Vorrei denunciare Il Fatto-Gheddafi stuprava minorenni

il FQ il gazzettiere del dip di stato usa per la guerra.
Il FQ si è confuso con i programmi MKULtra fatti a suon di abusi su minori  condotti dagli anni 50 in Usa (leggersi trance-formation of America di Cathy ‘Brien, vittima di tali abusi) e diffusisi poi e li ha attributi ad un nemico che non si può difendere, NATURALMENTE IL TUTTO SENZA PROVE. Ripugnante giornalismo di infima lega.

Riporto il commento di un pacifista collaboratore della preziosa, coraggiosa ed onesta Marinella Correggia:
Se avessi molti soldi denuncerei il Fatto, non perchè sicuro che quanto ha riportato sia falso, ma perchè sicuro che ha scritto queste cose senza avere prove e per obbligarlo a tirarle fuori.
Credo di ricordare che altre accuse analoghe fossero state ridimensionate in passato, e ricordo, vagamente, ma ho segnalato la cosa a chi si è interessato alle vicende, che la protagonista di accuse poi non provate o smentite fosse questa psicologa. Prima di Ginevra2 è arrivata puntuale una denuncia clamorosa che ha oscurato il negoziato, Ginevra2 sta finendo con un nulla di fatto e si preparano nuove mosse contro Assad, da parte di Arabia saudita, Qatar, per i quali Assad è soprattutto un alleato dell’ Iran, come ammise la vice ministra italiana Dassù nell’ aprile 2012.
Israele,  USA e Francia, gli Stati Uniti inizieranno nuovi invii di armi all’ ESL, che però non esiste quasi più, i “moderati” ora sono gli islamisti del Fronte Islamico, finanziati dall’ Arabia saudita Hollande è andato dal Papa, un pò imbarazzato per la pubblicità mondiale del suo adulterio, a chiedergli tra le altre cose di incontrare l’ opposizione siriana.
E allora in vista di nuovi attacchi ad Assad, attacchiamo un po’ Gheddafi, perchè la gente non ricordi la guerra alla Libia che abbiamo fatto, illegale secondo moltissimi aspetti, disastrosa per gli effetti sulla Libia stessa e in tutta la macro regione del medio Oriente e nord Africa.
Insomma se qualche miliardario la pensa come me, denunci il Fatto, è l’ unica maniera sicura perchè porti le prove di quello che ha scritto.
Marcopa

Il Fatto Quotidiano
“Gheddafi stuprava minorenni. Nelle ‘stanze segrete’ jacuzzi, film porno e aborti”.
In un documentario di Bbc4 in onda il 4 febbraio, le testimonianze sugli schiavi sessuali del Rais. Reclutava giovani uomini e donne nelle scuole, li faceva torturare e abusava di loro, tra viagra, alcol e cocaina
di Silvia Ragusa | 27 gennaio 2014
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/01/27/gheddafi-stuprava-minorenni-nelle-stanze-segrete-jacuzzi-film-porno-e-aborti/859433/

marcopa
Qualcuno in mailing list pacifiste ha inviato questo commento di getto:
” La fonte oltre alla non nominata francese Annick Cojean autrice di un libro best seller in merito, tutto basato su “testimonianze” di “ribelli” e dintorni e fonti femminili anonime.
C’e’ la solita psichiatra Sergeva la cui attendibilità è rivelata da questo fatto: durante le bombe Nato, disse di aver distribuito 70.000 questionari alle donne libiche per sapere se erano state stuprate dai soldati di Gheddafi, e di averne avute indietro 60.000 – assurdo, perfino in Italia, un tal numero di risposte!!.
E che circa 350 avevano denunciato stupri. Quando l’inviato dell’ Onu le chiese di contattare queste donne e di vedere i questionari lei disse che li aveva persi e che le donne non sapeva come ritrovarle !!!
http://www.comedonchisciotte.org/site//modules.php?name=Forums&file=viewtopic&p=188819#188819

UNO STATO PALESTINESE DISTRUGGEREBBE L’ECONOMIA DI ISRAELE

Postato il Martedì, 28 gennaio
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DI GIL HOFFMAN
Jerusalem Post
 
La Livni dice che Bennett “deve decidere se vuole rappresentare tutti gli israeliani o solo quelli che abitano negli insediamenti.”
 
La creazione di uno stato palestinese, che non boicotti i prodotti israeliani, distruggerebbe l’economia di Israele“, ha detto Naftali Bennett, Ministro del Commercio e dell’Economia, lo scorso lunedì all’apertura dei lavori del partito Bayit Yehudi.
 
Lo stesso giorno Bennett ha detto che un gruppo di imprenditori israeliani in partenza per il World Economic Forum di Davos, in Svizzera, aveva fatto pressioni sul Primo Ministro Binyamin Netanyahu per trovare un accordo con i palestinesi in modo da evitare boicottaggi internazionali contro Israele.
 
Nella foto: Naftali Bennett e Tzipi Livni. Foto: Marc Israel Sallem/The Jerusalem post
 
Aiutandosi con dei grafici che indicano la crescita economica di Israele negli ultimi anni, Bennett ha detto chel’economia ha fatto meglio quando non erano in atto attività politiche israeliane che provocavano attacchiterroristici.
 
