Russia Strengthens Air Defenses With Bases in Belarus and Central Asia

http://www.themoscowtimes.com/business/article/russia-strengthens-air-defenses-with-bases-in-belarus-and-central-asia/509491.html

moscow
 The Moscow Times Oct. 15 2014 17:25 Last edited 17:25

The new airbase in Belarus will be home to a wing of Russian Su-27 fighter jets.

Sergei Porter / Vedomosti

As Moscow moves to bolster its military presence in ex-Soviet allied states, the head of the Russian air force announced that Russia will establish an airbase for fighter jets in eastern Belarus in 2016, state media outlets reported Wednesday.
Colonel General Viktor Bondarev also said Moscow planned to expand its airbases in Armenia and Kyrgyzstan.
The three nations are members of a loose Russia-dominated security alliance known as the Collective Security Treaty Organization (CSTO), which has accelerated efforts to create a unified air defense network as the Ukraine crisis reenergizes the West’s military powerhouse, NATO.
The new airbase in the Belarusian city of Babruysk will expand Russia’s already strong air presence in Belarus. The base will be home to a wing of Russian Su-27 fighter jets, news agency TASS reported.
Even before the conflict in Ukraine, Russia under President Vladimir Putin had been making major efforts to re-establish its historical military presence in Eastern Europe, Central Asia, the Arctic and beyond. Negotiations with Vietnam, Cuba, Venezuela and Nicaragua to establish bases for Russian strategic bombers are ongoing.
“By 2020 … 47 airfields, including in Crimea in the Arctic, will be renovated under the state armaments program,” Bondarev was quoted as saying by Interfax. By 2025, he added, the Russian air force will have restored and reopened over 100 military airbases.
Last year, a unit of Russian fighter jets were deployed to a Belarussian airbase in Baranovichi as part of the countries’ integrated regional air defense network. Russia also announced that it would station fighter jets at a Russian-built airbase in the Belarussian city of Lida, near the country’s border with Poland and Lithuania.
Russian defense officials have characterized these deployments as a response to NATO’s beefed-up air patrols in the Baltics and Poland.
Bondarev was also quoted by RIA Novosti as saying on Wednesday that Moscow is negotiating with Bishkek to reconstruct the Kant airbase in Kyrgyzstan, which is a home for Russian fighter jets under CSTO auspices. While the base is usable, further construction is needed to support Russian strategic bombers, he said.
Bondarev said similar work will be done on an airbase in Armenia, the Soviet-era Erebuni base, which is already home to Russian MiG-29 fighter aircraft.
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British Band Cradle of Filth’s Show Canceled in Siberia Amid Protests Russian Rhetoric Suggests No Reconciliation With West in Near Future Russian Shoppers Feel the Pinch of Inflation Moscow Considers Heated Benches for Winter
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19:55 ZiL, Dozhd, Crimea: Real Estate in Brief
19:52 Russian Women Fight Slowing Economy With Entrepreneurship More Business

See also: Russian Strategic Bombers Approached U.S. Borders

 

La sinistra mangiava un po’ meno – Rimborsopoli inguaia Reschigna

 

Rinvio a giudizio per il vicepresidente Pd della Giunta e per l’assessora Cerutti (Sel). A processo pure il capogruppo Gariglio e il numero due al Senato Lepri. Archiviati Pentenero, Bresso e Boeti. Alla sbarra Leo, Comba e Vignale (Pdl) – LEGGI L’ORDINANZA

Anche la sinistra mangiava a sbafo coi soldi del gruppo, ma un po’ meno. Così mentre una parte dei consiglieri regionali del Pd ottiene l’agognata archiviazione, c’è chi si prepara ad affrontare il processo. Due esponenti della giunta Chiamparino – il vicepresidente e super assessore al BilancioAldo Reschigna (Pd) e la titolare alle Pari Opportunità Monica Cerutti (Sel) – andranno a processo per Rimborsopoli. Il gup Roberto Ruscello ha chiesto nei loro confronti il rinvio a giudizio, la cosiddetta “imputazione” coatta. Il reato contestato è il peculato, il gup ha dato alla procura di Torino dieci giorni a partire da oggi per formulare il capo di imputazione. Escono invece definitivamente dall’inchiesta l’ex presidente Mercedes Bresso, oggi europarlamentare, il vicepresidente del Consiglio Nino Boeti, gli ex consiglieri Pd Rocchino Muliere (ora sindaco di Novi Ligure), Wilmer RonzaniGiuliana Manica e l’attuale assessora a Lavoro e IstruzioneGianna Pentenero. Per questi esponenti democratici è stata accolta la richiesta di archiviazione formulata da a suo tempo dai pm Enrica Gabetta Giancarlo Avenati Bassi.

