“Vogliamo sbarcare a Reggio, non a Cagliari”, nave di clandestini cambia rotta venerdì, 17, luglio, 2015

 Rivolta sulla nave fino a tarda notte. I migranti non volevano sbarcare in Sardegna e così la nave ha virato di bordo e si è diretta a Reggio Calabria.
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Secondo il sito de l’Unione Sarda, i 550 immigrati imbarcati a bordo della nave Bourbon Argos di Medici Senza Frontiere avrebbero inscenato una rivolta durata fino a tarda notte quando hanno scoperto di essere diretti alla volta di Cagliari. Dopo una prima sosta a Trapani, dove ieri sera sono sbarcati alcuni profughi, la nave si è diretta verso la Sardegna, ma ha dovuto invertire la rotta dopo le proteste dei passeggeri. Ora ha puntato la prua verso Reggio Calabria.
 
La Bourbon Argos aveva preso parte alle operazioni di soccorso al largo delle coste libiche, partecipando al salvataggio di 2700 clandestini. Di quelli presi in consegna dalla nave di Msf, la maggior parte sarebbe dovuta sbarcare in Sardegna, dove ci sarebbero ancora 700 posti disponibili. La protesta dei profughi, però, ha fatto saltare questo piano.
 
La domanda è una sola: perché i migranti preferiscono la Calabria alla Sardegna? Forse, viene il dubbio, perché sulla terraferma hanno maggiori possibilità di dileguarsi e raggiungere, in maniera anonima, le Regioni del Nord e le frontiere terrestri. il giornale

Ragazza stuprata sul treno da vu cumprà

scambio culturale. Si sono visti servizi su questo ennesimo stupro? No si deve pensare che queste cose sono dicerie. Le donne stuprate da soggetti diversi dai propri compagni non fanno notizia, sono diversamente vittime
18-07-2015
 
Un ventenne extracomunitario è stato arrestato dalla polizia di Pisa con l’accusa di violenza sessuale nei confronti di una giovane a bordo di un treno regionale tra Livorno e Pisa. Tutto è accaduto l’11 luglio: all’individuazione e al fermo del 20enne gli agenti sono arrivati anche grazie alle immagini registrate dalle telecamere installate sul convoglio che avrebbero ripreso l’aggressione.
La polfer era intervenuta quando il treno è arrivato a Pisa su segnalazione del capotreno a cui si era rivolta la vittima per denunciare la violenza subita poco prima. Come si spiega in una nota della polizia, grazie alle informazioni fornite dalla ragazza, all’intervento immediato della polfer, al riprese video e agli elementi raccolti dagli investigatori della squadra mobile, si è arrivati all’arresto del ventenne, che non risulta avere precedenti di polizia e ha una
carta di soggiorno.
Nel pomeriggio di sabato 11 luglio la studentessa è salita a Livorno sul treno regionale diretto a Pisa, trovandosi da sola nel vagone. Poco dopo è salito un uomo che le si è seduto accanto, approcciandola in maniera pressante. La ragazza si è alzata per allontanarsi, ma l’uomo l’ha raggiunta, afferrata, gettata a terra e stuprata.
Quando il treno è arrivato in stazione a Pisa, la ventenne si è rivolta al capotreno per denunciare la violenza. È quindi scattato l’allarme. Gli agenti della polfer hanno percorso tutte le carrozze, fino ad individuare il ventenne, che si era nascosto in una delle toilette del treno.
La violenza sul regionale Livorno-Pisa, dove una ventenne è stata violentata. Arrestato un extracomunitario senza precedenti e in possesso di carta di soggiorno.
http://www.alessandrianews.it/web-tv/index.php?id=31791
Come possa, un abusivo, avere la carta di soggiorno, è cosa che andrebbe chiesta a quel farabutto al governo.

La Monsanto porta in Sicilia i suoi pomodori ogm, spacciandoli con il “porta a porta”

pomodori
luglio 13 2015
In Sicilia parte oggi il “Road Show Pomodoro” di Monsanto, al fine di spacciare i propri orrori OGM. Consiste in una dimostrazione porta a porta dei pomodori.
 
– di Lorenzo Piccolo –
Innanzitutto sapete perché esiste un pomodoro che chiamiamo “Pachino”? Perchè prende il nome dalla sua città di origine.
 
