Esposito, Lazzaro, Foietta e Ferrentino: tutta una grande famiglia?

post — 26 settembre 2015 at 01:22

12006375_10200799622629711_4679320561690353205_nL’affare Tav è un pò come una grande famiglia. L’abbiamo sempre sputo, non abbiamo mai avuto remore nel dirlo ed ora qualcun’altro in più di noi ne sarà convinto. Persino i Ros lo sono, e da un rapporto legato all’operazione contro la ndrangheta in Piemonte San Michele, escono alcune informative legate ad alcune intercettazioni che collegano un pò di quelli che sino sempre stracciati le vesti per il Tav e per la legalità (da applicare a piacimento contro i notav).

Ed ecco che in un sol rapporto escono i nomi di Stefano Esposito, Paolo Foietta (presidente dell’osservatorio Torino Lione), Antonio Ferrentino, il direttore generale di Ltf Marco Rettighieri, e il presidente del (defunto in malo modo) Consorzio Valsusa Luigi Massa. Tutti tirati in ballo, in modo o nell’altro Ferdinando Lazzaro, uno dei proprietari dell’Italcoge (poi Ital costruzioni), uno dei vanti della politica piemontese, perchè imprenditore residente in Valsusa, impegnato nelle opere preliminari del Tav, nonchè elevato martire a causa dei notav brutti,sporchi e cattivi.

Solo che poi si scopre che tra le tante cose, Lazzaro è anche indagato per questa operazione antimafia e ancora una volta i politici si tav si dimostrano poco lungimiranti. Poi adesso si scopre che Lazzaro ha chiesto aiuto un pò a tutti per sedersi alla grande mangiatoia del Tav, e tutti i nomi sopracitati sembrerebbe che una mano non gliel’hanno negata. Chi con una telefonata, chi con una mail, chi con chissa cosa.

Non abbiamo letto questa informativa, leggiamo dai giornali come tutti ma il buon Senatore/Assessore non avrà visto di buon grado il titolo de La Stampa:

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Il dato che esce in maniera chiara è come ancora una volta esista chiaramente un Sistema Tav, fatto di amicizie, legami e favori che fa di tutto per tenere in piedi il carrozzone impresentabile che è quest’opera. E’ persino imbarazzante commentare tale notizia, ma per una volta non siamo noi a doverlo fare, ma chi di solito spreca pagine e pagine per riportare le parole “ferme e decise” di “politici di famiglia”

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Tav, “aderenze politiche” di imprenditore coinvolto in processo per mafia. “Per lui interventi del senatore Esposito”

Nucleare: accettereste di abitare in una polveriera?

La guerra nucleare è costantemente vicina alla nostra vita tutti i giorni anche se nessuno lo racconta. Un convegno per i diritti all’esistenza dell’umanità

di Davide Amerio.

È iniziato questa mattina a  il seminario di “Riflessione e di proposta per la denuclearizzazione” che vede impegnati esperti italiani e francesi in un confronto per ottenere il bando delle armi nucleari. Il 26 settembre (domani) è la giornata ONU per il disarmo .

La stragrande maggioranza delle popolazioni del mondo non se rende conto ma viviamo costantemente su una immensa Santa Barbara che può esplodere in qualsiasi momento sterminando l’. Con il venir meno delle tensioni internazionali causate dalla guerra fredda non è diminuito il rischio di una guerra nucleare. Negli arsenali di 9 stati si possono contare circa 16.000 bombe nucleari e ciascuna di esse ha una potenza pari a 30 volte quella di Hiroshima. Circa 2000 di queste bombe sono montate su missili in stato di allerta permanente, pronti a partire in 15 minuti.

Dal 1945, spiegano gli studiosi, in media ogni 6 anni il mondo è stato a un soffio dallo scoppio di una guerra nucleare. Per quanto tempo si può confidare di aver fortuna in uno stato di precaria sopravvivenza? L’equilibrio mondiale è basato sul terrore e sulla minaccia dell’uso di queste armi e nessuno può offrire garanzie che queste non vengano utilizzate anche a fronte di un banale errore umano.

Il lavoro del seminario si articola proprio per rispondere a questa condizione perenne di precarietà della sopravvivenza della specie umana; è ben comprensibile che una quantità di simili armamenti, se attivati anche per errore, scatenerebbe la fine del mondo. Se il lancio riguardasse anche solo un numero limitato di testate, i riflessi prodotti dalla devastazione ambientale in una zona, a causa della potenza messa in campo, avrebbero conseguenze disastrose su tutto il pianeta. Pensiamo ai casi “circoscritti” degli incidenti nelle centrali nucleari per produrre energia civile.

