TENSIONI A CHIOMONTE, LA “PASSEGGIATA NO TAV” FINISCE CON 15 DENUNCIATI

https://www.lastampa.it/2018/11/18/cronaca/tensioni-a-chiomonte-la-passeggiata-no-tav-finisce-con-denunciati-U1VaPzib494iY7WXhOviFI/pagina.html?fbclid=IwAR0ScpkMZxc_VKlIsXTNo1liIu5Xf2K9Y77aGBh8m91-5M8IF0fh6YfyTT8

Un gruppo di attivisti ha cercato di squarciare la rete metallica che sbarra il sentiero verso il cantiere di Chiomonte: gli agenti li hanno allontanati con calibrati getti d’acqua
ANSA

Una marcia No Tav nei pressi di Chiomonte (foto di archivio)

Pubblicato il 18/11/2018
 
CHIOMONTE

Tensioni a Chiomonte sul sito della Tav: 200 manifestanti, appartenenti al centro sociale Askatasuna e al movimento No Tav questa mattina, dopo essersi radunati vicino al campo sportivo di Giaglione, hanno percorso il sentiero Gallo-Romano con l’intento di raggiungere il cantiere della Tav, violando quindi l’ordinanza del sindaco e del prefetto di Torino, Claudio Palomba. Alcuni attivisti sono arrivati in prossimità della cancellata metallica rinforzata, messa lungo il sentiero proprio per impedire attacchi al cantiere e con seghe elettriche e tronchesi l’hanno danneggiata, tentando di creare un varco in modo da oltrepassare lo sbarramento. 

La polizia li ha fatti desistere utilizzando «alcuni calibrati getti d’acqua»: delle 38 persone identificate, tre (quelli che avevano seghe elettriche e tronchese) verranno denunciate per inottemperanza di un provvedimento dell’autorità e per danneggiamento aggravato; inoltre, 12 persone, tra le quali l’attivista di Askatasuna Giorgio Rossetto, saranno denunciati anche per inottemperanza al foglio di via obbligatorio emesso dal questore Francesco Messina, per altri episodi simili sempre a Giaglione e Chiomonte.  

Chef Rubio contro la Tav: “Mi hanno convinto le signore anziane”. Napoli (Fi): “Si occupi di cucina”

https://torino.repubblica.it/cronaca/2018/11/18/news/chef_rubio_contro_la_tav_mi_hanno_convinto_le_signore_anziane_-211981928/?fbclid=IwAR0P5OrvFBE0WyMkvUoCNzXGCBEAk5-BxqxdKW4_5tCxy42jhbQ3LEB6Ync

L’esperto culinario a Cuneo per Scrittorincittà ha presentato il suo libro “Mi sono mangiato il mondo”

di CRISTINA PALAZZO

18 novembre 2018

 

Chef Rubio dalla parte  dei No Tav. Il noto esperto culinario, volto noto della tv, durante la presentazione a Cuneo del libro “Mi sono mangiato il mondo” ha ribadito il suo sostegno al movimento che si oppone alla realizzazione della linea ad alta velocità Torino-Lione. “Tutto quello che viene raccontato e che ho letto in questi giorni a favore di quest’opera è falso”, ha dichiarato Rubio al termine della presentazione.
 
In passato lo chef aveva partecipato anche al festival Alta felicità in Valsusa. In quell’occasione, spiega, “ho conosciuto signore anziane che con eleganza e lucidità mi hanno raccontato cose che convincerebbero chiunque – ha proseguito lo chef – Andate a leggere e andatevi ad informare da chi da più di 20 anni lotta contro questa opera. La manifestazione dell’8 dicembre sarà sicuramente pacifica, e spero che possa far ricredere tante persone sulla inutilità della Tav”.
 

Pochi giorni fa, su Twitter, lo chef aveva condiviso un articolo dal sito NoTav dal titolo “Perché come donna sono No Tav”, citandone uno stralcio: “Il Tav sia a livello di personale per le attiviste, che a livello locale per le valsusine, che a livello nazionale attraverso il decreto femminicidio, non ha portato a nulla di buono per nessuna donna. Non per odio ma per amore”.

Parole che hanno scatenato le polemiche.  Osvaldo Napoli, deputato di Forza Italia e capogruppo al Comune di Torino che pur ammette di appassionarsi al programma del noto volto della cucina italiana ma resta “in attesa di capirne le competenze in materia di trasporti”.

