Ormai è tardi

ormaietardi.bannerIl Movimento No TAV e l’Opposizione francese alla Lyon-Turin

richiamano l’attenzione degli organi di informazione su quanto sotto riportato.

La Torino-Lione è pronta a perdere altri 33 milioni di euro di contributi europei. E’ ufficiale: lo scavo del Tunnel de La Maddalena non sarà ultimato entro il termine perentorio fissato dall’Unione Europea del 31 dicembre 2015. A sconfessare tutti i pomposi annunci governativi è la stessa LTF (la società pubblica italo-francese cui è affidata l’opera): nelle sue ultime gare di appalto, pubblicate questa estate, la fine lavori è indicata a dicembre 2016. Ancora più pessimista il Ministero delle Infrastrutture: il suo sito web comunica che la galleria sarà finita solo a giugno 2017. Eppure la Commissione Europea era stata chiara: nessun contributo sarà erogato per lavori svolti oltre il termine. Sconti e indulgenze sono passati di moda a Bruxelles.

Strano ma vero, a dirlo sono proprio loro

L’11 giugno 2014 LTF pubblica un avviso di gara di appalto per il monitoraggio ambientale sullo scavo del Tunnel de La Maddalena. LTF richiede di indicare il costo di tali servizi «jusqu’au PK 7+741 environ (qu’il est actuellement prévu d’atteindre en décembre 2016)» ovvero fino a 7741 metri di scavo “che attualmente si prevede di raggiungere nel dicembre 2016” (1).

Le pagine “Cantieri Italia” del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti pubblicano i dati ufficiali e aggiornati delle opere finanziate dal CIPE. La scheda “Cunicolo esplorativo de La Maddalena in variante” non lascia spazio ad interpretazioni: “Fine lavori: Data Prevista: giugno 2017 (2).

Solo metà galleria? Perso metà contributo

Nel marzo 2013 la Commissione Europea è costretta a revocare metà dei contributi agli studi preliminari per la Torino-Lione, in quanto “per via di ulteriori ritardi, l’azione non potrà essere portata a termine entro il 31 dicembre 2015. Si è dovuto pertanto aggiornare l’ambito dell’azione per includervi unicamente le attività che potranno effettivamente essere realizzate.” (3).

Oggi, dopo 39 mesi dall’apertura del cantiere, LTF ha scavato appena il 17% dei 7541 metri totali del tunnel geognostico (4). E non finirà prima di dicembre 2016, forse giugno 2017, forse oltre. La decisione UE è perentoria: sarà erogato il contributo esclusivamente su quanto realizzato effettivamente entro la “data di completamento dell’azione: 31.12.2015”. Ad allora, al ritmo attuale, LTF non sarà che al 50% dello scavo. Quindi metà dell’importo non risulterà finanziabile perché fuori tempo massimo. Il conto è presto fatto. L’intero Tunnel de La Maddalena sono 131,6 milioni € di costo ammissibile, metà Tunnel non realizzato vale 65,8 milioni €. Qui il contributo UE coprirebbe il 50%, quindi si perdono 32,9 M€.

L’Europa non starà a guardare

Il 30 settembre scorso alcuni eurodeputati del nuovo Parlamento Europeo hanno incalzato Maroš ŠEFČOVIČ, candidato Commissario ai Trasporti, nel corso della sua audizione, per richiamare la sua attenzione sulla necessità di una revisione delle decisioni sul progetto Torino-Lione, inutile, esorbitante e sottostimato.

Una riunione al Parlamento Europeo di Bruxelles avrà luogo il 14 ottobre per scambiare conoscenze tra esperti No TAV ed eurodeputati e per migliorare il dialogo tra cittadini e istituzioni europee affinché i nuovi deputati possano argomentare le loro posizioni in vista delle decisioni che il PE dovrà assumere nei prossimi mesi sul progetto della Torino-Lione (5)

Numerosi eurodeputati invieranno interrogazioni scritte al nuovo Commissario ai Trasporti, non appena sarà nel pieno dei suoi poteri, con riferimento all’inutilità del progetto, alla cattiva gestione dei lavori in corso a La Maddalena, e alla necessità che il co-finanziamento europeo sia erogato a progetti sicuramente utili e con ritorno economico rapido proprio con riferimento alla necessità di risanamento dei bilanci di Italia e Francia. Una richiesta di esame delle attività svolte da LTF sarà inviata anche alla Corte dei Conti e all’OLAF. 

Le ultime parole famose di Lupi e Virano

Il 15 luglio 2014, durante una visita al cantiere de La Maddalena, il Ministro Lupi conferma che «i tempi di conclusione al 31 dicembre 2015 dell’intero tunnel saranno rispettati» (6). Peccato sia sconfessato in contemporanea proprio dal suo stesso Ministero, il cui sito segnala già un ritardo di un anno e mezzo rispetto alle “garanzie” del Ministro.

L’8 settembre 2014 il Commissario Virano rincara dicendo che “gli scavi di Chiomonte per la Tav Torino-Lione «stanno procedendo senza reali problemi ed è confermata la previsione di terminarli entro la fine del 2015» (7). Un’affermazione che ha dell’incredibile, in plateale contraddizione con quanto indicato in appalti pubblici usciti solo due mesi prima. Il Commissario controlla l’operato di LTF o si affida all’immaginazione?

