Giuseppina all’assemblea in Valverde: “la natura un giorno si vendicherà”

28 ottobre 2014

NEWS Val Verde

Riportiamo l’intervento di una signora del paese durante l’assemblea pubblica di venerdi’ 24 ottobre ad Isoverde. Probabilmente la persona piu’ anziana presente in sala chiede la parola, stupendo un po’ tutti, tira fuori dalla borsa un foglietto scritto a penna e inizia a leggere. Alla fine un lungo applauso. Davvero non c’è nulla da aggiungere:

“Settant’ anni tutti passati in questa valle, cosa ha di speciale forse nulla, se non che qui abbiamo le nostre radici, qui sono vissuti i nostri padri, nonni e tante generazioni che ci hanno lasciato quello che vediamo e quello che già più non c’è, perché sull’altare della modernità abbiamo sacrificato molte cose.

Ma ora basta sciupare questa terra: forse per alcuni non significa nulla ma per noi è la vita, la vorremmo lasciare ancora vivibile per i nostri figli, i nostri nipoti e chi verrà dopo.

Io non sono un’esperta di geologia, né di infrastrutture, ma per capire che certe mega opere nono solo non sono utili, ma dannose ci vuole poco: spreco di denaro pubblico, qualcuno obbietterà che danno lavoro, sì, ma il lavoro si può creare con cose più semplici e più utili alla popolazione che qui vive.

Già ci sono due linee ferroviarie che possano giù dall’Appennino, magari potenziarle questo sì.

I piccoli regali che qui vogliono fare come il by-pass di Isoverde, una presa in giro al buonsenso, passare dietro a due palazzi invece che davanti credo non sia un grande regalo, per poi non parlare del rischio di alluvioni passando nel torrente.

Tutto quel materiale di risulta portato nelle cave di Cravasco, non credo si ricostruisca il Castellaro, che io ricordo con nostalgia! Ma lasciamo la nostalgia: il rischio che verrà per il paese!

Non sarà domani, o dopo, ma la natura un giorno si vendicherà per gli sbagli fatti da noi uomini di oggi.

Un altro rischio sono le sorgenti d’acqua, tanto ricca ne è la nostra valle! Poi ancora tanto ci sarebbe da dire.

Ma l’unica parola sarebbe dire con forza basta, basta! Lasciateci la nostra Valle Verde!

Io non vedrò l’opera, se questa un giorno sarà mai finita. Ma non avrei voluto vedere nemmeno l’inizio. Basta, basta, basta!”

Giuseppina Isola

Processo ai No Tav. L’ora delle difese

E’ Claudio Novaro ad aprire la discussione attaccando ogni aspetto del teorema accusatorio. Strali ai procuratori, ai sindacati di polizia e persino alle parti civili.

di Fabrizio Salmoni

E’  un attacco su più fronti quello sferrato dall’avv. Claudio Novaro difensore di quattro dei  53 imputati al processo in aula bunker: alla cronologia dei fatti del 27 Giugno (“La procura ha adottato una parzialità ricostruttiva”), all’impianto stesso dell’accusa (“Senza valutare il contesto non possiamo capire cosa è successo in quei giorni”), alla natura giuridica delle accuse di concorso, resistenza e lesioni, all’analisi della posizioni dei singoli difesi, all’atteggiamento sprezzante dei procuratori esonerati quando fecero ad alta voce del sarcasmo di fronte alla deposizione di una teste che fu ferita a manganellate, al contorno mediatico che ha retto il processo ispirato “da un politico di terza fila, magari senatore, magari del Pd…”.

Con un efficace montaggio sinoptico dei filmati agli atti, Novaro ha definitivamente dimostrato che la reazione dei manifestanti è venuta DOPO l’intervento violento delle forze dell’ordine con i gas. E’ documentata la loro aggressività di fronte a cittadini inermi e amministratori, talmente eccessiva che si sentono le voci dei dirigenti che cercano di trattenere i reparti dall’abbandonarsi alla caccia all’uomo (non impediranno la deturpazione e il vandalismo delle strutture sul piazzale della Maddalena da parte di agenti scatenati). Dal montaggio risulta evidente l’alterazione della cronologia della Procura – ha detto l’avvocato – perchè la vera tempistica evidenzia che il lancio di pietre sugli agenti è avvenuto quasi un quarto d’ora dopo che la pinza meccanica aveva cominciato a demolire la barriera Stalingrado facendo crollare il terrapieno su cui era stata eretta. A dimostrazione che i filmati non sono stati usati in modo obiettivo viene portato l’esempio del filmato di polizia che evita di riprendere il pestaggio collettivo dell’imputato Soru svariando sul fogliame circostante.

