Accerchiato sull’autobus a Milano: 24enne trevigiano picchiato e rapinato

intanto le aggressioni e violenze delle risorse continuano, anche se c’è chi raccontano non esistano e son solo deliri dei razzisti

Chi paga per i danni? Chi sono i responsabili morali?
L’aggressione sabato notte a Milano, per il giovane 30 giorni di prognosi
MILANO 5 giugno 2018- Era salito sul bus quando è stato accerchiato e poi aggredito da un gruppo di ragazzi stranieri. Vittima un ragazzo trevigiano di 24 anni residente a Milano per studio e lavoro.
Il 24enne avvicinato dal gruppo di ragazzi, descritti dal giovane come nord africani, è stato invitato a scendere dall’autobus sostitutivo della metropolitana M2 nei pressi di piazzale Cadorna. Una volta in strada è stato picchiato con violenza e derubato del portafogli nel quale aveva 360 euro – come riferisce il quotidiano MilanoToday.

Rimasto a terra dolorante, il 24enne si è rivolto all’ospedale Fatebenefratelli dove è stato curato e medicato. Per lui frattura a tre dita della mano destra e trenta giorni di prognosi. Il 24enne ha subito denunciato il fatto ai carabinieri di Milano.

GRAZIANO DEL RIO A COLAZIONE DA CARLO DE BENEDETTI

del rio

Delrio dà del pupazzo al premier Conte. 
SÌ, DELRIO, QUELLO CHE ALLE OTTO DI MATTINA ASPETTAVA GLI ORDINI DI DE BENEDETTI SOTTO CASA SUA.
17 LUG 2014 13:27
1. IL BRACCIODESTRO DI RENZI, DELRIO VA DI PRIMA MATTINA A CASA DI CARLO DE BENEDETTI 2. IL SOTTOSEGRETARIO PIZZICATO DALLE TELECAMERE DI ‘’IN ONDA’’ DAVANTI AL PORTONE DELLA “TESSERA NUMERO UNO DEL PD” E “LIBERO” GRIDA ALLA SCANDALO MA PRANZI E CENE COLAZIONI IN CASA DELL’EDITORE DI “REPUBBLICA” NON SONO CERTO UNA NOVITA’ PER I LEADER DEL CENTROSINISTRA, DA PRODI A ENRICO LETTA, DA MONTI A GIULIANO AMATO 3. LA SORPRESA/CONFERMA E’ RENZI CHE NON METTE PIEDE FUORI DA PALAZZO CHIGI PER NON FARSI INGHIOTTIRE DALLA ROMA DEI SALOTTI E SPEDISCE IL PIO DELRIO AL SUO POSTO 4. DELRIO REPLICA: “È UN IMPRENDITORE, NE INCONTRO TANTI PER AVERE IL POLSO DEL PAESE”
GRAZIANO DEL RIO A COLAZIONE DA CARLO DE BENEDETTI
Esattamente, che va a fare il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Del Rio a casa di Carlo De Benedetti alle otto e mezza del mattino? È avvenuto ieri, tutto documentato dalle telecamere del programma di La7 In Onda. Del Rio è entrato appunto alle 8.30 ed è uscito dopo una novantina di minuti. Dunque, che cosa faceva lì a quell’ora? Le ipotesi sono svariate, una meno onorevole dell’altra.
Può darsi che, tra i compiti del sottosegretario, ci sia quello di portare ogni mattina all’Ingegnere i cornetti caldi da intingere nel cappuccino. O il gnocco fritto dalla sua Reggio Emilia. Dopo tutto, vista la sudditanza del Pd verso il patron di Repubblica, non ci sembra impossibile. Anzi, ce lo immaginiamo Del Rio che chiede a De Benedetti – come al giovin signore del Parini – se preferisce il caffè o il cioccolato, mentre dall’altro lato del letto Ezio Mauro gli consegna il giornale.
Piuttosto, non dev’essere particolarmente piacevole per De Benedetti svegliarsi e trovare il barbuto Del Rio al capezzale, probabilmente gli verrà il dubbio di aver mangiato troppo pesante la sera prima. Oppure, c’è anche il caso che Del Rio nemmeno si incontri con l’Ingegnere. Magari va solo a rifargli il letto e a lustrargli le babbucce. Comunque sia, resta singolare che un esponente di primo piano del governo, fedelissimo di Renzi, si presenti alla nobile dimora della «tessera numero uno del Pd».
Secondo Del Rio, invece, è tutto normale. «È un imprenditore italiano», ha detto al cronista di In Onda, «io ne incontro tanti per avere il polso del Paese, quindi ascoltiamo il parere degli imprenditori italiani, di chi fa impresa». Certo, come no. Per aver il polso del Paese si va a casa di De Benedetti. E perché non dal sultano del Brunei, allora? Ma Del Rio insiste: «È stata una chiacchierata tranquilla. Abbiamo parlato del Paese come faccio con tanti altri». Beh, magari potrebbe andare a parlare del Paese con qualche imprenditore dentro a un capannone.
O potrebbe parlare del Paese con un agricoltore che alle otto e mezza è già sveglio da un bel po’ e se ne sta sul trattore in mezzo a un campo. Ah, ma questa è facile demagogia, si dirà. Bene, allora, se un sottosegretario vuole interloquire con un privato cittadino, per quanto influente, può dargli un appuntamento nel suo ufficio. Così magari i cornetti li porta De Benedetti, tanto per essere gentile. Il fatto è che la scena è ridicola, ma anche emblematica.
È la rappresentazione di un esecutivo in ginocchio dall’Ingegnere, che va a porgergli i propri omaggi o a farsi dettare la linea (De Benedetti in piedi che ordina: «Scriva, Del Rio. Punto, anzi due punti, abbondiamo»). Che si saranno mai detti, poi? Avran parlato del Cav? Dei guai di Sorgenia? Delle vacanze? Ci resta solo una speranza: che il sottosegretario, prima di presentarsi dal suo capo, abbia scambiato due chiacchiere col panettiere. Ma è più facile che sia stato sbrigativo: «Su, mi dia i soliti bomboloni e faccia presto, che poi all’Ingegnere si rovina l’appetito». Già, perché va bene il polso del Paese, ma anche la pancia vuole il suo.

