Noam Chomsky ci scrive a proposito dell’Esposto del Controsservatorio Val Susa al Tribunale Permanente dei Popoli

Da: “Noam Chomsky” <chomsky@mit.edu>
Data: 22 ottobre 2014 05:57:00 CEST
Oggetto: TPP

Very pleased to learn of the progress in the campaign against TAV and the general policies of which it is a part.  That is very heartening, and a tribute to the impressive popular resistance.

 Noam

Traduzione (di Google)

Sono molto contento di apprendere dei progressi nella campagna contro TAV e degli interessi politici di cui fa parte. Questo è molto incoraggiante, un omaggio alla impressionante resistenza popolare.

Noam

il ricorso presentato dal Controsservatorio Valsusa e da 15 amministratori locali al Tribunale Permanente dei Popoli (già Tribunale Russel) sulla violazione dei diritti fondamentali in Val Susa 

«È diritto fondamentale dei cittadini e delle comunità essere consultati al fine di ottenere il consenso libero, previo e informato prima di adottare e applicare misure legislative o amministrative che li danneggino, prima di adottare qualsiasi progetto che comprometta le loro terre o territori o altre risorse».

(Tribunale permanente dei popoli, sentenza 23 luglio 2008)

A Novi e a Tortona fermati ancora una volta gli sciacalli del Cociv

22 ottobre 2014

Arquata Scrivia NEWS Novi Ligure Tortona

Si sa che i No Tav – Terzo Valico hanno un grandissimo difetto: sono donne e uomini, giovani e anziani che dicono quello che pensano e fanno quello che dicono. Così ieri un centinaio fra attivisti dei comitati e cittadini hanno risposto all’appello lanciato dal movimento a mobilitarsi ancora una volta per fermare gli espropri del Terzo Valico. A Novi l’appuntamento era stato lanciato nei giorni scorsi per impedire l’esecuzione di quattro espropri alla Pieve, zona alluvionata la settimana scorsa, mentre a Tortona solo nelle ultime ore era stato lanciato l’appello da parte del comitato tortonese a bloccare due espropri nella frazione di Rivalta Scrivia. Così gli attivisti e i cittadini si sono divisi in due diversi blocchi e pale alla mano hanno atteso fiduciosi l’arrivo di chi ha pensato bene di eseguire gli espropri pochi giorni dopo l’alluvione che ha messo in ginocchio l’alessandrino. Gli sciacalli del Cociv hanno pensato di girare alla larga dai presidi e non si sono fatti vedere, mentre alcune pattuglie della digos controllavano da distante l’evolversi della giornata. Come sempre morale alto, ottimo cibo e vino di qualità in abbondanza, sono stati gli ingredienti che hanno permesso che una nuova giornata passasse in serenità fra discussioni, partite a calcio e molti sorrisi. A rendere la giornata ancora migliore sono arrivate le graditissime delegazioni No Tav dalla Valle di Susa e da Torino a rimarcare una volta in più lo strettissimo rapporto di complicità e solidarietà che lega chi lotta contro le grandi opere inutili devastanti per l’ambiente e la salute di tutti.

Se non arriveranno altre lettere nei prossimi giorni, la resistenza agli espropri si sposterà nuovamente ad Arquata Scrivia il prossimo 19 novembre quando ad essere a rischio esproprio sarà parte del terreno che ospita il Presidio No Tav di Arquata a Radimero. Già da oggi possiamo affermare con certezza che quella sarà una giornata certamente impegnativa come quella dello scorso 30 luglio a Serravalle e ad Arquata. Il tempo per eseguire gli espropri stringe e sarà molto improbabile che rinunceranno ad eseguire i loro intenti come avvenuto nella giornata del 10 settembre. Già da oggi facciamo appello a tutte e tutti gli attivisti No Tav – Terzo Valico e a tutti i solidali italiani a mobilitarsi in massa in quella giornata per resistere ancora una volta tutti insieme all’arroganza del Cociv e della classe politica che vuole costruire ad ogni costo il Terzo Valico. Nei prossimi giorni seguiranno indicazioni più precise.

L’intervista a Egio dal blocco di Novi realizzata da radiondadurto.org

 Galleria fotografica del blocco di Novi

Galleria fotografica del blocco di Tortona

Comunicato Movimento No Tav – “Quando piove abbiamo un brivido e sappiamo di chi è la colpa”

Versione integrale del comunicato approvato dall’assemblea No Tav tenutasi ieri, 20 ottobre, a Bussoleno

Proponiamo la versione integrale del comunicato approvato dall’assemblea No Tav tenutasi ieri, 20 ottobre, a Bussoleno. 