Occorre agire, politicamente, per creare le condizioni di condanna del principio della “deterrenza” a mezzo di armi nucleari, spiega  (anti-giornalista – come ama definirsi – studioso e obiettore alle spese militari e nucleari). Ciò che deve essere sancito è il diritto dell’umanità alla sua sopravvivenza che è costantemente minacciato dalla deterrenza nucleare. A margine del Conferenza della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (Cop 21) che si terrà a Parigi il novembre prossimo, l’idea degli studiosi è di lanciare una dichiarazione-appello ai  per costituire una “carta dei diritti dell’umanità“.  Gli stati moderni, per loro storia e costituzione, godono dei principi di sovranità in quanto essi devono impegnarsi nella protezione, in primo luogo, dell’umanità e dei diritti della persona. Se l’umanità nel suo complesso è costantemente minacciata dalla presenza di arsenali militari, quale senso ha la sovranità degli stati?

La questione presenta risvolti complessi alla luce del , spiega l’avv. Fabio Strazzeri; l’azione degli accordi internazionali e dei trattati si è concentrata sulle limitazioni alla violenza durante i conflitti. Ma l’uso della “violenza nucleare” pone un diverso problema nel momento in cui determina le sorti dell’intera umanità a prescindere dalle motivazioni – e dalle ragioni di parte, – che possono aver scatenato il conflitto.

Le organizzazioni come l’Onu, pur possedendo uno statuto di tipo pacifista che ammette il ricorso alla guerra solo nel caso di legittima difesa, non sono più sufficienti ad affrontare una materia così delicata e complessa. Il concetto stesso di “legittima difesa” che, nel diritto, viene ammesso in proporzione all’offesa ricevuta (per esempio: se qualcuno mi ruba una mela non gli posso sparare), viene nel caso del nucleare a cadere in contraddizione. Comunque sia una “difesa” con l’utilizzo di armi nucleari è sempre sproporzionata rispetto all’offesa ricevuta in quanto foriera di  del nemico o causa di una risposta altrettanto violenta che conduce allo  dell’intera umanità.

Una soluzione può essere trovata promuovendo meccanismi internazionali che vertano a creare una “consuetudine” all’interno del diritto internazionale valevole per tutte le nazioni. Gli accordi rettificati per la “non proliferazione” delle armi nucleari sono insufficienti per risolvere la questione dello pericolo di sterminio. A tal proposito Navarra ricorda che Stati Uniti e Italia sono inadempienti: i primi per aver comunque apportato migliorie tecnologiche alle testate nel nostro paese (le nuove testate saranno classificate come B61-12 anziché B61) e il nostro paese vìola i trattati fornendo supporto logistico. A tal riguardo è nota, agli esperti, la motivazione reale dell’acquisto dei nuovi caccia F35 americani: sono preposti al trasporto delle nuove testate B61-12.

Vi invitiamo a partecipare al convegno in corso. troverete interessanti argomentazioni e avrete la possibilità di discutere con tecnici ed esperti. Riportiamo il programma del Convegno (già presente nella nostra sezione Eventi):

Venerdi 25 settembre 2015

  • Ore 9.00 – 9.30 – Saluti di benvenuto e introduzione al Seminario da parte di Alfonso Navarra, coordinatore dei lavori seminariali. Lettura delle due petizioni. Lettura di messaggi e contributi “esterni”. “Il diritto alla sopravvivenza dell’umanità nuovo diritto umano”.
  • Ore 9.30 – 9.50 – Relazione di Fabio Strazzeri. Il diritto nell’era nucleare.
  • Ore 9-50- 10.30 – discussione sulle relazioni di Navarra e Strazzeri
  • Ore 10.30 – 11.00 – Relazione di Jean Marie Collin. Stato attuale delle trattative per il  e prospettive per l’Assemblea dell’ONU di settembre-ottobre 2015: l’impegno della Rete internazionale dei parlamentari per il .
  • Ore 11-00 – 12.00 – discussione sulla relazione di Collin
  • Ore 12.00 – 12.30 – Relazione di Luigi Mosca. Rischi di uso di armi nucleari per errore. La “rimozione” del problema nucleare.
  • Ore 12.30 – 13.30 – discussione sulla relazione di Mosca
  • Ore 13-30 – 14.30 – pausa pranzo
  • Ore 14.30 – 14.45 – Relazione di PierCarlo Racca. L’istituzionalizzazione della difesa popolare nonviolenta.
  • Ore 14. 45– 15.00 – Relazione di Laura Tussi. Il dialogo per la pace.
  • Ore 15.00 – 15.30 – discussione
  • Ore 15.30 – 16.00 – Relazione di Roberto Cotti. Come Parlamento e governo italiano affrontano le problematiche della denuclearizzazione.
  • Ore 16.00 – 17.00 – Discussione
  • Ore 17.00 – 17.30 – Relazioni di Giuseppe Farinella (Energia Felice) e Renato Zanoli (MAN).
    I rapporti tra nucleare civile e militare. La geopolitica dell’energia.
  • Ore 17.30 – 18.30 – Discussione
  • Ore 18.30 – 19.00 – Giro di interventi conclusivo dei relatori (Cinque minuti a testa).