Confrontate con le banali informazioni di immediata consultazione pubblica qui richiamate, le roboanti quanto compulsive rassicurazioni di ministri e commissari si salvano a malapena dal ridicolo. In un paese normale la conclusione sarebbe una sola: dimissioni.

Note e riferimenti

(1) Lyon Turin Ferroviaire, Francia-Chambéry: Servizi di consulenza in ingegneria ambientale, 2014/S 110-195236, Avviso di gara – Settori speciali, Servizi, II.2.1 http://ted.europa.eu/udl?uri=TED:NOTICE:195236-2014:TEXT:IT:HTML&tabId=2

(2) Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Cantieri Italia, Cunicolo esplorativo de La Maddalena in variante, Cronoprogramma dell’opera, http://cantieri.mit.gov.it/Lists/Scheda%20Tecnica/DispForm.aspx?ID=135

(3) Decisione della Commissione C(2013)1376 5.3.2013  http://www.presidioeuropa.net/blog/?p=3721

(4) Lyon Turin Ferroviaire, http://www.ltf-sas.com/accueil-italien/

(5) http://www.presidioeuropa.net/blog/?p=5025

(6) Adnkronos, “Tav: Lupi, ad agosto riunione task force su opere compensazione”, 15 luglio 2014,http://www.regioni.it/it/show-tav_lupi_ad_agosto_riunione_task_force_su_opere_compensazione_/news.php?id=357249

(7) Ansa, “Tav: Virano, si procede senza problemi”, 8 settembre 2014,http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2014/09/08/tav-virano-si-procede-senza-problemi_5af4bbc5-bb76-44bc-83cf-ec393d208973.html

Documentazione completa:

Contributo di Daniel Ibanez, Agosto 2014

Intervento di Daniel Ibanez per la conferenza stampa – En France les choses ont été clarifiées

Info: PresidioEuropa 320 265 9560

Torino è in movimento. Si è formato il comitato locale Stop al Trattato Ttip – Torino

Torino, 2 ottobre 2014 – Comunicato Stampa

TORINO È IN MOVIMENTO. SI È FORMATO IL COMITATO LOCALE STOP AL TRATTATO TTIP – TORINO
Fermiamo il trattato di liberalizzazione commerciale USA-UE per arrestare l’attacco del libero commercio contro la democrazia e diritti sociali e ambientali
.

Si è formato, anche a Torino, il Comitato locale della campagna Stop Ttip, a sostegno della Campagna Nazionale nata nel febbraio 2014 per coordinare organizzazioni, reti, realtà e territori che si oppongono all’approvazione del Trattato di Partenariato Transatlantico su commercio e Investimenti (TTIP). – http://stop-ttip-italia.net/



L’attività del Comitato STOP TTIP Torino sarà quella di coinvolgere la cittadinanza, associazioni, il mondo politico ed imprenditoriale del territorio torinese nell’opposizione all’approvazione del Trattato di Partenariato Transatlantico su commercio e Investimenti (TTIP).

Il Comitato torinese è uno spazio aperto a realtà, gruppi e singoli che vogliono attivarsi nella campagna contro il Ttip, campagna che vuole denunciare e fermare le politiche neoliberiste e l’austerità che distruggono democrazia, diritti, economia reale ed ecosistema
 e che favoriscono da sempre solo i rapaci interessi delle grandi società multinazionali a scapito di quelli delle popolazioni.

Il Comitato in piena sintonia sosterrà tutte la Campagne europee e nazionali attraverso la partecipazione e la creazione di eventi e manifestazioni finalizzate al coinvolgimento ed alla corretta e completa ed approfondita informazione su cosa sia il Ttip e ed e le pesanti ricadute di una sua eventuale approvazione.
Primo appuntamento sarà con un volantinaggio nelle strade e nelle piazze di Torino l’11 ottobre 2014 in occasione della Giornata di Mobilitazione Europea Stop Ttip.

http://www.stop-ttip-ceta-tisa.eu/it/

COMITATO STOP TTIP TORINO
Per adesioni ed informazioni: stopttip.torino@gmail.com
 – Tel: 347.3115822

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Prime Organizzazioni promotrici e aderenti [lista aggiornata al 2 ottobre 2014]


Attac – Torino
Puntozero Connettivo Politico
Arci – Torino
Partito Umanista – Torino
Comitato Acqua Pubblica – Torino
Alternativa – Torino
Pandora TV
Associazione Voglia di Futuro
Medicina Democratica – Torino
La Comunità per lo Sviluppo Umano – Torino
Coscienza Comune
Pro Natura Regionale
Movimento Consumatori Torino
Rifiuti Zero
No Inceneritore
Comitato W la Costituzione
Alter Polis – Collettivo studenti Politecnico Torino
Libertà e Giustizia – circolo Torino
Azione Civile
Altro Piemonte – Torino
MAG4 Piemonte
CUB Sanità Assistenza Torino
Circolo di Rifondazione Comunista “Teresa Seita” – Venaria (TO)

Presidio No Tav al Tribunale per accogliere l’ispettore del CSM

Presidio davanti al Tribunale di Torino in attesa dell’Ispettore del CSM.

Tribunale Bruno Caccia – Torino
di Leonardo Capella

Venerdì 3 ottobre  davanti al tribunale Bruno Caccia di Torino gli attivisti No Tav  del comitato Torino e cintura hanno dato vita ad un presidio in occasione dell’annunciato arrivo di un ispezione del CSM (Consiglio Superiore della Magistratura).

