TASSANO GLI ITALIANI PER PAGARE GLI AVVOCATI AI PROFUGHI

40 milioni avvocato clandestini
un’altra casta che ci lucra. Ah no, certi che lo fanno gratis per amor prossimo. Ma se un operaio licenziato non riesce più a pagare la Tasi o qualsiasi altra gabella E’ UN EVASORE da perseguire tramite Equitalia.

Fin quando presentano ricorsi, gli stranieri non possono essere espulsi. Così intorno a loro è fiorito un business di avvocati che si fanno pagare fino a mille euro per estendere ricorsi che vengono quasi tutti rigettati ma intanto ingolfano i tribunali e vanno a pesare sui bilanci della giustizia: la parcella dei legali viene infatti pagata dal ministero, perché i profughi sono ammessi al gratuito patrocinio a spese dello Stato. La escalation di queste spese è impressionante: per il gratuito patrocinio l’Italia spendeva nel 2008 trenta milioni l’anno,
che nel 2013 erano diventati sessanta milioni e nel 2014 (ultimo dato disponibile) addirittura 88 milioni.
A beneficiarne sono state, nel 2014, 133mila persone, quasi tutte richiedenti asilo. Ma i veri beneficiari sono stati gli avvocati che si spartiscono l’affare. A volte si tratta di avvocati legati alle Onlus che accolgono i profughi, a volte appartengono a un sottobosco che campa producendo ricorsi-fotocopia e poi abbandonando il cliente: spesso già dopo il «no» del tribunale, senza seguirlo neanche nel ricorso in appello. Un malcostume ben conosciuto nelle cancellerie per la Protezione internazionale create in tutti i tribunali italiani, ma contro il quale apparentemente non c’è rimedio: altro lato oscuro dell’immigrazione di massa, dramma per molti e affare per altri.
 
Succede con chi delinque, come nel caso di Igor, il ‘migrante con licenza di uccidere itailani’, che ha continuato a commettere reati fra Emilia e Polesine, fino a diventare l’uomo più ricercato d’Italia per l’omicidio del barista di Budrio. E questo nonostante due decreti di espulsione sulle spalle.
 
E succede ogni giorno con le decine di richiedenti asilo a cui viene rifiutato lo status di profughi. Ma non è che tutto finisce qui. Il sedicente profugo, a questo punto, ha infatti diritto a presentare appello.
Le coop gli preparano il ricorso (continuando così ad incassare i 35 euro al giorno) e ci sono avvocati che si prestano ben volentieri per il gratuito patrocinio. Che spesso, poi, gratuito non è.*
Se pensavate che i 35 euro al giorno fossero il problema, vi sbagliavate. Il business delle domande di asilo e dei ricorsi potrebbe costare, in Polesine e per i 700 profughi presenti ad oggi, fino a 800mila euro.
Di questo sistema deviato – commenta il sindaco Massimo Bergamin – parlano in pochi, perché conviene a troppi: coop e avvocati in primis. E chi paga? Lo Stato, quindi il popolo”.

Una politica che rinnova il contratto degli statali alle 4 del mattino del 23 dicembre è marcia dentro

Rinnovo-contratto-statali-no-arretrati-e-aumento-rischia-di-annullare-bonus-80-euro_0175600033I famosi fantomatici 80 euro di Renzi più questo atto dovuto non sono mica coruzione elettorale, ma se Casa Pound consegna i pacchi alimentari ad italiani indigenti sì, è reato, è corruzione ed ovviamente violenza fascista.
 

Niente dati. Percentuali. Riscontri. Solo la notizia, i cui contenuti potete approfondire nei link all’interno dell’articolo. E un dato di fatto, a mio modo di vedere incontrovertibile. Alle 4 del mattino, dopo dieci anni, lo spirito natalizio che lentamente ci sta accompagnando verso i rituali della santa ricorrenza – ovvero, “Una poltrona per due” alla vigilia, pranzi e cene che malediremo a colpi di Gaviscon e sonore rotture di coglioni in fila al cinema per Santo Stefano – ha portato anche al rinnovo del contratto per 247mila dipendenti statali che lo attendevano da dieci anni. A darne il lieto annuncio stile Re Magio 2.0 con un tweet, il ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione, Marianna Madia: habemus marchetta elettorale..
La firma dopo un blocco durato quasi dieci anni. Da marzo il primo scatto sulla retribuzione. Sale anche l’assegno per i livelli più bassi
Perché, casualmente, i primi scatti partiranno da marzo, mese in cui gli italiani – statali in testa – si recheranno alle urne per decidere quale coalizione non li governerà, stante la legge elettorale. Ma tant’è, quello è il primo passo verso il governo vero, quello che nascerà appunto dal pantano strategico del Rosatellum. Io sono felice per loro, aumenti medi da 85 euro sulla paga base non sono male, si va dai 63 ai 117 per le varie categorie: c’è di che festeggiare sotto l’albero. Un bel festeggiamento in deficit. E anche qui, nulla di nuovo per questo governo che chiede flessibilità all’Europa, maledicendola a targhe alterne e poi si lamenta se il Katainen di turno, ogni tanto, fa notare che spendere quelle concessioni sui conti pubblici in provvedimenti spot a fini elettorali difficilmente può essere letto come manovra strutturale di intervento.
 
Ecco nel dettaglio tutti i provvedimenti della Legge di Bilancio
Il voto finale sulla legge di Bilancio in aula a Montecitorio, poi la legge di bilancio passerà al Senato per un veloce passaggio: il sì definitivo è previsto entro sabato 23. Ecco tutte le novità più importanti e le conferme della Manovra 2018
corriere.it
Perché signori, con oltre 200 miliardi di debito pubblico in più dal 2014 in poi, l’idea di arrivare alle 4 del mattino del 23 dicembre per firmare e annunciare l’accordo sul rinnovo del contratto degli statali, specie protetta di elettorato strategico, non può ottenere il crisma della casualità nemmeno per intervento divino. Sia la politica che le parti sociali volevano un bell’effetto “Carramba che sorpresa” e l’hanno ottenuto. Almeno nelle case dei diretti interessati e delle loro famiglie, uomini e donne dotati di certificato elettorale che ora saranno spronati a farne buon uso a marzo.
Ma non basta. Perché all’interno della manovra abbiamo anche una bella rivalutazione delle pensioni che partirà dal primo gennaio, quindi anch’essa meravigliosamente spendibile in campagna elettorale, magari insieme ai miracoli del Jobs Act. Lo so, a 44 anni non dovrei più stupirmi, l’Italia è questa. E, di riflesso, questa è la classe politica che merita. Quella che guarda caso fa partire la Commissione d’inchiesta sulle banche a due mesi dallo scioglimento delle Camere per garantirsi una bella messe di polemiche e merda da riversare addosso all’avversario da qui a marzo, visto che se tu sei stato pappa e ciccia con MPS, l’altro lo è stato con Zonin, quindi si elidono.
 
SALE L’ASSEGNO MINIMO
Dall’1 gennaio riparte la rivalutazione delle pensioni, congelata da due anni
Dall’1 gennaio riparte la rivalutazione delle pensioni, congelata da due anni. L’Inps, sulla base di quanto disposto da un decreto del ministero dell’Economia, ha comunicato che chi riceve fino a tre volte il minimo riceverà un adeguamento dell’1,1%. Quindi l’assegno minimo salirà da 501…
ilfattoquotidiano.it
Dovevano dare una risposta ai risparmiatori truffati ma l’unica giunta davvero, sempre in sede di DEF, è stata il raddoppio del fondo di ristoro statale: da 50 a 100 milioni, l’argent de poche, praticamente il budget di Vegas e Visco per le ferie. Ma tant’è, ora il dado è tratto: oggi il Senato chiuderà ufficialmente la 17ma legislatura proprio con il via libera alla Legge di bilancio e, presumibilmente, il 28 dicembre il presidente della Repubblica scioglierà le Camere. Poi, via alla rissa per tre mesi. Quella vera, da far-west, con gli sgabelli che volano e il pianista del saloon che deve guardarsi dalle pallottole. Ma anche con 247mila potenziali elettori presi all’amo del grande colpo di teatro finale, la vittoria della concertazione – come la chiamano quelli che parlano bene – e della mediazione, la vittoria del buonsenso e del buon governo: persino la CGIL sembra più buona, sarà il Natale.
 
