Morti bianche: oltre mille incidenti in Italia

fortuna che aumenta la disoccupazione, ah pardon, diminuisce perché aumenta il numero degli inattivi, coloro che sono comunque disoccupati solo che non credono alle palle della ripresa. Dati che non interessano a nessuno, per il lavoro è nobile morire, per la società “democratica” è giusto così.
 
Incidenti in aumento del 17% sul 2014 secondo l‘Osservatorio sicurezza di Vega engineering. Il settore più colpito resta l’edilizia. 64 le vittime in Veneto, 13 in Friuli Venezia Giulia. Maglia nera a Lombardia e alla città di Roma
11 gennaio 2016
 
morti bianche
Più di mille morti in 11 mesi nel 2015 (1080 per la precisione); 800 le vittime che hanno perso la vita in occasione di lavoro da gennaio a novembre 2015 (+17 per cento rispetto al 2014) e 280 quelle decedute a causa di un infortunio in itinere (+19 per cento).
 
Un incremento significativo quello evidenziato dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering (sulla base di dati Inail) che pone l’Italia in cima alla graduatoria europea (fonte Eurostat) degli infortuni mortali nei luoghi di lavoro. “Una maglia nera tragica per un Paese che evidentemente non è abbastanza civile da intervenire con i giusti mezzi per invertire la tragica tendenza all’aumento delle morti sul lavoro – sottolinea Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre – Le istituzioni devono essere più visibili e presenti. Servono più controlli, pene certe e processi più veloci per gli evasori della sicurezza sul lavoro. Perché senza tali premesse nessuna inversione di rotta o di tendenza sarà possibile”.
 
E’ la Lombardia a far registrare il più elevato numero di vittime in occasione di lavoro (115); seguono: la Campania (78), la Toscana (74), il Lazio (71), il Veneto (64), l’Emilia Romagna (62), il Piemonte (60), la Sicilia (55), la Puglia (52). E poi ancora: le Marche (26), l’Abruzzo (25), l’Umbria (22), il Trentino Alto Adige (18), la Liguria (17), la Calabria (16), il Friuli Venezia Giulia (13), la Sardegna (12), il Molise e la Basilicata (10). Mentre l’indice di rischio più elevato rispetto alla popolazione lavorativa viene registrato in Molise (100,5 contro una media nazionale di 35,7). Seguono Umbria (61,4) e Basilicata (55,5).
 
Il settore più colpito dalle morti sul lavoro è quello delle Costruzioni con 117 vittime pari al 14,6 per cento del totale degli infortuni mortali sul lavoro. Seguito dalle Attività manifatturiere (98 decessi) e dal Trasporto e magazzinaggio (83).
Più della metà delle vittime rilevate in occasione di lavoro aveva un’età compresa tra i 45 e i 64 anni (485 morti).
Le donne che hanno perso la vita nei primi 11 mesi dell’anno in occasione
di lavoro sono state 42. Gli stranieri deceduti sul lavoro sono 125 pari al 15,6 per cento del totale.
 
La provincia in cui si conta il maggior numero di infortuni mortali è Roma (44) seguita da Milano (34), Napoli (30), Bari (22), Torino (21), Brescia (20), Perugia (17).
 
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Morti bianche: oltre mille incidenti in Italiaultima modifica: 2016-01-15T22:00:35+01:00da davi-luciano
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