Zagrebelsky, ex Corte Costituzionale: “se oggi diciamo che lo Stato può fallire è perché la sovranità è venuta a mancare”

sovranità, parola d’ordine dei cattivi populisti, peccato sia scritta nella costituzione antifascista
 di Marco Mori
thzagre
Finalmente anche ex Giudici della Corte Costituzionale, anzi addirittura un ex Presidente della stessa, cominciano a dire le cose come stanno e senza inutili giri di parole. Non può che far piacere che Gustavo Zagrebelsky affermi con decisione concetti che sono nostri da molti anni.
 
Finalmente un Magistrato della Consulta ha il coraggio di dire che gli Stati sovrani non possono fallire e che oggi, se ciò accade, è perché lo Stato ha abdicato al suo ruolo cedendo la sua prerogativa fondamentale: la sovranità monetaria. Un’affermazione che andrebbe tenuta in debita considerazione dalle Procure della Repubblica che incredibilmente non vedono reati nello smantellamento dell’Italia come Stato sovrano ed indipendente.
 
Le parole di Zagrebelsky sono anche uno schiaffo al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che, benché giurista ed ex Corte Costituzionale, non usa il suo potere istituzionale per dire le medesime verità che ben difficilmente potrebbe omettere per mera ignoranza.
 
Ma trascriviamo le splendide parole di Zagrebelsky a cui va la stima di tutti coloro che credono ancora nella libertà e nel riscatto della democrazia costituzionale:
 
Si parla di fallimento dello Stato come di cosa ovvia.
 
Oggi, è “quasi” toccato ai Greci, domani chissà. È un concetto sconvolgente, che contraddice le categorie del diritto pubblico formatesi intorno all’idea dello Stato. Esso poteva contrarre debiti che doveva onorare. Ma poteva farlo secondo la sostenibilità dei suoi conti. Non era un contraente come tutti gli altri. Incorreva, sì, in crisi finanziarie che lo mettevano in difficoltà. Ma aveva, per definizione, il diritto all’ultima parola. Poteva, ad esempio, aumentare il prelievo fiscale, ridurre o “consolidare” il debito, oppure stampare carta moneta: la zecca era organo vitale dello Stato, tanto quanto l’esercito. Come tutte le costruzioni umane, anche questa poteva disintegrarsi e venire alla fine. Era il “dio in terra”, ma pur sempre un “dio mortale”, secondo l’espressione di Thomas Hobbes. Tuttavia, le ragioni della sua morte erano tutte di diritto pubblico: lotte intestine, o sconfitte in guerra. Non erano ragioni di diritto commerciale, cioè di diritto privato.
 
Se oggi diciamo che lo Stato può fallire, è perché il suo attributo fondamentale — la sovranità — è venuto a mancare. Di fronte a lui si erge un potere che non solo lo può condizionare, ma lo può spodestare. Lo Stato china la testa di fronte a una nuova sovranità, la sovranità dei creditori“.
 
Esattamente come è per le società commerciali. I creditori esigono il pagamento dei loro crediti e, se il debitore è insolvente, possono aggredire lui e quello che resta del suo patrimonio e spartirselo tra loro”.
 
La menomazione dell’indipendenza e della sovranità è reato… Chissà se dopo le parole di Zagrebelsky qualcuno alla Procura di Roma inizierà a pensarci…

Oligarca ucraino fugge in USA con parte dei soldi del FMI destinati all’Ucraina

ecco chi sono i martiri perseguitati dai cattivi dittatori e poveri angeli per i paladini dei diritti umani, alias servi del dip di stato Usa
domenica, 30, agosto, 2015
 
L’autore dell’articolo della rivista tedesca “Deutsche Wirtschafts Nachrichten” sostiene che Kiev e Washington chiudano gli occhi davanti a questo fatto per il contributo dell’oligarca nei finanziamenti dell’operazione militare ucraina nel Donbass.
 
