Mille metri dentro la roccia la grande fresa trova l’Africa

21 giugno 18 FQ 

Tunnel del Brennero Viaggio nelle gallerie della maxi-opera: 230 km di scavi.

Il ministro Toninelli dà l’ok, ma restano i dubbi
Ferruccio Sansa inviato a Bolzano

https://www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/mille-metri-dentro-la-roccia-la-grande-fresa-trova-lafrica/

Africa comincia qui. Una riga scura nella roccia, a mille metri di profondità sotto le montagne di Fortezza, in Alto Adige. Alla faccia di sudtirolesi e italiani che in superficie lottano per il confine. Con buona pace dei leghisti. Sono loro gli invasori. 

La fresa che scava il tunnel ferroviario del Brennero ha trovato l’Africa sotto le Alpi: “Guarda come cambia la roccia”, indica Thomas Albarello (Bbt, Brennero Basis Tunnel) che segue la costruzione della grande galleria. Qui puoi toccare con la mano i due continenti che si incontrano: da una parte il granito della placca africana, dall’altra la roccia tenera del margine europeo. Ci vuole un attimo perché le pupille si abituino: fuori la luce abbacinante di giugno. 

Dentro il buio. Ma dopo qualche istante, scopri un mondo: il grande cantiere che giorno e notte lavora per completare l’opera da 8,38 miliardi entro il 2027.È un groviglio di gallerie dove si muovono camion e lavorano –solo nel primo tratto –600 persone. Poi improvvisamente la volta della galleria si apre come una cattedrale, alta decine di metri. Albarello mostra la mappa del più grande cantiere d’Europa: “Da Fortezza a Tulfes (Innsbruck) sono 64 chilometri. Ma bisogna scavare un tunnel per ogni direzione e la galleria di servizio.Totale: 190 chilometri. 

Più 40 di tunnel ausiliari, e siamo a 230. Ne abbiamo realizzato il 36%”. Il viaggio nelle viscere della montagna procede, il tunnel si stringe intorno a te, po
chi metri, appena lo spazio per passare tra le pareti e la grande fresa: un verme d’acciaio lungo trecento metri. Avanti, avanti insieme con gli operai. Nella galleria del treno si va avanti con l’esplosivo. Ogni tanto senti arrivare il botto, lo spostamento d’aria. D’un tratto ti ricordi dove sei: i tuoi ottanta chili contro milioni di tonnellate di pietra. La montagna intorno barrisce, gocciola, cigola, picchia. Allora la mano ti va verso il torace dove ti hanno sistemato un transponder per ritrovarti casomai succedesse qualcosa. Gli operai sembrano abituati anche se nel cunicolo hanno sistemato una cappelletta. 

Intanto il tunnel procede: “Dieci, quindici metri al giorn o”, spiega Alberto Paddeu del consorzio Btc che realizza gli scavi. Mancano dieci anni al l’appuntamento. Ma non è come per il Tav della Valsusa. Il tunnel del Brennero è andato avanti senza troppi clamori. “Abbiamo coinvolto a popolazione”, spiega Albarello. Oggi è il giorno di apertura al pubblico. Sembrano superate le preoccupazioni sullo smaltimento del materiale estratto: 21 milioni di metri cubi che finiranno in gran parte in una vicina depressione. Ma sull’utilità dell’opera ci si divide eccome: “Solo tra Innsbruck e Fortezza il tunnel farà risparmiare 55 minuti ai passeggeri e 75 alle merci. Ma riducendo la pendenza saranno possibili convogli più lunghi e capienti. Quindi più merce con costi minori.Così si sposterà il traffico dall’autostrada alla ferrovia”, sostiene Albarello. Verdi e M5S altoatesini non sono convinti: vero, oggi meno del 30% delle merci viaggia su rotaia. Ma si
poteva, sostengono, potenziare la vecchia linea e spostare il traffico in Svizzera. E poi, si dice, il tunnel servirà a poco se non si lavora sul resto della linea: il tratto da Fortezza a Ponte Gardena, circa 30 chilometri,è in fase di progettazione. Si sta anche studiando il nodo di Bolzano, ma a Trento e Rovereto la situazione sembra più in alto mare. 

Ma i dubbi non riguardano soltanto l’opera. C’è il potere che ruota intorno. Vedi il caso di Konrad Bergmeister, uomo dalle tante poltrone. Quello che Luis Durnwalder (Svp) aveva immaginato come suo successore alla Provincia di Bolzano. Bergmeister, titolare di un grande studio ingegneristico, è stato nominato presidente della parte austriaca di Bbt. Intanto è presidente della fondazione Sparkasse che controlla la banca cassaforte dell’Alto Adige. 

Ancora: è stato presidente dell’università di Bolzano e direttore dell’autostrada del Brennero. A sollevare la questione di opportunità erano stati i Cinque Stelle con il deputato, oggi ministro, Riccardo Fraccaro, e il consigliere provinciale, Paul Köllensperger: “Lo studio Bergmeister tra il giugno 2001 e il gennaio 2014 ha ricevuto 4,17 milioni di incarichi dalla ripartizione provinciale Strade e infrastrutture. In tutto 69 incarichi”. Fraccaro definiva il tunnel “inutile e costosissimo”. Ma pochi giorni fa il neoministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli (M5S) ha parlato di una “sfida fondamentale”

Caso chiuso, anche se i Cinque Stelle altoatesini sono stati presi in contropiede: il tunnel si farà.

Pro Natura Olimpiadi sci 2026: servirebbero 4 miliardi

21 giugno 18

“La Stampa” del 16 dicembre 2014 ha pubblicato uno studio molto dettagliato sui costi degli avvenimenti olimpici, tratto evidentemente da documenti di archivio del Comitato Olimpico Internazionale, in cui si affermava che le Olimpiadi di Torino 2006 sono costate 4,1 miliardi di euro: senza contare le opere di compensazione.

Anche se si trattasse di cifre attualizzate al 2014, esse ci forniscono una indicazione di quanto costerebbe una nuova edizione.

Si possono togliere 300 milioni supponendo di riciclare, riammodernandoli dopo 20 anni, gli impianti di gare, (che in tutto costarono 600 milioni) ma, per contro, bisognerebbe tener conto di altrettanto per un minimo di adeguamento dei prezzi da qui al 2016 e della costosissima manutenzione dei principali di questi impianti sino alla data fatidica.

Per gli altri costi, sulle spese di organizzazione non si possono fare grandi risparmi, per i 6-7 villaggi olimpici non ci sono variazioni, mentre per gli interventi sulla viabilità si prevedono a preventivo “soli” 400 milioni di euro contro gli 800 spesi a consuntivo per il 2006.

