SUR AFRIQUE MEDIA TV/ LE DEBAT PANAFRICAIN DE CE DIMANCHE 26 JUILLET 2015 : LE PROGRAMME COMPLET

Vers 14H30 (Douala) et 15H30 (Bruxelles/Paris/Berlin)…

Présentée par Alain Michel Yetna (Bachir Mohamed LADAN étant toujours malade …)

En direct sur streaming sur http://lb.streamakaci.com/afm/

Avec tous les panelistes et Luc MICHEL (en duplex depuis les Bureaux

d’EODE-TV à Bruxelles-Capitale)

AMTV - débat panafricain du 26 juillet (2015 07 26) FR

REDIFFUSION : ce lundi vers 16-17h …

 LES THEMES DE L’EMISSION DE CE 19 JUILLET

 * LA PAROLE AUX CORRESPONDANTS :

 1/ DAECH/TURQUIE : L’Etat islamique rompt avec le régime

islamo-conservateur de l’AKP. Les menaces de DAECH sont suivies dans

les 5 jours par deux attentats, l’un dans le Sud Turc, l’autre à

Kobane dans le Kurdistan syrien sous contrôle du PYD kurde. Un nouvel

échec pour Erdogan ? Quelles conséquences pour Ankara et Damas ?

(Jan VANZEEBROECK, Gand, Belgique).

 

2/ SOMMET OCS-BRICS A OUFA (RUSSIE) : les BRICS, puissance économique,

allié à l’Organisation de Coopération de Shanghai, puissance

géopolitique (la « contre-OTAN »). Moscou et Pékin contre l’hégémonie

des USA. Vers un monde nouveau ? Quelle leçon pour l’Afrique ?

(Luc MICHEL, Bruxelles)

 * A DEBATTRE :

 1/ TCHAD/CAMEROUN.

BOKO HARAM POURSUIT SON ACTION PUNITIVE.

a) Le drame de Maroua en question.

b) Le dispositif sécuritaire (au Cameroun et au Tchad) est-il défaillant ?

c) Comment traiter définitivement (de manière curative, puis préventive) le mal « Boko Haram » ?

 2/ TERRORISME.

DEMANTELLEMENT DE CAMPS DJIHADISTES POUR ENFANTS EN RDC :

Quel avenir pour l’Afrique ?

La MONUSCO indexée.

 AMTV/ avec EODE Press Office et PANAFRICOM /

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UN GIUDIZIO SU TSIPRAS E VAROUFAKIS DA PARTE DEL FONDATORE DI SYRIZA

di Alekos Alavanos
 
Alavanos
[ 21 luglio]
 
Alekos Alavanos [nella foto] è stato il fondatore di SYRIZA, e fu proprio lui a dare, nel 2007, l’investitura a Tsipras. Successivamente avvenne la rottura e Alavanos fondò l’organizzazione politica Skedio B (“Piano B”) —uno dei gruppi che ha promosso il Forum di Atene del giugno scorso.
Di fondamentale importanza i suoi giudizi e le sue previsioni sulla situazione in Grecia.
L’intervista è stata pubblicata dal giornale greco Parapolitika del 18 luglio
 
D: Signor Alavanos, lei ha ‘accolto’ l’accordo di Bruxelles con parole molto dure. Ha parlato di “tradimento del popolo”. Ora, dopo alcuni giorni, le chiedo se ribadisce questo giudizio molto forte e perché?
 
R: Nel referendum, la domanda era chiara: sì o no al piano di Juncker. E il messaggio del popolo era chiaro: un NO radicale. Una settimana dopo, il governo ha firmato il “Memorandum Tsipras”, che è molto peggio rispetto al piano Juncker. Mi permetta un’analogia, quella del referendum del 1974: è come se, dopo che il popolo greco ebbe votato contro il re, lo stesso re deposto Konstantine si fosse ripresentato, non solo come un re costituzionale, ma come imperatore. Se questo non è un tradimento, cos’è allora il tradimento?
 
D: Molti dicono che Tsipras ha ottenuto  il massimo che si poteva ottenere nelle condizioni attuali. Qual è la sua opinione?
 
