CHOMSKY: “LA DEMOCRAZIA IN ITALIA E’ FINITA”

di Redazione Cadoinpiedi.it – 24 gennaio 2014

Il maggior linguista vivente è in Italia per presentare I padroni dell’umanità (Ponte alle Grazie) e non ha risparmiato nessuno: “Le nostre società stanno andando verso la plutocrazia. Questo è neo-liberismo” ha detto. La sfida del futuro? Non limitarci a osservare il corso degli eventi ed eliminare le istituzioni che perseguono il “tutto per noi stessi, niente per gli altri”.

CHOMSKY:

Redazione Cadoinpiedi.itNoam Chomsky, il maggior linguista vivente, l’autore del capolavoro Il linguaggio e la mente (Bollati Boringhieri, 2010), a 86 anni ha mantenuto una lucidità di pensiero che non lascia spazio a dubbi e illusioni. “Le nostre società stanno andando verso la plutocrazia.

Questo è neo-liberismo” ha detto Chomsky, in Italia per il Festival delle Scienze all’Auditorium Parco della Musica di Roma dove è protagonista di due appuntamenti sold out in sale di 700 e 1.200 posti tanto che sabato 25 gennaio è previsto uno schermo supplementare nel foyer dell’Auditorium.LA DEMOCRAZIA E’ SCOMPARSA Chomsky ha ricordato che “secondo uno studio della Oxfam, l’Ong umanitaria britannica, 85 persone nel mondo hanno la ricchezza posseduta da 3,5 miliardi di individui. Questo era l’obiettivo del neoliberismo” di cui parla come di “un grande attacco alle popolazioni mondiali, il più grande da 40 anni a questa parte”.
In Italia “la democrazia è scomparsa quando è andato al governo Mario Monti designato dai burocrati seduti a Bruxelles, non dagli elettori” spiega il linguista di Filadelfia, che vive vicino a Boston ed è a Roma con la raccolta di testi inediti in Italia su oltre 40 anni di lotte e pensiero I padroni dell’umanità (Ponte alle Grazie). Sono saggi politici dal 1970-2013 dove i principali accusati dello sfruttamento politico e delle guerre, dal Vietnam alla Serbia e all’Iraq, restano gli Stati Uniti e la società dominata dalle multinazionali.L’EUROPA E’ AL COLLASSO In generale “le democrazie europee sono al collasso totale indipendentemente dal colore politico dei governi che si succedono al potere perchè sono decise – sottolinea Chomsky – da banchieri e dirigenti non eletti che stanno seduti a Bruxelles. Questa rotta porta alla distruzione delle democrazie e le conseguenze sono le dittature”. “Mario Draghi – continua – ha detto che il contratto sociale è morto.
Ciò che conta oggi è la quantità di ricchezza riversata nelle tasche dei banchieri per arricchirli. Quello che capita alla gente normale ha valore zero. Questo è accaduto anche negli Stati Uniti ma non in modo così spettacolare come in Europa. Il 70% della popolazione non ha nessun modo di incidere sulle politiche adottate dalle amministrazioni”. E da chi è composto questo 70%? “Da quelli che occupano posizioni inferiori sulla scala del reddito. Quell’1% che sta nella parte superiore ottiene a livello politico ciò che desidera. Questa è la plutocrazia”.

INFORMARSI SOLO SUI BLOG E’ SBAGLIATO Da sempre punto di riferimento per la sinistra internazionale, Chomsky nei suoi saggi invita a riflettere sulla manipolazione dell’opinione pubblica. Dei new media dice: “Hanno portato ad una maggior vivacità di opinioni rispetto ai media ortodossi” ma un effetto negativo è “la tendenza a sospingere gli utenti verso una visione del mondo più ristretta perchè quasi automaticamente le persone sono attratte verso quei nuovi media che fanno eco alle loro stesse vedute” ha sottolineato. “Se uno si informa solo sui blog le prospettive saranno molto più ristrette”. Inoltre, la proliferazione di informazioni ha avuto, secondo il linguista, come “contraltare la riduzione del livello dei reportage”.

GLI INTELLETTUALI HANNO LE LORO COLPE Tra i pensatori più autorevoli del nostro tempo, Chomsky non risparmia critiche agli intellettuali che, spiega, “hanno tutte le responsabilità degli altri esseri umani: cercare di incentivare il bene comune e del resto del mondo”. La sfida del futuro è “non limitarci a osservare il corso degli eventi” e per farlo, conclude, “bisogna eliminare la struttura di quelle istituzioni che perseguono il ‘tutto per noi stessi, niente per gli altri’, non colpire il singolo perchè verrà semplicemente buttato fuori dal sistema”.

LA “GHIGLIOTTINA” SARÀ PER VOI!

30 gennaio. Ci auguravamo ieri che i parlamentari Cinque Stelle tenessero duro. Così è stato. Quindi che dire? Ben fatto M5S!
 
La sarabanda avvenuta ieri in Parlamento ha una notevole importanza politica e simbolica.
Contro un decreto truffaldino —un’ulteriore mutazione in senso liberista e privatistico della Banca d’Italia, nascosto dietro al paravento dell’abolizione dellla seconda rata Imu—, votato da Pd, Pdl, Ncd, Scelta civica ecc., per nome  e per conto dei vampiri delle banche d’affari, si sono opposti davvero solo i Deputati del M5S.
 
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Indegna la pantomima dei Piddini i quali, inveendo contro ipentastellati, hanno intonato “Bella ciao”, spellaggiati in ciò dai loro servi di bottega di Sel. Gravissima l’aggressione ai danni di Loredana Lupo da parte del montiano Stefano Dambruoso —il quale, figuratevi! è addirittura uno dei Questori della Camera e che prima di essere eletto era Sostituto procuratore presso il Tribunale di Milano. Si dimetta da Questore se le regole hanno un senso!
 