Ma il punto da approfondire sono la provenienza dei soldi, per sfatare il mito della proposta attuale che immagina un contributo CIO che piova dal cielo.

Bisogna anzitutto aver ben presente che ci sono stati due bilanci: il primo è quello del Comitato Organizzatore Toroc, che si è occupato solo della organizzazione, di cui si sa nulla tranne che è andato in deficit di oltre 200 milioni, che sono stati coperti da un contributo straordinario del Governo e da un “gratta e vinci”, successivo.

Il secondo è stato quello l’Agenzia olimpica, che si è occupata solo delle opere da realizzare, di cui conosciamo il rendiconto delle circa 100 opere compiute al 31 dicembre 2017 per 1.850 milioni di euro, ma non sappiamo la provenienza esatta dei fondi: 1.184 milioni li ha messi la legge speciale, 36 la Regione, 400 almeno vengono dai mutui accesi dal comune di Torino.

Quello che è certo che il CIO finanzia solo il comitato promotore Toroc e non gli impianti

Il Toroc si è finanziato raccogliendo contributi dal mondo bancario ed industriale e sopratutto sfruttando il marchio olimpico, gli sponsor, i diritti televisivi e la vendita dei biglietti.

Ma poiché il marchio olimpico è proprietà del CIO, questo significa che il CIO ha dato il suo finanziamento, non attraverso un contributo in denaro, ma con la cessione di sfruttamento dei suoi diritti. Q

uesto è importante per valutare la famosa affermazione che ci sia un contributo del CIO di 900 milioni di euro per le prossime olimpiadi invernali: con ogni probabilità, si tratta, per la massima parte, del calcolo dei ricavi da sponsor e diritti televisivi e di biglietti, non di una cifra concreta in banca!

Quindi le favole raccontate in proposito per lanciare la proposta del 2026, devono tenere conto che, nell’edizione del 2006, questo aiuto non è bastato a coprire neppure i costi di pura organizzazione, e non ha riguardato assolutamente le opere edili, dove il contributo del governo alla fine è risultato insufficiente e per il comune di Torino è finita in un bagno di lacrime.

Mario Cavargna

P.S. “L’architetto Alberto Sasso esponente dei 5 Stelle, incaricato di elaborare uno studio di fattibilità delle Olimpiadi 2026 a Torino, nell’intervista a Repubblica del 15/6/2018 afferma: “Io giudico positiva la gestione di Torino 2006 perché gli impianti sono in buono stato, la manutenzione è stata fatta grazie ad una parte dei soldi che sono stati resi disponibili dopo.”

Noi ci chiediamo: l’architetto Sasso è stato in gita a Pragelato per vedere la condizione dei trampolini o, peggio ancora, a Cesana per vedere i resti del bob? 

IMPIANTI OLIMPICI DEVASTATI, MA SASSO DICE “SONO IN BUONO STATO”

15 giugno 18 Repubblica:

“L’ARCHITETTO SASSO: VI RACCONTO LE MIE OLIMPIADI SOSTENIBILI GRAZIE AI BEN GESTITI IMPIANTI DEL 2006”

https://cono2026.files.wordpress.com/2018/06/15062018-29-30.pdf

“L’architetto Alberto Sasso esponente dei 5 Stelle, incaricato di elaborare uno studio di fattibilità delle olimpiadi 2026 a Torino, nell’intervista a Repubblica del 15/6/2018 

afferma: “Io giudico positiva la gestione di Torino 2006 perché gli impianti sono in buono stato, la manutenzione è stata fatta grazie ad una parte dei soldi che sono stati resi disponibili dopo.”

Viene da domandarsi se Alberto Sasso sia almeno andato in gita a Pragelato.
Questo è il trampolino oggi, visibile in un video girato dal Coordinamento No Olimpiadi CoNo2026: distrutto.
Vi invitiamo a guardare il video e a diffonderlo: l’architetto Sasso, semplicemente, non sa di cosa parla, lo invitiamo a fare qualche gita fuori porta per verificare il reale stato delle costosissime opere olimpiche (quelle ancora esistenti).

Noi l’abbiamo fatto”.

IN QUESTO VIDEO SI PUÒ VEDERE COSA SONO I TRAMPOLINI OGGI.

https://www.youtube.com/watch?v=bybbXQl7EKc&feature=youtu.be

https://cono2026.wordpress.com/2018/06/16/impianti-olimpici-devastati-ma-sasso-dice-sono-in-buono-stato/

https://www.facebook.com/Coordinamento.NO.Olimpiadi/posts/2075671819388178

ALTRE FOTO: http://www.okfoto.it/news/tag/trampolini-del-salto

Le parole dl ministro Toninelli del 20 giugno 2018 e precisazioni Tartaglia

NOTA 

Dalla lettura del testo stenografico qui sotto riportato appare la timidezza del Ministro e le sue non troppo chiare idee, c’è bisogno di rompere con il passato evitando che la lobby PD della Torino-Lione si rafforzi con argomenti NON veri.

–     La linea esistente è ampiamente sufficiente,

–     Le penali sono un’invenzione del Commissario Foietta,

–     Spieghiamo nel dettaglio le ragioni della pausa della Francia, e l’asimmetria dei costi (km italiano 5 volte più caro di quello francese)

–     Evitiamo che questa sibillina frase possa essere riferita alla Torino – Lione: “Per quelle invece non a vantaggio della popolazione, dovremo in un secondo momento analizzare e valutare nel dettaglio come agire: un processo del tutto analogo a quanto già svolto in altri Paesi europei, come ad esempio la Francia.”

–     ecc.

 Credo che sia dovere del Movimento No TAV commentare le parole del ministro allo scopo :

–     di sollecitare la pausa italiana ancora prima di produrre dossier ministeriali ad imitazione della Francia,

–     di dargli gentilmente e pubblicamente una mano mettendo in rilievo il nostro ruolo,

–     di diffondere tramite i media i nostri argomenti,

–     di diffidare TELT affinché non si porti troppo avanti con le gare e non crei quindi le condizioni ricattatorie per le penali …,

–     di dare dei segnali e argomenti alla Francia che non aspetta altro dall’Italia che la prima mossa del disimpegno,

–     di dare dei segnali alla Commissione europea che il disimpegno dell’Italia dalla Torino-Lione è vero senza però perdere i finanziamenti europei per i quali da subito dovrebbero essere richiesta la rinegoziazione per altri tipi di mobilità.

