pensato ad un’altra sistemazione, sono anche andato dall’assessore competente, ma fino a questo momento non c’è alcuna possibilità. Il 14 e 15 marzo marzo scorsi uno di quegli alloggi confiscati è stato assegnato alla Croce Rossa. Perché, mi chiedo, non si può prevedere un’assegnazione anche alla mia famiglia che in questo modo potrebbe tornare unita?».

La vicenda di Scatigna risale a qualche anno addietro. Assieme alla moglie ed una delle bambine ancora piccole aveva occupato abusivamente un alloggio Iacp. Poi, aveva fatto domanda di “sanatoria” della sua posizione, in base ad una normativa regionale che consente in via straordinaria di entrare un una lista d’attesa per l’assegnazione. Ma nel frattempo un altro inquilino lo ha preceduto in graduatoria e la famiglia Scatigna è stata costretta a liberare l’alloggio. «La beffa – fa sapere l’uomo – è che poi quell’inquilino ha rinunciato, mentre io mi sono ritrovato fuori di casa e ho dovuto prendere una casa privata in affitto. Ma versati i primi canoni mensili non sono stato più nelle condizioni di pagare ed ho subito il secondo sfratto. Ora mi ritrovo a dormire in auto alla stazione e sono disperato. Soprattutto perché non posso stare con la mia famiglia. Qui non c’è lavoro, non c’è casa né futuro per la mia famiglia».

Una situazione difficile, purtroppo non unica di questi tempi. «Mi sono rivolto anche al presidente della Repubblica, ma nonostante questo ancora non vedo nessuna luce».

 Fonte lagazzettadelmezzogiorno

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Lecce: Sfrattato con moglie e 2 figlie vive in auto da 4 mesi. Scrive al presidente Mattarellaultima modifica: 2015-04-29T13:02:48+02:00da davi-luciano
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