Sabato 26 settembre 2015

  • Ore 9.00 – 9.30 – Relazione di Alfonso Navarra e Giuseppe Farinella (Energia Felice) . L’attuazione del referendum antinucleare ed il deposito unico nucleare.
  • Ore 9.30 – 10.00 – Poiezione documentario su Saluggia.
  • Ore 10.00 – 11.00 – discussione su relazione Navarra e documentario.
  • Ore 11.00 – 11.30 – L’opposizione ai tasporti nucleari attraverso la Valle di . Interventi di: Amministrazione Comunale di , Alberto Perino, Luca Giunti e Massimo Alovisi, TG Valle Susa.
  • Ore 11.30 – 11.50 – Relazione di avvocato Daniela Bauduin. “Trasporto di materie radioattive tra esigenze di ordine pubblico e tutela della salute”.
  • Ore 11.50 – 13.00 – Discussione su 
  • Ore 13.00 – 13.30 Giro di interventi conclusivo dei relatori. Chiusura dell’iniziativa.

(D.A. 25.09.15)

REPARTI RUSSI PARTECIPANO ALLA BATTAGLIA DI ALEPPO AL FIANCO DELL’ESERCITO SIRIANO ED HEZBOLLAH

“Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità.
Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero”.
Proverbio Arabo 
25 SET 2015
AUTORE 

All’alba di ieri fonti israeliane affermano che reparti russi dei fanti di Marina, della 810 Brigata, hanno attaccato le postazioni dell’ISIS nella base aerea di Kweiris, ad Est di Aleppo, assieme all’Esercito siriano ed agli Hezbollah per liberare la base e ripulirla della presenza dei miliziani takfiri.

Nella base attaccata dalle forze congiunte russe/siriane, secondo le informazioni di intelligence, sono presenti miliziani ceceni sotto il comando di Abu Omar al-Shishani, uno dei capi ceceni, jihadisti di lingua russa e provenienti dalla Georgia, che sono ricercati dalle autorità russe per i crimini commessi sul suolo russo, sospettati di aver preso parte ad attentati terroristici avvenuti nel Caucaso. Questo spiega perchè i russi lo hanno scelto come primo obiettivo: per regolare i conti oltre alla necessità di rompere l’accerchiamento dei miliziani dell’ISIS su Aleppo, la seconda città della Siria.

Queste notizie hanno immediatamente allarmato le autorità israeliane che seguono con molta attenzione gli avvenimenti in Siria e non si aspettavano un coinvolgimento così diretto ed immediato dei reparti russi nella guerra sul territorio siriano. In particolare spavanta gli israeliani il fatto che i reparti russi affianchino non solo l’Esercito siriano ma anche Hezbollah, la formazione sciita libanese che Israele considera una organizzazione “terroristica” perchè difende il Libano dalle aggressioni di Israele e dell’ISIS .

Alle autorità di Israele invece sembra del tutto normale apppoggiare i gruppi terroristi come il Fronte Al Nusra che combattono in Siria per rovesciare il governo di Al-Assad, sembra normale rifornirli, proteggerli con la propria aviazione, assisterli e ricoverarli nei propri ospedali. Ci sono “terroristi buoni” e “terroristi cattivi”, secondo l’entità sionista. Anzi sembra che le autorità israeliane siano particolarmente preoccupate per le loro “creature” e temono che i russi possano ucciderle o catturarle e pubblicare tutte le prove della collusione di Israele con le organizzazioni terroriste che operano in Siria.

Per questo alcuni giornali israeliani come Debka File, normalmente ben informati, iniziano a lanciare “strilli” metaforici e denunciare che “Putin ha tradito gli accordi con Netanyahu”, ci aveva assicurato che le truppe russe non sarebbero intervenute nei combattimenti, questo cambia la natura dell’intervento russo ed altre lamentele simili.

I commentatori israeliani notano che l’affiancamento dei russi all’Esercito siriano non avveniva dal 1974, anno della Guerra del Kippur, quando Israele riuscì ad occupare le ature del Golan siriano (da cui non si è mai ritirato) e da dove partono alcuni gruppi di miliziani jihadisti che godono della protezione dell’Esercito israeliano e svolgono incursioni sul territorio siriano. Sono gruppi assistiti e protetti da Israele tanto che Tel Aviv invia gli elicotteri a recuperare i miliziani feriti e li ricovera presso i suoi ospedali, cosa ormai nota.

