Il programma del centro destra dimentica l’uscita dall’euro… un programma oggettivamente inutile al Paese

Ormai lo sapevamo da mesi. Da quando la Lega si è riavvicinata a Forza Italia, la posizione “no euro” si è gradatamente ridimensionata fino alla completa evaporazione. D’altronde era un fatto abbastanza scontato, dato che Forza Italia ha sostenuto il governo Monti e approvato tutti i principali provvedimenti che in questi anni hanno minato la sovranità nazionale. Non a caso Silvio Berlusconi è tra le persone denunciate da me per delitti contro la personalità giuridica dello Stato, ex artt. 241 e 243 c.p.

Siamo dunque passati dal “mai più con chi siede al fianco della Merkel in Europa” di Salvini e dal “al prossimo che mi dice che la Lega si alleerà con chi propone un programma che non contiene l’uscita dall’euro lo banno” di Claudio Borghi al “non possiamo più uscire dall’euro”, talvolta mitigato dall’uso del termine “subito”.
Il programma che ne è uscito è ovviamente assolutamente privo di qualsivoglia senso. Si è cercato di circuire varie tipologie di elettori. Sicurezza e controllo del territorio per chi si preoccupa maggiormente dell’immigrazione, tasse più basse, tema buono per un pò tutte le categorie di cittadini, ed ovviamente, per i sovranisti, supremazia del diritto interno sui trattati, revisione di questi con fine dell’austerità ed emissione di titoli di Stato di piccolo taglio.
Nessuno di questi punti può essere realizzato all’interno dell’Unione Europea e dell’euro. L’immigrazione non è problema di nostra competenza, come non lo sono le tasse (indirettamente in forza dei vincoli di bilancio) ed i trattati. Su tali materie la sovranità è di Bruxelles.
Anzi dire addirittura che si vuole introdurre la supremazia del diritto interno sui trattati pare un goffo errore.
 
I principi fondamentali della Costituzione ed i diritti inalienabili dell’uomo sono già sovraordinati ai trattati, come ribadito dalla Corte Costituzionale anche abbastanza recentemente (sentenza n. 238/2014). Dunque dire di voler fare qualcosa che la giurisprudenza della Corte Costituzionale ha già sancito, pare francamente un far credere che tale sentenza non esista e che dunque le cessioni di sovranità, il bail in, oppure i vincoli di bilancio siano leciti senza  nuovi interventi legislativi. In realtà sono addirittura azioni contrarie al codice penale.
Ma appunto, parlando di vincoli, veniamo proprio al tema dei trattati europei. La loro revisione è possibile solo attraverso l’unanimità degli stati membri. Dunque a patto di non venire da Marte dovrebbe essere noto a tutti che ogni posizione “battipugnista” è unicamente una perdita di tempo, tempo che data la sofferenza dei nostri concittadini, non abbiamo. I trattati non sono rivedibili e peraltro andrebbero cestinati in toto e non semplicemente modificati, il problema degli stessi trascende infatti le regole dell’euro, riguarda la codificazione dell’ideologia liberista che rappresenta la negazione della democrazia in economia e della fondamentale necessità dello Stato di redistribuire ricchezza, affinché non siano in pochi a detenerla e a godere del conseguente potere politico.  La flat tax in questo senso è addirittura contraria poi a ciò che servirebbe al Paese. Noi abbiamo bisogno di ridurre la pressione fiscale, ma non tramite tagli alla spesa pubblica o riduzione dell’evasione. A noi serve più moneta in circolo ergo il saldo contabile dello Stato non può essere in pareggio (a proposito nel programma non è indicata neppure la volontà di rimuovere il pareggio in bilancio dalla Costituzione!), per aumentare la moneta in circolazione occorre fare deficit e per fare deficit, ovviamente, serve la piena sovranità monetaria.
La flat tax dunque finirebbe solo per essere un regalo alle multinazionali che pagherebbero la stessa aliquota delle piccole e medie imprese, di un artigiano o di un lavoratore dipendente. Follia, specie laddove si considera che sono proprio gli eccessivi accentramenti di capitale che vanno combattuti. Laddove si deve essere molto grandi per esigenze produttive, non può che essere lo Stato a prendere il controllo della relativa impresa. Concetti stranoti e inseriti a chiare lettere nei verbali dell’assemblea costituente allorquando si scriveva la Costituzione economica (artt. 41, 42 e 43).
Nel programma poi non troviamo la risposta alla domanda fondamentale: “ma se l’Europa non rivedrà i trattati e metterà fine all’austerità che facciamo?”. L’uscita dall’euro non è presa in considerazione, si accenna solo all’emissione di titoli di Stato di piccolo taglio (i minibot di Borghi? Ma il nome non appare), che saranno usati per pagare i debiti della P.A. Tale operazione sarebbe immediatamente cassata ai sensi dei Trattati da Bruxelles (artt. 3 e 127 TFUE) e dunque i minibot sarebbero rifiutati dal circuito bancario e le ritorsioni di BCE arriverebbero immediate, il che significa chiusura della liquidità alle banche commerciali e fine dell’acquisto dei titoli di Stato con impossibilità di pagare stipendi e pensioni agli italiani. Tale operazione non sarà neppure propedeutica all’exit poiché la reazione di Bruxelles avverrebbe ancora prima di aver stampato i titoli di Stato nel numero sufficiente a sostituire gli altri mezzi di pagamento. Tale operazione richiederebbe molti mesi, addirittura un anno secondo certi “rumors” provenienti direttamente dalla Zecca di Stato. Ma anche se il tempo fosse un paio di mesi, sarebbe comunque troppo, e ciò fermo restando che se i minibot non avranno circolo forzoso svaluteranno e non saranno accettati da tutti. Anche Borghi, l’economista che li ha concepiti, prima affermava tale tesi per poi cambiare opinione anche su questo.
In compenso nel programma troviamo i soliti tagli agli sprechi, macroeconomicamente irrilevanti in questo momento (pur di avere più soldi in circolazione andrebbe bene anche lanciarli dagli elicotteri!). La crisi è dovuta alla scarsità di moneta nell’economia reale e la moneta può essere creata dal nulla!
Per curiosità sono poi andato a riguardarmi il programma di Tsipras, quello con cui è stato eletto al timone della Grecia, ed ho trovato ampie analogie. Anzi il suo programma era migliore quantomeno laddove ricordava la necessità dello Stato, che il centro destra liberista dimentica, di nazionalizzare alcune aziende di interesse collettivo. Ma anche il programma di Tsipras, con le medesime istanze di fine dell’austerità, non poneva al centro la precondizione per la sua realizzazione: l’uscita unilaterale da euro ed UE.
L’exit, lo scriveva anche la Lega Nord prima di pensionare il “basta euro”, deve essere fulmineo. La preparazione va fatta ovviamente prima di andare al governo (dopo sarebbe un atto suicida) e deve comprendere, tralasciando i dettagli minori, un piano industriale dettagliato, comprensivo del piano energetico e il più possibile autarchico, eventuali accordi bilaterali con altre Nazioni (il mondo è ben più grande dell’UE, grazie al cielo), un sistema di pagamenti sotto il totale controllo pubblico (inizialmente possibile solo attraverso moneta telematica o l’uso dell’euro già circolante).
Insomma se non vogliamo continuare ad essere schiavi non è il centro destra che possiamo votare il 4 marzo. E non pensate che questo pezzo sia un endorcement al cinque stelle, il cui programma presenta integralmente i medesimi vizi di quello del centro destra ed è ad esso speculare.
Mi aspetto molto nei prossimi giorni invece da un altro programma elettorale, quello di Casa Pound. Partito che ha modificato alcune imprecisioni del passato (che circolano purtroppo ancora in rete confondendo) e che oggi dichiara con chiarezza che la precondizione per ogni intervento, dall’economia al lavoro, per arrivare all’immigrazione, è il riscatto della sovranità e dunque l’uscita da euro ed UE, strumenti, anzi armi, in mano all’ideologia liberista. Ecco, proprio tale aspetto, la feroce critica al liberismo, che Casa Pound porta avanti con un forte richiamo al modello economico Costituzionale (con buona pace di chi dice che CPI vuole sovvertire la Costituzione), manca in qualsivoglia programma, tranne che in quello dei Comunisti di Marco Rizzo, a cui auguro ogni bene con l’auspicio che gli estremi un giorno possano lavorare assieme dato che condividono oltre il 90% del programma. Proprio Marco Rizzo e Simone Di Stefano saranno anche gli unici a ricordarsi di scrivere nel programma che occorre eliminare le riforme Costituzionali attuate da Mario Monti, rimuovendo dalla carta il crimine del pareggio in bilancio.
Del centro sinistra neppure parlerei visto che essi puntano dichiaratamente a sovvertire la Costituzione e cancellare la Repubblica Italiana in favore degli Stati Uniti d’Europa per così abbandonare il modello Costituzionale per abbracciare il liberismo. Un programma che dunque non dovrebbe superare il vaglio della legge Scelba, data la definitività della forma Repubblicana.
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Avv. Marco Mori, autore de “Il tramonto della democrazia, analisi giuridica della genesi di una dittatura europea”, disponibile su ibs.