“Provate a pensare come andrebbe a finire l’economia di Israele se, ogni giorno, un missile si abbattese su Shenkar Street a Herzliya Pituah” – ha detto Bennett, riferendosi a una strada dove si trovano le filiali più importanti di tante aziende internazionali di hi-tech. “Dove arriverebbe l’economia di Israele se una volta l’anno,un missile lanciato dalla Giudea o dalla Samaria abbattesse un aereo diretto all’aeroporto di Ben-Gurion ?” – Ha detto Bennett che quando lavorava nella hi-tech, vedeva che quasi tutti i profitti della sua aziendaprovenivano dalle esportazioni, quindi era già consapevole di quale impatto potrebbero provocare i boicottaggisul business isrealiano. Ma ha detto che, tuttavia, Israele non deve cedere alle pressioni e non deve fare concessioni ai palestinesi.
 
Il Ministro della Giustizia Tzipi Livni, che è attualmente a Washington DC per guidare i negoziati con il Segretario di Stato americano John Kerry, ha attaccato Bennett ed ha minimizzato la minaccia del boicottaggio,accusandolo di dare più ascolto ai rabbini estremisti che agli imprenditori.
 
“Il Ministro dell’Economia e del Commercio deve decidersi se rappresentare tutti i cittadini israeliani o solo i residenti di insediamenti isolati”- ha detto Livni. “Dei leader sionisti responsabili non devono restare attaccati ad una ideologia che porterà Israele all’isolamento e che potrebbe danneggiare l’economia e ogni cittadino, ma piuttosto deve lavorare per un accordo diplomatico per rafforzare la nostra posizione nel mondo e garantire la sicurezza economica di Israele come stato ebraico e democratico”.
 
Bennett è stato attaccato anche dalla destra per aver detto al Jerusalem Post che intende dare il suo appoggio a quei Parlamentari che intendono bloccare Netanyahu dal fare concessioni ai palestinesi.
 
Ha detto anche che sta cercando di convincere il MKs,che fa parte della coalizione del Likud Beytenu, per dissuadere Netanyahu dal sostituire il partito Bayit Yehudi con Kadima e con il Labor Party.
 
Meir Indoor, capo dell’organizzazione delle Vittime del Terrorismo Almagor,  ha commentato che Bennett stava semplicemente cercando di contenere l’estrema destra.
 
Baruch Marzel, del partito di estrema destra Otzma Le’Israel , che si è presentato alle elezioni dello scorso anno,ha detto che Bennett ha fatto solo finta di ostacolare le concessioni promesse dal suo governo e che realmente non sta facendo niente per bloccarle.
 
“L’unica cosa che Bennett ha imparato dalla politica è come svicolare e come prendersi il merito per il lavoro che hanno fatto gli altri” – ha detto Marzel.
 
“Dopo un anno di Bennett, la Terra di Israele deve affrontare il più grande pericolo dopo gli accordi di Oslo.”
 
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20.01.2014
 
Il testo italiano di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonteComeDonChisciotte.org  e l’autore della traduzione Bosque.Primario

Balena con due teste arriva in California. L’effetto Fukushima continua…

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9 gennaio 2014 – Mezza morta, galleggiante, tristemente deforme, probabilmente frutto delle tremende radiazioni emesse da Fukushima.
 
Jesús Gómez ed i suoi colleghi se la sono trovata così lo scorso lunedì 6 gennaio, vicino alla chiglia della barca, poco lontano dalla riva della Laguna Ojo de Liebre (Guerrero Negro, Baja California): una balena grigia con due teste e due code, un bestione di 4 metri di lunghezza e mezza tonnellata di peso.
 
La notizia è stata resa nota grazie all’organizzazione ecologista Guerrero Negro Verde ed in seguito la National Natural Protected Areas Commission (Conanp) ha verificato il ritrovamento: “è stata una scoperta eccezionale, senza alcun precedente”.
 
Questo povero essere bicefalo è l’ennesimo figlio indesiderato del cosiddetto “progresso dell’umanità”? Di quell’insieme di superfluità e bestialità industriali che hanno torturato ed ucciso milioni di animali, uomini e distrutto mezzo pianeta? È questo il futuro? Nascere deformi e morire di tumore tra mari e terre piene di schifezze chimiche e residui nucleari?
 
Qualcosa non va bene nel come si stanno facendo le cose, è oltraggiosamente palese.
 
Che la povera balena riposi in pace.
 
Matteo Vitiello
 

I cinesi del China Study stanno tutti diventando diabetici

Posted By Redazione On 27 gennaio 2014
 
Marcello Pamio – 17 gennaio 2014
 
Occupandomi di disinformazione da oltre 15 anni reputo di avere, per così dire, un po’ di pelo nello stomaco. Eppure mi capita spesso e volentieri di rimanere stupefatto da articoli, pubblicazioni o libri che rasentano la follia pura.
L’ultimo articolo di questo genere è intitolato: “I cinesi del China Study stanno tutti diventando diabetici”.
 