Grazie per ogni commento,

Paolo

http://www.camera.it/leg18/410?idSeduta=0018&tipo=stenografico#sed0018.stenografico.tit00060.sub00050.int00020

Posizione del Governo sulla realizzazione delle infrastrutture strategiche, con particolare riferimento alla TAV Torino-Lione e al Terzo valico – n. 3-00024) 20 giugno 2018

PRESIDENTE. La deputata Raffaella Paita ha facoltà di illustrare l’interrogazione Gribaudo ed altri n. 3-00024 (Vedi l’allegato A), di cui è cofirmataria.

RAFFAELLA PAITA (PD). Presidente, signor Ministro, la Torino-Lione è un collegamento internazionale del sistema Alta velocità/Alta capacità, per il quale nella scorsa legislatura sono state fatte importanti modifiche da parte dell’ex Ministro Delrio, che ne hanno dimezzato i costi come ha certificato l’Osservatorio. Il Terzo valico è il collegamento tra il più importante porto italiano e l’Europa: un’opera già realizzata al 40 per cento, senza la quale Genova e l’Italia sarebbero condannati all’isolamento. Ricordo che i porti liguri hanno avuto lo scorso anno una crescita molto superiore rispetto ai porti del Nord Europa. Su questi progetti – altro che sulle chiacchiere! – si misura la capacità di guardare al futuro di un Governo. Il PD è per un sistema connesso, capace di creare crescita e di evitare l’isolamento nel Nord-ovest.

Ministro Toninelli, nel contratto di Governo avete utilizzato formule volutamente incomprensibili, nascondendovi dietro il tema della valutazione costi-benefici, che come è ovvio per opere già in corso è stata fatta, ed è un diritto degli italiani conoscere la vera opinione del Governo.

PRESIDENTE. Concluda.

RAFFAELLA PAITA (PD). Ministro, sulla chiusura dei porti, anche confermata dalla risposta precedentemente data, nonostante fosse una sua prerogativa il suo silenzio è stato imbarazzante. Sulle infrastrutture, almeno, riusciremo a capire la sua opinione? Il tempo degli slogan è finito, è il tempo del Governo; ed è suo dovere dire al Parlamento una voce chiara su opere strategiche per il territorio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Toninelli, ha facoltà di rispondere.

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Presidente, rispondo molto volentieri anche a questa interrogazione.

Sul tema della realizzazione delle grandi opere ho avuto modo di esprimermi più volte in questi giorni del mio mandato. Ritengo infatti che la corretta definizione dei criteri di investimento in materia di infrastrutture costituisca un passaggio centrale nelle politiche di rilancio del sistema Paese. L’Italia, per la sua collocazione geografica al centro del Mediterraneo, rappresenta la naturale cerniera di collegamento per i traffici commerciali, in particolare dal quadrante sudorientale: senza un’adeguata rete di trasporto non potremmo mai vedere riconosciuto il nostro naturale ruolo di leader di riferimento della logistica in Europa e nel Mediterraneo. I miei uffici sono già al lavoro sui singoli dossier, per un’attenta analisi dei costi-benefici, per la valutazione della sostenibilità effettiva dal punto di vista economico, ambientale e sociale. Occorre infatti ripensare agli orientamenti in termini di spesa e di risorse, così come di utilità per i cittadini e le imprese, dando maggiore ascolto ai loro bisogni e alle esigenze del territorio, e non incentrando le priorità sull’interesse esclusivo di chi realizzerà le opere. In buona sostanza, il mio obiettivo è quello di riesaminare in tempi brevi le diverse grandi opere, per individuare quelle necessarie e buone per i cittadini, che dovranno quindi essere concluse, a partire ovviamente da quelle già iniziate. Per quelle invece non a vantaggio della popolazione, dovremo in un secondo momento analizzare e valutare nel dettaglio come agire: un processo del tutto analogo a quanto già svolto in altri Paesi europei, come ad esempio la Francia.

Con riguardo alla linea ad alta velocità Torino-Lione, riporto quanto sottoscritto nel contratto di Governo: “Ci impegniamo a ridiscutere integralmente il progetto nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia”. Ciò che è notorio è che, su questa direttrice, non si sia verificato il previsto incremento dei traffici di merci che era il presupposto fondamentale dell’opera, come ha recentemente confermato anche il commissario di Governo. Per quanto riguarda il Terzo valico dei Giovi, ribadisco la linea già espressa: servono ulteriori valutazioni costi-benefici, e deve essere chiaro che le opere devono essere condivise con le istituzione locali e con i cittadini, dando ampio risalto alla trasparenza. I cittadini devono sentirsi tutelati dall’azione di questo Governo. La politica del confronto e del project review hanno già dato prova di rappresentare efficaci strumenti di programmazione e valutazione delle scelte strategiche sul tema delle infrastrutture, consentendo di perfezionare i progetti e realizzare risparmi importanti, che è il nostro principale obiettivo. Nel concludere, confermo che le verifiche sono in corso e nelle prossime settimane inizieremo a dare i primi responsi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Lega-SalviniPremier).

PRESIDENTE. Il deputato Davide Gariglio, cofirmatario dell’interrogazione, ha facoltà di replicare.

DAVIDE GARIGLIO (PD). Presidente, noi siamo assolutamente insoddisfatti della risposta del Ministro. Innanzitutto il Ministro non ha chiarito se la valutazione avverrà per tutte le grandi opere, perché poi puntualizza sempre espressamente la questione sul Terzo valico e sulla Torino-Lione. La sindaca Appendino ha annunciato che lei, Ministro, entro due settimane dal 6 giugno avrebbe dato al comune di Torino un dossier sui costi-benefici della TAV: ma allora questo dossier, di cui ha parlato la Appendino, esiste oppure no?

Gli incarichi per le analisi che lei ha annunciato sono stati già assegnati, signor Ministro? E se sì, a chi sono stati assegnati? Con quale procedura di affidamento? È stata effettuata una procedura ad evidenza pubblica oppure, come nel caso della grande opera stadio di Roma, è stato incaricato un professionista di fiducia della vostra parte politica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti di deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier (NOTA Sarebbe interessante conoscere questi commenti, soprattutto quelli della Lega-Salvini Premier N.d.R.). Con quali tempi verranno fatte queste valutazioni, signor Ministro? Con quali garanzie di trasparenza, valore a lei caro? Con quale garanzia di obiettività e di scientificità? All’analisi, signor Ministro, parteciperanno gli uffici del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e della struttura tecnica di missione ivi insediata oppure no? Lei ha parlato di “miei uffici”: quelli sono i suoi uffici, signor Ministro! È a conoscenza, signor Ministro, che esiste un decreto legislativo, il n. 228 del 2011 in materia di valutazione degli investimenti relativi alle opere pubbliche? Le chiediamo: i commissari di Governo in carica e gli osservatori, ove esistenti, saranno coinvolti? E in attesa dei risultati di queste analisi, signor Ministro, che scelte saranno adottate sulla continuazione dei lavori? Perché dalla sua risposta pare evidenziarsi che i lavori saranno sospesi, ma il Terzo valico è realizzato per il 40 per cento: cosa facciamo? Mezzo buco, signor Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? È consapevole che esistono degli accordi internazionali…

PRESIDENTE. Concluda.