CE QUE NE DISENT PAS LES MEDIAS DE L’OTAN : A LA GHOUTA, DECOUVERTE D’UN ATELIER DE FABRIQUATION D’ARMES CHIMIQUES APPARTENANT AUX GROUPES TERRORISTES

SYRIA COMMITTEES/ COMITES SYRIE/
КОМИТЕТЫ СИРИИ/ 2018 03 12/

SYRIA - Armes chimiques ghouta (2018 03 12) FR (1)

Ghouta: découverte d’un atelier de fabriquation d’armes chimiques appartenant aux groupes terroristes !

Selon la chaîne libanaise, al-Mayadeen, l’armée a découvert un atelier de construction d’armes chimiques dans le village d’Aftaris, dans la Ghouta orientale de Damas. “Cet atelier a été mis en place par les groupes terroristes pour faire croire que l’armée utilise des armes chimiques dans la Ghouta orientale”, a ajouté une source locale qui a communiqué la nouvelle à al-Mayadeen.

SYRIA - Armes chimiques ghouta (2018 03 12) FR (2)

Par ailleurs, le ‘Centre russe pour la réconciliation en Syrie’, à Hmeimim a annoncé que « d’importants affrontements avaient eu lieu entre le Front al-Nosra et Faylaq al-Rahman, dans la Ghouta ».
L’agence de presse syrienne Sana a annoncé aujourd’hui 12 mars « que l’armée syrienne, après la destruction du dernier rassemblement des forces d’al-Nosra et affiliés, a réussi à libérer de nouveau et entièrement Aftaris ».

QUI UTILISE DES ARMES CHIMIQUES ?
VOUS AVEZ LA REPONSE …

D’après des sources syriennes, « les groupes armés déployés dans la Ghouta orientale accusent injustement l’armée syrienne d’utiliser des armes chimiques toutes les fois qu’ils se trouvent face à une forte pression ».

Auparavant, le représentant permanent de Damas à l’ONU, Bachar al-Jaafari avait déclaré: ” Le gouvernement syrien dispose d’éléments qui montrent que les groupes terroristes ont utilisé massivement du gaz chlore et tenté de le mettre sur le dos de l’armée israélienne.” “
Les groupes terroristes ont reçu des directives détaillées des services de renseignement des pays occidentaux et de certains pays de la région pour lancer des attaques chimiques avant le 13 mars pour la simple raison qu’à cette date précise est prévue la session du comité exécutif de l’Organisation pour l’interdiction des armes chimiques
(OIAC) “, avait ajouté Bachar al-Jaafari.

(Sources : SANA – Fars – PCN-SPO)

SYRIA COMMITTEES WEBSITE

LA BULGARIA RIBADISCE IL NO ALL’EURO: ”SOLO COSTI E NESSUN BENEFICIO, ED E’ UNA VALUTA RISCHIOSA, GUARDATE LA GRECIA”

c’è chi dice no all’euro e vive sereno….tanto per ricordare

Se c’e’ una cosa che la crisi greca ha insegnato  e’ che l’euro e’ un progetto fallimentare e chi ne e’ fuori farebbe meglio a starne alla larga il piu’ lontano possibile. L’ultimo in ordine di tempo ad affermarlo è niente di meno che il Fondo Monetario Internazionale, come riferisce il New York Times, che però in Italia – stranamente – non viene… tradotto.
In ogni caso, a proposito della sfiducia e della negatività che emana l’euro, e’ importante notare come il governo della Bulgaria non abbia la ben che minima intenzione di entrare a far parte della moneta unica, una posizione che e’ condivisa da quasi tutti i paesi dell’est europeo. Ne sono fuori e fuori vogliono rimanerne.
A mettere nero su bianco questo euroscetticismo della Bulgaria – che è bene sapere è in condizioni economiche difficili con molta povertà – e’ stato il ministro del lavoro e delle politiche sociali Ivaylo Kalfin il quale ha dichiarato che la moneta unica europea creerebbe enormi problemi alla Bulgaria visto che la sua economia non e’ ricca come quella di altri paesi europei. La Grecia insegna, quindi.
“Riguardo l’entrata nell’euro, vediamo solo costi e nessun beneficio. Per noi, entrare rappresenterebbe un rischio”. Secondo il ministro, l’entrata nell’euro comporterebbe l’adeguarsi alle politiche scelte dalle istituzioni europee, incapaci di gestire la crisi attuale. Inoltre, anche l’opinione pubblica non è d’accordo ad un’entrata nell’euro. Un “no” all’euro, sia dal Governo che dal popolo.
Ovviamente Kalfin ha ragione da vendere e semmai la vera sorpresa e’ che ci siano ancora politici che si ostinano a dire che l’euro e’ stato un enorme successo, ma questo e’ quello che succede quando al governo ci sono i servi dei poteri forti.
luglio 16, 2017
Fonte Qui

L’Italia non tocchi la riforma Fornero: l’avvertimento di Moody’s dopo le elezioni

e figurati, cominciano con le minacce, d’altronde sti euroscettici non si vedono all’orizzonte…anche se c’è chi dice che abbiano ottenuto la maggioranza dei voti..mah Sarà per questo che non hanno tutta sta fretta di comporre sto governo?

