MELE, PRIMI PASSI CONTRO LO SMARINO DEL TERZO VALICO

http://noterzovalico.org/2014/11/23/mele-primi-passi-contro-lo-smarino-del-terzo-valico/

SCRITTO DA NOTERZOVALICO ON 23 NOVEMBRE 2014.

E’ proprio di pochi giorni fa la notizia che COCIV avrebbe identificato a Mele, entroterra di Genova Voltri, uno dei siti di stoccaggio dello smarino proveniente dai cantieri del Tav-Terzo Valico. Il sito, situato in un’area a ridosso delle abitazione di Mele e di fraz. Cerosolo, tra prati e boschi, prevede che vengano stoccate tra 300mila e 600mila metri cubi di terre di scavo, comprendendo un’area di 150 metri per 50 di dislivello, con un costo complessivo di 4milioni di euro. Il piano di devastazione di COCIV prevede una durata di cantiere di 5 anni con il passaggio di oltre 44mila camion. L’area, prima di proprietà di un privato, sarebbe già stata venduta a COCIV con il parere positivo di Regione, Provincia e sopraintendenza al progetto. Le istituzioni, ancora una volta, dimostrano da che parte stanno: dalla parte di chi distrugge e devasta il territorio, di chi specula e si arrichisce sui disastri ambientali delle Grandi Opere. Proprio nel territorio di Mele, nei giorni dell’alluvione di novembre, ci sono stati numerosi danni, frane e smottamenti, che pochi giorni fa hanno isolato una ventina di famiglie oltre che “mettere a nudo” uno dei piloni autostradali del viadotto della A26. Un terreno, questo, da sempre a rischio smottamento, solitamente di piccole dimensioni.

Ma non si è fatta attendere la mobilitazione degli abitanti di Mele: ieri sabato 22 novembre, gli abitanti di Mele hanno preteso un incontro pubblico sui terreni in questioni con il Sindaco e i responsabili del progetto, e hanno manifestato la chiara intenzione di combattere in ogni modo il progetto di COCIV. “No, non si può neanche pensare a un progetto del genere, è da pazzi, qui si mettono a rischio delle persone, il monte è sempre franato”, dichiara un abitante di Mele, proprio su quel prato che nella memoria collettiva è il “prato in cui si andava a giocare da bambini”. Quello che già tutti chiamano “mostro” e “discarica” si posizionerebbe sopra una vena che passa sotto tutta la collina, dall’area della recente frana fino al sito di stoccaggio. Un incontro molto partecipato, oltre un centinaio di abitanti locali, dai toni accesi, in cui gli abitanti di Mele hanno espresso la loro opposizione al progetto proprio davanti alla sfacciataggine e alle menzogne dei tecnici del COCIV. Inoltre il sindaco di Mele ha dichiarato che “il nostro parere è vincolato alla volontà degli abitanti, se non dovessero esprimersi a favore, saremo i primi a dire no”. Vedremo.

Si intravedono muoversi quindi, anche nell’estremo ponente genovese, i primi passi contro questo ennesimo scempio di COCIV e del Terzo Valico.

COMUNICATI STAMPA DEL GRUPPO CONSILIARE DEL MOVIMENTO 5 STELLE PIEMONTE

http://www.m5sp.it/comunicatistampa/2014/11/tav-frediani-m5s-chi-parla-di-terrorismo-non-conosce-la-storia-del-nostro-paese/

TAV – FREDIANI (M5S): “CHI PARLA DI TERRORISMO NON CONOSCE LA STORIA DEL NOSTRO PAESE”

26 novembre 2014

Condivido le riflessioni dell’avvocato Claudio Novaro che oggi in aula bunker ha contestato le assurde accuse di terrorismo formulate contro Chiara, Mattia, Niccolò e Claudio, sottoposti da quasi un anno a rigidissime condizioni di detenzione.

Con buona pace dalla Procura di Torino ritengo folle considerare “terrorismo” la distruzione di un compressore. Dall’odierna esposizione della difesa viene ribadito chiaramente il senso di quel gesto, orgogliosamente rivendicato dai 4 attivisti nel corso di accorate deposizioni: un gesto non violento, di puro sabotaggio, destinato a rallentare i lavori del cantiere.

La parola terrorismo dovrebbe rimandare ad anni bui della storia del nostro Paese, tristemente segnati da gesti che nulla hanno a che fare con l’opposizione a questa grande opera inutile e con le modalità attraverso le quali viene espressa.