Il pomodoro di Pachino è un IGP, indicazione geografica protetta, il cui disciplinare indica come zona di coltivazione il territorio comunale di Pachino e Portopalo di Capo Passero, oltre a parte dei territori comunali di Noto (SR) ed Ispica (RG): esattamente in questa zona parte oggi e continuerà per i prossimi dieci giorni  il “Road Show Pomodoro” di Monsanto, al fine di spacciare anche in questa zona i propri orrori OGM. Il nostro appello agli agricoltori e ai siciliani tutti è semplice e diretto: disertate l’evento come la peste.
In particolare questo tour, una sorta di cavallo di Troia ambulante per irretire gente inconsapevole nelle proprie trappole commerciali, toccherà le principali aree siciliane di coltivazione del pomodoro da mensa: Acate, Spinasanta, Vittoria, Licata, Scoglitti, Santa Croce Camerina, Ispica, Donnalucata e Pachino per l’appunto.
Il tour consiste in una dimostrazione porta a porta dei loro “prodotti” Seminis® e De Ruiter™, con tanto di “serra mobile” per dimostrazioni sul campo: in sostanza siamo a livello dei venditori di bevande miracolose che, come in alcuni western, andavano in giro con il loro carrettino a piazzare la mercanzia.
Sul loro sito, a promozione dell’iniziativa, si legge che “Monsanto invita tutti in occasione del tour per condividere le novità e per un confronto costruttivo finalizzato a rendere il business locale sempre più competitivo“: balle, boicottateli. L’unico business è il loro, ed è globalizzato, per voi è previsto solo che finirete sul lastrico per farli arricchire.
I loro pomodori come tutte le loro sementi sono sterili: se le comprate, non sarete più proprietari di niente, e dipenderete da loro per tutte le future coltivazioni. Quello che Monsanto e altre multinazionali del settore non vi dicono infatti è che già dal lontano 1994, a Marrakesh, i paesi dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, su spinta degli Stati Uniti, si riunirono con l’intento di trovare un modo per brevettare gli esseri viventi, semi compresi. Il risultato fu un vero e proprio copyright sulle sementi e sulle piante.
Se li comprate, farete la fine dei coltivatori di mele della valle dell’Adige, vedi alla voce mela “Pink Lady”, varietà brevettata. Questi agricoltori non possono riprodurre le piante né vendere le mele in modo autonomo, si trovano pertanto costretti a comprare piante che costano il doppio – ripetiamo, il doppio – rispetto alle varietà tradizionali. Come se tutto ciò non bastasse, se non rispettano le direttive dei proprietari del brevetto, le piante devono essere estirpate. E i guadagni? Chiedetelo loro che fine hanno fatto, riescono a malapena ad uscirsene dalle spese e a ricavare il minimo per sopravvivere, in una sorta di moderno capolarato “high tech”.
Se li comprate, farete la fine dei coltivatori canadesi e statunitensi di soia e colza OGM: se oltre alle loro sementi non comprano anche tutti i prodotti spacciati dal proprietario del brevetto per ogni singola varietà, il raccolto va in rovina. Pacco, doppio pacco e contropaccotto su scala globalizzata, e poiché all’orrore non c’è mai fine, aggiungete anche questo: se anche non coltivate OGM ma il vostro vicino di campo sì, e accidentalmente i suoi semi geneticamente modificati finiscono nel vostro campo, la Monsanto può citarvi in giudizio e costringervi a pagare multe salatissime.
Fantascienza? No, è l’attuale realtà della legislazione statunitense e canadese in materia, legislazione che le multinazionali si sono fatte cucire su misura da politici compiacenti che gli elettori si illudono di eleggere a rappresentanza dei propri interessi, ma che in realtà trovano molto più conveniente stare a libro paga delle “Companies”.
 
 La Monsanto non si fa alcuno scrupolo nell’utilizzare qualunque mezzo – ma proprio qualunque – pur di arricchirsi sulla vostra pelle, come quando spacciò come proprio brevetto europeo, registrato con numero di protocollo EP1812575, una varietà di pomodoro resistente ad una infezione fungina nota come botrite. Peccato solo che, come denunciato dall’associazione europea “No Patent on Seeds” (Niente brevetti sui semi), il pomodoro in questione non era frutto di ingegneria genetica e dunque non era brevettabile, in quanto esisteva in natura da secoli. In particolare i pomodori originali usati per questo brevetto dalla Monsanto provenivano dalla banca internazionale dei geni a Gatersleben, in Germania.
 