R: Ho sentito funzionari governativi dire che qui c’è stato un “colpo di stato”. Tutti noi sappiamo che davanti al colpo di stato del 1967 dei colonnelli la sinistra è stata nella prima linea della resistenza, pagando un prezzo pesante, combattenti che hanno perso la vita, torturati, esiliati, imprigionati. Ritengo assurdo il tentativo della direzione di Syriza di difendersi parlando di un “golpe” dei tedeschi e della troika. Il loro comportamento era perfettamente prevedibile, hanno fatto lo stesso con Papandreou a Cannes, nel 2011, quando Sarkozy lo aveva afferrato per il colletto.
 
 D: Aveva Tsipras un’altra opzione di fronte a così tante reazioni, e quali conseguenze avrebbe prodotto questa altra opzione per la Grecia?
 
R: L’intera politica di SYRIZA a partire dal 2012, quando abbandonò la posizione per cui “l’euro non è un tabù”, è basata su una bugia cinica:  si può abolire l’austerità e nello stesso tempo rimanere nella zona euro. Ciò ha portato ad una politica gradevole per ampie fasce di persone, visto che non implicava rotture, ma è stata una politica del tutto irrealistica. Questa politica, per la quale il partito di Syriza ha la piena responsabilità, avrebbe necessariamente portato alla “nuvolosa Domenica” del 12 luglio.
 
D: Ma anche dopo questo terzo memorandum, il primo ministro sembra godere non solo della fiducia di una buona parte del suo partito, ma anche della tolleranza dell’opposizione …
 
R: Non tiri conclusioni affrettate. La gente è confusa dopo gli ultimi eventi, vive una grande delusione, perché dopo la speranza delle prime settimane del governo di Syriza, con il terzo memorandum, siamo precipitati in una situazione terribile.
 
D: Voi siete di quelli che credono che Tsipras si è voluto sbarazzare del Sig Varoufakis? In verità gli diede grande libertà di movimento, mentre poteva non farlo…
 
R: Sicuramente le persone giocano un ruolo importante, soprattutto in periodi di trattative, durante le quali sono necessarie intelligenza, intraprendenza, serietà, capacità di fare alleanze, obiettivi chiari ed un piano alternativo. Gli zig-zag, le docce scozzesi, dire una cosa all’estero ed altre parole all’interno del partito, l’assenza di una politica chiara e un “piano b”, non erano caratteristiche tipiche di un solo giocatore di governo ma riguardavano la politica del governo in generale.
 
D: Lei conosce molto bene la sinistra. Si aspetta sviluppi che porteranno ad una ulteriore frammentazione?
 
R: Mi aspetto esattamente il contrario. Anche se scontiamo un imperdonabile ritardo penso che una corrente sociale, che nei sondaggi sta tra il 30% e il 40%, potrebbe prendere la forma di un fronte unito del popolo per la liberazione del nostro paese dalla zona euro, per la salvezza e la ricostruzione, per il diritto al lavoro.
 
D: Ritiene plausibile un “governo di consenso nazionale”? [di unità nazionale, Ndr]
 
R. Una “consultazione nazionale” c’è già. La maggioranza di governo è composta in questo momento da Syriza, dall’estrema destra di ANEL, da Nuova Democrazia, dal Pasok e da Potami. Abbiamo già avuto un assaggio di questo frutto amaro. Un assaggio forse anche più aspro di quello che avemmo con l’unità nazionale di DIMAR, un altro partito di origine di sinistra, ND e PASOK. L’esperienza della Grecia dimostra che l’euro divora ogni parte che lo sostiene, anche quando si opera in condizioni di unità nazionale.
 
D: Pensa che Tsipras proverà a fare un’inversione verso un governo di centro-sinistra diventando la figura di spicco in questo spazio privo di leadership?
 
R: Non credo che sia uno spazio per politiche di sinistra, ma nemmeno di centro-sinistra, e neanche socialdemocratiche. L’euro, il debito e il memorandum impongono politiche spietate in una società che ha sete di posti di lavoro, di reddito decente, di adeguata assistenza sanitaria, di un’istruzione di qualità.
 
D: Lei è stato il primo politico che ha parlato della necessità di tornare alla moneta nazionale. Crede ancora che la Grecia dovrebbe muoversi verso il ritorno alla moneta sovrana nonostante nei sondaggi la maggior parte delle persone dice che l’euro è l’unica strada?
 