DAVIDE GARIGLIO (PD). …ad esempio con la Francia, che impongono, in caso di non realizzazione dell’opera, un pagamento di tutte le somme spese dall’Unione europea e dagli altri Stati? Lei è stato non il Ministro della trasparenza, è stato il Ministro della reticenza! Lo è stato sui porti, e lo è ora che non ci dà risposte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Concluda.

DAVIDE GARIGLIO (PD). Non può più dire sempre no! Ora è al Governo, e ora deve darci risposte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

21 giugno 18 Tartaglia Precisazioni su affermazioni della stampa

Nuova Linea TAV Torino-Lione

Pro Natura Piemonte <torino@pro-natura.it>

gio 21/06/2018 16:25

A:Organi d’informazione (torino@pro-natura.it)

Agli organi di informazione.

Gentili signore e signori, 
in questi giorni sono comparse sui mezzi di comunicazione numerose affermazioni relative alla eventuale Nuova Linea ferroviaria Torino-Lione. Allego pro veritate (a nome della commissione tecnica) una schematica nota relativa a tali affermazioni. 
Angelo Tartaglia 
Commissione tecnica sulla Nuova Linea Torino Lione dell’Unione dei Comuni della Valsusa, del Comune di Torino e del Comune di Venaria

Andamento del traffico mercantile nel tempo (tonnellate)

Italia-Francia

 Il traffico merci per ferrovia attraverso l’intera frontiera italo –francese tra il 1997 (anno del mas-simo) e il 2016 è diminuito del 71%

Italia-Francia , ferrovia 1997-2016   71%

 Il traffico merci su strada attraverso l’intera frontiera italo –francese (dal mare al Monte Bianco) tra il 2001 (anno del massimo) e il 2016 è diminuito del 6,5%

Italia-Francia , strada 2001-2016   6,5%

 Il traffico mercantile terrestre totale tra Italia e Francia tra il 2001 (anno del massimo) e il 2016 è diminuito del 17,7%

Italia-Francia, totale 2001-2016   17,7%

Il traffico ferroviario attuale lungo l’asse della Val di Susa corrisponde all’incirca al 17% della capacità mini-male della linea esistente secondo le stime di RFI.

Italia-Svizzera (stessi intervalli di tempo)

 Il traffico merci per ferrovia tra Italia e Svizzera tra il 1997 e il 2016 è aumentato del 63%

Italia-Svizzera, ferrovia 1997-2016   63%

 Il traffico merci su strada tra Italia e Svizzera tra il 2001 e il 2016 è aumentato del 12,5%

Italia-Svizzera, strada 2001-2016   12,5%

 Il traffico merci totale tra Italia e Svizzera tra il 2001 e il 2016 è aumentato del 30%

Italia-Svizzera, totale 2001-2016  30%

Italia-Austria (stessi intervalli di tempo)

 Il traffico merci per ferrovia tra Italia e Austria tra il 1997 e il 2016 è aumentato del 46%

Italia-Austria, ferrovia 1997-2016  + 46%

 Il traffico merci su strada tra Italia e Austria tra il 2001 e il 2016 è aumentato del 45%

Italia-Austria, strada 2001-2016 + 45%

 Il traffico merci totale tra Italia e Austria tra il 2001 e il 2016 è aumentato del 36%

Italia-Austria, totale 2001-2016 + 36% 2

Il differente andamento non ha motivazioni tecnologiche

Tra il 1997 e il 2007 il traffico ferroviario mercantile lungo la Val di Susa si è ridotto del 43,6%

43,6%

Nello stesso periodo (cioè prima dell’entrata in servizio di qualsiasi nuova infrastruttura in Svizzera) il traffico ferroviario tra Italia e Svizzera è cresciuto del 43,7%

+43,7%

Confronto tra le infrastrutture ferroviarie del Fréjus e quelle Svizzere

Traforo storico del Fréjus: lunghezza 13,6 km; altitudine max 1335 m

Traforo storico del Lötschberg (Svizzera centrale): lunghezza 14,6 km; altitudine 1340 m

Traforo storico del S. Gottardo: lunghezza 15,0 km; altitudine 1151 m

Il tunnel di base del Lötschberg è entrato in funzione nel 2007; quello del Gottardo nel 2014.

I dati citati sono tutti reperibili presso l’ufficio federale dei trasporti della Federazione Svizzera

Analisi costi benefici

 L’analisi costi benefici (ACB) è una operazione complessa e in larga misura standardizzata che si ef-fettua seguendo una metodologia consolidata e riconosciuta.

 È stata finora effettuata una sola ACB relativa alla nuova linea Torino Lione, completata nel 2011 e resa pubblica nel 2012.

 La base dell’unica ACB sta nella previsione di fortissimi aumenti di traffico merci lungo la direttrice Torino-Lione. Tale previsione risulta inattendibile (Presidenza del Consiglio dei Ministri – Osservato-rio sulla Nuova Linea Torino Lione, Verifica del Modello di Esercizio per la Tratta Nazionale LatoIta-lia, seduta n. 260 del 25/09/2017, pag. 58), di conseguenza inattendibili sono le conclusioni dell’analisi.

 L’unica ACB fa riferimento alla linea come individuata dall’accordo italo-francese siglato tra i due governi il 30/01/2012. Successivamente (vedere punti successivi) dalla definizione della linea sono venuti meno i due tunnel in territorio francese (Belledonne e Glandon) e il tunnel dell’Orsiera in Italia: alla modifica non ha corrisposto alcuna revisione dell’ACB.

Penali e accordi internazionali

 Non esiste alcun accordo internazionale sottoscritto dall’Italia nei confronti della Francia o dell’Eu-ropa che preveda l’esborso di “penali” in caso di ritiro unilaterale italiano.

 Delibera CIPE n. 67/2017 (G. U. 24/01/2018), punto 6 del deliberato: “Il soggetto aggiudicatore dell’in-tervento [del primo e secondo lotto costruttivo del tunnel di base – ndr] provvederà a inserire nel bando di gara per l’affidamento dei lavori dell’opera, tra gli impegni dell’aggiudicatario, la rinun-cia a qualunque pretesa, anche futura, connessa all’eventuale mancato o ritardato finan-ziamento dell’intera opera o di lotti successivi. [grassetto del redattore]”

 L’accordo sottoscritto dallo stato francese e dallo stato italiano il 30/01/2012 prevede che l’opera oggetto degli accordi comprenda una sezione internazionale divisa in tre sezioni: una di compe-tenza francese, comprendente 33 km di gallerie a due canne (Belledonne e Glandon); una tran-sfrontaliera di competenza di entrambi gli stati, comprendente il tunnel di base di 57 km; una di competenza italiana comprendente il tunnel a due canne dell’Orsiera per 19,5 km. [artt. 2 e 4 dell’accordo del 30/01/2012].