Igor-Kolomoisky
L’ex governatore della regione di Dnepropetrovsk, l’oligarca Igor Kolomoisky, ha fraudolentemente portato nei paradisi fiscali una parte della tranche di aiuti finanziari del Fondo Monetario Internazionale versata all’Ucraina nell’aprile 2014, riferisce “Deutsche Wirtschafts Nachrichten”. La rivista tedesca ha condotto un’inchiesta ed ha scoperto che una parte significativa della tranche di aiuti dall’estero pari ad un importo di diverse centinaia di milioni di dollari, ovvero 1,8 miliardi $, è stata girata sui conti di “PrivatBank”, la banca di proprietà dell’oligarca ucraino.
 
“L’importo della prima tranche ammontava a 4,5 miliardi di dollari. Tuttavia 1,8 miliardi di dollari sono scomparsi. Tramite il gruppo “PrivatBank”, controllato dall’oligarca ucraino Igor Kolomoisky, gran parte della prima tranche del FMI è stata portata in nero all’estero. In cambio l’oligarca sosteneva di finanziare le truppe ucraine e di comprare per l’esercito la benzina. Secondo Kolomoisky, senza il suo sostegno finanziario l’Ucraina avrebbe subito una sconfitta schiacciante,” — scrive la rivista tedesca.
 
Tuttavia Kolomoisky ha inviato solo una parte del denaro alle forze militari di Kiev. Più di mezzo miliardo di dollari è finito nei conti personali. Il giornalista tedesco, basandosi sulla task force anticorruzione ucraina, descrive lo schema fraudolento attraverso cui l’oligarca si è appropriato dei soldi del FMI.
 
“Nell’estate dello scorso anno la “PrivatBank” di Kolomoisky ha erogate a 42 imprese ucraine prestiti per quasi 2 miliardi di dollari. Dato che la maggior parte delle imprese appartenevano alle holding dell’oligarca, di fatto si era girato i fondi autofinanziandosi. Con questi soldi le aziende hanno ordinato merci dai 6 società straniere, 3 delle quali hanno la sede legale nel Regno Unito, 2 nelle Isole Vergini Britannniche e 1 nei Caraibi. In realtà le merci non sono mai state consegnate e i soldi sono rimasti nei conti della filiale di “PrivatBank” a Cipro. La grivnia ha cominciato a precipitare ed hanno cercato di sostenerla fittiziamente,” — si afferma nei risultati dell’inchiesta.
 
Matthew Rojansky, direttore dell’Istituto Kennan presso il Centro Internazionale “Woodrow Wilson” è sicuro che tutto questo sia parte di un accordo dell’oligarca con Washington e Kiev:
 
Kolomoisky ha ceduto il controllo delle imprese ucraine, le regioni di Odessa e Dnepropetrovsk, in cambio è stato cancellato della “blacklist” degli Stati Uniti.
 
Al momento Igor Kolomoisky si trova negli Stati Uniti e le autorità ucraine non possono toccarlo. Sotto la pressione dell’opinione pubblica è stata avviata un’inchiesta contro ” PrivatBank”, — scrive il giornalista tedesco.
 

CETTE VERITE QUI FAIT MAL AU CAMEROUN : OUI BOLLORE VA DIRIGER LE PORT DE KRIBI !

Luc MICHEL pour PANAFRICOM/

Avec Le Monde Afrique – Jeune-Afrique / 2015 08 30/

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 PANAF - LM bollore emporte kribi (2015 08 30) FR

Une vaste campagnede propagande menée par des forces endogènes, une presse compradore notamment, mais aussi des agents d’influence de la Francàfrique se présentant comme “patriotes camerounais” (sic), tente de persuader les Camerounais que Bolloré n’aurait qu’un “rôle minoritaire dans le port de Kribi” et qu’il aurait été « neutralisé » par le consortium qui a obtenu le fabuleux contrat pour ce port à container qui va lier le Cameroun pendant vingt ans au minimum (sic) …

Mais voici JEUNE-AFRIQUE, le bras médiatique de Paris en Afrique, qui lève le masque … et dévoile aussi les médiamensonges des esclaves de rédaction camerounais. OUI Bolloré, qui « emmène le consortium », va diriger Kribi et y imposer ses projets « pendant vingt ans » !

