Archivi giornalieri: 8 settembre 2015
L’Antitrust indaga su Mario Virano, lui: “Ho obbedito agli ordini ricevuti”

L’Antitrust ha avviato un procedimento per verificare se ci sia stato un conflitto di interessi nella nomina dell’architetto Mario Virano, ex presidente dell’Osservatorio sulla Tav e commissario del governo, a direttore generale di Telt, la società incaricata di costruire e gestire il tunnel della futura Torino-Lione ad alta velocità. Il garante della concorrenza e del mercato si è mosso dopo la segnalazione di Francesca Frediani, consigliere regionale M5S del Piemonte. Virano è stato nominato a capo di Telt lo scorso 23 febbraio, lo stesso giorno in cui ha abbandonato la carica di commissario del governo.
L’Antitrust valuterà se è stata violata la legge 215 del 2004 nominandolo prima che fossero passati 12 mesi dalle sue dimissioni da commissario straordinario di governo per la Tav e numero uno dell’Osservatorio sulla Torino-Lione. “Il titolare di cariche di governo – è ricordato nel provvedimento del Garante – non può ricoprire cariche o uffici o svolgere altre funzioni ovvero esercitare compiti di gestione in società aventi fine di lucro o in attività di rilievo imprenditoriale”.
Virano ha commentato dicendo: “Da buon soldato ho obbedito agli ordini ricevuti: fino al 23 febbraio il governo mi ha detto che dovevo fare il commissario e quel giorno che dovevo assumere l’incarico di direttore generale di Telt. Presumo che il governo abbia fatto ogni cosa nel rispetto delle normative vigenti. Ed ora i miei avvocati stanno preparando tutta la documentazione da consegnare all’Autorità Garante”.
Se la sua è cattiveria, io la prendo per mano
da Il Manifesto di M. Zucchetti – C’è una ragazza studente che sta a Torino. La chiameremo Francesca, ma è un nome che potrebbe essere di fantasia. Frances, diciamo.
Frances è nei suoi vent’anni, nella prima parte, perciò è giovane; dopo il liceo ora studia Sociologia. È brillante, così ci dicono i professori.
Frances è una compagna. Ed è — come è naturale ed ovvio che sia — una notav. Ma non è, per nulla, ovvio, l’impegno che mette nell’avere coscienza di com’è quella certa società — ingiusta — dove vive.
Ingiusta. È una parola che pesa come un macigno, a vent’anni. Che può piegare le gambe. Ma in questo caso non schiaccia, quel macigno: fa da contrappeso, come. Pensiamo ad una leva, e da una parte c’è il macigno, mentre dall’altra c’è lei che viene proiettata in alto. Come sull’altalena di un parco giochi, quello frequentato vicino a casa non tanto tempo fa, nel 2000, ad esempio. Appena ieri.
Ma nel 2015 non è più il parco giochi, è la vita. Dove abbiamo imparato che non si gioca più, che ci costringono, loro che giocano sporco, a non poter giocare più.
Frances si trova su quella nuova altalena, e viene proiettata in alto. Vede il mondo — ingiusto — sotto di lei, intorno a lei. Ma non dentro, per fortuna. E non ovunque, intorno: ci sono i compagni, sparsi un po’ intorno.
Essere sbalzata in alto la porta a scrivere “Rifugiati welcome”, e la porta ad essere antifascista, ed antirazzista. La porta a voler andare ad un presidio, a Torino, il 6 settembre, in solidarietà con sei compagni arrestati, sotto il carcere torinese delle Vallette. Solidarietà con loro che avevano manifestato contro il razzismo di un politicante che non vale la pena di nominare qui.
Quel presidio c’è stato, questa sera 6 settembre, ma Frances non c’era. O meglio: c’era, ma dall’altra parte, dato che la notte precedente era stata arrestata, insieme ad altri compagni, mentre oltre le reti del fortino dell’inutile tunnel di prova del Tav di Chiomonte cercava di avvicinarsi al cantiere.
Leggiamo sui resoconti di un paio di mezzi della polizia con la carrozzeria danneggiata e vetri infranti. Leggiamo di nessun ferito.