VIDEO - ARRINGHE DIFENSIVE, PENTOLATE SUI MANIFESTANTI

Ma nel merito della vicenda, il punto fondamentale sta nel mettere in relazione la condotta dei manifestanti con quella degli altri attori della vicenda, nel considerare che “c’è una crisi di rappresentanza politica che ha impedito ai valsusini di far valere le proprie ragioni…”; si è preferito spingere sull’acceleratore di una progettazione incompleta, sulla forzatura mediatica, su un uso illegittimo della forza a discapito delle necessità del territorio. Non può non essere considerato – insiste Novaro – che il Tav è una truffa dispendiosa e inutile, che le previsioni di utilizzo erano (volutamente?) sbagliate, che sia stato dimostrato da 300 medici il rischio per la salute collettiva, che sia pericoloso per le falde acquifere . E tutto questo è scritto e dimostrato.

E’ entrato poi nel merito giuridico dei reati contestati discutendo i concetti di dolo diretto e concorso anomalo, ha precisato che gli operai delle ditte che hanno partecipato all’operazione non erano nè pubblici ufficiali nè incaricati di pubblico servizio, ha negato le lesioni perchè avvenute in tempi successivi alle immagini degli imputati (senza considerare i dubbi emersi sulla veridicità dei referti di polizia), e di conseguenza negato il danneggiamento della pinza meccanica ad opera di qualche pietra sulla corazza metallica, più che altri eventuali materiali maneggiati da altri (calce, olio combusto, ecc.), ha dimostrato con le immagini che il riconoscimento dell’imputata Avossa è senza fondamento cosi come le richieste per lei dell’accusa (6 anni di reclusione) sono totalmente sproporzionate. Ha chiesto per tutti l’assoluzione per insufficienza probatoria e le attenuanti della provocazione.

In conclusione di un’arringa che è durata quasi tre ore, Novaro non ha mancato di lanciare strali agli onorari richiesti dall’Avvocato dello Stato Prinzivalli (80.000 euro secondo i parametri dei processi civili, non penali come questo) e delle parti civili (“non ci sono mai, neanche oggi, la loro presenza è stata minima e chiedono cifre esagerate…”), ai sindacati di polizia (con quali parametri hanno formulato le loro richieste?), soprattutto al Sap, “un sindacato che applaude gli assassini di Aldrovandi” che chiede 20.000 euro per “danni d’immagine”. Come per tutto l’affare Tav, viene da pensare, anche il processo è un’occasione per fare soldi.

(F.S. 28.10.2014)

Francia un ragazzo di 21 anni muore durante scontri con la polizia

di Redazione

Un ragazzo di 21 anni di Tolosa, Remi Fraysse, è morto durante gli scontri con la polizia a seguito delle manifestazioni organizzate contro la diga del Siviens in Francia tra sabato e domenica. Il ragazzo proveniente da Tolosa pare essere caduto a terra dopo lo scoppio di una granata sonora lanciata dalla polizia nella notte di sabato. Ancora poco chiare la dinamica dell’accaduto.
<< E’ arrivato sabato ma non par manifestare; non so perché era sul fronte della manifestazione>> ha dichiarato un amico di Remi. Il corpo del ragazzo è stato prelevato dalla polizia per eseguire l’autopsia.

Processo ai No Tav, la parola alla difesa: “Rabbia legittima della Val Susa”

http://torino.repubblica.it/cronaca/2014/10/28/news/maxiprocesso_ai_no_tav_la_parola_alla_difesa_rabbia_legittima_della_val_susa-99211334/

Maxiprocesso ai No Tav, la parola alla difesa: "Rabbia legittima della Val Susa"
(ansa)

L’avvocato Novaro parla di “resistenza”, invoca l’attenuante delle azioni “di particolare valore morale”, accusa le forze dell’ordine di eccessi. “Dietro quei sassi – ha aggiunto – c’è il conflitto sociale degradato a fenomeno di ordine pubblico 

28 ottobre 2014

 
Senza un’analisi del contesto «non è possibile capire» né l’andamento né il significato degli scontri in Valle di Susa dell’estate 2011, al centro del maxiprocesso a 53 No Tav, e «la rabbia e la frustrazione di quelle giornate»: è cominciato così l’intervento del primo dei difensori degli imputati, Claudio Novaro. «Il movimento No Tav — ha detto il legale — è stato capace di organizzare manifestazioni con 50 mila persone in una valle di 80 mila abitanti solo per rivendicare il diritto a interloquire su una questione, il passaggio del Tav, che riguarda la vita della gente. Eppure bastava un sussulto di un politico di terza fila, magari un senatore del Pd, perché le sue ragioni venissero dimenticate». 