Il presidio si riallaccia a quanto da tempo denunciato dal Movimento No Tav in merito all’accanimento giudiziario da parte della Procura di Torino nei confronti degli oppositori all’Alta Velocità.

In particolare si è posto l’accento sulla scelta delle restrizioni della libertà messa in atto nei confronti di Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò accusati di terrorismo, sono già infatti dieci mesi che i quattro sono in carcere in regime di alta sicurezza .

Accusa ritenuta infondata dalla Cassazione lo scorso maggio ma per la quale continua sia il processo che il carcere.

Fotogallery del presidio

 [Visualizza slideshow]

L.C. 3.10.14

Maxiprocesso No Tav. I video confermano i lacrimogeni altezza uomo e l’incitamento alla violenza tra le Ff.Oo.

“Spara, sparagli in faccia a quello lassù”. I video confermano il lancio di lacrimogeni rasoterra con audio che denunciano l’incitamento alla violenza da parte delle Forze dell’Ordine.L’allegato 7 farebbe fermare il cantiere per illegittimità.

di Valsusa Report.

Protagonisti i video. Grazie alla consulenza e al lavoro dei tecnici Carlo Bachschmidt – autore del documentario Black Bloc e consulente per la perizia sulla scuola Diaz, fatti del G8 di Genova – e Luigi D’Alfie, sono state analizzate le riprese, in particolare quelle effettuate dalla Polizia di Stato, nei giorni del 27 giugno e del 3 luglio 2011.

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Nel primo caso il consulente ha esposto il lavoro che ha realizzato sulla base dei video forniti dalla difesa, realizzati da quattro operatori di polizia. Sincronizzando i materiali tra loro, ciò che ne risulta è la rappresentazione di quello che succedeva su più fronti contemporaneamente e le incongruenze delle lesioni e dei luoghi ove si trovavano gli agenti; in alcuni casi le pietre scagliate sarebbero cadute in zone che a quel momento non erano affollate di agenti.

Il lavoro ha concesso la possibilità di approfondire ancora una volta le dinamiche degli avvenimenti: dalla condotta dei manifestanti all’uso degli idranti, lancio di sassi e lacrimogeni da parte delle Forze dell’ordine. Inoltre, gli audio delle riprese ascoltati singolarmente rivelano espressioni pesanti, come “Carica! Ammazzateli, carica!”, “Spara, sparagli in faccia a quello lassù” provenienti dai video che ritraevano in particolare agenti.

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Il tecnico Luigi D’Alife, specializzato in produzione e post-produzione video, ha preso poi in analisi filmati e foto – anch’essi prevalentemente prodotti dall’accusa – relativi alla data del 3 luglio, con un occhio di riguardo per i fatti avvenuti nell’area della centrale elettrica di Chiomonte. Durante l’intervento si è tornati ancora una volta sul lancio di lacrimogeni “paralleli al terreno e in direzione dei manifestanti”.

In precedenza alle due consulenze, al centro dell’udienza, Ltf come parte civile nel processo, ha presentato le sentenze riguardanti la legittimità dell’opera, (sentenza rif. Comunità Montana Valle Susa contro Cipe del 3 agosto 2011 progetto preliminare tunnel di base e sentenza rif. Comunità Montana Valle Susa contro Cipe N° 86 del 18 novembre 2010 progetto definitivo tunnel geognostico della maddalena) in quanto ritenute rilevanti poiché la definita “presunta illegittimità dell’opera” è stata usata più volte come spiegazione alla presenza degli imputati. Tutto viene basato sul mancato ricorso in appello della Comunità Montana, cosa che risulta impossibile dal momento che è stata messa in liquidazione il giorno 30 marzo 2014.

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La sentenza appunto risale al 28 marzo 2014. L’avvocato Bongiovanni fa inoltre notare alla corte che una parte delle sentenze contro il Cipe fanno riferimento allegato 7 DPEF 2010-2013 dove l’allora avvocato Valfrè riferiva che la Torino-Lyon non era uscita dalla Legge obiettivo. Nell’allegato 7 DPEF 2010-2013 che definisce in pratica le opere da finanziare e quindi cantierabili, la linea Torino-Lyon non c’è; un “falso ideologico” che in appello avrebbe presumibilmente invertito le sentenze e dichiarato il cantiere illegale.

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L’avvocato Bongiovanni deposita l’allegato 7.

Sia prima sia dopo le parole dei tecnici alcuni degli imputati (Guido Fissore e Pino Conversano prima, Matteo Greco e Luca Centanni successivamente) hanno rilasciato le proprie dichiarazioni, ribadendo le motivazioni della loro presenza durante le giornate in questione.

Qui il documento, note a pag. 77, 86, 92, e 132 esclusione della linea Torino-Lyon:

Allegato al 7° DPEF 2010 2013

V.R.  3.10.14

Dichiarazione spontanea di Pino Conversano.

Con questa mia dichiarazione spontanea non ho intenzione di ribadire quegli elementi che sono già emersi dall’interrogatorio a cui mi sono sottoposto in questa sede. Non vi racconterò nuovamente i miei movimenti nel primo pomeriggio del 3 luglio nei pressi della centrale elettrica a Chiomonte.

In quella giornata mi sono recato a Chiomonte per unirmi al popolo No Tav che manifestava contro l’illegittimo sgombero della Libera Repubblica della Maddalena e contro quelle reti innalzate per delimitare il non-cantiere.

In questo procedimento sono accusato di lesioni a pubblico ufficiale, resistenza e concorso morale.