Auspico che, con l’avvicinarsi della sentenza, si riconsideri il gesto senza le forzature che ci sono state dall’inizio, arrivando a riconoscerne la natura simbolica e ben lontana da qualsiasi volontà di nuocere alle persone o di rievocare vecchi fantasmi.

Francesca Frediani, Consigliere regionale M5S Piemonte

Delegazione russa visita Beirut e si incontra con esponenti di Hezbollah

By Suleiman Kahani on 26 novembre 2014
 
Il Capo della delegazione parlamentare di Hezbollah (“Lealtà per la Resistenza”), il Deputato Mohammed Raad ha ricevuto a Beirut il Vicesegretario del Consiglio Federale Russo, Ilyas Umakhanov, che con una delegazione del Cremlino sta visitando il Paese dei Cedri.
Nel corso della intensa discussione che é nata dall’incontro sono stati dibattuti i temi dell’attualità regionale  e internazionale, nella fattispecie la minaccia takfira contro il Libano, le misure recentemente prese per affrontarla e i collegamenti tra gli sforzi russi per contrastare l’aggressione alla Siria e la provocazione Usa-NATO-UE in Ucraina.
Alla riunione era presente anche il funzionario di Hezbollah incaricato del Dipartimento Relazioni Internazionali, il che dimostra quanto il movimento politico sciita consideri fondamentali, a qualunque livello, i propri contatti con la Russia di Putin, potenza che ha ormai completamente ritrovato il proprio ruolo internazionale, specialmente nell’arena mediorientale.
 
Suleiman Kahani

Un innovativo farmaco cinese anti-cancro rompe il monopolio straniero

 By Redazione Stato e Potenza on 26 novembre 2014
Ding Lieming, all’epoca capo di un team cinese al lavoro su un farmaco anti-cancro, ricorda come ha portato fuori dal suo incarico il presidente di un importante ospedale due anni fa.
 
“Quando sono andato nel suo ufficio, mi ha detto che non aveva mai stabilito contatti con le aziende farmaceutiche locali. E’ stato un incontro sgradevole. Mi ha accompagnato fuori dopo aver detto solo poche parole”, racconta Ding.
 
Ding non lo rimprovera per la sua mentalità, dal momento che molti esperti medici dell’epoca si rifiutavano di prescrivere farmaci nazionali. Per molto tempo, molte medicine che essi davano ai pazienti erano prodotte all’estero, visto che quelle nazionali non godevano di buona considerazione.
 
Ad ottobre, Ding ha partecipato ad una conferenza accademica tenutasi ad Hangzhou, nella Provincia di Zhejiang, dove ha parlato del Conmana, o dell’idrocloride Icotinibe, un nuovo farmaco anti-cancro prodotto dalla compagna farmaceutica Betta, situata nello Zhejiang, che ha aiutato a sviluppare.
 
La nuova medicina rende la Cina il terzo paese che ha sviluppato un farmaco anti-cancro, seguendo le orme degli Stati Uniti e dell’Inghilterra. Ha indotto molte persone a cambiare i loro stereotipi sulle medicine cinesi. “Il presidente in seguito ha capito che le medicine nazionali potrebbero anche incontrare gli standard internazionali ed ora ci supporta strenuamente”, dice Ding.
 
Sfondamento scientifico
 
La conferenza accademica tenuta nel terzo anniversario dell’introduzione della Conmana nel mercato avvenuta il 25 ottobre ha attirato oltre 600 insigni medici ed esperti in ricerca sul cancro compresi Sun Yan e Yu Jinming, che sono membri dell’Accademia Cinese d’Ingegneria.
 
Durante la conferenza, i dati statistici hanno dimostrato che negli ultimi 10 anni il trattamento del cancro è divenuto sempre più dipendente dalla “terapia molecolare mirata”.
 
“Gli ultimi dati provenienti dagli USA dimostrano che il livello di sopravvivenza di cinque anni per i pazienti che hanno avuto un cancro del quarto stadio ha raggiunto il 20% e più. Questo è attribuito alla terapia molecolare”, dice Guan Zhongzhen, professore al Centro di ricerca sul cancro della Sun Yat-sen University, aggiungendo che lo sviluppo del Conmama è stato un grande progresso in questo settore.
 
Il trattamento molecolare mirato è un tipo di trattamento del cancro che colpisce le cellule che provocano l’avvio e la crescita del tumore.
 
“I farmaci molecolari mirati che abbiamo usato prima erano il Gefitinat e l’Erlonat”, dice Sun Yan, che ha accettato il compito di guidare il terzo stadio delle prove cliniche del Conmama.
 