Questo il testo:


Ogni volta che piove abbiamo un brivido per quello che potrebbe accadere, e quando il disastro si manifesta però, sappiamo anche di chi è la colpa.

Nel paese dove prioritari sono il Terzo Valico, il Tav e tante opere inutili, la sicurezza dei territori e la salvaguardia delle vite vengono sempre dopo. Le lobby politiche ed economiche usano tutto il potere di persuasione che hanno, a mezzo stampa sopratutto, per convincere l’opinione pubblica di quanto siano portatrici di progresso, posti di lavoro e benessere, le loro grandi opere inutili, le continue colate di cemento su territori che non ce la fanno più.

Noi sappiamo bene che non è così, e non abbiamo bisogno dell’ennesima tragedia per capirlo. Ci siamo rassegnati all’idea che non avremo mai una classe politica in grado di non pensare ai territori come bacini elettorali e luoghi dove far costruire le ditte amiche di turno. Mai come oggi, dove il Governo Renzi parla di progressso e modernità vediamo attuare politiche territoriali vecchie, e nocive, basate sul tunnel più lungo o sul licenziamento più facile.

Pensano di incarnare il futuro e invece ragionano come nella preistoria, questa è la realtà.

L’alluvione di Genova, dell’alessandrino e dell’Emilia dimostrano come non ci sia nessuna credibilità in quelli che poi versano lacrime di coccodrillo dopo che accade la tragedia.

Ogni volta che un fiume esonda, che il tetto di una scuola cade o un presidio sanitario viene chiuso, la nostra determinazione aumenta, e avendo sotto gli occhi la devastazione del nostro territorio e un cantiere inutile, difeso da centinaia di uomini delle forze dell’ordine, siamo sempre più consapevoli di essere nel giusto, di lottare in una direzione utile al futuro di tutti.

Pur pagando un prezzo altissimo in termini giudiziari, non accettiamo più scuse di sorta, o s’investe nelle piccole ed utili opere di salvaguardia del territorio, nel miglioramento della qualità della vita dei cittadini o ci troveremo sempre a fronteggiare l’ennesima tragedia.

Da tempo abbiamo scelto da che parte stare e sappiamo di avere ragione e credibilità nel portare avanti una lotta popolare che parla il linguaggio di sempre più uomini e donne.

Nel dare solidarietà alle popolazioni colpite dalle alluvioni e dalle esondazioni, diciamo a tutti che fermarli è possibile, ma soprattutto che fermarli continua a toccare a noi, tutti e tutte.

In ultimo chiediamo, vista la necessità di manodopera, nei territori colpiti, che le forze dell’ordine impiegate al cantiere di Chiomonte, invece che stare a presidiare il buco della democrazia e il danno più grosso all’economia del paese degli ultimi anni, prendano stivali e pala e vadano a spalare insieme ad i cittadini, attività senza dubbio più utile alla collettività.

Il movimento notav in assemblea, Bussoleno 20/10/2014

Torino, tornano liberi i 3 ragazzi arrestati durante la contestazione al Vertice UE

Martedì 21 Ottobre 2014 15:56

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Si è svolta ieri mattina a Torino l’udienza di convalida per Federico, Simone e Nour, i tre ragazzi arrestati venerdì scorso in piazza Castello durante la contestazione al vertice europeo. Due di loro erano stati portati al carcere delle Vallette, mentre per il terzo, Nour (ancora minorenne), erano stati decisi gli arresti domiciliari.

Ieri mattina si sono presentati di fronte al giudice, che alcune ore dopo ha reso note le proprie decisioni: obbligo di firma quotidiano per Simone e Federico, mentre per Nour sono cadute tutte le restrizioni ed è ora libero.

Ancora una volta, quindi, nel giro di un paio di giorni sono state ampiamente ridimensionate le smanie della Questura, che venerdì in piazza ha mostrato un atteggiamento particolarmente arrogante durante l’arresto dei tre ragazzi, che anche a fermo avvenuto hanno subìto insulti, provocazioni e vessazioni dai solerti agenti della Digos che in piazza non avevano avuto remore a trascinarli a terra ammanettati buttandosi in 5 contro 1.

Liberi tutti!