Spieghiamo innanzitutto che The China Study è uno studio eseguito dal dottor Colin Campbell e colleghi della Cornell University. Utilizzando dati epidemiologici cinesi effettuati tra gli anni 1972 e il 1974, su quasi 800 milioni di cinesi, questo studio spiega il rapporto tra alimentazione e sviluppo di malattie degenerative e cancro.
Una mole faraonica e rara di dati, perché non capita tutti i giorni di poter studiare attentamente la vita dei contadini cinesi, in un periodo in cui vivevano lontanissimi dall’inquinamento delle città, mangiavano legumi, fibre, cibi assolutamente naturali e integrali con un quantità risibile di proteine, ed erano costretti a muoversi a piedi.
I dati non lasciano spazio a dubbi: queste persone si ammalavano molto meno di malattie degenerative e di cancro rispetto ad altri cinesi che si muovevano poco e che mangiavano i cibi raffinati.
 
Per chi si occupa di benessere non c’è nulla di nuovo all’orizzonte.
Ecco perché la chiave di lettura proposta dal dottor Campbell, che conferma tutte le conoscenze plurimillenarie partendo da Ippocrate e Pitagora e arrivando alle più recenti scuole americane ed europee di Igiene e Medicina Naturale, era la seguente: una persona per mantenersi sana deve muoversi quotidianamente e deve ridurre l’apporto proteico.
Se abbiamo ancor dubbi su questo fatto, allora non ha più alcun senso continuare a parlarne.
 
Pochi mesi fa è stato pubblicato uno studio proprio sull’incidenza del diabete tra i cinesi.
La rivista ufficiale della potentissima casta dei camici bianchi americani, il JAMA, ha pubblicato il 4 settembre 2013 lo studio intitolato: “Prevalenza e controllo del diabete negli adulti cinesi”,www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24002281 [1].
Oltre l’11,6% dei cinesi odierni ha il diabete. Più della metà dei cinesi è prediabetico (52,1% degli uomini e 48,2% delle donne). Si parla di oltre 110 milioni di cinesi diabetici, oltre 500 milioni di Cinesi prediabetici (che lo svilupperanno nel giro di pochi anni) e di solo 32 milioni di persone che lo curano.
 
Certamente dati allarmanti per i cinesi, ma sono esattamente la copia carbone di quelli che riguardano la popolazione statunitense!
Secondo infatti l’American Diabetes Association, nel 2011 gli americani con diabete erano 25,8 milioni; quelli non diagnosticati 7 milioni e in prediabete oltre 79 milioni.
Tenendo conto che gli abitanti del paese dei mandarini sono 1.393.000.000 mentre quelli del paese a stelle e strisce sono 324.000.000, in un rapporto di 4,3 a 1.
Tale rapporto rimane identico se si paragonano i 110 milioni di cinesi diabetici con i 25,8 milioni di americani (25,8 x 4,3 = 110,9).
Quindi il rapporto tra gli ammalati di diabete rispetto il numero di abitanti del proprio paese è lo stesso in Oriente e in Occidente.
 
Nonostante questo, l’articolo continua dicendo che…
 
“A distanza di 40 anni, i cinesi dello studio sono cresciuti, e anziché camminare e lavorare nelle campagne hanno iniziato a vivere in città, continuando a mangiare, come tradizione, i loro elevati livelli di carboidrati, riducendo le proteine come Campbell ci vorrebbe portare tutti a fare. Con conseguenze disastrose.”
 
Secondo l’autore, la riduzione delle proteine (“come Campbell ci vorrebbe portare”)sarebbe stato ed è “disastroso” non solo per i cinesi, ma anche per tutti gli abitanti del pianeta Terra. Dando per scontato o supponendo che sia questa la vera causa del diabete.
Follia o deviazione cosciente?
 
Innanzitutto abbiamo appena visto che l’americano ha la stessa incidenza di diabete del cinese.
Ma l’americano medio – e neppure il cinese medio – non mangia certamente tanta verdura, frutta, cereali integrali, frutta con guscio e legumi (i famosi carboidrati intesi dal dottor Campbell nel suo libro), ma s’ingurgita oltre 100 kg di proteine animali all’anno, e quintali tra zucchero bianco e cereali raffinati, oltreché a tutte le porcherie acidificanti (cocacole e bibite gasate) che riempiono la società opulente moderna. Grasso che cola per le lobbies del farmaco.
 
Quindi si suppone che i cinesi andati a vivere nelle città hanno continuato a mangiare nella stessa identica maniera di quando abitavano nelle campagne. E sono diventati diabetici proprio perché hanno continuato “a mangiare, come tradizione, i loro elevati livelli di carboidrati, riducendo le proteine”. Semplici illazioni priva di fondamento.
Non sappiamo nulla di queste persone, per esempio non sappiamo:
–        quali sono state le modifiche più importanti dello stile di vita nei cinesi negli ultimi 40 anni, sia tra quei pochi rimasti a zappare la terra, sia tra i nuovi abitanti dei centri;
–        se i cinesi che hanno abbandonato le campagne si sono alimentati nella stessa identica maniera anche in città o si sono adeguati, come è logico che sia, al nuovo ambiente;
–        quanto è stato l’aumento di proteine animali e cibi raffinati nella dieta quotidiana dei nuovi cinesi;
 
La parziale conferma arriva proprio dallo studio del JAMA: “La prevalenza di diabete era più alta nei gruppi di età più avanzata (anche se non specificano l’età), in residenti urbani, e nelle persone che vivono in regioni economicamente sviluppate” (The prevalence of diabetes was higher in older age groups, in urban residents, and in persons living in economically developed regions), quindi non nelle campagne ma nei centri!
Sempre più studi infatti confermano che le popolazioni migrate in altri luoghi anche lontani, adattandosi allo stile di vita del nuovo posto, nel giro di poco tempo hanno manifestato le locali malattie, sconosciute però nel paese di origine.
Si può affermare che i tumore e il diabete sono malattie del benessere.
 
