L’Antitrust indaga su Mario Virano, lui: “Ho obbedito agli ordini ricevuti”

L’Antitrust indaga su Mario Virano, lui: “Ho obbedito agli ordini ricevuti”

Da ilfattoquotidiano.it

L’Antitrust ha avviato un procedimento per verificare se ci sia stato un conflitto di interessi nella nomina dell’architetto Mario Virano, ex presidente dell’Osservatorio sulla Tav e commissario del governo, a direttore generale di Telt, la società incaricata di costruire e gestire il tunnel della futura Torino-Lione ad alta velocità. Il garante della concorrenza e del mercato si è mosso dopo la segnalazione di Francesca Frediani, consigliere regionale M5S del Piemonte. Virano è stato nominato a capo di Telt lo scorso 23 febbraio, lo stesso giorno in cui ha abbandonato la carica di commissario del governo.

L’Antitrust valuterà se è stata violata la legge 215 del 2004 nominandolo prima che fossero passati 12 mesi dalle sue dimissioni da commissario straordinario di governo per la Tav e numero uno dell’Osservatorio sulla Torino-Lione. “Il titolare di cariche di governo – è ricordato nel provvedimento del Garante – non può ricoprire cariche o uffici o svolgere altre funzioni ovvero esercitare compiti di gestione in società aventi fine di lucro o in attività di rilievo imprenditoriale”.

Virano ha commentato dicendo: “Da buon soldato ho obbedito agli ordini ricevuti: fino al 23 febbraio il governo mi ha detto che dovevo fare il commissario e quel giorno che dovevo assumere l’incarico di direttore generale di Telt. Presumo che il governo abbia fatto ogni cosa nel rispetto delle normative vigenti. Ed ora i miei avvocati stanno preparando tutta la documentazione da consegnare all’Autorità Garante”.

Se la sua è cattiveria, io la prendo per mano

post — 7 settembre 2015 at 10:18

Unknown
da Il Manifesto di M. Zucchetti – C’è una ragazza stu­dente che sta a Torino. La chia­me­remo Fran­ce­sca, ma è un nome che potrebbe essere di fan­ta­sia. Fran­ces, diciamo.

Fran­ces è nei suoi vent’anni, nella prima parte, per­ciò è gio­vane; dopo il liceo ora stu­dia Socio­lo­gia. È bril­lante, così ci dicono i professori.

Fran­ces è una com­pa­gna. Ed è — come è natu­rale  ed ovvio che sia — una notav. Ma non è, per nulla,  ovvio, l’impegno che mette nell’avere coscienza di com’è quella certa società — ingiu­sta — dove vive.

Ingiu­sta. È una parola che pesa come un maci­gno, a vent’anni. Che può pie­gare le gambe. Ma in que­sto caso non schiac­cia, quel maci­gno: fa da con­trap­peso, come. Pen­siamo ad una leva, e da una parte c’è il maci­gno, men­tre dall’altra c’è lei che viene pro­iet­tata in alto. Come sull’altalena di un parco gio­chi, quello fre­quen­tato vicino a casa non tanto tempo fa, nel 2000, ad esem­pio. Appena ieri.

Ma nel 2015 non è più il parco gio­chi, è la vita. Dove abbiamo impa­rato che non si gioca più, che ci costrin­gono, loro che gio­cano sporco, a non poter gio­care più.

Fran­ces si trova su quella nuova alta­lena, e viene pro­iet­tata in alto. Vede il mondo — ingiu­sto —  sotto di lei, intorno a lei. Ma non den­tro, per for­tuna. E non ovun­que, intorno: ci sono i com­pa­gni, sparsi un po’ intorno.

Essere sbal­zata in alto la porta a scri­vere “Rifu­giati wel­come”, e la porta ad essere anti­fa­sci­sta, ed anti­raz­zi­sta. La porta a voler andare ad un pre­si­dio, a Torino, il 6 set­tem­bre, in soli­da­rietà con sei com­pa­gni arre­stati, sotto il car­cere tori­nese delle Val­lette. Soli­da­rietà con loro che ave­vano mani­fe­stato con­tro il raz­zi­smo di un poli­ti­cante che non vale la pena di nomi­nare qui.