Nelle due giornate di scontri in Valle di Susa «abbiamo avuto un campionario di comportamenti scorretti da parte delle forze dell’ordine» ha detto Novaro. L’avvocato ha citato più volte l’articolo del codice penale che giustifica «la reazione legittima a un atto arbitrario dei pubblici ufficiali». Ha poi parlato di «lanci fuori protocollo di lacrimogeni anche ad altezza d’uomo», di «intemperanze dei poliziotti», dell’«ignobile episodio della distruzione delle tende» del presidio dei No Tav in località Maddalena di Chiomonte, di appartenenti alle forze dell’ordine che «scagliavano sassi» sui manifestanti. 

Novaro ha citato poi un rapporto di polizia in cui si parlava, nel 2011, della possibilità di valutare per i No Tav il reato di «attentato contro l’integrità e l’unità dello Stato». L’annotazione si riferisce alla cosiddetta «Libera repubblica della Maddalena», il grande presidio che i No Tav tennero per alcune settimane nel territorio di Chiomonte, dove oggi sorge il cantiere del tunnel preliminare della Torino-Lione, fino allo sgombero del 27 giugno 2011. Questa ipotesi di reato (prevista dall’articolo 241 del codice penale) non è mai stata contestata ma Novaro ha detto che il fatto che se ne fosse parlato, unito «alle parole pronunciate in questo processo sulla ‘perdita di sovranità’ di una porzione del territorio dello Stato, induce al sorriso in un momento in cui è la Commissione europea che decide come si vive in Italia, in Grecia, in Spagna».

Il legale ha anche attaccato il progetto dell’alta velocità: «La truffa del Tav, un’opera inutile, costosa e devastante per il territorio, contrasta con i principi della nostra Costituzione». Per questo, ha argomentato, bisognerebbe applicare agli imputati la speciale attenuante di «avere agito per motivi di particolare valore morale o sociale».

«In Valsusa parlare di professionisti della violenza non fa i conti con quelle giornate che si calano in una vicenda più complessiva» ha sostenuto ancora il difensore, parlando di «territorio militarizzato» e affermando che «la Valsusa è stata un laboratorio politico importante, anche per l’esperienza della Libera Repubblica della Maddalena».

Il legale ha parlato di «resistenza» che «non significa — ha spiegato — preordinare le violenze,  ma preordinare un meccanismo per reagire quando arrivano le forze dell’ordine», e ha rilevato che «l’organizzazione c’è stata, ma sempre per la resistenza e non per attacchi violenti». Secondo il legale infatti «dietro quei sassi, dietro quelle giornate, c’è il conflitto sociale, degradato a fenomeno di ordine pubblico da parte della procura senza rendersi conto che è un fenomeno di più alta prospettiva».

LE MAE RUSSE RECONNAÎT LES ELECTIONS DU 2 NOVEMBRE PROCHAIN EN DNR ET LNR

# NOVOROSSIYA INFO/ 

NOVO - MAE russe reconnait les élections (2014 10 27) FR

Soutien surprise du Ministère des Affaires Etrangères de Moscou aux indépendances des Républiques de Donetsk et Lugansk :

Selon le ministère des Affaires étrangères, la Russie considère Donetsk et Lougansk comme des Républiques populaires, qui ont refusé d’accepter le coup d’Etat de Kiev et ont rejeté l’idéologie “banderiste”…

 Лавров: Москва признает выборы в ДНР и ЛНР

http://www.novorosinform.org/news/id/13201

 Novorossiya Info

http://www.lucmichel.net/2014/10/27/novorossiya-info-le-mae-russe-reconnait-les-elections-du-2-novembre-prochain-en-dnr-et-lnr/

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Leadership : Luc MICHEL (président), Fabrice BEAUR (SG Eurasie), Gilbert NKAMTO (SG Afrique)

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VERS LA REPRISE GENERALE DE LA SALE GUERRE AU DONBASS !