Le elezioni italiane continuano a far discutere gli analisti. Per Moody’s, intanto, passi indietro sulla riforma Fornero avrebbero un impatto negativo sul merito di credito del Belpaese.
L’esito delle elezioni italiane ha preoccupato non poco gli analisti di Moody’s che oggi avvertono: qualsiasi passo indietro sulla legge Fornero e sulle riforme inerenti il mercato del lavoro risulterà deleterio per il merito di credito del Belpaese.
Quello di Moody’s è un vero e proprio avvertimento. Non importa quale governo emergerà come il vero vincitore delle elezioni; la cosa fondamentale sarà riuscire a conservare e custodire gelosamente le riforme strutturali approvate, quelle sulla riduzione del debito e quelle in favore della crescita.
Tra le suddette riforme anche la già citata legge Fornero sulle pensioni, che ha preso il nome da colei che l’ha promossa, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali del governo Monti, Elsa Fornero.
Elezioni: elemento di sfida per l’economia italiana
L’agenzia di rating ha sottolineato come l’esito delle elezioni italiane stia oggi aprendo le porte a nuove sfide strutturali per l’economia e altresì per i conti pubblici del Belpaese.
Il problema, per Moody’s, non sarà tanto relativo alla composizione del nuovo Governo, quanto alle riforme che questo si imporrà di realizzare. Per dirla in altre parole, la direzione intrapresa dal merito di credito italiano dipenderà dalle decisioni del nuovo esecutivo rispetto a quanto già fatto fino ad oggi.
Il monito degli esperti è stato accompagnato da un vero e proprio avvertimento. Stando a quanto riportato dalla nota a commento delle elezioni italiane, Moody’s terrà sott’occhio ogni iniziativa volta a depotenziare le riforme attuate dai governi precedenti, con particolare attenzione, si è detto, alla Legge Fornero sul sistema pensionistico nostrano.
A prescindere dall’esito delle consultazioni, la stabilità non sarà una caratteristica propria del nuovo Governo secondo gli esperti, che comunque non sembrano ancora escludere l’ipotesi di nuove elezioni nel giro di qualche mese.
 Cristiana Gagliarducci    6 Marzo 2018

L’INET di George Soros, il cavallo di Troia dell’oligarchia finanziaria

soros22

Quattro anni fa, l’ho posta come domanda:L’INET di George Soros: un istituto per migliorare il mondo o un cavallo di Troia dell’oligarchia finanziaria?“. Oggi non userei più il punto interrogativo. Frances Coppola è giunta ad una conclusione simile dopo aver partecipato ad ottobre al raduno INET di Edimburgo.

Sul suo  blog riferisce della conferenza dell’Istituto per il Nuovo Pensiero Economico, finanziata inizialmente da Soros. A lui si sono poi aggiunti altri hedge fund manager, per elargire fondi sontuosi a questo istituto. Se avete tempo, andate a leggervi la divertente recensione della conferenza fatta dalla Coppola nell’articolo originale.
Riferisce di “panel dopo panel pieni di vecchi uomini bianchi che discutevano di teorie economiche sviluppate da vecchi bianchi, molti dei quali morti. Convinzioni economiche che credevo fossero state completamente smentite sono state riesumate, vestite come ‘nuove idee’”. “Nessuna nuova voce, nessuna idea entusiasmante”. È arrabbiata, comprensibilmente, per la questione di genere. “Quando una giovane donna ha sottolineato che nella conferenza c’erano 84 uomini bianchi, 14 donne e 9 persone di colore, e ha chiesto che INET fosse più inclusiva, il pubblico ha applaudito. Il panel però è stato zitto. Hanno fatto finta di non accorgersi del suo intervento”.
Una sessione a pranzo sulla Gender Economics ha avuto un panel di sole donne, l’unico dell’intera conferenza con una maggioranza femminile.
È l’equivalente di dare uno strofinaccio ad una donna e dirle che il lavello della cucina è tutto suo. Alle donne viene lasciato discutere dell’equilibrio tra i sessi, mentre gli uomini discutono di cose importanti. Questa cosa è offensiva ed umiliante per le molte donne intelligenti che hanno importanti contributi da dare.
Uno dei tanti vecchi bianchi sul podio ha anche detto che “l’approccio al debito sovrano nell’Eurozona non dovrebbe cambiare, perché i governi hanno bisogno di disciplina fiscale. Gli altri hanno annuito”. Veramente un pensiero economico nuovo di zecca.
Nello stesso spirito, INET ha annunciato una “Commissione Indipendente sulla Trasformazione Economica Globale”, che dovrebbe fornire soluzioni per tutte le grandi questioni: crescita stagnante, difetti nel sistema finanziario internazionale, disparità di reddito, cambiamenti climatici, migrazione ed altro. La Coppola classifica il gruppo di membri di questa commissione come: “alti accademici, ricchi uomini d’affari, ex ed attuali dipendenti pubblici e responsabili politici. Non ci sono nuove voci qui, nessuno della comunità economica eterodossa, nessuno che abbia i piedi nel mondo reale. Ognuno è al vertice di una gerarchia di establishment”.
La sua conclusione:
Questo non è “nuovo pensiero economico”. Questo è l’establishment, che si riafferma per volere dell’élite, che teme la perdita del suo status e dei suoi privilegi mentre la minaccia della rivolta populista aumenta. La giovane folla aggira l’élite, sperando di essere scelta come loro protégé: e gli anziani scrutano i giovani per scegliere quelli a loro più simili. Il sistema si autoalimenta. di Norbert Haring – 01/03/2018
Fonte: http://norberthaering.de Fonte: Comedonchisciotte
 Traduzione per www.comedonchiosciotte.org  a cura di HMG

Firenze, senegalese ucciso: dalla Regione Toscana 20mila euro alla vedova

Non dovrebbe pagare l’assassino kompagno? No, tutti i contribuenti. Per le famiglie dei 3 assassinati da Kabobo? Per Pamela quanto? Niente? Guai discriminare vero?