R: Purtroppo hai ragione in quello che dici sull’opinione pubblica. Sai, ogni classe dominante ha una narrazione dominante. Quando questa classe è in fase di avanzata questa narrazione è positiva, come è avvenuto con il vecchio Karamanlis nel 1980 e col progetto europeo. Quando questa classe crolla, la sua narrazione diventa negativa e cerca di instillare il terrore per impedire l’alternativa. Così sentiamo incessantemente, da Barack Obama a Paul Tsimas [un noto giornalista della tv greca, Ndr], che l’uscita dalla zona euro ci porterebbe all’età della pietra. I cittadini tuttavia, elaborano le loro convinzioni in base alle loro nuove esperienze quindi le convinzioni cambiano. Per quanto riguarda questa alternativa, noi, come “Piano B”, non vogliamo far valere alcun primato. Noi abbiamo la nostra coscienza tranquilla, perché abbiamo indicato per tempo i passi di una politica di governo alternativa al di fuori della zona euro, basata principalmente sui preziosi studi dell’Istituto “Dimitris Batsis”.
 
* Traduzione a cura della redazione

CRISE AU BURUNDI. QUI VEUT SEMER LE CHAOS EN AFRIQUE ? (3)/ LUC MICHEL SUR AFRIQUE MEDIA TV

Qui veut semer le chaos en Afrique ? – PARTIE 3

EODE-TV & AFRIQUE MEDIA TV / Avec EODE Press Office/ 2015 07 19/

EODE-TV - EXPERTS lm BURUNDI. DESTAB. AFRIQUE 3 (2015 07 19)

Intervention de Luc MICHEL, Administrateur-général d’EODE,

dans l’émission LE DEBAT PANAFRICAIN :

 CRISE AU BURUNDI. MODIFICATION DE LA CONSTITUTION.

Ou en est-on ?

Peut-on parler d’une présidentielle à hauts risques le 21 juillet ?

Luc MICHEL précise sa thèse sur une « révolution de couleur » made in USA au Burundi …

 Video sur le Website d’EODE-TV https://vimeo.com/133866263

 Filmé en Duplex à Bruxelles par EODE-TV (images brutes),

Diffusé en direct sur AFRIQUE MEDIA TV,

Le 19 juillet 2015 dans l’émission ‘LE DEBAT PANAFRICAIN’,

présentée par Alain Michel Yetna.

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QUI VEUT SEMER LE CHAOS AU BURUNDI ? LES USA TOMBENT LE MASQUE !

Luc MICHEL pour PANAFRICOM / Avec AFP – EODE-TV/ 2015 07 22/

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PANAF - BURUNDI les usa tombent le masque (2015 07 22) FR

Début Août 2014 à Washington se tenait le « Sommet USA-African Leaders » sur invitation d’Obama. Un piège tendu aux chefs d’état africains. Obama et Kerry y annoncent une vague de changements de régimes en Afrique, désignant même 13 chefs d’état. Le modèle : le soi-disant « printemps arabe ». Le but : recoloniser l’Afrique au profit des USA, en liaison avec le travail de prise en main des armées africaines par l’AFRICOM (créé par Bush II en 2007), le Commandement US pour l’Afrique. Parmi les cibles principales, outre le « noyau dur » du « nouveau Panafricanisme » : Idriss Deby Itno au Tchad, Paul Biya au Cameroun et surtout le président équato-guinéen Obiang Gnuema Mbassogo, le président du Burundi. Sa déstabilisation commence immédiatement sur le mode des « révolutions de couleur » en Eurasie (*) !

 * Voir ma dernière analyse résumant la déstabilisation du Burundi :

# EODE-TV/ CRISE AU BURUNDI. QUI VEUT SEMER LE CHAOS EN AFRIQUE (3)/ LUC MICHEL SUR AFRIQUE MEDIA TV

sur https://vimeo.com/133866263

 UNE PRESIDENTIELLE SOUS TENSION QUI CONSACRE L’ECHEC DU « MAIDAN BURUNDAIS »

 La Révolution de couleur au Burundi n’a pas fonctionné. L’agitation est restée limitée à quelques quartiers de la Capitale. La « société civile » dont se gargarisent les occidentaux est un leurre extrêmement minoritaire, piloté par les organismes du gouvernement américain spécialisés depuis trente ans dans les changements de régime. Le Président burundais, les experts russes et moi-même nous parlons significativement d’un « maidan burundais ».