Vanno invece a giudizio tutti gli altri: il capogruppo Pd e segretario regionale Davide Gariglio, la consigliera astigiana Angela Motta, l’ex consigliere oggi numero due del gruppo dem al Senato Stefano Lepri, l’ex capogruppo di Rifondazione Eleonora Artesio. Processo anche per gli esponenti del centrodestra Gian Luca VignaleFabrizio CombaLuca Pedrale (solo in qualità di capogruppo, mentre ha già patteggiato la sua posizione personale) e Giampiero Leo.

 Il gup ha dunque ravvisato nelle posizioni di Reschigna (probabilmente “aggravata” dal precedente ruolo di capogruppo), Cerutti, Gariglio, Lepri e Motta la mancanza di giustificazione delle spese rimborsate. Già la scorsa settimana, infatti, Ruscello nelle oltre 80 pagine di motivazioni delle condanne comminate con rito abbreviato, aveva insistito sul fatto che nella nozione di “attività svolta dal gruppo” possono rientrare “incontri di studi o convegni”, ma che mai, in alcun modo, possono essere incluse voci che “si risolvono nel mero acquisto di beni quali, ad esempio, abbigliamento, generi alimentari e arredamento”. Ed è proprio nelle spese contestate a Gariglio (mille euro in regali natalizi e oltre 8mila in ristorazione) che si ravvisa il criterio applicato dal giudice. Negli altri casi, probabilmente, è prevalsa la “relativa modestia” degli importi, principio che esclude, almeno a livello teorico (unito alla mancanza del cosiddetto “elemento soggettivo”, vale a dire la consapevolezza di violare le norme), l’interesse personale.

 Si aggiungono così altri dieci consiglieri ai 24 (più l’ex governatore Roberto Cota) per i quali domani mattina si apre domani il processo vero e proprio. Sarà un’udienza tecnica che servirà a unificare in un unico procedimento i due tronconi. La presidente del collegio giudicante, Silvia Bersano Begey – magistrato di grande esperienza ed equilibrio, la stessa del processo a carico dell’ex assessore alla Sanità Caterina Ferrero e del suo ex collaboratore Piero Gambarino –  avrebbe intenzione di far slittare il calendario delle udienze, fissando la prossima alla fine di gennaio del prossimo anno, confortata dal fatto che non c’è alcun rischio incombente di prescrizione (il peculato ha un arco di “scadenza” lungo, 12 anni e sei mesi, quindi c’è tempo fino al 2024).

 LE CONTESTAZIONI

 A Gariglio vengono contestate spese per ristoranti e bar per complessivi 8.306,39 euro, oltre a rimborsi per spese varie (fiori, dolciumi e 30 bottiglie di prosecco Bellavista Couveè) per un totale di 950,10 euro. Complessivamente vi sono circa 60 tra pranzi e cene contestati nel giro di un solo anno. Tra queste figura una cena con 43 persone da 860 euro.

 

A Lepri vengono contestati 7.515,24 euro di rimborsi per ristoranti e bar più altri 4.698,42 per “spese varie”, tra cui dolciumi, panettoni, acquisto da Eni di buoni da 100 euro l’uno. In particolare, nel periodo natalizio, il consigliere ha speso quasi 3mila euro in tre pasti differenti: uno il 15 dicembre da 984 euro, uno il giorno successivo da 943 e infine l’ultimo il 23 dicembre da 966 euro.

 Decisamente inferiore l’importo complessivo delle spese addebitate a Reschigna, sul quale grava il ruolo di capogruppo ricoperto nell’arco di tempo preso in esame dai giudici. Archiviata la sua posizione per le spese effettuate a titolo personale (595 euro di rimborso spese per alberghi e 1.797,40 euro di spese per ristoranti), mentre subisce l’imputazione per i rimborsi relativi alle spese del gruppo: 6.589,57 euro per costi di ristorazione, rinfreschi e catering, oltre a 295 euro per regali. Per quanto riguarda Motta, invece, vi sono rimborsi per spese varie (spumante, prodotti dolciari, penne piquadro, borsa ed altri oggetti) pari a 3.983,36 euro e altri 4.304,12 per ristoranti.

Dal Pd a Sel. L’assessore Cerutti, all’epoca dei fatti capogruppo e unico esponente del partito di Nichi Vendola, si è vista contestare 9.865,04 euro per ristoranti e bar, altri 2.193 per alberghi, spese per trasporti  (biglietti aerei e ferroviari) per complessivi 10.454,05 euro per persone estranee al gruppo consiliare e infine spese per viaggi, missioni e convegni ma anche ricariche telefoniche per soggetti estranei al gruppo per 1.129,28 euro.

