Si può stare sia con Terra Madre che con le Grandi Opere Inutili?

http://www.autistici.org/spintadalbass/?p=3957

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Si può stare sia con Terra Madre che con le Grandi Opere Inutili?

Lettera aperta a Carlin Petrini, fondatore di Slow Food, a proposito della visita di Renzi a Torino

Caro Petrini,

ci giunge notizia che l’attuale presidente del Consiglio, giovedì 23 verrà a Torino per inaugurare Terra Madre e poi si recherà al cantiere di Chiomonte dove si sta lavorando per realizzare il collegamento ferroviario di alta velocità Torino – Lione.

Non si può che rimanere esterrefatti dinanzi a tanta impudenza. Da un lato partecipare ad un evento che celebra il rapporto dell’uomo con la sua terra e dall’altro benedire l’espropriazione dell’uomo dalla propria terra. Per un’opera che tutti, e Renzi tra questi, sanno perfettamente inutile.

Coerenza vorrebbe che Renzi scegliesse da che parte stare. Se dalla parte dei contadini e di chi ama la propria terra o dalla parte del cemento che questa terra elimina per sempre.

Del resto, Lei, Petrini, è ben conscio di ciò, essendosi schierato contro quell’abominevole parto dell’attuale governo che è il decreto “Sblocca Italia”, nei cui confronti ha avuto giustamente parole dure nell’istant book “Rottama Italia” edito da Altreconomia, in cui si sottolinea come questo governo acceleri sul piede della distruzione del territorio come e più di altri governi che l’hanno preceduto. Altro che conservazione del territorio e di chi lo abita!

Grati, se Lei vorrà farsi portavoce consapevole di queste nostre considerazioni.

Fabio Balocco, Alessio Ariotto, ……………….

TORINO. TAV: PRESIDIO NO TAV RIVOLI, AGRICOLTORE CONDANNATO A 2 MESI

 

IL SITO PIÙ VISITATO A NORD DI TORINO
 22 OTT 2014 

No tav
TORINO

Due mesi di arresto e ottomila euro di ammenda: questa la condanna inflitta dal tribunale di Torino a un agricoltore accusato di un abuso edilizio per avere costruito, su un terreno di sua proprietà nei dintorni di Rivoli, una casupola utilizzata anche come presidio No Tav. La procura aveva chiesto un anno.
L’avvocato difensore, Vincenzo Enrichens, afferma che “il processo non doveva neppure cominciare, o per lo meno doveva essere sospeso, perché quel piccolo abuso edilizio è sanabile in base al piano regolatore del Comune ed è ancora pendente il ricorso al Tar”. Il legale sottolinea che nella casupola “si riunivano ogni tanto alcune persone per discutere in modo conviviale di Tav, esercitando un diritto garantito dalla Costituzione”

No Tav, Perino alle Iene: “Ci hanno tolto tutto, ci rimane il sabotaggio”

No Tav, Perino alle Iene: “Ci hanno tolto tutto, ci rimane il sabotaggio”
ottobre 2014
 
«Il sabotaggio non è terrorismo ma, come ha detto Nelson Mandela, una tecnica nonviolenta che non comporta alcun rischio per gli esseri viventi. È l’unica possibilità che ci rimane dopo aver provato tutte le strade disponibili, dopo che ci hanno tolto tutto, l’acqua, la montagna. Montanari sì, scemi no». A parlare è Alberto Perino, leader del movimento No Tav, intervistato da Le Iene su Italia 1. «L’alta velocità è inutile e devastante – ha detto l’attivista – ci sono due stazioni in 250 chilometri, si tratta di un’idiozia. Le grandi opere sono il bancomat della politica e della mafia: basta guardare il Mose e l’Expo, c’è una corruzione pazzesca. La prova è che la magistratura ha denunciato alcuni ‘ndraghetisti della valle».

Rispondendo alle domande dell’intervistatore, Perino ha poi affermato che i quattro attivisti No Tav processati per terrorismo (Claudio Alberto, Niccolò Blasi, Mattia Zanotti e Chiara Zenobi) «hanno bruciato un compressore utilizzando della benzina. Perché chi lancia sassi in Palestina diventa un eroe mentre in Clarea viene subito considerato un criminale?». Infine ha parlato delle maschere antigas che «sono per proteggerci dal cs, un gas velenoso vietato dagli accordi internazionali in guerra. E se ci copriamo il volto per non essere riconosciuti è perché è giusto e dignitoso non finire in galera per aver partecipato ad una manifestazione. Questa storia finirà quando la smetteranno di costruire quest’opera inutile e devastante» ha concluso Perino.