Christoph Then, rappresentante di No Patent on Seeds, ebbe a dichiarare in merito: “Siccome l’incrocio dei pomodori non è brevettabile, Monsanto ha deliberatamente riformulato il brevetto durante il periodo di esame per far sembrare che l’ingegneria genetica sia stata coinvolta. Tuttavia, una lettura attenta del brevetto dimostra che ciò è semplicemente fraudolento. Questi pomodori non sono stati prodotti con il trasferimento di DNA isolato“. Una truffa per farsi pagare dagli agricoltori e da tutti noi ciò che la natura aveva inventato da sempre: altro che sfamare il mondo, piuttosto ridurlo sul lastrico e devastare la natura pur di arricchirsi, è questo il vero volto dell’industria del geneticamente modificato.
Monsanto, Sygenta, Novartis: statene alla larga. Le sementi Ogm servono solo a spennare come polli e a schiavizzare gli agricoltori. Vi costringono a comprare semi che potrete coltivare solo per un anno, poi dovrete comprarli nuovamente per ogni altro raccolto, insieme agli erbicidi di loro produzione contro le infestazioni e a tutti gli altri –  sempre loro – prodotti chimici senza i quali il vostro raccolto andrà alla malora.
Prendete carta e penna e segnatevi questi numeri: in Canada le spese che gli agricoltori devono sostenere per le coltivazioni sono passate, a causa degli OGM, da 1 dollaro ad acro ad oltre 50 dollari. Costi aumentati di 50 volte: voi finite sull’orlo del baratro economico, loro guadagnano dal vostro immiserirvi, dato che solo per la Monsanto il giro d’affari è nell’ordine di 9 miliardi di dollari l’anno. E i loro prodotti non aumentano la resa dei raccolti, balla vietata dalle leggi di natura, e che si paga a caro prezzo sul medio e lungo periodo dato che queste coltivazioni impoveriscono i terreni, né men che meno i vostri guadagni, che anzi precipiteranno.
Si presentano come mentori del progresso che vi portano in dono maggiori guadagni, ma in fondo al “pacco” c’è la vostra rovina economica e la devastazione dell’ambiente: girate alla larga, è meglio per tutti.
Condividete in modo che possa arrivare il messaggio a più siciliani possibili…e non solo…

Nino Galloni ricapitolando la situazione europea

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La situazione dell’Europa vista con l’occhio attento e preciso del prof. Nino Galloni.

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di Nino Galloni su scenarieconomici.it

Grecia, Grecia e ancora Grecia? Sembra, ma non è: il Fondo Monetario Internazionale propone una ristrutturazione del debito e la sua direttrice si dice – con una punta di drammaticità – favorevole a qualsiasi ipotesi, vale a dire riduzioni, manipolazione degli interessi,  moratorie, dilazioni. La Germania, invece, che ha dato ok ad aiuti è contraria a qualsiasi ristrutturazione. Dunque, BCE e Germania concordano su un solo punto: emergenza o medio termine, si forniranno aiuti che – questo è il punto – produrranno altro debito, in italiano ulteriore dipendenza, in tedesco ulteriore colpa.

Questo infrange la più banale e condivisa regola: se il debitore può pagare, il problema è del debitore; se il debitore non può pagare, il problema è del creditore.

Se ne deduce che l’obiettivo della Germania non è proteggere il suo credito. Perché? Perché i crediti di cui si sta discutendo da mesi e da anni sono una goccia rispetto al mare dei derivati; ma i derivati – decine e decine di volte più elevati dei PIL – non servono ad essere ripagati (ciò sarebbe impossibile), ma vanno gestiti in un contesto di sottomissione e sopraffazione dei popoli.

Ma, forse, c’è dell’altro: hanno vinto gli USA, perché rimane in piedi questa Europa,  evanescente per quanto riguarda i temi (mediterraneo, rapporti con la Russia, immigrazioni, sviluppo,  ambiente), ma efficace come gabbia e, soprattutto, come impedimento di un asse Parigi, Berlino, Mosca, Roma alternativo agli USA stessi.

Paradossale, quando l’accordo con l’Iran prelude ai nuovi equilibri (che tanto inquietano Israele, i Sauditi, l’Isis, la Turchia) dove persino Putin – pur nel momento del pericolo per l’Ucraina – si trova ad un passo da un dialogo diverso con i democratici americani.