Quel che la rivolta dei Parlamentari M5S denuncia è che è in atto uno scempio, uno supro autoritario, non solo delle regole parlamentari, ma pure della Costituzione, della democrazia.
E’ gravissimo che la Presidente della camera, la sellina Laura Boldrini abbia troncato d’imperio ogni discussione e
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contestazione passando alla votazione del decreto truffaldino usando la regola della cosiddetta “ghigliottina”. Ce ne ricorderemo signora Boldrini, di lei e dei suoi compagni di merende di Sel, truppe cammellate al soldo del regime.
 
Scriviamo (ore 12:30) mentre in Parlamento lo scontro tra le forze di regime e i Cinque Stelle continua e al Senato è in corso una conferenza stampa dei Senatori M5S dove viene ufficializzata la sacrosanta richiesta di impeachment del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
 
Iniziativa sacrosanta! (Il testo dell’impeachment)
 
Ieri, alludendo alla nuova legge elettorale proposta dal duo Renzi-Berlusconi scrivevamo:
 
«Il regime si sta blindando con una legge elettorale scandalosa. Come pensate di fermarlo?  Pensate davvero di difendere democrazia e Costituzione dall’assalto dei golpisti limitando la battaglia alle sceneggiate in Parlamento?»
 
Questa  è la questione decisiva giunti a questo punto.
 
Ci rincuora che diversi esponenti pentastellati abbiano detto ieri, e ripetuto oggi in Conferenza stampa: «Ora lo scontro si sposta nelle piazze».  Vedremo se M5S darà seguito a questa promessa; non è solo auspicabile, è un passo obbligato se si vuole davvero mandare a casa la banda di fuorilegge che ci governa.
 
Senza una Rivoluzione democratica, senza una sollevazione popolare, questo Paese non scamperà all’infasuto destino che le forze al potere stanno preparando.

“Per evitare che l’Italia torni alla sovranità monetaria anche in caso di uscita dall’euro”

Il prof. Nino Galloni sulla rivalutazione delle quote di Bankitalia

di Alessandro Bianchi

Nino Galloni. Economista. Ha insegnato all’Università Cattolica di Milano, all’Università di Modena ed alla Luiss. Dal 2010 è membro effettivo del collegio dei sindaci all’INPS. Autore di Chi ha tradito l’economia italiana? e Prendi i tuoi soldi e… scappa? La fine della globalizzazione.

– Ancora in discussione in Aula in queste ore il decreto che intende imporre una rivalutazione delle quote di Bankitalia, ferme ai 156 mila euro di valore del 1936.  Il capitale – se il decreto legge stilato da Saccomanni il 26 novembre scorso dovesse essere convertito entro stasera – passerà a 7,5 miliardi di euro di riserve della Banca centrale e agli azionisti, principalmente banche private, sarà garantito un dividendo del 6%, quindi fino a 450 milioni di euro di profitti l’anno. Infine, le quote della Banca di Italia potranno essere vendute a soggetti stranieri purché comunitari. Si tratta dell’ennesimo regalo, ormai neanche così tanto mascherato, alle banche o c’è qualcos’altro di più dietro questa iniziativa del governo Letta?
 
La questione è sicuramente più complessa del regalo alle banche su cui si sofferma gran parte del dibattito oggi. Non è quella la reale posta in gioco e sono altri due i punti chiavi che devono essere compresi.
 
Primo. Si vuole evitare che, anche in caso di uscita dall’Italia dall’euro, il Paese possa tornare ad esercitare in futuro la piena sovranità monetaria con una Banca nazionale attiva. Mentre oggi con un capitale di 156 mila euro sarebbe piuttosto agevole rendere nuovamente pubblica la Banca Centrale e salvare anche le nostre lire, con il decreto deciso dal governo Letta diventa praticamente impossibile. Per ripristinare la sovranità monetaria, nel caso dell’Eurexit e nel caso che dovesse passare questo decreto, l’unica soluzione sarebbe creare una nuova Banca d’Italia. Operazione chiaramente molto complessa. Comunque, la vicenda è un segnale di forte debolezza da parte di chi oggi combatte per sostenere l’euro.
 
Secondo punto. A parte i regali a questa o quella entità bancaria, vi è una questione molto più delicata e riguarda il Monte dei Paschi di Siena. Il suo presidente Alessandro Profumo ha dichiarato recentemente che se non si fa la ricapitalizzazione subito di Mps salta tutto il sistema bancario italiano. Traduzione: se non si fa la ricapitalizzazione e Mps diventa pubblica comprerà il denaro dalla Bce allo 0,25%, lo rivenderà allo Stato allo 0,30% e, quindi, quella differenziale di guadagno che oggi hanno le banche dai tassi d’interesse sui titoli di Stato e lo 0,25% non lo ricaveranno più. Sono questi i due aspetti più importanti della questione che devono essere compresi per avere piena consapevolezza della posta in gioco.
 
– Con questo decreto si vuole quindi assicurare che, qualunque sia lo scenario politico che si produrrà a seguito dell’immane crisi economica in atto, lo stato non possa comunque riappropriarsi della sua sovranità monetaria?
 
Si lo ribadisco è il primo punto. La vera battaglia in corso non è solo tra pro-euro o anti-euro, ma che scenario abbiamo in mente in caso di uscita dalla moneta unica. Lo si farà ripristinando la sovranità monetaria e degli Stati o rimanendo schiavi con monete diverse dall’euro? Questo decreto sulla Banca d’Italia è il segnale di cosa? Il fronte anti euro non è oggi una realtà omogenea e si divide tra coloro che vogliono uscire dall’euro a qualunque costo e quelli che vogliono farlo ripristinando la sovranità monetaria. E l’obiettivo, oggi, è tagliare la strada a questi ultimi ed evitare che il giorno dopo che salta l’euro, magari nei modi più imprevedibili, lo Stato possa tornare ad esercitare la piena sovranità monetaria. Certamente lo scenario che si creerebbe in questo modo sarebbe di grande confusione con conseguenze che non si possono oggi prevedere, ma gravi.
 
