Il nostro coraggio e le alte barricate

editorialepost 25 luglio 2015 at 12:41

notavBasta guardare gli occhi di chi c’era stanotte per capire cos’è che può fare la differenza di questi tempi.

Sapere come ci si sente a marciare al buio, in un silenzio irreale dove al rumore dei passi e degli zaini che scricchiolano si aggiungono solo i canti degli animali della natura, che continuano le loro attività nonostante il nostro passaggio.

Sentire il cuore che batte un po’ più forte, quando si cammina stretti, con la mano che cerca l’umida pietra per non avvicinarsi troppo al dirupo, attenti a chi sta davanti e  a chi c’è dietro…per non perdersi neanche un istante, per rinnovare ad ogni passo il coraggio consapevoli che ogni metro ci avvicina a chi ci è nemico.

Chi non c’è, e i giornali non lo racconteranno, non può sapere dei piccoli gesti di solidarietà che in questi momenti fanno la differenza, di come ognuno mette a disposizione ciò che ha e ciò che può fare per essere d’aiuto, che si tratti del prestare un accendino, di aiutare a spostare un grosso tronco o di allungare un po’ di Maalox a chi retrocede dalle prime vie.

E poi c’è chi sta davanti, i nostri coraggiosi armati di un grande cuore e non solo di buone gambe.

Quella passata è stata una grande notte notte in Val di Susa.

In centinaia, dalla valle e da tutta Italia, ci si è ritrovati per questa intensa estate di lotta e per una passeggiata notturna che si  sapeva determinata.

Tra blocchi, battiture, azioni di disturbo e l’iniziativa di stanotte in quest’estate di lotta il Movimento No Tav ha dato un buon segnale a tutti quei politicanti e affaristi che si riempiono la bocca con una parola che in questa valle non è di casa: pacificazione.

Come non sarà mai accettabile che a fronte di enormi disastri ambientali e una situazione di crisi che continua ad affaticare le vite di molti,  avvenga un tale sperpero di denaro pubblico.

Uno schiaffo in faccia a chi rimane senza lavoro, a chi perde la casa, a chi non riesce a pagarsi le bollette, a chi per avere adeguate cure sanitarie deve aspettare troppi mesi, ai nostri figli che vanno a studiare in scuole fatiscenti.

In questi decenni di lotta generazioni di giovani sono cresciuti tra i presidi e i cortei No Tav, in tutta Italia la nostra lotta è diventata un simbolo di speranza e ogni anno da tutto il paese e dall’Europa sono tantissimi a passare di qua, per conoscere questa storia di Resistenza e dare il proprio contributo.

L’arroganza della politica e la violenza delle istituzioni si legittimano tra di loro, nel tentativo mal riuscito in tutti questi anni di piegare la nostra volontà a suon di militarizzazione del territorio, minacce, ricatti, denunce, processi e galera. Sicuramente l’hanno messa alla prova, ma essa è più forte di quanto forse anche alcuni di noi potessero immaginare.

Notti come quella appena passata dimostrano che, nonostante le difficoltà e queste nessuno le nega, la speranza di cambiare le cose e di decidere del nostro futuro continua ad essere più forte di ogni loro violenza.

Anche stanotte i nostri sentieri ci hanno aperto la via per arrivare al cantiere e il resto l’ha fatto il nostro coraggio, solido come le alte barricate che al buio abbiamo costruito per contrastare l’avanzata del nemico.

Avanti No Tav, la Resistenza si fa un passo alla volta!

ECCO CHI E’ MATTEO RENZI E GLI INTERESSI DELLA SUA FAMIGLIA

Posted on 25 luglio 2015 da 

Come i Renzi abbiano usato Stato, amministrazioni, giunte comunali e provincie per arricchirsi prima e continuare a farlo ora (Visto che piazza parenti e amici ovunque)  Ma partiamo dall’inizio dell’ascesa ”renziana”. La Procura di Firenze apri un’inchiesta per fare alcune verifiche a seguito di alcune denunce sugli sperperi di Matteo Renzi all’epoca in cui era presidente della Provincia, sinceramente non sapiamo che fine abbiano fatto quelle inchieste, ma emerse