 Un coup d’état piloté par l’ancien chef des services secrets, et appuyé par des radios privées financées par les réseaux Soros (via l’institut sud-africain OSIWA, qui finance aussi entre autres « Le Monde Afrique ») a aussi échoué en mai et n’a pas reçu de soutien populaire. Ce petit pays agricole des Grands Lacs, peuplé de 10 millions d’habitants, est resté marqué par une longue guerre civile qui fit 300.000 morts entre 1993 et 2006 et qui doit faire réfléchir avant d’écouter les sirènes incendiaires de Washington.

 Imperturbable, le Président du Burundi Pierre Nkurunziza a organisé des élections législatives et communales le 29 juin dernier et la Présidentielle ce 21 juillet. « Les bureaux de vote ont ouvert à 7 h ce mardi au Burundi, pour une élection dont l’issue ne fait aucun doute » commente hostile l’AFP, qui parle de « La fuite en avant du président burundais ». Quelque 3,8 millions de Burundais sont appelés aux urnes pour un scrutin sans suspense boycotté par l’opposition, et « jugée non crédible par la communauté internationale » dit encore l’AFP, qui oublie de préciser que Moscou, Pékin et une bonne partie des BRICS soutiennent Pierre Nkurunziza.

 Le scrutin est boycotté par l’opposition, instiguée par Washington, Paris et Bruxelles, qui dénie le droit à Pierre Nkurunziza – élu en 2005 et en 2010 – de briguer un nouveau mandat (deux interprétations de la Constitution et des Accords d’Arusha s’opposent) et dénonce un «simulacre d’élection», dont elle a demandé sans succès le report.

 WASHINGTON CONDAMNE LES ELECTIONS AU BURUNDI

 Mais l’AFP c’est ici la Voix de son maître. Et l’opposition compadore encore plus ! Car le discours à charge contre la Président burundais est organisé, planifié depuis près d’un an dans les officines américaines spécialisées, celle de la NED, de la NDI, de l’US-AID et de Soros, dont son ICG.

 Hier les masques sont tombés. Les Américains ont pris la tête du mouvement qui entend installer un régime pro-occidental fantoche à Bujumbura ! John Kirby, porte-parole du département d’Etat américain, a en effet déclaré ce mardi dans un communiqué que l’élection présidentielle au Burundi ne sera pas «crédible» et discrédite encore «davantage» le gouvernement qui l’a organisée dans un contexte très tendu. «Les Etats-Unis préviennent que des élections tenues dans les conditions régnant actuellement au Burundi ne seront pas crédibles et discréditeront davantage le gouvernement», a noté le porte-parole.

 UN CLIMAT DE PEUR DANS LA CAPITALE CONTRE LES PARTISANS DU PRESIDENT

 Si le Pays est calme, dans les quartiers de la capitale où a été organisé le « maidan burundais », la tension et la peur règne. Mais contre les partisans de l’élection ! Deux heures après l’ouverture du scrutin, l’affluence devant les bureaux de vote, dont certains ont ouvert en retard, était extrêmement faible, a constaté un journaliste de l’AFP. «Il est encore trop tôt, il y a eu beaucoup de tirs cette nuit», a expliqué une membre de la commission électorale nationale indépendante (CENI).

 A l’école Saint-Etienne, dans le centre-ville de la capitale, dès la sortie de l’isoloir, certains votants se ruaient vers une fontaine d’eau afin d’effacer l’encre de leur doigt pour éviter les représailles de la part de ceux qui boycottent le scrutin. «On efface l’encre car les gens ne veulent pas qu’on vote», confiait un électeur burundais. «Je ne veux pas retourner dans mon quartier avec de l’encre sur le doigt», confirmait une autre électrice dans le quartier de Gyosha, au nord-est de la capitale.

 L’ONU APPELLE AU CALME

 A quelques heures de l’ouverture du scrutin, le secrétaire général de l’ONU Ban Ki-moon a appelé les autorités burundaises à «tout faire pour assurer la sécurité et la tenue pacifique» de l’élection présidentielle. Il invite «toutes les parties à s’abstenir de commettre toute forme de violence qui pourrait compromettre la stabilité du Burundi et de la région».

 La prise de position de l’Administration Obama, dès Août 2014, contre la candidature de Pierre Nkurunziza a plongé depuis fin avril le Burundi dans une profonde crise politique, émaillée de violences qui ont fait plus de 80 morts. Après la très large victoire sans surprise du parti au pouvoir, le CNDD-FDD, aux législatives et communales du 29 juin, déjà boycottées par l’opposition, la victoire de Pierre Nkurunziza ne fait aucun doute, selon les observateurs. En face, ne restent que trois candidats issus de petites formations réputées alliées au pouvoir, en plus de son principal opposant, Agathon Rwasa, qui n’a pas retiré officiellement sa candidature, mais conteste à l’avance la légitimité du scrutin et dit n’avoir pas fait campagne.

