Debito Perpetuo: La Vita in Vendita

Nel suo recente saggio “Democrazia vendesi”, Loretta Napoleoni raccontava di un popolo himalayano che era stato reso, da secolare consuetudine, schiavo del debito. Un debito che cresceva, si accumulava, matematicamente inestinguibile: come al giorno d’oggi in Italia, in Europa, ovunque. E quando non ebbero più nulla per poter far fronte a questo indebitamento, erano costretti a pagare il “signore” con gli unici beni che avevano ancora a disposizione: i corpi delle proprie figlie, immolati al mercimonio.
Senza scomodare le meste vicissitudini di remote popolazioni asiatiche, pensiamo a più prosaici e grotteschi casi nostri. A migliaia di connazionali sarà capitato di sottoscrivere un contratto di locazione. Quanti non hanno un lavoro, o hanno uno dei mille contratti a tempo determinato, o sottopagato, o comunque precario, si saranno visti imporre una clausola umiliante: quella della firma di garanzia di un genitore, magari novantenne, di un nonno, di un parente che ancora può contare sulla certezza di un assegno pensionistico. Sarà lui, in caso di insolvenza, a dover onorare l’impegno, il debito sottoscritto col proprietario dell’immobile.

Questa umiliazione oggi riguarda gli Stati. Riguarda l’Italia. La Corte dei Conti, oramai divenuta il cane da guardia del debito pubblico, ha ultimamente redarguito le agenzie di rating che hanno declassato il “Belpaese” in virtù della scarsa affidabilità nei confronti dei creditori internazionali, ricordando che a garanzia della propria solvibilità l’Italia è in grado di offrire in garanzia un patrimonio artistico e culturale unico al mondo. Impegneremo le nostre opere d’arte. Le metteremo all’attivo di un bilancio, e quando le voci passive si faranno – necessariamente – predominanti, le offriremo ai creditori, agli usurai.

E’ stato detto e ripetuto: non potremo mai saldare un debito con una moneta-debito. Il “circolante” finirà. E saremo costretti a pagare coi nostri beni, col lavoro non retribuito. Per essere poi costretti a chiedere altri prestiti e a riattivare il circolo vizioso. E un giorno pagheremo con la Cappella Sistina, coi Fori Imperiali, con l’Abbazia di Montecassino, col Castello di Miramare? O arriveremo, come gli himalayani, a pagare col corpo dei nostri figli? Incubo o realtà?
Chi può dirlo. Di certo, rebus sic stantibus, la strada imboccata è quella. Salvo uno scatto di orgoglio, salvo un auspicato risveglio delle coscienze.

Di Fabrizio Fiorini
Fonte: Rinascita.info
http://vocidallastrada.blogspot.it/2014/02/debito-perpetuo-la-vita-in-vendita.html#more

Decreto Terra dei Fuochi: Letta s’inventa il condono per i grandi inquinatori

6 febbraio 2014

di Marco Palombi

comunitario chi inquina paga”. Di cosa stanno parlando? Dell’articolo 4 del decreto Destinazione Italia, foNel decreto Destinazione Italia stracciato il principio del “chi inquina paga”: alle aziende uno “sconto” sui danni ambientali provocati dagli sversamenti e pure un incentivo fiscale.

IL GOVERNO FESTEGGIA IL DECRETO SULLA TERRA DEI FUOCHI. ENI, ENEL E GLI ALTRI INVECE BRINDANO A “DESTINAZIONE ITALIA” E AL MAXISCONTO SULLE BONIFICHE.

La faccenda è talmente enorme che lo stesso servizio Studi della Camera non ha potuto che farla notare con inusitata crudezza: andrebbe indagata, scrive, “la compatibilità con il principio fortemente voluto dal ministero dello Sviluppo economico, quello intitolato “Misure volte a favorire la realizzazione delle bonifiche dei siti di interesse nazionale” e di cui vi parliamo nel giorno in cui la politica si fa bella dell’approvazione del decreto per contrastare l’emergenza ambientale nella Terra dei Fuochi.

IN SOSTANZA, quello di cui vi parliamo è una sorta di condono: le grandi aziende che hanno inquinato il territorio italiano, spesso violando la legge, creando le cinquanta e più Terre dei Fuochi che costellano la penisola, ottengono un bello sconto su quanto devono alla comunità nazionale in risarcimento del danno. Di più: se saranno così gentili da firmare l’ennesimo “Accordo di programma” col governo per le bonifiche, la collettività pagherà un bel pezzo del dovuto, gli inquinatori avranno un credito d’imposta da 70 milioni e potranno pure costruire nuovi impianti produttivi sui siti inquinati.

Cosa prescrive, infatti, l’articolato sponsorizzato dal ministero per lo Sviluppo economico? Che per tutti i Siti di interesse nazionale (SIN) il modello “chi inquina paga”, imposto dalla legislazione europea, non vale se “i fatti che hanno causato l’inquinamento sono antecedenti al 30 aprile 2007”. Basta l’accordino con l’esecutivo e questo “esclude ogni altro obbligo di bonifica e riparazione ambientale e fa venir meno l’onere reale per tutti i fatti antecedenti all’accordo medesimo”.