 Lo stato francese ha posposto le decisioni relative alla tratta di sua competenza a dopo il 2038. Lo stato italiano ha lasciato cadere la realizzazione del tunnel dell’Orsiera ipotizzando altre soluzioni. In pratica entrambi gli stati hanno disatteso l’accordo del 2012, che non è stato revocato dal suc-cessivo accordo del 2015. Non è però stata modificata la ripartizione dei costi relativi al tunnel di base (che si trova all’incirca per l’80% in Francia e per il 20% in Italia) che è previsto che gravino per il 57,9% sull’Italia e per il 42,1% sulla Francia (al netto di eventuali contributi europei).

Argomentazioni e ideologie

Le continue prese di posizione a favore della nuova linea Torino Lione rilanciate insistentemente dai grandi mezzi di comunicazione non si basano generalmente su argomentazioni verificate ma su assunzioni a priori e affermazioni apodittiche che adattano la propria formulazione alle circostanze senza mai sottoporre a cri-tica razionale l’assunto. Come tali rivestono carattere strettamente ideologico.

Grande dizionario italiano Hoepli: “ideologico: Che riconduce tutto all’ideologia, interpretando i fatti non in base alla loro reale consistenza, ma adattandoli a determinati schemi ideologici”.

Google – dizionario italiano: “ideologico: Astratto, ovvero basato su schemi concettuali precostituiti, piuttosto che sull’analisi concreta”.

No TAV – Comunicati Stampa 21 giugno 2018 – Investimenti Europei nelle reti di trasporti dopo il 2020 e frottole del PD

NOTA per i MEDIA

21 giugno 2018

Investimenti Europei nelle reti di trasporti dopo il 2020 e frottole del PD

Ieri 20 giugno 2018 la Deputata italiana del PD Isabella DE MONTE – European Parliament, nel corso del 7°  Comitato Interparlamentare sul tema “Investimenti Europei nelle reti di trasporti dopo il 2020“, ha chiesto a Daniel Ibanez, economista, dopo una premessa aspramente polemica sulla suo ruolo, che spieghi in termini economici l’alternativa al progetto Torino-Lione.

L’interessante scambio è qui, dura circa 4’50’’ : http://lyonturin.eu/analyses/docs/question-reponse-it-europe.mp4

In pochi minuti il sig. Ibanez fa carezza e smonta le frottole del PD di questi giorni, in particolare le affermazioni di Chiamparino che ieri era a Lyon a straparlare di cose che non conosce.

Mercoledì 20 Giugno 2018 15:00 – 18:30

7.0 Interparliamentary Committee Meeting on “EU investing in its transport networks beyond 2020”

http://www.europarl.europa.eu/meetdocs/2014_2019/plmrep/COMMITTEES/TRAN/DV/2018/06-20/agenda_interparliamentary_meeting_20june2018_EN.pdf

 ue tav

Daniel Ibanez ultimo a destra nelle foto.

DEBAT : ELEMENTS POUR ANALYSER LE SOMMET DE SINGAPOUR (COMMENT INTERPRETER LA RENCONTRE KIM JONG UN – TRUMP II)

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE/

Luc MICHEL pour EODE/

Quotidien géopolitique – Geopolitical Daily/

2018 06 20/

LM.GEOPOL - Débat sommet trump kim II transition (2018 06 20) FR 2

« La diplomatie en tant qu’œuvre d’art:

Il s’agit de créer des illusions et de convaincre les autres qu’ils sont réels «

– «Futurs géopolitiques», Weekly Digest, 16 mai 2017).

LM.GEOPOL - Débat sommet trump kim II transition (2018 06 20) FR 3

Le débat continue sur la façon d’analyser la recontre Trump-Kinm Jong-Un à Singapour. Discussion intéressante parce qu’elle conduit très au delà de la Question coréenne :

* Voir la Partie I de cette analyse sur LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY/

DEBAT : COMMENT INTERPRETER LA RENCONTRE KIM JONG UN – TRUMP ET LEURS POURPARLERS DIPLOMATIQUES SUR LA PENINSULE COREENNE ?

sur http://www.lucmichel.net/2018/06/13/luc-michels-geopolitical-daily-debat-comment-interpreter-la-rencontre-kim-jong-un-trump-et-leurs-pourparlers-diplomatiques-sur-la-peninsule-coreenne/

Mais des éléments d’information ou mieux d’analyse du Sommet publiés par la presse américaine tendent à renforcer ma vision négative de la rencontre de Singapour :

Voir mes angles d’analyse I – II et III publiés dans la Partie I de mon analyse (ci-dessus) …

IV – UN PROCESSUS DE TRANSITION DANS LES VUES AMERICAINES SUR LA COREE DU NORD

Dans mon angle d’analyse III, j’expliquais comment le piège interne des USA n’était pas le désarmement de la RPDC lui-même, mais l’ouverture d’un « processus de transition » à Pyong-Yang. C’était clairement l’idée de Trump lui-même, exposée dès l’ouverture du Sommet.

La lettre d’information quotidienne ‘The Monocle Minute’ (19 juin 2018), éditée par la revue anglo-saxonne ‘Monocle’ (Londres – New-York – hong-Kong), titrait précisément sur cette perspective « d’ouverture économique » (entendez « changement de régime économique »), sous le titre « Coups d’opportunité. Des projets d’infrastructure et de grandes entreprises pourraient s’avérer la clé pour combler le fossé dans la péninsule coréenne » (1) :

« Lorsque le premier McDonald’s a ouvert à Moscou après la chute de l’URSS, la file d’attente s’étendait sur plusieurs pâtés de maisons, avec des gens qui rêvaient de goûter au monde extérieur », dit ‘Monocle’, de façon révélatrice sur les arrières-pensées américaines. « Des scènes semblables peuvent un jour arriver à Pyongyang, si l’Association de la construction de la Corée fait son chemin. Le consortium – qui comprend certaines des plus grandes entreprises de Séoul, y compris le groupe Hyundai – devrait se réunir la semaine prochaine pour discuter des opportunités commerciales potentielles dans le Nord. Alors que certains critiques remettent en question l’éthique des entreprises qui se précipitent pour monter de nouvelles affaires dans un état totalitaire, Hyundai le voit différemment. La multinationale a été impliquée dans des projets d’infrastructure nord-coréens depuis 2000 et a souvent pris la position que les emplois qu’elle fournit sont une bouée de sauvetage pour son voisin appauvri indépendamment de son régime de gouvernement draconien. Par conséquent, une sortie commerciale aujourd’hui serait, aux yeux de la Corée du Sud, une reprise des affaires comme d’habitude dans le but de réunir la péninsule, plutôt qu’une première date avec un régime diabolique ».