David sgozzato da un immigrato, il governo nega risarcimento: “Guadagnava troppo”
 
Il governo esclude la famiglia di David dal risarcimento perché “guadagna troppo”. Appena 13mila euro all’anno. L’avvocato: “Uno scandalo”
David Raggi era un ragazzo di Terni. Viveva tranquillo nella sua città in Umbria fino a quando un immigrato clandestino lo ha sgozzato.
afirenze assassinio
Amine Aassoul, invece, aveva 30 anni nel marzo dell’anno scorso quando ha preso il coltello e lo ha affondato nel collo di David (27 anni). Era clandestino, in attesa del pronunciamento del giudice sul ricorso contro il diniego di asilo politico. La famiglia di David, ora, vorrebbe ottenere il risarcimento, ma non può. Gli è stato negato.
Sgozzato da un immigrato, ma senza risarcimento
Il governo, infatti, ha escluso i genitori di David dall’indennizzo riconosciuto dal governo per le vittime dei reati violenti e internazionali. Il motivo? David guadagnava troppo: 13.500 euro all’anno. Poco più di mille euro al mese. Troppo, per il governo Renzi, se vuoi ottenere un sussidio dallo Stato dopo che sei stato ucciso in strada.
La legge 122 approvata nel luglio scorso, infatti, prevede che per ottenere il risarcimento la vittima debba avere un reddito inferiore agli 11.528 euro. L’avvocato della famiglia, Massimo Proietti, ha definito la norma “una vergogna, anzi una elemosina che è anche non costituzionale”. “In sostanza – spiega l’avvocato Proietti, riportato da Umbria24 – per poche centinaia di euro la famiglia Raggi, che ovviamente è molto contrariata, a questo punto è fuori dal sussidio ed è oggettivamente una vergogna. Non capisco come si possano distinguere morti e morti sulla base di un reddito. Per quanto ci riguarda comunque andremo avanti per vie legali visto che presenteremo istanza”.
Ma non è tutto. Si legge nella norma che per ottenere il risarcimento è necessario che “la vittima abbia già esperito infruttuosamente l’azione esecutiva nei confronti dell’autore del reato per ottenere il risarcimento del danno dal soggetto obbligato in forza di sentenza di condanna irrevocabile o di una condanna a titolo di provvisionale, salvo che l’autore del reato sia rimasto ignoto”. Insomma, lo Statoi paga, ma solo se non può farlo l’eventuale condannato. Senza contare, ovviamente, che questo obbliga le famiglie delle vittime ad attendere la conclusione dei processi che, come noto, in Italia sono praticamente infiniti.
Non bastano questi elementi a definire l’assurdità della situazione. Il fondo in questione, infatti, è stato privato della sua capacità di spesa. Riducendolo così a una farsa. “Quest’ultimo – spiega l’avvocato – è stato accorpato al già esistente fondo per le vittime dei reati di mafia, estorsione ed usura, con un’integrazione di appena 2 milioni e 600 mila euro l’anno. Si tratta di una cifra insufficiente a soddisfare tutte le richieste e, tra l’altro, al momento non ci sono previsioni né sull’entità dell’indennità, né sulle modalità e i tempi di erogazione. È quindi un fondo che di fatto non risarcirà nessuno, un’elemosina e una presa in giro”.
La famiglia porta Alfano e Renzi in tribunale
Alcuni mesi fa i genitori di David avevano dato il via ad una causa legale contro il ministero dell’Interno e della Giustizia perché l’assassino, espulso dall’Italia nel 2007 e rientrato irregolarmente, non sarebbe dovuto essere in quella strada. Non avrebbe dovuto avere la possibilità di sgozzare david. Amine Aassoul aveva sommato reati per un totale di 6 anni e 8 mesi di carcere. Espulso è tornato su un barcone, ha chiesto asilo, gli è stato negato e lui ha pure fatto ricorso. In attesa del verdetto del giudice, ha pensato di togliere la vita a David.
Tanto poi a negargli dignità ci avrebbe pensato il governo, escludendo la famiglia della vittima pure dall’indennizzo.
Giuseppe De Lorenzo – Mar, 26/07/2016 – 15:19

LA QUESTION DE CRIMEE : AU COEUR DE LA NOUVELLE GUERRE FROIDE 2.0 ET DE LA REMISE EN CAUSE PAR LA RUSSIE DU ‘NOUVEL ORDRE MONDIAL’

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE/

Luc MICHEL pour EODE/

Quotidien géopolitique – Geopolitical Daily/

2018 02 11/

LM.GEOPOL - La crimée resurgit (2018 03 11) FR 3

« La Crimée était restée dans le coeur des Russes une partie intégrante de la Russie »

– Vladimir POUTINE (mars 2014).

« C’est tout l’Ordre post-soviétique en Eurasie depuis l’implosion de l’URSS – la « plus grande catastrophe géopolitique du XXe siècle » a dit Poutine – et la destruction de la Yougoslavie par les Occidentaux qui est remis en question. Depuis cette défaite immense de la « Russie géopolitique » – ce qu’était aussi l’URSS – la Russie a sans cesse reculé. C’est terminé. La Russie est de retour ! »

– Luc MICHEL (mars 2014).

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Voici la Question de Crimée qui resurgit, une fois de plus, avec la dernière interview de Vladimir Poutine ! Et ce 18 mars 2018, jour la Présidentielle russe, il y aura quatre ans que la Crimée est redevenue russe ;

Dossier central de la nouvelle Guerre froide 2.0, puisqu’il a été le point de départ concret (après le discours de Poutine à la Conférence de Munich sur la Sécurité de 2008) de la remise en cause par la Russie du « Nouvel Ordre Mondial », érigé par Bush I sur les ruines de l’URSS et de la Seconde Yougoslavie (celle de Tito).

Dossier que je connais bien puisque j’en ai été un des acteurs, en organisant avec EODE (1) le monitoring du Référendum d’auto-détermination de la Crimée et de Sébastopol en mars 2014 (2), mettant en échec à la fois l’UE, l’OSCE et l’OTAN (3) …

I – QUE DIT VLADIMIR POUTINE :

« LA CRIMEE NE SERA JAMAIS RENDUE A L’UKRAINE »

Le président russe Vladimir Poutine a écarté toute perspective de retour de la péninsule de Crimée à l’Ukraine, dont l’annexion et le retour à la « Rodina » en mars 2014 est à l’origine d’une série de sanctions occidentales contre la Russie.

A une semaine du scrutin du 18 mars, qui devrait assurer à Vladimir Poutine un quatrième mandat le portant au pouvoir jusqu’en 2024, la chaîne de télévision ‘Rossiïa-1’ a diffusé ce dimanche sur les réseaux sociaux russes ‘Vkontakte’ et ‘Odnoklassniki’ un film d’environ deux heures dédié au président.

A la question si « la Russie serait un jour obligée de rendre la Crimée à l’Ukraine », Vladimir Poutine a répondu sèchement: « Non mais vous avez perdu la tête? Des circonstances de ce genre n’existent pas et n’existeront jamais (…) On essaie toujours de dire à la Russie quelle est sa place, mais cette place ne nous convient pas ».