Tantissime sono ancora le informazioni utili che bisognerebbe sapere prima di sparare delle buffonate.
La storia però insegna.
 
I cinesi, come all’epoca tutti i nostri contadini qui da noi hanno abbandonato le campagne per vivere nelle grandi città, si saranno adeguati al nuovo e certamente più felice (in apparenza) stile di vita: maggior comodità negli spostamento che si legge aumento della sedentarietà, minor apporto di carboidrati complessi, minor apporto di frutta e verdura che in città costano molto di più che in campagna, aumento del cibo spazzatura, tra cui cereali raffinati e zuccheri bianchi.
Queste, oltre al poco movimento, sono le vere cause dell’acidosi, e l’acidosi è una condizione organica che prepara il terreno a tutte le cosiddette malattie dismetaboliche, croniche e/o degenerative come diabete e cancro.
 

Forconi, Mariano Ferro: ”Grillini? Devono destabilizzare il parlamento”

28 GENNAIO 2014
Ed il 26 Gennaio …
I forconi sono tornati: in centinaia in Stazione Centrale di Milano
Decine le bandiere tricolori sventolate. Diverse centinaia di manifestanti del Movimento dei Forconi hanno occupato simbolicamente per qualche minuto la Stazione Centrale di Milano.

Chi rappresenterà l’opposizione a Ginevra 2 ?

La questione della rappresentanza dell’opposizione siriana alla Conferenza di Ginevra 2 può sembrare incongrua dopo che la riunione inaugurale ha già avuto luogo a Montreux. Al contrario, essa è centrale. La Coalizione Nazionale che si è espressa davanti alle telecamere è stata abbandonata da quasi tutti i suoi componenti e non ha più alcun tramite in Siria. La sua presenza alla sessione pubblica puntava unicamente a soddisfare l’Arabia Saudita. Dovrebbe rapidamente cedere il passo ad altri gruppi.

La sessione inaugurale di Ginevra 2 non aveva molto a che fare con una conferenza diplomatica. È stato un grande show, trasmesso in mondovisione. In realtà, ogni oratore si rivolgeva a una frazione del pubblico, di solito quella del suo paese e di alcuni alleati, senza necessariamente preoccuparsi di ciò che ne sarebbe seguito. Inoltre, ciò che noi riferiamo in merito è completamente diverso a seconda del fatto che si apprezzi l’evento in termini di pubbliche relazioni o di ricerca della pace.
In apparenza, la delegazione siriana ha impiegato troppo tempo per parlare, mentre l’opposizione ha chiesto le dimissioni del presidente Assad, con il forte sostegno della delegazione degli Stati Uniti. Si potrebbe ricavarne che Damasco andava ad abdicare.

Tuttavia, la stampa occidentale non è stata accecata da questo miraggio. Benché John Kerry affermasse solennemente che non si potesse immaginare che un governo di transizione fosse guidato da Bashar al-Assad, membri del suo gabinetto giungevano in sala stampa per spiegare ai giornalisti che la Siria senza Assad sarebbe peggiore che con lui. Han fatto loro gioco gli argomenti dell’ambasciatore Ryan C. Crocker sul New York Times. Pertanto, ognuno ha capito che il discorso del Segretario di Stato era destinato a calmare i suoi alleati sauditi e non a essere messo in opera.

La delegazione della Coalizione Nazionale ha argomentato in modo convincente contro i “crimini del regime ” e ha chiesto tutto il potere per sé, impegnandosi a rispettare le minoranze. Ma il suo discorso enfatico non può resistere a pochi minuti di discussione. E cosi si è appoggiato su un rapporto pubblicato due giorni prima, che accusava il governo di aver ucciso sotto tortura 11mila persone, presentandolo come un “rapporto indipendente”, mentre si tratta di un ennesimo pezzo della propaganda del Qatar. Allo stesso modo, ci si può chiedere perché la Coalizione rispetterebbe in futuro le minoranze che ha perseguitato durante la guerra?
Una volta concluso lo spettacolo, Jarba ha annunciato che non avrebbe partecipato ai negoziati di persona, senza specificare che guiderà la delegazione in sua assenza.