Le rouleau compresseur du Groupe Bolloré vient une fois de plus de l’emporter ! Bolloré, comme le rappelle JA, s’est “Installé au Cameroun depuis 1947, Bolloré Africa Logistics, qui est l’opérateur du terminal à conteneurs du port de Douala et de la compagnie ferroviaire Camrail, compte 5 000 collaborateurs dans le pays. Présent dans 46 pays africains, le groupe détient une trentaine de concessions portuaires, ferroviaires et fluviales sur le continent. L’opérateur français, qui compte 25 000 employés en Afrique, y réalise un chiffre d’affaires de 2,5 milliards d’euros.”

Pour ceux qui douteraient encore, LE MONDE AFRIQUE confirme que “L’été semble fertile pour le groupe Bolloré, qui vient de signer une nouvelle concession en Afrique. Un consortium emmené par le groupe de l’industriel breton a finalement remporté, jeudi 27 août, le contrat de développement et d’exploitation du terminal à conteneurs en eau profonde de Kribi, au Cameroun.” On y lira en conclusion que loin d’être “un partenaire minoritaire” (sic), Bolloré “emmène le consortium”.

Une dernière remarque : vous savez maintenant pourquoi les agents de la Françafrique (certains infiltrés parmi nos amis sur les réseaux et que nous dénonçons depuis plusieurs mois) et autres esclaves de rédaction se donnent tant de mal depuis plusieurs jours pour vous persuader du contraire. La Voix de leur maître, vous avez compris ?

Luc MICHEL / PANAFRICOM

# Lire :

* Cameroun : Bolloré dévoile ses ambitions pour Kribi

http://www.jeuneafrique.com/260366/economie/cameroun-bollore-devoile-ses-ambitions-pour-kribi/

* Le port camerounais de Kribi, nouveau gros contrat pour le groupe Bolloré

http://www.lemonde.fr/afrique/article/2015/08/28/le-port-camerounais-de-kribi-nouveau-gros-contrat-pour-le-groupe-bollore_4739336_3212.html#e2GFfuDgEr0yzWF6.99

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Il dentista che cura gratis i bambini: arrivano richieste dai genitori di tutta Italia

è di un anno fa, ma la situazione certo non sarà migliorata con il gov dei difensori dei deboli
domenica, agosto 31st, 2014
 
Lavora con la moglie: «C’erano madri che chiedevano di pagare un’otturazione a rate di 5 euro». Ingresso libero una volta alla settimana: troppi stanno male e non hanno soldi. E’ boom di richieste per il dotto Valenti e le sue cure gratuite. E arrivano aiuti dalle aziende
 
TUTTO è nato a Grosseto, una sera di luglio. Una storia che ha fatto il giro d’Italia e che ha portato sotto i riflettori il dottor Giovanni Valenti e la compagna Letizia, assistente alla poltrona. «Sono soddisfatto del mio lavoro e della carriera e ho deciso — dati i troppi casi che vedo — di dedicare un giorno di cure gratis ai bimbi fino a 14 anni». Carie, estrazioni, otturazioni, devitalizzazioni. Ordinaria amministrazione che per molte famiglie non è più un costo sostenibile. Ogni giovedì, il dottore gestisce molti appuntamenti. E sempre di più anche gli anziani che chiedono aiuto, le pensioni non bastano.
 
L’idea, insieme alla moglie Letizia, livornese purosangue e un’innata pulsione ad aiutare il prossimo, il dottor Valenti, 61 anni, l’ha avuta sette giorni fa. «Con Letizia abbiamo deciso che non era più possibile vedere tanta sofferenza nel nostro lavoro – racconta il medico – incontrare bambini con la bocca devastata, sentirci chiedere da mamme disperate se potevano pagare un’otturazione cinque euro al mese. Così ci siamo inventati questa forma di volontariato: lavorare gratis per un giorno alla settimana e farci carico delle spese per i bambini delle famiglie che non ce la fanno. Un piccolo aiuto che spero possa essere seguito dai colleghi e che può dare una mano anche all’affollato sistema sanitario nazionale».
 
