Appendino a Chiamparino: “La Tav portala lontano dalla Val Susa!”

Scambio di battute tra Chiara Appendino e Sergio Chiamparino, entrambi intervenuti per l’arrivo della tbm ’Masha’ al Lingotto, all’interno del cantiere per la nuova linea metropolitana di Torino. Il presidente della Regione dice alla sindaca scherzando: “Se tu sei d’accordo facciamo un patto.. Toninelli non rompe le palle sulla Tav ed io..” ma la sindaca risponde immediatamente: “Toninelli giustamente fa una bella analisi….portala da un’altra parte, lontano dalla Val di Susa”.

CHIAMPARINO FAI UN PATTO PER TUTELARE IL TERRITORIO VALLIGIANO???
PENSA ALLA MESSA IN SICUREZZA, per la tav ti immoleresti, PER SALVARE I VALLIGIANI DA UN’ENNESIMA CATASTROFE IMMAGINO DI NO, non rende eh?
Nubifragio a Bussoleno: allarme per frane e allagamenti, duecento gli sfollati
I pendii devastati dall’incendio dell’autunno 2017 non riescono a trattenere l’acqua che scorre veloce verso il paese
Pubblicato il 07/06/2018
Ultima modifica il 08/06/2018 alle ore 07:29
FRANCESCO FALCONE
BUSSOLENO (TORINO)
Un altro nubifragio si è abbattuto nel primo pomeriggio di oggi, giovedì 7 giugno, su Bussoleno, soprattutto in quota. È scattato il piano di evacuazione duecento persone che vivono nelle zone maggiormente interessate dal maltempo. Per la quarta volta in poco più di un mese una colata di acqua, fango e detriti è venuta giù dalla montagna verso il centro del paese valsusino.
ANSA
Questa volta anche una frana staccatasi nella parte alta di via San Lorenzo, dove inizia il bosco, ha accompagnato i danni prodotti dall’acqua.
Due persone soccorse (foto Protezione civile)
In centro paese il sottopasso di via battisti è di nuovo allagato. Via San Lorenzo sembra un torrente in piena: i pendii attraversati dal fuoco nell’ottobre scorso, incapaci di trattenere l’acqua e il terreno, hanno trasformato la strada che scende dalla montagna in un fiume di fango. C’ è poi la preoccupazione per questa frana, che potrebbe essere l’inizio di un movimento più grande della massa di terra e roccia non più ancorata al terreno dalle radici degli alberi andati in fumo.
Vigili del fuoco e forze dell’ordine, anche con il supporto di un elicottero, perlustrano l’area per valutare la situazione.
Foto dei vigili del fuoco

Gli sfollati sono stati trasportati e accolti al polo logistico della Croce Rossa di Susa attivato qui a Bussoleno. Sempre al polo logistico si stanno attrezzando una decina di posti letto in caso di evacuazione di altre persone per la notte. Presenti sul posto i carabinieri di Volpiano, che monitorano la zona con l’elicottero, e i vigili del fuoco.
La conto provvisorio dei danni parla di alcune macchine investite dal fango, che ha raggiunto anche alcune case della parte alta di via San Lorenzo.

Milano: immigrati rivendono ai poveri italiani il cibo ricevuto in dono per farsi i soldi (VIDEO)

 

legalità? Eguaglianza vuol dire che lo posso fare anche io, senza permesso, senza scontrini, senza pagare la tassa per occupazione suolo pubblico?
Chi si allarma e vuole bollare la cosa come fake news sappia che è la testimonianza della ONLUS stessa
 
giugno 6, 2018
A Milano c’è un mercato nero a cielo aperto gestito da immigrati e zingari. A pochi passi dalla Bocconi la solidarietà diventa un racket: i prodotti che hanno ricevuto in dono dai contribuenti italiani, attraverso la Onlus ‘Pane Quotidiano’, vengono rivenduti a italiani bisognosi. Questo ha scoperto il reportage del GiornaleFONTE
Nel suq gestito dagli immigrati in vendita donazioni della Onlus
Un mercato nero a cielo aperto gestito da migranti e nomadi. A pochi passi dalla Bocconi la solidarietà diventa un racket
 
