Kiev chiede a UE e NATO i soldi per la guerra

© Foto: RIA Novosti/ Evgeny Kotenko

Il Ministro degli Esteri Pavlo Klimkin in un’intervista con i giornalisti tedeschi ha detto che ha fatto appello alla NATO e all’Unione Europea per un aiuto militare.

“Abbiamo bisogno di aiuti militari. Se li avessimo, allora le nostre truppe agirebbero più facilmente”, ha dichiarato Klimkin. Ha aggiunto che, oltre all’assistenza diretta al paese serve un sostegno finanziario. Klimkin ha detto l’Ucraina ha in programma di restituire il debito in seguito. Il diplomatico ha sottolineato che l’Ucraina si batterà fino all’ultimo per la Crimea, per Donetsk e per Lugansk. Anche il Ministro degli Esteri ha detto che lo stato di guerra in Ucraina non è stato dichiarato poiché peggiorerebbe in modo significativo la vita dei civili.
Per saperne di più: http://italian.ruvr.ru/news/2014_08_17/Kiev-chiede-a-UE-e-NATO-i-soldi-per-la-guerra-5450/?utm_medium=referral&utm_source=pulsenews

In Italia il governo cerca case sfitte per accogliere i clandestini

tutte invenzioni dei “razzisti”? Il fax pure è falso?
Ed a proposito di eguaglianza, perché invece le case non sono cercate per gli sfrattati italiani? Ah già, se son sfrattati lo saranno perché sono evasori
La stessa identica richiesta è pubblicata sul SITO DEL COMUNE DI LESMO

QUANDO SI DICE RISORSE.
Ma per gli esodati, sfrattati, disoccupati, pensionati e cassintegrati I SOLDI NON CI SONO

 By Edoardo Capuano – Posted on 16 agosto 2014

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ORMAI LA REALTÀ STA ABBONDANTEMENTE SUPERANDO LE PIÙ PERVERSE FANTASIE
Monza – “Si invitano i Comuni della Provincia di Monza e della Brianza ad avviare una ricognizione sui territori di rispettiva competenza, per individuare strutture con capienza minima di 20 persone che fungano da hub, per la prima accoglienza dei migranti in arrivo finalizzata allo screening sanitario, all’espletamento delle principali formalità amministrative e al successivo smistamento presso unità abitative”.
Questo l’ultimatum del Prefetto di Monza e Brianza, la mantenuta da noi Giovanna Vilasi, nella sua lettera ai Sindaci dei Comuni della Provincia.
Ma non basta. Dopo la lettera minatoria di Banca Intesa ad alcuni albergatori veneti che venivano ‘invitati’ ad accogliere clandestini, e dopo la famosa circolare poi smentita di Padova, ecco tornare l’idea di requisire le case sfitte.
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Avete letto bene. Il Prefetto invita infatti a fare pressione sui cittadini perché cedano appartamenti sfitti, dove poter ospitare i clandestini in arrivo.
“Alla luce del significativo incrementarsi degli sbarchi di migranti – scrive Vilasi – la Prefettura di Monza e Brianza, su indicazione del Ministero dell’Interno, ha attivato nei mesi scorsi una collaborazione con il terzo settore per l’accoglienza di queste persone, stipulando un’apposita convenzione con una rete di soggetti del privato sociale, che avevano aderito all’avviso pubblico appositamente predisposto”.
I contratti di locazione di 18 mesi vengono sottoscritti dalle cooperative partners della rete e i relativi canoni di affitto sono pattuiti direttamente con i proprietari a prezzo di mercato. Le persone ospitate vengono costantemente seguite da operatori delle cooperative che assumono ogni responsabilità su eventuali danni agli immobili. I proprietari possono contare su contratti regolarmente registrati e sottoscritti dalle cooperative sociali, con la garanzia di percepire regolarmente i relativi canoni. Il target di riferimento è costituito da unità immobiliari bi e tri locali, possibilmente arredate, ma possono essere valutate anche soluzioni diverse”.
Tutto a spese nostre. Appartamenti arredati i cui proprietari vengono ‘invitati’ a cedere al governo per ospitare l’orda sempre più numerosa in arrivo.
Ci stanno sbattendo fuori di casa. Via i prefetti, via il governo dei criminali.
Fonte: voxnews.info

L’etica di “Opus Goldman Sachs Dei” – di Irene Sabeni

Pubblicato il 4 agosto 2014 da Il nodo gordiano

Il diavolo e l’acqua santa. Il denaro sterco del demonio. Gli pseudo opposti che si incontrano e si suggeriscono regole di comportamento. Con tanti saluti alla nuova linea della Chiesa attenta alla povertà con la quale Francesco I ha voluto caratterizzare il suo Pontificato. La Pontificia Università Santa Croce, che dipende dall’Opus Dei, ha deciso che i suoi studenti, futuri sacerdoti, debbano conoscere l’economia e la finanza, per comprendere meglio il senso del proprio apostolato e dove esso debba indirizzarsi nel sociale. Fino a qui, niente di trascendentale. Non si vive di solo spirito e poi, come si dice in certi ambienti, il cibo materiale deve poter trasformarsi in cibo spirituale. Non sarà più sufficiente quindi agli studenti dell’Opera fondata da Escrivà de Balaguer essere in grado di maneggiare la teologia, la filosofia, il diritto canonico e la comunicazione. Da qui l’idea di creare un corso denominato “Economics for Ecclesiastic” grazie al quale, questo è l’intendimento, i futuri sacerdoti non si troveranno troppo isolati dal mondo reale.

