Si riposizionano i personaggi di facciata della scena politica italiana

di Luciano Lago
 
Il mondo politico italiano in subbuglio: arriva la “svolta”, tutta interna al PD, partito di maggioranza, strenuo sostenitore delle politiche europeiste senza se e senza ma, con Enrico Letta che si dimette e subentra Matteo Renzi, il nuovo outsider della politica del PD.
Naturalmente tutto si svolge nei palazzi della politica ed il Parlamento sarà informato dopo, con un finto dibattito tanto per salvare la forma. I cittadini, quelli ai quali dovrebbe appartenere la sovranità, anche questa volta non sono stati interpellati come non lo furono per la nomina di Monti, neppure per la nomina di Letta e tanto meno adesso. Il tutto alla faccia di quanto previsto dalla Costituzione.
 
Esigenze di “cambiamento” di dare un “passo nuovo all’azione del governo”, questi gli slogan studiati per coprire il vuoto di una classe politica di nominati, ormai priva di qualsiasi legittimazione, che annaspa rimanendo aggrappata alle sue poltrone con la paura di arrivare verso un possibile sbocco elettorale che avrebbe risultati imprevedibili.
In realtà quello che percepisce l’opinione pubblica attraverso le tv ed i giornali, risulta soltanto l’apparenza degli avvenimenti, i risultati evidenti con il riposizionamento di quelli che bisogna considerare i “personaggi di facciata”: i Renzi, i Letta, i Berlusconi, i Napolitano, gli Alfano, Casini, ecc.. La dinamica corrisponde al fatto che esce da una casella Letta e si posiziona nella stessa casella Renzi, si associa Alfano, si distanzia Berlusconi, conferma il tutto il presidente Napolitano, si forma il governo, viene data la fiducia, il governo procede alle nomine dei presidenti delle fondazioni bancarie, dei CDA delle aziende pubbliche o partecipate, degli enti pubblici rilevanti (INPS, INAIL, Agenzia Entrate, ecc.) cade il governo, arriva un altro governo, prosegue il balletto, ecc..
 
Pochi sono consapevoli del fatto che esiste un livello non visibile, che muove e determina gli avvenimenti e detta le decisioni essenziali, un livello che corrisponde ai veri centri del potere che non compaiono allo scoperto ma che sono quelli determinanti.
I personaggi che si muovono sulla scena visibile, si possono definire i “personaggi di facciata”, sono in alcuni casi i fiduciari dei centri del potere, quelli investiti da un incarico che devono muoversi secondo le direttive ricevute e non discostarsi da quelle, pena essere destituiti e messi da parte.
Non si discosta da questo cliche la nomina di Renzi, anzi ancora più scopertamente il personaggio è stato nominato grazie ad una massiccia quanto ossessiva campagna di marketing finanziata da ambienti finanziari che l’hanno imposto prima come segretario e poi come candidato.
Quasi inutile indovinare chi siano stati i finanziatori della campagna di Renzi, visto che il soggetto si è affidato ad un consulente israeliano della Mc Kinsey, società americana leader nella consulenza, e fra i suoi sponsor figurano il fondo Algebris ed il noto finanziere svizzero ing. Carlo De Benedetti.
Le centrali di potere della finanza sovranazionale che hanno scelto Renzi, sono le stesse che avevano designato in passato il prof. Monti, che avevano accordato la fiducia anche all’Enrico Letta, hanno poi deciso di cambiare cavallo, questo sembra evidente, data la necessità di trovare candidati più presentabili, giovani, telegenici, si muovono in  Smart e indossano i blue jeans  american style, soprattutto senza incarichi compromettenti alle spalle.  Immagine studiata del candidato secondo gli advisors della “Mc Kinsey”.
 
Non ci scordiamo che il Monti rappresentava un gigantesco conflitto di interessi in quanto era il presidente della “Trilateral Commission”, consulente , advisor della Goldman Sachs e della stessa agenzia Moodys (quella che aveva operato il declassamento del rating italiano). Probabilmente si renderà disponibile a breve anche la la Presidenza della Repubblica dove, l’esimio presidente Napolitano, garante delle centrali di potere d’oltre Atlantico, da molti anni, sembra ormai arrivato alla fine. Non per nulla sembra sia stato scaricato anche dai gruppi finanziari che fanno capo al Corriere della Sera ed al Financial Times per mano del noto agente americano Alan Friedman, autore del rapporto sulle ormai note vicende del golpe bianco del Novembre 2011 che spodestò Berlusconi e fece nominare Monti alla presidenza del Consiglio.
 
Tutto questo viene deciso da fuori non certo al livello dei personaggi di facciata anche se, come spesso accade, si manifestano dei contrasti tra i vari centri di potere che corrispondono a più livelli: esiste un livello alto delle della grande finanza, del cartello bancario, delle multinazionali, un livello più basso delle lobby del cemento, dei farmaceutici, dei palazzinari, della magistratura e degli apparati dello Stato. Il livello più basso risulta di solito funzionale a quello più alto ma non si escludono possibili contrasti che a volte spiegano situazioni di impasse momentanea.
 