Ancora una volta, la stampa occidentale non si lascia ingannare. Tutti hanno capito che sebbene Jarba legga benissimo i discorsi che gli scrivono i suoi sponsor, non ha la statura per quel compito, mentre la delegazione siriana è composta da professionisti qualificati. Ma al di là del divario di competenze, la situazione del signor Jarba è davvero poco invidiabile: si è atteggiato a vincitore di una guerra che ha perso, ha rivendicato di parlare a nome di un popolo che lo ignora. Questo perché la Coalizione Nazionale non parla che per se stessa. I suoi componenti principali hanno mollato, il suo governo in esilio si è dimesso, lasciando soli i Fratelli Musulmani e l’Arabia Saudita.
Tutti ricordano allora del primo a prendere la parola, Sergey Lavrov. Questi aveva discretamente notato che il Comunicato di Ginevra 1 e la risoluzione 2118 del Consiglio di sicurezza, su cui si basa la conferenza, stabiliscono che tutti i gruppi politici siriani dovrebbero essere rappresentati a Ginevra 2. Tuttavia, su richiesta di Washington, solo i resti della coalizione sono stati invitati. Il ministro ha dichiarato la speranza che l’opposizione patriottica interna sia coinvolta nelle trattative nonostante la sua assenza alla sessione inaugurale.

È solo allora che la vera conferenza inizierà.

Thierry Meyssan, 26 gennaio 2014.
Fonte: http://megachip.globalist.it/
Link: http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=96243&typeb=0&Chi-rappresentera-l-opposizione-a-Ginevra-2
27.01.2014

Traduzione a cura di Matzu Yagi.

Questa “cronaca settimanale di politica estera” appare simultaneamente in versione araba sul quotidiano “Al-Watan” (Siria), in versione tedesca sulla “Neue Reinische Zeitung”, in lingua russa sulla “Komsomolskaja Pravda”, in inglese su “Information Clearing House”, in francese sul “Réseau Voltaire”.
         

marcopa
Su Avvenire di sabato 25 gennaio era scritto che Jarba era stato sostituito come capo delegazione da Badr Jamous, diplomatico siriano , console per anni in Moldavia. All’ estero dall’ inizio della rivolta.

Grande spazio su Repubblica a Manna, sempre sabato, oppositore non presente alla Conferenza, uno dei riferimenti del Coordinamento nazionale per il cambiamento democratico.

E’ conosciuto, come dice Repubblica, ma non avevo mai letto che migliaia di persone lo avevano accolto a Damasco al ritorno dall’ esilio di Parigi, e il paragone con Mandela fatto nel titolo lo prendo come una augurio.

E’ l’ Italia soprattutto che dovrebbe cambiare i suoi interlocutori in Siria.

Abbandonare l’ Arabia saudita e quindi Amici della Siria, e avere rapporti con l’ opposizione democratica di Manna,e i curdi che controllano una area nel nord del paese.

http://www.comedonchisciotte.org/site//modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=67246

TRIPOLIGATE : FR3 RELANCE LE DOSSIER ET EVOQUE ‘LA VOIX ACCUSATRICE DE KADHAFI !

Luc Michel pour ELAC & ALAC Website / avec AFP – Libération – PCN-SPO / 2014 01 28 /

http://www.elac-committees.org/

https://www.facebook.com/elac.committees

http://www.scoop.it/t/pcn-spo

« Mon cher ami Sarkozy a un désordre mental… C’est moi qui l’ai fait arriver au pouvoir. Nous lui avons donné le financement nécessaire pour qu’il puisse gagner l’élection […], Il est venu me voir, dans cette tente. Il nous a demandé un montant, on lui a donné le montant »

LM - ELAC tripoligate Kadhafi accuse Sarkozy (2014 01 28) FR

– Moammar Kadhafi.

Voilà le « Tripoligate » – que j’ai été le premier à dénommer comme cela pour faire le lien avec le « Karachigate » et le « Qatarigate », les trois dossiers parallèles – relancé !

Le magazine de la TV française FR3 «Pièces à conviction» s’apprête à diffuser un enregistrement audio de 2011, dans lequel le dirigeant libyen assure : « C’est nous qui avons fourni les fonds » à l’ancien président.

Intitulé « Kadhafi-Sarkozy : liaisons dangereuses » et basé sur une enquête du journaliste Pascal Henry, le reportage évoque les « liens politiques entre la France et la Libye de 2003 jusqu’au déclenchement de la guerre, le 19 mars 2011 ». Où la France bombarde l’armée libyenne. 2003 c’est le début de la « coexistence pacifique » entre la Jamahiriya et les Occidentaux. Et singulièrement le rapprochement de Tripoli avec Paris.

 LES CASSEROLES DE SARKOZY

Impliqué dans le « Karachigate » (des rétrocommissions au Pakistan et à Taiwan) et le « Tripoligate » (le financement des campagnes de Sarkozy en 200-2007 par Kadhafi) – expression que j’ai été le premier à créer et à utiliser dès mars 2011 -, Sarkozy apparaît aussi dans un troisième dossier : le « Qatarigate », lié à la conquête financière de la France par la pétrodictature qatarie.

On se souvient des déclarations de SaIf Al-Islam Kadhafi en Mars 2011 dénonçant l’argent sale de Sarkozy venant de Libye. J’évoquais alors un futur « Tripoligate », s’inscrivant dans le dossier du fameux « Karachigate » … Nous y sommes arrivé rapidement. Et Tripoli apparaît précisément dans les procédures judiciaires concernant le premier de ces dossiers, ce « Karachigate » qui implique Balladur, ex premier ministre, et évidemment Sarkozy !