Leggiamo poi il resoconto scarno del Movimento. “Ieri sera un nutrito gruppo di no tav ha cercato di avvicinarsi al cantiere della Val Clarea. Durante l’iniziativa un reparto di polizia è riuscito a dividere il gruppo in due tronconi uno dei quali non è più riuscito ad allontanarsi. Gli arrestati sono otto tra cui uno studente delle scuole superiori di Torino che è stato portato al carcere minorile di Torino. Altri 4 sono studenti universitari torinesi, un altro un compagno del centro sociale Askatasuna e due No Tav bolognesi. Questi arresti non ci intimidiscono e non fermeranno la nostra lotta che è fatta di tanti momenti, tra cui le iniziative notturne contro quel cantiere che devasta e uccide il nostro territorio e il futuro di tutti. Stasera confermiamo il presidio sotto il carcere delle Vallette, appuntamento alle 19 al capolinea del tre.”
Riflettiamo, spogliandoci per un momento dalle nostre convinzioni. Se qualcosa porta 14 persone in carcere in due giorni, per occasioni diverse, deve appunto esserci, questo qualcosa. Studenti. Anche minorenni. Non pare essere “il gesto criminale di un folle”. Pare di più essere il carico che piega le gambe, l’ingiustizia. Pare essere quel macigno del quale parlavamo prima, che opprime molti, piega le gambe a certi, e prioietta molti altri verso l’alto. Fino a farli partecipare ad un presidio sotto un carcere. Poi certuni ci finiscono, in quello stesso carcere, e il presidio cui volevano partecipare lo fanno i compagni rimasti liberi: si fa anche per loro.
Francesca; auguro esca fuori — insieme a tutti i compagni — da quel carcere, velocemente. E che possa continuare con Sociologia. Perché c’è molta ingiustizia, da contrastare.
Se la sua è cattiveria, io la prendo per mano. Ce ne andremo lontano.
Spiegato il mistero dei droni sul cantiere Tav di Chiomonte
di Leonardo Capella | martedì 8 settembre 2015 |
In tanti si sono chiesti a cosa servissero i droni che sorvolarono il cantiere proprio il giorno in cui i Pax Christi visitavano la Maddalena. Le ipotesi andavano dal controllo militare del territorio alle prove di sorveglianza. Nulla ti tutto questo, Telt ha svelato con un articolo sul proprio sito web a cosa servivano le riprese aeree. La moda dei droni sta investendo molti settori e tra questi non poteva restarne immune quello delle costruzioni. Dunque un nuovo modo di pubblicizzare il cantiere di Chiomonte della Torino-Lione, un filmato dove le riprese aeree si mescolano ad una grafica che ricorda molto un altra moda del momento, lo storytelling o sarebbe meglio usare più semplicemente il termine italiano narrativa.
Con il sottotitolo “Un cantiere molto particolare che ha fatto i conti anche con la violenza” evidentemente si vuole legare il video all’asserzione implicita “nonostante le violenze noi andiamo avanti”, dando al filmato un valore propagandistico.
Poco più di cinque minuti di video dove le riprese del drone, realizzate grazie alla Protezione Civile della Città Metropolitana di Torino, danno una visione insolita del cantiere. Il video è visibile dalla pagina di Telt o daYoutube.
CPI … L’INSUPPORTABLE ARROGANCE DE CE TRIBUNAL FANTOCHE INSTRUMENTALISE PAR LE BLOC AMERICANO-OCCIDENTAL !
Luc MICHEL pour PANAFRICOM / Avec AFP – EODE-TV/ 2015 09 08/
https://www.facebook.com/panafricom
https://vimeo.com/panafricomtv
Voilà la CPI qui demande à l’Afrique du Sud « d’expliquer la non arrestation d’Omar el-Béchir » !
La soi-disant « Cour pénale internationale », ce tribunal fantoche avec ses magistrats iniques et sa procédure inquisitoriale (« Kangaroo Court » disent les anglo-saxons de ce genre de farce judiciaire), a demandé à l’Afrique du Sud « d’expliquer pourquoi elle n’avait pas fait arrêter Omar el-Béchir », poursuivi pour de soi-disant « génocide et crimes de guerre » (sic), à l’occasion du sommet de l’Union africaine, à la mi-juin.
L’Afrique du Sud doit remettre aux juges de la CPI, au plus tard le 5 octobre, « ses vues sur les événements entourant la présence d’Omar el-Béchir au sommet de l’Union africaine à Johannesburg les 13, 14 et 15 juin 2015 » , ont indiqué les pseudo juges dans un document, ce lundi 7 septembre, qui ajoute que le gouvernement de Jacob Zuma doit en particulier expliquer « sa défaillance à arrêter Omar el-Béchir et à le remettre à la Cour ».