Dans ce documentaire intitulé “POUTINE”, le journaliste russe Andreï Kondrachov, qui dirige son équipe de campagne électorale, l’interroge sur un large éventail de sujets, allant de la Syrie à sa vie personnelle. « Savez-vous pardonner ? », demande-t-il ainsi à Vladimir Poutine. « Oui, répond le président russe, avant d’ajouter, sauf la trahison ».

Le documentaire fait également intervenir des proches et alliés du président, comme son ami d’enfance le violoniste Sergueï Roldouguine ou l’ancien chancelier allemand Gerhard Schröder, qui multiplient les éloges. « Pour parler franchement, je ne saurais dire une seule erreur qu’il aurait commise », a ainsi assuré le patron du géant pétrolier ‘Rosneft’ Igor Setchine. « Il prend toujours les responsabilités », a de son côté salué le directeur des services de sécurité russes (FSB), Alexandre Bortnkikov.

Crédité d’environ 70% des intentions de vote selon les derniers sondages, Vladimir Poutine a refusé de participer aux débats télévisés, se passant de meetings électoraux à l’exception d’une manifestation de soutien le 3 mars, à laquelle il s’est adressé à la foule pendant moins de trois minutes. Il reste pourtant omniprésent à la télévision publique, qui couvre la quasi totalité de ses déplacements et lui a déjà consacré plusieurs documentaires. Le retour de la Crmée à la mère patrie russe lui a valu une immense soutien du peuple russe. Et les opinions contraires, comme celle de l’opposante Xenia Sobchak (fille-à-papa de l’ancien maire de Saint-Petersbourg et figure de la Jest-set) qui a dénoncé l’annexion et soutenu le point de vue de la junte de Kiev sur l’ukrainité de la Crimée (4), ont déconsidéré ces opposants.

II – LA CRIMEE, UNE RÉVOLUTION GEOPOLITIQUE

La Crimée est une révolution géopolitique !

Le cas de la Crimée est une étape essentielle vers un nouveau monde multipolaire. Cela signifie l’extinction de l’ancien monde unipolaire, le “Nouvel Ordre Mondial” de Georges Bush I (père) en 1991. Beaucoup d’analystes l’oublient. Comme je l’analysais immédiatement après le référendum, en mars 2014 (5), le cas de la Crimée était déjà classé.

Pour la Russie, la Crimée est un pivot de défense géostratégique, depuis Catherine La Grande. Il était impossible de la laisser aller.

Et certainement pas à l’OTAN, avec son vieux projet d’une base américaine à Sébastopol.

C’est la clé de l’accès à la Méditerranée pour la Flotte russe. Et c’est un axe géopolitique pour la Russie lié à la Base de Tartous, à côté de Lattaquié en Syrie. Les deux sont essentiels à la puissance russe et à sa sécurité dans la Mer Noire et en Méditerranée.

Pour les USA, mais aussi pour ses satellites de l’UE, mais avec un point de vue différent, la Crimée de retour en Russie est un énorme challenge pour le Bloc Atlantique. C’est tout l’Ordre post-soviétique en Eurasie depuis l’effondrement de l’URSS – la «plus grande catastrophe géopolitique du XXe siècle», a déclaré Poutine – et la destruction de la Yougoslavie par l’Occident qui sont contestés.

Depuis cette énorme défaite de la « Russie géopolitique » – ce qu’était aussi l’URSS – la Russie a décliné de façon constante.

C’était fini après le Référendum de Sébastopol et de Crimée et de l’adhésion à la Fédération de Russie. La Russie était de retour!

LE REFERENDUM DE CRIMEE :

UN MAUVAIS EXEMPLE POUR LA SOI-DISANT « DEMOCRATIE » DE L’UE

Pour l’Union européenne aussi, le référendum de Crimée, qui est aussi une forme de Démocratie directe et d’auto-détermination du peuple, est un danger et un mauvais exemple par lui-même !

A l’intérieur de l’UE, il y a beaucoup de peuples appelant à cette sorte d’auto-détermination: les Flamands en Belgique, mais aussi une partie de la communauté française de Belgique qui veut retourner à la République française – les Catalans (au centre de l’actualité depuis l’été 2017), les Galiciens et les Basques en Espagne – les Ecossais en Grande-Bretagne – les Vénitiens et les Padaniens (Italie du Nord, Lombardie), mais aussi les Siciliens … Ici nous étudions seulement les partis autonomistes importants ou les partis indépendantistes. En Belgique, c’est un enjeu majeur caché tant pour l’UE que l’OTAN, avec leurs sièges installés à Bruxelles.

Dans cette optique, la Russie et la Crimée ont donné un mauvais exemple pour les peuples de l’UE. C’était aussi un signal fort de par la forte représentation des partis autonomistes (flamand, padanien, catalan, galicien) dans les observateurs de notre “Mission Internationale de monitoring” en Crimée de mars 2014. On se souviendra de la position pro-catalane de Poutine (5).

LA MENACE DE L’OTAN SUR LA CRIMEE

Il y a beaucoup de gesticulations, à la fois diplomatiques et militaires, dans la déclaration et les soi-disant plans de l’OTAN et des USA contre la Russie. À l’été 2014, la Junte de Kiev a publié des plans, avec des cartes agressives, montrant une attaque de la Crimée, mais aussi du Kouban par l’armée ukrainienne, avec le soutien des marines de l’OTAN. C’était avant la défaite stratégique de l’armée de Kiev au Donbass … Mais personne dans l’OTAN n’est prêt à payer le prix de ce genre de guerre, ce qui peut impliquer un conflit nucléaire et une troisième guerre mondiale. Seule la Junte de Kiev, avec son équipe de politiciens aventuriers d’extrême-droite et de faible niveau peut rêver de ce genre d’agression militaire (6).

La militarisation de la mer Noire, en violation des accords internationaux (Convention de Montreux) avec la complicité d’Ankara (membre clé de l’OTAN), par les marines et armées de l’OTAN est plus dangereuse. Parce qu’un risque existe là d’une escalade militaire, en commençant par un seul incident (comme dans la crise des missiles de 1962 à Cuba).

La réponse de Moscou, avec l’installation de systèmes anti-missiles de la nouvelle génération (S400, Iskander et la génération suivante) et des armes nucléaires mobiles (Topols), est la bonne réponse à l’OTAN, lui indiquant de ne pas passer la ligne rouge. Et c’est aussi assurer la flotte russe de Sébastopol d’une capacité impressionnante de représailles.

LA CRIMEE SERA-T-ELLE UN JOUR RECONNUE PAR L’OCCIDENT?

DANS QUELLES CIRCONSTANCES?

Dans le temps immédiat, une reconnaissance n’est pas possible. L’OTAN la rend impossible pour l’UE. Et c’est Washington et non Bruxelles – ou Berlin – qui a la décision finale. Mais l’Histoire n’est jamais écrite quelque part. En d’autres temps, la reconnaissance officielle de la Crimée (car elle l’est déjà de facto) comme une partie de la Fédération de Russie pourrait faire partie d’un accord plus général.

