Roma: Sofferenze bancarie, bomba ad orologeria, istituti Italiani a rischio

Quindi la gente non ha di che restituire i prestiti e mutui diventano  sofferenze che vengono garantite dallo stato, quindi sempre dalle persone che non ne hanno più a suon di nuove tasse Questa sì che è democrazia. E per chi di soldi non ne ha?

 14 gennaio 2015

La salute delle banche italiane è sempre più a rischio. Le loro sofferenze, cioé i crediti che sono difficili da recuperare e a rischio di insolvenza, sono aumentate nel novembre scorso del 18,4% annuo. Un dato allarmante, che pone in primo piano il problema della qualità del credito presso i nostri istituti finanziari, e che ci richiama all’urgenza di risolverlo.

NEL VENTRE DELLE NOSTRE BANCHE, ZAVORRE A PIÙ NON POSSO – Per questa ragione, il governo, Bankitalia e la BCE stanno mettendo a punto un piano che prevede l’intervento dello Stato italiano come garante per la cartolarizzazione di una parte di questi prestiti difficili, e che pesano sui bilanci delle banche per un ammontare pari a 180 miliardi. La stretta al credito nei confronti delle banche italiane, infatti, trova la sua ragion d’essere anche – e soprattutto – in queste ingombranti zavorre, che non solo appesantiscono il ventre delle banche, ma iniziano anche a spaventare Draghi &co. Dallo scorso settembre la BCE ha annunciato un programma di interventi su pacchetti di titoli privati (gli Abs, assetbacked securities) fino a 500 miliardi di euro, con l’obiettivo di alleggerire gli istituti dai prestiti mutuati nei confronti di famiglie e imprese, che si trovino già in ritardo con i pagamenti.

I DATI DI BANKITALIA – Ecco alcuni dati pubblicati da Bankitalia e che ci riguardano direttamente. Il tasso di crescita annuale delle sofferenze bancarie italiane è risultato pari al 18,4% (19,1% nel solo mese di ottobre). I tassi di interesse sui finanziamenti erogati alle famiglie per l’acquisto di una casa sono stati pari al 3,19%; quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo sono saliti a 8,83%. I prestiti al settore privato hanno registrato una contrazione su base annua dell’1,6% e quelli alle famiglie sono calati dello 0,5% nei dodici mesi. Si tratta di un quadro che descrive fin troppo bene il cagionevole stato di salute dell’economia italiana. Per questo, il governo, Bankitalia e la BCE stanno lavorando insieme per un intervento urgente e risolutivo.

IL PIANO SALVA-BANCHE – Ecco la proposta di liberare le banche di almeno 50 dei 180 miliardi di sofferenze. In realtà se ne parlava già dallo scorso autunno, da quando il presidente del Consiglio Matteo Renzi aveva deciso di affrontare la questione insieme al governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, e al Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Però non era stata ancora intrapresa la strada dei fatti abbandonando quella delle parole vane, e l’intraprendenza del governo si era arenata davanti alla responsabilità di dover concretizzare una scelta politica piuttosto impopolare. Anche Enrico Letta, prima di Matteo Renzi, aveva declinato l’invito a intervenire direttamente nel sistema finanziario per salvare le banche col denaro dei contribuenti italiani. Ora però sembra esser giunto il tempo di rompere gli indugi, e la Banca d’Italia rilancia il piano d’intervento, sostenendo di aver pronto già da molto il progetto di una «bad bank»: una sorta di veicolo finanziario, sostenuto da garanzie pubbliche, per riassorbire i crediti deteriorati. PER RENZI ALL’ORIZZONTE UNA SCELTA IMPOPOLARE – Il tentativo è quindi quello di usare lo strumento del quantitative easing per liberare le banche dalla zavorra. La strategia consiste nel cercare di sfruttare il fatto che i crediti deteriorati, raccolti in titoli Abs, genererebbero ancora flussi di cassa positivi grazie ai pagamenti dei debitori. Non si tratta perciò di titoli completamente tossici, e potrebbero essere «segmentati» in parti differenti caratterizzate ognuna da un certo grado di rischio, ma anche coperte da una garanzia pubblica (il «mezzanino»). Tecnicamente la strada appare percorribile, ma resta il fatto che nessun governo italiano ha mai osato prima d’ora utilizzare soldi pubblici per un’operazione di questo tipo. Inoltre, il nostro rating rischia di essere declassato, e se questo accadesse sarebbe molto difficile per la BCE accettare la garanzia di uno stato che non naviga in buone acque. Il tempo stringe, ma il problema delle nostre banche si fa sempre più urgente.

 Fonte economia.diariodelweb

http://www.crisitaly.org/notizie/roma-sofferenze-bancarie-bomba-ad-orologeria-istituti-italiani-a-rischio/

Roma: Sofferenze bancarie, bomba ad orologeria, istituti Italiani a rischioultima modifica: 2015-01-14T20:40:16+01:00da davi-luciano
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