Per quanto riguarda le lesioni, l’accusa la rispedisco al mittente. Le tre pietre che ho scagliato da notevole distanza verso le forze dell’ordine, se pur avessero colpito qualcuno, non avrebbero certamente avuto la forza di creare quelle lesioni che ho potuto osservare al presidio medico allestito di fronte alla centrale elettrica, ferite causate dai candelotti dei lacrimogeni lanciati mirando i corpi dei manifestanti. La mia è stata solamente resistenza ad un attacco chimico durato più ore e perpetrato ai danni della popolazione che manifestava il proprio dissenso. Vi ricordo che a scatenare lo spropositato attacco delle forze dell’ordine fu una corda legata e tirata ad una rete fissata ad un blocco di cemento.

Sono imputato in questo procedimento non solo per ciò che ho commesso il 3 luglio, cioè il lancio di tre pietre che il palmo della mia mano riusciva a tenerle tutte insieme, ma per quello che dovrei rappresentare.

Nella ricostruzione dei fatti che la Digos e Procura di Torino hanno tentato di costruire, il personaggio dell’antagonista che lotta da anni contro il sistema è utile.

Voglio ricordarvi che nella “Ordinanza di custodia cautelare in carcere” (dicembre 2011) la Digos ha comunicato che sono noto ai funzionari di questura da oltre 22 anni (pag. 184). Sono nato nel 1978, nel 2011 avevo 33 anni, da ciò che afferma la Questura e con un semplice calcolo, all’età di 11 anni sarei dovuto già essere un pericoloso sovversivo. A 11 anni leggevo Topolino e gli unici amici che avevo erano quelli dell’oratorio di quartiere. La prima volta che ho avuto un incontro con funzionari Digos è stato nel ‘96 o ‘97 a latere di una manifestazione degli studenti medi. Questo, che può sembrare una banalità, in realtà è sintomatico di come il tutto sia stato confezionato ad arte per dipingere personaggi utili a definire i cattivi del movimento No Tav.

Inoltre, a pagina 223 della suddetta ordinanza, scrivete che “i violenti scontri […] non sono stati estemporanei lo evidenzia, oltre l’organizzazione in loco, anche l’equipaggiamento (abbigliamento e oggetti atti al travisamento) che non è , certamente frutto di improvvisazione e che, al contrario, è elemento fortemente indiziante la preordinazione e il perseguimento di un unico, comune, obiettivo.” Quindi, secondo ciò che afferma l’accusa, io, il cattivo antagonista No Tav, sono giunto a Chiomonte con l’equipaggiamento utile per assediare, sfondare e rioccupare il territorio chiamato Libera Repubblica della Maddalena. Qualcuno direbbe “ma mi faccia il piacere!” Il 3 luglio nel mio zaino c’erano: una borraccia d’acqua, un paio di occhiali da sole graduati, una felpa di cotone leggero e un fazzoletto. Per mia fortuna avevo con me questi ultimi due elementi che mi hanno dato la possibilità di non perdere i sensi e di difendermi dalla bruta violenza che le polizie dello Stato Italiano sono state in grado di mettere in campo lanciando più di 4000 lacrimogeni al CS, armi chimiche vietate per azioni militari ma in grado di alterare il DNA e sfondare le ossa se lanciati in modo inopportuno.

Contro gli imputati di questo procedimento lo Stato ha messo in campo un apparato repressivo in grande stile. Ci ha attaccato fisicamente il 27 giugno e il 3 luglio 2011; poi dal 26 gennaio 2012, ci ha represso dapprima con una spettacolare retata mediatica (quasi 300 agenti coinvolti), poi con settimane di carcere preventivo e con mesi di arresti domiciliari con il divieto di comunicare con i più stretti parenti. Non ultima la scelta di questa ignobile aula bunker storicamente riservata ai processi contro la mafia o il terrorismo; aula che è stata appositamente rispolverata per i No Tav. Trattamenti questi, normalmente riservati alla criminalizzazione prima di qualunque sentenza.

Tutto quest’apparato repressivo ha lo scopo di dipingerci agli occhi dell’opinione pubblica come i nemici numero uno dello Stato; l’affermazione dell’allora Ministro Cancellieri “La Tav è la madre di tutte le preoccupazioni”lo conferma. (cfr. articolo de il Fatto Quotidiano: http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05/14/caso-adinolfi-indagini-legami-greci-cancellieri-verranno-usati-soldati/228791/) Vi ricordo che sono qui tra i banchi degli imputati per aver lanciato tre sassi. Con questo non ho interesse a ridimensionare la mia posizione o ciò che si vuole far apparire della vicenda. È chiaro che in questo processo, noi imputati No Tav, siamo considerati e trattati come i peggiori criminali, come coloro che cospirano contro la nazione, insomma come i nemici dello Stato. Questa non è una deduzione, ma è un dato certo che trova conferma nella costituzione a parte civile dei Ministeri. Se non fossimo stati considerati tali, la Presidenza del Consiglio dei Ministri non avrebbe osato fare quella goffa richiesta di danni d’immagine, da questo Tribunale rigettata.

Dichiarazione spontanea di Luca Centanni.