– Qual è un modello sano di governance di Banca centrale da prendere a modello?
 
Lo è sicuramente quello dell’Inghilterra, dell’Australia o degli Stati Uniti d’America, se poi i dollari non li stampassero per questioni discutibili. In generale, quello che vedo è che solo la vecchia  Europa abbia deciso di abdicare alla propria sovranità monetaria. Non è da tutti avere rinunciato ad una funzione così essenziale. In futuro, la Banca d’Italia, dovrà essere autonoma ma non indipendente.
– Anche se i media tradizionali hanno praticamente deciso di non occuparsi della questione, l’opinione pubblica si è mobilizzata sulla vicenda della ricapitalizzazione delle quote di Bankitalia ed in aula alcuni gruppi parlamentari, soprattutto il Movimento cinque stelle, si sono resi protagonisti di una dura azione di ostruzionismo sulla conversione del decreto. Ritiene che ci siano possibilità concrete che alla fine il governo possa fare un passo indietro?
Me lo auguro. Sicuramente ci si è mossi in ritardo, ma ora che è stata raggiunta una piena consapevolezza è importante proseguire in questa azione. Soprattutto per il Movimento cinque stelle sarebbe una vittoria mediatica importante, di risposta a tutti coloro che l’accusano di muoversi solo su questioni secondarie. Questa è una vicenda di fondamentale importanza per il futuro del nostro Paese.
http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=6&pg=6753

Goldman Sachs si appropria dell’energia danese. Il popolo si ribella ma al governo non interessa

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Il governo danese ha ottenuto giovedì dalla commissione delle finanze del Parlamento il via libera alla cessione del 18% delle quote dell’azienda statale energetica Dong Energy per 1,5 miliardi di euro. Per protesta il partito socialista – a cui appartiene incredibilmente il ministro delle finanze Corydon autore dell’accordo – ha deciso di lasciare il governo, garantendo comunque un appoggio esterno all’esecutivo che si formerà dall’inevitabile rimpasto cui sarà costretta il premier Helle Thorning.
Un sondaggio condotto da Megafon poll e ripreso da Bloomberg sottolinea come il 68% dei danesi sia contro la essione e migliaia di manifestanti si sono riuniti davanti al Parlamento la scorsa notte per protestare. 186 mila danesi avevano, inoltre, firmato la petizione del sito internet skrivunder.net per bloccare la vendita che garantirà alla banca d’investimenti statunitense il diritto di veto su ogni cambiamento di leadership e di strategia di Dong – anche se la legge statale afferma che tale diritto sia normalmente conferibile al raggiungimento di una quota societaria pari o superiore al 33%. Sotto accusa nella petizione anche i piani di Goldman Sachs di amministrare la sua quota partecipatativa attraverso filiali in Lussemburgo, Delaware e isole Cayman, noti paradisi fiscali.
L’ex premier socialdemocratico Poul Nyrup Rasmussen ha definito l’accordo una “catastrofe” che rischia di far perdere alla Danimarca il suo primato in materia ambientale.

PECHINO OSCURATA DALLO SMOG: LA FOLLA SI DIRIGE A VEDERE L’ALBA VIRTUALE SU SCHERMO GIGANTE

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 Friday, January 17, 2014 at 11:49 am
 
La storia si fa brutta… lo smog è cosi spesso, a Pechino, che le masse cittadine affamate di luce naturale, hanno comincitao a dirigersi in massa verso megaschermi digitali posizionati nella città,per osservare un virtuale sorgere del sole.
 
Questa settimana, a seguito della chiusura della città causa livelli di inquinamento oltre l’indice [di accettabilità]  come riporta il The Mail Online , i residenti hanno indossato le loro mascherine e hanno lasciato le loro case per per vedere il solo posto in cui il sole si sarebbe alzato oltre l’orizzonte quella mattina…
 
 Gli schermi futuristi  installati nella capitale cinese di solito pubblicizzano le località turistiche, ma quando c’è stata questa ondata di smog estremamente pericolosa, è successo questo…
 
Via The Mail Online,
 …
 L’aria ha preso un odore acre e la maggioranza dei pendolari cittadini ha indossato mascherine industriali per affrettarsi al lavoro. Questa mattina, non potevo vedere gli alti edifici dall’altra parte della strada, ’ ha detto un vigile a Pechino, Zhang. ‘Lo smog è peggiorato  negli ultimi 2-3 anni . Tossisco spesso ed il mio naso è sempre irritato. Ma che posso fare? Bevo piu’ acqua per aiurtare il mio corpo a liberarsi dalle tossine.’
Lo scorso anno a Pechino si sono rilevati 58 giorni di serio inquinamento, uno ogni 6-7 giorni  di media, ha detto Zhang Dawei, direttore del Municipal Environmental Monitoring Center (Centro di monitoraggio ambientale della città di Pechino)
 

La Cina rimuove i Rothschild ~ Metà degli Stock US sono Contraffatti dai Rothschild

Il Default Cinese da 23 Triliardi arriva il 31 Gennaio: la Cina rimuove i Rothschild ~ Metà degli Stock US sono Contraffatti dai Rothschild
 
Tradotto e Riadattato daFractions of Reality
 
Quattro fatti sfortunati per l’economia cinese.
1. Il credito complessivo era salito a 23.000 miliardi dollari di dollari, rispetto ai 9.000 miliardi dollari recenti, nel 2008.
2. Questo importo del credito era più del 200% del PIL, con un incremento di 75 punti percentuali in soli cinque anni. (In confronto rispetto allo stesso periodo gli Stati Uniti hanno avuto un ‘debito-PIL’ che è aumentato di 40 punti percentuali.
3. L’agenzia di rating Fitch ha declassato il debito del governo cinese a AA-.
 