 

Infine Artesio, capogruppo della Federazione della Sinistra ed ex assessore alla Sanità, durante la giunta Bresso. A lei vengono contestate spese per soggetti estranei al gruppo per complessivi 1.525,44 euro, rimborso spese e buoni pasto assegnati a “non meglio identificati dipendenti del gruppo” per 4.084,55 euro, l’acquisto di un lettore mp3 da 59,90 euro, spese varie (tra cui pasti singoli, carburante e ricariche telefoniche) per 1.149,79, spese per ristorante per complessivi 4.131,70 euro, rimborso pedaggi autostradali per 1.372,50 euro e poi biglietti ferroviari e addirittura un biglietto aereo per la tratta Milano-Tel Aviv da 400 euro in favore di Guido Crovesio.

 Leggi qui il testo dell’ORDINANZA

Tav: la cresta italiana è ufficiale! Vale 1 a 190

post 20 ottobre 2014 at 14:34

LTF ruba portafoglio

Chissà come l’ha scritto l’articolo che riportiamo qui sotto una delle penne torinesi più convinte della realizzazione della Torino Lione…Ma tant’è che tocca dire come stanno le cose. E così si scopre che la “nuova Ltf” ovvero la nuova società mista italo-francese che sostituirà la Lyon-Turin Ferroviarie per i prossimi step come da accordo fra i governi, fa fatica a nascere perchè la “cresta” che la lobby del Tav propone è a dir poco imbarazzante. Rfi vorrebbe raggranellare un pò di soldi anche da questo atto, visto che questa fase del Tav è sempre più fuori budget e fuori tempo e anche il finanziamento europeo è sempre più a rischio, così fa un calcolo che la Francia boccia senza appello. La su a metà di Ltf vale 95 milioni di euro a fronte della stessa parte francese che è stimata per 500 mila. Insomma una cresta con un rapporto da 1 a 190.

Tentativo maldestro che fa emergere quanto stia tutto in piedi con il nastro adesivo e ma che rappresenta anche, l’arroganza e la superbia con la quale in Italia questa vicenda è trattata.

Di seguito l’articolo di Repubblica

Quel che in Francia vale 500 mila euro, in Italia vale 95 milioni. Una differenza clamorosa, un rapporto di uno a 190 che nessuna differenza di principi contabili sembra in grado di giustificare. Quella differenza di valutazione sta bloccando la nascita della società mista italo-francese che dovrà sostituire Ltf per costruire e gestire il tunnel di base della Torino-Lione. Una vicenda imbarazzante che crea in queste ore discussioni e scontri nei ministeri romani. Mario Virano sta lavorando a trovare una soluzione. Tutto nasce dalle scelte contabili delle ferrovie italiane nel 2007. Fino ad allora infatti il valore di Ltf era lo stesso di qua e di là delle Alpi. La Lyon-Turin Ferroviarie era stata costituita nel 2001 con un capitale sociale di 1 milione di euro ed era posseduta per metà dalle ferrovie francesi e per metà da quelle italiane. Ciascuno aveva una partecipazione del valore di 500 mila euro. Nel 2007 il colpo di scena: le ferrovie italiane iscrivono a bilancio il valore della partecipazione di Ltf a 95.121 milioni di euro. Quel valore è rimasto tale fino ad oggi, come si deduce dal bilancio 2013 di Rfi (pagina 134). All’epoca le ferrovie sostennero che l’incredibile aumento di valore era stato deciso per osservare i principi contabili imposti dalla legge italiana. In sostanza, calcolando diversamente il di una stessa cosa, quel che in Francia vale mezzo milione in Italia ne vale 95.
La circostanza sta creando non pochi problemi. Il 7 otto- bre scorso infatti la Francia ha annunciato di voler affidare al suo ministero del Tesoro la quota del 50 per cento della nuova Ltf che costruirà e gevalore stirà il supertunnel. Dunque lo Stato francese pagherà 500 mila euro alle ferrovie d’oltralpe, esattamente il valore della partecipazione. Analogamente dovrebbe fare il Tesoro italiano. Ma Rfi si mette di traverso perché se ottenesse, come dovrebbe, i 500 mila euro dallo Stato italiano, svaluterebbe di quasi 95 milioni la sua partecipazione creando un buco, tecnicamente una minusvalenza, nel bilancio. Così da settimane il braccio di ferro tra Tesoro italiano e Rfi sta bloccando l’operazione. “Una situazione che si risolverà entro pochi giorni”, garantisce Mario Virano che in queste ore sta tenendo i contatti con i ministeri romani.
“Una storia incredibile”, commenta il parlamentare del Pd Stefano Esposito. E aggiunge: “Senza un intervento delle istituzioni locali per sbloccare la vicenda, si rischia ancora una volta di dare fiato a chi l’opera la osteggia “.
Al di là dei riflessi che la storia finirà per avere sulla vicenda Tav, resta il fatto singolarissimo che si possa moltiplicare per 190 il valore di un bene e iscriverlo così a bilancio. Una stranezza sulla quale si preannunciano non poche polemiche

“NoTav alle Vallette di Torino – Domenica 18 Agosto 2013″ di Laura Spianelli

Domenica 18 Agosto 2013 incontro alle 18 presso il carcere delle Vallette a Torino per dare un sostegno “dall’esterno” con musica, canti e parole a Giobbe, compagno No Tav arrestato per aver partecipato attivamente al movimento e trattenuto… non si sa bene perché.