Par exemple de la question ukrainienne. L’Ukraine est un Etat militarisé, facsisé (7), en faillite et tout y est possible …

NOTES :

(1) EODE est un Think-Tank (spécialisé dans les analyses géopolitiques et idéologiques) et une Ong présente en UE, CIS, Afrique, qui pratique un « monitoring non-aligné », non liée aux organisations occidentales et opposée à l’idéologie occidentale, avec une expérience de près de 10 ans dans toute l’Europe de l’Est. EODE est aussi spécialisées dans les « républiques auto-proclamées » (Abkhazie, Transdniestrie, Nagorny-Karabagh), où elle a effectué missions et audit, notamment pour le Référendum de 2006 en Pridnestrovie (Transdniestrie ou PMR).

EODE procède de façon professionnelle (nous travaillons suivant les standards et protocoles de l’OSCE) et son travail vise à soutenir la démocratie en action …

(2) Sur le Référendum d’auto-détermination de la Crimée et de Sébastopol :

EODE – Observatoire eurasien pour la Démocratie et les Elections – a été directement impliquée dans le référendum de Crimée. EODE était l’ONG en charge de l’organisation de la «Mission internationale de monitoring du référendum” …

* Voir sur EODE-TV:

EODE-TV & AFRIQUE MEDIA/ COMMENT LA CRIMEE EST REDEVENUE RUSSE/ UKRAINE VERSUS NOVOROSSIYA (1)

sur https://vimeo.com/103799370

* Fin février 2014, refusant le nouveau gouvernement pro-occidental arrivé au pouvoir à Kiev par le putsch du 21 février, les élus du parlement de Crimée s’étaient prononcés en faveur du rattachement de la péninsule à la Russie et avaient décidé que cette décision serait soumise à référendum parmi la population, majoritairement russophone, de la région. Les électeurs de la péninsule de deux millions d’habitants à majorité russophone, stratégique pour Moscou, avaient le choix lors du référendum du 16 février 2014 entre un rattachement à la Russie ou une autonomie nettement renforcée. Ce référendum, mécanisme essentiel de la Démocratie Directe, la seule réellement effective, dérangeait beaucoup. Aux grandes opérations diplomatiques des occidentaux pour délégitimer ce référendum correspondait une campagne médiatique de même nature. Ainsi la presse des USA et de l’UE se répandait en articles incendiaires sur le caractère douteux de ce référendum. Notamment écrit Libération (Paris), parce qu’il se ferait « en l’absence d’observateurs internationaux » … Grossière erreur ! Et désinformation maladroite … A la demande des autorités de la République autonome de Crimée et du Parlement de Crimée, et en raison de notre non-alignement et de notre expérience, EODE organisait en effet une MISSION INTERNATIONALE DE MONITORING DU REFERENDUM les 14/15/16/17/18 mars 2014.

A noter que invitée l’OSCE avait refusé par la voix de son président.

De même que le Parlement Européen. Des instructions et même des interdictions de participer à notre mission ont été données dans de nombreux pays de l’UE. Et des pressions honteuses exercées sur des parlementaires – en Suisse, en France et en Irlande notamment – pour les faire renoncer à leur participation.

* La mission d’EODE était pluraliste et non-alignée :

Elle était composée de députés de différents niveaux et d’experts, de différentes idéologies, de droite comme de gauche ou ne s’inscrivant pas dans la logique du système occidental, y compris des indépendantistes républicains (intéressés au premier chef par le

processus) de Catalogne (Espagne) et de Flandre (Belgique). Il y avait notamment des élus et des experts de Belgique, Espagne, Pologne, Hongrie, Italie, Israël, Allemagne, France, Turquie, Russie, Kyrgistan, Belarus, Autriche, Finlande, Lettonie … Plus de 130 représentants (finalement) de pays étrangers avaient observés le déroulement du référendum du 16 mars.

* Agir au cœur de l’Histoire :

Avec mes réseaux transnationaux, mobilisés pour la Mission internationale de monitoring du référendum en Crimée de l’Ong EODE que j’administre, nous avons pris une part décisive à l’organisation et la validation de ce référendum. Car une des conditions de celle-ci est précisément la présence d’observateurs internationaux. Notre petite Ong, qui repose sur des professionnels, mais mobilisés sans aucune motivation lucrative pour faire avancer la cause de la démocratie réelle et du droit des peuples, a donc damné le pion à la puissante OSCE et au Conseil de l’Europe. Dont le refus de venir visait à délégitimer le référendum … Cette mission difficile, dans des délais dignes de « Mission impossible », sous la pression de tout le système politico-médiatique occidental, nous l’avons menée avec succès et efficacité. Ce que nous concèdent les médias de l’OTAN. Certains parlent, analysent, jouent aux journalistes, toujours après l’événement, sans influence sur le réel. Ceux là écrivent. Nous nous agissons. Avec le vieux Marx, je pense que les idées n’ont de sens que si elles servent à changer le monde, à le faire bouger. Avec le Peuple de Crimée, ce dimanche du 16 mars 2014 nous avons fait l’Histoire …

(3) Ce qui m’a valu une vaste campagne de diabolisation, le « Michelbashing », révélateur de la fureur de l’OTAN ! Mon crime : avoir pris une part déterminante dans la validation du Référendum en Crimée en amenant les Observateurs internationaux indispensables à la validation du processus (130 observateurs, dont 120 députés, venus de 23 pays !). Et avoir ainsi damné le pion à la puissante OSCE !

Suite à la Mission internationale de Monitoring pour le Référendum d’auto-détermination de la République de Crimée par l’Ong EODE, j’ai été sous les feux d’une campagne internationale (plus de 1.500 articles violemment diffamatoires dans 17 pays !!!). Au cœur de cette campagne en Belgique, le quotidien flamand DE MORGEN, nid d’anciens trotskystes recyclés dans le journalisme subsidié au service de l’impérialisme américain, de l’OTAN et de la Russophobie galopante.

Utilisant la fausse biographie de Luc MICHEL diffusée par Wikipedia – autre officine barbouzarde –, le quotidien de l’OTAN me qualifiait d’

« extrémiste de droite » (sic), mais aussi « d’agent des services spéciaux russes ». Tout cela évidemment sans preuves ni documents … Autre comparses du MORGEN : les antifascistes alimentaires du régime belgicain de l’officine ‘RESISTANCES’, dont le porte-parole Abramowicz, qui a fait carrière dans un ‘Centre pour l’égalité des chances’ dépendant des services du Premier Ministre belge et est aussi un ancien trotskyste, est au cœur du « Luc Michel bashing » des médias de l’OTAN. En Belgique ou en Tchéquie notamment. Après s’être tu depuis les débuts du ‘Maidan 2014’ sur les néonazis de Svoboda et Praviy Sektor ou la chasse aux juifs en Ukraine orangiste …

(4) Le 24 octobre, Xenia Sobchak a déclaré lors d’une conférence de presse: “La Crimée appartient à l’Ukraine, du point de vue du droit international”. L’agence de presse russe Tass a expliqué que Sobchak “croit que la Russie a brisé le mémorandum de Budapest en 1994 en admettant la réunification de la Crimée avec elle”.