@elisabellardi

QUI il Video:

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Folletti in Clarea

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Folletti in Clarea

Niente partita Olympiacos-Juventus stasera per gli ometti del pollaio Clarea.
Alcuni Folletti dispettosi, capitanati da Giacu, hanno fatto il diavolo a quattro.
Così gli omini blu e arancio hanno dovuto abbandonare il calduccio dei loro ricoveri, dotati di TV, per uscire nel vento rabbioso della Val di Susa.
Chi fingendo di vigilare, chi fingendo di lavorare ( sic! ).
Finita la partita, finita la scorribanda.
Giacu guardava torvo la messinscena pollaiesca.
I Folletti riguadagnavano la strada verso casa.
Alla prossima!

É SCOPPIATA LA GUERRA MONDIALE DELL’ENERGIA E L’EUROPA NON HA NIENTE DA METTERSI

22 OTTOBRE 2014
Il 30 settembre è avvenuto un fatto storico che aiuta a capire un po’ delle cose che stanno accadendo in questo momento nel mondo: è successo che una petroliera battente bandiera di Singapore ha lasciato il porto di Galveston, in Texas, con 400 mila barili di greggio destinati all’esportazione. É stata la prima volta negli ultimi quarant’anni, e il significato di questo episodio dovrebbe essere chiaro a tutti: gli Usa si preparano a diventare nell’arco di pochi anni il più importante produttore al mondo di petrolio (a scapito dell’Arabia Saudita) e di gas (a danno della Russia). Nel frattempo le sue importazioni di oro nero sono calate da dodici milioni di barili al giorno del 2008 a cinque milioni e il prezzo è crollato da 147 dollari a 83.

Questa nuova era per l’energia incide profondamente nelle relazioni di Washington con il resto del mondo: con gli acquisti americani che calano i Paesi produttori diventano più poveri e, come risposta, finanziano più o meno direttamente il terrorismo islamico e la sua indicibile ferocia. La guerra santa contro l’occidente diventa allora un modo per tenere a bada il disagio crescente di popolazioni che da trent’anni sono state abituate a vivere di sussidi pubblici finanziati dall’export petrolifero. A questo si aggiunge la secolare guerra civile fra sunniti (Arabia Saudita) e sciiti (Iran) che ora viene combattuta a colpi di sconti e di aumenti di produzione. I sauditi hanno appena fatto sapere che applicheranno lo sconto di un dollaro sulla loro produzione e terranno i rubinetti ben aperti spaccando l’Opec. Perché lo fanno? Da un lato vogliono affermare la loro leadership assoluta mettendo in crisi Teheran che ha costi di produzione più alti. Ma soprattutto mandare in crisi le produzioni Usa che nasce dalla frantumazione delle scisti bituminose. Si calcola che a 70 dollari il greggio Usa cessa di essere conveniente. La risposta di Putin ha ragioni analoghe: proteggere le esportazioni di gas. Di fronte a questo straordinario rivolgimento l’Europa che cosa fa? Niente. Marcia in ordine sparso e ogni Paese cerca di salvaguardare il proprio orticello. Producendo anche episodi inquietanti, come l’incidente aereo costato la vita al capo di Total. É scoppiata la guerra mondiale dell’energia e l’Europa non ha niente mettersi.

LE RIVOLUZIONI COLORATE: UN NUOVO MODO PER FARE LA GUERRA

By admin  /   21 ottobre, 2014  /

DI ANDREW KORYBKO

E’ attualmente in corso negli Stati Uniti un colossale cambio di strategia, con l’America che si sta trasformando da “gendarme” a “guida occulta” del mondo (Lead From Behind Strategy). Questo fondamentale cambiamento comporta che gli Stati Uniti debbano passare da operazioni militari condotte in prima persona, ad operazioni del tipo stay-behind.

Parte di questa trasformazione consiste nella riduzione delle forze militari convenzionali sostituite da forze speciali ed agenti dell’Intelligence. Anche le Compagnie Militari Private hanno un ruolo maggiore nella nuova grande strategia.

Questo non significa, naturalmente, che gli Stati Uniti non abbiano più la capacità o la volontà di agire in prima persona (niente affatto!) ma che, per proiettare la propria immagine di “potenza globale”, preferiscono metodi più indiretti e sottilmente nefasti, piuttosto che ricorrere ad invasioni di massa e bombardamenti.