Un suq abusivo gestito da stranieri e nomadi a pochi metri dall’Università Bocconi, tra viale Castelbarco e viale Toscana, a Milano. Lì dove sorgeva l’ex centrale del latte oggi si contratta, si vende e si compra di tutto: dai biscotti fino al pesce, passando per vestiti, scarpe, pentole e piccoli elettrodomestici.
Viaggio tra gli abusivi
Questo mercato nero a cielo aperto, esteso su due corsie, sfrutta la solidarietà di Pane Quotidiano Onlus, organizzazione laica, apolitica e apartitica che assicura ogni giorno, gratuitamente, cibo alle fasce più povere della popolazione. Fuori dalla sede, poco distante dalla piazza Affari abusiva, ci accoglie Jean-Pierre Bichard, segretario dell’associazione. Alle sue spalle l’ingresso è affollato da una lunga coda di persone: “Qui è un condensato di umanità – ammette desolato -. Cerchiamo di fare il possibile per aiutare i bisognosi”. Uno sforzo che non vede pausa da quando la no-profit è stata fondata 120 anni fa. “Ogni giorno riceviamo grandi quantità di alimenti. Oggi distribuiamo frutta, verdura, dolci, caffè solubile, yogurt e anche del preparato per la pizza”, afferma indicando una lavagna con l’ordine del giorno.
Una solidarietà sulla quale qualcuno ha pensato bene di guadagnarci. Trasformando le donazioni della Onlus in un vero e proprio business. Il racket è in mano a una quindicina di immigrati e nomadi che convertono le pensiline dell’Atm in vere e proprie bancarelle. Fuori dalla sede barattano o cercano di rivendere i nostri prodotti – ci spiega Bischard mentre i suoi volontari lavorano senza sosta -. Ogni giorno è un lotta per allontanarli ma da soli possiamo fare poco”.
Decidiamo di fare un giro nei paraggi e raggiungiamo una delle tante venditrici abusive, una donna musulmana che smercia il cibo appena ricevuto in dono. Le chiediamo cosa vende e lo sguardo cade immediatamente sui numerosi sacchi della spesa che custodisce intorno a sé. “Biscotti, yogurt, pomodori, tortellini e lasagne”. Un vero bottino da queste parti. Domandiamo se li abbia presi al Pane Quotidiano. Lei annuisce e lancia la sua offerta: “Tre confezioni di yogurt a due euro”. Scegliamo di comprare un chilo di tarallucci a un solo euro. Gli stessi distribuiti pochi minuti prima dalla no-profit. Non un caso. La conferma ci arriva da una seconda donna velata con un grosso carrello della spesa che ci elenca i suoi prodotti. “Uova, albicocche, merendine e anche pizza”. Da lei acquistiamo del prosciutto dalla dubbia freschezza e alcuni dolcetti.
L’affare viene certificato da una signora anziana che ci confessa: “Spesso compro la merenda per mio nipote. La pago 50 centesimi, al supermercato il doppio”. I prezzi però variano da venditore a venditore. Ognuno fa la sua offerta: si va da pochi centesimi ai due euro per i prodotti freschi. Le contrattazioni proseguono, scandite dal viavai del traffico meneghino, quando ci accorgiamo dei molti italiani costretti ad acquistare dagli abusivi. “Non abbiamo statistiche precise – fa sapere Pane Quotidiano – ma circa il 40% di chi viene da noi è italiano. Perlopiù sono anziani che non arrivano a fine mese”. È il caso di Maria (nome di fantasia, ndr) una signora italiana in attesa dell’autobus: “Ho comprato qui qualche volta, i prezzi sono bassi e vantaggiosi per chi come me ha la pensione minima”. Le fa eco un signore sulla settantina: “Nei momenti di difficoltà ci si adegua”, ammette con un velo di amarezza. La stessa che ci coglie tra le bancarelle improvvisate. Notiamo come il mercato nero arricchisca personaggi che non perdono un secondo per estorcere soldi agli sfortunati, arrivati in ritardo alla distribuzione alimentare.
L’associazione si ritrova così a combattere una battaglia su più fronti: aiutare i poveri e fermare l’attività illecita. I volontari sono costretti a sorvegliare l’ingresso. E un grosso cartello capeggia sul portone: “Le persone trovate a mercanteggiare i nostri prodotti verranno allontanate dai nostri centri”. Ma il mercato nero non teme minacce. È instancabile e organizzato. “Gli abusivi – spiega Claudio Falavigna, coordinatore dei volontari -fanno di tutto per ottenere più razioni e rivenderle: si cambiano i vestiti, i cappelli e arrivano persino a scambiarsi i bambini”. (Clicca qui per il video)