Il 27 giugno ero presente come tanti altri notav in Val Susa, alla Maddalena. In quelle giornate, precedenti lo sgombero forzato del presidio denominato Libera Repubblica della Maddalena, in tanti ci siamo accampati, in tanti abbiamo partecipato alle iniziative, ai dibattiti. Un’intera collettività che difende il proprio territorio dalla devastazione, contro un opera inutile e dannosa che per gli interessi forti che essa alimenta si vuole porre in essere con ogni mezzo necessario, contro il volere popolare di un’intera comunità e che negli anni ha visto crescere la solidarietà e la partecipazione di migliaia di persone, non solo della valle ma di tutto il paese.

In piena e crescente crisi economica il tav è uno spreco di denaro pubblico che invece dovrebbe essere utilizzato per contrastare l’impoverimento sociale causato dagli effetti della crisi ed essere investito in servizi sociali, scuole e ospedali.

Per questi motivi il 27 giugno ero presente in valle. Quel giorno ho visto mezzi pesanti farsi avanti fra la gente, incurante dei pericoli che questi potevano procurare alle migliaia di persone che erano li presenti ad ostacolare lo svolgersi dello sgombero: la pinza meccanica dall’autostrada che sradicava, senza porsi alcun problema per la sicurezza delle persone che aveva davanti a se, la barriera protettiva, “barricata Stalingrado” allestita nei giorni precedenti lo sgombero. Ho visto giovani e anziani piegati dal dolore per la nube tossica e dal bruciore agli occhi procurati dai tanti lacrimogeni al cs sparati dalle forze dell’ordine e dall’elicottero che dava supporto all’operazione di sgombero.

Completamente avvolti nella nube dei gas con la gente che non riusciva più a muoversi per il malore, nella rabbia generale, provocata da un attacco sproporzionato e l’uso massiccio di lacrimogeni, ho cercato di salvaguardare istintivamente chi non si reggeva più in piedi mentre gli agenti in assetto antisommossa, brandendo scudi e manganello, si facevano largo fra la gente. Intorno a me regnava il panico: uomini e donne, che ormai resi ciechi dai cs, non capivano in che direzione andare, come uscire da quella nube tossica che ci avvolgeva. In quei momenti è anche comprensibile che qualcuno abbia istintivamente pensato di reagire a quell’attacco sproporzionato.

Anch’io ho cercato di ostacolare l’avanzata delle FO ma ho desistito per l’intensità della nube di gas che rendeva l’aria irrespirabile.

Tutto questo si svolgeva sul piazzale della Maddalena. Con il continuare dei lanci dei lacrimogeni, alcuni sono rimasti sul piazzale cercando delle vie di fuga dai gas, io, insieme ad altri, siamo saliti sul sentiero che porta a Ramat e mi sono allontanato dal piazzale e dal luogo degli scontri.

La contrarietà e la determinazione con la quale la gran parte della comunità locale si oppone alla realizzazione di quest’opera è dettata, non da una questione ideologica ma dal buon senso.

E.S. 04.10.14

“Gli amministratori No TAV non partecipino alla creazione del comitato di pilotaggio”

La legge regionale n.4 del 2011, Promozione di interventi a favore dei territori interessati dalla realizzazione di grandi infrastrutture, imitazione della “Démarche Grand Chantier” che peraltro nemmeno in Francia ha mai funzionato, è un inganno, un’accozzaglia di falsità messe insieme dalla politica nostrana per cercare di far digerire ai territori un’opera inutile e costosissima, spacciando per reale l’illusione di ricadute positive sull’occupazione e l’economia.
Nessuno, purchè dotato di un minimo di onestà intellettuale, potrebbe negare questa evidenza.
Il M5S lo sostiene da sempre, e l’ha dimostrato opponendosi strenuamente alla sua approvazione nella scorsa legislatura, denunciando la sua incostituzionalità e il conflitto con la liberalizzazione europea degli appalti.
Il dialogo tra i sostenitori dell’opera e il territorio valsusino è interrotto da anni, l’Osservatorio ha dimostrato tutta la sua inutilità e le udienze in aula bunker sono ormai l’unica occasione in cui possiamo ascoltare le voci dei No TAV.
Considerando il contesto appena descritto, non possiamo che esprimere forte dissenso per la scelta di alcuni sindaci di partecipare alle riunioni in Regione finalizzate alla creazione di quel comitato di pilotaggio previsto proprio dalla legge 4/2011. Se la motivazione alla base della decisione fosse la volontà di riaprire un dialogo con le istituzioni, ebbene noi crediamo che sarebbe opportuno pianificare percorsi esterni rispetto a quelli previsti da questo provvedimento di cui non riconosciamo nè la legittimità nè tantomeno l’utilità. La ripresa di un confronto vero con le istituzioni è sicuramente auspicabile, ma il percorso deve ripartire da capo, evitando di inserirsi in uno schema preimpostato e finalizzato alla realizzazione dell’opera, con il rischio di pericolose strumentalizzazioni delle posizioni degli amministratori valsusini.
Riteniamo che una posizione ferma e chiara da parte degli amministratori No TAV sia doverosa nei confronti di quanti stanno pagando a caro prezzo il loro impegno nel portare avanti le giuste ragioni di opposizione all’opera.
Francesca Frediani – Consigliere regionale M5S Piemonte
Marco Scibona – Senatore M5S

“ECCO I PRIMI RISULTATI DEGLI ACCORDI SENZA ANTIMAFIA”

http://www.marcoscibona.it/home/?p=609

Secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa e dalla stessa LTF sembra che si stia cercando di affrettare i tempi, magari per paura delle ratifiche di ulteriori protocolli aggiuntivi rispetto agli accordi siglati, per realizzare una parte del tunnel di base senza averne mandato.