Gli Stati Uniti intendono seguire la massima di Sun Tzu: “la suprema eccellenza consiste nel rompere la resistenza del nemico senza combattere”. Il risultato è un mix di Rivoluzioni Colorate, guerre non convenzionali ed operazioni dei mercenari – basate in ogni caso sul coinvolgimento per procura degli alleati regionali – per evitare l’uso diretto delle truppe statunitensi.

Tutto ciò si traduce nella promozione della politica americana attraverso l’uso di metodi obliqui, e quindi nella negazione (relativamente credibile) del proprio coinvolgimento. È importante sottolineare, inoltre, che l’assenza di forze convenzionali è stato pensato anche per ridurre il rischio di un confronto diretto tra gli Stati Uniti e la Russia, la Cina e l’Iran – gli obiettivi primari di queste guerre per procura.

Il piano per la destabilizzazione strategica e lo smembramento degli Stati eurasiatici deve la sua genesi a Zbigniew Brzezinski ed alla teoria che egli ha chiamato “Eurasian Balcans” (http://en.wikipedia.org/wiki/Greater_Middle_East, ndt).

Gli Stati Uniti sono comunque notevolmente flessibili nel mettere in pratica queste idee, e non si infilano in un vicolo cieco se la destabilizzazione incontra degli ostacoli e non può essere portata avanti. In questo caso (come ad esempio in Ucraina, Siria, Iraq e presto, forse, nel Mar Cinese Meridionale) lo stratagemma si evolve in un fortissimo caos provocato all’interno degli stati-cuscinetto, posizionati sulla soglia delle potenze eurasiatiche.

L’idea è quella di creare dei “buchi neri” di assoluto disordine in cui Mosca, Pechino e Teheran saranno in ogni caso condannati, sia se intervengono, sia se non lo fanno. Gli Stati Uniti preferiscono, idealmente, che gli obiettivi che hanno nel mirino vengano risucchiati in un pantano che li insanguini e li destabilizzi a casa propria, come ad esempio la guerra sovietico-afghana che Brzezinski ha concepito oltre 30 anni fa.

Allontanarsi dall’espansionismo dell’“Eurasian Balcans” per tornare alle radici dell’”anarchia afghana” è l’essenza del piano “Reverse Brzezinski” (http://orientalreview.org/2014/06/22/the-reverse-brzezinski-the-ultimate-eurasian-dilemma-i/, ndt), che pone il dilemma di cui sopra (intervenire-non intervenire, ndt) come trappola per le potenze eurasiatiche.

L’esperienza degli Stati Uniti nel formare ed armare i mujaheddin utilizzati nella guerra sovietico-afgana, può essere vista come la prima incursione all’interno della strategia “Lead From Behind”.

Gli Stati Uniti hanno lavorato mano nella mano con il Pakistan e con gli altri Stati Islamici per spargere in Afghanistan i semi del caos (fra i quali la creazione dell’organizzazione mercenaria internazionale Al Qaeda), creando in quel paese una destabilizzazione strategica così grave, che l’Unione Sovietica non fu in grado di resistere alle sollecitazioni, e decise di intervenire.

Era questo l’obiettivo … e per gli Stati Uniti fu un successo clamoroso. Fu anche l’apice delle guerre-per-procura nel periodo della Guerra Fredda, che in quel momento si mescolava perfettamente con l’equilibrio internazionale del potere. Si trattò di un successo tale da essere accreditato come uno dei fattori che contribuirono alla dissoluzione dell’Unione Sovietica nel 1991.

D’altro canto tutto ciò alterò l’equilibrio globale del potere, portando al “momento unipolare” degli Stati Uniti. In questo periodo il prototipo afgano della strategia “Lead From Behind” non è più stato visto come un qualcosa di necessario, perché gli Stati Uniti avevano in quel momento la forza, la volontà, e la possibilità di proiettare in modo diretto il loro potere su tutto il mondo.

IL MOMENTO UNIPOLARE DELLA STRATEGIA “SHOCK AND AWE”

Ubriachi di potere per essere emersi dalla Guerra Fredda come potenza vincitrice, gli Stati Uniti diedero il via ad un’ondata di interventi militari, che ebbero inizio con la 1a Guerra del Golfo. Anche se “venduta” come operazione multilaterale, gli Stati Uniti erano il paese primario di quella coalizione di guerra.

