2016, fine della democrazia: il privilegio sarà legge

chissà quanti ancora ripeteranno in coro “ci guadagna la Germania” e mentre lo ripetono siamo annessi agli Usa

giovedì, febbraio 20, 2014

Si chiama Ttip, Trattato Transatlantico, e se va in porto siamo rovinati. A decidere su tutto – lavoro, salute, cibo, energia, sicurezza – non saranno più gli Stati, ma direttamente le multinazionali. I loro super-consulenti, attraverso lobby onnipotenti come Business Europe e Trans-Atlantic Business Dialogue, in questi mesi stanno dettando le loro condizioni alle autorità di Bruxelles e di Washington, che nel giro di due anni contano di trasformarle in legge. A quel punto, la democrazia come la conosciamo sarà tecnicamente finita: nessuna autorità statale, infatti, oserà più opporsi ai diktat di questa o quella corporation, perché la semplice accusa di  aver causato “mancati profitti” esporrà lo Stato nazionale – governo, magistratura – al rischio di pagare sanzioni salatissime.

Già oggi, vari Stati hanno dovuto versare 400 milioni di dollari alle multinazionali. La loro “colpa”? Aver vietato prodotti tossici e introdotto normative a tutela dell’acqua, del suolo e delle foreste. E le richieste di danni raggiungono già i 14 miliardi di dollari. La novità: quello che oggi è un incubo, domani sarà legge.
Se sarà approvato il Trattato Transatlatico, avverte Lori Wallach su “Le Monde Diplomatique”, niente fermerà più l’appetito privatizzatore dei David Rockefeller“padroni dell’universo”, specie nei settori di maggior interesse strategico: brevetti medici e fonti fossili di energia. Un sogno, a quel punto, concepire politiche di lotta all’inquinamento e per la protezione del clima terrestre. Il Ttip «aggraverebbe ulteriormente il peso di questa estorsione legalizzata», che giù oggi ricatta molti Stati, dal Canada alla Germania. Il grande business lavora per eliminare le leggi statali per far posto a quella degli affari. Attualmente, negli Usa sono presenti 3.300 aziende europee con 24.000 filiali. Ognuna di esse, dice Wallach, «può ritenere di avere buone ragioni per chiedere, un giorno o l’altro, riparazione per un “pregiudizio commerciale”». Peggio ancora per gli europei: sono addirittura 14.400 le compagnie statunitensi dislocate nell’Unione Europea, con una rete di 50.800 filiali. «In totale, sono 75.000 le società che potrebbero gettarsi nella caccia ai tesori pubblici».

L’aspetto più inquietante del “cantiere” del Trattato, un dispositivo destinato – se approvato – a sconvolgere la vita democratica di tutto l’Occidente – è la sua massima segretezza: la stampa è stata espressamente invitata a starsene alla larga. Si tratta di un ordinamento decisamente eversivo: il grande business si prepara ad emanare i propri diktat non più di nascosto, attraverso le lobby e politici compiacenti del Congresso e della Commissione Europea, ma ormai alla luce del sole, trasformando addirittura in legge il privilegio di una minoranza, contro la stragrande maggioranza della popolazione. L’autonomia istituzionale dello Stato? Completamente aggirata, disabilitata, in ogni settore: dalla protezione dell’ambiente a quello sanitario, dalle pensioni alla finanza, dai contratti di lavoro alla gestione dei beni comuni primari, Ttipcome l’acqua potabile. Si avvicina la “grande privatizzazione definitiva” del mondo occidentale.