che avevano creato un carrozzone, la Florence Multimedia, che ha speso 9,2 milioni di euro dal 2006 al 2009 pagando fatture a un’impresa privata di Matteo Spanò, già manager della stessa Florence e amico di Renzi.
La Guardia di Finanza (per l’esattezza il nucleo di polizia tributaria di Firenze, Gruppo tutela spesa pubblica, sezione accertamento danni erariali) ascoltò per due ore e mezzo Alessandro Maiorano,il dipendente comunale che fece gli esposti contro Renzi e la sua gestione. Si parlò di spese della provincia e delle fatture di cui ha parlato Luigi Lusi nei confronti della Web and Press, società che era di Patrizio Donnini, amico e in rapporti di affari con un socio delle sorelle e della mamma di Matteo Renzi. Majorano consegnò molte fatture dal 2004 al 2009, della Provincia e di Florence Multimedia, che in pratica confermavano l’operato della Provincia (all’ora guidata da Renzi) e della Florence Multimedia. A prescindere dall’esito di quelle indagini, quello che emerse anche in seguito dagli atti delle camere di commercio , un continuo un intreccio tra le attività pubbliche del sindaco Renzi, con quelle private dei suoi AMICI e della sua famiglia.
Per i scettici , che pensano sempre che siamo faziosi…se volete conferme andate sul sito internet della società della famiglia Renzi, la Eventi 6 Srl, che si occupa di diffusione di giornali e comunicazione, spicca un logo, quello della società che ha curato il sito (“powered by Dot-Media”) e vedrete che realizza gran parte del suo fatturato annuo grazie al Comune e alle sue partecipate. Vi evidenziamo che la nota ”Eventi 6”, sempre dei Renzi, fu quella che organizzò la campagna per Renzi sindaco del 2009, all’insegna dello slogan “Firenze prima di tutto”, e anche la Dot-Media ha curato le campagne di comunicazione che diedero lustro all’immagine del Comune e di Renzi e che portano contemporaneamente soldi a questa società legata alla sua famiglia; si va dalla ”Notte Tricolore”, alla centrale del latte ”Mukki”, all’acqua pubblica. Ora lo scriviamo in modo ancor più chiaro per quelli che trovano difficoltà a capire.
RENZI in qualità di SINDACO, pagava con i soldi dei contribuenti una società partecipata che aveva l’incarico di curare l’immagine del Comune di Firenze e di Matteo Renzi, potrebbe rientrare in una certa logica, se quei soldi dei contribuenti non fossero entrati nelle tasche della famiglia Renzi. Semplificando, Matteo Renzi non solo si curava l’immagine con le tasse dei fiorentini,ma quei soldi li faceva arrivare in famiglia. Ma non finisce qui, procediamo. Scopriamo ancora l’acqua calda, ma è bene evidenziare che le società Dot-Media fino al 2008 fatturava non più di 9 mila euro l’anno, ma……accadde una magia, nel 2009 Renzi diventa Sindaco di Firenze e le fatturazioni di quella società lievitano in dodici mesi a 137 mila euro!!! Ci furono poi due consiglieri comunali di opposizione, Tommaso Grassi di Sel e Ornella De Zordo, e tramite loro si scoprì che la Dot-Media non ne aveva incassati 137 mila,ma bensì 215 mila euro dal comune e dintorni. Nel 2012 Dot-Media ha fatturato 17 mila euro al comune che si aggiungono ai 215 mila euro fatturati dal 2009 alle quattro partecipate del Comune: Firenze Parcheggi, Mukki, Publiacqua e Ataf.
Dot-Media ha un legame societario con la Eventi 6. La società dei Renzi (amministrata da Matilde Renzi, 28 anni, che ne controlla come l’altra sorella maggiore di Matteo, Benedetta il 36 per cento mentre la mamma, Laura, ne detiene solo l’8 per cento) si chiamava Chil e nasce nel 1993. Matteo ne è stato fondatore e socio fino al 2004. Si occupa di ispezioni nelle edicole per i giornali e di eventi e ideazione di campagne. Il suo fatturato con l’entrata di Matteo Renzi nei posti di comando è assai ragguardevole: si va dai 7,2 milioni del 2007, ai 6,8 milioni del 2008 , quando trasferisce la sua sede a Genova e passa di mano. La famiglia Renzi però continua ad operare grazie alla Eventi 6, creata nel 2007 che ha comprato nell’ottobre 2010 l’azienda dalla Chil, facendo decollare il giro di affari fino ai 3 milioni e 967 mila euro del 2011.
Ora viene il bello.

