La vicenda Acquarius svela più sull’immigrazione di quanto abbiano fatto anni di propaganda

giuliano ferrara

Giuliano Ferrara, altro noto filantropo dedito a salvare vite umane con i propri soldi
chi ha MAFIA CAPITALE E CHI NO
La vicenda del blocco navale italiano deciso ieri dal Ministro degli Interni Matteo Salvini sta tenendo molti con il  fiato sospeso.
L’azione del Governo Italiano sta mettendo a nudo in poche ore molto più di quello che i media ci hanno voluto mostrare in anni.
demagistris
L’Acquarius non rischia l’ammaraggio, è perfettamente in grado di raggiungere in meno di 48 ore qualsiasi porto del Mediterraneo. Il governo italiano ha inviato due motovedette per fornire viveri e personale medico. La nave è dotata finanche di giornalisti a seguito.
Secondo le dichiarazioni dell’ambasciatore maltese in Italia, il capitano dell’imbarcazione ha deciso di non attraccare a Malta, nonostante gli fosse stato autorizzato l’accesso e piuttosto che mettere in salvo 629 naufraghi raggiungendo altri porti, preferisce restare in mare facendo zig zag tra Malta e Sicilia “in attesa di ordini” ,come verificabile ..>https://www.marinetraffic.com/en/ais/home/centerx:15.1/centery:35.9/zoom:9
I giornali stanno dando il meglio citando Fonti del diritto toalmente a caso, che vanno dalla Costituzione, alla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, al codice della navigazione, al diritto internazionale. Usate per inquadrare fattispecie specifiche imprecisate.
Va detto poi che in una cornice di incentivazione delle vittime, salta qualsiasi schema giuridico, poichè una emergenza non è più tale se viene creata sistematicamente con una impalcatura logistica e mediatica in un lungo arco temporale, è piuttosto un’agenda politica a spese di esseri umani. Il tutto condito dall’abuso di convenzioni internazionali a scopo elusivo delle leggi sull’immigrazione.
A chi si è chiesto se si possono chiudere i porti, ricordiamo che Francia e Spagna lo hanno fatto quasi un anno fa, insieme al sigillamento dei confini austriaci e nessuno ha evocato scenari apocalittici o lo ha messo in discussione. Ancora una volta, anche i regolamenti UE sull’immigrazione forniscono regole che valgono solo per la Repubblica Italiana, e dispensano tutti gli altri.
Lo scopo di un blocco navale è di sfavorire a monte le partenze con destinazione predeterminata “Italia”. Nonostante fosse stato annunciato, alcuni prevedono sbarchi copiosi. Il che significa che c’è una volontà di fondo di usare le tragedie umane a scopo strumentale e politico.
Il mistero dei misteri rimane lo stesso: chi e perchè ha stabilito che l’Italia dovesse essere l’unico hub mediterraneo di arrivo dei migranti, anche al di fuori dell’area si soccorso di competenza italiana?
Sulpicia

Rieti, 6 mila diventati poveri e 801 non hanno da mangiare

veduta rieti

RIETI

le care ong dirittoumaniste e vari si preoccupano di chi tra i nostri NON HA DA MANGIARE? VIENE SFRATTATO PERCHE’ PERDE IL LAVORO? LO STATO PROVVEDE A PAGARE LORO bollette, riscaldamento, telefono, sigarette, affitto e quant’altro? Quelli che non fanno distinguo di nazionalità. Ah ovviamente NON SUCCEDE SOLO A RIETI 
“Emergenza sociale in città e provincia dove nei primi mesi del 2018 si registra un’allarmante situazione di povertà e resta alta l’attenzione nei confronti di chi è in difficoltà”. E’ l’analisi di don Fabrizio Borrello, direttore della Caritas Diocesana di Rieti, sulla situazione che investe in pieno il territorio.
“Uno stato, quello della povertà, che può arrivare all’improvviso, basta una lettera di licenziamento” dice. Rieti è una realtà piccola e non sfugge la situazione di emergenza che si sta vivendo.
Il capoluogo sabino non è infatti estraneo, ma anzi vive appieno le difficoltà economiche in cui versa il Paese, acuite da un impoverimento del tessuto economico locale che sembra inarrestabile. “Le situazioni di povertà nascono, nella maggior parte dei casi, da problemi legati al mondo del lavoro. Quando in una famiglia c’è un solo stipendio e si perde il posto di lavoro comincia l’agonia – aggiunge don Fabrizio – si fa fatica ad arrivare a fine mese e scattano gli aiuti necessari per fare in modo, per quanto possibile, che tutti abbiano una vita dignitosa.
A questo tenta di far fonte anche la Caritas, con la distribuzione di generi alimentari e supporto nel pagamento di bollette unitamente all’emporio in piazza Oberdan”. E poi ci sono i servizi sociali del Comune con l’assessore Giovanna Palomba che ha dato avvio al progetto “Porta sociale”. “I dati risalenti allo scorso gennaio parlano di emergenza sociale – aveva detto l’assessore durante la presentazione del progetto – a Rieti e provincia si registrano 6mila persone in povertà relativa. In 6 mesi di progetto sono state assistite 801 persone in povertà assoluta (incapaci di acquisire i beni e i servizi necessari a raggiungere uno standard di vita minimo accettabile) con la consegna di 267 pacchi”. Pacchi anonimi sono ciò che i servizi sociali fanno recapitare quasi ogni giorno a coloro che sono in difficoltà. Il progetto prevede la distribuzione di derrate alimentari e, successivamente, un percorso di sostegno diverso come quello del progetto orti, per l’inserimento di persone in disagio economico, in ambito agricolo. “Sono molte le persone che, per vergogna del proprio stato, non vogliono far conoscere la condizione di miseria in cui vivono richiedendo la massima riservatezza” spiega Borrello. Il progetto “La porta sociale” prevede l’assistenza emergenziale di famiglie in povertà assoluta e coinvolge diverse associazioni di volontariato: “Aiutiamo anche la mensa di Santa Chiara – ha detto Palomba – e c’è una grande rete solidale che risponde a chi chiede aiuto. Nannina è la ‘regista’, poi ci sono i volontari della mensa di Santa Chiara, il Guazzabuglio, la Croce Rossa, i Cavalieri di Malta, la Caritas diocesana, Cuore amico, Gli amici del cuore, il Volontariato Vincenziano, Adra Italia e il Fosso di Helm”.
Ilaria Faraone