Un gesto semplice per fargli capire che non è solo.

NoTav Vallette1

Ci ritroviamo tutti in un campo non coltivato, in mezzo a erbe infestanti e la folla è tanta intorno a me ed io comincio a disegnare.

Mentre disegno, in un angolo del carcere, da una finestrella sparuta, esce prima una mano a salutarci e poi una seconda.
Vengo a sapere che la cella di Giobbe è da un’altra parte e per arrivarci dovremmo percorrere (sempre esternamente alle doppie mura che circondano le Vallette) una stradina normalmente aperta al pubblico che però le forze dell’ordine, per l’occasione, hanno chiuso con uno sbarramento. Mi chiedo il perché viste le grosse distanze, avranno mica paura che qualcuno qui possa tentare di far evadere Giobbe??!

Vengo anche a sapere che appena entrati in carcere non si possono portare oggetti di prima necessità con sé come: carta igienica, spazzolino da denti, addirittura assorbenti, per ciò che riguarda strettamente le donne. Sono tutti prodotti che si devono comprare allo spaccio del carcere. Peccato che lo spaccio sia aperto 2 soli giorni a settimana e se una persona entra alle Vallette di sabato, dovrà aspettare martedì per comprare ciò di cui ha bisogno. Come è accaduto ad una ragazza del movimento a cui non hanno permesso di portare assorbenti dall’esterno.

NoTav Vallette2

Qui sopra una veloce immagine che ritrae parte dello schieramento di polizia che ci impediva di avvicinarci al complesso palazzine dove è chiuso Giobbe.

Per capire l’esagerazione della mobilitazione di forze dell’ordine e dei loro “semprepresenti” manganelli, vi basti sapere che all’interno del gruppo No Tav c’erano nonne, nonni, famiglie e un bimbo in carrozzina.

NoTav Vallette3

Ad un certo punto ci spostiamo arrivando lateralmente al carcere, in un gigantesco campo di fieno tagliato di fresco. Vedo polizia e carabinieri che corrono a difesa di qualcosa che però non riesco bene a capire. 

In un angolo della palazzina più vicina alla recinzione, spuntano altre due mani a salutarci, e da due diventano 4, tutte accalcate.

Saluto anch’io.

NoTav Vallette4

Guardo la scena da lontano e tutto mi pare surreale; la militarizzazione contro persone inermi con un megafono in mano mi pare surreale, come pure la vista di un poliziotto in borghese che filma tutti noi; io non ho mai lanciato dei fumogeni tossici ad altezza uomo, non ho mai manganellato nessuno, eppure sto distante dalla videocamera per timore di essere ripresa.

Ma timore di cosa?

Alcune ragazze e ragazzi, con la velocità di una lepre propria della giovane età, corrono da una parte all’altra della cancellata a battere il ferro con delle pietre di fortuna in segno di dissenso: le forze dell’ordine provano a fermarli ma la bardatura antisommossa impedisce loro un adeguato scatto.

Restiamo ancora un’oretta circa nel campo a farci sentire e poi ci incamminiamo nuovamente verso la strada e verso casa.

Basta miniere tossiche in Europa!

 Le miniere moderne distruggono l’ambiente, inquinano e contaminano per lunghi periodi di tempo, utilizza grandi quantitativi di prodotti chimici altamente tossici, come il cianuro, provocando lo sfollamento forzato di intere comunità.

Campagna Bang! Ban Cyanide

(Bang! Proibire il cianuro)

Le grandi miniere d’oro a cielo aperto proliferano in tutta Europa. In generale, le cittadine e i cittadini europei non conoscono la provenienza dei metalli che si utilizzano per fabbricare i computer, i dispositivi elettronici e telefoni cellulari. Le miniere moderne distruggono l’ambiente, inquinano e contaminano per lunghi periodi di tempo, utilizza grandi quantitativi di prodotti chimici altamente tossici, come il cianuro, provocando lo sfollamento forzato di intere comunità.

Siamo una coalizione europea di organizzazioni non governative, gruppi di azione e comunità di Belgio, Finlandia, Francia, Grecia, Germania, Romania, Spagna, Regno Unito, Repubblica Ceca e Turchia. Ci siamo uniti per ripudiare le miniere tossiche e le miniere a base di cianuro in Europa.