O sarà perché quanto accaduto alle 4 di stanotte altro non è che il simbolo supremo e ultimativo di un sistema politico marcia dentro, capace di farsi gli affari propri per una legislatura intera e poi, sul filo di lana, quando si sente il profumo falso da legno dell’IKEA dei seggi e i sondaggi fanno davvero paura, cala l’asso del rinnovo contrattuale storico, quello atteso da dieci anni. E i sindacati, ridotti ormai ad attrezzo del potere con licenza di sventolare bandierine in piazza un paio di volte l’anno, plaudono e incassano tesserati, al netto di numeri da crollo verticale, se non per pensionati e affiliati per interesse, ovvero chi utilizza i CAF per compilare il 730. E il Paese reale? L’economia reale, quelle PMI che garantiscono il 70% del PIL e che sono strozzate da tassazione e banche?
grafico contratti a tempo indeterminato 2015 – 2016 -2017
grafico tempo indet
Che dire delle iscrizioni di massa in centrale rischi, ad esempio? Come fa un’impresa, già fiaccata dalla ciclicità e dai balzelli, ad ammodernare i macchinari, fare ricerca, esportare in regime di concorrenza, assumere lavoratori, se non gode di credito? Soprattutto, poi, se lo stesso Stato che plaude il rinnovo del contratto degli statali, continua a non pagare i debiti che la Pubblica Amministrazione ha con le aziende. Ma che importa, i grandi nomi – quelli che magari risultano nella lista dei grandi creditori delle banche “salvate”- si finanziano a costo zero direttamente da mamma BCE, emettendo bond con rendimenti da mark-to-unicorni e incamerando cash, alla faccia della ripresa.
Ma l’importante è essersi garantiti una platea di potenziali indecisi o astenuti che ora sono in debito con il governo, perché potranno contare su 85 euro medi di aumento della paga base. Del futuro reale del Paese, chi se ne fotte. Almeno fino a marzo, prima c’è da farsi rieleggere. Poi mi chiedono perché non voto. Di Mauro Bottarelli , il 23 dicembre 2017

SVELATA LA LISTA DEI 226 PARLAMENTARI EUROPEI CONSIDERATI ‘AFFIDABILI’ DA GEORGE SOROS

Soros-networki tirapiedi del “filantropo”…ecco come certe politiche diventano “irreversibili, imprescindibili”. Ma no certo, è solo per puro amore fraterno e solidale che uno speculatore finanziario vuole accogliere

Affidabili perché? Amichetti di chi? I parlamentari italiani affidabili per George Soros e la sua Open Society, ma soprattutto per i suoi progetti di diffusione di immigrati e profughi in tutta Europa, sono 14, dei quali 13 del Partito Democratico, che a Bruxelles e Strasburgo sta nel gruppo che ora si chiama “alleanza progressista democratici e socialisti”, e 1 della lista Tsipras, che è Barbara Spinelli.
Gli altri sono Brando Maria Benifei, Sergio Cofferati, Cecilia Kyenge, Alessia Mosca, Andrea Cozzolino, Elena Gentile, Roberto Gualtieri, Isabella De Monte, Luigi Morgano, Pier Antonio Panzeri, Gianni Pittella, Elena Schlein, Daniele Viotti.
 
 I loro nomi compaiono in un documento interno della Open Society che è una mappa dettagliata fino alla maniacalità sul Parlamento Europeo e la sua struttura, le sue ramificazioni, al centro della quale ci sono 226 parlamentari sui 751 dell’intero Parlamento, 7 vicepresidenti, decine di coordinatori e di questori, i membri di 11 commissioni e 26 delegazioni, tutti definiti affidabili alleati già dimostratisi tali o che tali possono diventare, assieme al gruppo dei loro assistenti, collaboratori, funzionari e portaborse a titolo vario.
 
La maggioranza, 82, è nel partito dell’Alleanza progressista dei socialisti e democratici, ma ci sono circa 38 del Partito Popolare Europeo e 36 del gruppo Liberale, 34 della Sinistra Nordica, fino a 7 conservatori e conservatori e riformisti europei. Un appoggio trasversale.
 
Per carità, le grandi compagnie nell’organizzare attività di lobby così fanno, individuano le persone avvicinabili in una istituzione per disponibilità e per competenza. Ma se si trattasse solamente di individuare chi è vicino a certe opinioni, certe battaglie, a certe campagne in modo ideale, per appartenenza politica e sentimento, perché solo 226 presi nell’intera area progressista del Parlamento, e non solo? Perché solo 14 italiani, quando si suppone che tutti e 31 gli eletti del Partito Democratico dovrebbero condividere le stesse opinioni? Perché nessuno dei 17 eletti dei 5 stelle? Nessuno sensibilizzabile fra I 13 di Forza Italia?
È un bel malloppo quello preparato dalla Open Society che DCleaks ha reso noto, e che il governo ungherese, gran nemico di George Soros, ora ritiene di poter utilizzare nella sua furibonda battaglia contro i progetti della Open Society di riempire di profughi e di immigrati tutti i Paesi europei.
I 226 parlamentari sono elencati per incarichi, competenze, interessi, background, appartenenza politica, Paesi di provenienza, ruoli nelle varie commissioni passati presenti e futuri; c’è Martin Schulz, non più presidente perché si è candidato nel partito socialdemocratico tedesco e ha sfidato la Merkel portando il suddetto partito al suo minimo storico. C’è l’italiano Gianni Pittella, che del gruppo Socialista è il presidente. Ci sono nomi famosi come Sergio Cofferati e Barbara Spinelli, e meno noti al pubblico, ma segnalati come influenti nel loro partito e nel Parlamento europeo, come Roberto Gualtieri.
 
Sull’autenticità del rapporto non c’è il minimo dubbio; su reazioni, annunci e speculazioni che fanno gli ungheresi alcune premesse sono necessarie perché il rapporto tra governo di Budapest e George Soros e’ di guerra. A dir la verità siamo prossimi alla guerra anche tra gli organismi che dirigono l’Unione Europea e Budapest, ma anche Varsavia, Bratislava e Praga, a cui aggiungere Vienna.
Lo scontro ruota intorno alla politica di accoglienza indiscriminata, causa principale anche dell’uscita dell’Inghilterra, sarà bene ricordarlo. Con Soros, Budapest e il governo nazionalista di Viktor Orban hanno un conto doppio, perché George Soros è nato in Ungheria, nel 1930, da ebreo del ghetto di Budapest ai nazisti, imparando magistralmente fin da bambino l’arte della sopravvivenza a modo suo, denunciando ai nazisti i luoghi nei quali altri ebrei erano rifugiati. Da lì è partita la sua straordinaria avventura di finanziere e speculatore, con pelo sullo stomaco come pochi, basta ricordare la svalutazione della Sterlina e della Lira nel 1992.
 
La Open Society e la filantropia sono venute dopo, ma non sono meno aggressive nei metodi e nei finanziamenti di certi partiti e di certi candidati piuttosto che di altri. Open Society Foundation si propone di “far accettare agli europei i migranti e la scomparsa delle frontiere”,cito il titolo di un progetto. Progetto finanziato di recente per 18 miliardi di dollari con il passaggio di una parte del patrimonio di Soros a Open society.
Sara’ complottismo, impazza anche negli Stati Uniti, visti i rapporti strettissimi tra Barack Obama e Hillary Clinton e Soros, e lo smacco subito con l’elezione di Donald Trump che proprio non era prevista visto il fiume di soldi profusi, ma l’idea è che per raggiungere l’obiettivo basterebbe negli Stati europei un milione di migranti l’anno, con la collaborazione attiva della sinistra “no borders”, della finanza apolide, dei neoguelfi al potere in Vaticano. Tutte colonie.
Nelle parole di Viktor Orban, giudicato pericoloso autocrate nelle capitali dell’Europa occidentale ma estremamente popolare nel suo Paese, l’Europa potrebbe diventare presto ostaggio di “un impero finanziario e speculativo che promuove l’invasione orchestrata di nuovi immigrati”.
Magari Orban è pazzo, ma come mai senza un appuntamento prestabilito né un argomento dichiarato, George Soros può incontrare Jean Claude Juncker? Se è per questo, ha lungamente incontrato anche il premier italiano, Gentiloni, l’estate scorsa, in piena crisi di barconi. Insomma, a 87 anni compiuti, ma evidentemente ancora sostenuto da un’energia indomabile, il vecchio speculatore si muove come un leader politico mondiale. E liste come questa del Parlamento Europeo aiutano lui ma non aiutano la considerazione e la fiducia degli elettori.
 