Sicurezza degli alimenti, norme sulla tossicità, assicurazione sanitaria, prezzo dei medicinali. E ancora: libertà del web, protezione della privacy, cultura e diritti d’autore, risorse naturali, formazione professionale, strutture pubbliche, immigrazione. «Non c’è una sfera di interesse generale che non passerà sotto le forche caudine del libero scambio istituzionalizzato», scrive Lori Wallach. Rispetto al Trattato Transatlantico, le condizioni-capestro oggi imposte dal Wto sono considerate “soft”. A decidere su tutto saranno tribunali speciali, formati da avvocati d’affari che si baseranno sulle “leggi” della Banca Mondiale. Fine della democrazia: «L’azione politica degli eletti si limiterà a negoziare presso le aziende o i loro mandatari locali le briciole di sovranità che questi vorranno concedere loro». Neppure la fantasia di Orwell era arrivata a tanto. Eppure, è esattamente l’incubo che ci sta aspettando, se nessuno lo fermerà. Ed è inutile farsi illusioni: per ora, del “mostro” non parla nessuno. Non una parola, ovviamente, dalle comparse della politica, e neppure da giornali e televisioni. La grande minaccia si sta avvicinando indisturbata, all’insaputa di tutti.
Fonte: http://www.libreidee.org/2014/02/2016-fine-della-democrazia-il-privilegio-sara-legge/

3 cose che la Littizzetto non sa su Bambini Down e Nutella

 
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“C’è un problema tra la gente”. E’ vero, ha ragione la Conad. Questo problema ha un nome: Luciana Littizzetto.
 
Durante la terza serata del Festival di SanremoLuciana Littizzetto, dopo un discorso intriso di un banale moralismo ha lanciato un appello alla Ferrero: “chiamate un bambino down per la pubblicità della Nutella”. Ok, Luciana: i tuoi buoni sentimenti ci colpiscono. Ma perché non l’hai chiesto innanzitutto alla Coop di cui sei testimonial? Se la Coop sei tu, perché non sono anche loro?  Non sarebbe il caso di risolvere i problemi partendo da casa propria? Cos’è? Non vuoi cedere il testimonial?
 
Facile fare la paladina dei diritti con le vite, la reputazione, e i soldi degli altri. Cosa ha fatto di male il sig. Ferrero per meritarsi questo attacco in prima serata? Cos’hanno fatto i bambini down per vedersi strumentalizzati in una filippica di cui, l’unico scopo, è la ricerca di un facile consenso?
 
La pubblicità è sempre strumentalizzazione, manipolazione e persuasione. In buona fede, per carità, ma di questo stiamo parlando. Volendo si possono provare a strumentalizzare i bambini down per vendere più Nutella. Ma non sarebbe come usare il corpo delle donne allo stesso fine?
 
Il signor Ferrero, per come la vedo io, pare avere una cosa chiamata etica. Eh si, Luciana: l’etica.
 
Per non parlare di alcune cose che, probabilmente, chi lavora in Ferrero sa:
  1. I bambini con la sindrome di down hanno tanta fame e uno su due è in sovrappeso. Altri disturbi correlati sono disturbi dentari, ipotiroidismo, disturbi psicopatologici, anomalie ortopediche, invecchiamento precoce e rischio di demenza più alto rispetto alla popolazione normale.
  2. La loro alimentazione dovrà essere composta da alimenti che contengono molti antiossidanti per rafforzare le difese immunitarie come frutta e verdura che dovranno essere consumate crude e solo di agricoltura biologica.
  3. Gli alimenti raffinati non dovrebbero far parte dell’alimentazione di persone che hanno un sistema immunitario indebolito come i bambini Down. I prodotti industrializzati sono completamente privi di sostanze nutritive e pieni di grassi idrogenati (cancerogeni), conservanti, sale e zucchero.
Ti suggerisco poi una serie di raccomandazioni documentate e scientifiche che fa l’Istituto Superiore di Sanità facilmente reperibili online. Se vuoi approfondire, leggi qui e qui.
 
Tra l’altro, Luciana, c’è anche un problema di carattere giuridico che riguarda le pratiche commerciali scorrette a danno di consumatori “particolarmente vulnerabili”. Ma non starò lì a tediarti con cose che avresti dovuto sapere e che invece non sai.
 
