Inquinamento radioattivo, Trisaia di Rotondella e i trasporti pericolosi

Come in Val di Susa, i trasporti nucleari sono nascosti e pericolosi, ma qui le volontà sono americane. Un tentativo di ammaliare la popolazione.Le scorie sono ancora lì.

di Valsusa Report.

In località “Trisaia Inferiore”, nel comune di Rotondella (MT), sorge dal 1962, il Centro Ricerche ENEA Trisaia, nacque come centro di riprocessamento degli elementi esauriti del combustibile nucleare. Al suo interno l’impianto Itrec, acronimo di Impianto di Trattamento e Rifabbricazione Elementi di Combustibile, appunto è stato costruito nel periodo 1965-1970 dal CNEN, Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare. Tra il 1969 e il 1971, in seguito all’accordo tra il CNEN e la statunitense USAEC, United States Atomic Energy Commission, sono stati trasferiti nell’impianto 84 elementi di combustibile irraggiato uranio-torio provenienti dal reattore sperimentale Elk River del Minnesota.

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Nell’impianto di Trisaia vennero condotte ricerche sui processi di ritrattamento e rifabbricazione del ciclo uranio-torio per verificare l’eventuale convenienza tecnico-economica rispetto al ciclo del combustibile uranio-plutonio normalmente impiegato. Nel 1973 il CNEN è divenuto proprietario degli 84 elementi di combustibile di Elk River, 20 dei quali sono stati ritrattati, quindi rimangono 64 barre che devono essere eliminate. Nel 1987 a seguito del referendum sul nucleare, le attività sono state interrotte. Nel 2003, Sogin ha assunto la gestione dell’impianto con l’obiettivo di realizzare la bonifica ambientale del sito. L’area della Sogin nella Trisaia è recintata con del filo spinato, zona riservata e militare in alcune parti, come il laboratorio di “terre rare”.

Con l’Intesa MURST-ENEA per l’attuazione di un programma di interventi nel Mezzogiorno, a Legge 64/1986 e i Fondi Strutturali della programmazione comunitaria 1994-1999; furono allestiti laboratori di ricerca dotati di apparecchiature e strumentazioni avanzate e con installazione di impianti sperimentali pilota, per un valore complessivo di circa 72 milioni di euro. Trisaia è anche sede legale e operativa di alcune società partecipate (Consorzi TRAIN, TRE, CALEF, PROCOMP).

Qui arrivano i primi dubbi sull’utilizzo della Trisaia, “In data 7 novembre 2012 nel porto di Trieste alle ore 5:00 è giunto un tir con dei container contenenti delle barre d’uranio provenienti dal deposito di Avogadro di Saluggia (Vercelli), il carico radioattivo è poi salpato alle 9:30 a bordo della Sea Bird, nave cargo danese che fece rotta verso il porto di Charleston (Usa). Questo trasferimento di materiale nucleare in America fu il frutto dell’accordo di Seul Obama–Monti sulla restituzione del materiale strategico nucleare americano agli Usa”.

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Facendo un passo indietro al 25 giugno 2010, secondo l’ex-presidente della Sogin, Carlo Togni, “La situazione di Trisaia di Rotondella è deplorevole – dice Togni in un’intervista al quotidiano Gazzetta del Mezzogiorno – 64 barre di Elk River sono malamente conservate, e non potranno mai lasciare l’Italia”. Lo stesso articolo pubblica un rapporto della polizia locale di Matera, che dice – “solidificato attraverso il sistema Sirte-Mowa, che finora ha prodotto 770 elementi solidi. Ma parte di esso è ancora liquido, e viene mantenuto in una vasca”, la pericolosità quindi è massima, come riportato nel rapporto.

Dai comitati antinuclearisti locali partono delle considerazioni – “Il mercantile Sea Bird, partito da Trieste ha navigato  per raggiungere l’Atlantico  obbligatoriamente lungo il mar Jonio, cosa dire: se si fosse fermato a Taranto, le barre di Elk River sarebbero partite con un viaggio già pagato.  Certamente in questo momento le barre non erano pronte perché mancavano i cask, ma anche su questo ci chiediamo: perché tanti ritardi?”

Ricapitolando nell’impianto sono stoccati 64 elementi di combustibile irraggiato del ciclo uranio-torio che non possono seguire la via del riprocessamento, perché non esistono al mondo impianti industriali in grado di ritrattare questo tipo di combustibile. Si tratta di scarti ottenuti grazie ai lavori sperimentali effettuati su combustibile irraggiato uranio-torio proveniente da un reattore sperimentale statunitense, l’Elk River, nel Minnesota. Nella pancia dell’Itrec, quindi, non ci sono soltanto le barre di combustibile, ma anche tonnellate di rifiuti dentro barili ricoperti di cemento.

fusti stoccati in itrec

Tutto questo ha dato i suoi frutti, nel marzo 2011 alcune fonti qualificate avrebbero fatto circolare carteggi interni riguardo al trasferimento sospetto di materiale radioattivo. I documenti parlerebbero di un costante arrivo nel centro jonico di materiale nucleare, già dal gennaio 1991. Nel marzo del 1993 si verifica un incidente, questa volta scoperto. La condotta di 5 chilometri che dal Centro Enea della Trisaia sbuca nel mar Jonio, viene giudicata contaminata da liquido radioattivo dalla magistratura di Matera che ne dispone il dissotterramento. Nell’aprile del 1994 una cisterna perde liquido radioattivo. Nel libro “Avvelenato. Questa storia deve essere raccontata perché uccide la nostra gente”, dai giornalisti Manuela IATI e Giuseppe Baldessaro, viene riportato – “uno stock di plutonio è stato consegnato alla Trisaia di Rotondella da un altro centro, Saluggia, nel Nord Italia. Nel 2004 un gruppo di alti ufficiali della Trisaia è stato messo sotto inchiesta: sui giornali in merito a tale indagine, ce n’è uno in particolare che dice che a 100 metri sotto il mare al largo della costa dove si trova il centro, vi è presumibilmente una barca con i carri armati contenenti scorie nucleari a Trisaia di Rotondella centro: quella barca, secondo gli inquirenti, è uno dei tanti altri cosiddetti “navi dei veleni” che sono state fatte affondate di proposito al fine di liberarsi di materiali nucleari provenienti da traffici illeciti”.

