Il Tav nel tunnel delle fake news

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di Livio Pepino | 17 novembre 2018

Una delle caratteristiche dei Sì Tav e dei loro giornali (La Stampa, Repubblica e Corriere della Sera su tutti) è la disinvoltura nel cambiare gli argomenti addotti a sostegno dell’opera non appena quelli sostenuti fino al giorno prima si rivelano insostenibili. Così, nel tempo, si è detto che la nuova linea ferroviaria Torino-Lione era necessaria per convogliare folle di passeggeri in lista di attesa per raggiungere Parigi, che la linea storica era prossima alla saturazione e che occorrevano treni nuovi e veloci per portare quantità sempre maggiori di merci d a l l’Atlantico al Pacifico (s ic !), che non c’è altra via per togliere i Tir dalle strade e garantire la sostenibilità ambientale, che rinunciare al progetto comporterebbe penali miliardarie e via seguitando in un crescendo regolarmente smentito da fatti e documenti.
AL L’EL EN CO si è aggiunto, sulle pagine e sul sito di Repubblica, un cammeo presentato come un necessario fact checking. La messa a punto dei fatti inizia con l’affermazione che il tunnel di base della Torino-Lione non è un progetto ma una realtà, posto che ne sono già stati scavati, sul versante francese, 5 chilometri e mezzo del primo lotto di 9. La dimostrazione sta nei filmati e nelle fotografie proposte, con tunnel, talpa e operai inneggianti all’opera.

Nonostante le apparenze, la bufala non potrebbe essere più clamorosa. Lo scavo esiste ma non ha nulla a che vedere con il tunnel di base.

È un’opera geognostica, come la galleria scavata alla Maddalena di Chiomonte, destinata a studiare le caratteristiche del terreno e delle rocce per verificare se e come il tunnel di base potrà essere costruito in sicurezza.
IL TUNNEL è stato finanziato con contributi europei del 50 per cento e l’articolo10 del regolamento Ue n. 1316 del 2013 fissa le percentuali di cofinanziamento nel 50 per cento con riferimento agli studi e alle opere geognostiche enel 40 per cento con riferimento alle “tratte transfrontaliere”.

Se poi qualcuno avesse dei dubbi, la Commissaria europea ai trasporti, Violeta Bulc, che il 30 aprile, rispondendo ad alcuni parlamentari, scrive: “Le attività in corso a Saint-Martin-la-Porte riguardano le indagini esplorative e geologiche nel secondo tratto del tunnel di accesso esistente e oltre 10 km di cunicolo esplorativo (ramo sud). L’obiettivo dell’attività è individuare le caratteristiche geologiche, idrogeologiche e geomeccaniche del massiccio montuoso dell’Houiller, dove i futuri lavori di scavo del tunnel di base Torino-Lione incontreranno le condizioni del suolo più sfavorevoli. I dati raccolti permetteranno di valutare la fattibilità tecnica, di definire i piani tecnicie finanziari e di elaborare una documentazione di gara per la futura attività di costruzione.

In quanto tali, le attività esplorative a Saint-Martin-la-Porte rispettano la definizione di “studi” ripor tata all’articolo 2, paragrafo 8, del regolamento Ce 680/2007 e sono cofinanziate al 50 per cento.

Il fatto che glistudie ilavorigeognostici relativi ai tunnel possano essere utilizzati anche per la ventilazionee/o insituazioni di emergenza non modifica la natura esplorativa delle attività e la loro classificazione come studi”. Il tunnel di base è di làdavenire enonneè stato scavato neppure un metro (né cambia la realtà sostenere che lo scavo Saint-Martin-la-Porte, essendo in asse con l’eventuale tunnel di base, potrebbe essere in tutto o in parte recuperato in esso). Se così non fosse, ci sarebbe lavoro per le Procure della Repubblica ché farsi finanziare come studio un’opera definitiva, ottenendo il 10 percento in più diquanto previsto, sichiama, in Italiacome in Francia, truffa.
LA COSA NON SFUGGE,forse, a Re pubblicache, incurante della contraddizione, prova acostruirsi una via di fuga sostenendo che “il primo lotto di 9 chilometri di galleria sarà finito a giugno 2019 ed è sperimentalenon perché servea decidere se fare l’opera ma perché serve a tarare latalpa che scava”. Vi è in ciòuna comicità irresistibile ancorché involontaria. Siamo di fronte –sembra di capire –a un mix: si costruisce, ma intanto si sperimenta, con una sorta di intervento bifronte ignoto sia alla logica che airegolamenti comunitari (e, soprattutto, ai finanziamenti comunitari). Il tutto –qui sta il bello –per “tarare la talpa”,cioè per definirne alcune caratteristiche tecniche.È vero che ilTav èuna macchina di sprechi senza precedenti ma allo scavo di 9 chilometri per decidere il diametro della talpa ancora non si era arrivati. A questo punto Repubblicatrae le conclusioni: “Quella del tunnel chenon c’èè solouna delletante bufale che politici e media governativi diffondono inquesti giorni fidando sulla disinformazione generale”. Proprio così. Senza commenti. Se non che, scherzi della lingua inglese,si scrivefact checkinge si legge fake news.

Il Tav nel tunnel delle fake newsultima modifica: 2018-11-18T19:51:44+01:00da davi-luciano
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