M5s: “La Regione dà i soldi alle aziende Tav e non agli alluvionati”

M5s: “La Regione dà i soldi alle aziende Tav e non agli alluvionati”
ottobre 21 2014
Non usa mezzi termini Francesca Frediani consigliera regionale del Movimento Cinque Stelle che si scaglia contro la decisione della Regione di stanziare 500 milioni di euro per le aziende che hanno subito danni durante le contestazioni del movimento No Tav in Val di Susa. «La Regione regala mezzo milione alle aziende amiche del Tav, non per quelle colpite dall’alluvione». Denaro anticipato che poi dovrebbe essere restituito agli istituti dalla Stato.

Il provvedimento, a cui fa riferimento la Frediani, porta la firma dell’assessore Giuseppina De Santis, inserito nel programma 2011-2015 delle attività produttive a favore delle aziende che hanno denunciato di essere state vittime di azioni (ad esempio mezzi danneggiati), che non dovranno neppure aspettare la sentenza dei giudici per confermare che si è trattato di “attentato”.
«È singolare come l’assessore regionale decida di sua volontà – spiega la Frediani – anticipando il giudizio della magistratura, quali aziende abbiano subito attentati e quali no. 
Al momento infatti nessuna persona è stata condannata per tali episodi. Dunque come può la Regione avere la certezza che tali eventi siano attribuibili ai No Tav? E non, ad esempio, dovuti a regolamenti di conti della malavita organizzata, peraltro ben presente in Valle come dimostrato dall’inchiesta San Michele?»
«Insomma – continua la consigliera regionale – quando conviene si anticipa la magistratura. Quando invece si tratta di lasciare un paio di poltrone, come insegna il caso Rimborsopoli, si preferisce attendere l’evolversi del processo».
«Alla doppia morale di Chiamparino e compagni siamo ormai abituati. Non riusciremo invece mai ad abituarci all’idea che per le imprese “amiche” del Tav si trovino subito i soldi. Mentre per quelle colpite da calamità naturali, come le recenti alluvioni in basso Piemonte, si debbano aspettare anni se non decenni» conclude la consigliera per poi spiegare di voler portare il caso in Consiglio regionale attraverso una dettagliata interrogazione rivolta alla Giunta.

Tav. La “cresta” italiana è ufficiale: vale 1 a 190

http://contropiano.org/politica/item/27031-tav-la-cresta-italiana-e-ufficiale-vale-1-a-190

 
  •  Lunedì, 20 Ottobre 2014 17:02

Tav. La &quot;cresta&quot; italiana è ufficiale: vale 1 a 190

Chissà come l’ha scritto l’articolo che riportiamo qui sotto una delle penne torinesi più convinte della realizzazione della Torino Lione…Ma tant’è che tocca dire come stanno le cose. E così si scopre che la “nuova Ltf” ovvero la nuova società mista italo-francese che sostituirà la Lyon-Turin Ferroviarie per i prossimi step come da accordo fra i governi, fa fatica a nascere perchè la “cresta” che la lobby del Tav propone è a dir poco imbarazzante. Rfi vorrebbe raggranellare un pò di soldi anche da questo atto, visto che questa fase del Tav è sempre più fuori budget e fuori tempo e anche il finanziamento europeo è sempre più a rischio, così fa un calcolo che la Francia boccia senza appello. La su a metà di Ltf vale 95 milioni di euro a fronte della stessa parte francese che è stimata per 500 mila. Insomma una cresta con un rapporto da 1 a 190.

Tentativo maldestro che fa emergere quanto stia tutto in piedi con il nastro adesivo e ma che rappresenta anche, l’arroganza e la superbia con la quale in Italia questa vicenda è trattata.