Buona parte delle persone appartenenti a questa coalizione viviamo in zone minacciate da queste miniere tossiche. Oltre a parlare della nostra comune minaccia, proponiamo una soluzione comune. Considerando gli esempi che arrivano da tutto il mondo, sappiamo che le miniere a base di cianuro colpiscono l’ambiente e le persone che vivono nelle vicinanze, ma anche lontano, molto lontano da esse. Sappiamo anche, sempre da esempi che ci arrivano da tutto il mondo, che quando le persone si uniscono, vincono. Cosí, recentemente, in Slovacchia sono state proibite le miniere a base di cianuro.

Nell’agosto del 2014 è nata a Rosia Montana/Romania, la campagna collettiva per proibire le miniere a base di cianuro in Europa. Nel 2010 il Parlamento Europeo ha votato a favore della proibizione delle miniere a base di cianuro, considerando gli immensi rischi che presenta questa tecnologia per la salute umana e per l’ambiente. Vogliamo convertire questo voto in una realtà, chiedendo al candidato a Commissario per l’Ambiente Sig. Karmenu Vella, di dare compimento alla risoluzione e di agire di conseguenza!

Sappiamo che la miniera industriale moderna è un processo chimico che comporta rischi, che non genera ricchezza ma che contamina l’ambiente, producendo povertà e dipendenza. Inoltre rovina le persone e le comunità.

Crediamo che l’Europa debba essere formata da comunità forti e salubri, con cittadini che hanno fiducia nel presente e nel futuro. Sappiamo che le industrie estrattive e il cianuro sono vincolate alla corruzione e a decisioni politiche imposte dall’alto.

Crediamo che la vera democrazia prosperi quando chi prende le decisioni lavora per la gente e non per il potere e a proprio vantaggio.

Non accettiamo che una sostanza chimica così velenosa come il cianuro si possa ancora utilizzare in grandi quantità nelle miniere in Europa, un continente densamente popolato. Il cianuro è altamente tossico e può causare la morte rapidamente. Solo un cucchiaino di una soluzione di cianuro al 2% uccide un essere umano e gli incidenti in miniera sono frequenti e mostrano il loro impatto devastante.

Crediamo che sia arrivato il momento di esigere che i responsabili europei prendano finalmente le misure adeguate e lascino le miniere a base di cianuro al passato più remoto.

Uniamo le nostre forze per trattare nell’udienza con il Sig. Karmenu Vella, candidato a Commissario per l’Ambiente, la dura realtà rappresentata dalle miniere a base di cianuro. Dal contatto diretto con le nostre e i nostri Eurodeputati/e, e attraverso le reti sociali, abbiamo trasmesso l’importanza di incorporare la proibizione delle miniere a base di cianuro nell’agenda del futuro Commissario.

Le Eurodeputate e gli Eurodeputati che hanno fatto eco alle nostre preoccupazioni, interpelleranno il Sig. Karmenu Vella durante le udienze che avranno luogo il 29 settembre.

Il cianuro non conosce frontiere e chiediamo alle persone interessate di tutta Europa di unirsi al nostro sforzo!

#chiediallequipedijuncker #proibireilcianuro nelle #udienzePE2014 #askteamjuncker #bancyanide #EPhearings2014

Per maggiori informazioni contattare bang@bancyanide.eu o visitare il sitowww.bancyanide.eu

Organizzazioni facenti parte di Bang Bang Cyanide

Plataforma ORO NO (Asturias, España)
email: plataforma.orono@gmail.com
Website: orono.blogspot.com

Plataforma Salvemos Cabana (Galicia, Spagna)
www.salvemoscabana.blogspot.com.es
salvemoscabana.info@gmail.com

ContraMINAcción (Galicia, Spagna)

http://mineriagalicia.org/

contact: mineriagalicia@gmail.com

Plataforma pola defensa de Corcoesto e Bergantiños ( Galicia, Spagna)
Website: http://nonaminadecorcoesto.blogspot.com.es/
plataformacorcoesto@gmail.com
contact: braulioamaro@gmail.com

CATAPA (Belgio, America Latina)
www.catapa.be | info@catapa.be

Initiative de solidarité avec la Grèce qui resiste (Bruxelles, Belgio)
initiativesolidaritebxl.wordpress.com | initiative.limited@gmail.com

Hellenic Mining Watch (Grecia)
antigoldgr.org

The Gaia Foundation (Gran Bretagna)
www.gaiafoundation.org
info@gaianet.org

Za Zemita (Bulgaria)
www.zazemiata.org | info@zazemiataorg

Čechy nad zlato (Repubblica Ceca)
www.cechynadzlato.cz

Šumava nad zlato (Repubblica Ceca)
www.facebook.com/SumavaNadZlato | petraoudesova@gmail.com