POUR EN FINIR AVEC LE SUJET DE LA CPI :
* Voir sur EODE-TV /
LUC MICHEL: QUE PENSER DE LA CPI ? (SUR CITOYEN TV, 7 FEVRIER. 2015)
* Lire Luc MICHEL / FOCUS / LA CPI : UNE MACHINE DE GUERRE OCCIDENTALE POUR LA RECOLONISATION DE L’AFRIQUE
Il faut arrêter de parler de la CPI et appuyer le Président Mugabe. Les débats sont clos : l’Afrique et les Africains doivent quitter sans tarder cette imposture occidentale !
Luc MICHEL / PANAFRICOM
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L’ Antitrust indaga sulla nomina di Virano
Brava Francesca!
Tav, prima controllore poi gestore. Antitrust indaga sulla nomina di Virano
L’ex commissario del governo per la Torino-Lione ad alta velocità si è dimesso il 23 febbraio. E lo stesso giorno è stato nominato direttore generale di Telt, la società incaricata di costruire e gestire il tunnel in cui dovrebbe passare la nuova ferrovia
L’Antitrust ha avviato un procedimento per verificare se ci sia stato un conflitto di interessi nella nomina dell’architetto Mario Virano, ex presidente dell’Osservatorio sulla Tav e commissario del governo, a direttore generale di Telt, la società incaricata di costruire e gestire il tunnel della futura Torino-Lione ad alta velocità. Il garante della concorrenza e del mercato si è mosso dopo la segnalazione di Francesca Frediani, consigliere regionale M5S del Piemonte. Virano è stato nominato a capo di Telt lo scorso 23 febbraio, lo stesso giorno in cui ha abbandonato la carica di commissario del governo.
L’Antitrust valuterà se è stata violata la legge 215 del 2004 nominandolo prima che fossero passati 12 mesi dalle sue dimissioni da commissario straordinario di governo per la Tav e numero uno dell’Osservatorio sulla Torino-Lione. “Il titolare di cariche di governo – è ricordato nel provvedimento del Garante – non può ricoprire cariche o uffici o svolgere altre funzioni ovvero esercitare compiti di gestione in società aventi fine di lucro o in attività di rilievo imprenditoriale”.
Virano ha commentato dicendo: “Da buon soldato ho obbedito agli ordini ricevuti: fino al 23 febbraio il governo mi ha detto che dovevo fare il commissario e quel giorno che dovevo assumere l’incarico di direttore generale di Telt. Presumo che il governo abbia fatto ogni cosa nel rispetto delle normative vigenti. Ed ora i miei avvocati stanno preparando tutta la documentazione da consegnare all’Autorità Garante”.
Bruxelles nel caos, esplode la rabbia degli agricoltori (Foto e Video)
NAUFRAGE ET MORT DES REFUGIES SYRIENS : L’INDECENTE HYPOCRISIE DES POLITICIENS ET DE LA PROPAGANDE DES MEDIAS DE L’UNION ‘EUROPEENNE’
# LUCMICHEL. NET/ Luc MICHEL/ 2015 09 07/
avec Libération – LLB – PCN-SPO/
Dessin de Farsi (Iran)/
Comment Libération (Paris, ce dimanche 6 septembre 2015), le moniteur de la gauche bobo, fait la propagande de la classe politico-médiatique atlantiste sur la Question des réfugiés :
« plusieurs milliers de personnes se sont réunies ce samedi après-midi à Paris pour un rassemblement de soutien aux réfugiés (…) D’autres brandissaient la photo du petit Aylan, un Syrien de trois ans retrouvé mort sur une plage de Turquie, une image qui a fait la une de nombreux quotidiens à travers le monde, suscitant une grande émotion (…) Ce rassemblement est né d’une discussion sur Facebook, de gens qui se demandaient comment faire pour exprimer quelque chose spontanément (…) dire non aux politiques migratoires répressives qui conduisent à la mort de milliers de personnes et oui à l’accueil», a expliqué l’un des organisateurs, l’auteur et réalisateur Raphaël Glucksmann, fils du philosophe André Glucksmann. L’appel sur Facebook de ce collectif citoyen a été relayé par plusieurs associations, comme SOS Racisme ou la Ligue internationale contre le racisme et l’antisémitisme (Licra). Des représentants de partis de gauche, socialistes, communistes et écologistes, avaient annoncé leur intention de se joindre à la manifestation. »
Le tout sur fond du drapeau de la pseudo « opposition syrienne » mercenaire compradore, celui du colonialisme français des Années 20-45 (qui avait bombardé Damas) en Syrie mandataire, et d’affiches honteuses accusant Daech et … Assad …
* Ecouter mon interview par le journaliste iranien Ahmad Nokhostine sur la Radio iranienne francophone IRIB ce 5 septembre 2015 sur la QUESTION DES REFUGIES SYRIENS ET AFRICAINS EN MEDITERRANEE ET DANS LES BALKANS, les RESPONSABLES et le rôle de VERROU GEOPOLITIQUE DE DAMAS :
podcast audio sur http://francophone.sahartv.ir/radio/interview-i3175-luc_michel_g%C3%A9opoliticien
“APRES BACHAR, C’EST LE CHAOS QUI S’ANNONCE !”