Più schiacciante se non inquietante, però, è stato il quarto fatto:
4. Il costo dei prestiti a breve termine (di sette giorni) sul mercato di Shanghai è salito a quasi l’11 per cento. Questo è stato il tasso più elevato dal marzo 2003.
 
Islandesi rovesciano il corrotto governo
Nello scrivere Freddo glaciale: Il collasso economico dell’Islanda , il mio coautore Philipp Bagus ed io abbiamo osservato un simile insieme di eventi per quanto riguarda l’Islanda. Tassi di interesse artificialmente bassi, e in particolare i tassi di interesse a breve termine, hanno creato un ambiente di indebitamento pesante.
Gli imprenditori hanno preso in prestito denaro sui prestiti a brevissimo termine per il continuo bisogno di liquidità. Il finanziamento di progetti a breve termine, ad esempio, con un prestito di un mese ad un tasso di interesse molto basso, in questo caso il mutuatario potrebbe finanziare un progetto a lungo termine, a condizione che il mercato del credito sia rimasto liquido e i tassi di interesse siano rimasti bassi.
Ogni mese avrebbe solo in prestito l’importo di denaro per pagare il prestito attuale. E’ un po’ simile a prendere una nuova carta di credito per pagare il vecchio equilibrio, che funziona finché si dispone di credito decente e l’emittente della carta mantiene i tassi di interesse bassi.
Al momento ho riferito che la Cina era sul precipizio di un collasso incombente, il risultato inevitabile di un boom del credito alimentato. Come la maggior parte delle cose, più grandi sono, più cadono.
I media statali cinesi hanno recentemente avvertito che gli investitori non possono essere rimborsati dalla Cina Credit Trust Co. quando alcuni dei suoi prodotti di wealth management scadranno il 31 gennaio, il primo giorno dell’anno del cavallo.
Tu dici che non hai mai sentito parlare del “China Credit Trust Co.”? E ‘stato recentemente scorporata dalla più grande banca del mondo, dalle attività, la Banca industriale e commerciale della Cina. ICBC ha recentemente suggerito che non compenserà gli investitori per le perdite e che non si assume alcuna responsabilità.
 
Infatti, scrivendo per Forbes, Gordan Chang riferisce che “dovrebbe essere un mistero il perché di questo investimento, noto come “2010 China Credit-Credit Equals Gold #1 Collective Trust Product”  è sull’orlo del default.
 
Il China Credit Trust ha prestato i proventi derivanti dalla vendita di mezzo miliardo di dollari di prodotti da un gruppo di miniere di carbone non quotate. L’azienda di carbone sta, secondo Chang, probabilmente pagando circa il 12% per il denaro poichè era alla disperata ricerca di denaro dato che ha è già stata dichiarata fallita .
Non c’è mai stato un difetto in un prodotto di wealth management cinese diverso da alcuni pagamenti in ritardo. Oltre ad essere il primo, questo potrebbe essere un segno di cose a venire.
Naturalmente, alcuni osservatori non sono preoccupati. Come Chang osserva correttamente :
 
“Per avere un tracollo del mercato, è necessario disporre di un mercato”
e la Cina non ne ha uno. Invece Pechino [Rothschild aka; mafiosi] tecnocrati dettare i risultati “.
 
Questo è davvero corretto, ma c’è un fatto spiacevole. Le persone hanno investito in Cina pensando che il partito non li avrebbe mai fermati. Il governo cinese agisce come un surrogato per il mercato ed è anche il motivo per cui la Cina si sta dirigendo verso il crollo finanziario
.
Nixon fu l’inizio dell’idea finale del NWO.
 
Nixon ha ucciso il gold standard nel 15 agosto 1971 e da allora il mondo ha sofferto da 12 crisi finanziarie, a cominciare con lo shock petrolifero del 1973 e concluso con la crisi finanziaria del 2008-09 [una facciata dei Rothschild e del salvataggio delle loro banche] e ora la crisi del debito in Europa, e la crescente crisi di deficit negli Stati Uniti
 
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Il presidente Nixon brinda con il Premier cinese Chou En-lai, invece di proteggere il gold standard.
 
Gli Stati Uniti hanno registrato un surplus di esportazione nette modeste nel 1971, prima che Nixon iniziasse a portare il dollaro nel suo cammino verso il basso. Oggi, abbiamo un defiti commerciale di 405 miliardi dollari.
 
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Il Pil cinese non ha subito una contrazione  dal 1976, l’anno delle morte del grande leader comunista Mao Zedong. Quando Mao è morto e gli ottimisti  hanno notato che il governo cinese e la banca centrale erano pieni di denaro contante. Alla fine del 2013 c’è stato un investimento fino a 11.000 miliardi di yuan (1.800 miliardi dollari) in prodotti per la gestione della ricchezza, proprio come quella prevista di default alla fine del mese.
Come ho detto, più grande sono e più grande cadono. Dopo aver recentemente detronizzato il Giappone come seconda economia più grande del mondo. La dimensione non è un sostituto per la stabilità, tuttavia, e la Cina ha predicato anni di dipendenza sui prestiti a breve termine e questo potrebbe anche dimostrare la questione.
David Howden è Presidente del Dipartimento di Economia e Commercio, e professore di economia alla St. Louis University, nel suo campus di Madrid, Accademico Vice Presidente dell’Istituto Ludwig von Mises del Canada , e vincitore del Mises Institute Prize Douglas E. francese . Mandargli email .