UTILI  IDIOTI  DI  PRIMA  CLASSE

Quando chi dà del “rossobruno” lavora per il re di Prussia

Nuova immagine

Ricevo dall’amico Comitato contro la Guerra di Milano e inoltro perchè ritengo questo scambio altamente significativo, emblematico per la spaventosa arretratezza e pericolosità delle posizioni politiche di molta sinistra. Quella che legge “il manifesto” e ci crede, quella che ha come attività monotematica la questione migranti interpretata in chiave sorosiana, cioè da perfetti ingenui  con forti sottotoni colonialisti  e quella che, se non c’è un interlocutore di classe, aderente alle specifiche marxiste-leniniste, anche queste malissimamente interpretate e falsate, tutto il resto è da scartare o da avversare. Indipendentemente dalle condizioni di vita, dalla giustizia sociale, dalla difesa dell’autodeterminazione, dal benessere, dall’uguaglianza che governi come quello libico, siriano, iracheno, iraniano hanno assicurato ai loro popoli. Sono cose che per certa “sinistra” demofobica non contano. Così si arriva all’affermazione davvero scandalosa e ottusa che i vietnamiti si sarebbero offesi se Ho Ci Minh fosse stato accostato a Gheddafi. Lo lasciassero dire ai vietnamiti, che io, diversamente da loro, ho conosciuto in tempi pre-svendita al capitalismo.  Saprebbero che farsene della loro arroganza.

 A queste gente, sclerotizzata nei bunker del solipsismo, va imputato un demenziale collateralismo con l’imperialismo, di cui assume le strumentali definizioni valoriali (dittature). Suona vuoto e retorico ogni proclama antimperialista, antiguerra, e anticapitalista, quando si separano i popoli a cui si concede, bontà loro, la qualifica di avanguardie di classe, da quelli che invece non la meriterebbero. A questi protettori della dogmaticità del Verbo, sfugge ogni capacità di comprensione di bisogni, programmi, strutture e concetti di società che sorgano da altre tradizioni, da altri processi storici, da altre condizioni oggettive, da altri immaginari collettivi. Così si isolano Palestina, grazie all’ FPLP che si valuta ideologicamente accettabile, da Siria, Libia, Iraq, Iran, e magari Afghanistan, Somalia, Yemen, Eritrea, implicitamente lasciati in pasto al nemico. Proprio le nazioni laiche arabe sono state le massime sostenitrici, anche materiali, della causa palestinese, anche tenendo a bada la deriva della Lega araba corrotta dai satrapi del Golfo. In varie guerre hanno sacrificato beni e cittadini per la causa palestinese.

Ricordo che quando nell’aprile 2003 uscii da Baghdad in fiamme, già occupata dagli americani, con Saddam alla testa della resistenza (altro che la truffa Moqtada al Sadr!), viaggiavo accanto all’ultimo pullmino del governo iracheno che stava andando in Palestina per consegnare l’ennesima e ultima somma alle famiglie palestinesi che avevano perso la casa o un figlio (20.000 dollari nel primo caso, 10.000 nel secondo). Oggi  questi popoli sono le trincee della resistenza al rullo compressore del globalismo imperialista. Vanno sostenuti con ogni forza, Siria di Assad in testa, come va sostenuta l’azione strategica della Russia (altro che imperialismi al plurale, intendendo quello russo, magari quello cinese; ce n’è uno solo, atlantico-sionista-europeo), indipendentemente dalle considerazioni che si possono fare sulle sue vere o supposte motivazioni.

 Il motivo per il quale il Centro Sociale Vittoria, uno di quelli storici di Milano, con il Leoncavallo passato ad altra “destinazione d’uso” già da molti anni, s’è scatenato contro la manifestazione per la Palestina e la partecipazione di una delle più vive e valide realtà della politica antimperialista della città, era che, nel corteo, i compagni del Comitato Contro la guerra inalberavano anche bandiere della Siria e dell’Iran.

Nuova immagine (1)

 La posizione di questa sinistra vaiolizzata da ignoranza, protervia, formule incartapecorite, immiserimento culturale, è determinata da un eurocentrismo politico e culturale che si affianca al colonialismo in corsa per un rinnovato assalto ai paesi delle risorse e dello svuotamento delle loro generazioni giovani e attive tramite un processo di coatta emigrazione. Non per nulla si infervorano, non per l’eroica difesa del popolo siriano da 7 anni di aggressione Uccidentale, Nato e dei rispettivi mercenari jihadisti, ma per i curdi e il Kurdistan, restando indifferenti all’offesa all’integrità territoriale e alla sovranità di uno Stato laico, antimperialista, antisionista, portata da questi pulitori etnici al servizio dei licantropi imperialisti.