Violentata da un clandestino, in carcere l’udienza di convalida: “Lei ci stava”

laura boldrini

un’altra vita rovinata, MA CHI SE NE FREGA. Altre si devono proteggere. Ma forse come Pamela, ha fatto tutto da sola, HA SOLO PERCEPITO LO STUPRO
 
Choc ad Arezzo: prima le ruba la bici, poi il brutale stupro. La furia del clandestino su una 30enne italiana
11 giugno 2018 AREZZO – Prima le ruba la bici, poi la invita a seguirlo: “Se rivuoi indietro la bicilcetta, vieni a riprendertela”. È così un’italiana di trent’anni è caduta nella trappola della bestia marocchina, un clandestino con una sfilza di precedenti penali per spaccio e violenze, ma ancora in Italia.
La sua furia, giovedì sera, si è abbattuta su una trentenne aretina che è stata brutalmente stuprata mentre stava tornando a casa con la biciletta. Una violenza sessuale selvaggia che l’ha portata a rinchiudersi in una gabbia d’orrore per una notte intera. Il giorno dopo, poi, la giovane ha trovato il coraggio di andare in ospedale e denunciare il balordo africano.
Il provvedimento di fermo, come racconta la Nazione, è stata firmato dal pm di turno Julia Maggiore. Lo stupratore marocchino lo hanno beccato anche grazie alla descrizione fornita dalla vittima che, dopo essersi presentata in ospedale dove hanno accertato i segni della violenza sessuale, ha trovato la forza per rivolgersi alle forze dell’ordine e denunciare l’immigrato. I fatti risalgono a giovedì sera. La trentenne so trovava in via Curina, una stradina che scorre dietro a uno dei più grandi supermercati di Arezzo. Non è un quartiere degradato, ma una zona benestante. Ed è lì che la giovane si imbatte nel marocchino che riesce a strapparla via la bicicletta su cui stava pedalando.
“Se la rivuoi indietro – le dice – vieni a riprenderla”. A quel punto la ragazza gli corre dietro, fino a infilarsi in un luogo isolato della città. Il balordo le è saltato addosso e l’ha stuprata senza pietà. L’indomani la giovane è corsa al comando provinciale dei carabinieri per denunciare lo stupratore che, dopo poche ore, è stato identificato. Sabato è quindi scattato l’arresto.

Monza, 10 nordafricani senza biglietto sequestrano il treno per 20 minuti, poi sfasciano i vagoni a sassate

RAZZISMO, gli italiani paghino il biglietto, gli altri no, questa è eguaglianza

Ancora violenze da parte dei delinquenti nordafricani, tra cui i famosi galeotti esportati dalla Tunisia. A Meda, in provincia di Monza-Brianza, un gruppo composto da 10 immigrati sequestra il treno per 20 minuti dopo che il controllore ha osato chiedere loro il biglietto. Dopo che il macchinista ha fermato il convoglio a causa del parapiglia che ne è nato sulla carrozza, gli animali sono scesi e hanno sfasciato i vagoni con una fitta sassaiola.
Meda, 5 giu – Ancora una volta un gruppo di immigrati nordafricani, ancora una volta un treno, ancora una volta un’aggressione. A Meda, poco lontano da Monza, un treno è stato sequestrato da alcuni immigrati per venti muniti, al termine dei quali è seguita una sassaiola contro il convoglio. È successo nel pomeriggio del 2 giugno, e l’esatta dinamica di quanto successo non è ancora del tutto chiara. Pare che all’origine di tutto ci sarebbe stato un normale controllo dei biglietti da parte del capotreno. Un gruppo di giovani immigrati, circa dieci e per lo più nordafricani, è stato trovato sprovvisto di biglietto e da lì sarebbe partita una lite.
Momenti di tensione talmente concitati che il controllore, secondo quanto hanno riferito alcuni testimoni, si è trovato costretto a fermare il convoglio e a chiamare i rinforzi. Una volta intervenuti i Carabinieri, i nordafricani si sarebbero dileguati per non essere identificati, in direzione del poco distante Corso Matteotti, e il treno ha potuto ripartire la sua corsa.
I testimoni non raccontano cosa sia successo davvero dentro la carrozza, dato che in pochi si trovavano nel vagone dove è scoppiato il parapiglia, ma solo quanto è accaduto una volta che il treno si è fermato. Dopo che il controllore ha bloccato la corsa, infatti, il gruppo di nordafricani è sceso sui binari e ha cominciato a prendere a sassi il convoglio. Uno dei sassi tirati, secondo quanto è stato riferito al sito mbews che per primo ha dato la notizia dei tafferugli, sarebbe finito sulla strada, dove fortunatamente nessuno stava passando in quel momento.

Salvini scatenato! Chiude i porti anche alla nave Ong Sea Watch 3: “L’Italia ha smesso di chinare la testa”

tgcom24 migranti

ma non è una provocazione eh. DIRITTOUMANISTI QUANTA IPOCRISIA

Francia : frontiere chiuse
Austria : frontiere chiuse
Spagna : confini difesi militarmente
Inghilterra : frontiere chiuse
Malta : rifiuto di approdo in porto e rifiuto di prima assistenza in mare
Turchia : frontiere chiuse e lager per migranti
Però il razzista è Salvini..

La Spagna accoglie la prima nave dal 2011.
Il resto degli anni ha eretto muri (governo Zapatero) e sparato agli immigrati nelle Enclave di Ceuta e Mellilla.
E’ ora che l’Europa antepone i fatti alle chiacchiere.
Italia 630 .000
Resto d’Europa 639
La strada è lunga.
Cit. -Ciancio Luigi
Salvini scatenato! Chiude i porti anche alla nave Ong Sea Watch 3: “L’Italia ha smesso di chinare la testa”
Un nuovo caso migranti a meno di 24 ore da quello della nave Aquarius con a bordo 629. Il ministro degli Interni Matteo Salvini scatenato, chiude i porti anche alla Ong scafista Sea Watch 3: “L’Italia ha smesso di chinare la testa”.
No alla Aquarius, No alla Sea Watch 3. Matteo Salvini chiude i porti alle Ong e dopo la nave di Medici Senza Frontiere e Sos Mediterranèe blocca anche la nave della Ong tedesca al largo delle coste libiche: “L’Italia ha smesso di chinare il capo e ubbidire” afferma il vice premier e ministro dell’Interno.
“Nel Mediterraneo ci sono navi con bandiera di Olanda, Spagna, Gibilterra e Gran Bretagna, ci sono Ong tedesche e spagnole, c’è Malta che non accoglie nessuno, c’è la Francia che respinge alla frontiera, c’è la Spagna che difende i suoi confini con le armi, insomma tutta l’Europa che si fa gli affari suoi. Da oggi – scrive su Facebook Salvini – anche l’Italia comincia a dire NO al traffico di esseri umani, NO al business dell’immigrazione clandestina. Il mio obiettivo è garantire una vita serena a questi ragazzi in Africa e ai nostri figli in Italia”.