Brdy nad zlato (Repubblica Ceca)
www.brdynadzlato.cz | info@brdynadzlato.cz

Veselý vrch (Repubblica Ceca)
www.stoptezbezlata.cz | veselyvrch@gmail.com

Stop Talvivaara (Finlandia)
www.stoptalvivaara.org/ | mediadesk@stoptalvivaara.org

Collectif de vigilance sur les projets miniers Creusois (Francia)
minesencreuse.blogspot.fr/ | CommCollectifVilleranges@gmx.fr

Maiouri Nature Guyane (Guyana Francese)
http://sites.google.com/site/maiourinature | maiouri.nature@gmail.com

Utopia (Francia)
www.mouvementutopia.org | anthony.foussard@mouvementutopia.org

Salva la Selva – Salvaiamo la Foresta (Germania/ Italia/Spagna)
www.salvalaselva.org/ | info@salvalaselva.org; info@salviamolaforesta.org

Campania Salvati Rosia Montana (Romania)
www.rosiamontana.org | alburnusmaior@ngo.ro

Mining Match Romania (Romania)
www.miningwatch.ro | contact@miningwatch.ro

Kremnica nad zlato (Slovakia)
www.kremnicanadzlato.sk/ | info@kremnicanadzlato.sk

Çanakkale Çevre Platformu (Turchia)
http://cevreplatformu.blogspot.ro/ | canakkalecep@gmail.com

Ltf. Polverone sulla quota di partecipazione iscritta a bilancio 2013 da Rfi

di Leonardo Capella

Un’altra polverosa vicenda avvolge la Torino-Lione. Questa volta non sono le polveri del cantiere di Chiomonte ad ammantare  il progetto della Nuova Linea Torino Lione  ma i dati contabili.

A ridosso della nascita del nuovo organismo che dovrà sostituirsi a Ltf Sas, i governi con i rispettivi ministeri si trovano ad affrontare un delicato problema contabile. Il problema risiede nella valorizzazione della quota di partecipazione in Ltf Sas in capo ai governi di Francia e Italia.

Il capitale sociale di LTF Sas ammonta a 1 milione di euro posseduti in parti uguali fra i due stati, quindi la partecipazione ammonta a 500 mila euro ognuno.

Controllando il bilancio di Rfi relativo all’anno 2013 però si evince che la sua partecipazione in Ltf è iscritta per ben 95,121 milioni di euro. Circostanza questa che crea qualche sconcerto.

Diviene del tutto evidente che nella formazione del nuovo soggetto lo Stato francese pagherà 500 mila euro ovvero l’esatto valore della partecipazione mentre per lo Stato italiano la cosa si complica. Da qui il braccio di ferro tra Rfi S.p.a. e Ministero del Tesoro.

La discussione fra i due enti sorge sulla valorizzazione della quota di partecipazione. Se Rfi dovesse ricevere il reale valore di 500 mila euro, dovrebbe probabilmente iscrivere a bilancio una svalutazione della sua quota di partecipazione (94,621 milioni di euro N.d.R.) che avrebbe quasi sicuramente ripercussioni negative sul bilancio.

Questo fatto singolare ovvero la moltiplicazione del valore di una partecipazione di ben 190 volte innescherà sicuramente una nuvola di nuove polemiche su quest’opera che da sempre più voci viene vista come inutile e dispendiosa, indipendentemente dagli artifici contabili che si potranno estrarre dal cilindro.

L.C. 20.10.14

AFRIQUE MEDIA sur Kadhafi/ REDIFFUSION ce lundi

# ELAC & ALAC/

Rediffusion ce lundi 20 octobre 2014 vers 17-18h des

SEQUENCES SPECIALES ‘LIBYE’ ET ‘KADHAFI’

du  DEBAT PANAFRICAIN de ce dimanche 19 octobre 2014

sur AFRIQUE MEDIA

avec Luc MICHEL – Fabrice BEAUR – Bachir Mohamed LADAN …

 Rediffusion sur www.afriquemedia.tv

ou sur streaming sur http://lb.streamakaci.com/afm

vers 17-18h

 # ONU/LIBYE : La résolution 1973 a conduit à la mort de KADHAFI le 20 Octobre 2011. Quelles sont les vraies raisons de ce crime ? Quelles leçons pour l’Afrique au moment où l’on célèbre ce triste anniversaire ?

 Luc MICHEL parlera de la Résolution 1973, de la destruction de la Jamahiriya, du complot occidental contre la Libye. Et répondra à la question « quel défi représentait Kadhafi pour les Occidentaux et pourquoi l’ont ils assassiné ? ».

