Follia di Stato: permesso premio a Giovanni Brusca, il pentito che sciolse un bambino nell’acido

Redazione  Il 08 Gennaio, 2016

Giovanni Brusca

Giovanni Brusca, uomo simbolo di Cosa Nostra oggi pentito, il mafioso che sciolse il piccolo Giuseppe Di Matteo nell’acido, ha ricevuto un permesso premio dallo Stato per trascorrere le feste natalizie in famiglia.

Giovanni Brusca in permesso premio. No, non è uno scherzo, ma l’ennesima follia di uno Stato senza più regole. Come riporta l’Agi, l’ex boss “ha trascorso le festività di fine anno in permesso premio, fuori dal carcere romano di Rebibbia”.

“Il collaboratore di giustizia, reo confesso di centinaia di omicidi, tra cui quello del piccolo Giuseppe Di Matteo, avvenuto venti anni fa, aveva goduto di permessi regolari fino al settembre 2010, ma un’inchiesta della Procura di Palermo aveva portato alla sospensione del “trattamento premiale” in suo favore”, si legge ancora nella nota Agi.

Giuseppe Di Matteo in una foto scattata dai rapitori durante la prigionia

I carabinieri, infatti, scoprirono che – durante i permessi – l’ex capo del mandamento di San Giuseppe Jato (Palermo), fedelissimo di Totò Riina, curava i suoi affari personali e gestiva i suoi beni attraverso una rete di prestanome. Le risultanze processuali scaturite da quell’inchiesta hanno portato, però, all’assoluzione di Brusca, le cui accuse sono state derubricate “da estorsione in tentativo di violenza privata”.

Totò Riina

Insomma, dopo aver partecipato direttamente alla strage di Capaci, aver sciolto un bambino nell’acido, essersi pentito e da pentito aver continuato a fare il mafioso, oggi Giovanni Brusca gode ancora di permessi premio, “con una media di cinque giorni al mese trascorsi fuori dal carcere. Per le festività di fine anno, come di consueto, Brusca ha goduto del permesso in formale stato di libertà, ma sotto la scorta del Gom, il Gruppo operativo mobile della polizia penitenziaria: è stato cioè comunque sorvegliato”.

Arresto di Giovanni Brusca

Ma le follie di Stato non finiscono qui, perché “Brusca, dopo quasi 20 anni di carcere, ha da tempo i requisiti per essere ammesso alla detenzione fuori dal carcere, come il fratello Enzo Salvatore, che la ha avuta già nel 2003, e in ogni caso, poiché è stato condannato a una pena complessiva di 30 anni, potrà ottenere la liberazione definitiva al più entro il 2020”.

E poi qualcuno ha anche il coraggio di dipingere l’Italia come un Belpaese.

Follia di Stato: permesso premio a Giovanni Brusca, il pentito che sciolse un bambino nell’acidoultima modifica: 2016-01-12T22:31:49+01:00da davi-luciano
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