On sait comment se sont terminés les processus de transition en Yougoslavie ou en Libye (2) …

V – MAIS CE SOMMET, COMME SES SEMBLABLES, EST-IL AUTRE CHOSE QU’UN GRAND SHOW DE THEATRE DIPLOMATIQUE ?

L’utilité de ce type de sommet est directement en cause.

C’est l’avis de George Friedman (l’ex patron du Think Tank ‘Stratfor’, qui dirige aujourd’hui GPF). Il écrit en une formule lapidaire : « La diplomatie en tant qu’œuvre d’art: Il s’agit de créer des illusions et de convaincre les autres qu’ils sont réels (‘Geopolitical Futures’, Weekly Digest, 16 mai 2017).

‘The Monocle Minute’ (19 juin 2018) pose la même question crue : « Avons-nous encore besoin de sommets internationaux ? »

Et ‘Monocle’ ajoute : « Avec autant de sommets internationaux, il est difficile de suivre le rythme, encore moins de rester intéressé. La récente rencontre entre Donald Trump et Kim Jong-un a toutefois relancé la passion des médias pour une séance de photos de poignée de main. L’intérêt était-il concentré sur la politique, ou simplement la nouveauté de voir deux dirigeants improbables ensemble? Qu’est-ce que ces réunions réalisent réellement? Et pourquoi la technologie de communication ne les a-t-elle pas redondantes? »

On est là, au-delà de mes impressions mauvaises sur Singapour, au coeur de cette communication-spectacle, basée sur l’exploitation de scénarios politiques. Trump y excelle. Je ne crois pas qu’il serait un « président-boomerang ». Ou encore un homme hors de contrôle. Mais bien au contraire le maître d’une communication maîtrisée, dirigée, avec ses « spindoctors ». Où l’occupation permanente de la une des médias repose sur une communication-scandale, l’application du principe de Goebbels (« peu importe ce que l’on dit de vous, bien ou mal, mais ce qui compte c’est qu’on parle de vous », affirmait le cynique ministre de la propagande du IIIe Reich, dont on disait qu’il n’était pas amoral mais « anti-moral ») aux médias sociaux du XXXIe siècle.

On est là au cœur de la « géopolitique de l’émotion » (4), que je dénonce inlassablement. Et qui est tout sauf de la Géopolitique !

NOTES :

(1) Voir (en anglais) “Opportunity knocks; Infrastructure and big-business projects could prove the key to healing the rift on the Korean peninsula”, in The Monocle Minute – Tuesday 19 June 2018.

(2) Mais rappelons ce qu’est exactement le « processus de transition » ?

Le « processus de transition » est une notion-clé de la thématique occidentale des « changements de régime » politiques et de la liquidation des économies socialistes ou tiers-mondistes.

Sur le « processus de transition, au Belarus (où le président Lukashenko l’a arrêté), en Yougoslavie et en Libye notamment, j’ai donné en 2011 une longue analyse intitulée “Le Modèle du Belarus comme alternative à la Globalisation”, à Minsk, le 5 mai 2011, à l’occasion de la Conférence internationale “THE PROSPECTS OF THE EASTERN PARTNERSHIP”. Elle a été filmée pour PCN-TV et est disponible sur son site.

Cfr. International conference “The prospects of the Eastern partnership” – Minsk 5.05.2011 :

Conférence de Luc MICHEL (PART.1 – 2 – 3) reprise sur PCN-NCP-TV,

sur “Le Modèle du Belarus comme alternative à la Globalisation”

http://www.dailymotion.com/video/xjjkaz_the-prospects-of-the-eastern-partnership-conference-de-luc-michel-part-1_news

et http://www.dailymotion.com/video/xjjlfo_the-prospects-of-the-eastern-partnership-conference-de-luc-michel-part-2_news

et http://www.dailymotion.com/video/xjjmbi_the-prospects-of-the-eastern-partnership-conference-de-luc-michel-part-3-conclusion_new

(3) Voir (en anglais) “Do we still need international summits?”, The Foreign Desk, in”, in The Monocle Minute – Tuesday 19 June 2018.

(4) La « géopolitique de l’émotion » – qui est tout sauf de la Géopolitique ! – est celle qui base ses analyses sur les discours électoraux, la rhétorique, les coups de dés opportunistes, la politique-spectacle, les scénarios politiques et géopolitiques, les « storytellings ». Elle ne conduit qu’à des théories fumeuses, qualifiée de « tournants géopolitiques » (sic). D’un côté, une analyse géopolitique rationnelle, de l’autre des farfeluteries idéologiques emplies d’émotion et d’irrationalité.

(Sources : The Monocle Minute – Geopolitical Futures – EODE Think Tank)

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE

* Avec le Géopoliticien de l’Axe Eurasie-Afrique :

Géopolitique – Géoéconomie – Géoidéologie – Géohistoire –

Géopolitismes – Néoeurasisme – Néopanafricanisme

(Vu de Moscou et Malabo) :

PAGE SPECIALE Luc MICHEL’s Geopolitical Daily

https://www.facebook.com/LucMICHELgeopoliticalDaily/

________________

* Luc MICHEL (Люк МИШЕЛЬ) :

WEBSITE http://www.lucmichel.net/

PAGE OFFICIELLE III – GEOPOLITIQUE

https://www.facebook.com/Pcn.luc.Michel.3.Geopolitique/

TWITTER https://twitter.com/LucMichelPCN

* EODE :

EODE-TV https://vimeo.com/eodetv

WEBSITE http://www.eode.org/

sembra che facciano di tutto per buttarci fuori loro dall’Europa (ricortare art 11 cost. alleanze in parità con gli altri stati)