PARTIRANNO da Reggio Calabria. Ma anche dalla Puglia e da Bologna. Perché la voce si è sparsa rapidamente in tutta Italia, complice anche un’attenzione mediatica che ha ripreso la notizia de La Nazione. Meglio così. In un Paese ormai fin troppo abituato alle cattive novità, ci si sorprende ancora capaci di apprezzare le buone notizie. Forse perchè ormai sono rare. Così il dottor Giovanni Valenti, dentista grossetano che si era offerto di curare gratuitamente i bambini fino ai 14 anni per venire incontro alle difficoltà di tantissime famiglie, è diventato ormai il «dottore buono» e la compagna Letizia, che lavora con lui, fa i conti ogni giorno con decine di richieste da ogni parte del Paese e con parole che arrivano come pugni nello stomaco. «Che ci fossero tante famiglie bisognose lo avevamo capito, tanto da voler portare avanti questa iniziativa — dice il medico — ma trovarsi di fronte a tanta disperazione e a tanta attenzione questo no, non ce lo aspettavamo. Resta il fatto che porteremo avanti il nostro impegno — garantisce Valenti — cercando di rispondere alle esigenze di quanti ci chiedono aiuto ma credo di dover valutare di aumentare le ore dedicate ai bambini. Altrimenti non ce la faccio a seguire tutto, sono da solo e devo anche portare avanti durante la settimana gli altri pazienti, d’altronde devo svolgere il mio lavoro e guadagnare. Quindi, è probabile che riservi qualche ora in più, magari il sabato, alle cure gratuite».
 
Non sono mancati gli attacchi, da parte di colleghi e non solo. C’è chi lo ha definito «il finto buon samaritano» ma di fatto nessuno, a parte lui, si è rimboccato le maniche per aiutare gli altri. E di regola, si sa, le chiacchiere le porta via il vento. Contano i fatti. Contano quelle decine di bambini che arrivano con genitori — extracomunitari ma tantissimi italiani — che hanno storie disperate e che almeno così possono curare una carie ai propri figli. Contano le preghiere delle madri e dei padri e quei piccoli sorrisi che almeno cresceranno senza problemi ai denti. Contano le aziende che si sono mosse per contribuire all’iniziativa: la Gerhò di Bolzano invierà al dottor Valenti kit usa e getta mentre Lineaflesh farà arrivare guanti e mascherine da Vicenza. E professionisti da tutta Italia si stanno mettendo in contatto con il medico per poter contribuire, ognuno per le proprie competenze. Intanto si prospetta un caso difficile per Valenti, per una dodicenne che altrimenti sarebde dovuta arrivare al Meyer di Firenze ma, al solito, il padre non può permettersi una permanenza in attesa delle dimissioni della bimba dall’ospedale. Valenti, tra i pochi in Italia a poter eseguire un intervento simile, di sicuro se ne occuperà personalmente. In attesa che altri prendano il buon esempio.

Cattocomunismo in crisi: il Pd perde milioni di elettori e il papa milioni di fedeli

venerdì, 28, agosto, 2015
 
 
Cattomunismo in crisi nera. Così dice Massimo D’alema: il Pd è il primo partito progressista, è ancora il primo partito, ma dal 41% (di quei quattro gatti che sono andati a votare) i sondaggi ci danno al 30%, quindi è successo qualcosa. Abbiamo perso per strada due milioni di elettori.
Non vanno meglio le cose per la Chiesa. Un’emorragia lenta e costante, che in poco più di due anni ha assunto proporzioni preoccupanti. Il numero delle persone che il mercoledì si reca a piazza San Pietro per assistere all’udienza del Papa ha iniziato a calare con l’avvento di Francesco al soglio di Pietro, ed il trend non accenna a cambiare verso.
 
Da che è diventato Pontefice, Bergoglio ha perso suppergiù due fedeli su tre. I numeri non potrebbero essere più ufficiali: a diffondere il conto delle presenza è stata infatti la Prefettura della casa pontificia, ossia l’organismo vaticano che ha tra i propri compiti quello di provvedere all’organizzazione delle udienze.
 
Invece di spendere tempo e soldi pubblici per sparlare contro presunti xenofili al fine di giustificare il business sui clandestini che profughi non sono, (vedi mafia capitale) non sarebbe ora che ora che ognuno tornasse nei suoi ranghi? Non sarebbe ora che Bergoglio e la chiesa tutta smettessero di occuparsi di politica e cominciassero a preoccuparsi dei poveri cristiani nei quali ancora è rimasto un lume di fede?
 