Nuova immagine (2)

 curdi-Sion

Molti dei centri sociali nei quali in passato ho presentato miei documentari sulle guerre a Iraq, Libia, Palestina, sulle aggressioni ai paesi latinoamericani e asiatici e che allora condividevano in pieno la solidarietà a questi popoli in lotta e ai rispettivi gruppi dirigenti, hanno poi subito un inarrestabile regressione ideologico-politica. Questa si distingueva dalla parallela degenerazione delle sinistre di massa solo per il mantenimento di slogan antimperialistici che, dato il contesto, si autonegavano. Al sostegno ai mercenari curdi che svuotano a forza terre e centri abitati arabi per assicurare la frantumazione della Siria e garantire ai colonialisti americani e francesi basi militari e lo sfruttamento delle risorse petrolifere e agricole del paese, associano solitamente anche l’acritica adesione al buonismo solidaristico per i migranti. Come tutte le sinistre tradizionali, non hanno fatto il minimo sforzo per capire cosa ci potesse essere dietro a un fenomeno enorme, che viene scatenato su paesi fragili a rischio di destabilizzazione e che, al tempo stesso, privandone le generazioni giovani e preparate, pone i paesi del Sud, ricchi della risorse richieste dal capitalismo occidentale, alla mercè del dominio e dello sfruttamento militare ed economico. Neanche il protagonismo nell’operazione migranti e Ong di un ceffo della speculazione spoliatrice di interi paesi, come Soros, finanziatore di tutti i rovesciamenti di governi non graditi in Occidente, riesce ad aprirgli gli occhi.

Quando parlano di assimilazione, integrazione, multiculturalismo, adoperano implicitamente, ma facendo strillare l’inconscio, una gerarchia di valori che pone in cima quelli europei, bianchi, cristiani, a cui conviene adeguarsi. Si ritorna al Kipling del “fardello dell’uomo bianco”. Si tratta di eurocolonialismo. E come dimostrano tutti i dati circa le condizioni nelle quali si ritrovano i migranti nel paese che avrebbe dovuto migliorare la loro esistenza, si tratta della nuova tratta degli schiavi, manodopera disponibile a tutto, che ha anche il benefico effetto collaterale di abbassare le pretese e le condizioni degli autoctoni. Si tratta in definitiva di portatori d’acqua al mulino della sopraffazione occidentale, rilanciata dopo l’arretramento imposto al colonialismo dalle lotte di liberazione nazionale del secolo scorso. Sopraffazione mimetizzata da accoglienza solidale e carità dalla Chiesa. Come sempre. In Africa, dove opera da poliziotto buono accanto alle multinazionali, poliziotto cattivo, la chiamano evangelizzazione. E come tutte le azioni dell’imperialismo, si punta alla de-identizzazione. E’ il mondialismo, bellezza.

Nuova immagine (3)

Bilderberg, che riunisce tutti i responsabili di questa e di altre operazioni maltusiane e nichiliste, avrà il suo consesso annuale a Torino dal 7 al 10 giugno. Come sempre a porte chiuse. E se ti avvicini, c’è un’armata pronta a spararti. Lo Stato italiano finisce davanti alle porte di quell’hotel. Basta questa presenza nel nostro paese per far capire al governo populista e ai suoi elettori che gli scherzi devono finire. C’è di nuovo anche una nostra giornalista, Lilli Gruber. Quella che di solito, nel suo “Otto e mezzo”, usa l’imparzialità delle tre voci contro una (populista).Vuoi vedere che non ci racconterà niente. Né lei, né nessun altro. E’ la democrazia aggiornata ai Rothschild del terzo millennio. Ma di tutto questo il CSA Vittoria non gliene potrebbe fregare di meno.

Nuova immagine (4)

 Ogni solidarietà ai bravissimi compagni del Comitato contro la guerra di Milano, addirittura tacciati di rossobrunismo. E miserabile è l’accusa di essersi associati a gruppi para- o neo-fascisti in manifestazioni contro la guerra alla Siria. La risposta del CGM è stata puntuale  inconfutabile.

 Vorrei però ricordare che la Resistenza palestinese non è che sia stata proprio al massimo livello morale e politico quando si è trattato di scegliere tra il sostegno alla Siria, che per decenni si era impegnata per la Palestina (anche con un trattamento di grande generosità e dignità dei profughi, comune all’Iraq), e lo schierarsi  accanto ai nuovi ufficiali pagatori  delle petromonarchie del Golfo, Qatar in testa, che, in combutta con l’imperialismo occidentale, si sono dati da fare per uccidere la Siria. Nello stesso campo di Yarmuk, a Damasco, tutte le organizzazioni palestinesi, all’infuori del Fronte Popolare-Comando Generale, si sono affiancate ai jihadisti nella battaglia contro le forze nazionali. Una scelta vergognosa, sbagliata, per fortuna poi parzialmente rientrata. A Cagliari, dove presentavo il mio documentario girato in Siria durante questa guerra, di fronte al mio chiaro appoggio alle ragioni della Siria e di un suo governo appena riapprovato dall’80% della popolazione, sotto controllo internazionale, si è  espresso con vibrante protesta il rappresentante del FPLP, mio grande amico, per denunciare il “carattere autoritario del regime di Assad”. Contraddizioni principali e contraddizioni secondarie, vero?  Tutto questo spiega anche certe ambiguità tuttora manifestate da gruppi di solidarietà con la Palestina.

Fulvio

Comunicato del CCLGM sulla questione palestinese a Milano

All’Associazione dei Palestinesi in Italia (API) e a quanti hanno a cuore la causa palestinese

Abbiamo scelto di lasciar passare un po’ di tempo, dopo la manifestazione del 19 maggio u.s., e le (a nostro avviso inutili) polemiche che sono seguite; avendo però a cuore la causa, come Comitato Contro la Guerra Milano, vorremmo chiarire alcune questioni.

È vero che la confusione è grande ma qualche coordinata l’abbiamo mantenuta ferma.