Trasportato in quel disastro che è la situazione delle bonifiche ambientali in Italia questo significa che dei 39 Sin attualmente riconosciuti ne restano fuori solo due: l’Ilva, che ha già la sua legge ad hoc, e il sito di Bussi sul Tirino, in Abruzzo, dove sono sfortunati e hanno ottenuto il bollino “Sin” solo nel 2008.
http://www.oltrelacoltre.com/?p=17908

 

New Orleans: Marcite in 4 anni anni le case ecologiche in TimberSIL

sabato, 4, gennaio, 2014
A 8 anni e mezzo dal disastroso uragano Katrina che devasto’ New Orleans, almeno 30 del centinaio di case ecologiche in legno regalate da Bradd Pitt sono mezze marcite. Pitt che nel 2007 dono’ 5 milioni di dollari sembra sia furioso benche’ del tutto incolpevole e ha chiesto conto al costruttore e al fornitore dei materiali per gli alloggi.
Le case piu’ danneggiate dall’umidita sono state costruite tra il 2008 e il 2010. Il materiale utilizzato e’ un ibrido conosciuto come TimberSIL, fatto di legno rafforzato con fibra di vetro, ecologico e senza alcuna sostanza tossica.
Materiale garantito per resistere almeno 40 anni ma che invece non ha retto neanche 5. L’attore ha ribadito il suo impegno e ha annunciato che saranno fatti interventi per risolvere il problema, ma sempre ricorrendo a materiali ecocompatibili.
(AGI)
http://www.imolaoggi.it/2014/01/04/new-orleans-marcite-in-4-anni-anni-le-case-ecologiche/

60enne si uccide per la crisi: “Per favore pensate al mio gatto”

il corriere scrive che lo ha ucciso la sensibilità….non i problemi economici..
capisco la censura, ma fino a sfiorare il ridicolo ed insultare l’intelligenza….

martedì, 4, febbraio, 2014
CHIARAVALLE – L’ha ucciso forse la sensibilità, prima ancora della solitudine e dei problemi economici. Cosa pensare di un uomo di sessant’anni che, prima di uccidersi, si preoccupa di tutti, dal socio di lavoro ai soccorritori e perfino di lasciar scritto “Per favore occupatevi del mio gatto”, unico, fidato coinquilino di una casa divenuta all’improvviso troppo grande, vuota e triste. A.S., queste le iniziali del suicida, si è ucciso lì, abbandonandosi al monossido di carbonio, in quella casa al piano terra di uno stabile di viale Rinascita. Il racconto dei dettagli della sua morte volontaria mette i brividi e testimonia della determinazione lucida dell’uomo di togliersi la vita.
L’uomo aveva preparato tutto nei minimi particolari. Ha vergato due messaggi su fogli formato A4, uno per far avvertire il socio con cui era titolare di una piccola ditta di mobili a Montemarciano che deve fronteggiare la crisi finanziaria che ha colpito molti ed uno per sollecitare a prendersi cura del suo adorato micio, ne ha attaccato con lo scotch un altro all’esterno della porta del bagno su cui ha scritto, con un pennarello, “Attenzione monossido di carbonio” e ne ha lasciato un quarto in una busta di plastica, con 300 euro, con scritto “i soldi sono per il mio socio”.
Inoltre, ha lasciato una busta chiusa con su scritto “lettera testamentaria da consegnare al notaio Montali” e poi ha fatto il resto, preparando minuziosamente il suicidio.
Ha acceso un barbecue nel piccolo bagno, ha sigillato con il nastro adesivo ed ha atteso che, finalmente, giungesse la morte cercata con feroce determinazione. Il socio gli telefonava da due giorni ma ne sabato né domenica il sessantenne aveva risposto alle chiamate. Molto allarmato, il compagno di lavoro dopo averlo richiamato al telefono anche ieri mattina, intorno alle 10 si è presentato in viale Rinascita sapendo che il socio era solito lasciare la chiave di casa sotto lo zerbino. E’ entrato ed ha subito capito ciò che era accaduto. Ha chiamato le forze dell’ordine poi è giunto sul posto il medico che ha potuto solo prendere atto della morte del sessantenne dichiarando che, presumibilmente, il decesso era avvenuto da almeno 12 ore e quindi tutto lascia pensare che l’artigiano si sia lasciato morire nella serata di domenica. Una domenica come tante, cupa e uggiosa, piena di solitudine e di amarezza.
Una domenica che all’imprenditore, preoccupato per la non buona situazione economica della sua ditta, deve essere sembrata ancor più nera e triste. Ed allora ha accarezzato quel micio, unico compagno di una casa vuota e, in un modo che lascia esterrefatti e sgomenti, ha deciso di dire addio a tutti.
corriere adriatico
http://www.imolaoggi.it/2014/02/04/60enne-si-uccide-per-la-crisi-per-favore-pensate-al-mio-gatto/