Di seguito l’articolo di Repubblica

Quel che in Francia vale 500 mila euro, in Italia vale 95 milioni. Una differenza clamorosa, un rapporto di uno a 190 che nessuna differenza di principi contabili sembra in grado di giustificare. Quella differenza di valutazione sta bloccando la nascita della società mista italo-francese che dovrà sostituire Ltf per costruire e gestire il tunnel di base della Torino-Lione. Una vicenda imbarazzante che crea in queste ore discussioni e scontri nei ministeri romani. Mario Virano sta lavorando a trovare una soluzione. Tutto nasce dalle scelte contabili delle ferrovie italiane nel 2007. Fino ad allora infatti il valore di Ltf era lo stesso di qua e di là delle Alpi. La Lyon-Turin Ferroviarie era stata costituita nel 2001 con un capitale sociale di 1 milione di euro ed era posseduta per metà dalle ferrovie francesi e per metà da quelle italiane. Ciascuno aveva una partecipazione del valore di 500 mila euro. Nel 2007 il colpo di scena: le ferrovie italiane iscrivono a bilancio il valore della partecipazione di Ltf a 95.121 milioni di euro. Quel valore è rimasto tale fino ad oggi, come si deduce dal bilancio 2013 di Rfi (pagina 134). All’epoca le ferrovie sostennero che l’incredibile aumento di valore era stato deciso per osservare i principi contabili imposti dalla legge italiana. In sostanza, calcolando diversamente il di una stessa cosa, quel che in Francia vale mezzo milione in Italia ne vale 95.
La circostanza sta creando non pochi problemi. Il 7 otto- bre scorso infatti la Francia ha annunciato di voler affidare al suo ministero del Tesoro la quota del 50 per cento della nuova Ltf che costruirà e gevalore stirà il supertunnel. Dunque lo Stato francese pagherà 500 mila euro alle ferrovie d’oltralpe, esattamente il valore della partecipazione. Analogamente dovrebbe fare il Tesoro italiano. Ma Rfi si mette di traverso perché se ottenesse, come dovrebbe, i 500 mila euro dallo Stato italiano, svaluterebbe di quasi 95 milioni la sua partecipazione creando un buco, tecnicamente una minusvalenza, nel bilancio. Così da settimane il braccio di ferro tra Tesoro italiano e Rfi sta bloccando l’operazione. “Una situazione che si risolverà entro pochi giorni”, garantisce Mario Virano che in queste ore sta tenendo i contatti con i ministeri romani.
“Una storia incredibile”, commenta il parlamentare del Pd Stefano Esposito. E aggiunge: “Senza un intervento delle istituzioni locali per sbloccare la vicenda, si rischia ancora una volta di dare fiato a chi l’opera la osteggia “.
Al di là dei riflessi che la storia finirà per avere sulla vicenda Tav, resta il fatto singolarissimo che si possa moltiplicare per 190 il valore di un bene e iscriverlo così a bilancio. Una stranezza sulla quale si preannunciano non poche polemiche

da NoTav.info

Dall’assemblea popolare un cammino di lotta e solidarietà

post 21 ottobre 2014 at 02:08

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Il Palanotav pieno come nelle occasioni che contano. Un clima allegro e al contempo pensieroso ha fatto da cornice per tutta la sera alla discussione del movimento, chiamato a decidere le mobilitazioni dei prossimi mesi, dove si attenderanno due sentenze molto importanti: la sentenza per Chiara,Claudio, Mattia e Niccolò e quella del maxiprocesso. Entrambe previste per l’inverno, tra dicembre e gennaio, sono state oggetto di discussione per tutta la serata. Molte idee in merito, con diverse proposte da discutere ancora più a fondo ed altre da organizzare da subito per la loro migliore riuscita.

Il dato certo è che il movimento notav risponderà alle sentenze, facendo del suo meglio. Sono state rimandate ad alcune assemblee nei paesi e ad una nuova assemblea popolare le decisioni effettive ma fin da subito possiamo dire che faremo appello alla mobilitazione territoriale, come avvenne già il 22 febbraio scorso, per la metà di novembre, e che in Valle l’otto dicembre potrebbe essere la data giusta per una manifestazione che denunci l’ingiustizia di questi due processi e rilanci la lotta.

In una serata riflessiva e senza troppi acuti, il movimento si è confrontato come fa da sempre, a viso aperto, tutti insieme. Nei prossimi giorni elaboreremo tutti insieme le proposte e, calendario alla mano, daremo il via alla mobilitazione.

Quando piove abbiamo un brivido e sappiamo di chi è la colpa – il documento di solidarietà alle popolazioni colpite dall’alluvione letto e approvato dall’assemblea.