Maria Giovanna Maglie

Scontri tra CasaPound e centri sociali davanti a Palazzo Marino a Milano

scontrimilano9352ecco che DISTRIBUIRE VOLANTINI (non entrare con armi spianate in comune) chiedere le dimissioni di un sindaco PD INDAGATO diventa atto fascista ed ovviamente, spuntano i difensori del Pd con lo slogan Nessuno è illegale ossia tradotto VIVA MAFIA CAPITALE TANTO CARA ALLE CASSE DELLE COOP
Come a Genova, appena persa dal Pd, viene indetta una manifestazione antifascista, chissà chi li avrà convocati, strane coincidenze. Ovviamente l’apertura di una sede di CP è un problema che affligge gli italiani molto sentito, un problema che non lascia le famiglie arrivare a fine mese e non le lasciano dormire la notte..
 
A Genova hanno anche avuto il coraggio di usare la parola LAVORO, da quando non fanno manifestazioni per difendere il salario, il lavoro, il DIRITTO AD UN REDDITO DI CITTADINANZA, e lo tirano fuori per una manifestazione antifascista in una città appena persa dal Pd?
Scontri tra CasaPound e centri sociali davanti a Palazzo Marino a Milano. Interviene la polizia
Scontri in piazza della Scala e in piazza San Fedele in pieno centro a Milano si sono verificati, verso sera, tra esponenti di CasaPound e giovani dei centri sociali. L’intervento della polizia, in tenuta antisommossa, ha impedito che i disordini degenerassero e tutto si è poi risolto con l’allontanamento dei due gruppi.
Le tensioni erano cominciate nel tardo pomeriggio all’interno di Palazzo Marino, sede del Comune, dove i militanti di CasaPound avevano distribuito volantini contro il sindaco Sala, per chiederne le dimissioni in relazione alle indagini su Expo, e sono diventate fuori dall’edificio una vera e propria colluttazione con gli esponenti dei centri sociali, in particolare di «Nessuno è illegale», lì per manifestare a favore dell’accoglienza ai migranti. L’incontro è stato quindi casuale. Tra l’altro nello spazio dedicato al pubblico dell’aula consiliare un simpatizzante del movimento di estrema destra ha fatto il saluto romano suscitando subito le proteste dei rappresentanti di centrosinistra.
Comunque quando le due aree politiche si sono incrociate nell’ingresso del palazzo sono sono dovuti intervenire i vigili a dividerli. Gli esponenti di CasaPound avevano lanciato in Consiglio comunale dei volantini contro il primo cittadino. Mentre in Consiglio andava in scena la protesta, in piazza della Scala esponenti di Nessuno è illegale», manifestavano a loro volta ma per i migranti. Sono partiti subito spintoni e solo l’intervento dei vigili ha scongiurato la rissa. Quindi all’esterno sono dovuti intervenire gli agenti che hanno dovuto far uso dei manganelli per dividere le due fazioni. La polizia ha poi creato un cordone di sicurezza tra i due gruppi. I militanti di estrema destra sono stati fatti passare dall’edificio dove hanno sede i gruppi consiliari, che si trova a fianco di Palazzo Marino e che ha una uscita sul retro mentre il presidio dei centri sociali si è disperso.
Consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione hanno diffuso un comunicato congiunto per stigmatizzare la protesta organizzata da CasaPound. Nella nota i consiglieri Franco D’Alfonso (Noi per Milano), Luigi Amicone (Forza Italia), Filippo Barberis (Pd) e Anita Pirovano (Sinistra per Milano) chiedono che «sia fatta chiarezza in merito alle gravissime provocazioni consumatisi oggi in Aula Consiliare ad opera di un gruppo di militanti di Casa Pound, che hanno cercato di impedire lo svolgimento del Consiglio Comunale». I consiglieri chiedono al sindaco ed alle autorità competenti «di prendere tutte le iniziative necessarie ed appurare come sia stato possibile quanto avvenuto e soprattutto di prendere ogni necessaria misura perché lo sfregio alla democrazia municipale non abbia più a ripetersi».

La macchina sovversiva di Soros esposta al pubblico

gentiloni-sorosMolti esperti politici sono consci della forte influenza esercitata dal miliardario George Soros. Ma ormai anche i cittadini comuni associano il suo nome al controllo e alle speculazioni di borsa. L’uomo dietro il caos anti-Trump, l’oligarca dei fondi speculativi, il bizzarro filantropo: Soros è l’equivalente del dottor Male nel mondo reale. Ma, fino ad ora, le sue macchinazioni sono state generalmente tollerate, e il mondo non è riuscito a vedere chiaramente quanto i miliardi di Soros abbiano portato miseria e sofferenza ad un miliardo di persone.
 
Il mio collega, l’analista politico olandese Hoger Eekhof, recentemente mi ha telefonato in preda ad un forte stato di incredulità. Me lo ricordo esclamare al telefono, qualche tempo prima: Phil, fughe di notizie dalle organizzazioni di Soros confermano la sua complicità nel controllo delle politiche europee!”. Dopodiché, essendo lui stato sulle tracce di Soros per qualche anno, sono stato ansioso di sapere cosa aveva scoperto. Sorprendentemente, sembra che le prove schiaccianti su Soros e la sua Open Society Foundations si trovino alla luce del giorno, tra alcune recenti intercettazioni su DC Leaks delle ONG del miliardario.
Di sicuro alcuni lettori saranno stupiti nel non trovare da nessuna parte queste intercettazioni [in inglese] nei media mainstream. Le rivelazioni che ne derivano sono talmente sconvolgenti che non so da dove cominciare a raccontare: forse è meglio iniziare con Soros che si compra i media europei!
Edizione straordinaria! Soros paga per le elezioni europee!
Uno dei documenti (PDF) tratti dal fiume di intercettazioni su DC Leaks riguardanti l’OSIFE (Open Society Initiative for Europe) spiega in dettaglio i programmi e i piani per influenzare le elezioni europee del 2014. Non solo: il documento fornisce le quantità di denaro e i relativi beneficiari che l’ungherese pagò per “creare” la politica d’Europa e gli uomini politici per attuarla. Tra i programmi citati, uno in particolare mi ha sconvolto da giornalista e analista mediatico: l’ente non profit EUobserver è stato creato e finanziato da Soros per “comprare” i media europei. Cito dagli obiettivi del programma:
Questo progetto usa le notizie per incoraggiare il dibattito su come i valori della società aperta siano minacciati durante la corsa alle elezioni europee. Gli argomenti includono il sorgere dello “hate speech” [“discorsi di odio”] da parte dell’estrema destra europea, l’uso crescente di retorica dell’intolleranza dei politici mainstream, e l’aumento dei crimini legati all’odio nelle strade d’Europa. EUobserver ha reclutato giornalisti locali esperti per assistere agli eventi legati alle campagne elettorali, per condurre interviste e scrivere editoriali di alto livello in 16 Stati. Con questa strategia di infiltrarsi nel giornalismo locale, EUobserver è stato in grado di indicare i preoccupanti trend internazionali, piuttosto che limitarsi a riportare incidenti isolati. Hanno pubblicato un totale di 128 articoli nel periodo che va da febbraio a maggio 2014.
Ciò significa che Soros ha finanziato il piano dell’EUobserver con 130.922 dollari, permettendo la pubblicazione di 128 influenti articoli che sono stati poi letti in tutto il Continente. Approssimativamente si parla di 1000 dollari per articolo, che è abbastanza per influenzare il 90% dei giornalisti europei di mia conoscenza. Il documento arriva a definire l’area territoriale per cui questi articoli sono stati intesi, che include: Austria, Belgio, Bulgaria, Danimarca, Spagna, Finlandia, Francia, Germania, Ungheria, Italia, Romania, Svezia, Olanda, Polonia e Regno Unito. L’acquisto di spazio mediatico da parte dell’EUobserver è stato esteso ad ulteriori 32 articoli, sempre a 1000 dollari l’uno, nel periodo immediatamente precedente le elezioni. Analizziamo questi dati.
La Open Society Foundations ha finanziato l’EUobserver per “reclutare un network di giornalisti indipendenti nelle capitali europee allo scopo di evidenziare l’impatto di queste politiche e sottolineare importanti eventi locali”. Questo aspetto del controllo e della manipolazione dei media è stato finanziato con 75mila dollari, ma non c’è indicazione su quanti giornalisti siano stati effettivamente reclutati.
Attizzare l’inquietudine marginalizzata dei giovani
Per quanto inquietanti siano queste rivelazioni di DC Leaks sulla corruzione dei media, la manipolazione sociale da parte delle varie ONG di Soros è scioccante. All’interno dello stesso documento trapelato dalla Open Society Foundations, è mostrata chiaramente la “assunzione” e manipolazione delle politiche neo-liberali.
Un altro programma finanziato dalla Open Society è stato quello dell’European Alternatives, nello specifico la branca italiana. Questo aspetto ha come obiettivo di “amplificare le voci di coloro che si trovano lontani dai centri di potere europei, includendo chi si trova in situazioni vulnerabili, come migranti e giovani”. Attraverso una serie di meccanismi di supporto, Soros ha cercato di convertire la gioventù italiana, la comunità LGBT [Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender] e praticamente ogni gruppetto anti-conservatore su cui riuscisse ad arrivare, tramite l’uso di “humour e satira” dei media. È stata creata una entità web, Voice of the Voiceless EU, ora non più attiva. È qui che vediamo Soros utilizzare le armi affilate dei segmenti più esuberanti e aggressivi della società.
 