Maidan è un fronte anti-russo degli USA

FBII 29 gennaio 2014
 
L’attenzione di Washington è ora focalizzata sugli eventi in Ucraina. Per più di un mese cittadini ucraini si sono radunati a Piazza Indipendenza di Kiev per protestare contro il rinvio del Presidente Victor Janukovich della firma per l’accordo economico con l’UE. Tuttavia, gli Stati Uniti si sono da tempo preparati a una tale eventualità, fornendo all’opposizione ucraina fondi. Cerchiamo di capire, perché Washington ha bisogno di Maidan.
 
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L’assistente del segretario di Stato USA Victoria Nuland è stata vista sul principale sito dell’opposizione di Kiev, Piazza Indipendenza, dove distribuiva panini e biscotti ai manifestanti ucraini. Il senatore statunitense John McCain ha incontrato i leader dell’opposizione ucraina a Kiev ed espresso sostegno ai manifestanti accampati per settimane nella capitale, una mossa che di sicuro irrita Mosca vedendola come ingerenza occidentale nel suo cortile di casa. McCain ha incontrato i leader dell’opposizione, l’ex-campione di pugilato Vitalij Klishko, l’ex-ministro dell’economia Arsenij Jatsenjuk e il nazionalista di estrema destra Oleg Tjanibog, che chiedono che il governo di Janukovich rassegni le dimissioni ed elezioni anticipate. L’ambasciatore Jeffrey Wright dice qualcosa sull’amicizia indissolubile tra i popoli nuovi arrivati e funzionari del dipartimento di Stato sono stati visti indossare spillette con i simboli di Maidan… Infatti, perché l’occidente dovrebbe soccorrere l’Ucraina? L’unica cosa che interessa alle capitali occidentali è impedire l’ulteriore ravvicinamento tra l’Ucraina e la Russia. Il paradigma offerto da Zbigniew Brzezinski è popolare tra i governanti occidentali. Ne La Grande Scacchiera: la supremazia americana e i suoi imperativi geostrategici, scritto nel 1997, disse che senza l’Ucraina la Russia cessa di essere un impero, mentre con l’Ucraina, comprata prima e soggiogata poi, si trasforma automaticamente in un impero… Secondo lui, il nuovo ordine mondiale sotto l’egemonia degli Stati Uniti fu creato contro la Russia e  per frammentare la Russia. L’Ucraina è l’avamposto occidentale per impedire la ricreazione dell’Unione Sovietica. L’obiettivo principale dell’associazione dell’Ucraina con l’Unione europea non era il benessere della gente, ma perseguire la missione geopolitica d’indebolire la Russia. Non c’è da stupirsi che Brzezinski e membri del dipartimento di Stato siano stati invitati dal Senato degli Stati Uniti, dove pochi giorni fa si svolsero le audizioni parlamentari sugli eventi ucraini. Il Comitato per le relazioni estere del Senato era il motore di tali audizioni.
Le testimonianze dell’assistente del segretario Victoria Nuland e del viceassistente del segretario di Stato Tom Melia avevano i soliti cliché, “Prima di tutto lasciatemi esprimere la nostra gratitudine a questa commissione e al Senato degli Stati Uniti per la sua leadership in Ucraina, e per l’eccellente rapporto di lavoro tra esecutivo e legislativo del governo su questo tema. Voglio anche ringraziare e lodare i senatori McCain e Murphy per il sostegno bipartisan dato direttamente al popolo dell’Ucraina nel fine settimana importante di dicembre, e per essersi impegnati con il Presidente Janukovich, il suo governo, l’opposizione, la comunità imprenditoriale e la società civile a sostegno di una soluzione pacifica, democratica, per uscire dalla crisi”, ecc. Nel loro insieme, le testimonianze di Nuland e Melia sembrano basarsi su una serie di ipotesi discutibili:
– Interessi nazionali chiari e identificabili statunitensi sono in gioco nel confronto attualmente in atto a piazza Maidan.
– Senza il sostegno finanziario e morale degli Stati Uniti l’opposizione al regime di Janukovich cesserebbe.
– La Russia, offrendo al governo ucraino un pacchetto di salvataggio più attraente di quello proposto dall’Unione Europea (UE) e dal FMI, ha agito in malafede.
– I manifestanti di Maidan parlano per tutto il popolo ucraino, la stragrande maggioranza del quale desidera entrare nell’UE.
– L’esito della crisi attuale avrà un preciso effetto sul futuro sviluppo della Russia, se l’Ucraina sceglie un futuro europeo, e così anche (un giorno) farà la Russia.
Le domande e le risposte dell’audizione lasciano pochi dubbi sul fatto che tali ipotesi siano condivise dal presidente della commissione Robert Menendez, dal senatore Bob Corker e non sorprende, anche dai senatori Chris Murphy e John McCain, freschi del loro recente viaggio a Kiev. Meno si parla delle risposte di McCain, meglio è. Dopo aver affermato che l’Ucraina “è un Paese che vuole essere europeo, non russo” e che il popolo ucraino “grida il nostro aiuto“, ha proseguito bizzarramente dicendo non una, ma due volte, che la Russia impone l’”embargo” sul cioccolato dell’Ucraina. Tale embargo al cioccolato sembra davvero suscitare la sua indignazione. Da parte loro, Menendez e Corker sono stati più sul punto. Menendez ha minacciato sanzioni contro il regime di Janukovich e si domandava perché l’amministrazione non avesse già denunciato la Russia al WTO. Per prima cosa Corker ha sgridato il dipartimento di Stato per non aver aggiunto nomi alla lista Magnitskij che, ha detto, ne avrebbe “diritto”. Eppure ha chiarito che concorda con i testimoni secondo cui “l’Ucraina è un Paese incredibilmente importante” e l’esito della crisi attuale “potrebbe plasmare la politica interna della Russia stessa“. In nessun momento vi fu la prova, nelle domande agli intervistati e nelle risposte dei senatori, che si pensasse se fosse appropriato per il governo degli Stati Uniti farsi sempre più profondamente coinvolgere nella vita politica di un Stato sovrano al crocevia del mondo. Nessun dubbio è stato espresso sul fatto che le scelte di un governo democraticamente eletto sui suoi partner commerciali, le elezioni e la sicurezza debbano essere oggetto del controllo statunitense. Come il professore emerito di Princeton Stephen F. Cohen ha incisivamente sottolineato, “Non è democratico rovesciare un governo democraticamente eletto. E’ l’opposto“. Né ci fu alcun riconoscimento che l’Ucraina sia profondamente e quasi equamente divisa tra occidentalisti nei centri urbani come Kiev e Lvov, e russofili del Sud e dell’Est, ignorando che Russia, Ucraina e Bielorussia abbiano radici comuni risalenti alla Rus’ di Kiev nel 9° secolo, come dice The American Conservative.
