Cave, Caprie e rotonde: facciamo chiarezza

Spinta dal Bass

Cave, Caprie e rotonde: facciamo chiarezza

Abbiamo letto con perplessità un articolo pubblicato su ValsusaOggi dal titolo La cava di Caprie ospiterà lo smarino della Tav “in cambio di una rotonda”  e crediamo sia necessario fare un po’ di chiarezza. Appena letto l’articolo abbiamo chiamato Paolo Chirio, sindaco di Caprie. In Valle abbiamo la fortuna di conoscerci un po’ tutti, ed è più facile parlarsi faccia a faccia che attraverso comunicati stampa. Questo è uno dei segreti del movimento. Paolo prima che un amministratore è un no tav da sempre, la sua faccia è nota a chiunque abbia bazzicato la Valle. Non vogliamo neppure prendere in considerazione l’ipotesi che la frase “chi baratta la salute dei cittadini in cambio di interventi di messa in sicurezza”, contenuta nel comunicato stampa della consigliera regionale, fosse riferita a lui.

Ma andiamo con ordine. Dall’articolo pare che l’idea di mettere lo smarino del Tav nella cava di Caprie sia una novità, ma non è così. Questa ipotesi era contenuta nel progetto preliminare, nella relativa approvazione Cipe 57/2011, nel progetto definitivo e, buon ultima, nell’approvazione Cipe 19 del 2015 citata nell’articolo. Questa ipotesi è sempre stata contrastata dal movimento no Tav, dalla commissione tecnica e anche dal comune di Caprie(1).

Ma qualcosa di nuovo nella delibera Cipe 19/2015 c’è ed è la prescrizione 99, voluta dalla Regione Piemonte, che recita: “in merito al sito di deponia di Caprie e dell’accesso relativo, stante l’impossibilità attuale di prevedere da parte della Provincia tempi certi per la realizzazione della rotatoria già programmata sulla S.P. (sic) 24, si richiede di realizzare la stessa come già progettata dagli uffici provinciali”. Vale a dire che il Cipe prescrive a TELT (la società incaricata della costruzione della tratta internazionale della Torino-Lione) di costruire la rotonda nell’incrocio fra la statale 24 e la strada che va verso la cava e l’abitato di Caprie così come da progetto della Provincia. Il problema sta tutto in questo passaggio. Per un intervento importante per la viabilità in un incrocio pericoloso e sovente luogo di incidenti non ci sono i soldi ed è impossibile prevedere tempi certi, ma per il Tav i soldi ci sono, e sono talmente tanti che a margine si può realizzare la rotonda. Questo è lo schifo del modello Tav/Grandi Opere, la sintesi perfetta di come vengano sprecati i soldi pubblici che poi mancano per i veri bisogni di noi tutti.

Dicevamo al principio che abbiamo sentito Paolo, ci ha spiegato che le rotonde sono richieste dal comune dal lontano 2005 – altro che compensazioni! – e che se dovessero proporgli qualcosa tipo “ti facciamo le rotonde ma in cambio accetti lo smarino a Caprie” lui risponderebbe picche senza esitare.

Di seguito incolliamo il comunicato stampa dell’amministrazione di Caprie.

L’amministrazione comunale di Caprie vuole chiarire la propria posizione in merito alle recenti notizie diffuse sui media locali.
E’ da tempo che nei progetti si ipotizza l’utilizzo della cava quale sito di stoccaggio, senza mai coinvolgere l’amministrazione nelle scelte.
Per noi la salute dei cittadini è di importanza primaria, per cui non è mai stato preso neanche in considerazione alcun accordo che preveda la possibilità di depositare materiali di stoccaggio di dubbia composizione nella cava di Caprie in cambio di opere di viabilità, anche se non di competenza comunale, comunque prioritarie e necessarie per la sicurezza dei cittadini e già progettate dalla Provincia alcuni anni fa.

Questa nostra posizione era già chiara nel primo punto del nostro programma:

“Siamo contrari alla realizzazione della linea TAV/TAC e di tutte le opere ad essa connesse, siano esse attività accessorie o interventi compensativi, perché chiaramente non conciliabili con l’idea di sviluppo locale che ci caratterizza.
In particolare è nostra intenzione contrastare l’ipotesi di riutilizzo della cava di Caprie come sito di stoccaggio di materiali di risulta dei cantieri dell’alta velocità perché chiaramente in contrasto con il livello di avanzamento delle attività di recupero ambientale del sito suddetto.”

(1) Confronta per esempio il “Parere a revisione del progetto LTF espresso dall’Amministrazione Comunale di Capre il 16 maggio 2013:

  Nell’ambito della definizione del cosiddetto progetto “low cost” del progetto Torino-Lyon, il territorio di Caprie come sito di deposito materiali doveva essere escluso, in quanto interessato, nel progetto preliminare, dal deposito di materiale di risulta del tunnel dell’Orsiera, ormai stralciato. Da allora, l’Amministrazione di Caprie non è più stata fatta partecipe dei tavoli decisionali e consultivi, fino all’attuale comunicazione della revisione del progetto, che fa comparire il Comune di Caprie come uno dei siti di deposito materiale del tunnel di base.