Quel pre­si­dio c’è stato, que­sta sera 6 set­tem­bre, ma Fran­ces non c’era. O meglio: c’era, ma dall’altra parte, dato che la notte pre­ce­dente era stata arre­stata, insieme ad altri com­pa­gni, men­tre oltre le reti del for­tino dell’inutile tun­nel di prova del Tav di Chio­monte cer­cava di avvi­ci­narsi al cantiere.

Leg­giamo sui reso­conti di un paio di mezzi della poli­zia con la car­roz­ze­ria dan­neg­giata e vetri infranti. Leg­giamo di nes­sun ferito.

Leg­giamo poi il reso­conto scarno del Movi­mento. “Ieri sera un nutrito gruppo di no tav ha cer­cato di avvi­ci­narsi al can­tiere della Val Cla­rea. Durante l’iniziativa un reparto di poli­zia è riu­scito a divi­dere il gruppo in due tron­coni uno dei quali non è più riu­scito ad allon­ta­narsi. Gli arre­stati sono otto tra cui uno stu­dente delle scuole supe­riori di Torino che è stato por­tato al car­cere mino­rile di Torino. Altri 4 sono stu­denti uni­ver­si­tari tori­nesi, un altro un com­pa­gno del cen­tro sociale Aska­ta­suna e due No Tav bolo­gnesi. Que­sti arre­sti non ci inti­mi­di­scono e non fer­me­ranno la nostra lotta che è fatta di tanti momenti, tra cui le ini­zia­tive not­turne con­tro quel can­tiere che deva­sta e uccide il nostro ter­ri­to­rio e il futuro di tutti. Sta­sera con­fer­miamo il pre­si­dio sotto il car­cere delle Val­lette, appun­ta­mento alle 19 al capo­li­nea del tre.”

Riflet­tiamo, spo­glian­doci per un momento dalle nostre con­vin­zioni. Se qual­cosa porta 14 per­sone in car­cere in due giorni, per occa­sioni diverse, deve appunto esserci, que­sto qual­cosa. Stu­denti. Anche mino­renni. Non pare essere “il gesto cri­mi­nale di un folle”. Pare di più essere il carico che piega le gambe, l’ingiustizia. Pare essere quel maci­gno del quale par­la­vamo prima, che opprime molti, piega le gambe a certi, e prio­ietta molti altri verso l’alto. Fino a farli par­te­ci­pare ad un pre­si­dio sotto un car­cere. Poi cer­tuni ci fini­scono, in quello stesso car­cere, e il pre­si­dio cui vole­vano par­te­ci­pare lo fanno i com­pa­gni rima­sti liberi: si fa anche per loro.

Fran­ce­sca; auguro esca fuori — insieme a tutti i com­pa­gni — da quel car­cere, velo­ce­mente. E che possa con­ti­nuare con Socio­lo­gia. Per­ché c’è molta ingiu­sti­zia, da contrastare.

Se la sua è cat­ti­ve­ria, io la prendo per mano. Ce ne andremo lontano.

Spiegato il mistero dei droni sul cantiere Tav di Chiomonte

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VALSUSA NOTIZIE

Voci dalla Val SusaInserito il 8 settembre 2015

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di Leonardo Capella  martedì 8 settembre 2015

In tanti si sono chiesti a cosa servissero i droni che sorvolarono il cantiere proprio il giorno in cui i Pax Christi visitavano la Maddalena. Le ipotesi andavano dal controllo militare del territorio alle prove di sorveglianza. Nulla ti tutto questo, Telt ha svelato con un articolo sul proprio sito web a cosa servivano le riprese aeree. La moda dei droni sta investendo molti settori e tra questi non poteva restarne immune quello delle costruzioni. Dunque un nuovo modo di pubblicizzare il cantiere di Chiomonte della Torino-Lione, un filmato dove le riprese aeree si mescolano ad una grafica che ricorda molto un altra moda del momento, lo storytelling o sarebbe meglio usare più semplicemente il termine italiano narrativa.