Nel giro di pochi anni gli Stati Uniti bombardarono anche le posizioni serbe in Bosnia, prima di dar inizio ad una guerra unilaterale nel Kosovo (tramite la NATO), che era una Provincia della Serbia.

Fu proprio il bombardamento della Serbia a rendere consapevoli i leaders russi della necessità di difendere il proprio paese dalle minacce future, dando il via alla modernizzazione della sua industria della difesa, per dissuadere un eventuale attacco diretto degli  americani (e della NATO) agli interessi russi. Tutto ciò non porterà, tuttavia, ad un cambiamento immediato … il potere degli Stati Uniti continuava ad essere al suo apice.

Dopo gli attacchi terroristici dell’11 Settembre gli Stati Uniti intrapresero nuove operazioni militari, fra le quali l’occupazione dell’Afghanistan – un paese situato a metà strada di tutto il mondo, e nei pressi della “Heartland” dell’Eurasia (è il nome che venne dato alla zona centrale dell’Eurasia dal geografo inglese Sir Halford Mackinder, corrispondente grosso modo alla Russia ed alle province limitrofe, ndt).<%

TTIP: la Commissione Juncker inizia con una grave spaccatura

La Germania si oppone al TTIP ma che cattiva, per questo la stampa serva di Washington la attacca continuamente attribuendo cose non vere?
Certo, se si pensa alle bugie sulle guerre umanitarie non è difficile pensarlo

C’era da aspettarselo che la questione dei tribunali arbitrali privati (ISDS) previsti nei negoziati segreti della Commissione Barroso nelle trattative per concludere l’accordo di partenariato transatlantico commerciale e degli investimenti (TTIP) sarebbe esploso nelle mani del neo eletto presidente Juncker.
È noto che la posizione ufficiale della Germania e di Juncker è che “l’Ue non accetterà alcuna deroga alla giurisdizione nazionale ed europea nel quadro del TTIP”. Durante il suo discorso al Parlamento europeo, Juncker ha anche detto che “nel caso di disaccordo tra Commissari prenderà lui la decisione”.
Detto fatto. Il 22 Ottobre, giorno del voto del Parlamento europeo per la Commissione Juncker, 14 ministri del commercio estero degli stati membri hanno inviato una lettera a Juncker chiedendo che “gli ISDS siano mantenuti integralmente del testo del TTIP”. Tra i firmatari figurano il Regno Unito, la Spagna, l’Irlanda, la Danimarca e la Lituania. Non è dato sapere se anche l’Italia abbia firmato la lettera.

Non può non risaltare che i 14 stati firmatari sono la metà dei 28 membri della Ue. Una spaccatura radicale a grave che riflette chi già si è “allineato” alla dottrina Nuland, cioè al diktat degli Usa, e chi come la Germania si rifiuta di farlo senza adeguate garanzie e compensazioni. Più che una questione di frattaglie commerciali si tratta di dignità politica e di sovranità!
Per cercare di ridurre le tensioni, Juncker ha annunciato che la responsabilità a trattare gli ISDS è tolta alla Commissaria liberale svedese Malstrom, che ha la competenza per il TTIP, ed è affidata al primo vice presidente della Commissione, il laburista olandese Timmermans. Una mossa che cerca di smontare le accuse già avanzate a Juncker di essere troppo vicino agli interessi tedeschi.
Resta il fatto che la grave spaccatura della Ue è tra due blocchi trasversali, che includono parlamentari e governi socialdemocratici, liberali e popolari.
La spaccatura a metà tra gli stati membri dell’Ue rende ancor più difficile l’inizio della Commissione Juncker che ha ribadito essere “l’ultima opportunità” per l’Europa.

Gli Usa pretendono che i negoziati sul TTIP iniziati nel 2013 si concludano con la ratifica dell’accordo entro il 2014.

Paolo Raffone
Fonte: www.formiche.net
Link: http://www.formiche.net/2014/10/23/ttip-la-commissione-juncker-inizia-grave-spaccatura/
23.10.2014

Sentinelle in piedi sono come birilli da buttare in aria

una volta manifestare contro il fascismo significava contro l’intolleranza.
Ora che delle persone in piedi, che si condivida o meno quanto intendono esprimere, che debbano essere picchiati in nome della tolleranza c’è qualcosa che non torna in chi si professa depositario di ogni bene.

