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MERCOLEDÌ 14 GENNAIO 2015
Sono desolato, ho provato a fare posto ma Charlie Hebdo proprio non ci sta. (Mauro Murta)








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Siamo certi che le autorità hanno fatto di tutto per aiutarlo vero?
Certi umani non hanno diritto a vitto e alloggio gratis
13 gennaio 2015
Tragico episodio a Cima Sappada: A.C.B., 41 anni, è morto colpito dalla motosega che stava manovrando all’interno del fienile vicino a casa. Secondo gli inquirenti si tratterebbe di un suicidio. Intorno alle 16, un vicino si è accorto che l’attrezzo aveva colpito al collo il 41 enne, causandogli una ferita profonda. Subito è partita la chiamata al 118, arrivato sul posto insieme ai vigili del fuoco di Santo Stefano di Cadore e ai carabinieri della Compagnia di Cortina d’Ampezzo. All’arrivo dei soccorritori nel bosco, però, non c’era già più niente da fare: troppo ingente la perdita di sangue, l’uomo non ce l’aveva fatta. Così, constatata la morte dell’uomo, sono iniziate le operazioni per la ricomposizione della salma. Recentemente, il 41enne era caduto in depressione: rimasto senza lavoro, aveva già manifestato l’intenzione di farla finita.
Fonte corrieredelveneto.corriere
Ma non paghiamo le tasse per redistribuire il reddito in favore dei meno abbienti??????
Ah giusto è colpa dell’evasione
Che hanno fatto le innumerevoli costosissime autorità PER LUI??????
14 gennaio 2015
Si è impiccato ad una trave della soffitta. Ha lanciato una corda e si è impiccato a 85 anni ed è stata la moglie a scoprirlo in mattinata. Una mattinata tragica in un centro del Casentino. Vittima un ex falegname, anche conosciuto nella zona, che ha fatto questo estremo gesto all’epilogo di una situazione di gravissima difficoltà. Sulla scelta, oltre a problemi di depressione, anche una situazione economica molto difficile e acuita dal tentativo di venire incontro a chi si era ritrovato in situazione di reale indigenza. Sul posto i carabinieri e l’ambulanza del 118.
Fonte lanazione
Un choosy in meno. Per fortuna che importiamo tante risorse per la ripresa
9 dicembre 2014
Purtroppo, a distanza di una decina di giorni appena, siamo di nuovo a dovervi parlare di un atto estremo d’autolesionismo nella zona Sud della città. Intorno alle 7 di questa mattina – là dove viale Aldo Moro fa angolo col tratto iniziale di via delle Industrie e col piazzale dell’Ansaldo Breda e via Gebbione -, un giovane di appena 24 anni s’è tolto la vita, lanciandosi dal quarto piano. Anomala peraltro la dinamica: con più fortuna forse il ragazzo avrebbe potuto salvarsi… Il suo corpo, nel tragico lancio, ha infatti impattato col balcone del secondo piano dello stesso stabile, per poi finire sul selciato. Il ragazzo, al momento del contatto col suolo, era ancòra vivo. Purtroppo, però, i soccorsi sono stati vani. Ogni gesto suicida è una tragedia e, sovente si porta dietro tragedie personali o familiari. Anche stavolta è andata così. E chi conosceva il povero ragazzo sottolinea come si fosse dato da fare già ventenne, come banconista in qualche esercizio della zona, ma purtroppo senza lavoro ormai da 4 anni; e come l’avesse spinto verso il “male oscuro” – la depressione – la separazione dei suoi genitori, da lui vissuta assai male. Il padre, carabiniere, a quanto pare si trovava adesso in convalescenza, dopo un incidente accadutogli in servizio.
Fonte reggiotv
Lo stato in che modo aiuta????
14 gennaio 2015
Ha deciso di farla finita il noto imprenditore di Taurianova Vincenzo Cannatà conosciuto da tutti come Cecè. Patron di una società leader nel settore della cancelleria e di prodotti da ufficio, aveva tentato già il suicidio nell’ottobre scorso, ma un tempestivo intervento del figlio lo aveva salvato.