 ‘LIBE’ TITRE « FINANCEMENT DE LA CAMPAGNE DE SARKOZY : LA VOIX ACCUSATRICE DE KADHAFI » …

France 3 diffuse demain mercredi soir 29 janvier 2014 dans son magazine « Pièces à conviction » un enregistrement audio d’une interview, en mars 2011, de Mouammar Kadhafi qui évoque un financement politique occulte de la campagne de Nicolas Sarkozy.

A la question de savoir s’il se sent trahi, Kadhafi, qui avait été reçu en grande pompe à Paris en décembre 2007, répond par l’affirmative. Puis, selon une traduction réalisée par l’AFP, il poursuit : « Sarkozy a une déficience mentale… c’est grâce à moi qu’il est arrivé à la présidence », « C’est nous qui lui avons fourni les fonds qui lui ont permis de gagner », « Il est venu me voir alors qu’il était ministre de l’intérieur. Il m’a demandé un soutien financier.»

 Pourquoi aurait-il financé Sarkozy ?

Fort logiquement, « Pour nous, en tant que Libyens, si le président de la République française gagne les élections grâce à nos fonds, c’est vraiment un gain », répond Kadhafi qui ne donne pas de montant ni de détail sur les modalités de versement.

Le juge Serge Tournaire enquête sur ces accusations de financement de la campagne présidentielle de 2007, allégations que Nicolas Sarkozy réfute.

Elles avaient été formulées par Saïf al-Islam, le fils aîné du Colonel, dans un entretien à Euronews, le 16 mars 2011 : « Il faut que Sarkozy rende l’argent qu’il a accepté de la Libye pour financer sa campagne électorale.» Peu auparavant, l’agence officielle JANA avait promis de rendre public « un grave secret » sur la campagne de Nicolas Sarkozy.

Plusieurs dignitaires ont évoqué un tel financement : l’ancien Premier ministre Baghdadi al Mahmoudi, lors d’une audience d’extradition à Tunis, ou encore l’interprète de Kadhafi, Moftah Missouri. Rencontrée la semaine dernière à Paris, Anoud al-Senoussi, fille de l’ancien chef des renseignements Abdallah al-Senoussi, a affirmé à l’AFP que son père, actuellement détenu en Libye, avait « disposé de preuves de ce financement ».

 L’ORIGINE DE CET ENTRETIEN.

POURQUOI IL SORT MAINTENANT ?

Le guide libyen avait accordé à l’époque pour le Figaro, l’entretien, que la journaliste Delphine Minoui avait ultérieurement retranscrit dans son ouvrage Tripoliwood – un livre violemment anti-Kadhafi plein de rumeurs et de médiamensonges sur la Jamahiriya (Grasset, 2011) -, et qui s’est déroulé le 16 mars 2011 (quatre jours seulement avant l’intervention militaire occidentale de mars 2011).

Les forces de Kadhafi avaient alors repris l’avantage militaire un mois après le début de l’insurrection transformée en guerre d’agression par l’OTAN et ses supplétifs du CNT. Paris avait officiellement reconnu quelques jours plus tôt l’opposition fantoche pro-occidentale.

La publication de cet interview de Kadhafi n’est évidemment pas neutre. Et l’émission de France 3 bénéficie d’une vaste couverture médiatique. Au moment où Sarkozy laisse entrevoir son retour en politique pour la prochaine présidentielle et sera un adversaire coriace pour le régime social-démocrate de Hollande en pleine tourmente et impopulaire, la relance du ‘Tripoligate’ tombe à pic. Et aussi bien Hollande que le ministre de l’intérieur Valls, candidats potentiels, ont tout intérêt à cette relance.

Luc MICHEL

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# Sur ces dossiers sales de Sarkozy, lire :

Luc MICHEL, PCN-SPO / APRES LE « KARACHIGATE » ET LE « TRIPOLIGATE » : VOICI LE « QATARIGATE » DE SARKOZY !???

http://www.elac-committees.org/2012/05/22/pcn-spo-apres-le-%c2%ab-karachigate-%c2%bb-et-le-%c2%ab-tripoligate-%c2%bb-voici-le-%c2%ab-qatarigate-%c2%bb-de-sarkozy/

LUC MICHEL, FOCUS / TRIPOLIGATE : NOUVEAU TEMOIGNAGE D’UN PROCHE DE KADHAFI SUR LE FINANCEMENT DES CAMPAGNES DE SARKOZY PAR LA JAMAHIRIYA

http://www.elac-committees.org/2013/07/31/luc-michel-focus-tripoligate-nouveau-temoignage-dun-proche-de-kadhafi-sur-le-financement-des-campagnes-de-sarkozy-par-la-jamahiriya-2/

PCN-SPO, L’ARGENT SALE DE LA SARKOZYE : VOILA TRIPOLI QUI APPARAIT DANS LE « KARACHIGATE » !

http://www.elac-committees.org/2011/10/05/pcn-spo-l%e2%80%99argent-sale-de-la-sarkozye-voila-tripoli-qui-apparait-dans-le-%c2%ab-karachigate-%c2%bb/

et Luc MICHEL, PCN-SPO / GEOPOLITIQUE / QATARIGATE : LA GANGRENE QUI RONGE LA FRANCE !

http://www.elac-committees.org/2013/02/01/pcn-spo-geopolitique-qatarigate-la-gangrene-qui-ronge-la-france/

FIAT: finalmente ve ne andate

Potrà cer­ta­mente riem­pire di ama­rezza, spe­cial­mente per un tori­nese “veij Pie­mònt” come il sot­to­scritto, venire a sapere che — come ampia­mente pre­vi­sto da tutti coloro che non ave­vano le fette di salame svi­lup­pi­ste sugli occhi — la ex-FIAT in mano a Mar­chionne si tra­sfe­ri­sce oltreo­ceano e abban­dona l’Italia e Torino.