Melia è andato oltre (ex-portavoce di Nuland nel dipartimento di Stato, leggermente più sfumato), affermando che l’attenzione del comitato sull’Ucraina è giustificata non solo perché si trova “al centro dell’Europa”, ma perché è anche un “prezioso” e ” importante partner” degli Stati Uniti. Se tali affermazioni non aggrottarono le sopracciglia, i verdoni che cita certamente dovrebbero farlo. Secondo Melia, dalla dissoluzione dell’URSS nel dicembre 1991, gli Stati Uniti hanno speso, il termine che Melia ha utilizzato è stato “investito”, oltre 5 miliardi dollari per l’assistenza all’Ucraina, di cui 815 milioni dollari per il finanziamento della democrazia e i programmi di scambio. Inoltre, dal 2009 l’amministrazione Obama ha inviato 184 milioni di dollari per programmi apparentemente volti a sostenere società civile, diritti umani, buon governo e Stato di diritto in Ucraina. E’ logico supporre che per Euromaidan oggi si spenda quei soldi. Un enorme palco con illuminazione e acustica, attrezzature per militanti, pasti caldi, migliaia di posti letto, riscaldamento, apparecchiature mediche, internet ad alta velocità, indumenti caldi, autobus per i militanti diretti ad assaltare le amministrazioni di altre regioni… Ovviamente, una sola giornata di azioni a Maidan costa centinaia di migliaia di dollari. A sostegno di tale versione, in riferimento ai servizi di sicurezza ucraini, lo schema dettagliato dei finanziamenti a Maidan è stato pubblicato su Internet: Ogni caposquadra della resistenza ha avuto promessa una ricompensa in denaro. 200 dollari al giorno per ogni combattente attivo e altri 500 se il gruppo è di oltre 10 persone. I coordinatori vengono pagati almeno 2000 dollari al giorno per alimentare gli scontri del gruppo controllato, eseguendo azioni offensive contro agenti di polizia e rappresentanti delle autorità pubbliche. L’ambasciata statunitense a Kiev ha ricevuto contanti. Combattenti attivi e leader ricevono i pagamenti sui loro conti personali. Le informazioni sulla gestione dei conti bancari dei  militanti vengono sempre pubblicate su Internet.
Da 16 anni membro del Congresso degli Stati Uniti, due volte candidato presidenziale degli Stati Uniti, Dennis J. Kucinich rivela in profondità i piani statunitensi: Mentre il piano dell’UE dell’accordo di associazione viene spacciato come vantaggiosamente economico per i cittadini ucraini, in realtà appare come cavallo di Troia della NATO: una massiccia espansione della posizione militare della NATO nella regione. Inoltre, l’accordo avviene sotto la copertura di nebulose promesse economiche a una popolazione assediata dalla fame di salari migliori. In un Paese dove il salario minimo mensile medio è pari a circa 150 dollari, non è difficile capire perché gli ucraini siano in piazza. Non vogliono essere nell’orbita della Russia, né vogliono essere pedine della NATO. Ma la situazione degli ucraini viene sfruttata per strappare un nuovo accordo militare con il pretesto della riforma economica? Per la NATO, l’obiettivo è l’espansione. Il premio è l’accesso a un Paese che condivide una frontiera di 1426 miglia con la Russia. La mappa geopolitica sarebbe drammaticamente rimodellata dall’accordo, con l’Ucraina come nuovo fronte della difesa missilistica occidentale alle porte della Russia. Qualora l’accordo nucleare degli Stati Uniti con l’Iran andasse a pezzi, l’Ucraina potrebbe essere impiegata nelle grandi dispute regionali. Quando la spesa militare aumenta, la spesa interna crolla. Vincitore difficilmente sarà il popolo ucraino, ma la gente di Lockheed-Martin, Northrop Grumman, Boeing e altri interessi della difesa. Gli ucraini non sono in Piazza Indipendenza per la NATO. Eppure, il vantaggio della NATO è chiaro. Meno chiaro è se gli ucraini avranno i benefici economici che cercano.”
Il governo ucraino ha preso la decisione giusta di rimanere fuori dall’UE. Gli interessi economici dell’Ucraina sono con la Russia, non con l’UE. Questo è del tutto evidente“, dice l’economista statunitense e editorialista di Creators Syndicate Paul Craig Roberts. “L’UE vuole che l’Ucraina  aderisca in modo che venga saccheggiata come Lettonia, Grecia, Spagna, Italia, Irlanda e Portogallo. Gli Stati Uniti vogliono che l’Ucraina aderisca in modo che possa diventare un altro posto per le basi missilistiche di Washington contro la Russia.” “Se sapessimo a pieno ciò che succede, probabilmente noi, gli Stati Uniti, perché questa è una sorta di guerra per procura, siamo prossimi alla guerra con la Russia, come durante la crisi dei missili di Cuba“, ha detto Stephen F. Cohen, professore emerito presso New York University e Princteon University. Per quanto Washington nasconderà il suo coinvolgimento negli scontri a Kiev? Quali potrebbero essere i prossimi passi degli Stati Uniti? Il timore che truppe statunitensi si piazzino nel territorio nazionale dell’Ucraina potrebbe provocare un’altra guerra, essendovi la condizione in cui potrebbe aversi un’altra sanguinosa battaglia per il suo controllo. Il timore di un tale passo da parte del governo degli Stati Uniti è stato scatenato dalla dichiarazione di John Kerry a Davos, in Svizzera.
Kerry aveva chiarito che il mito secondo cui gli Stati Uniti hanno mutato politica estera viene smascherato. Ha aggiunto che gli USA non recedono dalla politica d’impegnarsi nelle zone dove vi siano violenze ed escalation delle violazioni dei diritti umani. Kerry è stato diretto rispondendo   che l’assenza di vistosi movimenti di truppe o mancanza di risposte minacciose non indica  disimpegno degli USA. Gli Stati Uniti valutano una serie di opzioni in risposta alla repressione dell’Ucraina delle proteste dell’opposizione, comprese eventuali sanzioni, ha detto il dipartimento di Stato. A dicembre il capo del Pentagono Chuck Hagel ha avvertito Kiev contro l’uso della forza militare contro i manifestanti, “in qualsiasi modo”, e ha esortato moderazione. Diverse petizioni che chiedono l’invio di forze di pace statunitensi in Ucraina vengono registrate sul sito web della Casa Bianca. Anche se tale idea ha ancora relativamente pochi voti, diverse migliaia, non si può eliminare completamente la possibilità dell’azione umanitaria che coinvolga l’esercito statunitense in Ucraina.
Jugoslavia, Libia, Siria… Washington utilizza in genere lo scenario dell’intervento per fasi. Per primo il capo dello Stato viene sottoposto ad ostruzione internazionale. Poi, se ciò fallisce, il Paese subisce l’embargo economico. Assieme a ciò si suscita il caos nel suo territorio. Infine, la NATO propone l’invio delle forze di pace per porre fine alle sofferenze dei cittadini…
 