 UN «PLURALISME DE FAÇADE» DISENT LES RESEAUX SOROS !

 Les trois autres candidats enregistrés – Minani, président du parti Frodebu-Nanyuki (opposition), et les deux anciens chefs de l’Etat Domitien Ndayizeye et Sylvestre Ntibantunganya, tous trois opposés à un troisième mandat de M. Nkurunziza, mais surtout tous inféodés à Washington – se sont retirés de la course, dénonçant «une mascarade» et une élection «pas aux normes […] internationales».

 On a compris que l’on est encore et toujours dans « La Voix du maître américain », lorsque lon sait qui sont les « experts » chargés de donner le ton dans les médias pro-occidentaux. « Malgré un pluralisme de façade, il s’agit d’une élection à un seul candidat dont les Burundais connaissent déjà l’issue », a commenté Thierry Vircoulon, de l’International Crisis Group. Le fleuron des réseaux Soros, où le spéculateur international siège au conseil d’administration …

 LE PARI GAGNE DE PIERRE NKURUNZIZA

 Les résultats de l’élection présidentielle au Burundi sont attendus vendredi et devraient offrir sans surprise un troisième mandat au chef de l’Etat Pierre Nkurunziza. “Les représentants des Commissions électorales provinciales sont en train d’acheminer les résultats” à la Commission électorale nationale indépendante (Céni) à Bujumbura, a expliqué à l’AFP son porte-parole, Prosper Ntahorwamiye. “Au plus tard demain dans la matinée, on aura les résultats et on commencera la compilation au niveau national (…) nous tablons sur une proclamation des résultats vendredi à 15H00”. Si aucun chiffre officiel n’a été publié jusqu’ici, il a estimé que la participation s’établirait entre 70 et 80%.

 Conseiller en communication du président Nkurunziza, Willy Nyamitwe a tiré mercredi lors d’un débat sur RFI “un bilan largement positif” de cette élection, dénoncée comme une “mascarade” par l’opposition compradore et quasi-unanimement critiquée par la soi-disant « communauté internationale » (réduite au bloc américano-atlantiste comme d’habitude) commente l’AFP, notamment les États-Unis, l’Union européenne et la Belgique, ancienne puissance coloniale qui porte de lourdes responsabilités dans la guerre civile de 1993-2006 et le climat politique qui l’a préparée. “La conduite de cette élection est là pour convaincre, même les indécis, que le Burundi a atteint une certaine maturité dans la conduite d’élections libres, apaisées et transparentes”, a-t-il déclaré.

 On notera encore que loin des médiamensonges occidentaux décrivant un « président isolé » (sic) face à une opposition majoritaire (resic), de nombreuses forces politiques soutiennent le processus électoral. Ce sont les formations politiques du CNDD-FDD présidentiel, du FNL dit de Jacques Bigirimana, l’UPRONA dit de Concilie Nibigira, la coalition de Rwasa Agathon et Charles Nditije, et le FRODEBU du Dr. Jean Minani, qui se sont mobilisés.

 Luc MICHEL

 (*) Cfr. Mon interview pour LA VOIX DELA RUSSIE :

LUC MICHEL SUR LA VOIX DELA RUSSIE/ INTERVIEW CHOC : REVOLUTIONS DE COULEUR. VOICI LE TOUR DE L’AFRIQUE ET DE LA CHINE !

sur http://www.lucmichel.net/2014/12/22/luc-michel-sur-la-voix-de-la-russie-interview-choc-revolutions-de-couleur-voici-le-tour-de-lafrique-et-de-la-chine/

et http://www.lucmichel.net/2014/12/24/luc-michel-sur-la-voix-de-la-russie-interview-choc-2-revolutions-de-couleur-voici-le-tour-de-lafrique-et-de-la-chine/

 Photo : Burundi/Elections 2015: La campagne électorale bat son plein à l’intérieur du pays, loin des médiamensonges occidentaux.

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LE VISAGE SANGLANT DE BUSH !