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Merkel e Macron vogliono rimandare migranti in Paese di approdo
A lavoro su accordo “intergovernativo o multigovernativo”
Meseberg (Germania), 19 giu. 2018 (askanews) – Il presidente francese Emmanuel Macron e la cancelliera tedesca Angela Merkel hanno annunciato di lavorare a un accordo tra diversi Paesi dell’area Schengen per rinviare tutti i richiedenti asilo verso lo stato dove sono stati registrati all’arrivo.
“Lavoriamo insieme per una soluzione intergovernativa o multigovernativa con diversi stati membri coinvolti” nella questione migratoria, ha dichiarato Macron nella conferenza stampa congiunta. L’accordo prevede che i richiedenti asilo “possano essere riaccolti il più velocemente possibile nei Paesi dove sono stati registrati”, ha aggiunto Macron, quindi di fatto Italia e Grecia.
Si tratta di una questione centrale nella crisi governativa tedesca in corso. Se le trattative a livello europeo dovessero avere successo, la cancelliera potrebbe evitare una rottura nella coalizione dopo appena tre mesi di governo.
Merkel ha rifiutato l’ultimatum del suo ministro dell’Interno Horst Seehofer di due settimane prima di chiudere le frontiere. “Siamo per un’azione coordinata, a livello europeo sarebbe meglio, ma è molto difficile, quindi un’altra opzione è la cooperazione con certi Paesi”, ha confermato Merkel aggiungendo che bisogna sostenere “i Paesi più colpiti”, citando in particolare l’Italia.
(fonte afp)

il nocciolo duro della resistenza

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Ma quel fotografaro di Toscani che dice dei suoi padroni Benetton che stanno cacciando dalle loro terre in Patagonia il popolo Mapuche? Cosa ne pensa il cialtrone miliardario (cit Alfio Krancic)? O  sulla strage dei lavoratori tessili?
A Dacca mercoledì un palazzo di otto piani è crollato e sono morti almeno 381 operai. Lavoravano in assenza delle più elementari condizioni di sicurezza e producevano capi per conto di multinazionali tra cui anche l’azienda di Treviso e di altre aziende
di Marco Quarantelli | 30 aprile 2013
 

chissà. Toscani, la megavilla e l’accoglienza

Oliviero, lei possiede altre case, tra cui una bellissima residenza a New York e un’altra a Parigi. Perché ha deciso di vivere in questa di Casale Marittimo?La mia casa è il luogo dove vorrei fare le vacanze, questo è il posto in cui tanti anni fa scelsi di vivere con mia moglie. Un luogo che mi faccia stare bene, dove la pace e la serenità sono garantiti, e cioè lontano dalla frenesia delle città metropolitane, che frequento ma che lascio volentieri dopo aver finito di lavorare. Questo è un luogo paradisiaco. Non potrei più rinunciare al verde e ai miei animali. Nelle altre mie case in giro per il mondo ci lavoro. E amo tenere distinte le due cose.

 organigramma pd

Nave Lifeline salva migranti in acque libiche, Toninelli: “Fuori da ogni regola”, Salvini: “Li portate in Olanda”

se è vero che il trattato di Dublino dispone che il paese che accoglie è il paese che se li ciuccia, dato che la nave è un polungamento, un’estensione territoriale del paese di cui porta la bandiera, se li deve sucare l’Olanda

QUESTA E’ L’ENNESIMA PROVA DELLA MALAFEDE, la libia li stava andando a prendere, QUESTA E’ TRATTA DI UMANI
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«Avete fatto un atto di forza non ascoltando la Guardia costiera italiana e libica? Bene, questo carico di esseri umani ve lo portate in Olanda, fate il giro un po’ largo». Lo dice il ministro dell’Interno, Matteo Salvini su Facebook in riferimento all’intervento della nave della ong Lifeline, che ha soccorso centinaia di migranti al largo delle coste della Libia.
Il salvataggio
È stata la stessa ong a parlare del salvataggio in corso di circa 300-400 migranti in un tweet in cui ha chiesto aiuto alla Guardia Costiera italiana e a navi mercantili. La ong ha poi fornito un aggiornamento, indicando che la Guardia costiera libica si è diretta verso la nave della ong: «Ci aspettiamo – aggiunge Lifeline – un comportamento professionale e che la Libia rispetti la legalità internazionale». La Lifeline è intervenuta in acque Sar (Ricerca e soccorso) libiche in soccorso di alcuni gommoni carichi di persone ed è proprio la guardia costiera di Tripoli a coordinare l’operazione. Pochi minuti dopo è arrivata la risposta di Salvini.
La nota all’ambasciata olandese
Le navi «di queste pseudo-ong non toccheranno più il suolo italiano», ha sottolineato il ministro dell’Interno, aggiungendo che «abbiamo mandato una nota ufficiale datata 16 giugno del ministro degli esteri all’ambasciata olandese su Lifeline. Non è ancora pervenuta risposta».
di F. Q. | 21 giugno 2018
Il salvataggio da parte del personale della ong olandese, che ha chiesto l’intervento delle navi italiane, ha scatenato la reazione dei due ministri già protagonisti del caso Aquarius. Il responsabile dei Trasporti annuncia un’indagine della Guardia Costiera, quello del Viminale dice: “Abbiamo scritto all’ambasciatore olandese”
Al momento stiamo salvando 300-400, è richiesto il supporto della Guardia costiera italiana o navi mercantili. Altre informazioni seguiranno”.  Ore 8 e il tweet della Lifeline, nave della Ong tedesca, ha immediatamente attirato le attenzioni dei due ministri protagonisti dell’affaire Aquarius (la nave con i migranti che sono stati accolti dalla Spagna), Danilo Toninelli e Matteo Salvini. I migranti erano bordo di un gommone a largo delle coste libiche. La Lifeline è intervenuta in acque Sar (Search and Rescue) libiche ed sarebbe stato proprio la guardia costiera di Tripoli a coordinare l’operazione. Una motovedetta è stata inviata sul posto. “Ci aspettiamo – dicono dalla ong – comportamento professionale e che le forze libiche rispettino la legge internazionale”.
Alle 14 il primo commento è del ministro dei Trasporti su Facebook: “È notizia di queste ore che la nave Ong Lifeline sta agendo in acque libiche fuori da ogni regola, fuori dal diritto internazionale. Hanno imbarcato – scrive Toninelli che annuncia di aver chiesto alla Guardia Costiera italiana di avviare un’indagine. – circa 250 naufraghi senza avere i mezzi tecnici per poter garantire l’incolumità degli stessi naufraghi e dell’equipaggio”. L’indagine dovrà “verificare l’effettiva corrispondenza tra il vessillo battuto dalla nave e l’appartenenza a quella stessa nazionalità”. “Vi terrò aggiornati sugli sviluppi, ma di certo vi anticipo che il diritto del mare non permette la navigazione a navi non regolari”, dice ancora il ministro
.Nel suo post il ministro Toninelli afferma anche che la Lifeline “non sta collaborando con la guardia costiera Libica che, dalle prime informazioni acquisite, stava intervenendo per salvare i migranti e riportarli su suolo libico. Operazione di sua stretta competenza, trattandosi di eventi accaduti in mare libico. Non abbiamo nulla contro le Ong ma siamo e continuiamo ad essere per il rispetto della legalità. Soprattutto quando si parla di vite umane”. “A ciò va aggiunto – afferma ancora il ministro- che ad oggi non abbiamo ancora riscontri sull’effettiva appartenenza all’Olanda della nave Ong Lifeline, come anche della Seefuchs, che pure batte bandiera dii batte bandiera dei Paesi Bassi”.
Contemporaneanche anche Salvini ha postato un video sul social: “Questa nave battente bandiera olandese contravvenendo a tutte le regole e leggi, essendo una nave fantasma, ha spento le strumentazioni di bordo, ha caricato a bordo 224 clandestini su gommoni partiti dalla Libia in acque libiche. La Guardia costiera italiana ha scritto ‘non muovetevi, ci pensano le autorità libiche’; la Guardia costiera libica ha scritto ‘non muovetevi, ci pensiamo noi’.
 