Il fatto grave per Israele è che i russi si trovino al fianco di Hezbollah, nemico giurato di Israele in quanto difende il Libano dalle incursioni israeliane. Israele teme che molte delle nuovi armi sofisticate consegnate dai russi alla Siria possano finire nella disponibilità di Hezbollah rafforzandone le sue capacità militari. Questo perchè Hezbollah da molto tempo affianca l’Esercito siriano nelle operazioni contro i gruppi terroristi, ben consapevole che, se cadesse la Siria di Al -Assad, i terroristi jihadisti dilagherebbero anche nel Libano e massacrerebbero la popolazione sciita, drusa e cristiana che vive nel paese dei cedri. Tanto che in Hezbollah si sono arruolati anche molti cristiani ed è stata formata la prima Brigata cristiana di Hezbollah.

Il conflitto in Siria con l’arrivo dei russi è ormai ad una svolta : il baluardo del governo di Al-Assad contro il terrorismo jihadista si è rafforzato e i piani di USA ed ISraele per rovesciare il regime e disarticolare il paese arabo sono stati bloccati da Putin. Israele deve adesso “ingoiare il rospo” e cambiare i suoi piani.

Fonti: Debkafile  Al Ahed News

Traduzione e commenti: Luciano Lago

Germania, spuntano i primi negazionisti: “Le Golf diesel non sono mai esistite”

 Lercio
di  il 25-09-2015
Immagine: Froofroo (Wikimedia) elaborata da Andrea Canavesi

Immagine: Froofroo (Wikimedia) elaborata da Andrea Canavesi
 

Wolfsburg – Lo scandalo emissioni Volkswagen, che in questi giorni sta scuotendo la Germania, rischia di provocare nella popolazione tedesca uno shock senza precedenti. La vergogna è pari solo a quella che ha colpito il popolo teutonico alla scoperta che, a dispetto del nome, i Tokio Hotel fossero tedeschi. Per le strade di Wolfsburg si respira imbarazzo, difficile ottenere dei commenti dai cittadini. Un uomo, non senza difficoltà, riesce a pronunciare qualche frase: “Ci sentiamo terribilmente in colpa. Siamo sempre stati attenti alla salute delle persone e poi arrivano questi stronzi e inquinano spudoratamente con le loro canzoni di merda. E adesso anche questa storia della Volkswagen! Chiediamo scusa a tutti”.

Come già successo per i campi di sterminio nazisti, anche sul fronte Volkswagen si registrano le prime posizioni negazioniste. Alcuni movimenti estremisti si spingono fino a negare l’esistenza stessa delle Golf diesel. Per conto di Lercio incontro Pierre Littbarski, leader del Movimento NazionalGolfista. Lo intervisto girando in auto per le strade di Wolfsburg.

Le Golf diesel non sono mai esistite – afferma sicuro Littbarski – quelle che stiamo vedendo circolare per strada sono innocue Golf elettriche o a energia solare. Le notizie che sentiamo nei tg sono opera della propaganda antigolfista. C’è chiaramente un disegno volto a screditare il popolo tedesco, così come accadde durante la seconda guerra mondiale, chiedete a Miss Italia”.

Littbarski mi spiega anche qual è la fonte delle sue teorie: “E’ uscito proprio la settimana scorsa un libro di David Irving, ‘La guerra di Hitler al gasolio’, in cui si evince chiaramente l’avversione della Germania verso qualsiasi tipo di emissione fin dai tempi del Terzo Reich. Ormai tutti sanno che le camere a gas nei campi di concentramento non sono mai esistite, su questo spero di non doverci tornare più. Quindi niente Zyklon B dalle fantomatiche docce dei lager e niente emissioni inquinanti dalle Volkswagen, se leggi il libro trovi tutte le prove che vuoi. E poi è sufficiente guardare le foto satellitari per verificare che in tutta la Germania non c’è neanche un distributore di gasolio. Perché queste cose voi giornalisti non le dite? La storia delle emissioni è una favola. Credo che dietro le Golf diesel ci siano gli ebrei [sogghigna ripensando all’immagine che ha appena evocato NdR]Insomma, non siamo noi a essere ‘negazionisti’, siete voi a essere ‘emissionisti’”.

Littbarski non si scompone neanche quando gli faccio notare che questa intervista la stiamo facendo nella mia Golf diesel del 2013. Gli mostro il libretto di circolazione. “So bboni tutti a mettece ‘na scritta”, mi risponde con un inspiegabile dialetto romano. E per rafforzare il concetto scende dall’auto, avvicina la faccia al tubo di scarico e respira a pieni polmoni.

Decido che è il momento di lasciarlo con le sue certezze. Ma prima di andar via, sapendo che scrivo per un giornale italiano, Littbarski vuole farmi un’ultima rivelazione: “Hai presente la semifinale dei Mondiali 2006, Germania-Italia 0-2, con gol di Grosso e Del Piero? Ecco, non si è mai giocata”.

Eddie Settembrini