Lo scorso 18 maggio abbiamo preannunciato con una mail all’API la nostra presenza in piazza, senza peraltro ricevere alcun riscontro.

In passato,  come è accaduto ad esempio nel presidio milanese pro Palestina del 9 dicembre 2017, abbiamo verificato la presenza di bandiere del Free Syrian Army, cioè dei terroristi alleati (ormai senza più dubbio alcuno, visto la messe di prove raccolte e di evidenti fatti) a Israele e USA, oltreché a chi, a capo dell’Arabia Saudita, ha detto ultimamente ai Palestinesi di starsene zitti.

Per la precisione il 12 dicembre dell’anno scorso abbiamo postato sul blog del Comitato Contro la Guerra Milano un comunicato su questo argomento, in cui esponiamo le nostre posizioni in merito, che sono le stesse espresse dal Fronte Popolare di Liberazione della Palestina. Il 17 maggio scorso, sempre sul nostro blog, abbiamo pubblicato un comunicato che riportava le ragioni per cui avremmo partecipato alla manifestazione del 19 maggio per la Palestina. Lì scriviamo, come abbiamo poi fatto, che saremmo stati presenti e avremmo affiancato le bandiere della Palestina a quelle dei Paesi che immediatamente avevano dichiarato la loro solidarietà alla lotta in atto, che sono poi quelli sotto attacco  dalle stesse forze e Stati che sono contro la causa palestinese: USA e Israele, in primis. Pertanto: la bandiera della Repubblica Bolivariana del Venezuela, la bandiera di Cuba, la bandiera della Repubblica Araba di Siria, le bandiere dell’Iran e del Libano.

Fra il 14 e il 16 maggio Iran, Siria, Libano, Cuba, Venezuela, Bolivia e Sudafrica hanno espresso ufficialmente la loro solidarietà al popolo palestinese.

Nel frattempo tutte, ma proprio tutte, le organizzazioni palestinesi, Hamas, Fatah, il Fronte popolare per la liberazione della Palestina,il Movimento per il Jihad Islamico in Palestina, il Fronte Democratico per la liberazione della Palestina, il movimento dei Mujahideen della Palestina, pur ognuna a suo modo, hanno condannato i bombardamenti statunitensi sulla Siria bollandoli come una aggressione imperialista.

Sull’evento FB di API, relativo alla manifestazione del 19 maggio, compare ancora la bandiera a tre stelle dei tagliagole in Siria armati e finanziati dagli USA, perché quel post non è ancora stato rimosso?

D’altro canto gli USA come Israele stanno cercando di manipolare le minoranze curde sempre con lo scopo di destabilizzare il Medio Oriente, al momento buono i curdi verranno abbandonati, quando si valutasse che non servano più.

L’Iran, l’Iraq e la Siria sono Paesi antisionisti ed è chiaro che non sono esattamente nelle simpatie di Israele così come degli USA. Il dedalo mediorientale è scosso da fibrillazioni ed è ineludibile il legame tra le tessere che lo compongono.

La complessità è grande da affrontare, occorrono strumenti che lo consentano. Di fronte all’improvvisa accelerazione, alle svolte repentine ed alle brusche frenate è indispensabile avere una chiave di lettura dialettica. Sapendo che i media  mainstream hanno il compito di manipolarci.

Attraverso la ricerca, l’osservazione e con la consapevolezza della nostra inadeguatezza-cosa questa che non ci sembra accomunare tutti quelli che dicono di essere a fianco del popolo palestinese- abbiamo maturato la convinzione che la distruzione della Siria sarebbe oltremodo dannosa anche per il popolo palestinese e la sua causa.

Qualcuno sostiene che saremmo stati in piazza per provocare con bandiere siriane e iraniane, quali cantori di una nuova frontiera teoantimperialista. Stiano sereni, perché Cuba, Venezuela e Bolivia, per dirne alcuni, sono Paesi di cui è ben nota l’amicizia verso Siria e Iran, anche loro sarebbero da considerare a rischio di “teoantimperialismo”?  È vero che all’interno di un certo mondo autoreferenziale, il quale non sa guardare la realtà, si è alla continua ricerca di nuove frontiere, noi ci sforziamo di essere più “classici”.

Per esempio promuovendo il presidio del 14 Aprile contro il bombardamento alla Siria partito nella notte tra il 13 e il 14 Aprile, che ha visto molte adesioni (alcune sezioni ANPI, circoli dell’Ass.ne Italia-Cuba, lo storico Circolo CIP Tagarelli, il PC con la sua giovanile, il PCI, etc).

Precedentemente avevamo discusso con l’Ass.ne Italia-Cuba di Milano ed il Coordinamento Lombardo Palestina, pervenendo ad un documento-appello unitario che chiamava alla mobilitazione, in cui si diceva che  in America Latina, così come in Medio Oriente, occorre individuare quello che è il nemico principale, ovvero: gli Stati Uniti d’America.

Sull’antifascismo, ci spiace, non prendiamo lezioni da nessuno. Non ci fidiamo infatti di coloro che, attraverso una fotografia prodotta da Stato e Potenza circa 90 minuti prima dell’inizio del presidio in piazza S. Babila il 26 Luglio del 2014, per la giornata di Al Quds, quella foto nella quale i rossobruni si autoritraggono in perfetta solitudine nella piazza vuota, vorrebbero far credere che gli asini volino. Ovvero che noi si fosse in combutta con i fascisti. Questa è una bieca strumentalizzazione, la messa in scena dei loschi figuri della foto è stata poi rilanciata, essendone noi ignari come è ben noto, da soggetti ai quali non pareva vero di poter attaccarci con questo maleodorante pezzetto di dossieraggio. Quella foto viene, guarda caso, ripescata periodicamente con lo scopo di togliere slancio ad un lavoro politico, che  a Milano si caratterizza per la sua diversità rispetto alla linea politica della  “sinistra imperiale”, sempre pronta a dare credito alle notizie del mainstream.