Cosa dire, le maestranze allora rispondono nell’unico modo che conoscono per tranquillizzare le popolazioni, un pò di articoli e fumo negli occhi, tali da riuscire ad apparire preoccupati e ligi alla tutela ambientale e umana. Decidono uno spostamento. Spostamento che vedremo in seguito dettato più da scopi militari di fabbricazione, ed anche per la paura che il prezioso materiale utile a costruire bombe atomiche e le cosiddette “bombe sporche”, finiscano negli illeciti malavitosi di vendita, come dimostra l’inchiesta aperta dalla magistratura e riportata da Maurizio Bolognetti, un rappresentante locale del Partito Radicale – “Nel 1999 l’antimafia agenzia ha aperto un’inchiesta su un traffico di materiali illegali e altamente radioattivo e pericoloso che ha coinvolto il centro della Trisaia di Rotondella”,  “L’indagine è stata poi chiusa senza costi in corso contro chiunque, ma poi il direttore che aveva condotto l’inchiesta della sede locale di agenzia antimafia, Giuseppe Galante, ha detto in un’intervista a un giornale locale di aver ricevuto una “luce rossa”, nel senso che egli è stato spinto ad abbandonare le indagini. Ma ha rifiutato di dare ulteriori spiegazioni su questo”.

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Arriviamo così alla notte del 27 luglio 2013 un cargo contenente scorie radioattive si muove attorno alle 3:10 dal centro Enea-Trisaia di Rotondella per fermarsi all’aeroporto militare di Gioia Del Colle dove è arrivato attorno le sei del mattino del 27 luglio. A seguire il cargo “cask”, ossia un enorme cilindro blindato caricato su mezzi progettati per il trasporto speciale di materiale estremamente pesante, c’erano circa 300 agenti delle forze dell’ordine tra carabinieri, Polizia e Finanza. Il compito era quello di seguire il cargo lungo la 106 jonica e presidiare gli svincoli di Santeramo e Gioia del Colle.

Interviene No Scorie Trisaia in merito ad alcune “notizie diffuse dalla stampa e tv e onde evitare confusione sulle questioni nucleari che riguardano la Basilicata (dove a luglio 2013 si tese volontariamente tramite qualche quotidiano a fare disinformazione sul trasferimento delle barre di Elk River), vi confermiamo che 20 kg da ritirare dall’Italia (già decisi a Seul tra Obama e Monti ) non sono le barre di Elk River (che pesano invece diverse tonnellate ) e sono costituite da uranio e torio arricchito al 93% . Il 29 luglio 2013 partì dall’Itrec per destinazione non conosciuta circa un Kg di ossido di Uranio arricchito. Fa eco Legambiente in una nota a firma del suo vicepresidente Stefano Ciafani, “sarebbe veramente grave. La questione riapre, infatti, il problema del trasporto delle scorie nucleari, che il più delle volte avviene senza informare i cittadini e gli abitanti proprio come è accaduto recentemente in Piemonte con le scorie di Saluggia. L’assenza totale di informazione, di trasparenza e la militarizzazione del territorio, senza dare spiegazioni ai cittadini, non sono di certo una buona premessa. La strada da seguire e praticare per la gestione di rifiuti nucleari si basa invece su una corretta trasparenza e informazione. Per questo chiediamo alle istituzioni politiche di fare chiarezza sull’intera vicenda”.

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I sindaci dei Comuni di Rotondella, Nova Siri e Policoro in un comunicato, chiedono di “Essere informati, con urgenza, in merito a quanto presuntivamente consumato questa notte: spostamento di materiale nucleare dall’impianto Itrec di Rotondella verso Gioia del Colle». I sindaci confermano che l’operazione  «Si è svolta senza alcun tipo di coinvolgimento e di informazione, ha destato e desta preoccupazione nella popolazione tutta dei paesi contermini. Desta sconcerto e biasimo tutta la modalità applicata all’intera operazione, laddove confermata, e si è chiesto al Prefetto di intercedere presso i livelli superiori di governo e presso le società interessate, Sogin ed Enea al fine di avere garanzie di trasparenza nei confronti della materia nucleare che questa volta appaiono francamente elusi». Secondo la Sogin si tratterebbe di 84 elementi di combustibile irraggiato uranio-torio dal reattore sperimentale di Elk River, nel Minnesota, stoccate presso il centro di Trisaia di Rotondella.

Insomma il così “pregresso nucleare italiano” fa ancora parlare di sè, anche qui alla Trisaia di Rotondella, nulla o poco rimane chiaro tra smentite e inchieste antimafia. Quello che resta chiaro sono le pericolosità a cui vengono esposte le popolazioni e si va dai trasporti nucleari inutili e nascosti alla poco seria maniera di stoccaggio dei materiali e scorie nucleari radioattive con le varie perdite inquinanti dei territori. Quelle si restano e restano per centinaia di migliaia d’anni.

V.R. 27.08.14

Inquinamento radioattivo, Trisaia di Rotondella e i trasporti pericolosiultima modifica: 2014-08-30T22:09:51+02:00da davi-luciano
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