Bloody Bush

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Un incroyable portrait de Bush réalisé avec les photos de tous les militaires tués à cause de son mensonge sur l’Irak, qui a précipité le pays dans le chaos et l’US Army dans un bourbier du style Vietnam.

Tout çà pour voir DAECH une décennie plus tard s’ériger en “état islamique” et le Levant tout entier précipité dans la tourmente !

PCN-SPO

ECCO IL 171° SEGNALE DELLA RIPRESA: IN 5 ANNI DI CRISI EMIGRATI IN 500.000

ai disoccupati italiani mica viene dato vitto e alloggio per restare qui. Non siamo mica risorse, siamo choosy. Agli italiani, non viene garantito vitto e alloggio nemmeno dai paesi scelti, a proposito di eguaglianza e razzismo
Di Leonardo , il 22 luglio 2015
VALIGIE
di LUIGI CORTINOVIS
 
L’ultima delle boutade renziane è quella del bonus (che pagano i soliti noti ovviamente) per far rientrare i “cervelli” in Italia. Nel frattempo, teste d’uovo o meno, dallo stivale han preso il largo in parecchi.
 
Riporta l’Agenzia Agi: Il perdurare della crisi economica costringe un numero crescente di italiani a trasferirsi stabilmente oltre confine alla ricerca di migliori condizioni di vita e di lavoro. Dal 2008 al 2013 dal Belpaese sono emigrate complessivamente 554.727 persone, di cui 125.735 soltanto nel 2013 con una crescita rispetto al 2008 del 55% su base annua. Lo rivela una ricerca del Centro studi ImpresaLavoro su elaborazione dei dati Eurostat, sottolineando che il 39% di questi italiani (214.251, di cui 47.048 soltanto nel 2013) sono giovani di età compresa tra i 15 e 34 anni.
Anche in questo caso si segnala un trend in rapida crescita: rispetto al 2008 i giovani che hanno scelto di trasferirsi oltre confine sono aumentati del 40%.
 
In questi ultimi sei anni, la destinazione più gettonata è stata la Germania, colpa della Merkel… (che ha accolto 59.470 persone, di cui 13.798 solo nel 2013), seguita dal Regno Unito (51.577), dalla Svizzera (44.218), dalla Francia (38.925) e dalla Spagna (25.349). Fra i giovani di età compresa tra i 15 e 34 anni la meta preferita è diventata invece il Regno Unito (27.263 emigrati, pari al 53% del totale), che precede la Germania (41%), la Svizzera, la Francia e la Spagna.
 
Hanno scelto di emigrare negli Stati Uniti 26.072 italiani (fra questi 9.104 giovani), di cui 5.560 soltanto nel 2013. Sempre dal 2008 al 2013, altre mete di destinazione sono state nell’ordine il Belgio (12.064), l’Albania (9.470) e la Slovenia (1.629).
 
L’Albania??? Sarà colpa di Lambrenedetto…
 
GUARDA IL VIDEO
 

Grecia in fiamme, un morto nel Peloponneso

grecia
Il governo chiede aiuto a Francia e Italia per l’invio di aerei cisterna. Salta il Consiglio dei ministri inizialmente convocato nel pomeriggio per definire un rimpasto di governo.
La Grecia brucia e non metaforicamente. Le alte temperature e i forti venti hanno provocato vasti incendi nella capitale — coperta da una cortina di fumo — e nel Peloponneso meridionale, dove centinaia di persone — anche turisti — sarebbero tuttora intrappolati in quattro focolai d’incendio.
 
Un uomo di 58 anni è morto per il fumo inalato. La vittima, che si trovava nella regione della Laconia è stata trasportata in ospedale nella città di Neapoli, dove è arrivata con gravi problemi respiratori che hanno causato un infarto. Le fiamme sono partite da una zona montana e si sono propagate rapidamente a causa del vento sostenuto, che nel corso della giornata ha continuato ad aumentare in intensità. Per il momento sono stati evacuati cinque villaggi e due campeggi a causa dell’incendio, che ha colpito anche un numero imprecisato di abitazioni. Secondo la tv pubblica greca, il governo potrebbe avere già chiesto a Italia e Francia l’invio di aerei cisterna per domare le fiamme.L’emergenza è tale che il premier, Alexis Tsipras, ha rinviato il Consiglio dei Ministri, previsto per oggi pomeriggio e durante il quale era atteso un rimpasto di governo. Il premier, Alexis Tsipras, avrà invece un vertice d’emergenza con il ministro della Difesa, Panos Kammenos, per decidere il da farsi.
Intanto, Tsipras si è recato a visitare il centro della Protezione Civile e ha lanciato un appello alla calma alla popolazione. Il premier ha chiesto assistenza anche anche alle forze armate per affrontare l’incendio nell’area di Kareas alle porte di Atene.
 