Chiaro è il nostro messaggio politico: l’accompagnarsi delle bandiere del Venezuela bolivariano e di Cuba (che non si prestano certo  ad equivoci) con quelle amiche  di Palestina, Siria, Iran e Iraq, sottolinea  la necessità urgente di un fronte unito contro la politica imperialista di aggressione di USA, Israele, UE-NATO e petromonarchie. In queste condizioni isolarsi è solo fare un favore a chi ti attacca. Non è un caso che noi ci sentiamo vicini al Comitato Ghassan Kanafani e all’UDAP(Unione Democratica Arabo Palestinese) per le posizioni corrette che esprimono.

Comitato Contro la Guerra Milano, 05/06/2018

Pubblichiamo il comunicato di solidarietà pervenutoci dal Partito Comunista Lombardia in merito alla manifestazione per la Palestina del 19 maggio: A proposito di metodo e di merito – Partito Comunista Lombardia

 

A proposito di metodo e di merito – Partito Comunista Lombardia

Sul sito del Csa Vittoria sono apparsi dei comunicati che fanno riferimento ad alcuni fatti accaduti lo scorso 1…

https://comitatocontrolaguerramilano.wordpress.com/2018/06/05/comunicato-del-cclgm-sulla-questione-palestinese-a-milano/#more-1407
Qui di seguito i due testi in questione pubblicati sul sito CSO Vittoria:

Siria, rosso/bruni e infiltrazioni fasciste nella solidarietà alla Palestina | C.S.A. Vittoria | internazionalismo e lotta di classe

Siria, rosso/bruni e infiltrazioni fasciste nella solidarietà alla Palestin…

Comunicato della Comunità Palestinese di Lombardia e dell’Associazione Palestinese in Italia sul corteo del 19 maggio | C.S.A. Vittoria | internazionalismo e lotta di classe

Comunicato della Comunità Palestinese di Lombardia e dell’Associazione

Monti “minaccia” Lega e M5s: “Può intervenire la Troika”

 

QUESTE NON SONO MINACCE ALLA DEMOCRAZIA LIBERALE CARA LORENZIN? E’per ripristinare questa democrazia che l’intellighenzia si sta mobilitando con la scusa che gli elettori sbalgiano a votare?

TANTO PER RICORDARE COSA SUCCESSE ( E CHI HA PAGATO E STA PAGANDO E LE COPERTURE DI QUESTO INGENTE DANNO NON INTERESSA NESSUNO SAPERE????) SOTTO IL GOVERNO COMPETENTE, SAGGIO, ISTRUITO, NOBILE, CON ESPERIENZA E TITOLI:
 
Ma che cosa era successo nel 2016? I media, ad aprile di due anni fa, pubblicavano la notizia che la Procura regionale della Corte dei conti del Lazio aveva formulato l’accusa di un danno erariale da 3,8 miliardi di euro nella ristrutturazione dei derivati sottoscritti dal Tesoro con la banca d’affari Morgan Stanley avvenuta nel 2012, sotto il governo guidato da Mario Monti: “La vicenda Morgan Stanley è nota. A gennaio 2012 – governo Monti – quando lo spread era a 500 punti, il Tesoro ristruttura, perdendoci, 5 contratti derivati sottoscritti con la banca in un accordo quadro del 1994. Per i magistrati contabili, i dirigenti che li firmarono dovrebbero ora rispondere del danno”. fonte 
 
Monti:“l’avvento della Troika è ancora possibile”
Disse chi applicò le misure della Troika per 17 mesi e fu tanto austero da far aumentare il debito pubblico di 150miliardi di Euro.
Monti “minaccia” Lega e M5s: “Può intervenire la Troika”
L’ex premier replica al discorso di Conte per la fiducia in Senato: “Non è escluso che l’Italia possa poter subire questa l’umiliazione”
05/06/2018
Mario Monti prova a riprendersi la scena. Lo fa davanti ad un governo che è esattamente agli antipodi rispetto a quel suo esecutivo tutto austerity.
L’ex premier interviene in Aula e prova ad incutere timore alla maggioranza gialloverde nella sua replica al discorso del premier Giuseppe Conte: “Noi abbiamo fatto di tutto per risparmiare all’Italia la Troika, che è stata evitata con uno sforzo del paese e grazie ad un lungo braccio di ferro con la Germania. Non è escluso che l’Italia possa poter subire l’umiliazione che è stata evitata con l’arrivo della Troika. Evitata grazie alle misure prese dal governo da me guidato”. Insomma l’ex premier si lancia in una profezia nefasta sul nostro Paese.
Monti vede già all’orizzonte l’arrivo della Troika e manda un messaggio al nuovo esecutivo: “Io non confido nell’insuccesso di questo governo. Si è detto che lei sarebbe un capo di governo dimezzato, perchè ha al suo fianco due leader politici a tutto tondo. Credo che non lo sarà, spero che non lo sarà. Sono certo -ha aggiunto- che il governo otterebbe un credito maggiore se iniziasse la sua vita con un atto di modestia e realismo”. Insomma dall’ex premier arriva una forte critica al nuovo governo. Il Prof, rimasto senza un partito, scatena le sue buie profezie dal suo seggio di senatore a vita…

“LEGA E M5S STANNO UTILIZZANDO PAROLE INAUDITE E MINACCE SENZA PRECEDENTI. NOI SIAMO PRONTI ALLA MOBILITAZIONE A DIFESA DELLA DEMOCRAZIA E DELLE NOSTRE ISTITUZIONI” Maurizio Martina (PD)