conflitti_interessi_matteo_renzi

Nella Eventi 6 c’è Alessandro Conticini, bolognese di 36 anni, ma residente in Etiopia dove lavora come direttore dell’Unicef. Si, avete letto bene, direttore dell’UNICEF Etiopica. I buonisti che si occupano dei flussi migratori. Cosa fa questo prode direttore dell’Unicef Conticini, è allo stesso tempo socio della Eventi 6 dei Renzi con una quota del 20 per cento ed è presente anche nella Dot-Media con identica quota, e caso assai strano….nel capitale della Eventi 6 è l’unico socio a non essere parente dell’allora sindaco Renzi. Conticini è diventato socio anche della Dot-Media solo dal 10 febbraio 2011, già era posto in in essere il ”Golpe contro Berlusconi” e loro lo sapevano, ed è interessante vedere chi lo ha fatto entrare. A cedergli le quote è stato Patrizio Donnini. Tra gli altri soci spicca il nome di Matteo Spanò, ex direttore della Florence Multimedia, con il 20 per cento e Davide Bacarella. Sono nomi importanti. Nell’inchiesta sul tesoriere della Margherita, Luigi Lusi, erano emerse due fatture riferibili, secondo Lusi, alle spese sostenute da Renzi per le primarie a sindaco di Firenze che portavano impresso il nome della Web&Press Srl di Patrizio Donnini. Allora Renzi minacciò querele perché quella società nulla aveva a che fare con lui. Quanto è furbo e che intreccio. Di fatto la Web&Press e la Dot-Media erano partecipate entrambe da Donnini e che nella Dot-Media sono soci con Matteo Spanò. Il quale a sua volta e socio al 20% della Eventi 6, la quale è controllata
per il restante 80 per cento dalle sorelle Matilde e Benedetta Renzi e dalla mamma di Renzi, Laura Bovoli. Conticini è socio della famiglia Renzi da un lato e di Spanò dall’altro. Mentre non ci dovrebbero essere legami con la Quality press di Donnini, anche se proprio Donnini è stato delegato a rappresentare Conticini nell’ultima assemblea della Dot-Media. A nostro avviso tutto questo è inquietante, se poi aggiungiamo il fatto che Dot-Media tragga gran parte del suo fatturato grazie a Renzi e dalle sue partecipate…….il quadro è chiaro, no ? Eccoli di nuovo gli amici Matteo renzi e Matteo Spanò. Spanò nel 2006 era direttore di Florence Multimedia, ma era anche un imprenditore in proprio con la Arteventi, che ha sede a Pontassieve, dove Spanò elesse il suo domicilio, e caso strano dove viveva anche il suo amico Matteo Renzi con moglie e figli. Arteventi ha emesso fatture nel 2006 per Florence Multimedia, come risulta dal bilancio dove figura tra i fornitori da pagare per più di 7 mila euro. Spanò è uno scout come Renzi,
di più, è un leader dell’Agesci in Toscana e a livello nazionale. Come Renzi arrivò al potere si è ricordato dell’amico Spanò, nominandolo presidente dell’associazione ”Museo dei Ragazzi”. Non pensate che essere il presidente dell’associazione Museo dei Ragazzi sia cosa da poco, l’associazione si occupa di molte campagne costose: dalla notte bianca, alla festa tricolore. Il Comune paga all’associazione un contributo annuo di 600.000 euro e Spanò pensa bene di spenderli gratificando giustamente l’amico. Un esempio della gestione amichevole?
Spanò è la Notte tricolore del 16 marzo 2011, quando come presidente dell’associazione Museo dei Ragazzi, Spanò organizzò l’evento in nome e per conto del Comune di Renzi, affidando il lavoro di comunicazione alla Dot-Media”, di proprietà di Spanò e di Conticini, cioè del socio dei familiari di Renzi. Spanò, in qualità di presidente dell’Associazione Museo dei Ragazzi, ha dichiarato che la società Dot-Media, partecipata da lui, non ha ricevuto compensi. Speriamo che leggendo quanto sopra riportato, tolga almeno un pò la maschera a questo Premier eletto illegalmente.

