
Povero Tav, utilizzato come una clava per fini politici da parte di un mondo esausto, che cerca visibilità politica su un tema a cui è totalmente disinteressato.
Pezzi di Pd, pezzi di Forza Italia, tutti insieme: l’Altra Italia.
Dopo appena quattro giorni dalla manifestazione si staglia la prospettiva partitica, e viene perfino dichiarata.
Gli ingredienti ci sono tutti: gli ex comunisti strafalliti, gli industriali, pezzi del sindacato, le élite illuminate che scrivono di sé stesse e dei loro amici inquadrati nel vasto campo de “la borghesia che produce”.
Quelli che ci hanno lasciato 3 miliardi di debiti, una Città totalmente deindustrializzata, disastri occupazionali, le autostrade urbane, il Regio fallito, le piscine distrutte, i tunnel da costruire perché hanno sbagliato i calcoli e sono cose che capitano, il Moi, etc etc.
Quelli che hanno ben governato, insomma.
Sapete cosa potrebbe accadere: che noi questo sfacelo lo mettiamo a posto in cinque anni, facendoci odiare. E poi ridiamo la Città a queste persone.
Ora, vedete, nel tourbillon della retorica anti M5S si è passati in un giorno dall’accusarci di non fare il Tav, all’accusarci di aver fatto un’autostrada urbana lungo la spina, nella famosa rotonda di piazza Baldissera.
La cosa in sé è ridicola ma istruttiva.
Questi signori dov’erano quando si faceva un progetto simile, così folle, così demenziale, così fuori dal tempo?
Ve lo dico io: erano ad applaudire, a dire “ma che bella idea un’autostrada che spacca in due la città: Bella idea di riqualificazione un’autostrada che attrae sempre più auto!”. Già al tempo, immagino, vi era una minoranza che esprimeva dubbi o plateale dissenso.
E tutti a massacrarli: retrogradi, incivili, contro il progresso!
Oggi sul Tav, come per Piazza Baldissera, è esattamente la stessa cosa: il gigantismo del fallimento prossimo venturo spacciato per progresso.
[In foto, quelli che di infrastrutture capiscono tutto]