Il problema sta nella personalità del professore che erudirà le future tonache sul significato etico dell’economia e della finanza nel mondo contemporaneo. Sarà infatti Brian Griffiths of Fforestafch, un cognome impronunciabile che è tutto un programma, ad intrattenere gli studenti su “Le sfide etiche e culturali per la finanza contemporanea”. Il punto è che il signore in questione è stato vice presidente esecutivo di Goldman Sachs International, ossia della banca di affari che nell’immaginario del cittadino medio Usa rappresenta il simbolo stesso della più schifosa speculazione che strozza i piccoli risparmiatori e crea le condizioni per portargli via la casa.

In Italia, come in Europa, la Goldman Sachs è la banca che ha speculato a man bassa contro i titoli di Stato, i Bonos spagnoli e i Btp italiani, con l’intento di affossare l’euro. Insomma, Brian Griffiths of Fforestafch è un banchiere che vanta non poche responsabilità nell’avere contribuito ad aggravare una situazione interna, come quella italiana, già di per sé grave per l’altissimo debito pubblico. È quasi superfluo aggiungere che Griffiths è membro della Camera dei Lords (appartiene quindi alla nomenklatura inglese) ed è stato consigliere di Margareth Thatcher per le privatizzazioni e per deregolamentare il mercato interno. Si tratta di uno di quei tecnocrati che sostiene la creazione di un grande mercato globale senza vincoli di frontiere e di dazi doganali. Un mercato globale che implica la cancellazione degli Stati nazionali e la loro sottomissione ad un complesso di strutture sovranazionali, di fatto in mano all’Alta Finanza.

Una strategia che il mondo cattolico dovrebbe teoricamente vedere con ostilità. Questo in teoria perché ci sono, e non sono pochi, banchieri cattolici che sognano lo stesso traguardo, sia pure con una attenzione paternalista verso i poveri e gli emarginati.

E in Italia i banchieri legati all’Opus Dei sono molti e potenti, anche se spesso quasi sconosciuti al grande pubblico. Tra i più noti svetta Antonio Fazio, ex governatore della Banca d’Italia. In Spagna, fa parte dell’Opus Dei, il presidente del Banco di Santander, Emilio Botin. Questo per dire che non esiste una finanza “laica” e una finanza “cattolica” ma esiste soltanto una finanza che realizza affari e profitti e intende continuare a farli. Come dimostra l’enorme patrimonio mobiliare e immobiliare della chiesa cattolica e delle sue tante diramazioni.

Ma nemmeno i protestanti scherzano visto che Griffiths ha presieduto in passato il Lambeth Fund, controllato dall’arcivescovo di Canterbury. Ed allora questo connubio tra Opus Dei e Goldman Sachs trova la sua ragione di essere nel medesimo approccio universalista. Del resto il capitalismo liberista si è sempre fatto forte, basti vedere Max Weber, di una profonda impronta evangelica e biblica. Ma l’Opus Dei non è l’unica struttura in ambito cattolico a tenere buoni rapporti con certi ambienti e ad allevare futuri banchieri. Mario Draghi, anche lui un ex Goldman Sachs, ha studiato dai gesuiti. E questo non gli ha impedito di caratterizzare la sua attività nella direzione di rafforzare il potere delle banche e della finanza e al tempo stesso di impoverire i cittadini italiani ed europei, come sappiamo ormai a menadito
http://www.ilnodogordiano.it/?p=8702

CES ONG AU SERVICE DE L’IMPERIALISME/ LUC MICHEL SUR ‘AFRIQUE MEDIA TV’

Luc MICHEL sur Afrique Media TV / avec Bachir Mohamed Ladan/

EODE-TV avec EODE Press Office / 2014 07 03/ EODE-TV - AMTV LM ong occidentales (2014 07 03) FR

Le réquisitoire qui a mis en colère la CORED (soi-disant « opposition équato-guinéenne » fantoche, organisée par Paris et Washington), qui a lancé une campagne de diffamation, une de plus, contre Luc MICHEL ! Le tout via un site internet parisien proche du Quai d’Orsay. La CORED se dit « Attristée par les propos tenus en juillet dernier par Luc Michel sur Afriquemedia TV » (sic). Visiblement, le géopoliticien et leader panafricaniste a mis le doigt où çà fait mal …

 Video de l’émission complète sur :

https://vimeo.com/100554897

 # Dans l’Emission spéciale d’AFRIQUE MEDIA TV de ce 3 juillet 2014, Luc MICHEL explique le dessous des cartes de l’intervention des ONG occidentale en Afrique.