La morte di Mohamed e lo schiavismo dei buonisti

questa è vera eguaglianza, niente diritti per noi indigeni niente dirititi per loro.
Parola della società moralmente superiore
 

Aggiunto da Giorgio Nigra il 21 luglio 2015

lavoratori_campi
Roma, 21 lug – Quella di Mohamed è una triste storia esemplare. Mohamed aveva 47 anni, veniva dal Sudan, faceva il bracciante agricolo in Puglia. Costretto a stare chinato per ore sotto al sole, con temperature che hanno toccato i 40°, Mohamed si è accasciato e non si è rialzato più. In molte tradizioni, e probabilmente anche nella sua, la morte lontano dalla patria, in terra straniera, senza le cure dei propri cari, senza la possibilità di un collegamento con coloro che sono stati e con coloro che saranno, è la morte più ingrata.
 
Viene da chiedersi perché Mohamed non abbia deciso, un giorno, di andare dal suo datore di lavoro e dire: “Caro signore, ho deciso che lei debba farmi un contratto. Con l’occasione, ritengo di dover lavorare la quantità di ore stabilita dalla legge, percependo un compenso legale, con tutte le tutele del caso”.
 
Mohamed non l’ha fatto, e sapete perché? Perché sapeva già quale sarebbe stata la risposta: “Amico mio, la porta è quella, te ne puoi pure andare. Fuori di qui ce ne sono centinaia, migliaia come te. Una fila sterminata, un vero e proprio esercito di gente pronta ad accettare queste condizioni e anche di peggiori. Vengono da tutti i continenti solo per mettersi in fila di fronte alla mia porta. Ed è la vastità di questa fila che non ti permette di stare qui di fronte a me a reclamare diritti”.
 
I casi come quello di Mohamed non sono un’eccezione, non sono un malfunzionamento del sistema, non sono danni collaterali di un meccanismo ancora non oliato: sono l’essenza stessa del sistema. L’immigrazione funziona per questo. La Boldrini, Alfano, Repubblica, Formigli sostengono esattamente questa cosa qua.
 
Pensare a un’immigrazione in cui Mohamed venga pagato il giusto e faccia dei lavori con delle tutele è una contraddizione in termini: gli immigrati servono proprio per fungere da schiavi, servono perché non sono lavoratori normali, perché non hanno potere contrattuale. Se si riuscisse ad equiparare le loro condizioni di lavoro alle nostre, gli immigrati non servirebbero più. Resterebbe, certo, una minoranza di fanatici che li reclamerebbero solo per le virtù intrinseche del meticciato. Ma il loro estremismo genocidiario, senza la spinta dell’interesse economico, non riuscirebbe a compiere seri danni.
 
Mohamed serviva proprio così: senza diritti, senza nome, senza volto, un numero fra tanti, uno schiavo fra molti, braccia senza voce. Avesse avuto diritti, nome, volto, voce, non ce ne sarebbe stato bisogno, sarebbe stato lasciato in pace. Sugli altari della tolleranza e della fraternità deve scorrere sangue senz’anima. È il solo con cui il meccanismo riesca ad oliarsi.
 
Giorgio Nigra

Renzi, alla Fondazione Open il 50% in più di donazioni

nono è tanto open, sta fondazione dai donatori misteriosi
Tutte ste fondazioni no profit ma ne girano di soldi, ci aiutano gli sfrattati ed i disoccupati? Di solito sono filantropi che finanziano sta roba..
 Dati 2014
renzi
Il potere paga. E così capita che la Fondazione Open di Matteo Renzi, nell’anno in cui lui è diventato presidente del consiglio, abbia visto crescere i suoi introiti del 50% rispetto al 2013 e raddoppiarli rispetto al 2012. Nel 2014 la raccolta, come riporta “Il Fatto quotidiano” è stata pari a 1,2 milioni di euro. Tale e tanta a da “azzerare” i debiti che la Fondazione aveva accumulato negli anni precedenti, praticamente dal 2008 quando Renzi iniziò quella serie di campagne elettorali che lo hanno portato dalla Provincia di Firenze a Palazzo Chigi e alla segreteria del Partito democratico. Un fiume di denaro la cui provenienza è solo in minima parte nota. Riporta sempre “Il Fatto” che dal 2007 a oggi con le associazioni (Link e Festina Lente) e le fondazioni (Open e Big Bang), Renzi ha raccolto circa 5 milioni di euro, di cui solo per il 30% è nota la provenienza. Il presidente e tesoriere della fondazione Open, Alberto Bianchi, ha assicurato che l’elenco dei benefattori “sarà reso noto nei prossimi giorni”. Ma c’è di mezzo la privacy, il sistema per cui senza liberatoria della privacy il nome del donatore può essere celato.