Napoli, rissa tra immigrati a bottigliate a Porta Nolana: poliziotti circondati

demagistris

E LORO MOSTRANO GRATITUDINE- De Magistris guarda che non stanno fluttuando in acqua con dei salvagenti eh

di Nico Falco
Immigrati che si prendono a bottigliate in strada, residenti tappati in casa per paura di uscire. Succede ancora a Porta Nolana, dove intorno alle 16.30 di oggi c’è stata un’ennesima rissa tra stranieri. Sarebbe iniziata con una discussione tra due africani ma si sarebbe rapidamente estesa coinvolgendo anche gli altri presenti.
Sul posto è intervenuta una volante della Polizia di Stato e una pattuglia della Polizia Municipale; gli agenti, circondati oltre un centinaio di immigrati, hanno dovuto faticare non poco per riportare la situazione sotto controllo. «Ci avevano promesso maggiori controlli ma non è cambiato nulla – si lamentano i residenti – qui resta terra di nessuno».
Domenica 10 Giugno 2018 – Ultimo aggiornamento: 22:16

Profughi stanchi, stremati, con gli orrori della guerra negli occhi, quasi tutte donne donne con bimbi piccoli .VIDEO

demagistris

https://www.facebook.com/Versetti.di.pace.e.amore/videos/979515932197309/UzpfSTEwNjMyMzkxNTY6MTAyMTQzOTc0NjI0MjQ3MzA/

Fabio D’Ago
Caro Luigi de Magistris,
1) Nessuno parla di lasciar morire in mare. Vergogna.
2) Perché parlate sempre di donne incinte e bambini? Su 629 le donne incinte sono 7 e i bambini 11. Siete dei manipolatori.
3) Napoli ha già i suoi problemi di cui tu non ti occupi: non ha bisogno di altri sbandati sbattuti fuori la Stazione a deambulare dalla mattina alla sera.

“EL PAPA” A CONCLAVE SEGRETO con LE 7 SORELLE e Blackrock, che vuole investire “sul clima” (e mons. Parolin invitato al Bilderberg)