Il s’intéresse particulièrement au dossier dit « des biens mal acquis » lancé par Paris contre le président Obiang Mgema Mbassogo de Guinée Equatoriale et d’autres chefs d’état africains, cas typique de pseudo justice de type néo-colonial, et à l’ONG « Transparency International » (qui porte les valises de Paris et du Quai d’Orsay).

 MALABO CIBLEE …

 Enfin, Luc MICHEL rappelle pourquoi est visée la Guinée Equatoriale, centre du nouveau Panafricanisme.

Cette Guinée Equatoriale qui est particulièrement la cible de Paris et de sa Françafrique, recadrée petit soldat de l’AFRICOM US, et où avec la complicité du Quai d’Orsay s’organise cette pseudo « opposition » équato-guinéenne …

 EODE TV / AFRIQUE MEDIA /

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https://vimeo.com/pcntv

https://www.facebook.com/PCN.NCP.TV

OMS nel panico. Si cercano 39 passeggeri a rischio Ebola

ma che vogliamo impedire la libera circolazione delle persone?

14 Agosto 2014

Si cercano disperatamente 39 passeggeri africani ancora non identificati, che hanno utilizzato i voli Asky Airlines tra Liberia, Ghana, Togo e Lagos, dove era imbarcato Patrick Sawyer, il funzionario liberiano naturalizzato americano morto di Ebola il 25 luglio in un ospedale della capitale nigeriana.
Quando Sawyer ha preso l’aereo Asky mostrava già i sintomi della malattia, ma venne preso alla leggera, un po’ come fanno le nostre autorità con i nostri amati clandestini.
Come loro, Sawyer aveva la febbre alta, il vomito e la diarrea, ma gli è stato consentito di salire a bordo, come ai clandestini viene consentito di andarsene a zonzo.
L’americano è stato imbarcato su sua insistenza, aveva spiegato di dover partecipare a una riunione della comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale, non era vero. Aveva invece capito di essere gravemente ammalato, non sapeva di cosa, e non voleva essere vittima del sistema sanitario africano (razzista), stava quindi tentando di ritornare negli Stati Uniti.
Al momento dell’atterraggio in Nigeria, però, le sue condizioni si sono aggravate ed è stato messo in quarantena al First Consulent Hospital di Obalende, uno dei quartieri più popolosi di Lagos. Poi, è stato sottoposto soltanto ai test su malaria e Aids, ma è deceduto dopo due giorni.
Aveva ragione lui, a voler tornare a casa. Princess, sua sorella, era morta all’inizio di luglio in un ospedale di Monrovia proprio a causa del virus Ebola.
Ora, l’OMS è a caccia dei compagni di volo del funzionario statunitense per evitare, testuale: “una diffusione mondiale della malattia”.
Potrebbero essere ovunque. Sul treno nel posto accanto al vostro, o a vendere oggetti sulla spiaggia. O sul prossimo barcone.
Anche perché, dopo un mese, potrebbero essere centinaia, se non migliaia, le persone con le quali sono entrati in contatto.

Buone vacanze ministro Lorenzin.

Il governo greco applica le sanzioni alla Russia e ammazza la Grecia

l’ha chiesto l’amata Europa, quella tanto solidale nata dalle ceneri della sec guerra mondiale, fondata dai buoni e giusti….cioè i banchieri e generali Nato e se poi ce lo chiedono i liberatori…..