Il problema vero, dunque, non è la Grecia (destinata ad andare peggio nel prossimo futuro se si impegna alle riforme che ne indeboliscono vieppiù la già fragile economia), quanto la mancanza di una vera politica in Europa che, sia chiaro, non può essere europea, ma dovrebbe essere della Francia, dell’Italia, della Germania: le prime due fanno il gioco degli USA grazie alla loro inesistenza, la terza grazie ad un attivismo volutamente nefasto.

La parola sta quindi ai popoli: non basta più denunciare una situazione o minacciare sacrosanti tribunali internazionali; occorre agire, organizzarsi, opporsi, creare nuove maggioranze (o minoranze attive decisive) all’interno di ciascun Paese per arrivare a capovolgere ingiustizia sociale, insostenibilità economica, primato di una finanza ultraspeculativa in evidente bancarotta che solo l’azione delle banche centrali sta tenendo in piedi.

Nino Galloni

Allegri “rifugiati” vanno in vacanza nei loro Paesi dove sarebbero “perseguitati”!

http://www.imolaoggi.it/2015/07/20/allegri-rifugiati-vanno-in-vacanza-nei-loro-paesi-dove-sarebbero-perseguitati/

Imola Oggi

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 OGGI SUL MATTINO – Ma come, non dovrebbero essere dei perseguitati nel loro paese, da cui sono stati costretti a scappare per non la­sciarci le penne? Ed invece, per la serie “ma tu guarda i casi della vita”, salta fuori l’ennesimo ABUSO in materia d’asilo!

Negli ultimi anni oltre 60mila asilanti accolti in Svizzera sono tornati in VA­CANZA nel loro paese, autorizzati dalla Confederella e naturalmente spesati dal contribuente svizzerotto!

Sì, avete capito bene: i signori, princi­palmente eritrei, vanno a fare le va­canze proprio in quei paesi d’origine dove, a loro dire, sarebbero persegui­tati ed in pericolo di vita! Ed infatti per questo motivo hanno ottenuto di poter rimanere in Svizzera a nostre spese!

Ma per i bambela della Confederazione “l’è tüt a posct”! Uella kompagna Simo­netta “Dobbiamo aiutare l’Italia” Som­maruga, ma a che gioco giochiamo? Qui ci sono decine di migliaia di finti asi­lanti, mantenuti con i nostri soldi, che vanno a fare le ferie in patria a spese nostre e se la ridono a bocca larga di quanto sono fessi gli svizzerotti!!

E tu ed i tuoi reggicoda cianciate di acco­gliere sempre più sedicenti rifugiati?? Ma col piffero!! Dare un giro di vite che è ora! Usciamo subito da Schengen e avanti con il MURO AL CONFINE con la Fallitalia! Ne abbiamo pieni i stantis­simi di farci sfruttare da tutti i migranti economici che hanno trovato in Sviz­zera “ul signur indurmentàa”!!

Ai finti rifugiati che trascorrono le ferie al paese d’origine diamo sì il biglietto, ma di sola andata!!

Lorenzo Quadri – Ticino >>>>

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Prendere per i fondelli gli svizzerotti (che tanto sono fessi e non si accorgono di niente) è uno sport assai diffuso. Anche tra  i richiedenti l’asilo. Quelli che si fingono perseguitati politici e/o in pericolo di vita al proprio paese. Ma la realtà è ben diversa. Vale la pena ricordare che nell’ultima farneticante presa di posizione dei kompagni di UNIA (quelli che comandano in casa P$$) la Svizzera dovrebbe farsi carico del 10% dei clandestini che sbarcano sulle coste italiche. Come no!

Il paradosso

I richiedenti l’asilo e quanti sono stati ammessi provvisoriamente sono, per legge, autorizzati a rientrare in patria solo in casi eccezionali. E ci mancherebbe. Infatti, delle due l’una: o sono perseguitati, e allora al proprio paese non ci possono tornare, o non lo sono, e allora non devono poter rimanere in Svizzera. Ma non sta né in cielo né in terra che un richiedente l’asilo possa poi permettersi di tornare a fare le ferie a casa, con tanto di permesso della Confederella. Sembra un paradosso. Infatti lo è. Ma è anche la realtà.

62mila viaggi

Quindi il contribuente svizzerotto paga le vacanze  in patria a presunti asilanti; che hanno ottenuto asilo perché perseguitati. Una vera presa per i fondelli.