20 ottobre 2014  

By Giorgio D’Isabella

Registrare il matrimonio gay contratto all’estero è molto di moda: Elisa Bani, su La Nazione, riporta le dichiarazioni del sindaco di Cascina di Pisa, Alessio Antonelli, che si allinea al gruppo dei dittatorelli che, anziché svolgere il loro dovere amministrativo secondo le competenze date dalla Costituzione e il suffragio ottenuto, pretendono di rifare le leggi e disobbedire a Prefetti e  Ministri degli Interni. Ma non basta. Il rappresentante del popolo e delle Istituzioni aggiunge: “La circolare di Alfano e le ‘ sentinelle in piedi ’ sono due facce della stessa medaglia, dei birilli di cui la società civile e le nuove generazioni tutte, fortunatamente, non tarderanno a fare strike».

Il Partito Democratico cascinese invece rilascia un comunicato in cui dice che“Fortunatamente i sindaci hanno confermato la loro decisione e nelle piazze — continua il comunicato — i manifestanti contro le sentinelle in piedi erano in numero assai maggiore rispetto a queste ultime” : sarà stata anche una “fortuna” la violenza – anche fisica, con cui hanno contromanifestato?

Fonte: NotizieProvita.it

– See more at: http://www.losai.eu/sentinelle-in-piedi-come-birilli-buttare-in-aria/#sthash.ypAdBpYm.dpuf

Alta tensione Turchia-Usa: Erdogan, armi Usa sono finite in mano Isis

http://italian.irib.ir/notizie/mondo/item/171328-alta-tensione-turchia-usa-erdogan,-armi-usa-sono-finite-in-mano-isis

irib

ovviamente per sbaglio vero??

ANKARA – Il presidente turco, Recep Tayyp Erdogan, ha accusato il Pentagono di aver fatto un’operazione “sbagliata” con il lancio di casse di armi e munizioni ai curdi di Kobane, come dimostra il fatto che una cassa e’ finita in mano all’Isis.

Un filmato dei terroristi ha mostrato una delle 28 casse lanciate dagli aerei americani e il Pentagono ha confermato che, su 29 pacchi lanciati, solo 28 sono finiti in mani curde. La cassa piovuta in una zona controllata da terroristi sarebbe stata successivamente distrutto con un raid aereo, ma le immagini del filmato mostravano alcuniterroristi intenti a svuotarla. Erdogan, preoccupato della presenza nell’area di gruppi curdi siriani che Ankara non sostiene, non ha mancato di rimarcare gli errori del Pentagono. “Alcune delle armi lanciate dai C130”, ha osservato in una conferenza stampa, “sono state prese dall’Isis. Cosa e’ andato per il verso sbagliato?”. Il presidente turco e’ poi tornato sul transito di guerriglieri peshmerga attraverso il confine con la Siria. “Mi riesce difficile comprendere perche’ Kobane sia cosi’ strategica per loro (gli Usa) visto che non vi sono civili ma 2.000 combattenti”, ha spiegato Erdogan affermando di averne parlato al telefono con Barack Obama. In una fase iniziale, ha aggiunto, gli americani non avevano dato il via libera ai peshmerga, poi lo hanno fatto parzialmente e noi ci siamo offerti di aiutarli”. I negoziati per rendere concreto questo passaggio sono ancora in corso, ma fonti della stampa turca hanno fatto sapere che gia’ entro questa settimana almeno 500 miliziani curdi riusciranno a giungere in Siria attraverso la Turchia.

All’OSCE la Russia presenterà una mozione di condanna del neonazismo

http://italian.ruvr.ru/news/2014_10_20/AllOSCE-la-Russia-presentera-una-mozione-di-condanna-del-neonazismo-2827/

Militanti neonazisti ucraini di Pravy Sektor

© Foto: RIA Novosti/Alexandr Maksimenko

Militanti neonazisti ucraini di Pravy Sektor

La Russia preparerà per la riunione dei ministri degli Esteri dell’OSCE, in programma il prossimo dicembre, una mozione speciale sulla lotta contro il neonazismo.

Lo ha annunciato il rappresentante permanente della Russia all’OSCE Andrej Kelin.

Secondo il diplomatico, il documento contemplerà la necessità di combattere il radicalismo, il neonazismo, l’estremismo e la xenofobia. Kelin ha aggiunto che la questione della lotta contro il neonazismo viene sollevata regolarmente al Consiglio permanente dell’OSCE a Vienna, in particolare nel contesto di discorsi delle forze revansciste e revisioniste degli Stati Baltici.
Per saperne di più: http://italian.ruvr.ru/news/2014_10_20/AllOSCE-la-Russia-presentera-una-mozione-di-condanna-del-neonazismo-2827/