Mercoledì, 13 Agosto 2014 17:37

E’ un fatto abbastanza risaputo che i membri del governo greco oltre ad essere senza scrupoli mancano anche di quel minimo di pudore che dovrebbe servire loro a evitare di fare figuracce perche’ se avessero un po’ di buon senso avrebbero evitato di polemizzare con la Turchia riguardo alle sanzioni contro la Russia.
Tutto nasce pochi giorni fa quando il ministro delle finanze turco ha dichiarato che le sanzioni imposte dalla Russia sono un’opportunita’ da non perdere e che la Turchia sarebbe piu’ che felice di formire prodotti agroalimentari e riempire il vuoto lasciato dalle imprese dei paesi UE. Questa presa di posizione pero’ non e’ stata digerita dal governo greco il quale ha accusato la Turchia di sfruttare la crisi russa a suo vantaggio e di non voler rispettare le decisioni dell’Unione Europea nonostante sia un membro della NATO e candidato a entrare nella UE. Quanto siano fondate queste accuse e’ difficile da dire ma sicuramente per il governo greco questa polemica e’ un buon modo per distogliere l’opinione pubblica dal fatto che la politica antirussa della UE sta avendo dei costi insostenibili per la Grecia visto che il 41% delle esportazioni alla Russia consiste in prodotti agroalimentari e di certo i cittadini greci sanno che la colpa non e’ di Putin ma del governo greco che accetta senza discutere le decisioni dei parassiti di Bruxelles e di certo nessuno puo’ biasimare la Turchia di voler fare i suoi interessi. A criticare pesantemente il governo greco e’ stato il partito di estrema sinistra Syriza il quale ha giustificato la sua contrarieta’ alle sanzioni contro la Russia col fatto che non e’ giusto che i contadini debbano pagare il prezzo per questa decisione azzardata. Per il momento il governo greco dice di voler rimborsare i contadini colpiti dalle sanzioni ma non ‘e chiaro come un governo sull’orlo della bancarotta possa trovare le risorse necessarie per far fronte a questa promessa. Invece quel che e’ certo e’ che l’ottusita’ e l’arroganza dei parassiti di Bruxelles continuano a fare sempre piu danni alle economie dei paesi membri e chissa’ che questo non possa accellerare la distruzione di questa istituzione malefica.

 Giuseppe De Santis – Londra

http://italian.irib.ir/analisi/articoli/item/165959-il-governo-greco-applica-le-sanzioni-alla-russia-e-ammazza-la-grecia?utm_medium=referral&utm_source=pulsenews

Ooops Parrebbe che Ci Voglia Un Altro Aumento di Capitale per il Monte dei Pacchi (E io Dovrò Abbassare la Soglia di Entrata)

14 agosto 2014
 
Mannaggia, mi sa che dovrò rivedere al ribasso la mia personale soglia massima per tentare un entrata sul Monte dei Pacchi di Siena.
 
Era 0.95€ e ci siamo già vicinissimi:
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Ma oggi BUM, il Fatto Quotidiano spara una notizietta di quelle…. (solo in edizione cartacea, l’ho qui con me è tutto vero)
(Il Ghirlandaio) Roma, 14 ago. – Scongiurata la nazionalizzazione anche grazie all’ultimo aumento di capitale da 5 miliardi, oggi il futuro di Monte dei Paschi di Siena è in mano al mercato. Ed è sulla tenuta patrimoniale, nonché sull’andamento del titolo in Borsa, che si deciderà anche il ruolo degli attuali azionisti. Soprattutto di quei fondi stranieri che hanno scommesso sul Monte. A scriverlo è il Fatto Quotidiano, secondo il quale all’orizzonte, dunque, “si addensano nuove nubi e fonti finanziarie non escludono l’ipotesi di un ulteriore aumento di capitale da 1 a 2 miliardi che potrebbe rendersi necessario fra qualche mese”.
“Anche per questo motivo Btg e Fintech non avrebbero gradito il rallentamento nella nomina dei due rappresentanti del patto nel consiglio di amministrazione del Monte che ancora non è stata fatta. L’avvicendamento prima della fine dell’estate diventa inoltre essenziale per gli azionisti stranieri, già preoccupati del cambio di presidenza in Fondazione (con la nomina di  Marcello Clarich – ndr), in vista del rinnovo dell’intero cda fissato per aprile 2015. Anche perché tra i soci del Monte potrebbe spuntare una nuovo polo di azionisti, alternativo al patto, che si aggirerebbe intorno all’11-12% del capitale”, spiega ancora il quotidiano.
“Qualche deputato della Fondazione il giorno stesso delle nomine ha dichiarato che ora è il tempo di tornare a parlare di erogazioni. Chissà cosa ne pensa Clarich che dovrà anche mettere mano alla ristrutturazione di alcune partecipate dell’ente a cominciare dalla Sansedoni, la spa immobiliare che chiuderà in rosso anche il 2013. Infine: se il Monte dovesse davvero chiedere altri soldi ai soci con l’ennesimo aumento di capitale miliardario, dove prenderà le risorse il nuovo presidente “senza paura” della Fondazione?”, conclude.
Ahhh  bene, dunque dopo un mesetto dall’aumentino di “soli” 5 miliardi ne servono altri 1 o 2. Eh che volete che sia.
Quindi…. diciamo che chi ha sottoscritto l’aumento di capitale ora rischia di vedere quasi azzerato l’investimento se la notizia di un nuovo aumento fosse vera.
A questo punto, cancello il mio punto di entrata a 0.95€ e francamente non saprei davvero che diavolo ipotizzare per valutare una fogna che dopo la “pulizia dei conti” continua a spurgare merda a ogni trimestrale.
Buona Sorgenia a tutti (chissà cosa c’entra con la merda, mah…)
p.s. me lo immagino il consulente: “no no ma lo tenga il MPS vedrà che poi recupera” ( si si, dopo il prossimo raggruppamento 1 a 10 Forse recupera )

I Signori della globalizzazione e i loro mostri. CETA

è l’era dell’internazionalizzazione, dello “zero confini”, del progresso e delle “democrazie post dittature”… Enjoy coca cola e monsanto……..
A porte chiuse….le democrazie sono “Illuminate” da questa elite che, strano caso, ci tiene sempre a fare tutto a porte chiuse. Ma è democratica dicono…..