Fabrice BEAUR répondra à la question « comment la Russie a-t-elle pu laisser passer la résolution 1973 et se faire rouler dans la farine en Libye par les Occidentaux ? ».

 # ICONE DE LA SEMAINE: MOAMMAR KADHAFI (LIBYE)

 Luc MICHEL (dirigeant du Réseau paneuropéen du MCR libyen) et Fabrice BEAUR (fondateur du MCR, Mouvement des Comités Révolutionnaires libyens, en France et en Belgique) sont les deux seuls parmi les panelistes du DEBAT à avoir non seulement rencontré le guide Kadhafi mais aussi à avoir longtemps combattu avec la Jamahiriya et ses Comités Révolutionnaires.

Ils répondent à la question « Quels souvenirs gardez-vous de l’homme et du leader ? »

 ELAC & ALAC

___________________________

https://www.facebook.com/elac.committees

https://www.facebook.com/ALAC.org

Luc MICHEL sur AFRIQUE MEDIA TV ce lundi 20 octobre 2014

REDIFFUSION ce lundi vers 17-18h

De l’émission de ce dimanche 19 octobre 2014

 le DEBAT PANAFRICAIN avec Bachir Mohamed Ladan

en duplex avec EODE-TV depuis Bruxelles …

 Rediffusion sur www.afriquemedia.tv

ou sur streaming sur http://lb.streamakaci.com/afm 

 Luc MICHEL parlera  de

* la Résolution 1973 et de la destruction de la Jamahiriya libyenne ;

* Moammar Kadhafi, le théoricien et l’homme ;

* la crise malgache.

 Avec aussi le nouveau Correspondant d’AFRIQUE MEDIA à SOTCHI – RUSSIE :

Fabrice Beaur, SG du PCN, administrateur de EODE ZONE RUSSIA-CAUCASUS, mais aussi fondateur du MCR libyen en France en 1997, qui parlera de

* la CRISE UKRAINIENNE. L’Otan dit n’avoir pas constaté “de mouvements majeurs et significatifs” confirmant l’annonce par le président russe Vladimir Poutine d’un retrait de soldats russes déployés le long de la frontière ukrainienne ;

* pourquoi la Russie a laissé tomber Kadhafi en mars 2011.

 # SUJETS DU ‘DEBAT PANAFRICAIN’

DE CE DIMANCHE 19 OCTOBRE 2014 :

 SUJETS A DEBATTRE

1- ONU/LIBYE : La résolution 1973 a conduit à la mort de KADHAFI le 20 Octobre 2011. Quelles sont les vraies raisons de ce crime ? Quelles leçons pour l’Afrique au moment où l’on célèbre ce triste anniversaire ?

2- MADAGASCAR : Le retour de RAVALOMANANA menace-t-il la paix dans la grande île?

3- ICONES DE LA SEMAINE: MOAMMAR KADHAFI (LIBYE) ET THOMAS SANKARA (BURKINA FASSO)

LA CRISE DE L’ECONOMIE OCCIDENTALE (2) : LA FAIBLESSE STRUCTURELLE DE L’EURO ET LES CRAINTES DES MARCHES

Luc MICHEL & Karel HUYBRECHTS pour EODE Think Tank/

Avec AFP – Stratfort/ 2014 10 18/

www.eode.org

https://www.facebook.com/EODE.Think.Tank EODE TT - LM crise économie occidentale 2 (2014 10 18) FR

Cinq ans après le début de la crise de la dette, la zone euro a tourné le dos à la récession et n’a plus que deux pays sous perfusion financière, mais elle reste rongée par des maux profonds qui peuvent à tout moment raviver les craintes des marchés.

 LE SPECTRE DE LA DÉFLATION

 Confrontée à un ralentissement continu des prix, la zone euro pourrait basculer dans la déflation, un cercle vicieux dont le Japon peine à sortir depuis 20 ans. A la baisse des prix, succède la baisse de la consommation, des investissements puis des salaires, avec des retombées néfastes sur l’activité.

 Consciente de ce risque, la Banque centrale européenne (BCE) a pris toute une série de mesures (baisse historiques des taux, rachat d’actifs, injections de liquidité), mais les marchés veulent que l’institut monétaire fasse le grand saut en procédant au rachat d’obligations souveraines (le “quantitative easing”). « Un tabou absolu en Allemagne » commente l’Afp.

 CROISSANCE FAIBLE ET CHÔMAGE

 Avec une croissance au point mort, le rebond de l’économie n’a jamais eu lieu et certains pays, comme l’Italie, ont même replongé en récession. Même l’Allemagne, traditionnel moteur de la région, commence à montrer des signes de faiblesse, notamment dans le secteur industriel. A ce tableau s’ajoute un chômage de masse qui touche de plein fouet les jeunes.