# NOVOROSSIYA INFO/

NOVO - LM Reprise de la guerre (2014 10 27) FR

 Après des élections bidon en Ukraine – officiellement 50% d’abstention mais sans doute beaucoup plus, dans un climat de terreur contre les partis pro-russes – la junte de Kiev, car c’est toujours de çà qu’il s’agit, a bouclé une vie politique sans opposition.

 La seconde étape c ‘est la reprise générale de la guerre totale de Kiev contre le peuple du Donbass. Malgré une trêve – qui a été une erreur selon notre analyste Luc MICHEL -, les combats n’ont jamais cessé, notamment à l’aéroport de Donetsk. La soi-disant trêve a servi à Kiev à refaire ses forces, de l’aveu même des criminels de guerre Avokov et Porochenko. Et la reprise des combats s’annonce, nouvel assaut général contre les DNR et LNR qui mobilisent …

 C’est ce que prévoit également un autre de nos analystes Fabrice BEAUR https://www.facebook.com/beaur.fabrice/posts/745336645538048

  Le but direct étant de perturber les élections législatives et présidentielles des Républiques indépendantes de Donetsk et Lugansk qui auront lieu dimanche prochain. Et bien entendu d’écraser l’indépendance de la Novorossiy !

 LM

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  Affiche : « Sois patriote. Donbass aides-toi »

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Ci Stiamo Avvicinando al Peggior Disastro Finanziario della Storia

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Gli economisti la chiamano “La Grande Recessione”: la crisi economica che attanaglia l’Europa dal 2007 ad oggi. Eppure non è altro che una gocciolina nell’oceano in confronto a ciò che sta per accadere.
 
Micheal Snyder su The Economic Colapse Blog non ha dubbi e per rispondere compie un’interessante analisi sul mondo dei derivati negli Stati Uniti: gli istituti “troppo grandi per fallire” nel paese oggi hanno singolarmente oltre 40 trilioni di dollari di esposizione ai derivati.
 
Con un debito nazionale di circa 17.700 miliardi di dollari, 40 trilioni di dollari è una cifra quasi inimmaginabile. E, prosegue l’analista, a differenza di azioni e obbligazioni, i derivati ​​non rappresentano “investimenti” in nulla: sono solo scommesse di carta su ciò che accadrà in futuro. Praticamente una forma di gioco d’azzardo legalizzato e le banche “troppo grandi per fallire” hanno trasformato Wall Street nel maggiore casinò nella storia del pianeta. Quando questa nuova ​​bolla scoppierà (e scoppierà sicuramente), il dolore che causerà per l’economia globale sarà maggiore di quanto le parole possono descrivere.
 
Le banche “too big to fail”, continua Snyder, producono enormi profitti attraverso i derivati. Secondo il New York Times, tali istituti “contano quasi 280.000 miliardi dollari di derivati ​​sui loro libri contabili”, anche se la crisi finanziaria del 2008 ha dimostrato quanto sia pericoloso. Le grandi banche hanno poi sofisticati modelli computerizzati che dovrebbero mantenere il sistema stabile e aiutarli a gestire questi rischi. Ma tutti questi modelli sono basati solo su ipotesi ideate da persone in carne ed ossa. E quando un “evento cigno nero” arriva (come ad esempio una guerra, una grave pandemia, una catastrofe naturale apocalittica o un crollo di un grande istituto finanziario) questi modelli si sgretolano in pochissimo tempo.
 
Snyder riporta un breve estratto da un articolo di Forbes che descrive quello che è successo al mercato dei derivati dopo il tonfo di Lehman Brothers nel 2008:
 
“Torniamo al crollo finanziario del 2008 e che cosa vediamo? L’America stava celebrando: l’economia era in piena espansione, tutti sembravano essere sempre più ricchi, anche se i segnali di pericolo erano dappertutto: troppi prestiti, investimenti folli, banche avide, regolatori addormentati al volante, politici desiderosi di promuovere la casa di proprietà per chi non poteva permetterselo, e gli analisti a predire ciò non poteva che finire male. E poi, quando Lehman Bros è caduta, il sistema finanziario e l’economia mondiale sono quasi crollate. Perché? La causa principale non era solo il prestito sconsiderato e la assunzione di rischi eccessivi. Il problema era la mancanza di trasparenza. Dopo il crollo di Lehman, nessuno riusciva a capire i rischi per la negoziazione di derivati ​​e quindi nessuna banca voleva prestare o scambi con qualsiasi altra banca. Dato che tutte le grandi banche erano state coinvolte in misura sconosciuta nel commercio di derivati ​​rischiosi, nessuno poteva dire quale poteva essere il prossimo istituto finanziario a implodere”.
 