Al momento, infatti, la Comunità Europea ha deliberato il nullaosta, e i relativi finanziamenti, per i soli lavori di prospezione e non per i lavori realizzativi dell’opera.

I lavori di scavo che si vogliono portare avanti vengono dichiarati come di prospezione, ma tali lavori sono terminati in Francia ormai più di 3 anni fa, mentre questi sarebbero da considerarsi come realizzativi dell’opera stessa (tunnel di base), e quindi non autorizzati e non finanziabili con i fondi relativi ai lavori di studio e fattibilità.

Ci sembra chiara la volontà di aggirare le normative e le procedure autorizzative e quindi, se tali lavori dovessero avere inizio, procederemo con la denuncia agli organi competenti in merito all’eventuale illecito.

Marco Scibona, Senatore M5S
Francesca Frediani, Consigliere regionale M5S Piemonte

No TAV – Comunicato Stampa 4.10.2014 – La Torino-Lione è pronta a perdere altri 33 milioni … Lupi & Virano: dimissioni

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Comunicato Stampa | 4 ottobre 2014

 Il Movimento No TAV e l’Opposizione francese alla Lyon-Turin

richiamano l’attenzione degli organi di informazione su quanto sotto riportato.

 

La Torino-Lione è pronta a perdere altri 33 milioni di euro di contributi europei. E’ ufficiale: lo scavo del Tunnel de La Maddalena non sarà ultimato entro il termine perentorio fissato dall’Unione Europea del 31 dicembre 2015. A sconfessare tutti i pomposi annunci governativi è la stessa LTF (la società pubblica italo-francese cui è affidata l’opera): nelle sue ultime gare di appalto, pubblicate questa estate, la fine lavori è indicata a dicembre 2016. Ancora più pessimista il Ministero delle Infrastrutture: il suo sito web comunica che la galleria sarà finita solo a giugno 2017. Eppure la Commissione Europea era stata chiara: nessun contributo sarà erogato per lavori svolti oltre il termine. Sconti e indulgenze sono passati di moda a Bruxelles.

 Strano ma vero, a dirlo sono proprio loro

L’11 giugno 2014 LTF pubblica un avviso di gara di appalto per il monitoraggio ambientale sullo scavo del Tunnel de La Maddalena. LTF richiede di indicare il costo di tali servizi «jusqu’au PK 7+741 environ (qu’il est actuellement prévu d’atteindre en décembre 2016)» ovvero fino a 7741 metri di scavo “che attualmente si prevede di raggiungere nel dicembre 2016” (1).

Le pagine “Cantieri Italia” del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti pubblicano i dati ufficiali e aggiornati delle opere finanziate dal CIPE. La scheda “Cunicolo esplorativo de La Maddalena in variante” non lascia spazio ad interpretazioni: “Fine lavori: Data Prevista: giugno 2017” (2).

 Solo metà galleria? Perso metà contributo

Nel marzo 2013 la Commissione Europea è costretta a revocare metà dei contributi agli studi preliminari per la Torino-Lione, in quanto “per via di ulteriori ritardi, l’azione non potrà essere portata a termine entro il 31 dicembre 2015. Si è dovuto pertanto aggiornare l’ambito dell’azione per includervi unicamente le attività che potranno effettivamente essere realizzate.” (3).

Oggi, dopo 39 mesi dall’apertura del cantiere, LTF ha scavato appena il 17% dei 7541 metri totali del tunnel geognostico (4). E non finirà prima di dicembre 2016, forse giugno 2017, forse oltre. La decisione UE è perentoria: sarà erogato il contributo esclusivamente su quanto realizzato effettivamente entro la “data di completamento dell’azione: 31.12.2015”. Ad allora, al ritmo attuale, LTF non sarà che al 50% dello scavo. Quindi metà dell’importo non risulterà finanziabile perché fuori tempo massimo. Il conto è presto fatto. L’intero Tunnel de La Maddalena sono 131,6 milioni € di costo ammissibile, metà Tunnel non realizzato vale 65,8 milioni €. Qui il contributo UE coprirebbe il 50%, quindi si perdono 32,9 M€.

 L’Europa non starà a guardare

Il 30 settembre scorso alcuni eurodeputati del nuovo Parlamento Europeo hanno incalzato Maroš ŠEFČOVIČ, candidato Commissario ai Trasporti, nel corso della sua audizione, per richiamare la sua attenzione sulla necessità di una revisione delle decisioni sul progetto Torino-Lione, inutile, esorbitante e sottostimato.

Una riunione al Parlamento Europeo di Bruxelles avrà luogo il 14 ottobre per scambiare conoscenze tra esperti No TAV ed eurodeputati e per migliorare il dialogo tra cittadini e istituzioni europee affinché i nuovi deputati possano argomentare le loro posizioni in vista delle decisioni che il PE dovrà assumere nei prossimi mesi sul progetto della Torino-Lione (5)

Numerosi eurodeputati invieranno interrogazioni scritte al nuovo Commissario ai Trasporti, non appena sarà nel pieno dei suoi poteri, con riferimento all’inutilità del progetto, alla cattiva gestione dei lavori in corso a La Maddalena, e alla necessità che il co-finanziamento europeo sia erogato a progetti sicuramente utili e con ritorno economico rapido proprio con riferimento alla necessità di risanamento dei bilanci di Italia e Francia. Una richiesta di esame delle attività svolte da LTF sarà inviata anche alla Corte dei Conti e all’OLAF.