TRA GLI SQUALI DI WALL STREET: LA GRECIA HA ANCORA QUALCOSINA DA PAGARE

ma non era la Germania che doveva incassare tutti i soldi della Grecia?!?! Ah giusto, comanda la BCE ed il FMI

LA GRECIA HA ANCORA QUALCOSINA DA PAGARE

  1. 7 Agosto 2015, detentori titoli di stato, 1 mld di euro.
  2. 14 Agosto 2015, detentori titoli di stato, 1,4 mld di euro
  3. 20 Agosto 2015, BCE, poco più di 3 mld di euro.
  4. 20 Agosto 2015, BCE, 168 mln di euro per differente emissione.
  5. 4 Settembre 2015, FMI, poco più di 305 mln di euro.
  6. 4 Settembre 2015, detentori titoli di stato, 1,4 mld di euro.
  7. 11 Settembre 2015, detentori titoli di stato, 1,6 mld di euro.
  8. 14 Settembre 2015, FMI, poco più di 343 mln di euro.
  9. 16 Settembre 2015, FMI poco meno di 572 mln di euro.
  10. 18 Settembre 2015, detentori titoli di stato, 1,6 miliardi di euro.
  11. 21 Settembre 2015, FMI, poco più di 343 mln di euro.
  12. 9 Ottobre 2015,detentori titoli di stato, 1,4 mld di euro.
  13. 13 Ottobre 2015, FMI, 457,5 mln di euro.
  14. 16 Ottobre 2015, detentori titoli di stato, 1 mld di euro.
  15. 6 Novembre 2015 detentori titoli di stato, 1,4 mld di euro.
  16. 7 Dicembre 2015, FMI, 305 mln di euro.
  17. 11 Dicembre 2015, detentori titoli di stato, 2 mld di euro.
  18. 16 Dicembre 2015, FMI, poco meno di 572 mln di euro.
  19. 21 Dicembre 2015, FMI poco più di 343 mln di euro.
partenone,-grecia-171137
Di seguito le somme totali (allo stato attuale, quindi potenzialmente sottostimate alla luce di eventuali nuove emissioni aventi una delle scadenze sotto indicate) che la Grecia dovrà rimborsare, senza considerare gli 86 mld di euro che il 3° bailout -appena accordato- garantirà.
  • 2016 – 7,227 mld
  • 2017 – 9,48 mld
  • 2018 – 4,6 mld
  • 2019 – 13,628 mld
  • 2020 – 5,080 mld
  • 2021- 5,154 mld
  • 2022 – 6,907 mld
  • 2023 – 9,208 mld
  • 2024 – 8,964 mld
  • 2025 – 7,419 mld
  • 2026 – 8,059 mld
  • 2027 – 8,062 mld
  • 2028 – 7,469 mld
  • 2029 – 6,893 mld
  • 2030 – 7,220 mld
  • 2031 – 6,723 mld
  • 2032 – 9,523 mld
  • 2033 – 6,780 mld
  • 2034 – 9,520 mld
  • 2035 – 9,247 mld
  • 2036 – 9,316 mld
  • 2037 – 12,813 mld
  • 2038 -12,516 mld
  • 2039 – 13,401 mld
  • 2040 – 6,369 mld
  • 2041 -7,292 mld
  • 2042 -7,682 mld
  • 2043 – 10,1 mld
  • 2044 – 6,230 mld
  • 2045- 8,130 mld
  • 2046 -4,830 mld
  • 2047- 5,900 mld
  • 2048 – 2,5 mld
  • 2050 – 0,5 mld
  • 2053 – 2,0 mld
  • 2054 – 6,3 mld
  • 2057- 1,130 mld
Cosa ne penso (per quello che conta) ?
Il piano oggetto di accordo tra i creditori e Tsipras peggiorerà i conti pubblici e come minimo -e sottolineo minimo- dovrà (e sarà una rivoluzione laddove praticata dai FMI e BCE) esserci una ristrutturazione nelle scadenze e/o nei tassi.