Dopo l’ultima crisi finanziaria, prosegue Snyder, ci avevano promesso che questo sarebbe stato risolto. Ma invece il problema è diventato molto più grande. Da quando la bolla immobiliare è scoppiata nel 2007, il valore dei contratti derivati ​​in tutto il mondo è salito a circa 500 miliardi di dollari. Secondo la Banca dei Regolamenti Internazionali, si tratta oggi dell’incredibile cifra di 710.000 miliardi di dollari. E naturalmente il cuore di questa bolla dei derivati si trova a Wall Street. A tal proposito, Snyder pubblica il rapporto trimestrale più recente della Occ secondo cui le cinque maggiori banche “troppo grandi per fallire” dispongono tutte di oltre 40 trilioni di dollari in esposizione ai derivati.
 
JP Morgan Chase
Asset complessivi: circa 2,5 trilioni di dollari
Esposizione ai derivati: oltre 67 trilioni di dollari
 
Citibank
Asset totali: quasi 1,9 trilioni di dollari
Esposizione ai derivati: circa 60 trilioni di dollari
 
Goldman Sachs
Asset totali: poco meno di un trilione di dollari
Esposizione ai derivati: oltre 54 trilioni di dollari
 
Bank Of America
Asset totali: 2,1 trilioni di dollari
Esposizione ai derivati: oltre 54 trilioni di dollari
 
Morgan Stanley
Asset totali: 831 milioni di dollari
Esposizione ai derivati: oltre 44 trilioni di dollari
 
E non è certo un problema solo americano. Come ha riportato recentemente anche Zero Hedge, il gigante europeo, Deutsche Bank vanta la maggiore esposizione in derivati di qualunque istituto americano, vale a dire oltre 75 trilioni di dollari (5 volte il Pil europeo e più o meno il Pil del mondo).
 
Per coloro che cercano con ansia il giorno in cui questi colossi imploderanno, è necessario tenere a mente che quando lo faranno si porteranno dietro tutto il sistema, ormai completamente dipendente da queste banche. Ci avevano detto che qualcosa sarebbe stato fatto dopo l’ultima crisi, ma in realtà i giganti finanziari si sono, da allora, potuti allargare di un 37% complessivo. Oggi, inoltre, le cinque maggiori banche del paese rappresentano il 42% di tutti i prestiti negli Stati Uniti, e le sei maggiori controllano il 67% di tutte le attività bancarie.
Ci stiamo pericolosamente avvicinando verso il maggior disastro finanziario nella storia del mondo, e, conclude Snyder, nessuno sta facendo nulla per impedirlo.
 
Le elite che controllano la finanza mondialista, hanno provocato questa immensa crisi economica (come la stessa del 1930 e altre in tutta la storia odierna e anche distante nel tempo), non solo per rastrellare i beni reali che ancora possiedono le nazioni e le persone, a cui viene imposto di pagare un debito inesistente, dato dal prestare pezzi di carta senza valore più l’aggravio di interessi (detto signoraggio bancario), agli stati nazionali che dovrebbero stampare per conto proprio la moneta che circola, e quindi senza prenderla in prestito dalla BCE, banca usuraia di cui proprietà come le altre grosse banche commerciali, appartiene alle famiglie elitarie ebraiche.
 
Ma questa crisi è stata creata a tavolino da chi detiene le leve della finanza, per tenere le masse in una sopravvivenza artificiosa, dato le energie cosmiche rigenerative a livello spirituale, che stanno investendo la terra in questo ciclo cosmico (eone) che si appresta a chiudersi. La paura indotta è la vera arma che le elite usano per sottomettere le popolazioni, colui che ha paura si affiderà con piacere a chi di fatto è il vero aguzzino, mentre è portato dalla propaganda nemica dei media servili, a non capire le vere cause dello stato attuale delle cose.
 