 Le ultime parole famose di Lupi e Virano

Il 15 luglio 2014, durante una visita al cantiere de La Maddalena, il Ministro Lupi conferma che «i tempi di conclusione al 31 dicembre 2015 dell’intero tunnel saranno rispettati» (6). Peccato sia sconfessato in contemporanea proprio dal suo stesso Ministero, il cui sito segnala già un ritardo di un anno e mezzo rispetto alle “garanzie” del Ministro.

L’8 settembre 2014 il Commissario Virano rincara dicendo che “gli scavi di Chiomonte per la Tav Torino-Lione «stanno procedendo senza reali problemi ed è confermata la previsione di terminarli entro la fine del 2015» (7). Un’affermazione che ha dell’incredibile, in plateale contraddizione con quanto indicato in appalti pubblici usciti solo due mesi prima. Il Commissario controlla l’operato di LTF o si affida all’immaginazione?

Confrontate con le banali informazioni di immediata consultazione pubblica qui richiamate, le roboanti quanto compulsive rassicurazioni di ministri e commissari si salvano a malapena dal ridicolo. In un paese normale la conclusione sarebbe una sola: dimissioni.

 Dossier

Il dossier con la documentazione completa è disponibile al seguente indirizzo:

http://www.notav.info/ormai-e-tardi/

Info: PresidioEuropa 320 265 9560

 Note e riferimenti

(1) LTF – Lyon Turin Ferroviaire, Francia-Chambéry: Servizi di consulenza in ingegneria ambientale, 2014/S 110-195236, Avviso di gara – Settori speciali, Servizi, II.2.1 http://ted.europa.eu/udl?uri=TED:NOTICE:195236-2014:TEXT:IT:HTML&tabId=2

(2) Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Cantieri Italia, Cunicolo esplorativo de La Maddalena in variante, Cronoprogramma dell’opera, http://cantieri.mit.gov.it/Lists/Scheda%20Tecnica/DispForm.aspx?ID=135

(3) Decisione della Commissione C(2013)1376 5.3.2013 http://www.presidioeuropa.net/blog/?p=3721

(4) LTF – Lyon Turin Ferroviaire, http://www.ltf-sas.com/accueil-italien/

(5) http://www.presidioeuropa.net/blog/?p=5025

(6) Adnkronos, “Tav: Lupi, ad agosto riunione task force su opere compensazione”, 15 luglio 2014, http://www.regioni.it/it/show-tav_lupi_ad_agosto_riunione_task_force_su_opere_compensazione_/news.php?id=357249

(7) Ansa, “Tav: Virano, si procede senza problemi”, 8 settembre 2014, http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2014/09/08/tav-virano-si-procede-senza-problemi_5af4bbc5-bb76-44bc-83cf-ec393d208973.html

 

MOVIMENTONO TAV

1989 2014

25 anni di opposizione popolare alla

nuova linea ferroviaria Torino-Lione

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Usa: prematuro riconoscere lo stato di Palestina

Venerdì, 03 Ottobre 2014 23:29

WASHINGTON – Gli Stati Uniti fanno sentire subito la loro voce sulla questione palestinese, dopo che il nuovo premier socialdemocratico svedese, Stefan Lovfen, ha annunciato la volontà del suo governo di riconoscere lo Stato di Palestina, come hanno già fatto Russia, Cina, Turchia, India, Ucraina e Norvegia.

La portavoce del Dipartimento di Stato, Jen Psaki, ha detto che per gli Usa la cosa è in questo momento “prematura”.

http://italian.irib.ir/notizie/palestina-news/item/169807-usa-prematuro-riconoscere-lo-stato-di-palestina

La santa crociata di Obama

Manlio Dinucci

«Che Dio benedica le nostre truppe, che Dio benedica gli Stati uniti d’America»: con queste parole (che invitiamo Papa Francesco a commentare) si conclude la solenne «Dichiarazione sull’Isis», con cui il presidente Barack Obama, in veste di  «Comandante in capo», si è rivolto ieri sera non solo ai suoi concittadini ma al mondo intero. L’America, spiega il Presidente, è «benedetta» perché si assume i compiti più gravosi, a partire dalla «responsabilità di esercitare la leadership». In «un mondo incerto» come quello attuale, «la leadership americana è l’unica costante». È infatti l’America che ha «la capacità e volontà di mobilitare il mondo contro i terroristi», è l’America che ha «chiamato a raccolta il mondo contro l’aggressione russa», è l’America che può «contenere e debellare l’epidemia di Ebola». Con questi toni, che ricordano quelli di un predicatore medioevale all’epoca della Peste Nera («l’aggressione russa» messa sullo stesso piano dell’epidemia di Ebola), il Presidente lancia la nuova crociata contro lo «Stato islamico dell’Iraq e della Siria», avvertendo che «ci vorrà tempo per sradicare un cancro come quello dell’Isis». Nonostante tutto quello che ha fatto finora l’America per combattere il terrorismo, sottolinea, «abbiamo ancora di fronte una minaccia terroristica». Ciò perché «non possiamo cancellare ogni traccia del male dal mondo».

