Delfino ha ucciso. La svuotacerceri lo vuole libero. Noi no

pazienza se saranno ammazzate altre donne. Sta brutto tenere la gente in carcere, dicono quelli che vivono in villa con sistemi di sicurezza sofisticati e scorta.

di Federica Dato

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C’è un momento, è un attimo, in cui capisci che non puoi farcela. È l’istante in cui realizzi che sei già una vittima e che, salvo una buona dose di fortuna non ti baci, qualcuno non ti veda a terra in tempo, magari fermando a nude dita lo squarcio che di lì a pochi secondi ti scaverà il collo, morirai. E forse smetti di sentire, vedi solo i suoi occhi da folle affamato disangue, del tuo sangue. E non è detto tu abbia il tempo di accarezzare idealmente il volto di tua madre, di preoccuparti per quel padre che sai non si rialzerà più dopo la tua caduta. Magari invece senti tutto, pensi tutto e t’incazzi o decidi che tanto, ormai, per arrabbiarsi non è più tempo. Frazioni di secondo e lui ce l’hai addosso e lo sai, l’hai capito, che ha scelto di finirti perché tu non possa più scegliere.
Immaginare quel che passa nella mente di chi sta morendo è doloroso quanto impossibile. Ti pare invece di poterle sentire quelle mani, quelle di Luca Delfino, intente a spegnere una giovane donna. Come fosse niente. Questo ha fatto, Luca Delfino. E che per questo è stato condannato a sedici anni e otto mesi, più cinque anni di manicomio criminale. Ci sono buone possibilità sia fuori nel 2015, grazie al decreto svuotacarceri voluto da Annamaria Cancellieri. Un decreto che rimetterà in circolazione non solo ex detenuti, ma assassini che ripeteranno con ogni probabilità il reato (diomicidio. O-m-i-c-i-d-i-o). E lo ha scritto oggi Cristiana Lodi su Libero chi è Delfino e lo ha scritto così bene che trovassimo il pezzo online ve lo offriremmo volentieri. In cella dal 2007, ha tolto la vita a Maria Antonietta Multari. L’ha accoltellata, aveva 33 anni. Un delitto annunciato con minacce e molestie. Luciana Boggi è morta a 39 anni nel 2006. È stata colpita alle spalle. Era stata minacciata di morte dal Delfino, con cui aveva deciso di chiudere una relazione. «La notte tra il 27 e il 28 aprile 2006 lei accetta di incontrarlo a Piazza delle Erbe a Genova. Litigano. Insieme vengono visti allontanarsi nella stessa direzione. Dieci minuti dopo Luciana muore sgozzata in un vicolo del centro. Luca Delfino si dichiara innocente», sintetizza la collega.
Guardatelo, in volto di Delfino. È lì a urlare la minaccia, che in tribunale ha espresso a viva voce. E non è troppo aspettarsi altre donne schiacciate dalla sua mano, non è eccedere ribadire che la buona condotta, anche guardando al processo rieducativo, non è una ragione per cavar di prigione un killer. Perché, anche volendo credere che la sua follia sia reale (non potendo negare l’omicidio di Maria Antonietta avvenuto davanti a testimoni ha dichiarato di non ricordare niente, sostenendo la donna fosse viva), di certo non può essere (già) guarito.
E quegli occhi non li scordi, te li senti addosso mentre rincasi la notte. Ed è lo sguardo che non vuoi si posi su chi ami e in generale su altro essere umano. E lo senti il respiro spezzato di quelle donne e non è un paese civile quello che, dopo non averle volute e sapute difendere, salvare da una fine annunciata, oggi non solo farà sì che in loro nome non sia fatta giustizia, ma per ammette la bestia possa ripetere l’orrore. Insultando la loro vita, i loro affetti, rendendo vana una sempre e comunque vana morte. Quella che questo Stato non ha evitato pur potendo. Quella da cui non c’è ritorno. Mentre con la svuotacarceri Luca Delfino tra un paio d’anni ritorna. Come quel sangue non contasse niente.

http://www.lintraprendente.it/2014/01/delfino-ha-ucciso-la-svuotacerceri-lo-vuole-libero-noi-no/

Delfino ha ucciso. La svuotacerceri lo vuole libero. Noi noultima modifica: 2014-02-06T20:14:28+01:00da davi-luciano
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