In fondo, nel bene e nel male, la FIAT ha segnato un’epoca della Sto­ria d’Italia e di Torino. Io — che ho mezzo secolo di vita — la vera Torino della FIAT me la ricordo ancora. Ricordo i giorni da “bol­lino rosso” per le strade e sui treni, quando chiu­deva e ria­priva la FIAT. E le imman­ca­bili inter­vi­ste ai can­celli, a fine ago­sto, primo turno ore sei.

Tutto que­sto è finito da anni. Ora uno degli ultimi atti. Il 29 gen­naio Mar­chionne proporrà/imporrà al con­si­glio di ammi­ni­stra­zione di FIAT il listing (la quo­ta­zione) della nuova società a New York, fis­sando però la resi­denza fiscale in Gran Bretagna.Così come nel 2012 FIAT Indu­strial si tra­sferì fiscal­mente in Olanda per negare allo Stato Ita­liano le tasse: si chia­mano pie­to­sa­mente “bene­fici fiscali”.…

La pic­cola farsa di non voler abban­do­nare il paese che per decenni ha inon­dato la FIAT di aiuti di Stato, pagan­dola circa tre volte il suo valore in aiuti, con­ti­nua sem­pre più stan­ca­mente: verrà lasciata a Milano la quo­ta­zione di una parte del gruppo (Fab­brica Ita­lia, pro­ba­bil­mente); ovvero una fra­zione molto mino­ri­ta­ria del tutto

Gli uffici ammi­ni­stra­tivi abban­do­ne­ranno Torino, così come l’ultima parte della pro­get­ta­zione (il “core” del set­tore ha già preso la strada di Detroit).

La FIAT non esi­ste più: non è cer­ta­mente quella del SUV Free­mont, oppure di Fer­rari e Mase­rati, straor­di­na­rie ma non deci­sive. Diceva Henry Ford: l’innovazione tec­no­lo­gica non ha signi­fi­cato se non diviene dispo­ni­bile per tutti. Ma que­sto lin­guag­gio il signor Mar­chionne e i suoi dipen­denti non lo capi­scono più.

A pro­po­sito di dipen­denza, a que­sto punto psi­co­lo­gica e che meri­te­rebbe atten­zione per­ché desta, sin­ce­ra­mente, pietà e pre­oc­cu­pa­zione: Piero Fas­sino, sin­daco di Torino “sedotta e abban­do­nata”, dice: Non importa se il cuore di FIAT lascia l’Italia e Torino, quello che conta è la pro­du­zione. Come com­men­tare? L’atteggiamento roman­tico otto­cen­te­sco (“mi ha lasciato, ma mi vuole ancora bene…”) è quasi com­mo­vente, così come l’attenzione otto­cen­te­sca alla pro­du­zione, resi­duo vetero-operaista che diverte: potremmo ribat­ter­gli che quel che conta sono l’innovazione, la ricerca, il pen­siero, il know-how: dove vanno que­sti vanno le risorse, non dove va la pro­du­zione. Ma anche qui, mi par­rebbe di par­lare al deserto.

Non è dif­fi­cle, visto que­sto andazzo, imma­gi­nare comun­que il destino di Melfi, Cas­sino, Pomigliano.

I gover­nanti ita­liani tac­ciono. La migra­zione di un’azienda che — tra l’altro — ha model­lato anche il sistema dei tra­sporti in Ita­lia a suo pia­ci­mento non ha impor­tanza alcuna, pare.

Appare anche inu­tile dire che — con quanto lo Stato, cioè noi, ha pagato alla FIAT in que­sti anni — l’Italia avrebbe ogni diritto a pro­ce­dere alla nazio­na­liz­za­zione anche domani mat­tina. E’ un par­lare da comu­ni­sti d’altri tempi.

Ed allora dimo­striamo un po’ di con­ten­tezza. Meno male che ve ne andate, signor Mar­chionne e “uomini FIAT”. Non se ne poteva più delle vostre facce, della vostra men­ta­lità pic­cola, di come avete deser­ti­fi­cato cul­tu­ral­mente una città per decenni. Non se ne poteva più di vedere le casse dello stato dre­nate dalle vostre casse inte­gra­zioni e dalle vostre per­dite col­let­ti­viz­zate, men­tre ovvia­mente avete pri­va­tiz­zato i gua­da­gni in tempi di vac­che grasse. E non se ne poteva più di vedere i posti, micro– e macro-, di potere a Torino occu­pati dai vostri amici.

L’Italia sta affon­dando e i topi abban­do­nano la nave. Per­so­nal­mente, pre­fe­ri­sco non avere certe cat­tive com­pa­gnie. Che se ne vadano: ma che non si parino più davanti: spe­roma ca sia la vira bon-a c’as gavo dale bale.