Ma questi disgraziati, anche mettendo a rischio la vita dei migranti su quei gommoni, non ha ascoltato le autorità libiche e italiane ed è forzosamente intervenuta per caricare il prezioso quantitativo di carne umana a bordo. Perché sono buoni? Lasciatemi il dubbio che lo fanno per interesse, perché se fossero buoni, con le motovedette libiche lì nei pressi, non sarebbero intervenuti. Ora questa nave di pseudovolontari batte bandiera olandese. Abbiamo scritto all’ambasciatore olandese, in ogni caso questa nave l’Italia la vede solo in cartolina, le regole se ci sono vanno rispettate, non si mettono a rischio le vite umane. Avete fatto un atto di forza non ascoltando la Guardia costiera italiana e libica? Bene, questo carico di esseri umani ve lo portate in Olanda, fate il giro un po’ largo. Porti italiani nisba”. Le navi “di queste pseudo-ong non toccheranno più il suolo italiano”, ha aggiunto.
Migranti, Salvini: “Nave olandese con carico di carne umana? Vadano in Olanda”
Sempre nel post il responsabile del Viminale spiega che “ad ovest della Libia, a 18 miglia dalla costa, sono segnalati altri due gommoni con altri disperati a bordo. Hanno chiamato la guardia costiera italiana. Ma se ci sono imbarcazioni in difficoltà al confine tra Libia e Tunisia non si capisce perché deve intervenire la Guardia costiera italiana che sta più a nord e sta molto lontana. Abbiamo scritto – ha informato il ministro – chiedendo l’intervento delle autorità tunisine. Se i libici non possono esserci perché stanno litigando con questa pseudo-ong Lifeline, intervengano allora i tunisini o i maltesi che sono più vicini.
 
Atteggiamento cattivista o egoista? No, se si vuole dare un taglio al business dell’immigrazione clandestina, bisogna far capire che i taxi del mare si fermano. Vogliamo stroncare la mafia dell’immigrazione clandestina che arricchisce pochi delinquenti causando migliaia di vittime”.
Sul caso è intervenuto anche il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio: “La legalità prima di tutto! Avviata l’indagine di bandiera sulla nave Ong Lifeline, che non sta collaborando con la Guardia Costiera Libica, per verificare la corrispondenza tra il vessillo battuto dalla nave e l’appartenenza a quella stessa nazionalità. Grazie ministro Danilo Toninelli!”.

Dopo le dichiarazioni di Matteo Salvini e Danilo Toninelli, sull’apertura di un’indagine

capitanerie

Dopo le dichiarazioni di Matteo Salvini e Danilo Toninelli, sull’apertura di un’indagine del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera sullo stato di bandiera effettivo delle navi di LIFELINE e sea-eye,

sembra che la #Seefuchs della seconda stia riparando verso #Malta.
Chiederanno asilo loro questa volta?
Francesca Totolo

Rivoluzione campi rom: i nomadi dovranno pagare tasse e bollette o verranno espulsi

ecco quello che viene definito pogrom, genocidio etnico, deportazione e sproloqui vari. Si rispetta la volontà di vivere nelle roulottes ma introducendo regole per il vivere civile visto che quei campi sono zone franche, chissà perché questa non è eguaglianza ed integrazione per alcuni ma persecuzione etnica

Ad annunciarlo è stata la sindaca Chiara Appendino, accompagnata dai suoi assessori. L’obiettivo? Porre fine una volta per tutte ai roghi. Ecco cosa prevede il nuovo piano
TORINO – E’ una vera e propria rivoluzione quella annunciata da Chiara Appendino sul tema dei campi rom. Per porre fine una volta per tutti ai roghi e ai fumi tossici, l’amministrazione introdurrà un regolamento ferreo per le persone che vorranno vivere in un campo: i rom infatti, dovranno pagare una sorta di tassa di 600 euro per vivere all’interno dei campi, altrimenti verranno allontanati.
LE REGOLE – Finita qui? Assolutamente no, c’è di più: i nomadi, per ottenere il permesso, saranno obbligati a pagare le bollette, mandare i bambini a scuola, non portare all’interno del campo veicoli senza documenti di circolazione, non allacciarsi abusivamente a luce e acqua, non realizzare opere abusive e non ammassare e accumulare rifiuti. Insomma, l’obiettivo è quello di ripristinare la legalità in alcune zone dove non esistono regole. Inutile negarlo, su questo tema l’amministrazione si gioca un vero e proprio «all in» con i cittadini: Chiara Appendino, in campagna elettorale e durante la presentazione del programma, aveva parlato della chiusura dei campi rom. Oggi, a un anno dall’insediamento, presenta un progetto rivoluzionario non solo a Torino ma in Italia.
RIVOLUZIONE CAMPI ROM – Il regolamento verrà introdotto nei campi rom di via Germagnano, strada Aeroporto, Sangone e Le Rose, con ogni probabilità già da quest’autunno, magari da settembre. Il permesso inoltre, sarà rinnovabile di anno in anno. Chi non rispetta le regole imposte, verrà immediatamente espulso e perderà il diritto di stare nel campo rom: «Chi non rispetta le regole verrà allontanato» ha spiegato l’assessore all’Ambiente Alberto Unia in Circoscrizione 6. A seguire in attesa spasmodica gli sviluppi di questa vicenda sono soprattutto i cittadini torinesi obbligati a vivere vicino ai campi e a respirare ogni giorno fumi tossici e odori nauseabondi. La speranza è che le novità annunciate possano cambiare le loro condizioni di vita, dopo anni di sofferenza e rabbia. Sulla carta si tratta di un provvedimento davvero rivoluzionario: ora la grande sfida sarà quella di riuscire ad applicarlo.REDAZIONE TORINO 26/07/2017