Voice of the Voiceless si è trasformata in un movimento molto più ampio che si è ora trasferito nei media, nelle università e più in generale nella società europea. Lo European Youth Portal [in inglese] è un meccanismo per la standardizzazione degli ideali giovanili.
Questo aspetto della macchinazione di Soros è parecchio brillante. C che potrebbe sembrare un supporto dal basso per movimenti legati all’attivismo LGBT e ai matrimoni omosessuali, è in realtà nient’altro che una delle tante ricette preparate da gente come Soros per deviare i giovani nel pentolone del globalismo ultraliberale. Fuor di metafora, Soros ha fatto il lavaggio del cervello ad una generazione vulnerabile affinché credesse in ideali e obiettivi anti-conservatori. La gioventù di Europa e Stati Uniti sarebbe potuta essere predisposta, in caso contrario, a ideali di estrema destra, per esempio. Ma il denaro di Soros è giunto fin nel profondo della sottocultura delle organizzazioni giovanili, e la sua “macchina” è molto più potente di qualsiasi altro segmento.
Controlliamo la società – Controlliamo la vostra cultura
Devo ammettere di aver sottovalutato quanto realmente potente sia George Soros. Scoprire la profondità e l’ampiezza del machiavellismo di Soros nelle intercettazioni di DC Leaks è stata una rivelazione sconvolgente. Sì, le intercettazioni dimostrano inequivocabilmente che io e i miei colleghi avevamo sempre avuto ragione. Ma non vogliamo nessun premio: queste rivelazioni dimostrano anche quanto poco si sappia delle macchinazioni di Soros, delle sue connessioni, nonché da dove derivi questo immenso potere. Non si può sbagliare: nessuno potrebbe nasconderlo così bene, eppure…
Un altro programma fondato con quasi 300mila dollari dalla Open Society fu il cosiddetto “Radical Democracy for Europe”. Ancora una volta cito direttamente dai documenti: questo programma nacque
“per coinvolgere la comunità di media-making creativo (tra cui artisti video e d’animazione) nel dibattito sulle elezioni e sulle politiche europee, in linea con gli obiettivi generali della Open Society, connettendosi ai social network e alle piattaforme digitali e usando i film come uno strumento di incremento della consapevolezza, allo scopo di raggiungere un’ampia audience e massimizzare l’impatto”.
Leggendo questo passaggio è facile immaginarsi George Soros come il “Grande Fratello” di Orwell. La lista di programmi e di obiettivi per sovvertire e incanalare il libero pensiero coerentemente con gli ideali di Soros è lunghissima. Alcuni degli altri programmi erano:
  • Elezioni Europee 2014: contrastare il sorgere dello “hate speech” – Questo ha aiutato ad uniformare la comunità LGBT, i Rom e le donne in uno strumento politico manipolabile
  • La campagna internazionale #DON’TmasturHATE – Questa iniziativa della Open Society di Bratislava illustra come gli sforzi dal basso sono stati creati per contrastare i punti di vista opposti
Gli sforzi volti ad influenzare le elezioni europee si sono spinti al punto di raggiungere, nella sfera digitale, segmenti di società in precedenza irraggiungibili. Attraverso la creazione e manipolazione di app e altri strumenti tecnologici, Soros cerca di “acchiappare” chiunque possa sostenere i suoi obiettivi. Da piccoli programmi come iChange Europe a innovazioni come Vote Match Europe, gli scagnozzi di Soros hanno impiantato sistemi di controllo in ogni angolo dell’Unione. SPIOR in Olanda, Transparency International in Lettonia, l’European Youth ForumMigrant Voice… la lista di strumenti dell’Open Society per influenzare le elezioni del 2014 è impressionante. Soros ha lanciato una campagna di massa per trasformare l’Europa con queste elezioni. Ciò che mi sconvolge è che ha poi effettivamente raggiunto questi obiettivi preliminari. Tre anni dopo l’Europa è un pentolone politico pronto a bollire.
Il quadro generale
Altri documenti dell’archivio “Soros” di DC Leaks dimostrano inequivocabilmente che il miliardario è il vero “cattivo” nell’attuale catastrofe europea. Quantomeno, è il più potente tra gli antagonisti visibili. C’è ampia evidenza che George Soros sia l’architetto e il dittatore dell’intera situazione migratoria che sta distruggendo l’Europa. Attraverso meccanismi di controllo acquisiti o influenzati ad ogni livello, non è irragionevole pensare che Soros diriga le leadership dell’Unione Europea alla stregua di un burattinaio. Ogni dogma, obiettivo, retorica, tono, e direzione della documentazione dell’Open Society che DC Leaks ha svelato mette le attività di Soros al centro del reticolo. Da Medici Senza Frontiere a misconosciute organizzazioni come la Federazione delle Organizzazioni Greche per Persone con Disabilità, Soros fa leva su qualsiasi cosa e qualsiasi persona capace di aiutarlo nei suoi obiettivi.
In prospettiva più ampia, la fondazione di Soros ricorda più un’organizzazione di stampo mafioso che una tipica struttura affaristica o filantropica. All’interno di queste intercettazioni ci sono prove che suggeriscono che Soros eserciti influenza non solo su leader come Angela Merkel e le sue controparti dell’Est Europa, ma anche sulle organizzazioni deputate alla mediazione dei conflitti. Dall’OSCE ad un’ampia gamma di cosiddette “ONG dei diritti umani”, Soros si comporta come una specie di “Padrino”. Le sue offerte, che nessuno sembra capace di rifiutare, ora si estendono molto più in là della mera offerta di denaro. Posso solo immaginare il livello di ricatto e di bullismo che un uomo come Soros può esercitare. Oggi, ogniqualvolta un governo minaccia dissenso contro il movimento liberal-globalista, Soros raduna (ad esempio: OSCE e ONG contro l’Ungheria) un potentissimo esercito di collaboratori.
Noi continueremo ad analizzare e studiare questi documenti di DC Leaks riguardanti Soros, e ne scriveremo. Non so da dove cominciare ad esprimere la mia sorpresa sulla poca risonanza mediatica di queste intercettazioni. Forse, come noi, altri analisti sono stati impegnati a seguire le faccende legate alla candidatura e all’elezione di Donald Trump. Ciò che si delinea sempre più è l’enigma chiamato George Soros, un uomo che esercita un’influenza tremenda sulle nostre vite.
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Articolo di Phil Butler pubblicato su New Eastern Outlook il 19 aprile 2017
Traduzione in italiano a cura di barg per SakerItalia.it

PD: RITRATTO DI OLIGARCHIA CORROTTA DAI MILIARDI. PUBBLICI.

pd corruzione elettaritratto di un partito tanto anti populista quanto contro la corruzione per la legalità…fidiamoci

C’è chi non ha capito in cosa consista la differenza tra Renziani e anti-renziani.  Sono due progetti per la nazione alternativi, quelli su  cui si sono scontrati?  Su cosa litigano? Si scindono o no?
 