Le chef du Parti libéral-démocrate, Vladimir Jirinovski, a déclaré que les autorités russes devraient engager une action pénale contre Sobchak. Jirinovski a déclaré: “Comment est-ce que, à un niveau semi-officiel, une femme désireuse de participer à l’élection présidentielle entre en scène [et] dit que la Crimée est ukrainienne?

C’est un crime … N’y a-t-il pas un article? Le Procureur général doit lancer une procédure pénale, le Comité d’enquête doit faire de même et porter plainte devant les tribunaux pour cinq ans de prison … Imaginez ce que les gens en Crimée doivent ressentir aujourd’hui.

non-sens, mais personne ne semble pouvoir la museler.” (Tass.com, 25 octobre 2917)

(5) Voir sur EODE-TV SIMFEROPOL/

LUC MICHEL: REVOLUTION GEOPOLITIQUE EN CRIMEE

sur http://www.lucmichel.net/2014/03/23/eode-tv-simferopol-luc-michel-revolution-geopolitique-en-crimee/

Et Luc MICHEL :

REVOLUTION GEOPOLITIQUE. LES ONZE JOURS QUI ONT CHANGE L’ORDRE POST-SOVIETIQUE : LA CRIMEE EST RUSSE !

sur http://www.lucmichel.net/2014/03/18/lucmichel-net-revolution-geopolitique-les-onze-jours-qui-ont-change-lordre-post-sovietique-la-crimee-est-russe/

(6) Voir sur PCN-TV/

LUC MICHEL SUR ‘RADIO MOSCOU’.

CEUX QUI ONT MIS L’UKRAINE EN FAILLITE. LES PIEDS-NICKELES DE LA JUNTE DE KIEV

sur https://vimeo.com/131874367

(7) Voir sur PCN-TV/

LES NOUVEAUX ‘SA’ DE KIEV EN 2018:

CES NEO-NAZIS UKRAINIENS QUE BHL ET LES MEDIAS DE L’OTAN REFUSENT DE VOIR !

sur https://vimeo.com/255111058

(Sources : EODE-TV – PCN-TV – Tass – EODE Think-Tank)

Photo :

Poutine ratifie le traité organisant le retour de la Crimée à la russie le 18 mars 2014.

Luc MICHEL en Crimée, les 14-17 mars 2014, pour l’organisation du Référendum sur l’auto-détermination de la Crimée et de Sébastopol en mars 2014, mettant en échec à la fois l’UE, l’OSCE et l’OTAN …

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE

* Avec le Géopoliticien de l’Axe Eurasie-Afrique :

Géopolitique – Géoéconomie – Géoidéologie – Néoeurasisme – Néopanafricanisme (Vu de Moscou et Malabo) :

PAGE SPECIALE Luc MICHEL’s Geopolitical Daily https://www.facebook.com/LucMICHELgeopoliticalDaily/

________________

* Luc MICHEL (Люк МИШЕЛЬ) :

WEBSITE http://www.lucmichel.net/

PAGE OFFICIELLE III – GEOPOLITIQUE

https://www.facebook.com/Pcn.luc.Michel.3.Geopolitique/

TWITTER https://twitter.com/LucMichelPCN

* EODE :

EODE-TV https://vimeo.com/eodetv

WEBSITE http://www.eode.org/

LA COREE DU NORD, UNE NOUVELLE PUISSANCE NUCLEAIRE

 

* Voir sur PCN-TV/

LUC MICHEL & FABRICE BEAUR:

LA COREE DU NORD, UNE NOUVELLE PUISSANCE NUCLEAIRE (HARD ET SOFT POWER NORD-COREENS VS USA)

sur https://vimeo.com/259496435

VIGNETTE rpdc II

* Luc MICHEL (Bruxelles) :

La Corée du Nord est-elle une énigme ?

Sur quoi repose la puissance nord-coréenne, à commencer par son « hard power » géopolitique ?

Quelle est la nature de la « dissuasion nucléaire » de Pyong-Yang ?

Mais la puissance de la Corée du Nord repose aussi sur un « soft power » très efficace, qui vient de se déployer à l’occasion des J.O.

d’Hiver en Corée du Sud. Comment ce soft power a-t-il mis en échec l’administration Trump ?

* Fabrice BEAUR (Moscou) :

Quelle est la position de Moscou sur la crise coréenne ?

* Luc MICHEL (Bruxelles) :

Derrière la crise coréenne, il y a un arrière-plan géopolitique fait de confrontation régionale et de confrontation mondiale, la « nouvelle Guerre froide 2.0 ». Quel sont ces enjeux qui vont bien au-delà de la péninsule coréenne ?

Luc MICHEL dans ‘GEOPOLITIQUE INTERNATIONALE’

Emission du 26 février 2018

Sur AFRIQUE MEDIA

Fabrice BEAUR dans ‘LE DEBAT PANAFRICAIN’

Emission du 24 février 2018

Sur AFRIQUE MEDIA

Images : EODE-TV Bruxelles – EODE-TV Rossiya pour les duplex avec Douala Montage : PCN-TV

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LUC MICHEL ANALYSE LE DOSSIER DES BASES MILITAIRES OCCIDENTALES AU NIGER (SUR ‘LIGNE ROUGE’- AFRIQUE MEDIA)

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LUC MICHEL ANALYSE LE DOSSIER DES BASES MILITAIRES OCCIDENTALES AU NIGER (SUR ‘LIGNE ROUGE’- AFRIQUE MEDIA)

sur https://vimeo.com/259404190

VIGNETTE BASES US NIGER

Luc MICHEL dans ‘LIGNE ROUGE’

La grande Emission matinale en direct du 6 février 2018 Sur AFRIQUE MEDIA

Thème de l’émission :

« SIT-IN AU NIGER CONTRE LES BASES MILITAIRES ETRANGERES »

Le Niger est en proie, depuis plusieurs années maintenant, à des attaques terroristes, comme les autres pays du sahel. Il est devenu aussi l ‘objet de convoitise des grandes puissances. La cause ? Tout d’abord son emplacement ou sa situation géographique. En effet le pays est au centre des foyers de tension dans le sahel, situé à l’est de la Lybie et l’Ouest du Mali, il constitue un carrefour pour le trafique des armes et autres stupéfiants illicites. Nous pouvons parler de « recolonisation du Sahel », qui passe par le contrôle de la zone désertique.