L’allarme sul numero spropositato di viaggi all’estero dei rifugiati è stato lanciato di recente da una consigliera nazionale Udc, Silvia Flückiger. Lo apprendiamo dal Corrierione di venerdì. La deputata ha anche indicato la cifra: 62mila trasferte  di persone ammesse provvisoriamente in Svizzera – ossia di persone il cui rinvio in patria avrebbe dovuto essere impossibile – autorizzate dalla Confederazione tra il 2010 ed il 2014. Particolarmente interessati dal fenomeno, gli eritrei. Parecchi di loro, per non farsi “catar via”, raggiungono il paese d’origine passando prima da altri paesi esteri.

Anche i Cantoni protestano

Balle populiste e razziste? No, perché anche i Cantoni si lamentano per la prassi federale troppo permissiva. E’ poi ovvio che la voce su quanto sia facile fare fessi gli svizzerotti si sparge rapidamente. Così gli abusi si moltiplicano.

E non è ancora finita. Secondo le dichiarazioni di un’attivista di origine eritrea, a lucrare sulle ferie  in patria dei finti rifugiati c’è pure il consolato eritreo di Ginevra,  in prima linea nell’organizzare viaggi illegali in cambio del 2% del reddito. Poiché il 91% dei richiedenti l’asilo eritrei è in assistenza – benché abbiano la possibilità e l’obbligo di lavorare – anche la mazzetta del 2% esce dalle casse pubbliche: quelle alimentate dagli svizzerotti “chiusi e xenofobi”.

Fessi fino in fondo

La domanda a questo punto nasce spontanea: si può essere più fessi di così? La risposta è, evidentemente, no.

Va da sé che la scoperta dell’ennesimo sfacciato abuso nel campo dell’asilo viene accolta dall’assordante silenzio dei kompagni. Ma guarda un po’. E sì che di solito a $inistra sono assai facondi, per non dire logorroici. Specie quando si tratta di denunciare il presunto “razzismo”. Invece, questa volta, citus mutus. Forse perché i kompagni sull’asilo – tramite le loro associazioni – ci lucrano?

E anche la kompagna Simonetta “dobbiamo aiutare l’Italia” Sommaruga tace.

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E non dimenticate di avvertire i cazzari dell’antibula, ONU, Soros e xenofili vari, che abbiamo pubblicato un articolo sui loro protetti. Altrimenti che cavolo fanno tutto il giorno, oltre che prendersela con noi?

Tgv bloccato in Valsusa, trecento passeggeri a bordo, finestrini rotti per respirare

Tgv bloccato in Valsusa, trecento passeggeri a bordo, finestrini rotti per respirare

Il treno ad alta velocità, partito da Parigi, si era fermato per un guasto tra Meana e Chiomonte. Trainato da un altro treno, si sarebbe dovuto fermare a un posto di soccorso ma ha proseguito la corsa per la rottura dei freni

di ERICA DI BLASI

Un calvario, con il Tgv senza corrente, acqua e aria condizionata, trasformato in una trappola di calore. A bordo 300 passeggeri, tra cui bambini e disabili, che per riuscire a respirare sono stati costretti a rompere i vetri dei vagoni. Dalle 16 fino alle 20, senz’acqua e aria condizionata.
Il Tgv, partito da Parigi alle 10.40, sarebbe dovuto arrivare alla stazione torinese di Porta Susa alle 16.14. Invece all’altezza di Chiomonte, in Valsusa, intorno alle 16, è rimasto bloccato per un guasto. “Per un’ora – raccontano i passeggeri – non ci hanno nemmeno aperto le porte. Siamo rimasti a bordo, al chiuso, sotto il caldo. Non c’era acqua e l’aria era diventata irrespirabile”. Una ragazza si è sentita male. “Dopo hanno aperto un paio di porte, ma non potevamo scendere. Abbiamo dovuto aspettare l’intervento della Protezione civile. Almeno loro ci hanno portato dell’acqua”. Altre due ore e mezza: viene avvertito il 118. Un locomotore italiano viene coinvolto per trainare il Tgv fino alla stazione di Bussoleno dove è stato allestito un campo per gestire l’emergenza, anche con un piccolo posto di soccorso del 118. Ma – sembra per un guasto ai freni – il treno non è riuscito a fermarsi e ha superato il punto prestabilito. “E adesso siamo ancora qui. Esattamente come prima: stiamo male, abbiamo bisogno di aiuto”.
Verso le 21, finalmente, all’altezza di Bruzolo, il Tgv è riuscito a fermarsi per far scendere i passeggeri stremati. Alcuni pullman li stanno portando a Torino.
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TGV BLOCCATO IN VALSUSA: I 300 PASSEGGERI A BORDO TRASFERITI A PORTA SUSA IN AUTOBUS – LA DIGOS INDAGA SULL’INCIDENTE DEL TGV BLOCCATO A MEANA FOTO