5 giugno 2018 

Improvviso interesse della centrali globaliste per l’Italia. Negli stessi giorni in cui il gruppo Bilderberg si raduna a Torino, a Roma, Bergoglio (El Papa) presiede un vertice, che ha lui convocato, con le Sette Sorelle  –  per la precisione, con i capi supremi delle multinazionali del greggio – e le loro finanziarie ausiliarie  transnazionali.   L’incontro si produrrà il 7-10 giugno. Le informazioni su questo enigmatico vertice Papa-Petrolieri  sono all’incirca scarse come quelle sul Bilderberg. L’incontro è infatti definito ”private”, ossia segreto e su inviti.
Come mai El Papa “delle periferie”, della “accoglienza” degli immigrati, che predica una Chiesa che prenda “l’odore delle pecore”,  si riunisce in  privato coi più potenti capitalisti, miliardari globalisti ossia attivi promotori delle  feroci iniquità del capitalismo terminale? “Chiedetelo a loro”,  vien voglia di dire parafrasando lo slogan dell’8 per Mille.
La scusa  per l’incontro, a leggere i comunicati-stampa ufficiosi, è la  comune preoccupazione dei miliardari del greggio e di El Papa per i mutamenti climatici. “E’uno dei più altamente significativi sviluppi”, sviolina il comunicato, “a dimostrazione di come  le grandi corporations lavorano con gli altri leader mondiali sui cambiamenti climatici, in coincidenza con il  completo ritiro del presidente Trump dal tema del riscaldamento globale”.
“Un anno fa Trump annunciava l’intenzione di ritirare l’America dal patto sul clima di Parigi,  che oggi è sostenuto da tutti i paesi tranne gli Usa. Tre anni fa, il Papa  Francesco ha scritto la sua enciclica Laudato Si sull’importanza di affrontare il cambiamento climatico: una prima volta nella storia della Chiesa”.
Lo si può ben dire:   la neo-chiesa di Bergoglio ha sostituito all’ansia per la salvezza  eterna delle anime la ansiosa sete per la salvezza del pianeta  –  minacciato,  come tutti sanno, da quell’inquinatore che è il genere umano.  In questo,  con perfetta coerenza, nel gennaio dell’anno scorso, il Vaticano ha chiamato alla Pontificia Accademia delle Scienze,  come relatore al convegno “Salvare il mondo naturale”, ossia  ad istruire i cristiani sui  loro nuovi compiti morali urgenti, l’entomologo Paul Ehrlich, celebre promotore dell’aborto selettivo e della sterilizzazione di massa per  disinnescare quella che chiamava “the Population Bomb”, la bomba demografica.
Il clima, il pianeta da salvare nelle sue  aree selvagge , belve e foreste, è una preoccupazione urgente per la sinistra intelligente, ovviamente, per i ricchi”progressisti”.  E quindi anche di Francesco.
Il comunicato dà una prima lista di partecipanti, avvertendo che è incompleta.  Ci saranno:
  • Larry Fink, CEO  di BlackRock, “la roccia invisibile che governa il mondo”, la sviolina  un articolo del Corriere, ossia il più grande fondo d’investimento del pianeta, “ con un patrimonio gestito di 6.3 trilioni di dollari, il Pil di Francia e Spagna messe insieme, quasi tre volte il nostro debito pubblico. La roccia nera deve la sua fortuna alla gestione patrimoniale: fondi pensione, banche, Stati”. E il “primo investitore straniero in Europa (e in Italia), azionista di peso in banche come la Deutsche Bank, Intesa San Paolo, Bnp, Ing, azionista rilevante anche nei settori dell’energia, chimica, trasporti, agroalimentare, aeronautica, immobiliare”.
  • https://www.corriere.it/video-articoli/2018/05/07/cos-davvero-blackrock-roccia-invisibile-che-governa-mondo/2a7fb442-51d8-11e8-b9b9-f5c6ed5dbf93.shtml
  •  Il mega-fondo ha messo l’occhio sul busines rappresentatato dai sistemi pensionistici d’Europa  ancora non abbastanza privatizzati: “Spinge la Commissione Ue a varare un piano di previdenza privata, poi gestisce il primo progetto pilota”, ha scritto il Fatto (BlackRock va all’assalto delle pensioni europee) https://www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/blackrock-va-allassalto-delle-pensioni-europee/  (ecco a cosa serve la Commissione UE).
Praticamente, Fink è  quel che  Don Vito Corleone è per Cosa Nostra:   è il “capo dei capi”  del globalismo. Ovviamente (cosa andate a pensare?) è un benefattore e un mecenate di tutte le buone cause “democratiche” nel senso del termine dell’ex presidente Obama (che tanto ha fatto per l’elezione di El Papa). Infatti BlackRock ha immediatamente dato un giudizio “negativo” sul governo italiano nuovo, il che ha fatto “impennare lo spread”, in combutta con la BCE, prima che intervenissero  JP Morgan e Citigroup, repubblicani, a rimetterlo al passo.
Gli altri invitati da Bergoglio nel privato conciliabolo:
Bob Dudley, presidente-amministratore delegato  (CEO)  di BP, la British Petroleum, sede a Londra, fatturato 240 miliardi di dollari.
Darren Woods, CEO di Exxon Mobil.
Incidentalmente,  sono le due compagnie più inquinatrici della storia, avendo la BP accettato di pagare 1,8miliardi di dollari per uno sversamento-monstre nel Golfo del Messico nel 2010, che ha distrutto l’attività della pesca in quel vasto tratto. E della Exxon si ricorda il disastro della superpetroliera Exxon Valdez, 1989, che ha inquinato il mare dell’Alaska.
Andiamo avanti. El Papa  voleva riunirsi anche con “Ben Van Beurden, CEO della oyal Dutch Shell”, che ha declinato avendo un precedente impegno.
Invece ci  saranno Eldar Sætre, CEO di Equinor, la petrolifera privatizzata parzialmente posseduta dal governo norvegese; lord John Browne,  oggi presidente esecutivo della petrolifera L1 Energy, ma ex CEO della BP.
E non mancherà – come poteva? – Ernest Moniz,  già segretario all’Energia  sotto l’allora Presidente Obama.
Ernes Moniz, l’ex ministro per l’energia di Obama
Questa presenza  è una conferma:  del fatto che Bergoglio è uno strumento volontario e attivista (un “asset”, dicono alla Cia) della multiforme strategia dell’asse Clinton-Obama: depurare la Chiesa degli aspetti sacramentali e soprannaturalistici che ne impediscono la “fusione-acquisizione” col protestantesimo; operare la suddetta fusione, generando un “cristianesimo generico” funzionale all’ideologia globalista: umanitaria (nel senso degli “Interventi umanitari”), moralistica (no alla “corruzione  dei politici” –   Mani Pulite nel Mondo come propone il cardinal Maradiaga braccio destro di Francesco), climatica e ambientalista.
Una super-ONG “umanitaria” dedita alla salvezza del pianeta e protettrice delle immigrazioni di massa pianificate, contro la sovranità di ogni Stato e per il “mercato”, che non è “corrotto come i politici”.
Dalle scarne notizie, si apprende che i petrolieri non parleranno con Francesco di clima, ma anche di investimenti:
“Il Papa, BlackRock e le grandi compagnie petrolifere si stanno sempre più concentrando sul cambiamento climatico” – attenzione, viene il bello – “in quanto fonti di energia più pulite sono diventate più competitive, e la pressione del pubblico su questa tema sta crescendo. L’incontro riflette questa convergenza”
Capito? Il primo fondo d’investimento del mondo è pronto a saltare sulle energie alternative  insieme alle Sette Sorelle, perché stanno diventando “competitive” sul piano economico, attraenti per i capitali liquidi americani; ma certo ciò richiede investimenti enormi di riconversione delle mega-infrastrutture, e un cambio di paradigma fra le popolazioni,  ossia una grande operazione di psico-propaganda che bolli l’uso del petrolio come  immorale verso Il Pianeta.  Dunque gli investitori  devono assicurarsi che l’autorità morale per eccellenza faccia parte del piano, collabori con le Finestre di Overton che lorsignori apriranno,  e cominci a predicare per le energie “pulite” (o sedicenti tali) e anatemizzare le “Inquinanti” (o cosiddette: si  veda l’improvvisa campagna occidentale conto il motore Diesel).
A Francesco è richiesto di  aggiungere alla lista dei Dieci Comandamenti (che del resto ha già sfoltito, abolendo il Sesto) il Peccato Capitale dell’uso di energie su cui gli investitori  hanno smesso di investire.
Infatti si apprende che a organizzare gli incontri e gli inviti è stata la università di Notre Dame dell’Indiana, più precisamente della sua “business school” che sta promuovendo  una “climate investing iniziative”, una iniziativa di investimento sul terrorismo climatico.
Il docente direttore di questa strana business school, Leo Burke, non ha voluto commentare la riunione papale di cui pare essere stato il manovratore:  con una mail, ha ricordato al giornalista indagatore che “abbiamo  già detto che ogni incontro sull’energia che implica il Vaticano sarà un dialogo privato con gli invitati”.
Esattamente la risposta che dà, da sempre, l’ufficio-stampa del Bilderberg.
Un portavoce Exxon ha invece risposto: la compagnia “spera che questo tipo di dialogo svilupperà soluzioni per la doppia sfida: gestire il rischio del cambiamento climatico e contemporaneamente soddisfare la domanda crescente di  energia, che è essenziale per alleviare la povertà e  migliorare gli standard di vita nel mondo in via di sviluppo”.  A tutti è nota l’ansia di Exxon per alleviare la povertà  nel Terzo Mondo.
Sabato, a chiusura del privato incontro, El Papa parlerà alle folle(sempre più scarse) dei nuovi comandamenti climatici elaborati con BlackRock.
a completamento della notizia, questa:
Per la prima a volta al Bilderberg invitato il segretario di Stato Vaticano, Pietro Parolin
Quest’anno, non meno di 14 funzionari governativi ancora in carica parteciperanno all’incontro del Gruppo Globale. Essenzialmente, ministri, vice ministri, segretari di stato o primi ministri.
Per quanto riguarda la Francia, saranno presenti Jean-Michel Blanquer, ministro dell’istruzione, e il direttore della DGSE Bernard Émié. Il Bilderberg ha invitato il Segretario di Stato vaticano Pietro Parolin ( prima volta nella storia, in 66 anni)
Per quanto riguarda gli argomenti trattati, ci sono alcuni cliché come la Russia che viene menzionata ogni anno dal 2015. Si noti inoltre che il “populismo” e quella che chiamano l’era della post-verità preoccupa il gruppo dal 2017. Questo termine si riferisce alla crescente influenza dei social network e dei media alternativi e alla perdita dell’autorità dei media (che è ancora una volta molto presente quest’anno … almeno per partecipare alla riunione, non per conto).
TORINO, 5 GIUGNO 2018 – La 66a edizione del Gruppo Bilderberg si terrà dal 7 al 10 giugno 2018 a Torino, in Italia. Ad oggi, 128 partecipanti provenienti da 23 paesi hanno confermato la loro presenza. Come sempre, un gruppo eterogeneo di leader politici ed esperti dell’industria, della finanza, del mondo accademico e dei media sono stati invitati.
I principali argomenti di discussione di quest’anno includono:
  1. Populismo in Europa
  2. La sfida della disuguaglianza
  3. Il futuro del lavoro
  4. Intelligenza artificiale
  5. Gli Stati Uniti a metà strada
  • Leadership mondiale americana
  • Russia
  • Calcolo quantistico
  • Arabia Saudita e Iran
  • Il mondo “post-verità”
  • Eventi attuali
COMITATO DI GESTIONE DEL PRESIDENTE
Castries, Henri de (FRA), presidente dell’Istituto Montaigne; Ex Presidente e Chief Executive Officer, AXA
PARTECIPANTI
Achleitner, Paul M. (DEU), Presidente del Supervisory Board, Deutsche Bank AG; Tesoriere, riunioni del Bilderberg
Agius, Marcus (GBR), Presidente, PA Consulting Group
Alesina, Alberto (ITA), Nathaniel Ropes Professore di Economia, Università di Harvard
Altman, Roger C. (USA), fondatore e presidente senior, Evercore
Amorim, Paula (PRT), Presidente di Americo Amorim Group
Anglade, Dominique (CAN), vicepresidente del Quebec; Ministro dell’economia, della scienza e dell’innovazione
Applebaum, Anne (POL), editorialista, Washington Post; Professore di pratica, London School of Economics
Azoulay, Audrey (INT), direttore generale, UNESCO
Baker, James H. (USA), Direttore, Office of Net Evaluation, Ufficio del Segretario della Difesa
Barbizet, Patricia (FRA), presidente, Temaris & Associates
Barroso, José M. Durão (PRT), Presidente di Goldman Sachs International; Ex presidente della Commissione europea
Beerli, Christine (CHE), ex vicepresidente, Comitato internazionale della Croce Rossa
Berx, Cathy (BEL), Governatore, Provincia di Anversa
Beurden, Ben van (NLD), CEO, Royal Dutch Shell plc
Blanquer, Jean-Michel (FRA ), Ministro dell’istruzione nazionale, della gioventù e della vita comunitaria
Botín, Ana P. (ESP), Presidente del gruppo, Banco Santander
Bouverot, Anne (FRA), membro del consiglio di amministrazione; Ex CEO, Morpho
Brandtzæg, Svein Richard (NOR), Presidente e Chief Executive Officer, Norsk Hydro ASA
Brende, Børge (INT), Presidente, Forum economico mondiale
Brennan, Eamonn (IRL), direttore generale, Eurocontrol
Brnabic, Ana (SRB), Primo Ministro
Burns, William J. (Stati Uniti), Presidente, Carnegie Endowment for International Peace
Burwell, Sylvia M. (Stati Uniti), Presidente, American University
Caracciolo, Lucio (ITA), redattore capo, Limes
Carney, Mark J. (GBR), Governatore, Bank of England
Cattaneo, Elena (ITA), Direttore, Laboratorio di biologia delle cellule staminali, Università di Milano
Cazeneuve, Bernard (FRA), partner, August Debouzy; Ex primo ministro
Cebrián, Juan Luis (ESP), Presidente esecutivo, El País
Champagne, François-Philippe (CAN), Ministro del commercio internazionale