“Riconosco la mia incapacità ai fornelli e mi divertono i suoi programmi – spiega Napoli – Non conosco invece le capacità dello chef nella economia dei trasporti o nella valutazione economica delle infrastrutture ferroviarie. Personalmente non ho mai creduto che i giudizi tecnici si debbano esprimere sulla base della propria appartenenza ad una curva di ultras (la sua militanza NoTav e pro centri sociali è nota da tempo) ma sulla base di dati, fatti e ragionamenti. Aspetto con interesse – conclude Napoli – i suoi consigli a Roberto Mancini per definire la rosa della nazionale ed un suo qualificato parere sulla politica economica del Governo”. 

INCENERITORI: CHI HA RAGIONE, SALVINI O DI MAIO? di Nino Galloni.

https://scenarieconomici.it/inceneritori-chi-ha-ragione-salvini-o-di-maio-di-nino/?fbclid=IwAR2cQxBkvZAlT_PU8eKAmOK3lT4WQaV94EIyN3i4F7S01IR6F8Ggi-hM3X0

 novembre 18, 2018 posted by 

Ha ragione Salvini, per due ordini di motivi:

1) né le discariche, né la differenziata rappresentano la soluzione del problema;

2) il patto o contratto di governo è fondamentale (come rispettare il Sabato) ma se ti cade l’asino nel pozzo lo vai a tirar fuori anche se è sabato.

Tuttavia, sia Salvini, sia la stampa e la televisione hanno parlato di Termovalorizzatori e di Inceneritori: allora, quarant’anni fa c’erano gli Inceneritori e una discreta mafia se ne interessò, ma la loro capacità di inquinare e rilasciare diossina quando gli impianti si raffreddavano era massima; vent’anni fa arrivarono i Termovalorizzatori – dotati di filtri – riducevano l’inquinamento del bruciare, ma non abbastanza, in cambio fornivano energia elettrica da combustione (legno, rifiuti, gasolio…tutto può bruciare); oggi esistono gli Apparati di Pirolisi – due brevetti italiani, Italgas e Ansaldo anche se gli inventori del personal computer, gli Italiani, appunto, si fecero rubare l’idea del pc una sessantina di anni fa. Oggi, dunque, esistono Pirolizzatori di cui un tipo che emette gas combustibile, inerti ed anidride carbonica; ed un altro che non emette l’anidride carbonica perché svolge al chiuso i processi.

Perché non si parla di dotare l’Italia di questi apparati attuali? Perché si confondono Termovalorizzatori e Inceneritori? Perché la mafia non solo non si è interessata ai Pirolizzatori, ma anzi, li ha osteggiati in tutti i modi entrando nella politica e nell’economia per impedirne la diffusione? Perché a Roma Virginia Raggi ed il suo staff non hanno voluto prendere in considerazione tale proposta (che era il primo punto, ad esempio, del Programma per Roma alle passate elezioni del Movimento Roosevelt che pure l’ha appoggiata e votata)?

Ci sono anche altre tecniche non aerobiche – in cui, sempre al chiuso, intervengono i batteri – e che consentono di trasformare la risorsa “rifiuti” in concimi, fertilizzanti e gas naturali, combustibili, a impatto ambientale negativo (cioè risolvono più problemi dell’abbandonare i rifiuti  – come tali – a sé stessi o cercare di riciclarli in modo non efficiente). Intendiamoci, la differenziata e l’economia circolare sono buonissime idee; ma perché vetro, metalli, plastica eccetera vengano recuperati occorre dotare le città di industrie adeguate, non mandare tali risorse in Svezia o in Germania (che, invece, al pari di alcuni lodevolissimi Comuni italiani – ma l’eccezione conferma la regola- sanno approfittare di tali opportunità): anche questo c’era nel programma per Roma alle passate elezioni. Credo che dell’ambiente – e non solo – si debba ragionare in modo non propagandistico, valutando bene, di ogni cosa, l’impatto economico, finanziario e  sociale.

Nino Galloni

Il Tav nel tunnel delle fake news

https://www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/il-tav-nel-tunnel-delle-fake-news/