TTIP, TiSA e adesso CETA. Trappole diaboliche. Strumenti di un complotto internazionale in piena regola. Ma, si sa, appena si sfiora la parola “complotto”, si viene relegati nell’angolo dei cretini di turno. I complottisti. Certo. È un’etichetta comoda per chi, passo dopo passo, sta rendendo schiavo il pianeta. Il complotto, dice l’establishment, non esiste. Anzi, finché ci sono i poveri complottisti che gridano all’allarme, c’è sempre spazio per qualche alzata di spalle arrogante, per qualche risatina in più.

Nel frattempo i Signori del saccheggio internazionale, quello davvero senza limiti, si fregano le mani compiaciuti e continuano la loro opera. Non disdegnano nemmeno le guerre. Perché, anche a prescindere dai lauti affari derivati dalla vendita di armi in grande stile, mentre la popolazione è occupata a seguire le notizie delle catastrofi umanitarie nella striscia di Gaza, in Siria o in Iraq, loro ne approfittano per stipulare accordi iniqui in tutta segretezza.
 
E se le stragi ancora non bastassero a distrarre l’umanità, ricorrono all’ultima arma vecchia come il mondo, quella sempre efficace del rincoglionimento di massa. Panem et circenses. Gli antichi Romani lo sapevano bene. Basta mandare in onda qualche isola dei più o meno famosi, per tenere milioni di persone incatenate alla tv. Milioni? Miliardi, come quelli che intascano i Signori del saccheggio mentre firmano i loro trattati e le convenzioni, rinchiusi in tacite stanze di difficile accesso. Là, dove si spartiscono il mondo.
 
Intanto, per noi tutti comuni mortali, la minaccia del TTIP incalza. Nonostante le proteste diffuse e pur se messo per il momento sotto ghiaccio, l’accordo del “Transatlantic Trade International Patnership” è ancora lì, un demone in fondo al corridoio buio che attende il suo momento. Tanto più che i predoni ne hanno pensata un’altra per riuscire a imporcelo. Si sono detti: se non possiamo entrare subito dalla porta principale, non fa nulla. Entriamo più tardi, dal retro. Con il CETA. Che cos’è il CETA?
 
Significa “Comprehensive Economic and Trade Agreement“ . Un altro accordo di libero scambio. E abbiamo imparato che, non appena sentiamo questo termine libero scambio, dobbiamo metterci all’erta. Perché il libero scambio è il campo da gioco preferito dei predoni. La tematica del CETA è dibattuta ormai da diversi anni, l’accordo è stato stipulato nell’ottobre 2013 dal Governo canadese e dalla Commissione Europea.
 
Il Parlamento e il Consiglio europeo, invece, non ci hanno ancora apposto la firma. A tale scopo si lavora alacremente. A porte chiuse. Un round delle trattative CETA si è appena concluso il 5 agosto 2014. Il prossimo avrà luogo dal 17 al 21 settembre a Ottawa e poi dal 15 al 26 ottobre in Bruxelles, mentre la chiusura dell’accordo si profila per la fine di quest’anno, e nel 2016 la convenzione potrebbe entrare in vigore.
 
Ed ecco che… sorpresa! Anche il contenuto di questo accordo, che conta circa 1500 pagine, è segreto. Come quello del TTIP. Ma guarda un po’. Tutti i temi più importanti che riguardano la nostra vita, vengono decisi da pochi e a nostra insaputa. I governi cosiddetti democratici non si prendono la briga di chiedere il nostro parere e nemmeno di informarci. Ci mettono di fronte al fatto compiuto. Prendere o lasciare. Mangiare la minestra o saltare dalla finestra.
 
Sorge spontanea la domanda: ma viviamo davvero nella democrazia? Mi pare che a questo punto, anche considerando la situazione economica e sociale dell’Occidente che sta scavando un abisso sempre più profondo tra un esiguo numero di sproporzionatamente ricchi e un’enorme massa di poveri privi di qualsiasi diritto, si debba piuttosto parlare di oligarchia: il governo di pochi. Pochi plurimiliardari senza scrupoli.
 
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I Signori della globalizzazione e i loro mostri: CETA. Canada e Unione Europea, partner del CETA.
 
La tattica è sempre la stessa. Non appena il mostro si delinea all’orizzonte, quando trapela qualcosa sulle loro trattative segrete ( di solito sempre grazie a Wikileaks), ecco che giunge una voce ufficiale pronta a tranquillizzare la gente: nulla di strano e tantomeno pericoloso, il CETA confermerebbe semplicemente l’abolizione delle dogane, l’accesso di imprese europee al mercato canadese con bandi e appalti in loco, e la salvaguardia della proprietà intellettuale nonché delle denominazioni di provenienza dei prodotti agricoli.
 