Con il sottotitolo “Un cantiere molto particolare che ha fatto i conti anche con la violenza” evidentemente si vuole legare il video all’asserzione implicita “nonostante le violenze noi andiamo avanti”, dando al filmato un valore propagandistico.

Poco più di cinque minuti di video dove le riprese del drone, realizzate grazie alla Protezione Civile della Città Metropolitana di Torino, danno una visione insolita del cantiere. Il video è visibile dalla pagina di Telt o daYoutube.

CPI … L’INSUPPORTABLE ARROGANCE DE CE TRIBUNAL FANTOCHE INSTRUMENTALISE PAR LE BLOC AMERICANO-OCCIDENTAL !

Luc MICHEL pour PANAFRICOM / Avec AFP – EODE-TV/ 2015 09 08/

https://www.facebook.com/panafricom

https://vimeo.com/panafricomtv

PANAF - LM arrogante cpi (2015 09 08) FR

Voilà la CPI qui demande à l’Afrique du Sud « d’expliquer la non arrestation d’Omar el-Béchir » !

La soi-disant « Cour pénale internationale », ce tribunal fantoche avec ses magistrats iniques et sa procédure inquisitoriale (« Kangaroo Court » disent les anglo-saxons de ce genre de farce judiciaire), a demandé à l’Afrique du Sud « d’expliquer pourquoi elle n’avait pas fait arrêter Omar el-Béchir », poursuivi pour de soi-disant « génocide et crimes de guerre » (sic), à l’occasion du sommet de l’Union africaine, à la mi-juin.

L’Afrique du Sud doit remettre aux juges de la CPI, au plus tard le 5 octobre, « ses vues sur les événements entourant la présence d’Omar el-Béchir au sommet de l’Union africaine à Johannesburg les 13, 14 et 15 juin 2015 » , ont indiqué les pseudo juges dans un document, ce lundi 7 septembre, qui ajoute que le gouvernement de Jacob Zuma doit en particulier expliquer « sa défaillance à arrêter Omar el-Béchir et à le remettre à la Cour ».

POUR EN FINIR AVEC LE SUJET DE LA CPI :

* Voir sur EODE-TV /

LUC MICHEL: QUE PENSER DE LA CPI ? (SUR CITOYEN TV, 7 FEVRIER. 2015)

Sur http://www.lucmichel.net/2015/02/07/eode-tv-luc-michel-que-penser-de-la-cpi-sur-citoyen-tv-7-fevrier-2015/

* Lire Luc MICHEL / FOCUS / LA CPI : UNE MACHINE DE GUERRE OCCIDENTALE POUR LA RECOLONISATION DE L’AFRIQUE

sur http://www.lucmichel.net/2013/10/01/luc-michel-focus-la-cpi-une-machine-de-guerre-occidentale-pour-la-recolonisation-de-lafrique/

Il faut arrêter de parler de la CPI et appuyer le Président Mugabe. Les débats sont clos : l’Afrique et les Africains doivent quitter sans tarder cette imposture occidentale !

Luc MICHEL / PANAFRICOM

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https://www.facebook.com/panafricom

https://vimeo.com/panafricomtv

L’ Antitrust indaga sulla nomina di Virano

Brava Francesca!

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/09/07/tav-prima-controllore-poi-gestore-antitrust-indaga-sulla-nomina-di-virano/2016086/

Tav, prima controllore poi gestore. Antitrust indaga sulla nomina di Virano
L’ex commissario del governo per la Torino-Lione ad alta velocità si è dimesso il 23 febbraio. E lo stesso giorno è stato nominato direttore generale di Telt, la società incaricata di costruire e gestire il tunnel in cui dovrebbe passare la nuova ferrovia

L’Antitrust ha avviato un procedimento per verificare se ci sia stato un conflitto di interessi nella nomina dell’architetto Mario Virano, ex presidente dell’Osservatorio sulla Tav e commissario del governo, a direttore generale di Telt, la società incaricata di costruire e gestire il tunnel della futura Torino-Lione ad alta velocità. Il garante della concorrenza e del mercato si è mosso dopo la segnalazione di Francesca Frediani, consigliere regionale M5S del Piemonte. Virano è stato nominato a capo di Telt lo scorso 23 febbraio, lo stesso giorno in cui ha abbandonato la carica di commissario del governo.