Il guasto tra Meana e Chiomonte: scattato l’allarme anche del 118
REUTERS: Un Tgv
20/07/2015
FRANCESCO FALCONE
CHIOMONTE

Dopo oltre tre ore di sosta imprevista, poco oltre la stazione di Meana, in direzione di Torino e Milano, la corsa del Tgv bloccato dalle quattro di oggi pomeriggio in Val Susa è ripartita intorno alle 19. Il convoglio privo di corrente per i danni causati dal pantografo d’alimentazione impazzito, che ha danneggiato la linea elettrica, è stato trainato a valle da un locomotore fatto arrivare apposta da Bussoleno. 

E proprio a Bussoleno si sarebbe dovuta concludere la corsa al traino. Ma, a causa del peso eccessivo del Tgv, quando è arrivato nei pressi della stazione il locomotore a gasolio non è riuscito a fermare in tempo la propria discesa. Un imprevisto che ha costretto le Ferrovie a modificare i piani per trasbordare i 300 passeggeri intrappolati nel treno senza vita ormai da quasi quattro ore su comodi pullman diretti verso le destinazioni previste. 

I tanti inconvenienti, la lunga attesa e il caldo hanno provocato alcuni episodi di panico tra i viaggiatori: qualche vetro è stato mandato in frantumi per cercare di far entrare un po’ d’aria fresca; prima che protezione civile e 118 portassero acqua e viveri non sono mancate le proteste per le scarse riserve del vagone ristorante. Ma, intorno alle otto di stasera, finalmente tutti sono riusciti a scendere dal treno della disperazione. E tra i soccorritori si è tirato un respiro di sollievo: tutto sommato, a parte qualche lieve malore, l’odissea del Tgv non ha causato danni irreparabili.

Tecnici e Polfer confermano il guasto tecnico che ha portato al blocco del treno, ma al momento non è esclusa l’ipotesi di un sabotaggio dell’impianto elettrico
 I 300 passeggeri, in viaggio da Parigi verso Torino, sono stati soccorsi dal 118 e della protezione civile
  
21/07/2015
FEDERICO GENTA, MASSIMILIANO PEGGIO
TORINO

Dodici ore dopo l’incidente, la polizia è ritornata sui binari dell’alta velocità, tra Meana di Susa e Chiomonte. Qui, ieri pomeriggio, si è arrestata la corsa del Tgv che da Parigi era diretto alla stazione di Porta Susa. In un attimo il treno è rimasto senza elettricità. Immobile, senza luce, aria condizionata, acqua. I passeggeri, in tutto circa 300, esasperati dal caldo e da un’attesa durata più di tre ore, sono arrivati a spaccare i vetri di alcuni finestrini per poter respirare. «Un guasto tecnico» spiegavano ieri i tecnici delle ferrovie. «La rottura del pantografo ha danneggiato i cavi della linea aerea, compromettendo l’alimentazione del Tgv» confermava poco dopo la stessa polizia ferroviaria che per prima ha gestito l’emergenza. 

Gli investigatori, però, adesso vogliono capire perché quel pantografo si sia improvvisamente rotto. A Meana sono al lavoro sia gli agenti della Digos che gli uomini della Scientifica. Segno che l’attenzione sull’accaduto è massima. E la vicinanza al cantiere di Chiomonte, a poca distanza da dove (a Venaus) proprio in questi giorni il campeggio No Tav sta creando non pochi grattacapi alle forze dell’ordine che devono garantire la sicurezza attorno all’area del cantiere dell’alta velocità, non fa altro che alimentare dubbi e sospetti. Ipotesi che però, prima di qualsiasi altra considerazione, dovranno essere per prima cosa verificate e, se possibile, provate. 