I loro motivi possono essere sunteggiati così.   Renzi e  i renziani: “Se   quelli  si  scindono, meglio; così’ avremo più poltrone da assegnare ai nostri”. La “sinistra” in dubbio se scindersi o no, lo è per gli stessi motivi.  C’è chi dice: restiamo  dentro, almeno occupano le poltrone, e c’è chi invece dice: io di  sicuro non verrò ricandidato,  quindi ho più possibilità se mi metto con Boldrini e Pisapia.
Sono i pensieri di una oligarchia plutocratica, inamovibile, di “ricchi di Stato”, abituata a saccheggiare impunemente. Della popolazione italiana  se ne infischia,  della tragedia sociale che si aggrava se ne frega , perché, loro, prendono 15 mila euro al mese –  come minimo.
Non si può dir meglio di Enrico Mentana: sono come   quei “  fratelli che si odiano ma hanno ereditato un’azienda che continua a macinare utili. E non per modo di dire.
Basti dare un’occhiata al peso istituzionale del partito. Dal Pd viene il capo dello stato. Del resto tutti gli ultimi 4 presidenti della Repubblica sono del partito o dell’area.  Ma del Pd sono tutti i tre premier di questa legislatura, e 400 parlamentari su 945, nonostante il partito abbia ottenuto alle elezioni del 2013 meno del 26%. Del Pd è il nostro unico rappresentante nella commissione Ue. Del Pd la maggior parte dei governatori regionali e dei sindaci delle città capoluogo. Del Pd sono il ministro dell’interno, della giustizia, della difesa, dell’economia, delle infrastrutture, del lavoro, dell’istruzione. Scelti da premier del Pd sono i vertici di tutte le aziende strategiche di competenza statale”.
Sono miliardi di euro  – miliardi presi a prestito per  lo più sui mercati internazionali, perché la torchia fiscale, anche  se ormai al massimo, non copre che metà delle loro malversazioni.
 
Una oligarchia corrotta perché  miliardaria,  corrotta dai miliardi di denaro pubblico che arraffa, del tutto indifferente al fatto che la maggior parte della popolazione che gli paga gli emolumenti principeschi, sta  morendo letteralmente,  precaria, sottopagata quando non disoccupata e con reddito pari a zero.
Loro, non sentono il bruciore della crisi. Non se ne rendono conto. Come  i fannulloni di Versailles, che danzavano e s’ingozzavano occupati in questioni di precedenza e di onori – anzi molto peggio, perché i fannulloni  eleganti  di Versailles  non avevano  in mano nessuna delle lucrose leve di potere da cui questi non solo mungono, ma distorcono e intralciano l’economia dello stato e privata.  I fannulloni di Versailles non avevano Le  Regioni Sicilia che continua a incamerare miliardi benché sia in deficit di miliardi, in quanto le sue perdite sono rifuse a piè di lista dall’Italia che lavora. Non avevano un Quirinale che costa più di Buckingham Palace. No avevano un Viminale  che distribuisce alle sue clientele meridionali i miliardi per “l’assistenza agli immigrati”. Non avevano il sindaco a Milano o a Bergamo, a    fare da idrovora per   beneficare le clientele parassitiche e partitiche delle altre regioni improduttive.
 
Qui gli stipendi e i salari calano, puntano verso i 460 euro mensili; lassù, a meno di 15 mila non si sentono bene. E sono legittimati dalla UE – l’altra oligarchia –  e dalla Bce perché impongono a tutti noi la recessione continua  senza prospettive, ciò che si chiama “fare le riforme”. Le riforme consistono appunto nel  ridurre i salari in  modo che ridiventino “competitivi” rispetto a quelli cinesi.  La moneta unica non svalutabile obbliga a svalutare il lavoro.
L’Austerità, è per gli altri.
Come  hanno ridotto la società italiana l’ha spiegato Luca Ricolfi qualche giorno fa su 24 Ore.   Non c’è più solo la distinzione e  divisione iniqua fra “garantiti” (dipendenti pubblici, e privati protetti dai sindacati) e non-garantiti: lavoratori autonomi, di piccole imprese che rischiano la chiusura,  precari di ogni genere, micro-imprenditori “ non coperti in caso di licenziamento, infortunio, malattia, cassa integrazione, disoccupazione”.
 
No. Fra queste due categorie, ne è ingigantita una terza, la Terza Società.
 
Fondamentalmente   sono gli esclusi dal  circuito del lavoro regolare. Della Terza società fanno parte i lavoratori in nero, i disoccupati in senso stretto (che cercano attivamente lavoro), e i disoccupati in senso lato (disponibili al lavoro, anche se non ne stanno cercando attivamente uno). In essa ci sono anche  “soggetti che non cercano attivamente lavoro perché possono permettersi di non lavorare, come accade per una frazione non trascurabile delle casalinghe e dei cosiddetti Neet (giovani Not in Employment, Education, or Training). La Terza società  è  fatta di ceti bassi, in condizioni di povertà assoluta o relativa, ma anche di ceti medi, che sopravvivono grazie al lavoro retribuito dei familiari e alle risorse accumulate dalle generazioni precedenti”.
La Terza Società –  sotto l’oligarchia PD  e la sua gestione della crisi secondo  il comando di Berlino  –  è diventata grande quasi come le prime due: 9 milioni di italiani.  “Oggi, fatta 100 la popolazione attiva o potenzialmente attiva, circa il 30% appartiene alla Terza società, ovvero si trova in una condizione di esclusione”.
FISCO-VIGNETTA
...gli altri no
Prima della crisi, questo segmento  contava sui 6milioni di persone. “ Tra il 2007  e il 2014  è letteralmente esploso, con un aumento del 40% in soli 7 anni”.
Una  patologia  senza eguali. “In Europa, solo Grecia e Spagna hanno una quota di esclusi superiore a quella dell’Italia, mentre paesi come Germania, Regno Unito, Francia, Austria, Olanda, Belgio, Svezia, Finlandia, hanno quote prossime a metà della nostra”.
Ovviamente, i  garantiti, fancazzisti pubblici  e “ricchi di Stato” sono il blocco che,  con le famiglie, clientele   e parentele,  continua a votare per “la Sinistra”, perché appunto essa garantisce la loro situazione di favore,  e ai loro stipendi la protezione dalla recessione mondiale in atto.
E’ per questi ricchi che la “Sinistra” fa le leggi   come  le nozze  gay, che  non sono, ammettiamolo, le istanze più   urgenti dei lavoratori;  ma sono voglie di  ricchi che hanno tempo e soldi da buttare, e  l’ozio è il padre dei vizi. Oggi sappiamo che l’oligarchia miliardaria, dalla Presidenza del Consiglio,    finanzia associazioni gay nei cui locali si  fa’ sesso a pagamento, oltre che spaccio di droga.
Non so cosa ci voglia di più per capire la natura marcia di questi parassiti, marci fino al midollo, marci per i miliardi che ci prendono – e che sono ormai l’unica ragione per cui si afferrano al potere.
LaTerza Società chi la rappresenta?
Come mandarli via? La “democrazia” garantisce loro un blocco di voti sostanzialmente maggioritario.  Ricolfi nel suo articolo si domanda: esistono partiti che possano e vogliano rappresentare la Terza Società? E qui casca l’asino.
“Considerata nel suo insieme, la Terza società si distingue dalla prima e dalla seconda per la sua preferenza per il Movimento Cinque Stelle e per la sua refrattarietà verso Pd e Forza Italia, i due architravi del sistema politico della seconda Repubblica. Se consideriamo separatamente i suoi tre segmenti, lavoratori in nero, disoccupati e scoraggiati, possiamo inoltre osservare che i lavoratori in nero prediligono anche l’estrema sinistra e Fratelli d’Italia, i disoccupati guardano con interesse alla Lega e ai piccoli partiti di centro, mentre i lavoratori scoraggiati (che hanno smesso di cercare lavoro) si orientano in modo più massiccio di qualsiasi altro gruppo sociale verso il movimento Cinque Stelle, che qui raccoglie oltre il 50% dei consensi”.
 