Cara Luciana, la prossima volta che decidi di strumentalizzare qualcuno fai una bella cosa: prima di sfoggiare la tua facile retorica, informati! La Coop sei tu e solo tu, Luciana. L’abbiamo capito che non cederai il testimonial.
 
 
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Ecco le priorita’ per Il neo ministro dell’economia

praticamente possederà la prima casa solo chi sarà ricco, esclusi quindi precari, pensionati, disoccupati. Un vero governo de sinistra che pensa ai poveri.

Ecco le priorita’ per Il neo ministro dell’economia : “aggiustamenti salariali per ridurre il costo del lavoro, inclusa la riduzione del cuneo fiscale e lo spostamento della tassazione sui consumi, sulla proprieta’ immobiliare e sulle successioni; incentivi agli investimenti in nuovi mercati e nuove tecnologie; miglioramento della competitivita’ dei prodotti; solidita’ dei bilanci delle banche. (AGI)” . Un genio!

ECCO COSA FANNO I BANCHIERI GANGSTER IN EUROPA, CHI LI DIFENDE E CHI LI AIUTA NELLA UE (A FUTURA MEMORIA)

di Luca Campolongo – 19/02/2014

Fonte: sosimprese.info

Per lungo tempo siamo stati abituati a credere che la moneta in circolazione fosse quella “stampata” dalle banche centrali e che l’attività delle banche private fosse quello di raccogliere il denaro da molti attraverso i depositi e prestarlo ad altri, trattenendone una parte nei forzieri per gestire le esigenze dei vari correntisti, partendo dall’assunto che difficilmente tutti coloro che avevano affidato loro i propri denari li chiedessero contemporaneamente indietro.
Nel corso degli anni, per evitare abusi da parte delle banche, sono state codificate norme internazionali per stabilire il patrimonio minimo che le banche devono tenere a garanzia dei risparmiatori. In base all’accordo denominato Basilea II, tale percentuale è attualmente fissata all’8%, il che significa che fatto 100 il denaro dei depositanti, la banca può prestarne 92.
Tuttavia, secondo quanto emerso da diverse ricerche, negli ultimi decenni, grazie al processo di deregolamentazione del sistema bancario operato da diversi governi in tutto il mondo, si è venuto a creare un vero e proprio sistema bancario parallelo che gli economisti hanno definito “sistema bancario ombra”. Si tratta di un sistema non strutturato, non regolamentato e non sorvegliato, creato dal sistema bancario e che di questo ne è diventato sostanzialmente il responsabile della crisi.
Per sistema bancario ombra si intende un complesso sistema di società, aventi per lo più sede nei più importanti paradisi fiscali, che attraverso i cosiddetti strumenti finanziari derivati, riesce a generare moneta dal nulla. Com’è possibile tutto questo?
Cerchiamo di spiegarlo nel modo più semplice possibile: ipotizziamo che la banca A abbia depositi per 100 euro e ne presti 92, come previsto dalla legge. Poiché i prestiti concessi saranno restituiti nel corso del tempo, quelle somme saranno messe a bilancio come “illiquide”, ovvero non disponibili fino a quando il debitore non le avrà restituite. Questo è un mero concetto di buon senso: quelle somme non sono disponibili nei forzieri della banca, ma nelle casse dei tanti che li hanno avuti in prestito. Fino a qui, il lavoro della banca A è assolutamente normale, ma grazie alla deregolamentazione, la banca A può aggirare questo limite, creando una società, che chiameremo per comodità B, in un paradiso fiscale. Grazie alle normative di bilancio, A non dovrà inserire in bilancio B che sarà a tutti gli effetti una società autonoma. A questo punto A preparerà un bel prodotto finanziario derivato in cui farà confluire tutti i prestiti che ha concesso e li venderà a B, in cambio di uno sconto sul valore. Qual è l’effetto di questa mossa? Che B, tramite un semplice click sulla tastiera, ha trasferito una somma di denaro virtuale nelle casse di A che gli ha “venduto” i debiti. In questo modo i 92 euro, che per effetto della transazione saranno diventati un po’ di meno, diciamo 90, da prestiti si sono per magia trasformati in patrimonio della banca che può nuovamente prestarli e poi rifare il medesimo giochino.
In questo modo si è creata moneta dal nulla, e questo è possibile perché solo una minima parte del denaro è effettivamente convertito in cartamoneta, tutto il resto sono meri passaggi di click su un computer. Si stima che in 7 anni (200-2007) questo giochino, solo in Europa, abbia generato qualcosa come 3,7 trilioni di euro di moneta virtuale.
Il sistema ha retto fino a che i debiti iniziali sono stati regolarmente pagati fino a scadenza, ma quando le rate hanno iniziato a saltare, il sistema è andato in corto circuito. Tornando al nostro esempio, quando B ha iniziato ad andare in rosso perché i debiti che aveva acquistato da A non venivano onorati, A si è trovata nell’impossibilità di coprire le perdite generate da B ed è collassata anche lei, con perdite ben superiori a quelle del suo patrimonio, e con l’aggravante che fino ad un secondo prima del crack, nessuno avrebbe potuto rendersene conto, perché di B nel suo bilancio non vi era traccia.
Fantaeconomia? No, è quanto è accaduto a seguito della crisi del 2007-2008 a decine di banche che hanno dovuto essere salvate dall’intervento degli stati che, in questo caso sì, hanno dovuto immettere nel loro capitale denaro vero e non virtuale, facendo schizzare in alto il livello del debito pubblico.
La cosa più allucinante di tutta la vicenda è che le banche, lungi dall’aver pagato per queste operazioni scellerate, una volta rimesse in carreggiata con i soldi pubblici, ovvero di tutti i contribuenti, hanno deciso di recuperare le perdite subite andando a speculare sullo spread del debito pubblico degli stati, scatenando le crisi greche, irlandesi, spagnole, portoghesi ed italiane che ben conosciamo.
Se siamo soliti scandalizzarci per il traffico di droga o di armi, dovremmo scandalizzarci anche per questo insieme di leggi che hanno consentito alle banche di creare un immenso sistema finanziario parallelo privo di controlli e quando questo è crollato, hanno preteso di essere salvate dagli stati e poi hanno strangolato i loro salvatori ed il loro cittadini con ulteriori speculazioni.