 Pour stimuler la croissance, les appels à la relance des investissements se multiplient. Le président de la future Commission européenne, Jean-Claude Juncker, a proposé un plan de 300 milliards d’euros sur trois ans, mais l’origine des fonds et la répartition de l’effort entre public et privé ne sont pas réglées, et Berlin se refuse à “signer des chèques” pour stimuler l’activité.

 ASSAINISSEMENT BUDGÉTAIRE

 La zone euro a remis de l’ordre dans ses finances publiques, mais la situation est contrastée selon les pays. Huit d’entre eux ont des déficits excessifs, au-dessus de 3% du PIB, dont la France qui ne devrait pas revenir dans les clous avant 2017 et justifie ce dérapage par la conjoncture. Une situation qui crée des tensions avec les partisans de l’orthodoxie budgétaire, Allemagne en tête, et avec la Commission, qui dispose d’un droit de regard sur les budgets nationaux.

 Respect pur et simple des règles ou flexibilité nécessaire pour ne pas tuer la croissance ? Le débat agite les capitales européennes. Un sommet de la zone euro aura lieu le 24 octobre à Bruxelles pour faire le point.

 LE « PROBLÈME GREC »

 Premier pays touché par la crise en 2010, la Grèce commence à voir le bout du tunnel: elle doit sortir de la récession cette année, ses taux d’emprunt ont fortement reculé et son deuxième programme d’aide touche bientôt à sa fin, côté européen.

 Mais la situation reste extrêmement fragile, comme en témoigne l’accès de fébrilité sur les marchés cette semaine. Le pays est toujours lesté d’une dette correspondant à 175% de son PIB et ne semble pas en mesure de se financer pleinement sur les marchés. Il veut pourtant s’affranchir plus tôt que prévu de l’aide du FMI, prévue jusqu’en 2016.

 Des élections anticipées pourraient également avoir lieu avant la fin de l’hiver, avec la possibilité de voir arriver au pouvoir la gauche radicale (SYRIZA), anti-austérité et favorable à une annulation partielle de la dette. Les Européens ont promis jeudi de continuer à soutenir la Grèce après la fin de l’année. Fournir une ligne de crédit pourrait être une option.

 LES BANQUES OU LE MAILLON FAIBLE DE LA ZONE EURO

 Pour nombre d’analystes, les banques sont un point faible en Europe car le travail d’assainissement des bilans n’a pas été mené jusqu’au bout. Les tests de résistance, dont les résultats sont attendus dans dix jours, devraient mettre en évidence certaines fragilités et identifier de nouveaux besoins de recapitalisation.

 L’agence de notation Fitch a déjà souligné que les quatre grandes banques grecques devraient certainement être renflouées. Ces tests se veulent plus rigoureux que les précédents, très décriés pour ne pas avoir mis le doigt sur le problème de banques en Espagne ou de Dexia en Belgique.

 Luc MICHEL & Karel HUYBRECHTS

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ROTTAMIAMO LE GRANDI OPERE INUTILI E IMPOSTE SBLOCCHIAMO LE PICCOLE OPERE UTILI E NECESSARIE

post — 19 ottobre 2014 at 19:19

COMUNICATO STAMPA, Firenze, 19 ottobre 2014

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I comitati italiani in lotta contro le Grandi Opere Inutili e Imposte (GOII) riuniti a Firenze il 18 e 19 ottobre dichiarano che il decreto “sblocca Italia” è l’ultimo provvedimento per sottrarre ai cittadini enormi risorse finanziarie e la ricchezza unica rappresentata dal territorio.

Ciò è dimostrato anche dall’ennesimo disastro ambientale avvenuto negli ultimi giorni in Liguria e Toscana.  Alle popolazioni colpite è stata espressa la solidarietà del Forum contro le GOII.

Si è tenuto un ricco dibattito da cui è emersa la necessità di una reale alternativa alla folle politica delle Grandi Opere e della cementificazione, parte della gestione neoliberista della crisi.

E’ stato deciso che i comitati e i movimenti che animano il Forum contro le GOII organizzeranno  anche quest’anno eventi diffusi sul territorio nazionale nell’ambito della Giornata Europea contro le GOII che si celebra l’8 dicembre.

Il Forum italiano contro le GOII ha deciso di partecipare al Forum Sociale Mondiale che si terrà a Tunisi nel prossimo mese di marzo 2015.

Domenica mattina 19 ottobre i partecipanti all’incontro hanno posto, assieme alla sezione Oltrarno dell’ANPI, una corona di fiori in piazza Tasso, al monumento che ricorda la strage nazifascista del 17 luglio 1944, avvenuta pochi giorni prima della liberazione di Firenze.