Tgv Parigi Milano bloccato a Chiomonte: si indaga per sabotaggio

luglio 21 2015

Dietro al guasto del Tgv Parigi Milano rimasto fermo in Val di Susa per più di tre ore, tra le stazioni di Chiomonte e Meana di Susa, potrebbe esserci un’azione di sabotaggio.
Infatti, l’ipotesi di reato non è stata esclusa dagli investigatori coordinati dal pubblico ministero Antonio Rinaudo. I sospetti sono nati dopo che i tecnici delle ferrovie hanno verificato che il guasto al treno, che aveva a bordo 300 persone, è stato causato dalla rottura di un pantagrafo il quale ha danneggiato i cavi dell’alimentazione elettrica.
Secondo i tecnici e gli inquirenti difficilmente questo strumento di rompe da solo. Mentre può essere danneggiato se colpito da oggetti scagliati contro, come ad esempio dei sassi.
Sul posto la polizia scientifica sta facendo dei rilevamenti, anche da zone da dove sarebbe potuto partire il sabotaggio.
I passeggeri del treno sono stati costretti, visto che il guasto ha tolto l’aria condizionata, a rompere i vetri per respirare.

Polizia schierata, polizia aggirata! 2° giornata di campeggio

Lunedì 20 Luglio 2015 09:33

clarea

Sin dalle prime ore del mattino numerosi nuovi campeggiatori hanno raggiunto il presidio di Venaus.

Tra una colazione in paese e il pranzo all’ombra degli alberi, ci si scambia racconti di vita e di lotte e si è pronti ad allacciare gli scarponi per la passeggiata pomeridiana.

Arrivati a Giaglione abbiamo accolto i Maquis, che tramandano la memoria dei partigiani catalani, proprio come noi teniamo viva con la pratica quella dei partigiani che hanno abitato queste terre.

Al grido di “I popoli in rivolta, scrivono la storia!” un centinaio abbondante di notav si è incamminato per la strada sterrata determinato, come sempre, a raggiungere il cantiere devastatore di Chiomonte.

Non ci siamo sorpresi nel trovare le forze di occupazione schierate sul ponte della Clarea, ma non ci abitueremo mai a questo triste spettacolo e continueremo a contrastarlo infatti, continua ad essere entusiasmante la vivacità con cui da anni si torna a testa alta in quei luoghi che la controparte ci vorrebbe interdire per sempre.

Anche oggi, quindi, abbiamo dimostrato di sapere come aggirare ogni futile blocco e mentre una parte dei manifestanti è rimasta a presidiare e infastidire la polizia schierata al ponte, un’altra è riuscita a raggiungere attraverso i sentieri la baita No Tav sequestrata, presidio simbolo della nostra lotta che continua a resistere in mezzo ai terreni espropriati e alle colate di cemento.

Intonando “si parte e si torna insieme” siamo tornati al campeggio, dove abbiamo cenato con le prelibatezze preparate dal comitato di Susa.

La giornata di oggi è l’ennesima prova, qualora ce ne fosse ancora il bisogno, che non esistono limiti e divieti che non possiamo superare.

Domani ricordiamo l’appuntamento delle ore 10 per il volantinaggio al mercato di Bussoleno, alle 18.00 all’incontro presso il presidio di Venaus con la Carovana per il Rojava e l’ottima cena benefit Carovana.

E ricordatevi…questo è solo l’inizio!

 da notav.info

Susa: la polizia non è benvenuta! 4° giorno di campeggio No Tav

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Quarto giorno di campeggio No Tav, quarto giorno di iniziative!

Alle nove un centinaio di notav partiti dal campeggio si è diretto al mercato di Susa per volantinare. Buona la risposta di chi passava, alta la consapevolezza dello spreco di risorse pubbliche e dello scempio in corso nel territorio a causa del cantiere Tav.

Dopo il volantinaggio ci si è diretti verso l’Hotel Fell dove si è colta di sorpresa la polizia che stava serenamente banchettando…pranzo rovinato a chi militarizza questa valle, ci si è spostati in corteo verso il centro di Susa per poi arrivare all’hotel Napoleon, noto da anni per la sua collaborazione con le forze in divisa.  Li ad attendere i No Tav la celere schierata in assetto antissomossa che non si è risparmiata palesi provocazioni…

Ricordiamo a tutti e tutte l’appuntamento di stasera alle 18.00 al presidio di Venaus con i No Tav Terzo Valico e i No Tav di Brescia.
Dopo la cena ottima musica col trio MAKSIM CRISTAN CON LA SPADA – PUNKLIRICO!

da notav.info