D’altra parte è la chiave di interpretazione della Storia che si ripete nelle vicende italiane dai tempi del Risorgimento, fenomeno dietro al quale si muovevano gli interessi britannici, le trame delle massonerie e le ambizioni di casa Savoia, che portarono al risultato dell’Unità d’Italia che nella realtà storica fu in buona parte una annessione e colonizzazione piemontese del regno delle Due Sicilie.
Lo stesso era accaduto nel ventennio fascista con il governo di Benito Mussolini che fu scaricato dalla borghesia industriale e bancaria dell’epoca, nonchè dalla monarchia sabauda, quando diventò scomodo e divergente rispetto agli interessi di questi ambienti e si arrivò al famoso 25 Luglio del 1943, dove venne sfiduciato Mussolini, ignaro delle trame che si svolgevano dietro le sue spalle.
Nella Storia del dopoguerra l’intervento di una mano esterna negli avvenimenti italiani, a ben guardare, lo troviamo costantemente dai tempi di Salvatore Giuliano, all’omicidio Mattei, alla strategia della tensione con le bombe a piazza Fontana e gli altri episodi, con l’assassinio di Aldo Moro avvenuto ad opera delle Brigate Rosse, opportunamente “infiltrate” da qualche agente estero (indovina chi) come poi denunciato dallo stesso ex magistrato Imposimato (1).
Per non parlare del “golpe bianco” di “mani pulite” dove si riuscì a mettere fuori gioco Craxi e la vecchia classe politica, preceduto dal famoso episodio del panfilo Britannia su cui i politici italiani si accordarono per arrivare alle successive “privatizzazioni”, come poi avvenne con grandi vantaggi di carriere per i protagonisti (Mario Draghi “in primis”)ecc. ecc..
 
Sempre nella Storia d’Italia avviene un cambiamento quando esiste un corrispondente interesse esterno, dei britannici negli avvenimenti passati, dei padroni americani e dei centri finanziari nella fase contemporanea .
Il livello occulto è da molto tempo una costante in questo paese e le infiltrazioni, vuoi dei sevizi segreti, vuoi delle massonerie anche negli apparati dello Stato è un altro di quei fatti denunciati e riscontrabili da molte evidenze. Interessante la testimonianza dell’ex magistrato Paolo Ferraro che da tempo svolge una campagna di denuncia contro questo fenomeno che ha subito anche lui  (per averlo denunciato) direttamente all’interno della Magistratura e di ambienti militari (2).
 
I centri di potere dispongono oggi di un apparato mediatico poderoso con il quale si riesce a manipolare ed a distrarre l’opinione pubblica da qualsiasi questione essenziale che non deve essere di dominio pubblico.
Non ci scordiamo che durante il governo Monti, del tutto anomalo come investitura (il “golpe bianco”) furono sottoscritti i trattati europei più penalizzanti come il “Fiscal Compact”, con opportuno cambiamento delle norme costituzionali (fatto riservatamente), che obbliga l’Italia a mantenere il 3% di rapporto deficit/Pil, obbligando i governi italiani a manovre annuali di 50 miliardi all’anno di contrazione della spesa pubblica per venti anni al fine di rientrare da tale deficit. Il MES/ESM, altro trattato che ha istituito il fondo di stabilità (salva banche) che obbliga l’Italia a sottoscrivere ben 125 miliardi da versare in detto fondo di garanzia per i salvataggi delle banche estere indebitate.
Il tutto avvenuto nel compiacente silenzio dei media salvo poche voci isolate sul web dei siti di controinformazione seguiti solo da una piccola parte di pubblico. Lo stesso governo, mentre negava i fondi per i pensionati, per l’assistenza sociale e per saldare i debiti delle amministrazioni pubbliche, ha disinvoltamente versato circa 3 miliardi all’MPS (la banca del PD)e quasi altrettanti alla Morgan Stanley (dove il figlio occupava una posizione di vice presidente). Tutte decisioni inaudite che i media compiacenti non hanno neppure menzionato come fatti rilevanti. Questo dimostra che i governi in Italia, coperti dalla complicità dei media, giornali e TV, sotto il controllo (e finanziamento) dei partiti del sistema, possono fare qualunque cosa senza che ci sia una sollevazione popolare.
Adesso i grandi media stanno coprendo l’operazione Renzi come hanno coperto in passato l’operazione Monti, quella per Letta e, andando più indietro, come hanno coperto le “privatizzazioni” fatte a profitto dei potentati finanziari e tante altre operazioni sporche.
Possiamo immaginarci quale sarà il programma di Renzi in sostanza: l’applicazione ortodossa delle politiche neoliberiste, in ossequio alle ricette della Troika europea, con liberalizzazione del mercato, patrimoniale sui risparmi, abolizione del contante, annullamento dei diritti, esattamente quelle politiche che stanno distruggendo il lavoro, il risparmio e la vita di milioni di persone con il “contentino” di qualche riforma di facciata sui privilegi della casta politica e di parte dell’apparato istituzionale.
Se ai cittadini italiani senza lavoro e senza prospettive tutto questo non piace, ci sono due soluzioni possibili, fare le valige e cercare fortuna all’estero o scendere in piazza e bloccare tutto.
 
Note
 
 
 
Si riposizionano i personaggi di facciata della scena politica italianaultima modifica: 2014-02-16T10:26:59+01:00da davi-luciano
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