
Dopo oltre tre ore di sosta imprevista, poco oltre la stazione di Meana, in direzione di Torino e Milano, la corsa del Tgv bloccato dalle quattro di oggi pomeriggio in Val Susa è ripartita intorno alle 19. Il convoglio privo di corrente per i danni causati dal pantografo d’alimentazione impazzito, che ha danneggiato la linea elettrica, è stato trainato a valle da un locomotore fatto arrivare apposta da Bussoleno.
E proprio a Bussoleno si sarebbe dovuta concludere la corsa al traino. Ma, a causa del peso eccessivo del Tgv, quando è arrivato nei pressi della stazione il locomotore a gasolio non è riuscito a fermare in tempo la propria discesa. Un imprevisto che ha costretto le Ferrovie a modificare i piani per trasbordare i 300 passeggeri intrappolati nel treno senza vita ormai da quasi quattro ore su comodi pullman diretti verso le destinazioni previste.
I tanti inconvenienti, la lunga attesa e il caldo hanno provocato alcuni episodi di panico tra i viaggiatori: qualche vetro è stato mandato in frantumi per cercare di far entrare un po’ d’aria fresca; prima che protezione civile e 118 portassero acqua e viveri non sono mancate le proteste per le scarse riserve del vagone ristorante. Ma, intorno alle otto di stasera, finalmente tutti sono riusciti a scendere dal treno della disperazione. E tra i soccorritori si è tirato un respiro di sollievo: tutto sommato, a parte qualche lieve malore, l’odissea del Tgv non ha causato danni irreparabili.
Dodici ore dopo l’incidente, la polizia è ritornata sui binari dell’alta velocità, tra Meana di Susa e Chiomonte. Qui, ieri pomeriggio, si è arrestata la corsa del Tgv che da Parigi era diretto alla stazione di Porta Susa. In un attimo il treno è rimasto senza elettricità. Immobile, senza luce, aria condizionata, acqua. I passeggeri, in tutto circa 300, esasperati dal caldo e da un’attesa durata più di tre ore, sono arrivati a spaccare i vetri di alcuni finestrini per poter respirare. «Un guasto tecnico» spiegavano ieri i tecnici delle ferrovie. «La rottura del pantografo ha danneggiato i cavi della linea aerea, compromettendo l’alimentazione del Tgv» confermava poco dopo la stessa polizia ferroviaria che per prima ha gestito l’emergenza.
Gli investigatori, però, adesso vogliono capire perché quel pantografo si sia improvvisamente rotto. A Meana sono al lavoro sia gli agenti della Digos che gli uomini della Scientifica. Segno che l’attenzione sull’accaduto è massima. E la vicinanza al cantiere di Chiomonte, a poca distanza da dove (a Venaus) proprio in questi giorni il campeggio No Tav sta creando non pochi grattacapi alle forze dell’ordine che devono garantire la sicurezza attorno all’area del cantiere dell’alta velocità, non fa altro che alimentare dubbi e sospetti. Ipotesi che però, prima di qualsiasi altra considerazione, dovranno essere per prima cosa verificate e, se possibile, provate.