Non sarebbe meglio che i politici smettessero di occuparsi SOLO degli stranieri e cominciassero a occuparsi ANCHE di quei disgraziati inconsapevoli che hanno avuto la dabbenaggine di eleggerli e che pagano i loro lauti e immeritati stipendi?
 
Armando Manocchia @mail

Krugman conferma che Auriti aveva ragione

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KRUGMAN: PICCOLI PASSI VERSO AURITI SULLA MONETA
 
Di Daniele Pace
 
In un articolo del 2012, del quale siamo venuti a conoscenza solooggi grazie ai tanti estimatori di Auriti sparsi in rete, l’economista premio Nobel Paul Krugman, rispondeva alla domanda su cosa è il denaro posta da Noah Smith, assistente professore di finanza alla Stony Brook University, afferma che la moneta oggi è una convenzione sociale, avvicinandosi nel suo pensiero ad Auriti.
Come riportato da Il Sole 24 ore, la domanda di Smith era “La moneta non vale niente di più della carta su cui è stampata?” a cui Paul Krugman ha risposto chiaramente “No, è una convenzione sociale”.
Paul Krugman non arriva certamente alle definizioni di Auriti ma il suo approccio sembra essere molto positivo in quanto centra finalmente il cuore del problema, ovvero il processo di creazione del valore, pur non nominandolo e non riuscendone a coglierne gli aspetti più intimi.
Ma possiamo comunque dire che Krugman è riuscito in una riflessione che mai ci si aspetterebbe da un economista, all’inizio di un percorso, che speriamo voglia proseguire, e che porta inevitabilmente, una volta terminato, alla Proprietà Popolare della Moneta e al suo Valore Indotto.
 
Certamente questo non fa di Krugman né un Auritiano, né tanto meno un economista affidabile da porre a nuovo idolo dei popoli, ma avere il conforto di alcune riflessioni da parte di un premio Nobel potrà senz’altro portare il dibattito di tanti cittadini che oggi cercano di comprendere il problema monetario, verso punti di vista non esclusivamente economici che possano finalmente aprire uno spiraglio su un approccio superiore; quell’approccio giuridico che riporterebbe la società al di sopra dell’economia come logico che sia, essendo questa un fenomeno sociale e quindi senza comportamenti autonomi ma da regolare con le leggi.
Rimettere la società, con tutte le sue dottrine, al suo posto naturale, sopra l’economia, è il primo passo da compiere se si vuole comprendere il problema.
 
La nostra epoca ha invece posto l’economia sopra alla società, quasi in posizione divina, distorcendo in questo modo ogni tentativo evolutivo della razza umana, non più homo sapiens ma homo oeconomicus. Stravolgendo l’etica stessa della società.
Questo l’articolo di Krugman potrebbe essere illuminante per chi non ha mai letto Auriti e sarebbe l’occasione per approfondire cosa intendeva Krugman semplicemente leggendo i testi di Auriti. Mentre per i conoscitori del professore di Teramo è certamente un piccolissimo passo verso lo scoperta dei campi di giudizio dei valori da parte degli economisti.
Krugman infatti scrive che: “È vero che le banconote non possiedono nessun valore intrinseco […] se io sono disposto ad accettarle [NdA, le banconote] è solo perché sono convinto di poterle a mia volta dare a qualcun altro. Ma nulla impedisce che questo processo di circolazione della moneta vada avanti all’infinito”.
Krugman sta esattamente confermando il Valore Indotto del professor Auriti in cui il valore (potere d’acquisto) nasce all’accettazione perché se ne prevede l’uso (della moneta) in cambio di beni.
Continuando Krugman afferma che: “È una convenzione, che funziona fintanto che il futuro è come il passato” portando il discorso monetario in una relazione di fasi nel tempo , come diceva Auriti, da assimilare al diritto di proprietà in quanto interesse giuridicamente tutelato: “Ovviamente queste convenzioni possono venir meno, ma lo stesso può succedere con cose come i diritti di proprietà”, anche se questo passaggio di Krugman non è espresso in modo chiaro come in Auriti, in cui il diritto di proprietà della moneta appartiene al cittadino essendo essa bene economico giuridicamente tutelato in quanto è uno strumento della convenzione sociale regolamentato dal diritto.
 