(DIXIT LA LIBRE BELGQUE)
Au même moment, un autre média de l’OTAN, la Libre Belgique (Bruxelles) est en aveu et titre : « Les chrétiens de Syrie préfèrent Assad au chaos » !
Le quotidien bruxellois écrit aussi (tout en restant prisonnier des mots de la propagande américano-atlantiste) : « (…)”après Bachar, c’est le chaos qui s’annonce !” Installé dans son palais sur les hauteurs de Beyrouth, à Antelias, le patriarche (catholicos) des Arméniens Aram 1er résume bien l’impasse dans laquelle se trouvent les chrétiens d’Orient. De deux maux, ils préfèrent le régime syrien, laïc et brutal (sic), qui les a protégés, aux multiples groupes islamistes, en majorité sunnites, qui tentent de prendre le pouvoir à la minorité alaouite (resic) du président Bachar. Car les rebelles sont dominés par les coalitions islamistes; l’Armée syrienne libre (ASL), plus laïque (resic), soutenue par les Occidentaux, est fragile tandis que le groupe le plus radical, Daech, est le plus fanatique au combat et le mieux organisé dans les zones qu’il contrôle. »
Tout est dit, et Libération et sa propagande grossière est nu : Assad ou le Chaos !
Ce chaos installé, importé, par la politique de Washington et de leurs domestiques de la pseudo UE …
Luc MICHEL
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Luc MICHEL /
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Selezione dal docufilm “Maledetta Primavera”
Non fuggivano dalla Siria in guerra, vivevano (bene) da 3 anni in Turchia
settembre 4, 2015
Dimenticate la storia della famiglia in fuga dalla guerra in Siria. Inseguita dalle orde di ISIS. E’ una menzogna. O una ‘mezza bufala’ come piace dire solitamente ai dis-informatori.
La famiglia del povero bambino affogato non stava fuggendo da Kobane, viveva in Turchia (in una casa, non in un campo profughi, come raccontato al Guardian dalla sorella del padre, Tima Kurdi, che ha affermato di pagare l’affitto) da tre anni. Dove il padre aveva un normale lavoro, che gli ha permesso di pagare una somma ingente di diverse migliaia di euro (i media parlano di 4.000 euro in contanti, un piccolo tesoro a quelle latitudini) ad altri siriani, perché lo facessero salire, con moglie e figli, su uno dei tanti gommoni che da Bodrum portano alle isole greche. Perché voleva andare in Canada.La famiglia Kurdi – etnia curda – era arrivata in Turchia da Kobane, dove si era in precedenza trasferita da Aleppo. Prima vivevano a Damasco. Ma da ormai tre anni viveva al sicuro, lontano dalla guerra, in Turchia. Che non sarà le Bahamas, ma non è un luogo dal quale scappano i ‘profughi’.
Questo particolare è raccontato al Guardian da Mustefa Ebdi, un giornalista di Kobane:
The Kurdi family had been forced to move several times during the Syrian conflict and left the country in 2012. He said the correct family name was Shenu, but that Kurdi had been used in Turkey because of their ethnic background.
Non siamo quindi davanti alla storia triste di profughi che sotto le bombe decidono di scappare, ma di un uomo in cerca di un lavoro meglio pagato e che per questo prende rischi. Il che è legittimo, ma anche illegale se lo fai in modo clandestino. E stupido, se nel farlo paghi migliaia di euro per far salire i tuoi bambini su un gommone: cosa che sarebbe stata invece comprensibile, se tu fossi fuggito da chi ti spara. Ma non è questo il caso.
Ma i media continueranno a parlare di ‘profughi’ in fuga dalla Siria. Profughi a scoppio ritardato di 3 anni.
Questo rende meno tragica la morte di un bambino? No. Ma evidenzia una diversa soluzione: bloccare il traffico a Bodrum.