Questa la risposta ufficiale. In realtà si tratta di un’altra trappola che ha un solo scopo: mettere in atto il programma del TTIP. Se quest’ultimo, infatti, è stato soggetto a pesanti critiche e proteste in diverse nazioni che ne hanno bloccato l’entrata in vigore, invece il CETA è riuscito a sfuggire a qualsiasi controllo. Pochi ne hanno sentito parlare: sparute proteste, trattative in corso. Sarà quindi l’accettazione del CETA a farci accettare automaticamente anche il TTIP.
 
Il CETA è un’ulteriore arma segreta che ha il compito di preparare il terreno al TTIP. I Signori del saccheggio non mollano mai la loro preda e la lotta va avanti. Ciò significa che le nostre leggi e regolamentazioni contro le tecnologie OGM di Monsanto,  l’inquinamento dell’ambiente, la tecnica del fracking, la privatizzazione dell’acqua e delle istituzioni educative, culturali e sanitarie, l’eventuale diminuzione degli stipendi, e molte altre spiacevoli cose ancora, continuano ad essere in pericolo.
 
Infatti, qualora i regolamenti europei che riguardano l’ambiente, la sanità e gli ambiti sociali dovessero in qualche modo ostacolare gli affari delle grandi multinazionali, queste possono, per mezzo del CETA, citare in giudizio i governi europei tramite le loro filiali canadesi e il gioco è fatto.
 
Il pacchetto CETA contiene anch’esso un meccanismo del tipo “Investor State Dispute Settlement” (ISDS), in base al quale un tribunale segreto internazionale può infliggere ai governi delle nazioni che non rispettino l’accordo delle punizioni draconiche in pagamenti di miliardi. È ovvio che, alla fine, dovremo pagare noi, i contribuenti, tramite le tasse. Il sistema dell’ISDS sarà lo strumento più diabolico delle multinazionali, quello che ignora le leggi e calpesta le istituzioni delle nazioni democratiche. Di conseguenza è fuorilegge per sua natura e come tale non dovrebbe mai essere ammesso. Il che significa: se il CETA – o un altro di questi accordi segreti – dovesse entrare in vigore, le nazioni europee interessate sarebbero vittima di un colpo di Stato.
 
Questa non è che la punta dell’iceberg, di un vero complotto di banche e multinazionali sotto l’egida degli USA, caratterizzato da attacchi paralleli sferrati alle nazioni che vanno inquadrate nel loro piano di potere. Attacchi che si basano su: spionaggio ad alto livello con relative azioni di intercettazione; liberalizzazione e privatizzazione dell’economia; organizzazione di disordini intestini tramite i servizi segreti; destituzione di governi non amici con relativa sostituzione di governanti corrotti; interventi armati con conseguente violazione dei diritti sovrani delle nazioni interessate. L’obiettivo è: divenire l’unica potenza incontrastata del pianeta.
 
Questa situazione non si è verificata all’improvviso, dobbiamo renderci conto che si tratta di un progetto iniziato già molto tempo fa. Le basi sono state preparate all’inizio del secolo scorso. E non ci vuole molta fantasia per capire che l’umanità è in guerra da decenni. Una guerra sottile, che non fa rumore, subdola e ineluttabile, un conflitto che sta dividendo il mondo in due fazioni: i ricchissimi e i poveri. Il miliardario Warren Buffet diceva nel corso di un’intervista del 2006:
 
“È in atto una guerra delle classi sociali, è vero. Ma è la mia classe, quella dei ricchi, che fa la guerra. E la stiamo vincendo noi.”
 
 Oggi i predoni nascondono sé e le loro malefatte dietro sigle. Le sigle hanno un aspetto anonimo, inoffensivo. Un accostamento di lettere dell’alfabeto, il cui significato è noto solo a pochi interessati: TTIP, TiSA, CETA. Ma dietro queste sigle si celano dei mostri. Sono le creature degli oligarchi. Cerchiamoli, questi criminali in Rolls Royce, andiamo oltre le sigle, e troveremo altre sigle ancora: FED, IMF, WTO. Impossibile afferrarli.
 
Poi troveremo l’ISDA (International Swaps and Derivatives Association), fondato nel 1995 dalle maggiori banche e multinazionali e diretto da Stephen O’Connor della Morgan Stanley Bank, quella di J. P. Morgan, il compare di Rockefeller e Rothschild. Suo sostituto è Michele Fassiola, rappresentante della tedesca Deutsche Bank. L’ISDA controlla la politica finanziaria delle banche centrali mondiali… e i governi.
 