Ma proseguendo se ne intuisce la piccola intuizione: “Anzi, si potrebbe sostenere che quasi tutti i beni in un’economia moderna devono il proprio valore alle convenzioni sociali: le banconote possono perdere il loro valore, ma lo stesso può succedere a ogni tipo di titolo e contratto cartaceo, che vale qualcosa, in definitiva, solo perché la legge dice che è così”, anche se la formazione economica di Krugman in questo passaggio ,riferito chiaramente alla moneta moderna e all’economia, porta ad un’inversione del ruolo della giurisprudenza che dovrebbe regolare i comportamenti sociali già esistenti e non determinarli, tanto più che egli stesso definisce la moneta come convenzione sociale.
 
Questa inversione infatti ha permesso alle élite dominanti di imporre la moneta privata delle banche invece di regolare un comportamento sociale, quello dell’uso dello strumento monetario, ma anche del baratto nei primi scambi commerciali, che aveva in passato determinato la neutralità del mezzo di scambio come nel caso della moneta di bronzo romana.
In particolare però dobbiamo precisare quello che Krugman non ha colto nel passaggio le banconote possono perdere il loro valore”, in quanto la “perdita di valore” della moneta è esclusivamente nel simbolo ma non nel valore dello strumento monetario. Una moneta per legge potrebbe certamente andare fuori corso e perdere di valore in quanto simbolo rappresentativo di una determinata valuta , come è accaduto in passato per tutte le monete, anche con le lire ; ma il valore monetario, come strumento della convenzione sociale, non perde mai di valore, non va fuori corso ma cambia solo simbolo rappresentativo. La moneta non solo non perderebbe mai di valore, come dire che se ne perderebbe l’idea stessa di convenzione sociale, ma proprio questa sua natura la rende non privatizzabile essendo una convenzione sociale , come ha riconosciuto Krugman. La follia moderna è stata quella di stabilire per legge che la moneta da usare non sia di proprietà del popolo, nè emessa dallo Stato
 
Anche sul ruolo delle tasse Krugman cade nell’interpretazione sbagliata. Ricordando che egli stesso definisce la moneta come convenzione sociale, possiamo richiamare quanto giustamente affermato da Davide Storelli nella 9a puntata della sua rubrica “Il valore del denaro”, ovvero che i cittadini non accettano moneta per pagare le tasse, ma per scambiare beni di cui hanno bisogno. ( anzi, farebbero a meno di pagare le tasse – NdR )
Le tasse inoltre avevano una giustificazione quando la moneta era di metallo prezioso, raro e da reperire in natura, da rifondere e ridistribuire, ma non oggi con la moneta Fiat / convenzione sociale, illimitata e a costo zero.
 
Nel proseguire il confronto tra moneta e un qualsiasi bene economico che crea una bolla speculativa (confronto utilizzato per trovare una spiegazione tra moneta e beni economici) Krugman fa un’affermazione molto importante: “Una volta che ci si rende conto che una convenzione sociale non è assolutamente la stessa cosa di una bolla, molte convinzioni errate analoghe vengono smontate.”
Ovvero una volta che ci si rende conto che la convenzione sociale della moneta non è una merce, crollano molti dei dogmi economici, ma soprattutto si spostano gli studi monetari dal campo economico alla dottrina sociale e giuridica.
 
Infine “Ultima considerazione: l’idea che il valore di una moneta debba basarsi su un “fondamentale”, anche se è un caposaldo delle teorie economiche di destra, ha forti somiglianze con la teoria del valore-lavoro di Marx. In entrambi i casi non si tiene conto del fatto che il valore è una qualità emergente, non un’essenza: la moneta possiede un valore di mercato basato sul ruolo che ha nella nostra economia. Punto e basta”.
 
In questa frase possiamo rintracciare un’altra affermazione molto importante, ovvero che la moneta non ha un valore intrinseco (essenza), ma un “valore emergente” nasce da un’esigenza sociale di scambi commerciali. Un “valore emergente” che altro non è che il valore indotto e il potere d’acquisto dell’alternanza di fasi di tempo, indicati come circolazione monetaria.
 