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

Gli Stati Uniti e il Narcotraffico: Il caso della DEA e del Cartello di Sinaloa

Tradotto e Riadattato da Fractions of Reality
 
I documenti appena rilasciati, le testimonianze di funzionari del Dipartimento di Giustizia e della DEA dimostrano che le storie riguardanti il traffico di droga (cocaina) diretto dal governo Americano in Messico, sono vere. Un’indagine condotta dalle autorità Messicane ha scoperto che gli USA hanno permesso al più grande cartello della droga di quel paese, Sinaloa, di operare senza timore di essere perseguito. Il cartello del Sinaloa è considerato essere responsabile per l’80% della cocaina che entra in USA attraverso Chicago. In cambio di questa collaborazione i dirigenti del Sinaloa hanno fornito alla DEA tutte le informazioni sulle bande rivali.
 
Il cartello della droga lavora con il governo federale da cui è gestito. Questo cartello è considerato il più potente trafficante di droga del mondo. In aggiunta a Chicago, il suo gruppo gestisce anche le operazioni di cocaina in diverse grandi città del paese. Dichiarazioni scritte sono state fornite in un risale almeno all’inizio dell’amministrazione di George W. Bush e continuò per anni sotto Barack Obama. Uno dei dirigenti del gruppo criminale, Vicente Zambada-Niebla, sostiene che il governo americano abbia anche inviato armi di tipo militare al cartello del Sinoloa.
 
agl-41
Secondo le ultime rivelazioni, queste armi sarebbe legate alla vicenda dello scandalo Fast and Furious. Armi da fuoco automatiche scomparvero durante la famigerata operazione (fast and Furious ), guidata da Eric Holder. Adesso abbiamo la conferma: quelle armi sono finite al Sinoloa e sono state usate anche per uccidere agenti federali di frontiera degli Stati Uniti. Quest’ultime prove e testimonianze enfatizzano uno scandalo enorme, che coinvolge le amministrazioni sia repubblicane che democratiche. Perlomeno questo aspetto fornisce la migliore prova possibile che ci indica come il governo federale sia di fatto uno sponsor per il contrabbando di miliardi di dollari di cocaina negli US. Peggio ancora, le armi acquistate per l’esercito degli Stati Uniti potrebbero essere state inviate al cartello, in ottica di uno scambio, ( con la copertura di una presunta perdita inspiegabile delle stesse durante una missione in Messico – scandalo Fast and Furious)  e usate, fra l’altro, dal cartello anche per uccidere agenti americani inviati in Messico per combattere il narcotraffico.
 
Frammenti di Realtà
 

31e SOMMET UE-RUSSIE (1) : AMBIANCE GLACIALE A BRUXELLES

Luc MICHEL/ En Bref / avec RIA Novosti – PCN-SPO / 2014 01 30 /

LM.NET - EN BREF 31e sommet UE-Russie PARTIE 1 (2014 01 30)  FR

Le 31e Sommet EU-Russie se déroulait à Bruxelles ce mardi. Comme sur la crise ukrainienne, les médias de l’OTAN ont largement désinformé.

