La crisi della UE arriva anche al Nord: Petizione popolare in Finlandia per l’uscita dall’euro

i finlandesi non gradiscono l’europa dei popoli, non amano i tagli al welfare, che xenofobi…..
Mar 12, 2016
 
Finlan-against-euro
Finlandesi manifestano contro l’euro
 
da Redazione
 
Se non bastasse la minaccia del Brexit del Regno Unito, oltre alla disastrosa situazione della Grecia, all’indebitamento e crisi di paesi come Portogallo, Spagna e Italia, adesso si aggiunge all’elenco un paese del nord Europa: la Finlandia. Il paese all’estremo nord rischia di diventare il nuovo grande malato dell’Europa. L’economia di questo paese sta attraversando una spirale di depressione cronica con la disoccupazione salita dal 6% del 2008 al 9,5% attuale.
 
Questo si verifica nonostante che la Finlandia sia uno dei pochi paesi dell’Eurozona ad avere la fiducia degli organismi finanziari internazionali, con una attribuzione di rating classificato AAA sul debito pubblico, non influenzata dal deficit del paese che risulta uno dei più alti.
 
La crisi del “modello scandinavo” ed il suo declino come sistema economico modello, è dovuta in parte dall’euro ma anche da fattori esterni che hanno colpito l’economia del paese: la crisi del settore della carta connessa con lo sviluppo del digitale, la quasi estinzione della Nokia, il principale datore di lavoro dei finlandesi e infine la politica delle sanzioni contro la Russia, quello che era il principale partner commerciale della Finlandia, che ha manifestato le sue forti ripercussioni sull’economa del paese nordico.
 
Tutto questo insieme di fattori ha determinato fra l’altro  una massiccia emigrazione dei giovani finlandesi verso la Svezia o Norvegia in una situazione anche di crisi demografica che sta attraversando il paese che vede l’aumentare della popolazione solo grazie ai flussi di immigrazione provenienti dal Medio Oriente.
 
Il premier finlandese, Juha Sipilä, in questa situazione pianifica infatti una politica di austerità con la riduzione del welfare, il taglio dei giorni festivi e altre misure contro i giorni di malattia che i dipendenti potrebbero decidere di prendere.
 
Un’altra misura che il governo ha deciso di introdurre nel giro di due anni (sotto l’attenta osservazione del M5S in Italia) è l’istituzione di un reddito di cittadinanza sotto forma di reddito base a favore di ogni cittadino maggiorenne. L’obiettivo è quello di abbattere la disoccupazione, l’alto costo del lavoro e sopperire ai tagli al welfare che ormai risultato necessari per dare ossigeno alle casse statali. L’importo di tale assegno si aggirerebbe intorno agli 800 euro.
 
Per l’Unione Europea si profila una catena di crisi multiple: oltre alla “Brexit”e alla “Grexit” ( che ritorna sempre ad essere attuale) potrebbe arrivare la “Fixit” ovvero l’uscita della Finlandia dall’euro.
 
Una petizione popolare ha raccolto già le firme necessarie (50mila) per far si che il Parlamento ne discuta e in caso indica un referendum sulla permanenza di Helsinki nell’Eurozona. Secondo un ultimo sondaggio condotto, i finlandesi sono però ancora in maggioranza a favore della moneta unica che secondo alcuni esponenti politici di governo, ha apportato benefici all’economia del Paese. Da non sottovalutare però è la crescita costante dei movimenti euroscettici, come dimostra l’ingresso nel governo di centrodestra dei Veri Finlandesi, partito critico all’Unione monetario guidato da Timo Soini che alle ultime elezioni politiche del 2015 ha raccolto il 17,7% di preferenze. Si registra anche una forte insofferenza nell’opinione  pubblica verso le politiche pro immigrazione decise a Bruxelles e per il conseguente arrivo nel paese di un notevole  numero di rifugiati e migranti.
 
Tra i finlandesi cresce sempre di più la convinzione che l’utilizzo della propria moneta darebbe stimoli positivi all’economia del paese grazie alla possibilità di svalutare la moneta e migliorare la competitività delle esportazioni come fa la vicina Svezia.
 
Infatti secondo uno studio condotto dall’economista dell’Università di Helsinki, Tuomas Mallinen, la moneta unica avrebbe indebolito la competitività ai prodotti finlandesi, togliendo la leva della svalutazione e affidandosi al quantitative easing di Mario Draghi. Un punto di vista che il governatore della Banca centrale, Erkki Liikanen, non condivide affatto in quanto la crisi economica del paese, secondo lui,  deriverebbe solo a fattori esterni.
 
La Finlandia, nonostante abbia registrato un incremento del Pil all’inizio dell’anno dello 0,4, si accinge a diventare il sesto membro dei considetti “Pigs” insieme a Spagna, Portogallo, Irlanda, Grecia e Italia, per quanto  la sua situazione sia diversa da quella dei paesi del sud. Gli europei del sud possono finalmente dare il “benvenuto” ad un fratello nordico che fino ad oggi guardava con superiorità e senso di sufficienza i “mangia spaghetti del sud Europa.
La crisi della UE arriva anche al Nord: Petizione popolare in Finlandia per l’uscita dall’euroultima modifica: 2016-03-15T20:45:20+01:00da davi-luciano
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