Paris à prépositionné depuis 2014 des drones à Niamey et dispose aussi d’une base avancée à Madama (nord-est du Niger), à 200km de la Libye, zone stratégique pour les groupes terroristes et les trafiquants de drogue. Les Etats-Unis d’Amérique ont aussi une base militaire à Agadez (Nord Niger) et une autre à Niamey, d’où décollent ses drones

MQ-9 Reaper. Comme c’est une course d’influence qui se joue, en octobre 2016 l’Allemagne réclame aussi sa part et s’en sort avec une base aérienne soi-disant d’appui à la mission onusienne au Mali

(MINUSMA) qui est en construction près de la capitale. Voici maintenant les italiens ! En effet dans les semaines qui viennent l’Italie aussi va déployer ses troupes « pour lutter contre le terrorisme et le trafic de drogue », puisque ayant déjà l’autorisation de Paris et Washington.

Le grand paradoxe de ces bases étrangères réside dans leur utilité. Un pays comptant trois bases étrangères principales (il y a aussi des

secondaires) et bientôt quatre de surcroît luttant toute contre le terrorisme est quotidiennement endeuillé par ces mêmes terroristes sans qu’aucune riposte ne soit observé venant de ces forces qui sont pourtant dans le pays pour ça. Toute la partie Ouest du Niger, notamment la région de Tillabéry est fait l ‘objet de plusieurs attaques les unes plus meurtrières que les autres. Les FDS, manquant de renseignement en temps réel, malgré les drones survolent leur territoire 24h sur 24 continuent de compter leurs morts. Les fami les et tout le pays régulièrement en deuil. Pauvre Niger !

LUC MICHEL DIT TOUT SUR LA FOCALISATION DU BLOC MILITAIRE AMERICANO-OCCIDENTAL SUR LE NIGER ET SES FONDEMENTS GEOPOLITIQUES …

Le Géopoliticien Luc MICHEL expliquera :

* Pourquoi ces manifestations au Niger à la fois contre les bases militaires et le FMI ?

* Qu’est-ce qui explique l’intérêt du bloc militaire américano-occidental pour le Niger ?

* Quelle est exactement la présence des bases militaires occidentales au Niger, américaines, françaises, allemande et maintenant italiennes ?

* Pourquoi parler de « division du travail militaire » occidental, sous direction de l’Africom, au Niger ?

* Où en est la « guerre au terrorisme » dans tout cela ?

ALLER PLUS LOIN …

* Voir sur PANAFRICOM-TV/

LUC MICHEL: BASES MILITAIRES OCCIDENTALES EN AFRIQUE/ FOCUS GEOPOLITIQUE AFRICAINE (16)

Sur https://vimeo.com/182971092

Images : EODE-TV Bruxelles

Pour le Duplex avec Malabo

Montage : PANAFRICOM-TV

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# PANAFRICOM/

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COMMENT TRUMP ENVOIE MACRON EN INDE POUR COMBATTRE LA CHINE

* Voir sur PCN-TV/

PRESS TV (IRAN) INTERROGE LUC MICHEL:

COMMENT TRUMP ENVOIE MACRON EN INDE POUR COMBATTRE LA CHINE (REPORTAGE, 10 MARS 2018)

sur https://vimeo.com/259499798

LM.PRESS TV - REPORTAGE macron en inde (2018 03 10)

* Press TV :

« Trump envoie Macron en Inde pour combattre la Chine.

Le président français Emmanuel Macron se rend en Inde. Quels sont les points importants à retenir de cette visite ?

Le géopoliticien, Luc Michel nous répond.»

* Le Géopoliticien Luc MICHEL :

analyse le voyage du président français Macron en Inde. Il explique comment Macron porte à nouveau les valises des USA et sert de poisson-pilote à la politique de Trump visant à opposer New-Dehli à la Chine, aux BRICS et à l’Organisation de Coopération de Shanghai.

L’Inde est en effet le maillon faible des BRICS et de l’OCS. La rivalité entre Inde et Chine dans les BRICS (pour le contrôle de l’Océan indien) et celle entre l’Inde et le Pakistan (pour le

Cachemire) forment, ensemble, la « contradiction interne » des BRICS et de l’OCS.

L’inde est travaillée par l’influente diplomatie israélienne (avec qui New-Dehli a des accords commerciaux et qui fourni de nombreux armements à l’armée indienne, les deux industries militaro-industrielles collaborant étroitement) et maintenant par Macron et le Quai d’Orsay …

COMPRENDRE LA RIVALITE SINO-INDIENNE :

Les contradictions internes de l’OCS et des Brics sont au cœur de la crise des Maldives, à la position stratégique dans l’Océan indien, enjeu entre l’Inde et la Chine … C’est le théâtre méconnu d’une confrontation asiatique, celle de Pékin et de New Dehli pour le contrôle des Iles Maldives. Nous sommes là au cœur d’une des plus profonde contradictions internes à la fois de l’Organisation de Coopération de Shanghai (ce Bloc géopolitique eurasiatique, autour de Moscou et de Pékin, qui défie la superpuissance américaine) et des BRICS.

L’Inde est le maillon faible de ces deux ensembles. A la fois opposé à Pékin pour de vieilles querelles de frontières sur l’Himalaya, mais aussi des ambitions régionales concurrentes (Océan indien, Népal, Sri Lanka, Bhutan), et au Pakistan (qui s’éloigne de Washington et se rapproche de l’OCS) pour d’autres (question du Cachemire et parité stratégique avec Islamabad). Washington et son poisson-pilote israélien en Inde utilisent évidemment ces brèches géopolitiques.

ALLER AU FOND DU DOSSIER :

Lire sur LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY/ CONTRADICTIONS INTERNES AU SEIN DES BRICS ET DE L’ORGANISATION DE COOPERATION DE SHANGHAI: LES MALDIVES POINT CHAUD DE LA RIVALITE SINO-INDIENNE OU LA CRISE S’INTENSIFIE …

Sur http://www.lucmichel.net/2018/02/21/luc-michels-geopolitical-daily-contradictions-internes-au-sein-des-brics-et-de-lorganisation-de-cooperation-de-shanghai-les-maldives-point-chaud-de-la-rivalite-sino-indienne-ou-la/

Lire sur LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY/ CONTRADICTIONS INTERNES AU SEIN DES BRICS ET DE L’ORGANISATION DE COOPERATION DE SHANGHAI (II): L’ATTRACTION FATALE DE L’INDE POUR WASHINGTON ET TEL-AVIV

Sur http://www.lucmichel.net/2018/02/22/luc-michels-geopolitical-daily-contradictions-internes-au-sein-des-brics-et-de-lorganisation-de-cooperation-de-shanghai-ii-lattraction-fatale-de-linde-pour-was/

Lire (en anglais) sur LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY/ THE INTERNAL CONTRADICTIONS OF THE SHANGHAI COOPERATION ORGANISATION AND THE BRICS: THE MALDIVES, STAKE BETWEEN INDIA AND CHINA

Sur http://www.lucmichel.net/2018/02/15/luc-michels-geopolitical-daily-the-internal-contradictions-of-the-shanghai-cooperation-organisation-and-the-brics-the-maldives-stake-between-india-and-china/

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