Questa crisi a differenza delle precedenti, dovrà devastare tutto, chi crede che il picco dell’attuale crisi economica sia arrivato al suo massimo, si sbaglia, in realtà la vera crisi deve ancora arrivare, e a questo si deve aggiungere una probabile guerra mondiale, che stanno preparando, fomentando e prendendo misure contro le nazioni come la Russia o la Cina.
Non a caso l’aggravarsi dei fattori economici è esaltato dalla globalizzazione, altro progetto voluto dagli stessi, appunto per imporre la crisi indotta a tutto il mondo, e di conseguenza proporre poi le loro soluzioni ad una umanità messa in ginocchio, che per stanchezza morale e fisica, dovrà accettare la dittatura mondiale ebraica, imposta sui goym (bestie umane in ebraico).
 
Quando tutto cadrà, siate felici, perché in realtà state assistendo alla loro caduta, che il loro sistema si disintegri e non resti niente, allora l’umanità sarà libera, non schiava come oggi.
 

LA PIU’ GRANDE BANCA RUSSIA FA CAUSA PER DANNI ALLA UE… PRESSO LA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA !

Ormai e’ evidente che la politica antirussa dei parassiti di Bruxelles si e’ rivelata un fiasco colossale visto che non solo non ha avuto nessun effetto sulla Russia ma sta costando all’economia europea decine di miliardi di euro con conseguenze gravissime sulla crescita e sull’occupazione.

Per i parassiti di Bruxelles pero’ le figuaracce non finiscono qui e proprio pochi giorni fa alcune testate straniene hanno riportato una notizia che sicuramente mettera’ in ridicolo tutta l’Unione Europea.

Infatti Sberbank, la piu’ grossa banca russa di proprieta’ del governo russo, ha deciso di fare causa all’Unione Europea per via delle sanzioni da essa imposta che colpisce non solo la Sberbank ma anche altre banche russe quali la VTB Bank, Gazprombank, VEB e la Russian Agriculture Bank e punta a un alleggerimento delle stesse.

La cosa piu’ sorprendente pero’ e che Sberbank abbia fatto tale denuncia alla corte di giustizia europea e quindi usato un’istituzione europea per decidere contro l’Unione Europea. Una mossa davvero “spettacolare”: è come se un cittadino andasse a denunciare un abuso di potere da parte della polizia… al commissariato di polizia! Questa sì che è una sfida.

Al momento non e’ chiaro su quali basi sia stata fatta questa denuncia e per saperne di piu’ bisognera’ aspettare che i giudici della corte di giustizia europea si possano esprimere su questa vicenda ma sicuramente questa mossa del governo russo ha lo scopo di umiliare i parassiti di Bruxelles e magari anche danneggare l’Unione Europea dal suo interno.

Questo potrebbe essere il caso del secolo e sarebbe interessante sapere cosa ne pensa a proposito Federica Mogherini, la commisaria UE raccomandata da John McCain, lo stesso che ha creato e finanziato l’ISIS…
http://fuorisubito.blogspot.it/2014/10/la-piu-grande-banca-russia-fa-causa-per.html?utm_medium=referral&utm_source=pulsenews

Gli svizzeri tentano di liberarsi dal giogo della moneta-debito

 
BLOG | 14 OTTOBRE, 2014 – 15:44 | DA REDAZIONE TESTE LIBEREFEDERICO MUSSO
 
Di Filippo Riportella e Federico Musso
 
Da giugno di quest’anno (2014) è stata avviata in Svizzera una raccolta firme per indire un referendum (propositivo) costituzionale avente come oggetto l’emissione monetaria a livello federale. Questa operazione è denominata “INITIATIVE VOLLGELD” cioè “INIZIATIVA MONETA INTERA”.
 
Che cosa chiedono i promotori di questo referendum?
 
In pratica chiedono:
 
• che tutta l’emissione monetaria, anche quella elettronica, sia riservata alla Banca Nazionale (mentre attualmente essa ha il monopolio solo sulla moneta metallica e cartacea). In questo modo verrebbero superate tutte le questioni riguardanti l’emissione di moneta creditizia, da parte delle banche private, mediante il sistema della riserva frazionaria (“signoraggio secondario” secondo alcuni autori);
 
• che tutta la moneta di nuova emissione non sia gravata da debito. Infatti nel testo della scheda destinata alla raccolta delle firme si legge all’Art. 99a, punto 3: “[La Banca nazionale svizzera] Nell’ambito del suo mandato legale, mette in circolazione denaro nuovamente emesso, non gravato da debito, tramite la Confederazione, i Cantoni, oppure tramite la distribuzione diretta ai cittadini…….”
 