Ora, quando la commissione UE pretende di applicare il metodo Cipro, ovvero il prelievo forzoso dai conti correnti dei cittadini per abbattere il debito pubblico e per salvare le banche, sta difendendo un sistema finanziario che non può essere definito che criminale, portando alla rovina ed alla disperazione milioni di persone per il privilegio di poche migliaia di manager che, il più delle volte, viene imposto come leader politico agli stati in difficoltà, esattamente come accaduto in Grecia ed in Italia e come ha ben stigmatizzato in un memorabile intervento al parlamento di Strasburgo il leader dell’UKIP Nigel Farage.
Di tutto questo sarà bene ricordarsene a maggio, quando ci saranno le elezioni per il rinnovo del parlamento europeo, probabilmente l’ultima possibilità per spazzare via una classe politica che ha consentito di distruggere il benessere di milioni di persone per tutelare e difendere una ristretta elite di manager che ha portato il mondo sull’orlo del baratro.

Fonti di studio: Lucio Gallino, “Il colpo di stato di banche e governi”, Einaudi
WW Button e A J Levittin, “A transactional genealogy of scandal. From Michael Milken to Enron to Goldman Sachs”, Southern California law review, 2013
T G Moe, “Shadow banking and the limits of central bank liquidity support”, Levy Economics Institute, Wp n°712, Annansdale-on Hudson, 2012
Tante altre notizie su www.ariannaeditrice.it
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=47524