74 italiani si sono SUICIDATI dall’inizio dell’anno e siamo solo al 1 febbraio

alla società civile sta bene. In fin dei conti, se non sono più in grado di pagare le tasse non sono UTILI per cui si levino di mezzo. Le loro vite non sono uguali alle altre

sabato, 1, febbraio, 2014

Tiziana Marrone, Vedova Campaniello
Quest’anno, 74 italiani NON mangeranno il panettone a Natale e NON avranno la fortuna di festeggiare il capodanno…. 74 italiani si sono SUICIDATI dall’inizio dell’anno e siamo solo al 1 febbraio .
“caro” Presidente, ma LEI davvero non è a conoscenza di tutti questi suicidi e dei motivi che hanno portato queste persone a fare un gesto estremo???? Io, potrei essere la prossima a non poter mangiare il panettone a Natale e non perché ho deciso di mettermi a dieta. Vorrei aggiungere che la maggior parte di queste persone NON sono depresse….sono DISPERATE……… DISPERATE come lo era MIO marito e come tutti coloro che hanno deciso per la morte, perché, vede “caro” Presidente , forse LEI non lo sa, ma c’è un Sistema, fatta di leggi, quelle stesse leggi che non hanno permesso i NOSTRI UOMINI e anche alcune DONNE di andare avanti.
Quelle leggi sono state proposte, votate, varate e firmate da uomini che sono al governo. Pertanto, è proprio il caso di dire che la nostra VITA è nelle Vostre mani…. non crede che sia arrivato il momento di fare qualcosa di CONCRETO per SALVARE chi è ancora in vita, cambiando, modificando o addirittura, abrogando, leggi che solo VOI potete??? IO amo la vita e come me, siamo in tanti ad amarla….. anche i NOSTRI CARI l’amavano, ma, immagino che LEI non sappia cosa significhi essere disperati…. beh… LORO lo erano e la disperazione e la paura di perdere tutto, in primis, la DIGNITA, ha portato i NOSTRI CARI ad una via di NON ritorno. Mi scuso se sono stata inopportuna, ma sono parole di una vedova che ha subito e sta subendo un’ingiustizia.
La saluto cordialmente
Tiziana Marrone, Vedova Campaniello
http://www.imolaoggi.it/2014/02/01/74-italiani-si-sono-suicidati-dallinizio-dellanno-e-siamo-solo-al-1-febbraio/

Francia: 2 suicidi al giorno fra i piccoli imprenditori

anche in Francia tutti ladri ed evasori?

mercoledì, 5, febbraio, 2014
Una media di circa 2 dirigenti di piccole e medie imprese si suicidano ogni giorno in Francia, il 7% del numero totale di suicidi. Il dato è in costante aumento, secondo l’Osservatorio della salute dei dirigenti.
Tra il 2006 e il 2010 c’è stata un’ondata di suicidi in alcune grandi aziende transalpine, come Renault e France Telecom. E’ un fenomeno difficile da misurare, secondo Olivier Torres, fondatore dell’Osservatorio, ma è paragonabile a quello tra gli artigiani ed i commercianti.
http://www.imolaoggi.it/2014/02/05/francia-2-suicidi-al-giorno-fra-i-piccoli-imprenditori/#comment-32980

Decreto Bankitalia, Abi: “sono le banche che hanno fatto un regalo agli italiani”

quando una classe politica è serva delle banche possono permettersi queste uscite ed altro

giovedì, 6, febbraio, 2014
6 febbr – “La rivalutazione delle quote della Banca d’Italia non è un regalo alle banche, anzi il regalo lo hanno fatto forzatamente le banche agli italiani finanziando, pagando con le assicurazioni la cancellazione della seconda rata dell’Imu del 2013. Stiamo lontani dalle polemiche politiche, restiamo ai fatti giuridici. Sono le banche che hanno pagato e che sono costrette dalla legge a pagare ancora con l’addizionale Ires dell’8,5, che è enorme, sui redditi 2013 che saranno determinanti per essere esaminati negli stress test” europei. Così il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, oggi a “L’Economia Prima di Tutto” su Radio1 Rai
Il presidente dell’Abi ha commentato anche l’invito arrivato dal governatore della Banca d’Italia Bisco secondo cui dopo la revisione delle quote ora le banche potranno fare di più sul fronte del credito: “Visco ha ragione, è esatto quello che dice ma rimane il fatto che restano incertezze applicative per le banche che avevano questi diritti dell quote bankitalia, perchè non è chiaro quando verranno contabilizzati gli effetti patrimoniali: gli effetti positivi” sul credito ci saranno “a seconda di quando saranno contabilizzati gli effetti patrimoniali”
“Ricordo – conclude Patuelli – che la rivalutazione delle quote era un atto dovuto perchè i valori erano rimasti al 1936, il “quattordicesimo anno dell’era fascista””. liberoquotidiano
http://www.imolaoggi.it/2014/02/06/decreto-bankitalia-abi-sono-le-banche-che-hanno-fatto-un-regalo-agli-italiani/