Un gesto estremo, quello odierno, dettato probabilmente dalla grave crisi economica, che aveva investito la sua azienda a seguito di un incendio, che nel 2010 aveva quasi completamente distrutto l’area industriale della ditta e lo aveva costretto a licenziare 50 dipendenti, e che solo alcuni mesi fa lo aveva portato purtroppo a tentare un gesto simile.
Fonte strettoweb
Tutti choosy. In Italia c’è tanto lavoro. E queste persone come ci si aspetta che riescano a pagare le tasse e restituire i mutui?? Lo stato li esonera dal pagare le miliardi di gabelle? Viene loro incontro garantendo vitto e alloggio??????
9 gennaio 2015
Oltre 28.500 dipendenti messi in mobilità in aziende sopra 15 dipendenti Milano, Licenziamenti collettivi in Lombardia verso il record storico. Sono oltre 28.500 i lavoratori messi in mobilità nel 2014 nelle aziende sopra i 15 dipendenti, oltre il 10% in più rispetto all’anno precedente. È quanto emerge dalle stime elaborate dal dipartimento mercato del lavoro della Cisl Lombardia, sulla base dei dati regionali relativi alle iscrizioni alla lista di mobilità. «I dati – commenta Osvaldo Domaneschi, segretario generale Cisl Lombardia – segnano un drammatico record storico. Mai il livello dei licenziamenti è stato così alto, siamo al triplo dei dati rispetto a sei o sette anni fa»«. Con le nuove regole del Jobs Act e le misure previste dalla Legga di Stabilità, secondo Domaneschi »le imprese non hanno più alibi, devono investire e assumere«. I licenziamenti collettivi nel 2014 finora registrati sono stati 26.028, contro i 25.789 del 2013. Mancano però ancora i dati di dicembre, per i quali si stimano oltre 2.500 licenziamenti, poiché dal 1 gennaio 2015 sono cambiate le regole (si riduce la durata dell’indennità per chi ha più di 40 e di 50 anni) e la mobilità, soprattutto per l’aggancio alla pensione, è stata usata moltissimo negli ultimi mesi dell’anno scorso. «Il mondo del lavoro lombardo non può permettersi un altro anno di lacrime e sangue. Chiederemo alla Regione – conclude Domaneschi – di aprire un tavolo sul settore manifatturiero, spina dorsale del nostro sistema produttivo, perché si individuino le linee di intervento strategiche per favorire la ripresa».
Fonte AdnKronos
Quindi la gente non ha di che restituire i prestiti e mutui diventano sofferenze che vengono garantite dallo stato, quindi sempre dalle persone che non ne hanno più a suon di nuove tasse Questa sì che è democrazia. E per chi di soldi non ne ha?
14 gennaio 2015
La salute delle banche italiane è sempre più a rischio. Le loro sofferenze, cioé i crediti che sono difficili da recuperare e a rischio di insolvenza, sono aumentate nel novembre scorso del 18,4% annuo. Un dato allarmante, che pone in primo piano il problema della qualità del credito presso i nostri istituti finanziari, e che ci richiama all’urgenza di risolverlo.
NEL VENTRE DELLE NOSTRE BANCHE, ZAVORRE A PIÙ NON POSSO – Per questa ragione, il governo, Bankitalia e la BCE stanno mettendo a punto un piano che prevede l’intervento dello Stato italiano come garante per la cartolarizzazione di una parte di questi prestiti difficili, e che pesano sui bilanci delle banche per un ammontare pari a 180 miliardi. La stretta al credito nei confronti delle banche italiane, infatti, trova la sua ragion d’essere anche – e soprattutto – in queste ingombranti zavorre, che non solo appesantiscono il ventre delle banche, ma iniziano anche a spaventare Draghi &co. Dallo scorso settembre la BCE ha annunciato un programma di interventi su pacchetti di titoli privati (gli Abs, assetbacked securities) fino a 500 miliardi di euro, con l’obiettivo di alleggerire gli istituti dai prestiti mutuati nei confronti di famiglie e imprese, che si trovino già in ritardo con i pagamenti.