Maurizio Blondet 20 febbraio 2017

Chi l’avrebbe mai detto! Transparency International finanziato da Soros accusa i populisti di corruzione

lobby bruxellesma per fortuna nell’Europa dei popoli, dove governano ininterrottamente partiti neoliberisti, globalizzatori, guerrafondai umanitari, cosiddetti socialisti la corruzione non sanno mica cosa sia vero? Chissà cosa ci faranno mai i 30 mila lobbisti a Bruxelles….mica per allungare mazzette… Dal FQ (dove c’è la chiara denuncia di una europarlamentare del M5S)
Secondo le stime di Corporate Europe, a Bruxelles ci sono circa 1500 lobby e 30mila lobbisti professionisti impegnati nel cercare di influenzare il percorso legislativo europeo
 
Ovvio che questa “democrazia” vada difesa dai populisti…

Transparency International – l’organizzazione con sede a Berlino i cui sondaggi sulla “corruzione percepita” non fanno altro che dimostrare come sia efficace la propaganda che dipinge certi paesi come più corrotti di altri – ha condotto uno studio secondo il quale i cosiddetti “populisti” che si aggirano per l’Europa non darebbero abbastanza garanzie di lotta alla corruzione. L’evidente faziosità di questo studio si spiega agilmente guardando alle fonti di finanziamento di questa organizzazione, tra le quali figura uno dei personaggi viventi  più pericolosi per la democrazia. Via Russia Today
Mentre le élite UE si sentono minacciate dall’attuale rivolta populista, volta a porre fine a programmi di immigrazione facile ed incontrollata ed a promuovere il nazionalismo al posto della globalizzazione, un autorevole think tank sostiene che – tenetevi forte – il populismo alimenta la corruzione.
Transparency International, ente anti-corruzione con sede a Berlino, nel suo annuale Indice di Percezione della Corruzione mette in guardia contro i presunti pericoli del populismo, quell’animale politico che di tanto in tanto si aggira fra le nazioni, come una forza della natura, per lottare contro gli eccessi di una minoranza elitista che ha perso il contatto con la realtà.
 
Il populismo è la cura sbagliata” ha dichiarato il presidente di TI Jose Ugaz, pur senza offrire ricette alternative. “Nei paesi governati da leader populisti o autocratici, si assiste spesso al declino della democrazia e ad un’inquietante frequenza di tentativi di repressione della società civile, di limitazione della libertà di espressione, e di attacchi all’indipendenza della magistratura.
 
Lungi dal combattere il capitalismo clientelare, questi leader solitamente finiscono con l’istituire sistemi ancora più corrotti” ha aggiunto Ugaz.
In tema di corruzione, l’osservatorio si improvvisa come esperto nella lettura del pensiero, asserendo che i politici populisti “non hanno intenzione di affrontare seriamente il problema [della corruzione].
Lo studio mette sotto accusa alcuni fra i politici più controversi, come Donald Trump (USA), Marine Le Pen (Francia), Jaroslw Kaczynski (Polonia) e Victor Orban (Ungheria), che  hanno scalato le classifiche di consenso popolare del loro elettorato dichiarando guerra aperta ad un establishment ormai agonizzante.
 
Transparency International lancia l’allarme su questi “truffatori” della politica, in quanto “emotivi, localisti e spesso di destra…” rilevando però nel contempo che questi indisciplinati nuovi arrivati “hanno saputo sfruttare la delusione della gente nei confronti di un ‘sistema corrotto’ e presentarsi come l’unica ‘via d’uscita’ dal circolo vizioso appena descritto…
Pur fra tutte le riflessioni dedicate ai potenziali rischi relativi ai nuovi sovversivi, lo studio vistosamente omette qualsiasi riferimento alle cause della disaffezione di così tante persone verso i soliti noti politici di carriera, che, va detto, sono colpevoli di crimini ben più gravi della semplice corruzione.
In troppi casi si è trattato di complicità in vere e proprie stragi, dai cruenti cambi di regime in posti come l’Iraq, la Libia, l’Afghanistan, alle operazioni tuttora in corso in Siria, fino alla devastazione della civiltà occidentale dovuta all’immigrazione incontrollata di profughi senza il consenso dei cittadini. Quando anche i paesi membri della NATO dovessero sentirsi in colpa per la loro diretta complicità negli omicidi seriali di intere nazioni, la soluzione non sarebbe certo costringere i loro cittadini ad accogliere sul territorio nazionale gli sfollati di queste zone di guerra.
 
Tenendo conto delle losche azioni perpetrate da numerosi paesi della NATO, tanta preoccupazione sull’alto grado di corruzione appare piuttosto esagerata e fuori luogo. A costo di scadere nel cinismo, distinguere la corruzione dalla politica equivale a distinguere l’uovo dalla gallina, e, come ci ricorda il famoso indovinello, è molto difficile dire quale dei due sia nato prima.
 
E già che siamo in tema di corruzione. Il livello di corruzione nello schieramento della Clinton, rivelato da WikiLeaks alla vigilia delle elezioni presidenziali del 2016, è semplicemente sconcertante, e dovrebbe bastare a precludere qualsiasi ramanzina sulla buona educazione da parte dei signori di Transparency International.
Tanto per iniziare, a novembre si è scoperto che la Clinton Foundation aveva ricevuto una ‘donazione’ da 1 milione di dollari dal Qatar senza informarne il Dipartimento di Stato,  violando così una convenzione che la obbligava a rendere pubbliche tutte le donazioni ricevute dall’estero. L’assegno sarebbe stato un regalo di compleanno all’ex presidente Bill Clinton nel 2011 per i suoi 65 anni. In base ad un’email pubblicata il mese scorso, sembra che ad un certo punto ci sarebbe stato un incontro fra lui ed alcuni funzionari del Qatar, ma non è chiaro se ciò sia poi realmente accaduto.
Al tempo stesso, è anche emerso che l’Arabia Saudita ed il Qatar, oltre ad elargire generose donazioni alla Clinton Foundation, stavano anche armando e finanziando i militanti dell’Islamic State. Ora ditemi se questo non è un caso di corruzione da manuale.
 
Non è dunque un caso se i populisti sono apparsi ovunque nel mondo, più o meno nello stesso momento, in risposta alla domanda di nuova leadership. Il fatto che la Francia abbia la sua versione di Donald Trump nella persona di Marine Le Pen potrebbe sorprendere solo chi non segue gli eventi internazionali, o non è adeguatamente informato in proposito.
Proprio adesso che molti politici occidentali, ed i loro partiti di appartenenza, rischiano di sparire dalla circolazione (negli stati di maggior spicco dell’UE si assiste oggi ad una feroce lotta tra le loro fila, a causa della spettacolare ascesa di politici anti-establishment di estrema destra, come Le Pen in Francia, Geert Wilders in Olanda e Frauke Petry in Germania), è alquanto sospetto che Transparency International pubblichi uno studio per mettere in guardia gli elettori contro il rischio di essere raggirati da demagoghi di destra.
Ma c’è una spiegazione molto semplice per la faziosità di questo studio, dovuta all’enorme conflitto di interesse in cui si trovano i suoi sponsor.
Dacci dentro, George!
 