L’Antitrust valuterà se è stata violata la legge 215 del 2004 nominandolo prima che fossero passati 12 mesi dalle sue dimissioni da commissario straordinario di governo per la Tav e numero uno dell’Osservatorio sulla Torino-Lione. “Il titolare di cariche di governo – è ricordato nel provvedimento del Garante – non può ricoprire cariche o uffici o svolgere altre funzioni ovvero esercitare compiti di gestione in società aventi fine di lucro o in attività di rilievo imprenditoriale”.

Virano ha commentato dicendo: “Da buon soldato ho obbedito agli ordini ricevuti: fino al 23 febbraio il governo mi ha detto che dovevo fare il commissario e quel giorno che dovevo assumere l’incarico di direttore generale di Telt. Presumo che il governo abbia fatto ogni cosa nel rispetto delle normative vigenti. Ed ora i miei avvocati stanno preparando tutta la documentazione da consegnare all’Autorità Garante”.

Bruxelles nel caos, esplode la rabbia degli agricoltori (Foto e Video)

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 Alfonso Bianchi
7 settembre 2015
Violenti scontri con le forze dell’ordine sotto i palazzi delle istituzioni Ue mentre era in corso il Consiglio Agricoltura straordinario. La Commissione annuncia un pacchetto da 500milioni in sostegno al settore
 
 
Una giornata di caos a Bruxelles con gli agricoltori arrivati da tutta Europa per manifestare sotto i palazzi delle istituzioni comunitarie dove ci sono stati anche violenti scontri con le forze dell’odine che sono state oggetto di lanci di oggetti, bombe carta e uova. Tre agenti sono rimasti feriti. Diverse balle di fieno sono state date alle fiamme creando scompiglio in place Schuman.
Nella capitale belga secondo i dati della questura sono arrivati circa 385 trattori e 5mila manifestanti nel giorno del Consiglio Ue straordinario dei ministri dell’Agricoltura per chiedere risposte urgenti alla crisi della zootecnia. Presente per l’Italia la Coldiretti e Agrinsieme, il coordinamento che riunisce Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari. “Con questa manifestazione vogliamo sostenere le istanze dei produttori italiani in Ue. La situazione della zootecnia sta diventando sempre più insostenibile e gli agricoltori, nonostante i loro sacrifici, non riescono a lasciarsi alle spalle gli effetti della crisi. Da un lato il comparto della carne, che deve fare i conti con la sempre più pressante volatilità dei costi delle materie prime, con la forte dipendenza dall’estero dei ristalli e con i prezzi fermi da troppo tempo a livelli non remunerativi; dall’altro lato il settore lattiero-caseario, con quotazioni all’origine in caduta libera negli ultimi mesi”, ha dichiarato Dino Scanavino, responsabile del coordinamento di Agrinsieme. “La zootecnia perde redditività ogni giorno di più e i prezzi pagati agli allevatori spesso insufficienti anche a coprire i costi produttivi mettono a rischio la sopravvivenza delle aziende”, ha continuato Scanavino che ha puntato il dito anche contro la Pac, la Politica agricola europea, che a suo avviso “ha mostrato negli anni tutti i suoi limiti di efficacia e la crisi russa ha acuito le difficoltà ed è ricaduta sulle spalle degli agricoltori’.
 
La Commissione dal canto suo oggi ha annunciato un pacchetto di misure da 500milioni di euro in sistegno al settore. “Una risposta forte e decisa che dimostra che la Commissione prende la sua responsabilità nei confronti degli agricoltori molto sul serio”, ha dichiarato il vicepresidente Jyrki Katainen.
 