I DATI DI BANKITALIA – Ecco alcuni dati pubblicati da Bankitalia e che ci riguardano direttamente. Il tasso di crescita annuale delle sofferenze bancarie italiane è risultato pari al 18,4% (19,1% nel solo mese di ottobre). I tassi di interesse sui finanziamenti erogati alle famiglie per l’acquisto di una casa sono stati pari al 3,19%; quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo sono saliti a 8,83%. I prestiti al settore privato hanno registrato una contrazione su base annua dell’1,6% e quelli alle famiglie sono calati dello 0,5% nei dodici mesi. Si tratta di un quadro che descrive fin troppo bene il cagionevole stato di salute dell’economia italiana. Per questo, il governo, Bankitalia e la BCE stanno lavorando insieme per un intervento urgente e risolutivo.
IL PIANO SALVA-BANCHE – Ecco la proposta di liberare le banche di almeno 50 dei 180 miliardi di sofferenze. In realtà se ne parlava già dallo scorso autunno, da quando il presidente del Consiglio Matteo Renzi aveva deciso di affrontare la questione insieme al governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, e al Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Però non era stata ancora intrapresa la strada dei fatti abbandonando quella delle parole vane, e l’intraprendenza del governo si era arenata davanti alla responsabilità di dover concretizzare una scelta politica piuttosto impopolare. Anche Enrico Letta, prima di Matteo Renzi, aveva declinato l’invito a intervenire direttamente nel sistema finanziario per salvare le banche col denaro dei contribuenti italiani. Ora però sembra esser giunto il tempo di rompere gli indugi, e la Banca d’Italia rilancia il piano d’intervento, sostenendo di aver pronto già da molto il progetto di una «bad bank»: una sorta di veicolo finanziario, sostenuto da garanzie pubbliche, per riassorbire i crediti deteriorati. PER RENZI ALL’ORIZZONTE UNA SCELTA IMPOPOLARE – Il tentativo è quindi quello di usare lo strumento del quantitative easing per liberare le banche dalla zavorra. La strategia consiste nel cercare di sfruttare il fatto che i crediti deteriorati, raccolti in titoli Abs, genererebbero ancora flussi di cassa positivi grazie ai pagamenti dei debitori. Non si tratta perciò di titoli completamente tossici, e potrebbero essere «segmentati» in parti differenti caratterizzate ognuna da un certo grado di rischio, ma anche coperte da una garanzia pubblica (il «mezzanino»). Tecnicamente la strada appare percorribile, ma resta il fatto che nessun governo italiano ha mai osato prima d’ora utilizzare soldi pubblici per un’operazione di questo tipo. Inoltre, il nostro rating rischia di essere declassato, e se questo accadesse sarebbe molto difficile per la BCE accettare la garanzia di uno stato che non naviga in buone acque. Il tempo stringe, ma il problema delle nostre banche si fa sempre più urgente.
Fonte economia.diariodelweb
13 gennaio
Due euro a voto per fare il presidente della Regione. CHE TIRCHI!
[Nella Foto Sergio Cofferati e Raffaella Paita]
Diciamolo subito: la cosa che davvero colpisce delle primarie liguri del Pd non è la compera dei voti, è la tirchieria. D’accordo, da quelle parti non è merce rara, ma quando è troppo è troppo. Pare che gli immigrati marocchini inviati ai seggi – la fonte è l’insospettabile Repubblica – abbiano ricevuto 2 euro per votare il candidato (più probabilmente, la candidata) che li ha organizzati. Dei cinesi non si sa. Riservati e furbacchioni come sempre supponiamo ne abbiano strappati anche 3.
Stando a queste tariffe la vittoria della renziana Raffaella Paita – assessora alla protezione civile in una Regione dove chi ha ricoperto quel ruolo dovrebbe come minimo andare in esilio – sarebbe stata una questione di poche migliaia di euro. Cofferati, che ligure è solo d’adozione, si starà mangiando le mani.