In seguito c’imbatteremo nell’ERT (European Round Table of Industrialist). È un’organizzazione con sede a Bruxelles, di cui fanno parte cinquanta top manager delle maggiori multinazionali europee. Con la sua rete internazionale, è l’organizzazione più influente in seno alla Comunità Europea. Progetti che riguardano costruzioni di strade, ferrovie, tunnel e autostrade nascono dall’iniziativa dell’ERT.
 
Allo stesso tempo l’ERT si adopra per infiltrare la democrazia, le istituzioni che dovrebbero operare per la sicurezza sociale e la tutela dell’ambiente. I governi europei sono destinati a cadere, poco a poco, nelle mani di tecnocrati e questo rientra nei piani dell’ERT.
 
Altre sigle? L’autore Jürgen Roth scrive:
 
A Bruxelles non c’è soltanto l’European Round Table of Industrialists (ERT), ma anche il non meno potente Business Europe, dietro a cui si nascondono le lobbies delle associazioni dei datori di lavoro europei (…) L’ufficio si trova in una delle migliori zone della città, a Rond Point Schumann, dov’è la sede della Commissione Europea. (…) Quasi nessuno parla poi dell’ufficio dell’EFREuropean Financial Services Round Table. Questo è di certo il gruppo più influente di Bruxelles, soprattutto a causa del suo potere finanziario. I membri dell’EFR sono i dirigenti delle banche e delle compagnie assicurative più influenti.” (Jürgen Roth, „Der stille Putsch“, pagg. 103-110)
 
 Sigle, sigle e ancora sigle. C’è da diventare matti. Eppure dietro queste semplici lettere dell’alfabeto sono sempre loro in agguato:  le grandi banche anglosassoni, le potenti multinazionali americane e i top manager privi di scrupoli. Questi ultimi, i devoti sacerdoti del dio Denaro, talvolta perdono del tutto il senso della realtà e, come disse un giorno Lloyd Blankfein, affermano con convinzione:
 
“I´m doing God’s work.”
 
 Un dio delle tenebre. Ma in un Olimpo corrotto, popolato di falsi dèi e falsi ideali, ci sarà ancora posto per l’umanità?
Per approfondire il tema dei pericoli della globalizzazione, vedi il mio saggio “Trappola globale”

Arriva la stangata di fine agosto, 29 miliardi made in Italy

16 agosto 2014
 
 
di REDAZIONE
 
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Ad agosto, come una buona parte degli italiani, anche il fisco non va in ferie. Lo sanno bene i contribuenti italiani, in particolar modo le imprese e i lavoratori autonomi, che entro la fine di questo mese dovranno versare all’Erario, al netto dei contributi previdenziali, oltre 29 miliardi di euro di imposte.
 
A comunicare la notizia è l’Ufficio studi della CGIA.
 
La voce che da un punto di vista economico “graverà” maggiormente sulle tasche dei contribuenti sarà l’Iva: il gettito dovrebbe superare i 13 miliardi di euro. Segue il versamento da parte dei datori di lavoro delle ritenute Irpef dei dipendenti e dei collaboratori, pari ad un importo di 7,6 miliardi di euro e il pagamento del saldo e dell’acconto Irpef che dovrebbe garantire un gettito di 2,45 miliardi. Altri 1,7 miliardi giungeranno nelle casse dello Stato dal pagamento dell’addizionale Irpef, mentre dall’Irap e dall’Ires sono previsti altri 3 miliardi di euro. Infine, i lavoratori autonomi dovranno versare le proprie ritenute Irpef per un importo che dovrebbe toccare 1,3 miliardi di euro.
 
L’Ufficio studi della CGIA ricorda che le principali scadenze fiscali/contributive di questo mese sono 11, così distribuite: 7 entro il 20 di agosto; una entro il 25 agosto e altre 3 entro il 31 agosto. Visto che quest’ultima data cade di domenica, il termine slitta di un giorno (1 settembre).
 
“Anche in vista delle scadenze fiscali di agosto – dichiara Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA – molti italiani sono stati costretti ad accorciare le vacanze o, nella peggiore delle ipotesi, a starsene a casa. A settembre, poi, non è detto che tutte le attività riaprano i cancelli. In attesa di tempi migliori, imprese e famiglie hanno deciso di risparmiare. In definitiva, la paura del futuro sta condizionando gli italiani che in questo momento di difficoltà hanno solo una certezza: onorare un fisco sempre più esoso.”
Dalla CGIA, infatti, ricordano che in prospettiva il carico fiscale che grava sui contribuenti italiani potrebbe addirittura aumentare.
Nel 2015 il Governo ha deciso di tagliare la spesa pubblica di 17 miliardi di euro, con un impegno minimo da raggiungere che non potrà essere inferiore ai 4,4 miliardi di euro.
 