di Livio Pepino | 17 novembre 2018

Una delle caratteristiche dei Sì Tav e dei loro giornali (La Stampa, Repubblica e Corriere della Sera su tutti) è la disinvoltura nel cambiare gli argomenti addotti a sostegno dell’opera non appena quelli sostenuti fino al giorno prima si rivelano insostenibili. Così, nel tempo, si è detto che la nuova linea ferroviaria Torino-Lione era necessaria per convogliare folle di passeggeri in lista di attesa per raggiungere Parigi, che la linea storica era prossima alla saturazione e che occorrevano treni nuovi e veloci per portare quantità sempre maggiori di merci d a l l’Atlantico al Pacifico (s ic !), che non c’è altra via per togliere i Tir dalle strade e garantire la sostenibilità ambientale, che rinunciare al progetto comporterebbe penali miliardarie e via seguitando in un crescendo regolarmente smentito da fatti e documenti.
AL L’EL EN CO si è aggiunto, sulle pagine e sul sito di Repubblica, un cammeo presentato come un necessario fact checking. La messa a punto dei fatti inizia con l’affermazione che il tunnel di base della Torino-Lione non è un progetto ma una realtà, posto che ne sono già stati scavati, sul versante francese, 5 chilometri e mezzo del primo lotto di 9. La dimostrazione sta nei filmati e nelle fotografie proposte, con tunnel, talpa e operai inneggianti all’opera.

Nonostante le apparenze, la bufala non potrebbe essere più clamorosa. Lo scavo esiste ma non ha nulla a che vedere con il tunnel di base.

È un’opera geognostica, come la galleria scavata alla Maddalena di Chiomonte, destinata a studiare le caratteristiche del terreno e delle rocce per verificare se e come il tunnel di base potrà essere costruito in sicurezza.
IL TUNNEL è stato finanziato con contributi europei del 50 per cento e l’articolo10 del regolamento Ue n. 1316 del 2013 fissa le percentuali di cofinanziamento nel 50 per cento con riferimento agli studi e alle opere geognostiche enel 40 per cento con riferimento alle “tratte transfrontaliere”.

Se poi qualcuno avesse dei dubbi, la Commissaria europea ai trasporti, Violeta Bulc, che il 30 aprile, rispondendo ad alcuni parlamentari, scrive: “Le attività in corso a Saint-Martin-la-Porte riguardano le indagini esplorative e geologiche nel secondo tratto del tunnel di accesso esistente e oltre 10 km di cunicolo esplorativo (ramo sud). L’obiettivo dell’attività è individuare le caratteristiche geologiche, idrogeologiche e geomeccaniche del massiccio montuoso dell’Houiller, dove i futuri lavori di scavo del tunnel di base Torino-Lione incontreranno le condizioni del suolo più sfavorevoli. I dati raccolti permetteranno di valutare la fattibilità tecnica, di definire i piani tecnicie finanziari e di elaborare una documentazione di gara per la futura attività di costruzione.

In quanto tali, le attività esplorative a Saint-Martin-la-Porte rispettano la definizione di “studi” ripor tata all’articolo 2, paragrafo 8, del regolamento Ce 680/2007 e sono cofinanziate al 50 per cento.

Il fatto che glistudie ilavorigeognostici relativi ai tunnel possano essere utilizzati anche per la ventilazionee/o insituazioni di emergenza non modifica la natura esplorativa delle attività e la loro classificazione come studi”. Il tunnel di base è di làdavenire enonneè stato scavato neppure un metro (né cambia la realtà sostenere che lo scavo Saint-Martin-la-Porte, essendo in asse con l’eventuale tunnel di base, potrebbe essere in tutto o in parte recuperato in esso). Se così non fosse, ci sarebbe lavoro per le Procure della Repubblica ché farsi finanziare come studio un’opera definitiva, ottenendo il 10 percento in più diquanto previsto, sichiama, in Italiacome in Francia, truffa.
LA COSA NON SFUGGE,forse, a Re pubblicache, incurante della contraddizione, prova acostruirsi una via di fuga sostenendo che “il primo lotto di 9 chilometri di galleria sarà finito a giugno 2019 ed è sperimentalenon perché servea decidere se fare l’opera ma perché serve a tarare latalpa che scava”. Vi è in ciòuna comicità irresistibile ancorché involontaria. Siamo di fronte –sembra di capire –a un mix: si costruisce, ma intanto si sperimenta, con una sorta di intervento bifronte ignoto sia alla logica che airegolamenti comunitari (e, soprattutto, ai finanziamenti comunitari). Il tutto –qui sta il bello –per “tarare la talpa”,cioè per definirne alcune caratteristiche tecniche.È vero che ilTav èuna macchina di sprechi senza precedenti ma allo scavo di 9 chilometri per decidere il diametro della talpa ancora non si era arrivati. A questo punto Repubblicatrae le conclusioni: “Quella del tunnel chenon c’èè solouna delletante bufale che politici e media governativi diffondono inquesti giorni fidando sulla disinformazione generale”. Proprio così. Senza commenti. Se non che, scherzi della lingua inglese,si scrivefact checkinge si legge fake news.