Se voleste fare una ricerca di consumo su un certo prodotto, lascereste condurre il sondaggio al produttore di quel prodotto, o preferireste affidare il compito ad un organismo indipendente? Immagino sia quasi impossibile non convenire che il modo più sicuro ed affidabile sia commissionare il lavoro ad una terza parte indipendente dall’azienda. Ciò ridurrebbe drasticamente il rischio di pervenire a risultati inesatti, causati da quella cosa chiamata ‘interesse personale.’
 
E proprio in questo sta il difetto eclatante, non solo di questo studio, ma della stessa Transparency International nella sua funzione di osservatorio indipendente.
Una veloce occhiata alla sua lista di sponsor dovrebbe fugare ogni dubbio sul perché Transparency International si mostri estremamente diffidente con i politici populisti che stanno agitando le acque del potere in Europa.
Oltre a ricevere donazioni da vari governi (giusto per nominarne qualcuno, la Germania, il Regno Unito, gli Stati Uniti, l’Irlanda, l’Estonia e la Finlandia), TI è finanziata da alcuni tra i più pericolosi personaggi viventi per la democrazia, addirittura con la gentile partecipazione del finanziere e filantropo George Soros in persona.
Nella scaletta degli sponsor di TI, l’Open Society Institute (OSI) e l’Open Society Initiative for West Africa (OSIWA) si piazzano subito dopo il National Endowment for Democracy (NED), una lobby travestita da non-profit sponsorizzata dal governo americano.
Questo ne fa ovviamente l’ultima organizzazione da cui ci si potrebbe attendere un’opinione obiettiva sull’avanzata dei nuovi soggetti politici a livello mondiale. Lo stesso George Soros si è reso di fatto in larga parte responsabile per il flusso massiccio di profughi verso l’Unione europea, arrivando persino ad offrire incentivi in denaro ai rifugiati desiderosi di intraprendere il lungo e pericoloso viaggio dal Medio Oriente al continente Europeo.
Chi se ne importa se nessuno fra questi sfollati, che peraltro meritano tutta la nostra solidarietà, finirà col vivere nello stesso quartiere di Soros, il quale può comunque tranquillamente permettersi tutta la protezione personale che si rende indubbiamente necessaria quando si adottano politiche così sconsiderate. Per i comuni cittadini europei, costretti ad accogliere milioni di nuovi arrivati, con i quali non condividono le stesse preferenze religiose, sociali e culturali, né in molti casi lo stesso livello di scolarizzazione, questo esperimento sociale condotto per il capriccio di un miliardario è invece la quintessenza della dissennatezza.
Perciò non sorprende che lo studio di TI prenda di mira in particolare il Primo Ministro ungherese Victor Orban. Proprio questo mese, Szilard Nemeth, vice presidente del partito di governo Fidesz, ha dichiarato la sua intenzione di utilizzare “tutti i mezzi a disposizione” per “eliminare” le ONG finanziate dallo speculatore di origine ungherese, perché “sono al servizio del capitalismo globalizzatore ed impongono il politicamente corretto al di sopra dell’interesse nazionale.
 
Ma questo è ancora nulla in confronto al premio conferito da Transparency International nientemeno che all’ex-Segretario di Stato americano Hillary Clinton nel 2012, per “la sua attenzione verso l’importanza di rafforzare la trasparenza e contrastare la corruzione come parte integrante della politica estera USA, un premio destinato esclusivamente per questi contributi.” Va da sé che questo premio ha generato notevole scetticismo in tutto il mondo.
Il livello di conflitto di interesse di questo studio di TI è talmente spettacolare da rappresentare, come è il caso per tante altre oscure stanze del potere nell’UE di oggi, praticamente un invito all’applicazione della stessa trasparenza tanto predicata da loro.
posted by Redazione febbraio 6, 2017
di Robert Bridge, 30 gennaio 2017
Traduzione di Margherita Russo

LA BOMBA DI BELPIETRO: ‘L’ORDINE È PARTITO DA RENZI, COLPITE LA RAGGI’

anche le guerre puniche sono colpa della Raggi e pure gli attentati a Berlino. Gli attacchi contro la Raggi non avrà mica a che fare con il suo NO alla mafia delle olimpiadi, mica a che fare con il suo No alle slot machines ….no certo che no. Intanto Sala implicato egli stesso direttamente con la mafia dell’Expo è dipinto come una vittima ingiustificata. Tal Marra andava bene con le giunte precedenti, la Raggi colpevole di non essere a conoscenza di ipotesi di reato prima ancora che venissero notificati al Marra.
Non ne avevamo dubbi, ma ora arriva la conferma. La Raggi è vittima di un attacco orchestrato dall’alto.  Maurizio Belpietro, direttore del quotidiano La Verità ed ex di Libero, ha rivelato in diretta su La7: “L’attenzione che il circo dell’informazione ha dedicato a Virginia Raggi e alla giunta del Movimento 5 Stelle è superiore a quello dedicato a tutte le altre giunte, pure della Capitale”.2_40_FLAIR_LAVORO.indd
Io ricordo, ha aggiunto Belpietro, che “Ignazio Marino sbagliò le nomine, faceva gaffe una dietro l’altra, nominò un capo dei vigili che non aveva i titoli”.
A questo punto dallo studio interrompono Belpietro: “Se ne parlò,” dicono.
E Belpietro replica: “Sì, se ne parlò,” ma, aggiunge: “Non finì mai come titolo di apertura dei principali giornali. Non fu l’apertura dei tg nazionali”.
 
Il giornalista poi esplicita con un esempio concreto quanto sosteniamo nel nostro sito: i media nascondono i fatti importanti e ci distraggono con sciocchezze:
“Di fronte ai risultati economici, di fronte all’occupazione, agli andamenti pessimi dell’economia italiana, i principali tg italiani hanno scelto di raccontare il caso di Virginia Raggi che aveva sbagliato l’assessore”.
 
Poi la bomba:
“Il giorno dopo la vittoria dei 5 Stelle è partito da Renzi un ordine che aveva questo significato: colpite la Raggi perché lì dobbiamo dimostrare che i 5 Stelle sono incapaci di governare”.
Io penso, conclude Belpietro, “che tutto sommato, poi, di fronte a quello che è successo a Roma, l’arresto di Marra, i problemi che ci sono, la Muraro che si dimette. Che il Movimento 5 Stelle rimanga il primo partito italiano dovrebbe far riflettere. È questo su cui bisogna ragionare.
È certo che sull’onda dell’emozione qualche punto se ne va, ma il M5S conserva tutto quanto il proprio consenso. O comunque la stragrande maggioranza del proprio consenso.
Evidentemente i romani, e anche forse gli italiani, si rendono conto che Roma era gestita così male che perdonano alla Raggi l’inesperienza, forse anche la presunzione.
Alla fine gli italiani pensano: ‘Beh vediamo, peggio di quello finora non è successo. Fra un po’ giudicheremo e tireremo le somme’.

Sala indagato nell’inchiesta sul maxi appalto Expo: “Mi autosospendo anche se non ho idea delle accuse”

ovviamente un’ingiustizia, non sanno mai niente

Sala indagato nell'inchiesta sul maxi appalto Expo: "Mi autosospendo anche se non ho idea delle accuse"
Giuseppe Sala (fotogramma)

L’ex commissario tra i nuovi iscritti dalla procura generale nel fascicolo che riguarda i lavori sull’area dell’Esposizione, la gara più rilevante da 149 milioni di euro. Deve rispondere di falso

Il sindaco di Milano Beppe Sala è indagato e ha deciso di autosospendersi dalla carica di sindaco di Milano. Il suo nome compare tra quelli spuntati nell’inchiesta milanese per corruzione e turbativa d’asta sulla ‘Piastra dei Servizi’ di Expo, l’appalto più rilevante dell’Esposizione universale per i lavori di preparazione dell’area su cui sono sorti i padiglioni. Insieme a Sala, accusato di falso materiale, c’è anche quello del legale rappresentante del gruppo Pizzarotti, accusato di tentata turbativa d’asta.

Il sindaco si autosospende. “Apprendo da fonti giornalistiche – le dichiarazioni di Sala – che sarei iscritto nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla piastra Expo. Pur non avendo la benché minima idea delle ipotesi investigative, ho deciso di autosospendermi dalla carica di sindaco, determinazione che formalizzerò domani mattina nelle mani del Prefetto di Milano”.