Proteste anche al Brennero, dove stamattina si sono riuniti circa duemila agricoltori e allevatori della Coldiretti per manifestare contro “una Europa che chiude le frontiere ai profughi e le spalanca ai traffici di ogni tipo di schifezza alimentare”, si legge in un comunicato della stessa organizzazione. L’associazione di categoria chiede all’Ue di introdurre l’indicazione obbligatoria di provenienza per tutti i prodotti alimentari. In un dossier, presentato in occasione della manifestazione odierna, gli agricoltori denunciano che per effetto della crisi e della “assenza di regole sull’etichettatura e provenienza dei prodotti” sono 172 mila le aziende agricole che sono state costrette a chiudere dal 2007 a oggi. Il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, a Bruxelles per la manifestazione ha condannato le violenze e espresso solidarieta’ e vicinanza alle forze degli ordini per gli scontri “provocati da comportamenti irresponsabili che sono del tutto estranei alla cultura ed ai principi degli agricoltori italiani”

NAUFRAGE ET MORT DES REFUGIES SYRIENS : L’INDECENTE HYPOCRISIE DES POLITICIENS ET DE LA PROPAGANDE DES MEDIAS DE L’UNION ‘EUROPEENNE’

# LUCMICHEL. NET/ Luc MICHEL/ 2015 09 07/

avec Libération – LLB – PCN-SPO/

LM.NET - LM hypocrisie et propagande de l'Ue (2015 09 07) FR (1)

Dessin de Farsi (Iran)/

Comment Libération (Paris, ce dimanche 6 septembre 2015), le moniteur de la gauche bobo, fait la propagande de la classe politico-médiatique atlantiste sur la Question des réfugiés :

« plusieurs milliers de personnes se sont réunies ce samedi après-midi à Paris pour un rassemblement de soutien aux réfugiés (…) D’autres brandissaient la photo du petit Aylan, un Syrien de trois ans retrouvé mort sur une plage de Turquie, une image qui a fait la une de nombreux quotidiens à travers le monde, suscitant une grande émotion (…) Ce rassemblement est né d’une discussion sur Facebook, de gens qui se demandaient comment faire pour exprimer quelque chose spontanément (…) dire non aux politiques migratoires répressives qui conduisent à la mort de milliers de personnes et oui à l’accueil», a expliqué l’un des organisateurs, l’auteur et réalisateur Raphaël Glucksmann, fils du philosophe André Glucksmann. L’appel sur Facebook de ce collectif citoyen a été relayé par plusieurs associations, comme SOS Racisme ou la Ligue internationale contre le racisme et l’antisémitisme (Licra). Des représentants de partis de gauche, socialistes, communistes et écologistes, avaient annoncé leur intention de se joindre à la manifestation. »

Le tout sur fond du drapeau de la pseudo « opposition syrienne » mercenaire compradore, celui du colonialisme français des Années 20-45 (qui avait bombardé Damas) en Syrie mandataire, et d’affiches honteuses accusant Daech et … Assad …

* Ecouter mon interview par le journaliste iranien Ahmad Nokhostine sur la Radio iranienne francophone IRIB ce 5 septembre 2015 sur la QUESTION DES REFUGIES SYRIENS ET AFRICAINS EN MEDITERRANEE ET DANS LES BALKANS, les RESPONSABLES et le rôle de VERROU GEOPOLITIQUE DE DAMAS :

podcast audio sur http://francophone.sahartv.ir/radio/interview-i3175-luc_michel_g%C3%A9opoliticien

LM.NET - LM hypocrisie et propagande de l'Ue (2015 09 07) FR (2)

“APRES BACHAR, C’EST LE CHAOS QUI S’ANNONCE !”

(DIXIT LA LIBRE BELGQUE)

Au même moment, un autre média de l’OTAN, la Libre Belgique (Bruxelles) est en aveu et titre : « Les chrétiens de Syrie préfèrent Assad au chaos » !