Con questa premessa, che ricorda le crociate del repubblicano Reagan contro l’«impero del male» (l’Urss) e del repubblicano Bush contro «il nemico oscuro che si nasconde negli angoli bui della Terra» (al Qaeda), il democratico Obama enuncia «la strategia degli Stati uniti per sconfiggere l’Isis», articolata in quattro punti. 1) «Una sistematica campagna di attacchi aerei contro l’Isis», in Siria così come in Iraq. 2) «Accresciuto appoggio alle forze che combattono l’Isis sul terreno»: a differenza che in Iraq e Afghanistan gli Stati uniti non invieranno ufficialmente forze di terra, ma consiglieri e istruttori (altri 475 arriveranno in Iraq), finanziando e armando, con un’apposita legge del Congresso, forze irachene e curde e, in Siria, quelle che combattono sia contro «il regime di Assad che terrorizza il suo popolo», sia contro «gli estremisti come l’Isis». 3) «Attingere alle nostre sostanziali capacità di controterrorismo per prevenire attacchi dell’Isis»: ciò avverrà lavorando in stretto contatto con i partner (compreso Israele che si è già detto disponibile a condividere le informazioni della propria intelligence). 4) «Fornire assistenza umanitaria agli innocenti civili che l’Isis caccia dalle proprie case». Gli Stati uniti hanno già costituito «un’ampia coalizione di partner», che forniscono «miliardi di dollari di assistenza umanitaria, armi e sostegno alle forze di sicurezza irachene e all’opposizione siriana». Nei prossimi giorni il segretario di stato Kerry visiterà il Medio Oriente e l’Europa per «reclutare altri partner nella battaglia».

Quella che l’amministrazione Obama lancia non è una strategia che il presidente è costretto ad autorizzare dopo aver sottovalutato la minaccia dell’Isis (secondo una diffusa vulgata), ma una strategia costruita negli anni. Come già ampiamente documentato,  i primi nuclei del futuro Isis si formano quando, per rovesciare Gheddafi in Libia nel 2011, la Nato sotto comando Usa finanzia e arma gruppi islamici fino a poco prima definiti terroristi. Dopo aver contribuito a rovesciare Gheddafi, essi passano in Siria per rovesciare Assad. Qui, nel 2013, nasce l’Isis che riceve armi, finanziamenti e vie di transito da Arabia Saudita, Qatar, Kuwait, Turchia e Giordania, nel quadro di un piano coordinato dalla Cia. Nel maggio 2013, un mese dopo aver fondato l’Isis, Ibrahim al-Badri – il «califfo» oggi noto col nome di battaglia di Abu Bakr al-Baghdadi – incontra in Siria il senatore John McCain, incaricato da Obama di svolgere operazioni segrete per conto del governo (v. foto sul manifesto del 10 settembre). L’Isis lancia poi l’offensiva in Iraq, nel momento in cui il governo al-Maliki sta prendendo le distanze da Washington, avvicinandosi alla Cina e alla Russia. Il reale scopo della strategia varata da Obama è la demolizione della Siria e la rioccupazione dell’Iraq. Inoltre, impegnando gli alleati europei (tra cui l’Italia) sul nuovo fronte mediorientale e allo stesso tempo su quello orientale contro la Russia, gli Stati uniti rafforzano la loro influenza sull’Unione europea, che vogliono unita solo se resta sotto leadership Usa.
http://tlaxcala-int.org/article.asp?reference=13579

L’occupazione approva la costruzione di 2610 unità d’insediamento a Gerusalemme est

Evidenza Gerusalemme – 3/10/2014

Gerusalemme occupata-Quds Press. Un rapporto sui diritti umani ha svelato come le autorità di occupazione israeliane abbiano approvato in via definitiva la costruzione di 2610 nuove unità d’insediamento presso il quartiere ebraico gerosolimitano di “Givat Hamtus”, il quale finirà inesorabilmente per estendersi su territori appartenenti a civili palestinesi.

In una dichiarazione pubblicata il 2 ottobre, l’organizzazione israeliana d’estrema sinistra “Peace Now” ha precisato che le unità d’insediamento verranno realizzate nei territori del villaggio di Bayt Safafa (sito nel sud della Gerusalemme occupata), e negli spazi tra esso e la cittadina di Betlemme ed i suoi sobborghi situati nella Cisgiordania meridionale.

L’organizzazione ha rivelato inoltre che le autorità dell’occupazione, nei prossimi giorni, allestiranno gare d’appalto per la realizzazione delle nuove unità abitative.

“Peace now” ha condannato il progetto di costruzione, definendolo “un ulteriore ostacolo alla realizzazione di due Stati distinti nell’area”.

Il ministro israeliano per le Attività d’Insediamento, Uri Ariel,  ha negato che l’annuncio dell’approvazione al nuovo progetto edile sia stato dato “a bella posta” spiegando che “esso non è affatto legato alle attuali circostanze, bensì rientra nella normale procedura burocratica finalizzata al rilascio di licenze di costruzione per il territorio di Gerusalemme”.

Il sindaco della Gerusalemme occupata, Nir Barkat, ha rifiutato le critiche americane rivolte all’approvazione delle nuove unità d’insediamento nel quartiere di “Givat Hamtus”, ritenendo invece che la loro costruzione “non è nociva e non comporta avvelenamenti climatici, al contrario svolge un ruolo di fondamentale importanza finalizzato al rafforzamento dello Stato d’Israele”.

Traduzione di Giuliano Stefanoni
http://www.infopal.it/loccupazione-approva-la-costruzione-di-2610-unita-dinsediamento-a-gerusalemme-est/