Sì-Tav, le nuove rivoluzionarie per gli umarell

https://www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/si-tav-le-nuove-rivoluzionarie-per-gli-umarell/

di  | 17 novembre 2018

Abbiamo l’impressione che Repubblica e Corriere si stiano accorgendo che il (da loro) pompatissimo fenomeno delle cosiddette madamine Sì-Tav di Torino non regge all’impatto con la realtà, specie da quando le suddette hanno incominciato ad andare in Tv togliendo al Paese ogni dubbio circa la loro competenza in fatto di treni. Da giorni, dopo aver salutato nelle sei signore le levatrici di un “nuovo femminismo” (Repubblica), ma che dico: le timoniere della “marea arancione del popolo del Sì”(Corriere ), sui due quotidiani non c’è un trafiletto che dia conto della tabella di marcia per il progresso partita da piazza Castello. Dispiace, perché onestamente ci stavamo affezionando alla saga fantasy su questa nuova “internazionale femminile”(Repubblica) creata da sei donne “così tanto coraggiose da sfidare il potere costituito”(come da comunicato “Siamo tutte madamine” a firma delle Pari opportunità del Pd) che ricordano un po’ “le donne dei manifesti al tempo di Stalin, rocciose contadine, temibili operaie con fazzoletto rosso, la zappa in mano, o il Kalashnikov (Repubblica), in effetti la prima cosa a cui abbiamo pensato apprendendo che fanno lavori come l’art director, la pr, la copy e la cacciatrice di teste (tutti veri lavori proletari).

Fortuna che c’è La Stampa, pulsante organo della sempre verde razza padrona, a insufflare nei lettoriariadirivoluzione. Ieri, mentre pensavamo con nostalgia alle magnifiche sorti e progressive forse sfumate, il quotidiano che abbracciò l’im pre sa
della marcia dei (delle?) 40 mila ha intervistato una delle madamine, segnatamente lacacciatrice diteste, la quale col linguaggio stringatodei fucilieriha comunicatoche lei e le altre tetragone eredi di Rosa Luxemburge AleksandraKollontaj sono pronte “ad aprire la fase 2” de ll ’operazione “Sì Torino va avanti”.Suquesta fase2lacompa
gna Ghiazza è chiara: “La fase uno è stata la spontaneità”; adesso “è ora di essere meno tenerine, sempre educate, ma più assertive. Meno g a rb a t e”. Che vogliano davvero imbracciare il Kalashnikov? A domanda tremante del cronista: “V olete essere il motore di un nuovo mov i m e n to ? ”, la sub-com andante Ghiazza risponde: “Vorremmo contagiare, portare questa scintillaalt r o ve ”; indi rivendica il ruolo sovversivo della competenza in ques t’epoca di barbarie: “Ab bi am o sempre aspettato di avere tutti 30 e lode prima di alzare la mano”, ed è la stessa che dalla Gruber aveva candidamente ammesso: “Non siamo tecnici, non conosciamo le problematiche che riguardano la Tav, ci fidiamo di quello che hanno detto i governi precedenti”.
Insomma per La Stampal’onda che tra le sue leader conta una presidente del Rotary Torino Est può fare l’opposizione. È inutile fermare il progresso. Al Corriereche le chiede: “Allora, al contrario di quel che dice Grillo, la Tav esiste?”, madama Castellinarisponde: “La Tav c’è. C’è una galleria geognostica”, che è come dire che dal momento che hai fatto una Tac al cervello tanto vale che si proceda alla lobotomia.Anche se“contagiare” è verbo rivelatore di quel pisapismo da zona C o quadrilatero romano che impedisce alla sinistra di fare la benché minima paura ai padroni, forse perché alla lotta di classepreferisce ilreciprocovezzeggiamento, c’è un passaggio dell’intervista alla Marcos di Porta Palatinache ciprovocaun’extra sistoledi purofervore. Quandoil cronista chiede se “le piacerebbe avere degli uomini del Sì”, Ghiazza ammette: “Spero succeda presto”, e basta spostare gli occhi in cima alla pagina, dove campeggia la foto del corteo, per rendersi conto che il 98% dei 30 mila Sì-Tav è composto da maschi ultrasettantenni, tutti chiaramente umarellche non vedono l’orache apraun cantiere qualunque e saprebbero consigliaregliingegneri suqualimateriali, scavatori e tecniche usare per costruire la Torino-Lione. Mattarella si sbrighi a incontrare le madamine, prima che in casa Sì-Tav comincino a volare i foulard di Hermes.