Ma procediamo con ordine. Nel foglio illustrativo “L’INIZIATIVA IN 3 MINUTI” leggiamo ritrovabile sul sito ufficiale :
 
“ [ ….. ] L’emissione della moneta é da sempre stata un’importante questione pubblica e una fonte di reddito statale. Per secoli i cantoni hanno pagato parte delle loro spese coniando moneta propria. Nel 1848 il diritto di coniatura passò alla Confederazione. Da allora esiste il franco svizzero. Circa dal 1870 le banche scoprirono però la redditizia emissione propria di moneta e stamparono sempre più banconote incontrollatamente. Per questo motivo l’elettorato svizzero proibì alle banche la stampa di banconote e trasferì il diritto di stampare banconote alla Confederazione, la quale fondò la Banca Nazionale Svizzera (BNS). Una saggia decisione. Dal 1907 quindi la BNS presta le banconote alle banche, e annualmente fluiscono così tra 1 e 2,5 miliardi d’interessi nella cassa pubblica. Se in futuro la Banca Nazionale creasse anche tutta la moneta bancaria e, come la moneta, la mettesse in circolazione senza debito, cioè senza prestarla, noi cittadini e cittadine avremo a disposizione ulteriormente circa 300 miliardi.
 
MA I SOLDI NON PROVENGONO TUTTI DALLA BANCA NAZIONALE?
 
No, la BNS crea, per il nostro utilizzo, solo i soldi contanti. Questi costituiscono però soltanto il 10% dei soldi esistenti, mentre il 90% sono moneta bancaria sui nostri conti. Sono in molti a non sapere da dove questi soldi provengono. In realtà sono le banche che li creano, tramite crediti o investimenti. Ciò non avviene principalmente inoltrando i soldi dei risparmiatori, bensì le banche creano nuova moneta bancaria, – per così dire dal “niente”, cioè senza che prima questi soldi esistessero. Un buon affare.
 
Per tutti coloro che stentano a crederci, ecco alcune cifre ufficiali: dal 2003 al 2012 la massa monetaria (quantità di soldi in circolazione) ammontava a ca. 340 miliardi di franchi. Di questi, 40 miliardi provenivano dalla Banca Nazionale, mentre i rimanenti 300 miliardi furono emessi dalle banche come moneta bancaria.
 
Noi cittadini e cittadine abbiamo così lasciato alle banche un’importante fonte di reddito statale. Abbiamo dimenticano di adattare la costituzione. Oggigiorno il monopolio sulla banconota del 1891 non è più sufficiente, è invece urgentemente necessario ampliarlo anche alla moneta bancaria.”
 
Fino a qui i fatti. Ma non si può fare a meno di esprimere alcune considerazioni.
 
La prima riguarda l’assetto costituzionale svizzero che dà la possibilità di apportare modifiche costituzionali tramite una iniziativa popolare. Per noi italiani è come assistere ad un film di fantascienza: la nostra costituzione (per quanto apprezzabile sotto tutta una serie di aspetti) non ci dà questa possibilità.
 
La seconda considerazione riguarda il merito della questione monetaria: il popolo svizzero, già baciato in fronte dalla fortuna per non dover subire l’euro-cappio al collo, si ritrova fra le mani l’opportunità di eliminare la moneta-debito portandosi all’avanguardia a livello mondiale.
 
Anche qui in Italia c’è un grande fermento su questo tema da parte di economisti, giuristi, storici e semplici cittadini che si sono informati e appassionati alla materia. La differenza è che qui da noi siamo ancora a livello di “Carboneria monetaria”: questi temi sono completamente ignorati dai mass-media e relegati agli scantinati del web.
 
Mentre dalle nostre parti si fatica a far capire il nesso fra la moneta unica e la macelleria sociale a cui stiamo assistendo, il popolo svizzero può trovarsi a navigare in acque in cui la stessa MMT non ha mai osato inoltrarsi. L’assetto monetario che si profilerebbe sarebbe, a mio avviso, di tipo auritiano (anche se qui non si fa uso del concetto di “proprietà popolare della moneta”). Sarà comunque compito degli auritiani ortodossi esprimere un giudizio in merito, marcando le eventuali differenze fra questa impostazione e quella del prof. Auriti.
 