 

Già messe in preallarme la brigata partigiana Parioli, la Capalbio e la Forte dei Marmi…
Gianni Fraschetti su FB
la loro democrazia che il gov eletto minaccia:
Ecco cosa è successo oggi in pulman in una fermata a bovolone..
A Verona Sconcerto.
Un soggetto in stato di alterazione riesce ad eludere il fermo e a darsi alla fuga. Gli agenti ingaggiano una colluttazione, sono costretti dalle circostanze ad utilizzare il capsicum a distanza ravvicinata per interrompere l’attacco violento, e difatti l’uomo cessa l’azione aggressiva e si da alla fuga. Verrà bloccato definitivamente poco dopo.
Ricordiamo che commenti offensivi e lesivi della dignità degli operatori, in questo come in altri post, hanno le consuete conseguenze penali, verranno eliminati e si invitano tutti gli utenti ad una corretta partecipazione alla discussione.

Altre perle di saggezza dal fronte per la democrazia liberale contro il “governo fascista non eletto giallo verde”

lia

In foto il tweet di Lia Quartapelle che teme un’invasione di  Putin ed una sua annessione forzata alla Russia. Santa NATO da Washington proteggiti tu, hai solo 113 basi..
Iantorno e Liliana Segre dichiarano rispettivamente:
Iantorno, Pd:” i centri per immigrati di Salvini hanno spiccate somiglianze con il trattamento dei nazisti verso gli ebrei.”
Segre: «Mi rifiuto di pensare che la nostra civilità democratica sia sporcata da leggi speciali» nei confronti di Rom e Sinti, ha detto: «Se accadrà mi opporrò con tutte le forze»
Liliana Segre: «La democrazia finisce piano piano». È già finita, signora Segre. Grazie alla dittatura del capitale e all’imperialismo made in Usa: contro i quali, salvo errore, non le ho sentito spendere una parola. DIEGO FUSARO
La nostra civiltà democratica è quella che condanna 7 milioni di italiani a non pagarsi le cure, famiglie buttate per strada perché non hanno i soldi per pagare le tasse e ci pensa Equitalia, questa è la democrazia in pericolo.
A proposito, IL PUPILLO IDOLO DEL fronte “antifascista per la democrazia e solidarietà” MACRON il 5 giugno 2018 A PARIGI:

BELLI #CIAO e traditori

 

A me non fa riflettere il caso di due sindacalisti CGIL ( alla CGIL andrebbe finalmente detto che il 24% dei suoi tesserati vota lega) che cantano “bella ciao” sul bus che porta Salvini verso l’aereo. A me fanno riflettere le facce ,i giovani, i numeri che Salvini raccoglie da Siracusa a Brindisi.
Numeri inimmaginabili fino al 2015.
Perché è assolutamente consolatorio quanto alieno il concetto di “traditori ” del sud che votano lega.
Perché, prima che queste facce diventassero le facce “dei traditori”…
 
C’è qualcuno che ha tradito quelle facce.
Anni di illusioni e abbandono di politica, partiti , associazioni giovanili.
Basta fare una radiografia dettagliata dei flussi .
La lega a sud prende i voti di molti che votavano PCI e Prc.
Un voto popolare.
Accade nella “mia ” Francavilla in Sinni ove il Prc era arrivato a raccogliere 242 consensi alla Camera dei deputati , il 14%, gli stessi che il 4 marzo ha preso la lega senza nemmeno una sezione in loco. Accade lo stesso in molte province pugliesi e siciliane
Un voto di traditori? Un voto da bollare in maniera spicciola come voto ignovante?
E perché l’operaio della Sata di Melfi è un baluardo di coscienza politica se vota prc o Pap e un buzzurro se vota Salvini?
Non rivendica le stesse cose, gli stessi diritti??
È questo che mi fa riflettere.
Un fenomeno che cresce e abbandona in un angolo remoto della memoria gli insulti al meridione e si pone come obiettivo la fiducia ad un segretario che ha portato un partito a pezzi dal 4% al 17%.
Ma non è solo questo..
Perché, se la lega riempie le piazze al sud, è merito si di Salvini..
Ma soprattutto demerito di chi ha abbandonato quelle piazze in cambio di stanze chiuse e riscaldate .
È necessario inanzitutto scendere dal piedistallo, farsi una doccia e lavare di dosso quella spocchia e sufficienza che mira a delegittimare , insultare chi vota Lega.
Perché se io fossi in loro MAI TORNEREI A VOTARE chi fino a ieri mi definiva un troglodita.
Oggi avete poco da insultare e cantare “bella ciao” e tanto da riflettere.
Anzi, non “avete”..
Abbiamo.
Ciancio Luigi è con Luigi Celex. VIA FB

ALESSIA MORANI quella che offende i disoccupati ora pontifica sui terremotati

l’antifascista moralmente superiore che disse che I DISOCCUPATI NON VALGONO NIENTE ci da lezioni di compassione….

no sul serio? IL TUO PARTITO in particolare Mr DEL(I)RIO ed ERRANI avrebbero molto da dire IN TRIBUNALE in merito, già dimenticata la strana storia delle casette COSTOSE che dovenano per forza passare per le coop?
Cara Morani, e tutta la congrega dei competenti con esperienza del Pd, L’INVERNO SE LO SONO FATTO IN MEZZO ALLA NEVE e nessuno di voi      SI E’ INDIGNATO
Abbiate la cortesia di stare zitti, già siete fortunati che controlate la magistratura che sia mai indaghi più di tanto su di voi, almeno non insultate il buon gusto degli italiani (si il popolo  brutto, ignorante, cattivo, rozzo che voi ODIATE)
morani

FLASH INFO/ SUMMITS OF THE G7 IN QUEBEC AND OF SCO IN CHINA: THE OLD WORLD IS OPPOSED TO THE EURASIATIC ALLIANCE OF THE FUTURE …

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE/

Flash Info Géopolitique/ Geopolitical Flash News/

2018 06 08/ #005-2018
w4

Two worlds oppose, with two summits held at the same time, those of the G7 in Quebec, and the SCO, in China …

The G7 meets in Quebec. Against a backdrop of crisis and economic war within the US-Western Bloc. G7 countries convene in Quebec. Leaders from Canada, France, Germany, Italy, Japan, the UK, and the EU are expected to give Donald Trump a tense reception on Friday after the latest tariff announcements. Trump himself would rather skip the summit entirely.

