Italia, paese alla deriva, dal quale per 7 su 10 è meglio scappare

Ilvo Diamanti deve essere uno che non sa cosa vuol dire essere tra quel 50% di disoccupati (aggiungere ai disoccupati anche gli inattivi) per il quale le persone terrorizzate dal non sapere come campare ci trascinano nel populismo. Ma quanto disprezzo per i poveri.

di GIANMARCO LUCCHI
Povera Italia, paese avviato al trapasso. E non è quanto pensano quegli sciagurati e disfattisti di “indipendentisti”, ma i cittadini comuni, tanto che sette italiani su dieci sono convinti che i giovani debbano scappare. L’insicurezza economica è l’emergenza principale per 7 italiani su 10 e una percentuale di poco inferiore guarda con inquietudine l’instabilità politica. È il Paese della Grande Incertezza quello che emerge dal ‘Rapporto sulla sicurezza e insicurezza sociale in Italia e in Europa’ realizzato da Demos & Pi e Osservatorio di Pavia per la Fondazione Unipolis.
La perdita del posto di lavoro è ritenuta un rischio per quasi il 50% degli intervistati, con un aumento di 12 punti rispetto al 2009. In Francia la percentuale si ferma al 37%, in Germania non arriva al 12% e pure in Spagna è inferiore (47%). Quasi un italiano su 3, in effetti, afferma che qualcuno in famiglia nell’ultimo anno ha perso il lavoro e il 43% indica che un famigliare ha cercato inutilmente un’occupazione. La perdita della pensione è invece temuta dal 44% degli intervistati, con un aumento di 16 punti percentuali rispetto al 2009. La crisi internazionale di banche e borse è fonte di inquietudine per il 43% degli interpellati e una pari percentuale si preoccupa – più direttamente – di non avere abbastanza soldi per vivere. Non sorprende se la sensazione sempre è più diffusa è quella di una società che scivola verso il basso. Mentre nel 2006 quasi il 60% degli italiani si autocollocava tra i ceti medi, ora solo il 41% si definisce tale, mentre è salita al 51,5% la porzione che si ‘ritrovà nella fascia medio-bassa ed è quasi dimezzata (al 5,9% dall’11,7%) la quota di chi si vede nella fascia alta.
Negli anni della crisi è salita all’85% la percentuale che ritiene che le disuguaglianze sociali si siano ampliate, con un incremento di 9 punti rispetto a due anni fa. Sull’immigrazione l’atteggiamento è ambivalente: se da un lato il 56% degli intervistati ritiene che contribuisca all’apertura del Paese e l’80% è favorevole allo ius soli, dall’altro un italiano su tre continua a percepire gli immigrati come un pericolo per l’ordine pubblico o come una minaccia per l’occupazione, con un aumento rispettivamente di 5 e 7 punti. L’84% pensa poi che la criminalità sia aumentata rispetto a 5 anni fa.
Ma è la politica ad essere diventata un ingrediente centrale del clima di precarietà. L’instabilità politica, come singola voce, è il timore maggiore per il 68,4% degli italiani, davanti alla distruzione dell’ambiente (60,2%) e ai timori per il futuro dei figli (58%). La fiducia verso lo Stato non arriva al 13%, la metà rispetto alla Francia e anni luce dal 74% tedesco, ma anche al di sotto della Spagna (22%). Non va troppo bene neppure la Ue: ne ha fiducia solo il 27% degli italiani, la metà rispetto ai tedeschi.
«Le preoccupazioni economiche hanno cambiato a fondo la percezione delle persone. L’insicurezza è diventata un rumore di fondo e al tempo stesso una prospettiva, una chiave di lettura», commenta Ilvo Diamanti nella presentazione del rapporto. L’Italia – non è più un Paese del ceto medio. È un Paese popolare, in preda ai populismi«. Un paese da cui – nell’opinione di 7 italiani su 10 – per i giovani è meglio fuggire.
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Italia, paese alla deriva, dal quale per 7 su 10 è meglio scappareultima modifica: 2014-02-28T23:08:05+01:00da davi-luciano
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