Cohen, Jared (USA), fondatore e CEO di Jigsaw presso Alphabet Inc.
Colao, Vittorio (ITA), CEO, Vodafone Group
Cook, Charles (USA), analista politico, The Cook report politico
Dagdeviren, Canan (TUR), Assistant Professor, MIT Media Lab
Donohoe, Paschal (IRL), ministro delle finanze, spesa pubblica e riforma
Döpfner, Mathias (DEU), Presidente e CEO, Axel Springer SE
Ecker, Andrea (AUT), Segretario generale, Ufficio federale Presidente austriaco
Elkann, John (ITA), Presidente, Fiat Chrysler Automobiles
Émie, Bernard (FRA), direttore della DGSE
Enders, Thomas (DEU), CEO di Airbus SE
Fallows, James (USA), scrittore e giornalista
Ferguson, Jr., Roger W. (Stati Uniti), Presidente e Chief Executive Officer, TIAA
Ferguson, Niall (USA), Milbank Family Senior Fellow, Hoover Institution, Stanford University
Fischer, Stanley (Stati Uniti), ex vicepresidente della Federal Reserve; Ex governatore della Banca di Israele
Gilvary, Brian (GBR), direttore finanziario del gruppo, BP plc
Goldstein, Rebecca (USA), Visiting Professor, New York University
Gruber, Lilli (ITA), redattore e conduttore “Otto e mezzo”, La7 TV
Hajdarowicz, Greg (POL), fondatore e presidente, Gremi International Sarl
Halberstadt, Victor (NLD), presidente della Bilderberg Meetings Foundation; Professore di Economia, Università di Leida
Hassabis, Demis (GBR), co-fondatore e CEO di DeepMind
Hedegaard, Connie (DNK), Presidente, Fondazione KR; Ex commissario europeo
Helgesen, Vidar (NOR), Ambasciatore per l’Oceano
Herlin, Antti (FIN), Presidente, KONE Corporation
Hickenlooper, John (USA), governatore del Colorado
Hobson, Mellody (USA), Presidente, Ariel Investments LLC
Hodgson, Christine (GBR), Presidente, Capgemini UK plc
Hoffman, Reid (Stati Uniti), co-fondatore, LinkedIn; Partner, partner di Greylock
Horowitz, Michael C. (USA), professore di scienze politiche, Università della Pennsylvania
Hwang, Tim (USA), direttore, Harvard-MIT Ethics and Governance o AI Initiative
Ischinger, Wolfgang (INT), Presidente della Conferenza di sicurezza di Monaco
Jacobs, Kenneth M. (Stati Uniti), Presidente e Chief Executive Officer, Lazard
Kaag, Sigrid (NLD), ministro del commercio estero e cooperazione allo sviluppo
Karp, Alex (USA), CEO, Palantir Technologies
Kissinger, Henry A. (Stati Uniti), Presidente, Kissinger Associates Inc.
Kleinfeld, Klaus (USA), CEO, NEOM
Knot, Klaas HW (NLD), Presidente, De Nederlandsche Bank
Koç, Ömer M. (TUR), presidente, Koç Holding AS
Köcher, Renate (DEU), direttore generale, Allensbach Institute for Public Opinion Research
Kotkin, Stephen (USA), professore di storia e affari internazionali, Università di Princeton
Kragic, Danica (SWE), professore, scuola di informatica e comunicazione, KTH
Kravis, Henry R. (Stati Uniti), Co-Presidente e Co-Chief Executive Officer, KKR
Kravis, Marie-Josée (Stati Uniti), Senior Fellow, Hudson Institute; Presidente, American Friends of Bilderberg
Kudelski, André (CHE), Presidente e Amministratore delegato, Gruppo Kudelski
Lepomäki, Elina (FIN), deputato, National Coalition Party
Leyen, Ursula von der (DEU), ministro della Difesa federale
Leysen, Thomas (BEL), Presidente di KBC Group
Makan, Divesh (USA), CEO, ICONIQ Capital
Mazzucato, Mariana (ITA), Professore di Economia dell’Innovazione e del Valore Pubblico, University College di Londra
Mead, Walter Russell (USA), Distinguished Fellow, Hudson Institute
Michel, Charles (BEL), Primo Ministro
Micklethwait, John (USA), redattore capo, Bloomberg LP
Minton Beddoes, Zanny (GBR), redattore capo, The Economist
Mitsotakis, Kyriakos (RCMP), Presidente, New Democracy Party
Mota, Isabel (PRT), presidente, Fondazione Calouste Gulbenkian
Moyo, Dambisa F. (Stati Uniti), economista e autore mondiale
Mundie, Craig J. (USA), Presidente, Mundie & Associates
Paesi Bassi, HM the King of the (NLD)
Neven, Hartmut (USA), direttore dell’ingegneria, Google Inc.
Noonan, Peggy (USA), autore e editorialista, The Wall Street Journal
Oettinger, Günther H. (INT), commissario per il bilancio e le risorse umane, Commissione europea
O’Leary, Michael (IRL), CEO, Ryanair DAC
O’Neill, Onora (GBR), Professore onorario emerito di filosofia, Università di Cambridge
Osborne, George (GBR), redattore, London Evening Standard
Özkan, Behlül (TUR), professore associato di Relazioni internazionali, Università di Marmara
Papalexopoulos, Dimitri (GRC), CEO, Titan Cement Company SA
Parolin, SE Pietro (VAT), Cardinale e Segretario di Stato
Patino, Bruno (FRA), direttore dei contenuti, Arte France TV
Petraeus, David H. (Stati Uniti), Presidente, KKR Global Institute
Pichette, Patrick (CAN), socio associato, iNovia Capital
Pouyanné, Patrick (FRA), Presidente e CEO di Total SA
Pring, Benjamin (USA), co-fondatore e CEO, Center for the Future of Work
Rankka, Maria (SWE), CEO della Camera di commercio di Stoccolma
Ratas, Jüri (EST), Primo Ministro
Rendi-Wagner, Pamela (AUT), MP; Ex ministro della salute
Rivera Díaz, Albert (ESP), presidente del partito Ciudadanos
Rossi, Salvatore (ITA), Vice Governatore, Banca d’Italia
Rubesa, Baiba A. (LVA), CEO, RB Rail AS
Rubin, Robert E. (Stati Uniti), copresidente emerito, Council on Foreign Relations; Ex segretario al Tesoro
Rudd, Amber (GBR), MP; Ex Segretario di Stato, Ministero dell’Interno
Rutte, Mark (NLD), Primo Ministro
Sabia, Michael (CAN), Presidente e Chief Executive Officer, Caisse de dépôt e Québec
Sadjadpour, Karim (USA), Senior Fellow, Carnegie Endowment for International Peace
Sáenz de Santamaría, Soraya (ESP), vice primo ministro
Sawers, John (GBR), Presidente e Partner, Macro Advisory Partners
Schadlow, Nadia (USA), ex vice consigliere per la sicurezza nazionale per la strategia
Schneider-Ammann, Johann N. (CHE), consigliere federale
Scholten, Rudolf (AUT), presidente, Bruno Kreisky Forum per il dialogo internazionale
Sikorski, Radoslaw (POL), Principal Investigator, Università di Harvard; Ex ministro degli affari esteri, Polonia
Simsek, Mehmet (TUR), Vice Primo Ministro
Skartveit, Hanne (NOR), scrittore politico, Verdens Gang
Stoltenberg, Jens (INT), Segretario generale, NATO
Summers, Lawrence H. (USA), Professore , Charles W. Eliot University, Università di Harvard
Thiel, Peter (USA), Presidente, Thiel Capital
Topsøe, Jakob Haldor (DNK), presidente, Haldor Topsøe Holding A / S
Wahlroos, Björn (FIN), Presidente, Gruppo Sampo, Nordea Bank, UPM-Kymmene Corporation
Wallenberg, Marcus (SWE), Presidente, Skandinaviska Enskilda Banken AB
Woods, Ngaire (GBR), Dean, Blavatnik School of Government, Università di Oxford
Yetkin, Murat (TUR), redattore capo, Hürriyet Daily News
Sailor, Gerhard (AUT), Presidente, Turner International