Marchionne, Napolitano, e John Elkann

Mar­chionne, Napo­li­tano, e John Elkann

ELEZIONI A SUSA, NASCE LA LISTA CIVICA NO TAV. VIA LIBERA DAI 5 STELLE: “GIOVEDÌ CI RIUNIAMO”

 http://www.valsusaoggi.it/?p=1576

BY  – PUBLISHED: 01/25/2014 – SECTION: POLITICA & POTERI

A Susa tutti uniti contro la Tav, con una lista civica e senza nomi di partito. Molti lanciano la candidatura di Sandro Plano a sindaco, ma resta da sciogliere la questione del Pd. Plano o non Plano, é questa la strategia scelta dal popolo No Tav, come già fatto ad Avigliana nel 2011. Un metodo che sarà condiviso anche da altri amministratori e sindaci dei paesi della bassa Val Susa, dove si voterà in primavera. “Nel corso dell’assemblea pubblica di ieri sera abbiamo constatato con soddisfazione che il coordinamento degli amministratori della Val di Susa è giunto alle stesse conclusioni cui noi siamo giunti da mesi – spiegano dal Movimento 5 Stelle – l’unità e la creazione di un fronte unito rappresentano l’unica opportunità per contrastare il partito unico delle Grandi Opere. Ribadiamo la nostra volontà di lavorare a Susa per la creazione di una vera lista civica formata da cittadini senza etichette e tessere di partito, che punti alla massima partecipazione possibile e che esprima pienamente lo spirito di grande condivisione emerso in assemblea”. E dalle intenzioni si passa ai fatti: giovedì si terrà la prima riunione per creare la lista civica di Susa: “Proprio per non perdere più neanche un giorno – aggiungono dal Movimento 5 Stelle – diamo appuntamento a tutti i cittadini di Susa che si riconoscano in questo percorso, giovedì 30 gennaio, alle 21 presso il Bar edicola Franca in Via Caduti di Tutte Le Guerre 2″.

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UN SIGNAL POLITIQUE FORT : LE 70e ANNIVERSAIRE DE LA LIBERATION DE LENINGRAD …

Luc MICHEL/ En Bref / avec Russia 1 – PCN-TV – PCN-SPO / 2014 01 27 /

« L’avenir appartiendra à ceux qui auront la mémoire la plus longue » prophétisait Nietszche, ce grand Européen …

Парад, посвященный 70-летию снятия блокады Ленинграда

La Russie de Poutine vient de rappeler au monde occidental qu’elle avait ce sens de la mémoire historique qui forge la résistance des peuples.

Il y a 70 ans, le 27 janvier 1944, l’Armée rouge levait complètement le blocus de Léningrad assiégée par les troupes nazies depuis septembre 1941. Le blocus de 872 jours a causé la mort d’environ 1,5 million de personnes. Rien que là près de cinq fois l’ensemble des pertes américaines sur tous les fronts de la Seconde guerre mondiale. Oui c’est l’Armée rouge de Staline qui a vaincu le Reich nazi !

LM.NET - EN BREF 70e anniversaire Leningrad (2014 01 27)  FR 2

 70e anniversaire de la fin du siège de Leningrad.

Un signal fort adressé aux ennemis de la Russie – Piemont et espoir de la future Grande-Europe – et de l’Eurasie en marche. Au moment où la Russophobie flambe sans cesse dans les médias de l’OTAN, où de Damas au Caucase les ennemis de Moscou frappent, où à Kiev et à Lviv les vaincus fascistes de 1945 tentent avec le soutien indécent de l’OTAN et de son bras politique l’UE de prendre leur revanche sur l’Histoire.

A Leningrad ce 27 janvier, un défilé grandiose qui donne à la Russie de Poutine, qui a restauré l’Etat abattu par les traîtres de 1991 et dont l’Armée hisse toujours les drapeaux rouges de la Grande armée soviétique, celle qui a vaincu Hitler devant Moscou et Stalingrad, un air de ‘Troisième Rome nationale-communiste’ (relire Agursky) …

Armée soviétique d’hier et Armée russe d’aujourd’hui, Tank, uniformes, drapeaux fraternellement mêlés.

Avec des étendards inspirés des triomphes romains, ceux commandés par Staline et Illya Ehrenbourg pour la parade du 9 mai 1945, mémoire de la Première Rome au cœur de la Troisième, à nouveau dressés à Leningrad. Des signaux historiques forts pour ceux qui sauront les lire …

LM.NET - EN BREF 70e anniversaire Leningrad (2014 01 27)  FR 3

Un combat pas terminé. Voir il y a peu Riga ou Tallin. Et aujourd’hui Kiev ou encore Paris !

Nous n’avons rien oublié, Nous n’avons rien pardonné …

Luc MICHEL

Фото: РИА Новости / Infographie RIA Novosti

http://www.lucmichel.net/2014/01/27/lucmichel-net-un-signal-politique-fort-le-70e-anniversaire-de-la-liberation-de-leningrad/

# Reportage de ‘Russia 1’ sur :

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=8TiNZSRcsvI

# Album photo sur :

https://www.facebook.com/media/set/?set=a.418657048268719.1073741834.321184994682592&type=1

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