Continua la maledizione del #Civediamolundici: Renzi dà buca a Torino per la terza volta, niente Chiomonte e Salone del Gusto

Continua la maledizione del #Civediamolundici: Renzi dà buca a Torino per la terza volta, niente Chiomonte e Salone del Gusto
ottobre 21 2014
Rischia di diventare un vizio, Matteo Renzi deve avere qualche problema con Torino, visto che ogni volta che si annuncia una sua visita dopo poche ore arrivano le smentite o si parla di difficoltà. E lo stesso discorso vale per il tour al cantiere Tav di Chiomonte, promessa mai mantenuta. La maledizione dell’11 luglio ci verrebbe da dire, data in cui Renzi aveva annunciato che si sarebbe svolto il summit dei ministri europei del Lavoro. Guidati dall’ex sindaco di Firenze. E invece non se ne fece più nulla, dopo che Pretura e Questura sconsigliarono il capoluogo piemontese per motivi di sicurezza, visto che si stava preparando il controvertice sotto la sigla #Civediamolundici. Ma torniamo ai giorni nostri. Neanche 24 ore dopo l’annuncio della presenza di Renzi all’inaugurazione al Salone del Gusto, si scopre che in agenda il premier ha un incontro con Sergio Chiamparino, presidente della Regione Piemonte giovedì alle 8,30 ma a Roma. 

Il faccia a faccia tra i due è sulla legge di Stabilità. Per arrivare a Torino poi, bisognerà far correre le lancette dell’orologio e magari usare voli di Stato per il taglio del nastro previsto per le 11. Sorpresa. A quanto pare anchePiero Fassino potrebbe non essere presente alla Kermesse al Lingotto visto che si troverà anche lui a Roma per una riunione dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (Anci) di cui è presidente. Insomma, Una cosa è certa, Matteo Renzi, anche questa volta in Val di Susa non ci andrà, a meno che non abbia già acquisito il dono dell’ubiquità. Resta il fatto che ormai si può parlare veramente di maledizione del #Civediamolundici.

Renzi a Torino per il Salone del Gusto. In programma anche una visita al cantiere Tav di Chiomonte

http://www.nuovasocieta.it/torino/renzi-a-torino-per-il-salone-del-gusto-in-programma-anche-una-visita-al-cantiere-di-chiomonte/

NuovaSocietà
Renzi a Torino per il Salone del Gusto. In programma anche una visita al cantiere Tav di Chiomonte
ottobre 21 2014
 
Matteo Renzi giovedì sarà a Lingotto per l’inaugurazione di Terra Madre al Salone del Gusto al Pala Alpitour. Non solo. Come promesso dovrebbe anche fare una velocissima tappa al cantiere Tav di Chiomonte, appuntamento saltato un mese fa, ufficialmente per motivi meteorologici (poiché l’elicottero con cui doveva arrivare non poteva atterrare a causa del maltempo).

La visita questa volta sembrerebbe certa, anche perché un altro pacco porterebbe a non poche critiche all’interno del suo partito, che nella linea Torino-Lione ha scommesso molto. 
La visita al Salone del Gusto offrirebbe anche l’occasione per il premier per un faccia a faccia con il presidente della Regione Sergio Chiamparino, soprattutto dopo le scintille tra i due dovute ai tagli alle Regioni imposte dal governo.

SI PUO’ STARE SIA CON TERRA MADRE CHE CON LE GRANDI OPERE INUTILI?

Lettera aperta a Carlin Petrini, fondatore di Slow Food, a proposito della visita di Renzi a Torino

Caro Petrini,

ci giunge notizia che l’attuale presidente del Consiglio, giovedì 23 verrà a Torino per inaugurare Terra Madre e poi si recherà al cantiere di Chiomonte dove si sta lavorando per realizzare il collegamento ferroviario di alta velocità Torino – Lione.

Non si può che rimanere esterrefatti dinanzi a tanta impudenza. Da un lato partecipare ad un evento che celebra il rapporto dell’uomo con la sua terra e dall’altro benedire l’espropriazione dell’uomo dalla propria terra. Per un’opera che tutti, e Renzi tra questi, sanno perfettamente inutile.

Coerenza vorrebbe che Renzi scegliesse da che parte stare. Se dalla parte dei contadini e di chi ama la propria terra o dalla parte del cemento che questa terra elimina per sempre.

Del resto, Lei, Petrini, è ben conscio di ciò, essendosi schierato contro quell’abominevole parto dell’attuale governo che è il decreto “Sblocca Italia”, nei cui confronti ha avuto giustamente parole dure nell’istant book “Rottama Italia” edito da Altreconomia, in cui si sottolinea come questo governo acceleri sul piede della distruzione del territorio come e più di altri governi che l’hanno preceduto. Altro che conservazione del territorio e di chi lo abita!

Grati, se Lei vorrà farsi portavoce consapevole di queste nostre considerazioni.

Fabio Balocco, Alessio Ariotto, ………………..