Version officielle, celle de l’AFP notamment : « Le sommet UE-Russie apaise le futur du Partenariat oriental (…) Ni l’UE, ni la Russie n’a finalement cherché à condamner les actions de l’autre partenaire de négociations, notamment sur la question ukrainienne (…) Malgré les déclarations de certains représentants nationaux, le dernier sommet UE-Russie n’a fait l’objet d’aucune confrontation et d’aucun reproche au sujet de l’Ukraine. Les deux parties ont semblé vouloir envoyer un message de détente ».

Dans la réalité, les entretiens ont été expédié en quelques heures. Et malgré les sourires de façade, caractéristique de la grande hypocrisie diplomatique, l’ambiance était glaciale. En voici deux exemples significatifs.

 LAVROV : LE SOUTIEN DE L’UE A L’OPPOSITION UKRAINIENNE EST ‘INDECENT’

Si les Ukrainiens “ont besoin d’intermédiaires c’est à eux de le dire, mais, plus il y a d’intermédiaires plus il y a de problèmes”, a insisté VV Poutine à Bruxelles ce mardi.

Il visait directement le commissaire européen chargé de la politique de voisinage, Stefan Füle, qui s’est rendu en Ukraine la semaine dernière et lundi et Mme Ashton qui était attendue à Kiev dans la soirée de mardi. A Kiev, M. Füle avait rencontré le président ukrainien Viktor Ianoukovitch et des membres de l’opposition.

À un autre moment, le président russe a exprimé des critiques ouvertes quant à l’ingérence européenne dans les affaires ukrainiennes : « Je pense que le peuple ukrainien est capable de prendre une décision par lui-même. En aucun cas, la Russie n’a l’intention de s’ingérer [dans leurs affaires]. Mais je m’interroge sur la façon dont nos partenaires européens auraient réagi si, au milieu de la crise [de la zone euro], par exemple en Grèce ou à Chypre, lors d’un rassemblement contre l’UE, notre ministre des affaires étrangères était apparu et avait lancé de tels appels. Nous pensons que c’est particulièrement inapproprié.

Le ministre russe des Affaires étrangères, Sergueï Lavrov, présent aux côtés de Poutine à Bruxelles, a enfoncé le clou. Lavrov aurait préféré que “certains collègues européens ne se comportent pas avec tant de désinvolture à l’égard de la crise ukrainienne.”

La Russie condamne le soutien “indécent” apporté par certains gouvernements européens à l’opposition ukrainienne, a déclaré mardi le ministre russe des Affaires étrangères, Sergueï Lavrov. “Nous aurions préféré que certains de nos collègues européens ne se comportent pas avec tant de désinvolture à l’égard de la crise ukrainienne”, a déclaré M. Lavrov. “C’est simplement indécent”, a-t-il ajouté.

Le tout dans des conférences de presse en présence des dirigeants de l’UE ! Ambiance …

 POUTINE ET LES ‘VALEURS EUROPEENNES’ DE L’OPPOSITION UKRAINIENNE

Second exemple révélateur. A Bruxelles ce mardi,  Poutine a ironisé sur certains représentants “nationalistes” de l’opposition ukranienne. Taclant les dirigeants de l’UE et leurs multiples déclarations sur les « valeurs européennes » des manifestants du ‘Maidan’.

Et Poutine n’a pas été tendre avec la morale à géométrie variable de Bruxelles : « Vos médias ne les montrent pas. Mais nous le voyons. En Ukraine occidentale, un prêtre a appelé le peuple ukrainien à se rendre à Kiev et à faire tomber le gouvernement », a-t-il dit en visant les uniates, catholiques de rite orthodoxe qui reconnaissent l’autorité du pape. Et ont toujours fourni la base du fascisme et du néofascisme ukrainien. C’est la religion dominante dans l’Ouest ukrainien (Lviv). Poutine a ajouté « Ces prêtres disent ‘nous ne voulons pas être dirigés par les Noirs, les Russes et les Juifs’. C’est du nationalisme pur, c’est inacceptable dans un monde civilisé » …

Luc MICHEL

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Per la battaglia contro la rapina di Bankitalia – Onore ai 5 Stelle

Onore ai 5 Stelle. Il movimento dei cittadini ha tentato di tutto, in questi ultimi giorni, per bloccare l’ultima legge truffa che ha sancito l’ulteriore definitiva rapina della “banca d’italia” e del suo patrimonio a favore dell’usura internazionale.
Una predazione definitiva attuata con un decreto governativo emanato a novembre su sollecitazione del ministro cameriere dei banchieri Saccomanni che lo aveva imposto mentre il popolo italiano veniva distratto e narcotizzato da una delle tante battaglie mediatiche pro e contro Berlusconi.
Come chi legge questo quotidiano ben sa, quella contro l’esproprio della sovranità monetaria nazionale è una battaglia da sempre proposta e attuata da questo quotidiano e da quell’area di uomini liberi che da decenni, dalle analisi di Ezra Pound alle ricerche di Giacinto Auriti, ha denunciato la progressiva – e nell’ultimo ventennio completata – trasformazione della banca centrale nazionale e cioè di tutti, fin dalla riforma fascista, in una banca d’affari sottoposta al dominio della finanza internazionale e gestita da banche ed assicurazioni private (nonché da elementi privati minoritari “anonimi” come la Fiat).
Ma che un gran numero di deputati, i cittadini del Movimento 5 Stelle, l’abbia rinnovata e radicalmente portata avanti contro tutto il corrotto regime destra-centro-sinistra, e nonostante la cortina di silenzio e disinformazione calata dai media,  è stata comunque una vittoria del popolo italiano. Uno squillo di rinascita, un nuovo motivo per rinnovare l’invito di andare – tutti – a casa, rivolto dagli Italiani ai politicanti di regime, corrotti e proni ai voleri degli usurai.
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