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              237x200 Arriva la stangata di fine agosto, 29 miliardi<br />
              made in Italy
Nel caso il Governo non sia in grado di centrare questo obbiettivo minimo, scatterà la cosiddetta “clausola di salvaguardia”. In altre parole, come ha confermato nei giorni scorsi il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, a fronte del mancato taglio della spesa, i contribuenti saranno chiamati a sopportare un aggravio fiscale di 3 miliardi di euro, a seguito della riduzione delle agevolazioni/detrazioni fiscali e all’aumento delle aliquote, mentre i ministeri dovranno tagliare la spesa per un importo di almeno 1,44 miliardi di euro.
“In buona sostanza – conclude Bortolussi – o si riesce a razionalizzare la spesa pubblica e a ridurre gli sprechi, gli sperperi e le inefficienze, altrimenti a pagare il conto saranno ancora una volta gli italiani che già ora sono tra i contribuenti più tartassati d’Europa.”
 
Le principali scadenze fiscali – agosto  2014 –
 
entro il 20 agosto
 
1 – Versamento ritenute Irpef dipendenti, collaboratori e lavoratori autonomi.
 
2 – Versamento contributi  previdenziali e assistenziali dipendenti e collaboratori.
 
3 – Contribuenti che svolgono attività economiche per le quali sono stati elaborati gli studi di settore; Versamento imposte risultanti dal modello Unico con maggiorazione dello 0,4 a titolo di interesse corrispettivo. Le persone fisiche e società di persone versano: Irpef; add.li Irpef, Irap, Inps artigiani e commercianti (contributi eccedenti minimale); Le società di capitali versamento: Ires e Irap
 
4 – Versamento liquidazione Iva mese di luglio.
 
5 – Versamento liquidazione Iva II trimestre contribuenti trimestrali
 
6 – Versamento 2^ rata contributi Inps su minimale per commercianti e artigiani
 
7 – -. Comunicazione telematica all’Agenzia delle Entrate dei dati contenuti nelle Dichiarazioni di Intento relative agli acquisti o prestazioni confluiti nella liquidazione Iva
entro il 25 agosto
 
8 – – Trasmissione elenchi INTRASTAT contribuenti tenuti alla presentazione mensile
 
entro il 31 agosto (slitta al 1 Settembre in quanto il 31 agosto è domenica)
9 – Presentazione all’Inps del modello UNIEMENS da parte del datore di lavoro.
 
10 – Comunicazione telematica all’Agenzia delle Entrate dei dati relativi alle operazioni Iva con operatori economici con sede in Paesi a fiscalità privilegiata; invio mensile relativo al mese precedente.
 
11 – Comunicazione telematica all’Agenzia delle Entrate dei dati relativi agli acquisti Iva da San Marino annotate nel mese precedente nei registri Iva
 
Elaborazione: Ufficio Studi CGIA
 
Con il DPCM del 13 giugno 2014 è stata concessa una proroga ai contribuenti soggetti agli studi di settore. Il termine ordinario del 16 giugno, entro il quale effettuare i versamenti risultanti dal Modello Unico, è stato spostato al 7 luglio; mentre il termine del 16 luglio, entro il quale è possibile effettuare i versamenti con la maggiorazione dello 0,4% a titolo di interesse corrispettivo, è stato spostato al 20 agosto 2014.
 

ABANO: DUE PENSIONATI DIVENTANO “PALI” DEI VENDITORI ABUSIVI. FORSE PER ARROTONDARE

ecco, questa è l’inventiva che premia……vedi che non son tutti choosy?

16 agosto 2014

Da tranquilli pensionati a “sentinelle” dei venditori abusivi che battono sistematicamente l’isola pedonale di Abano, sempre pronti ad avvisarli dell’arrivo delle pattuglie della Municipale. Nei guai due cittadini aponensi che i vigili urbani hanno individuato alla fine di un’indagine durata settimane: facevano da “palo” ai gruppetti di pachistani e cingalesi che, soprattutto dal venerdì alla domenica, percorrono il “listòn” della città termale per piazzare bigiotteria di scarsissimo valore e giocattoli privi di qualsiasi certificazione di sicurezza. È questo il clamoroso sviluppo dell’attività di accertamento che la polizia locale aponense ha, negli ultimi tempi, deciso di potenziare con controlli a tappeto in orario serale da parte degli agenti. Quando una “divisa” si profilava all’orizzonte, bastava uno squillo al responsabile della rete di ambulanti per avvertirlo che era il momento di tagliare l’angolo alla svelta.Un giochetto andato avanti per un paio di mesi. Ma a cui, nell’ultimo fine settimana, la Municipale ha messo fine, dopo una serie di appostamenti in borghese. «Per l’individuazione di queste due persone – spiega il vicecomandante della Polizia locale Francesca Aufiero – è stata fondamentale la collaborazione creatasi fra noi e i commercianti della zona pedonale, per stroncare un fenomeno di concorrenza sleale che crea non pochi problemi agli esercenti».(…)

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