Faced with the old world of the G7, which Russia was excluded because of crisis in Crimea, the new world is also meeting. In Qingdao China! The real international community, that of the Shanghai Cooperation Organization, with the Iranians. We will talk about the future of Eurasia and cooperation … The Shanghai Cooperation Organization summit begins. Starting Saturday, Chinese president Xi Jinping will chair the two-day meeting in Qingdao, with Russian president Vladimir Putin in attendance. The Eurasiatic group is expected to finalize cooperation treaties.

# “WHY IS SCO QINGDAO SUMMIT ATTRACTING WORLD ATTENTION?”

(XINHUA| 2018-06-05)

“The upcoming 18th summit of the Shanghai Cooperation Organization (SCO) in the eastern Chinese city of Qingdao has come under the global spotlight as it carries special significance. Scheduled for June 9-10, the summit will witness the gathering of leaders of SCO member states and observer states, as well as heads of international organizations in Qingdao, Shandong Province.

It will be the first SCO summit after India and Pakistan were accepted as full members in June 2017 at the Astana summit in Kazakhstan. After the expansion, the eight full members of the SCO are China, India, Kazakhstan, Kyrgyzstan, Pakistan, Russia, Tajikistan, and Uzbekistan. The SCO also has four observer states and six dialogue partners. “The participation of new members will be a highlight of this year’s summit,” said Sheng Shiliang, researcher with the Development Research Center of the State Council. Along with larger territorial coverage, population, and economic strength after the expansion, the SCO will also gain stronger influence and a greater say in the world, Sheng said. The eight member countries account for over 60 percent of the Eurasian landmass, nearly half of the world’s population, and more than 20 percent of global GDP.

The membership expansion is clear evidence of broader prospects for the development of the SCO, said a report jointly released by the Chongyang Institute for Financial Studies at Renmin University of China and two other institutes. With the growth of the organization, there will be more opportunities for pragmatic cooperation between the member countries, said Li Yongquan, head of the China Society for Russian, Eastern European, and Central Asian Studies. “The issue of how to turn the potential originating from the expansion into reality and give better play to the SCO’s functions and influence will become an important topic of this summit,” Li said.”

“PARADIGM FOR GLOBAL COOPERATION”

“Since its establishment in 2001, SCO member states have always taken the maintenance of regional security and stability as a priority. They have expanded areas of cooperation, cracked down on the “three evil forces,” namely terrorism, extremism and separatism, prevented the spillover effect of hotspot issues, and contributed to the region’s lasting stability and prosperity. After the enlargement, the SCO shoulders more responsibility and bears more expectations from the people in the region and the international community. In the past 17 years, the SCO has not only focused on regional security, but also devoted itself to regional development by facilitating trade and investment, enhancing industrial cooperation, and promoting cultural exchanges. The Chongyang institute report described the organization as a paradigm of cooperation among nations with different social systems, ideologies, development models, and cultures. “The exemplary effect is shown in the fields of political, economic, security, and people-to-people exchanges,” the report said.”

“UPHOLDING THE SHANGHAI SPIRIT”

“The expansion and the past achievements of the SCO are founded on the organization’s adherence to the “Shanghai Spirit” — mutual trust, mutual benefit, equality, consultation, respect for diverse civilizations and pursuit of common development — as its principle for internal affairs. The spirit bears similar elements to those embodied in the vision of a community of a shared future for humanity and the global governance principle of achieving shared growth through discussion and collaboration, and will continue to deliver strong vitality, said Li. The Qingdao Declaration to be issued at the summit will sum up the SCO development during the past 17 years and call on all parties to continue to carry forward the Shanghai Spirit, Chinese State Councilor and Foreign Minister Wang Yi said last week.

Jiang Yi, researcher with the Chinese Academy of Social Sciences, said that the Qingdao summit will enrich the Shanghai Spirit and contribute to the improvement of global governance. Besides the Qingdao Declaration, more than 10 agreements covering fields of security, economic cooperation, and people-to-people exchanges will be signed during the summit, Wang said.