IL CLIMA E’ CAMBIATO, GRAZIE AL VOTO ITALIANO

perché due giornali che rappresentano la voce del capitale ed addirittura una banca, invita ora ad essere possibilisti sulla fallibilità dell’euro? Che c’è dietro?

Spingere ancora di più verso una fusione (integrazione la chiamano in pratica un super stato) o usare l’Italia contro il “surplus tedesco” tanto in odio come disse Obama a suo tempo (ostacolava gli interessi americani come precisa Bernanke nel 2015)?
4 giugno 2018
“La UE deve capire che il populismo è il sintomo di reale fallimento politico”
“E’ la mancanza di riforma dell’Europa, non l’Italia, che romperà la zona euro”.
Non sono due titoli di giornaletti sovranisti sloveni.  Il primo, è alla testa di una analisi del potente – e globalista-imperialista Royal Institute of  International Affairs, la leggendaria “Chatham House”.   Il secondo, è un titolo del Financial Times, il garante teologico del liberismo dogmatico, ed è firmato da una delle sue grandi firme, Wolfgang Munchau, che tra l’altro è un “europeista”, essendosi battuto contro il Brexit.
Com’è cambiato il  clima. Il voto italiano ha  aperto la stura alle analisi critiche sulla Unione Europea a trazione tedesca, mai prima espresse in modo esplicito
Chataham House mette in guardia le  oligarchie di Bruxelles e  Berlino  dalla interpretazione sprezzante che stanno dando  della situazione politica italiana: una lettura di comodo, auto-assolutoria, che  – essendo sbagliata  – può solo portare a gravi conseguenze.  “Il termine populismo viene adottato  non come segnale  delle necessarie riforme politiche in Europa, ma come scusa conveniente per respingere le domande della società come incompatibili con la democrazia liberale”.
“La concentrazione ossessiva, da parte dei politici, dei dirigenti e del giornalismo contro il “populismo  illiberale”, tralascia l’aspetto più  importante della storia: che sempre o quasi il populismo è nutrito da direttive politiche  realmente fallimentari, e della reazione popolare legittima contro di esse. Questo è ancor più  vero nel contesto di una integrazione  europeista che diventa sempre più sbilanciato tra un Nord-Europa relativamente prospero e protetto, e una periferia sempre più impotente, che deve sopportare i costi dell’adattamento all’avversità economica e alla crisi migratoria”.
Sul Financial Times, la grande firma europeista invita caldamente le oligarchie di Bruxelles, Francoforte e Berlino a “piantarla di trattare l’euro come un atto di fede, e cominciare a sforzarsi per renderlo sostenibile”.
Il FT  elenca tutte le misure draconiane accettate dai governi italiani precedenti, troppo compiacenti e servili:
“La contribuzione dell’Italia al Meccanismo di Stabilità, lo scudo di salvataggio della zona euro, calcolata all’interno del deficit massimo consentito. L’accettazione di una modalità di risoluzione delle banche (il bail-in) che lascia milioni di risparmiatori italiani senza la protezione della garanzia sui loro depositi. E peggio di tutto, l’accettazione nel 2012 del fiscal compact, che obbliga l’Italia ad avere bilanci senza deficit. Se i precedenti capi di governo fossero stati meno arrendevoli, la reazione anti-europea sarebbe stata meno dura”.
 
(non so se sapete chi erano: Ciampi, Prodi, Berlusconi, Monti, Letta, Padoan, Renzi…)
Cosa ci ha dato l’Europa. E cosa le abbiamo dato noi.
“Per un paese in difficoltà come l’Italia”,   argomenta  il giornale, “è ragionevole restare nella zona euro fino a quando può mantenere  la minima speranza che questa relazione sia sostenibile.  Fino ad oggi, il miglior argomento perché l’Italia continui a restare nell’euro, è la speranza che sia, alla fine, riformata. Se si raggiunge la certezza che non lo sarà mai, allora l’argomento cambia. Non c’è nulla di male in  un piano B. Non è la politica in Italia che sta uccidendo l’euro,  la mancanza di riforme nella zona euro e l’enorme surplus tedesco”.
JPM Morgan, la banca d’affarti,  al termine  di una complessa analisi, giunge alla “stupefacente conclusione” che “uscire dall’euro è forse l’opzione migliore per Roma”.
JPMorgan’s Stunning Conclusion: An Italian Exit May Be Rome’s Best Option
Anche il New York Times ricorda che  “L’austerità uccide”, parla  dei suicidi da disoccupazione in Italia, e dice che la Germania “predica l’austerità – per gli altri”.
E la Merkel?  ha riconosciuto che “l’Italia è stata lasciata sola dalla UE nell’accoglienza ai migranti” (che ha chiamato lei), e invitato il governo italiano a mantenere gli impegni europei alla  austerità e deflazione salariale. Poi ha elaborato vagamente la sua idea di riforma della UE: la creazione di un Fondo Monetario Europeo,replica del Fondo Monetario Internazionale, che darà prestiti  ai paesi che si  impoveriscono nell’euro e per l’euro, condizionandoli a riforme di “risanamento” secondo l’ordoliberismo tedesco. Un caso di autismo storico. O  psichiatria criminale?
Qui sotto, la solidarietà che i media tedeschi hanno mostrato verso la Grecia nel 2013. Focus,  mostra il dito indice  ai “truffatori della famiglia euro”. Spiegel titola: “la menzogna della povertà  – Come la Grecia nasconde la sua ricchezza per rubare alla Germania”. Nel 2015: “I nostri greci”,  immagine razzista di un greco che balla con un turista tedesco,preccupato dei suoi soldi (lui glieli ruberà).