Gli estremisti che da sempre denunciano le primarie come uno strumento delle lobby hanno sbagliato anche questa volta. Sì, per vincere devi avere molti appoggi in alto, ma anche buoni agganci in basso. Mica per niente, lì i voti costano meno. E in tempi di risparmi sui costi della politica vi sembra poco? Sul punto anche Beppe Grillo sarà d’accordo.
Dice: ma con tutto il marcio che queste primarie hanno evidenziato, te la prendi con la tirchieria? E’ sì, miei cari, perché quell’avarizia è proprio il segno dei tempi. Almeno, quando imperversava il Cavaliere, il voto di qualche parlamentare valeva milioni, in euri e benefit vari. Ora, ti ritrovi a capo della Liguria – regione che fino a ieri si riteneva sfortunata solo per le alluvioni – spendendo soltanto gli spiccioli del primo stipendio da governatrice. Quando si dice la decadenza della politica!
La signora Paita ha goduto anche dell’appoggio esplicito dell’Ncd ligure. Evidentemente con le minoranze etniche ci sa fare. Cofferati ha contestato, Nichi Vendola è “inovvidito“. Ma come, questo cambio di alleanze… Cambio? Sveglia signori: con chi governa Renzi a livello nazionale?
Ve lo diciamo noi: governa col Coniglio mannaro soprannominato Alfano, e fin lì ci eravate arrivati. Quello, con i denti che si ritrova, lascia tracce anche quando si muove nel sonno. Ma solo con Alfano? Suvvia, ancora uno sforzo, non sarà che governa anche con il pregiudicato dedito all’assistenza degli anziani, giusto a dimostrare quanto possa esser dura la vecchiaia?
E, dicono i malevoli, che governino insieme anche per alcuni precisi interessi. Interessi che in Liguria sono cementati dal… cemento. Un materiale che entusiasma tanto i “burlandiani” (da Claudio Burlando, attuale sGovernatore della regione), che gli scajoliani (da Claudio Scajola, ex ministro ed esperto di centrali nucleari, tangenti varie e case con vista sul Colosseo).
Che le cose in Liguria siano andate così lo sanno anche i sassi. Perfino l’insospettabile Angelo Sanza – portavoce nazionale del “Centro Democratico“, presente alle primarie con un proprio candidato che ha ottenuto un risultato da prefisso telefonico internazionale – è sbottato. Questa la sua fotografia: «file di cinesi ai seggi… persone che chiedono agli imbarazzati scrutatori dove possono ritirare il compenso che gli è stato promesso… noti esponenti del centrodestra ai seggi…».
Ma quanto sono belle le primarie… Che bella la democrazia senza i partiti… Vuoi mettere tutte quelle perdite di tempo. E magari qualche volta gli iscritti volevano pure contare. Adesso invece i voti li può direttamente comprare e ad un prezzo che ha dell’incredibile. Quando si dice la deflazione…
Ora il povero Cofferati contesta il risultato. Ma a quale partito credeva di essere iscritto? Parla addirittura di un intervento della magistratura, come se le regole delle primarie fossero una legge dello Stato. Ma per favore! Riflettessero, almeno per una volta, sulla porcata chiamata “primarie”, un giochino nato giusto per premiare i gruppi di potere più spregiudicati.
La sfacciataggine della Paita, dote imprescindibile per ogni renziano/a che si rispetti, è forse più utile per la comprensione delle cose. Intanto è una che si vanta della «conoscenza del territorio». Sul punto gli alluvionati degli autunni liguri avrebbero forse qualcosa da ridire, ma in quanto a conoscenza dei gruppi etnici organizzati si è rifatta abbondantemente. Del resto, ha rivendicato: «io sono per l’integrazione». E qualche risultato l’ha effettivamente raggiunto, integrando almeno per un giorno alcune migliaia di persone incolpevoli nel marciume del partito che governa l’Italia.
Magari, per la prossima volta, il Pd dovrebbe cercare di migliorare l’efficienza. Ad esempio, chiarendo dove si ritira il compenso (perché non direttamente dal presidente del seggio?). Oppure evitando ai più tecnologici cinesi di La Spezia la fatica della fotografia della scheda appena votata. In fondo basta abolire la segretezza del voto e non se ne parla più.