Anche se Krugman si ferma a questa definizione, con la separazione di Auriti tra simbolo e valore certamente questa frase è una traccia importante a conferma del lavoro del professore nel suo processo di creazione del valore come attività mentale spirituale.
In conclusione l’articolo di Krugman non ha certamente nessun aspetto innovativo se non quello di vedere un premio Nobel dell’economia ortodossa accennare ad un diverso approccio al problema, l’unico in grado di portare una soluzione definitiva alla sofferenza dei popoli.
Passare dalla moneta merce o la moneta-strumento finanziario alla moneta come convenzione sociale sembra già un passo da gigante per un economista ortodosso e potrebbe indicare la via a molti cittadini impegnati nella comprensione.
 

COMBATTRE LA CENSURE ET L’ETOUFFEMENT : SUIVRE AFRIQUE MEDIA TV SUR VOTRE MOBILE !

Comités AFRIQUE MEDIA/ 2015 08 30/

http://www.scoop.it/t/je-suis-afrique-media

JSAM - LM vaincre la censure (2015 08 30) FR (1)

La soi-disant « suspension » pour motifs « déontologiques » (sic) du CNC camerounais n’est qu’un prétexte. Le but réel est de faire taire AFRIQUE MEDIA et définitivement. A la « suspension » et à la mise sous scellés des installations de notre chaîne panafricaine à Yaoundé,  puis à Douala, qui a conduit la TV a quitter le Cameroun, s’ajoute depuis quelques jours une insidieuse opération, toujours menée par le CNC (en sachant que des forces puissantes se dissimulent derrière ses esclaves de rédaction) : le sabotage de AFRIQUE MEDIA sur certains satellites et son retrait du bouquet de nombreux télécableurs, à Douala notamment. Ceux-ci menacés par les émissaires du CNC notamment de représailles fiscales …

OPERATION « NOUS SOMMES AFRIQUE MEDIA, NOUS SOMMES UNE FORCE » CONTRE LA CENSURE DELA TV PANAFRICAINE …

De nombreux supporters de AFRIQUE MEDIA ont lancé une vaste opération contre les télé-cableurs pour faire revenir la TV panafricaine sur le bouquet. C’est notre Opération « Nous sommes AFRIQUE MEDIA, nous sommes une force » (1) …

Il s’agit soit de quitter le cable pour passer au satellite, soit de forcer les télécableurs à remettre notre TV sur leurs bouquets sous peine de rupture des contrats. C’est déjà une vague à Douala …

IL Y AUSSI LE STREAMING SUR LE NET

ET AFRIQUE MEDIA SUR MOBILES ET TABLETTES !

JSAM - LM vaincre la censure (2015 08 30) FR (2)

Une des façons de combattre la censure des télé-cableurs organisées par les forces endogènes compradores au service de la Françafrique c’est aussi suivre AFRIQUE MEDIA sur mobiles et tablettes (compatibles Android) !

Qui permet de suivre en direct en streaming 24H/24 notre TV panafricaniste sur votre mobile ou votre tablette. Mais aussi d’autres services comme les VIDEOS sur YOUTUBE …

* Application spéciale AFRIQUE MEDIA TV et divers services sur :

http://afmtv.mobapp.at/landing/Desktop#.VeJxpZUcRdh

* L’autre façon, hors Satellite (2) ou cable c’est le streaming en direct 24H/24 sur le NET :

http://lb.streamakaci.com/afm/

« Ils » ne nous feront pas taire !

LM / COMITES AFRIQUE MEDIA

(1) Cfr. http://sco.lt/84vxAX et http://sco.lt/5rz44X

(2) Cfr. COMITES AFRIQUE MEDIA/ COMMENT CONTINUER A RECEVOIR VOTRE TV PANAFRICAINE ?

sur http://www.lucmichel.net/2015/08/24/comites-afrique-media-comment-continuer-a-recevoir-votre-tv-panafricaine/

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* Pour un premier contact :

jesuisafriquemedia@gmail.com

* Le nouveau BLOG DES COMITES AFRIQUE MEDIA

‘JE SUIS AFRIQUE MEDIA’

http://www.scoop.it/t/je-suis-afrique-media

* CAMPAGNE ‘JE SUIS AFRIQUE MEDIA’. LE CLIP !

Rediffusez, partagez largement …

Video à télécharger sur PANAFRICOM-TV : https://vimeo.com/135906462

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