(Source : Quartz Daily Brief – Xinhua)

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE

(Geopolitical news in brief /

Complement to Luc Michel’s daily analyzes)

* With the Geopolitician of the Eurasia-Africa Axis:

Geopolitics – Geoeconomics – Geoidology – Geohistory –

Geopolitisms –  Neoeurasism – Neopanafricanism

(Seen from Moscow and Malabo):

SPECIAL PAGE Luc MICHEL’s Geopolitical Daily

https://www.facebook.com/LucMICHELgeopoliticalDaily/

________________

* Luc MICHEL (Люк МИШЕЛЬ) :

WEBSITE http://www.lucmichel.net/

PAGE OFFICIELLE III – GEOPOLITIQUE

https://www.facebook.com/Pcn.luc.Michel.3.Geopolitique/

TWITTER https://twitter.com/LucMichelPCN

* EODE :

EODE-TV https://vimeo.com/eodetv

WEBSITE http://www.eode.org/

LIVIO PEPINO: “TAV” TORINO- LIONE, LE PENALI SONO FALSE MA SONO VERI GLI SPRECHI

https://www.facebook.com/notes/il-grande-cortile-no-tav/livio-pepino-tav-torino-lione-le-penali-sono-false-ma-sono-veri-gli-sprechi/2091274737787478/

Il programma concordato tra Movimento 5 Stelle e Lega per ilgoverno harimesso alcentro del dibattito la questione della linea ferroviaria Torino-Lione, nota come Tav. Il breve passaggio del programma sul punto è modesto e volutamente ambiguo (“Con riguardo alla lineaAlta velocità Torino-Lione ci impegniamo a ridiscutere integralmente il progetto nell’ap pl ic az io ne dell’accordo tra Italia e Francia”), ma tanto è bastatoa mettere in fibrillazione i promotori (pubblici e privati) dell’opera, l’e s t a b l ishment affaristico finanziario che la sostiene e i media che ne sono espressione. È iniziata così la saga delle bufale su mirabolanti quanto inesistenti “penali”che dovrebbero essere pagate (nonsi sa a chi…) in caso di rinuncia all’opera. Il tutto al fine diesorcizzare un approfondimento che, se effettuato seriamente, non potrebbe che portare all’abbandono del progetto, la cui evidente inutilità si accompagna a sprechi e passaggi amministrativi spericolati. A tali sprechi richia ma un esposto presentato nei giorni scorsi alla Cortedei contida esponenti del Controsservatorio Valsusa, tra cui chiscrive, supportati da docenti di Diritto amministrativo e costituzionale dell’U niversità di Torino. Con esso si chiedealla magistratura contabile di accertare eventuali responsabilità, anche per danno erariale, connesse con l’avvio delle procedure di “realizzazione dei lavori previsti, finanziati e parzialmente autorizzati con deliberazioni del Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe) n. 67 del 7 agosto 2017 e n. 30 del 21 marzo 2018”.
LA DELIBERA 67/2017 del Cipe ha autorizzato la spesa di 5.574,21 milioni di euro per la realizzazione di cinque lotti costruttivi non funzionali del tunnel di base (più 57,26 milioni per “misure di accompagnamento”). Malo ha fatto ricorrendo a improprietà e artifici produttivi di danni ingenti per il nostro Paese.Il finanziamento autorizzato riguarda la realizzazione di parti dell’opera (lotti costruttivi) prive, singolarmente considerate di qualunque possibile utilizzo, che interverrà solo a opera ultimata. E ciò benché il nostro sistema, al fine di evitare sprechi di denaro pubblico in caso di cambi del progetto, richieda il finanziamento dell’intera opera o di sue parti suscettibili di utilizzazione autonoma (cosiddetti lotti funzionali). È vero che, per opere a carattere sovranazionale in cui siano coinvolti più Stati, la realizzazione di lotti costruttivi è consentita, nonostante le critiche della Corte dei conti, da una legge del 2009. Ma in questo caso la spesa può essere autorizzata –come previsto negli accordi governativi relativi alla Torino-Lione –solo ove ciascuno Stato abbia stanziato la sua quota: ciò perché, a salvaguardia di un elementare principio di buona amministrazione, il complesso dei lavori deve produrre un risultato globalmente funzionale. Ebbene, nel momento in cui il Cipe ha autorizzato l’erogazione della quota italiana, la Francia non aveva stanziato la sua quota: cosa che tuttora non ha fatto, né si sa se e quando farà. Il costo complessivo del tunnel di base indicato nella delibera del Cipe è di 9630,25 milioni di euro, di cui il 57,9 per cento a carico dell’Italia e il 42,1 per cento a carico della Francia. Ciò benché il tunnel insista per l’80 per cento in territorio francese e solo per il 20 per cento in territorio italiano. Tale squilibrio, previsto negli accordi tra Italia e Francia avallati dal Parlamento, è privo di ogni giustificazione (se non quella di convincere il governo francese, da sempre riluttante, a partecipare al progetto) e rende l’esborso di denaro nazionale contrario a criteri di buona amministrazione. In ogni caso,tale ripartizione è riferita al costo iniziale (in valuta 2012) del tunnel di base (pari a 8.609,68 milioni di euro), mentre gli accordi prevedono che i costi aggiuntivi siano divisi al 50 per cento tra i due contraenti. Di ciò la delibera del Cipe non tiene conto e, considerata la rivalutazione, determina la quota a carico dell’Italia in 5.574,21 milioni di euro (anziché in 5.493,8 milioni di euro) e quella a carico della Francia in 4.056,04 milioni (anziché in 4.136,5) con indebito aggravio di oltre 80 milioni di euro per il nostro Paese.
LA SOMMA di cui il Cipe autorizza l’erogazione, infine, non tiene conto del contributo dell’Ue pari –se condo quanto sostenuto in tutte le sedi ufficiali –al 40 per cento del costo previsto in valuta 2012, e cioè a 3.443,87 milioni di euro. Dunque le quote a carico di Italia e Francia, correttamente conteggiate, dovrebbero essere, rispettivamente, di 3.581,91 e di 2.604,47 milioni di euro. Evidente l’improprietà del finanziamento autorizzato, ancora una volta in danno delle finanze nazionali.E ciò anche a tacere del fatto che il contributo dell’Ue non era all’atto della delibera del Cipe (e non è oggi) stanziato e che ciò non consentiva il finanziamento di lotti costruttivi. I danni reali per il Paese stanno qui, e non in future (e inesistenti) penali