  All’interno della mole di documenti presenti nel progetto, la documentazione relativa al sito di deposito di Caprie risulta essere ridotta e gravemente insufficiente per effettuare delle valutazioni di merito sulla bontà degli interventi.

  Sulla cava di Caprie oggetto di deposito, l’Amministrazione ha già avviato da tempo un progetto di sistemazione del versante e di recupero ambientale. La gradonatura ottimale per il versante di cava è stata lungamente discussa e poi condivisa con tutti gli organi preposti, compresi i Beni Ambientali e le Belle Arti (per la vicinanza del sito di interesse “Castello del Conte Verde”, recentemente ristrutturato dal Comune di Condove). Il progetto LTF sconvolgerebbe e vanificherebbe i lavori svolti in questi anni, promettendo un diverso ripristino ambientale, mai discusso o condiviso con questa Amministrazione.

  Conoscendo il territorio, la gradonatura prevista da progetto LTF sul versante sud della cava di Caprie lascia parecchie perplessità sulla sua realizzabilità, aumentando notevolmente i rischi di danni al sito di interesse “Castello del Conte Verde” e alla strada di collegamento Caprie-Condove sottostante.

  L’impatto del ripristino della linea ferroviaria di collegamento tra Condove e Caprie dovrebbe prevedere il passaggio su un vecchio ponte sul fiume Dora Riparia, assolutamente inadatto alle esigenze di cantiere espresse nel progetto. Il rifacimento di questo ponte con dimensioni maggiori sarebbe un ulteriore sbarramento al flusso della Dora, mettendo a rischio i paesi di Caprie, Condove e Chiusa San Michele in caso di eventi alluvionali straordinari.

  Da progetto non viene indicato come venga superato l’ostacolo della strada provinciale ex-SS24 
essendo il sito di deposito su un lato e il sito di “ripristino ambientale” sul lato opposto della strada. Si ritiene che qualunque modalità adottata sarebbe compromettente la viabilità e la sicurezza di questa zona di territorio.

  Sulle planimetria generale del deposito di Caprie, viene riportato il progetto di centrale idroelettrica sulla Dora ancora in iter di approvazione, mentre non viene riportato il progetto della rotonda sulla strada provinciale ex-SS24, già in fase di appalto.

  Nel progetto LTF non vengono approfonditi i rischi che il ripristino ambientale proposto per la cava e la cantierizzazione dell’area avrebbero in caso di eventi eccezionali, quali alluvioni, precipitazioni intense o eventi sismici. Si pongono dubbi sulla reale staticità dell’opera proposta.

  Nel documento “Sintesi non tecnica”, a pagina 102 si fa riferimento alle quantità di materiale da trasportare sul territorio di Caprie. Non ci sono informazioni a come si arrivi al calcolo di potenziale accumulo di 850.000 metri cubi per la cava di Caprie. Si pone il dubbio su un calcolo che porta lo stesso risultato di capacità di accumulo sia per il sito di Caprie che per il sito di Torrazza.

  Da progetto LTF, non si capisce come possa essere compatibile il prolungamento dell’attività estrattiva e di lavorazione di entrambe le aziende presenti nelle aree oggetto di deposito.

  Si fa più volte riferimento nel progetto LTF alla “mitigazione e ripristino ambientale” per il sito di Caprie. Si fa notare che il deposito rimarrà operante per tutta la durata dei lavori del progetto LTF, almeno decennale , e durante l’iter dei lavori l’impatto ambientale e “visivo” del sito sarà notevolmente peggiorativo rispetto a quello attuale. Inoltre non ci sono garanzie che l’operazione di deposito non porti ad un degrado maggiore della situazione attuale.

  Si esprime forte preoccupazione sulle polveri che si solleverebbero durante la movimentazione e il deposito del materiale per la vicinanza di centri urbani. Nel documento “Sintesi non tecnica”, a pagina 122, si fa riferimento a inquinanti che aumenterebbero notevolmente nelle zone di deposito, prevedendone, per alcuni, valori superiori ai limiti di legge (PM2.5).

  Non sono previste da progetto mitigazioni degli inquinanti specifiche per i siti di deposito, che sono tra quelli maggiormente a rischio, anche considerando le condizioni atmosferiche tipiche di queste zone vallive, caratterizzate spesso da forti venti.

  Si esprimono dubbi e preoccupazioni sulla possibilità di monitorare la grande quantità di materiale che potrebbe essere stoccato nel sito di deposito, controllando che il sito non diventi oggetto di discarica di pericolosi inquinanti, mettendo a repentaglio la salute e la qualità della vita dei residenti di un’ampia fascia di valle.

  Si esprime parere fortemente negativo sulla documentazione prevenuta, evidenziando gravi carenze progettuali, scarsa conoscenza del territorio e considerazioni prese su cartografie datate. Ad esempio, la situazione della cava di Caprie attuale non è quella su cui è stata basata la progettazione LTF. 

Cave, Caprie e rotonde: facciamo chiarezzaultima modifica: 2015-09-25T19:37:53+02:00da davi-luciano
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