Le nuove iscrizioni. L’ex commissario straordinario del governo per Expo 2015 non è  mai stato sentito dai magistrati ma aveva consegnato un audit sulla vicenda. L’iscrizione nel registro degli indagati del primo cittadino risulta dalla richiesta di proroga delle indagini per sei mesi avanzata al gip dalla procura generale, che ha avocato a sé l’inchiesta nelle scorse settimane. Dall’atto, infatti, si parla di approfondimenti necessari anche alla luce di “nuove iscrizioni”, tra cui appunto quella di Sala e Pizzarotti.

L’inchiesta. Le questioni che, a detta della procura generale, non sono chiare e non sono state approfondite a sufficienza attraversano tutta la filiera dell’appalto per la Piastra di Expo: dalla nomina dei commissari nella fase pre-gara fino all’esecuzione del contratto. Nel mirino, il prezzo al ribasso assegnato alla ditta Mantovani, di oltre il 41%. Una cifra – questo il solco su cui si è mosso il sostituto procuratore generale Isnardi – non congrua per i prezzi di mercato. A evidenziare i primi “comportamenti illeciti” in questa vicenda, era stato un corposo rapporto investigativo del Nucleo di polizia tributaria, del 2014. Allora, il procuratore capo di Milano, Edmondo Bruti Liberati, tolse l’indagine dalle mani di Alfredo Robledo, e gestì in prima persona il fascicolo.

Gli altri indagati. Nell’inchiesta sono già indagati per corruzione e turbativa d’asta gli ex manager di Expo, Antonio Acerbo e Angelo Paris; l’ex presidente di Mantovani, Piergiorgio Baita; Erasmo e Ottavio Cinque, padre e figlio, titolari di Socostramo, che faceva parte del consorzio vincente. Al centro dell’indagine, l’assegnazione dell’appalto al consorzio capeggiato da Mantovani che si è aggiudicato la commessa, con un ribasso record del 41,80%, a 149 milioni rispetto ai 272 iniziali.

I lavori ‘urgenti’. Secondo l’indagine, l’assegnazione dell’appalto fu condizionato dalla necessità di arrivare, comunque, a completare i lavori in tempo utile per l’inzio di Expo, maggio 2015. Per questo, secondo gli investigatori del Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza, non tutte le procedure vennero rispettate. L’appalto doveva essere comunque assegnato. Anche a costo di non svolgere, scriveva la Gdf, la necessaria “verifica di congruità” nei confronti dell’impresa vincitrice, Mantovani, determinando “un contesto di evidente illegalità”.

Il ruolo di Sala. Per gli investigatori del Nucleo di polizia tributaria, l’allora amministratore delegato di Expo Giuseppe Sala, ora sindaco di Milano, il responsabile unico all’epoca del procedimento Carlo Chiesa e l’allora general manager Paris non avrebbero tenuto un comportamento “irreprensibile e lineare”. Pur “con gradi di responsabilità diversi – chiariva la Gdf – attraverso le loro condotte fattive ed omissive hanno comunque contribuito a concretizzare la strategia volta a danneggiare indebitamente la Mantovani (impresa che vinse l’appalto con un ribasso di oltre il 40%, ndr) per tutelare e garantire, si ritiene, più che la società Expo 2015 Spa il loro personale ruolo all’interno della stessa”. Sala, poi, come ha messo a verbale l’ex dg di Infrastrutture Lombarde spa Antonio Rognoni, avrebbe detto al manager che “non avevano tempo per potere” verificare la congruità dei “prezzi che erano stati stabiliti da Mantovani” nel corso dell’esecuzione del contratto con l’inserimento di costi aggiuntivi, e “per verificare se l’offerta era anomala o meno”.

La richiesta: “Indaghiamo ancora”. Data la mole del materiale raccolto e gli approfondimenti che devono essere ancora effettuati, il sostituto pg Felice Isnardi ha deciso di chiedere che gli vengano concessi altri 6 mesi per indagare. Il gip Andrea Ghinetti, a fine ottobre, non avendo accolto la richiesta di archiviazione presentata dalla procura, aveva convocato le parti per la discussione della vicenda per poi decidere se archiviare o chiedere un supplemento di indagine o ordinare l’imputazione coatta. Nel frattempo, però, la procura generale ha avocato il fascicolo e ha ottenuto un mese di tempo per nuove indagini, termine poi scaduto. Da qui la richiesta di proroga.

di EMILIO RANDACIO
15 dicembre 2016

ONG FANNO CONTRABBANDO “INDUSTRIALE” DI CLANDESTINI?

MAFIA CAPITALE INTERNATIONAL
barcone-milano
Sembra proprio che alcune grandi ONG collaborino con i trafficanti;  noleggiano appositamente delle navi e contrabbandano immigrati clandestini su scala industriale grazie alla legislazione introdotta da Bruxelles. La guardia costiera italiana li assiste.
 
Lo scrive e documenta Gefira  Foundation che ha messo sotto controllo i movimenti di 15 navi noleggiate da ONG che fanno la spola tra l’Africa e l’Italia.
Le organizzazioni coinvolte sono:  MOAS, Jugend Rettet, Stichting Bootvluchting, Médecins Sans Frontières, Save the Children, Proactiva Open Arms, Sea-Watch.org, Sea-Eye and Life Boat.
Le ONG dicono di aver preso i clandestini nel Canale di Sicilia, quando in realtà li hanno imbarcati vicino a Tripoli. Non è salvataggio ma contrabbando di esseri umani.  Risultano coinvolti anche contractors americani e le autorità maltesi.
 
Qalcuno può spiegare?
 
 
ONG contrabbandano immigrati su scala industriale.
 
Per due mesi, utilizzando marinetraffic.com, abbiamo monitorato i movimenti delle navi di proprietà di un paio di organizzazioni non governative, e, utilizzando i dati di data.unhcr.org. abbiamo tenuto traccia degli arrivi giornalieri di immigrati africani in Italia. Si è scoperto che eravamo testimoni di una grande truffa e un’operazione illegale di traffico umano. Assistiti dalla guardia costiera italiana, che ha coordinato le loro attività, le ONG, i contrabbandieri, la mafia, in combutta con l’Unione Europea, hanno spedito migliaia di clandestini verso l’Europa con il pretesto di salvare le persone. I trafficanti di esseri umani contattano la guardia costiera italiana in anticipo per ricevere sostegno e per raccogliere il loro equivoco carico.
Le navi delle ONG vengono dirette al “posto di soccorso”, anche quando quelle da soccorrere sono ancora in Libia. Le 15 navi che abbiamo osservato sono o di proprietà o noleggiate da delle ONG e sono state regolarmente viste lasciare i loro porti in Italia, dirigersi a  sud, fermarsi poco prima di raggiungere la costa libica, prendere a bordo il loro carico umano, e fare di nuovo rotta indietro per 260 miglia verso l’Italia, anche se il porto di Zarzis in Tunisia è a sole 60 miglia di distanza dal punto di salvataggio.
 
Le organizzazioni in questione sono: MOAS, Jugend Rettet, Stichting Bootvluchting, Medici Senza Frontiere, Save the Children, Proactiva Open Arms, Sea-Watch.org, Sea-Eye e Life Boat.
 
La vera intenzione di chi è dietro le ONG non è chiara. Il loro movente può essere il denaro, e non saremmo sorpresi se si rivelasse che è così, ma che c’è dietro potrebbe anche essere motivato politicamente: gr
More information:
 
In October we discovered that four NGOs picked up people in the Libyan territorial waters. We have proof that these smugglers communicated their action in advance with the Italian authorities. Ten hours before the immigrants left Libya, the Italian coast guard directed the NGOs to the “rescue” spot:  Full account  “Caught in the act: NGOs deal in migrant smuggling”
The MOAS organisation has close links with the famous US military contractor “Blackwater”, the US army and the Maltese navy. Full account: “The Americans from MOAS ferry migrants to Europe”
There is a full account about the ships involved: “NGOs Armada operating off the coast of Libyaand how people are encourage to come to Europe: Death road to Europe promoted on the web”