Bilderberg a Torino: cena top secret e accessi chiusi al Lingotto e 8Gallery

Tutta una serie di filantropi, intellighenzia dedita al bene dell’umanità ma siamo certi che i due giornalisti presenti non mancheranno di rendicontare al pubblico tutto quanto, se è vero che non c’è niente di strano e di losco vero? Se i giornalisti non possono fare dovere di cronaca ALLORA COSA SONO CHIAMATI A FARE? A spingere un progetto? A propagandare un’idea?

da giovedì il summit tra personalità dell’economia, della politica e delle banche
Gli ospiti hanno cominciato ad arrivare alla spicciolata in città. Le regole da rispettare? In primis l’obbligo del silenzio
Accessi chiusi al Lingotto
Accessi chiusi al Lingotto
Carabinieri e polizia di fronte ai due ingressi principali del Lingotto, transenne davanti al Nh Hotel, scale mobili e accessi centrali bloccati per l’8Gallery. L’imponente schieramento di forze dell’ordine predisposto per il 66simo meeting del gruppo Bilderberg, l’esclusivo club fondato da Rockfeller nel 1954, non è passato certo inosservato. Da questo pomeriggio, 6 giugno, gli ospiti hanno cominciato ad arrivare alla spicciolata e le misure di sicurezza hanno creato qualche disagio ai clienti del centro commerciale. Usciti dalla metropolitana, avrebbero voluto accedere alla galleria dalle due entrate di via Nizza, ma la strada era sbarrata dagli addetti al servizio d’ordine: «Ci spiace dovete passare dall’ingresso del Lingotto Fiere oppure da quello di fronte a Eataly». Qualcuno si è lamentato per la mancanza di preavviso, ma non ci sono stati particolari proteste.
L’hotel de Bilderberg a Oosterbeek in Olanda dove il club si riunì per la prima volta nel 1954
Il summit
Molti curiosi hanno provato ad affacciarsi oltre le transenne, ma riuscire a scorgere gli invitati è praticamente impossibile. Il programma della serata prevede una visita al Museo dell’Automobile, ma tutti gli spostamenti avverranno a bordo di navette predisposte dall’organizzazione. Il grande giorno è dunque arrivato e con buona pace dei cospirazionisti cade il velo sul meeting Bilderberg in città. A non calare sono invece le polemiche, che a ridosso del summit più esclusivo e segreto che c’è, hanno cominciato a infiammare le aule di Palazzo di Città.
M5S: di scena il neoliberismo più estremo
«Mi preoccupa molto la presenza del gruppo Bilderberg a Torino — osserva la consigliera comunale Cinque Stelle Monica Amore —. Si tratta di un’élite chiusa di neo-oligarchie finanziarie dedite al neoliberismo più estremo, che nel mio immaginario ha sempre rappresentato l’arroganza propria del potere-. Torino deve tornare ad essere la capitale dei diritti del lavoro e non la sede di coloro che, per tutelare i loro interessi, hanno fatto di tutto per comprimerli. Questo per me è inaccettabile».
Sicurezza e polemiche
Le fa seguito il capogruppo leghista in consiglio, Fabrizio Ricca: «Quello che non è chiaro invece è se la sindaca sia al corrente di questa importante convention e quali misure per la sicurezza degli ospiti abbia intenzione di prendere. Per questo ho depositato un’interpellanza e in cui chiedo ad Appendino di farci sapere se e quando ha saputo della presenza del gruppo Bilderberg a Torino e se ha provveduto, magari insieme ad altri organi preposti come questura e prefettura, a elaborare un piano che risponda alle esigenze organizzative e di sicurezza che un evento di questo tipo richiede». Va giù duro anche Augusta Montaruli, deputato di Fratelli d’Italia: «Nonostante i tentativi di alcuni grillini di dissimulare, è evidente come la scelta del gruppo Bilderberg di riunirsi nel capoluogo piemontese non sia casuale: qui il Sindaco 5 Stelle va a braccetto con il sistema Torino -. Quale location migliore?». Persino i commercianti si scagliano contro la sindaca: «In casi come questi dovremmo manifestare il massimo dell’accoglienza e invece né Comune né altri ci dicono nulla-. Quando c’erano i sindaci di prima – denuncia Maria Luisa Coppa, numero uno di Ascom— ci mettevamo intorno a un tavolo e combinavamo visite ai musei, tappe nei principali ristoranti, insomma facevamo sistema».
Cena a porte chiuse
Stasera, mercoledì 6 giugno, intanto l’antipasto. Alcuni dei 128 partecipanti prenderanno parte ad una cena a porte chiuse al Duomo delle Ogr. A fare gli onori di casa il segretario della Fondazione Crt, Massimo Lapucci. Tra i convitati anche Diego Piacentini (commissario per il digitale), Peter Thiel (fondatore di Paypal) e Reid Hoffman (fondatore Linkedin), ospiti in città per altro di due eventi sponsorizzati da Fondazione Agnelli e Talent Garden.
La quattro giorni al Lingotto
Giovedì 7 giugno, invece si entra nel vivo. Pernottamento e riunioni all’Nh Hotel del Lingotto. Una visita fugace al Museo dell’Automobile con gli spostamenti limitati su piccole navette per non dare nell’occhio. La quattro giorni vedrà riunite in un’unica sala tutte le 128 personalità. Siederanno uno accanto all’altro in rigoroso ordine alfabetico. E dovranno rispettare tre regole: frequentare tutte le sessioni dal mattino alla sera; non divulgare i contenuti; porre domande.
Gli italiani presenti
Basta fare qualche telefonata agli italiani che presenzieranno per rendersene conto. Lucio Caracciolo, direttore di Limes, è laconico: «Non posso dire nulla, lo sa. Di certo parlerò di geopolitica e non di cucina», sorride. Idem Salvatore Rossi, direttore generale di Bankitalia: «Preferisco non parlarne». Con loro anche Vittorio Colao, ceo di Vodafone; Elena Cattaneo, direttrice del Laboratorio di Biologia delle Cellule Staminali dell’UniMi; Alberto Alesina, docente di Economia ad Harvard; John Elkann, presidente di Fca e di Exor, la giornalista Lilli Gruber; il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano. Mistero invece sulla presenza di Davide Casaleggio, che sarà sotto la Mole venerdì per l’avvio del tour sulla democrazia diretta e la cittadinanza digitale. Secondo alcune fonti mancherebbero infatti quattro italiani all’elenco dei membri dell’edizione 2018.
Gli argomenti
Le regole del Bilderberg vogliono infatti che due terzi dei partecipanti siano scelti dall’Europa, il resto dall’America del Nord. I relatori che parleranno di fronte alla platea delle 128 personalità affronteranno nell’arco dei quattro giorni 12 argomenti di stretta attualità, economica e politica: al primo posto figura proprio il populismo in Europa (niente male discuterne nella roccaforte grillina); il mondo della post verità, il futuro del lavoro; l’intelligenza artificiale; la sfida della disuguaglianza; le elezioni midterm in America; Iran e Arabia Saudita; il commercio libero; la Russia.
6 giugno 2018 | 19:16