 

Caldo killer, in Francia oltre 750 vittime !!!

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Il gran caldo di questi giorni sta causando gravi disagi alla popolazione in Italia ma anche in altri paesi limitrofi, specialmente in Francia,
ove le ondate di calore sono spesso molto forti ma che nell’ultimo periodo sono state molto più intense e durature del normale. In Francia si è abbattuta una tra le ondate di caldo peggiori degli ultimi decenni all’inizio del mese di Luglio, con il superamento dei 43°C in molte zone al confine con la Spagna e a Nord dei Pirenei, e molte persone sono morte a causa dell’afa eccessiva e delle condizioni di calore a tratti insopportabili e durature. Sono almeno 750 le persone morte in Francia a causa di queste numerose ondate di calore, solamente dall’inizio di Luglio. In India una tra le peggiori ondate di calore di sempre ha ucciso oltre 3.000 persone, qualche settimana dopo invece è stata la volta del Pakistan, ma adesso il gran caldo fa sul serio in Europa (oltre che nelle solite zone di Africa ed Asia). Il grande caldo sta colpendo l’Italia, nelle prossime 72 ore sono attesi i valori termici più alti da almeno due anni, ma non è da sottovalutare la situazione in Francia, dove secondo l’istituto francese di sorveglianza sanitaria (InVs) il tasso di mortalità per il caldo in Francia è stato molto più alto rispetto che agli anni precedenti, con oltre 750 decessi. Sono numeri molto alti, ma vi ricordiamo che nel 2003 nella sola Francia sono morte 15.000 persone, specialmente anziani e gente con problemi di cuore o di tipo respiratorio, a causa dell’Estate più calda nella storia.
 
 

CE SAMEDI SOIR 25 JUILLET 2015/ SUR AFRIQUE MEDIA TV : EMISSION ‘LE BOUQUET SPECIAL’

Vers 20H00 (Douala) et 21H (Bruxelles)… REDIFFUSION ce dimanche matin

Présentée par CAROLE NGUENG

En direct sur streaming sur http://lb.streamakaci.com/afm/ 

Avec tous les panelistes et Luc MICHEL (depuis Bruxelles)

AMTV - BOUQUET du 25  juillet (2015 07 25)  FR

# THEMES DE L’EMISSION ‘LE BOUQUET SPECIAL’

DU SAMEDI 25 JUILLET 2015

 I- COTE D’IVOIRE

Que pensez-vous de la décision du CNC de ne pas participer aux élections au cas où le gouvernement n’élabore pas les bases des élections claires ?

 II- GOLFE DE GUINEE

Comment sécuriser le Golfe de Guinée ?

 AMTV/ avec EODE Press Office et PANAFRICOM /

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CE SAMEDI 25 JUILLET 2015/ SUR AFRIQUE MEDIA TV : REDIFFUSION DE L’EMISSION ‘LE MERITE PANAFRICAIN’ DU 24 JUILLET

REDIFFUSION ce samedi vers 13h30 (Douala) ou 14h30 (Bruxelles/Paris/Berlin)

du MERITE PANAFRICAIN de ce 24 juillet

 AMTV - MERITE PANAF. du 24  juillet (2015 07 24)  FR

Présentée par Alain Michel YETNA

En direct sur streaming sur http://lb.streamakaci.com/afm/

Avec tous les panelistes et Luc MICHEL (depuis Bruxelles)

 # THEMES DE L’EMISSION ‘LE MERITE PANAFRICAIN’

DU VENDREDI 24 JUILLET 2015

 I- ATTENTAT SUICIDE AU CAMEROUN ET AU TCHAD :

ENQUETES SUR LES ARMES DE BOKO HARAM

a)    Les origines

b)    Comment détecter un kamikaze ou un véhicule piégé ?

 II- CHANGEMENT DE LA CONSTITUTION :

a)    Le cas du Congo Brazzaville

b)    Le cas du  Rwanda

c)     Le cas de la R.D.C

 AMTV/ avec EODE Press Office et PANAFRICOM /

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