Insomma, pure le primarie hanno bisogno di essere riformate. Dategli tempo e vedrete che Renzi provvederà anche a questo.
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DANS LA TETE DE CES PETITS FLICS NEOCONS AMERICANISES DES CENTAINES DE GUENTANAMO !!!
Lundi 12 janvier 2015. France 2, journal de 13h. Nathalie Saint-Cricq, responsable, depuis juin 2012, du service politique de la chaîne, est interrogée par Elise Lucet …
Elise Lucet : “On parle beaucoup depuis quelques jours, Nathalie, d’unité nationale mais attention toute la France n’était pas dans la rue hier”.
Nathalie Saint-Cricq : “Ah non Elise faut pas faire preuve d’angélisme. C’est justement ceux qui ne sont pas “Charlie” qu’il faut repérer, ceux qui, dans certains établissements scolaires ont refusé la minute de silence, ceux qui “balancent” sur les réseaux sociaux et ceux qui ne voient pas en quoi ce combat est le leur. Eh bien ce sont eux que nous devons repérer, traiter, intégrer ou réintégrer dans la communauté nationale.”
Video sur PCN-TV : https://vimeo.com/116701545
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Avec AFP – Forbes – PCN-SPO/ 2015 01 14/
Un exemple révélateur de l’uniformisation des médias occidentaux, et singulièrement francophones, nous est encore donné ce jour. « Libération, L’Express et la chaîne israélienne i24news bientôt réunis » annonce l’AFP.
Le journal Libération, la chaîne d’information israélienne i24news et le magazine L’Express (on comprend mieux ainsi certaines positions …) vont être réunis « au sein d’un nouveau groupe plurimédias “Mag&NewsCo”, détenu par le patron de Numéricable et SFR Patrick Drahi, coactionnaire de Libération, et son associé Marc Laufer, ont-ils annoncé mercredi ». Presse écrite, magazines, TV, radio, distribution Bouquet TV, location de films, publicité (et donc contrôle médiatique), téléphonie mobile : une concentration au profit de de i24news …
“Mag&NewsCo, groupe média diversifié, intégrera la télévision, la radio, la presse écrite, le numérique et le mobile”, indiquent les deux hommes d’affaires, qui sont en train de racheter au groupe belge Roularta les magazines L’Express et L’Expansion, et 8 autres titres. “Marc Laufer et Patrick Drahi seront les deux seuls actionnaires du groupe. Le management opérationnel sera effectué par Marc Laufer”, précisent-ils. Pour l’instant, Libération est détenu à 50% par Patrick Drahi et Marc Laufer, et 50% par l’homme d’affaires Bruno Ledoux et ses associés.
L’homme d’affaires franco-israélien Patrick Drahi, « 4e fortune de France » selon le magazine Forbes, et son allié Marc Laufer « négocient avec Roularta le rachat de l’hebdomadaire L’Express, du mensuel économique L’Expansion et des titres Mieux vivre votre argent, Lire, Classica, Studio Ciné Live, L’Entreprise, qui intègreront la nouvelle entité, tout comme les sept titres spécialisés détenus par le groupe NewsCo de Marc Laufer. Les deux hommes s’intéressent par ailleurs à Radio Nova », ont-ils confirmé.
Pendant l’été 2014, Patrick Drahi, « qui a créé un vaste groupe télécoms présent dans 9 pays, a renfloué le quotidien Libération, proche de la faillite, en apportant 14 des 18 millions d’euros qui ont sauvé le journal, puis une rallonge d’une dizaine de millions ».
En Israël, il a racheté le groupe Hot (chaînes de télévision et téléphonie mobile) et créé la chaîne d’information internationale i24 News, chargée de porter une vision israélienne de l’info. En France, il a racheté des petites chaînes thématiques comme Vivolta, Shorts TV, Kombat Sport et le groupe MCS.
Comme les monopoles tuent le commerce et l’industrie – « la science contre les monopoles » affirmait le géopoliticien allemand Anton Zichka avec raison -, le monopole de l’information tue l’information. Et le pluralisme des idées …
LM
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