Le quotidien bruxellois écrit aussi (tout en restant prisonnier des mots de la propagande américano-atlantiste) : « (…)”après Bachar, c’est le chaos qui s’annonce !” Installé dans son palais sur les hauteurs de Beyrouth, à Antelias, le patriarche (catholicos) des Arméniens Aram 1er résume bien l’impasse dans laquelle se trouvent les chrétiens d’Orient. De deux maux, ils préfèrent le régime syrien, laïc et brutal (sic), qui les a protégés, aux multiples groupes islamistes, en majorité sunnites, qui tentent de prendre le pouvoir à la minorité alaouite (resic) du président Bachar. Car les rebelles sont dominés par les coalitions islamistes; l’Armée syrienne libre (ASL), plus laïque (resic), soutenue par les Occidentaux, est fragile tandis que le groupe le plus radical, Daech, est le plus fanatique au combat et le mieux organisé dans les zones qu’il contrôle. »

LM.NET - LM hypocrisie et propagande de l'Ue (2015 09 07) FR (3)

Tout est dit, et Libération et sa propagande grossière est nu : Assad ou le Chaos !

Ce chaos installé, importé, par la politique de Washington et de leurs domestiques de la pseudo UE …

Luc MICHEL

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Selezione dal docufilm “Maledetta Primavera”

Questo è il link  per la selezione di 15′ del docufilm “Maledetta Primavera” , trasmessa da Pandora TV e che illustra la primavera araba in Egitto e lotta e martirio della Libia nel contesto delle guerre imperialiste.
Per ricevere il film completo per posta, scrivere a visionando@virgilio.it.

Non fuggivano dalla Siria in guerra, vivevano (bene) da 3 anni in Turchia

settembre 4, 2015

Dimenticate la storia della famiglia in fuga dalla guerra in Siria. Inseguita dalle orde di ISIS. E’ una menzogna. O una ‘mezza bufala’ come piace dire solitamente ai dis-informatori.

La famiglia del povero bambino affogato non stava fuggendo da Kobane, viveva in Turchia (in una casa, non in un campo profughi, come raccontato al Guardian dalla sorella del padre, Tima Kurdi, che ha affermato di pagare l’affitto) da tre anni. Dove il padre aveva un normale lavoro, che gli ha permesso di pagare una somma ingente di diverse migliaia di euro (i media parlano di 4.000 euro in contanti, un piccolo tesoro a quelle latitudini) ad altri siriani, perché lo facessero salire, con moglie e figli, su uno dei tanti gommoni che da Bodrum portano alle isole greche. Perché voleva andare in Canada.La famiglia Kurdi – etnia curda – era arrivata in Turchia da Kobane, dove si era in precedenza trasferita da Aleppo. Prima vivevano a Damasco. Ma da ormai tre anni viveva al sicuro, lontano dalla guerra, in Turchia. Che non sarà le Bahamas, ma non è un luogo dal quale scappano i ‘profughi’.

Questo particolare è raccontato al Guardian da Mustefa Ebdi, un giornalista di Kobane:

The Kurdi family had been forced to move several times during the Syrian conflict and left the country in 2012. He said the correct family name was Shenu, but that Kurdi had been used in Turkey because of their ethnic background.

Non siamo quindi davanti alla storia triste di profughi che sotto le bombe decidono di scappare, ma di un uomo in cerca di un lavoro meglio pagato e che per questo prende rischi. Il che è legittimo, ma anche illegale se lo fai in modo clandestino. E stupido, se nel farlo paghi migliaia di euro per far salire i tuoi bambini su un gommone: cosa che sarebbe stata invece comprensibile, se tu fossi fuggito da chi ti spara. Ma non è questo il caso.

Ma i media continueranno a parlare di ‘profughi’ in fuga dalla Siria. Profughi a scoppio ritardato di 3 anni.

Questo rende meno tragica la morte di un bambino? No. Ma evidenzia una diversa soluzione: bloccare il traffico a Bodrum.