In conclusione, per quanto noi non si sia mai stati particolarmente esterofili, non riesciamo ad evitare di porci una domanda: COME POSSIAMO DIVENTARE ATTIVI E PROPOSTIVI COME GLI SVIZZERI?
 
Evidentemente dovremmo modificare la nostra Costituzione in modo da favorire maggiormente la partecipazione diretta dei cittadini più attivi e responsabili (referendum propositivo, abolizione del Quorum ecc.); ma prima ancora dovremmo cambiare la classe dirigente che, sotto questi aspetti, ha dato prova di voler agire sulla Costituzione in senso diametralmente opposto, cioè riducendo ulteriormente le già scarse possibilità di iniziative popolari.

DALLA BCE SOLDI ALLE BANCHE BOCCIATE, DALLE BANCHE NON PIÙ UN GHELLO ALLE IMPRESE

banche
di REDAZIONE

Dall’agosto del 2011 allo stesso mese di quest’anno, i prestiti bancari alle imprese italiane sono diminuiti di 89 miliardi di euro (- 8,9 per cento).

“Nella storia recente del nostro Paese – fa sapere Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA – non si era mai verificata una contrazione del credito alle imprese così vigorosa. E dopo i risultati emersi dallo stress test voluto dalla Bce, la situazione potrebbe addirittura peggiorare”.
Infatti, delle 25 “bocciature” certificate dalla Banca centrale europea, ben nove riguardano altrettanti istituti di credito italiani. Nessun altro Paese in Ue ha registrato uno score peggiore del nostro. Se sette banche si sono già ricapitalizzate in questi ultimi mesi, altre due, come Mps e la Carige, dovranno farlo nei prossimi mesi.
“E’ evidente – prosegue Bortolussi – che a pagare il conto sono state e saranno soprattutto le imprese. Come è già successo in questi ultimi anni, l’aumento della patrimonializzazione degli istituti di credito ha comportato  una forte riduzione degli affidamenti a danno soprattutto delle piccole e piccolissime imprese che, da sempre, sono sottocapitalizzate e a corto di liquidità. Con il pericolo che molte attività scivolino verso la rete tesa dagli usurai”.
Anche se negli ultimi anni il numero delle denunce effettuate alle Forze di polizia e all’Autorità giudiziaria rimane ancora molto contenuto e non presenta variazioni di rilievo,  esiste il ragionevole sospetto che la forte contrazione dei prestiti registrata in questi ultimi anni nei confronti delle famiglie e soprattutto delle imprese abbia incentivato molti di questi soggetti a ricorrere a forme illegali di approvvigionamento del credito.
Ritornando ai dati, la CGIA fa notare che oltre alla forte riduzione dei credito in questi ultimi anni abbiamo assistito anche ad una corrispondente impennata delle sofferenze in capo alle imprese. Dal 2011 al 2014 sono cresciute di 63,1 miliardi di euro (+ 83,6 per cento). Ad agosto di quest’anno le sofferenze ammontavano a 138,6 miliardi di euro.
“La responsabilità della stretta creditizia che stiamo vivendo in questo momento – conclude Bortolussi – non è ovviamente da addebitare solo alle banche. Purtroppo, molte imprese sfiancate dalla crisi e sempre più in difficoltà non sono riuscite a restituire i prestiti bancari ricevuti e ciò  ha bloccato il mercato del credito. Un problema che il Governo deve assolutamente affrontare, aprendo un tavolo di confronto tra l’Associazione bancaria e i rappresentanti delle categorie produttive”. 

 I prestiti alle imprese (*) e le relative sofferenze

Valori in milioni di euro; var. in milioni di euro e in %

Dati a fine agosto
di ogni anno

PRESTITI

A IMPRESE

SOFFERENZE IN CAPO A IMPRESE

INCIDENZA SOFFERENZE IN CAPO A IMPRESE

(in % su prestiti)

2011

1.001.593,5

75.522,0

7,5%

2012

974.307,1

87.918,4

9,0%

2013

925.746,2

109.565,5

11,8%

2014

912.579,3

138.641,8

15,2%

       

Var. ass.
(2014-2011) in mln €

-89.014,2

+63.119,8

 

Var. % 2014/2011

-8,9%

+83,6%

+7,7%

Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati Banca d’Italia

 

(*) Società non finanziarie e famiglie produttrici.

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