Chen Zu, allora ministro cinese della Salute, predecessore della Commissione per la Salute Nazionale e la Pianificazione Familiare, nel 2011 ha detto che lo sviluppo del Conmama può essere comparato ai progressi tecnologici della Cina come ad esempio “lo sviluppo della bomba atomica e all’idrogeno e i satelliti artificiali negli Anni Sessanta”.
 
Il Conmama simboleggia un punto di sviluppo per la Cina, nel suo trasformarsi in paese che può produrre in modo innovativo il proprio farmaco anti-cancro, sostiene Sang Guowei, membro dell’Accademia Cinese delle Scienze.
 
Rompere il monopolio
 
Il giornale di riferimento in materia di medicina generale “The Lancet” ha pubblicato i risultati di una ricerca condotta sull’efficacia del Conmama nell’agosto del 2013, scrivendo che “ha lanciato una nuova era nella ricerca cinese sui farmaci anti-cancro”, ed aggiungendo che il Conmama “è una pietra miliare nella terapia internazionale del cancro”. Nel momento in cui la prima terapia molecolare mirata veniva sviluppata in Asia, essa veniva vista come in grado di rompere il monopolio delle compagnie straniere in Cina.
 
Circa il 60% dei farmaci venduti in Cina sono prodotti da compagnie straniere. Prima del Conmama, solo due farmaci anti-cancro erano disponibili in Cina. Erano il Gefitinat e l’Erlonat, che rispettivamente costano ai pazienti 16.500 yuan (2.689 dollari) e 19.800 yuan.
 
Il Conmama è più economico, costando ai pazienti un massimo di 11.800 yuan al mese, sostiene il rapporto.
 
L’impatto sui marchi nazionali cinesi
 
Il numero di nuovi casi di cancro in Cina ha raggiunto i 600.000, metà dei quali uccisi dalla malattia. Comunque, solo 300.000 casi di cancro sono riportati come sottoposti a terapia molecolare mirata.
 
“Come ha detto il Presidente Xi Jinping durante la sua visita ad un’équipe medica nello scorso maggio a Shangai, molti cittadini non possono permettersi di usare terapie mediche di alto livello. Dobbiamo velocizzare il progresso nel creare farmaci domestici così da ridurre il costo dei trattamenti. Dobbiamo creare una nostra industria e dei nostri marchi”, ha detto Ding.
 
La compagnia farmaceutica Betta e l’Associazione di Sviluppo e Ricerca dell’Industria Farmaceutica della Cina nel novembre del 2011 hanno lanciato insieme un progetto per consegnare il Conmama ai pazienti malati di cancro. Ad ottobre del 2014, più di 13.000 pazienti hanno usato tale farmaco all’interno del progetto, riporta la Televisione Centrale Cinese.
 
Sebbene ciò sia desiderato, nel rompere il monopolio delle compagnie straniere sulle terapie molecolari mirate il Conmama può anche abbassare il costo di questo tipo di trattamento in Cina, dal momento che tali terapie sono ancora ben al di sopra delle possibilità dei pazienti comuni. Il salario medio nel paese per il 2013 è inferiore ai 5.000 yuan, secondo l’Ufficio Nazionale di Statistica.
 
Il Conmama è stato incluso nel sistema sanitario nazionale di nove città nello Zhejiang e nel Shandong, dove ai pazienti è richiesto di pagare meno del 50% del prezzo originale del farmaco, riportano i media locali.
 
Gli esperti si sono appellati perché attraverso il sistema sanitario nazionale siano rese più economiche le terapie anti-cancro. “In ogni caso, il budget per il sistema sanitario nazionale è limitato, così ancora più ricerche e sviluppo necessitano di essere portate avanti prima che si possano aggiungere più medicine al sistema”, dice Zhou Zijun, professore della Scuola di Salute Pubblica all’Università di Pechino, aggiungendo che il processo di queste medicine calerebbe se il dominio del mercato farmaceutico internazionale da parte delle compagnie straniere venisse eliminato.
 
Traduzione di Filippo Bovo
 

Con il TTIP/TAFTA è in gioco l’indipendenza dell’Europa (Pushkov)

nooo….gli Usa dominano la Ue? No, è la cattiva Germania

By Redazione Stato e Potenza 

on 25 novembre 2014
“Stiamo assistendo a una battaglia per l’Europa: o l’Europa diventerà una filiale degli interessi degli Stati Uniti, o sarà un centro di decisione autonomo per l’Europa stessa”.
 
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MOSCA, 25 novembre – RIA Novosti. Il trattato transatlantico in gestazione (TTIP/TAFTA) sottometterà gli interessi economici dell’Europa a quelli degli Stati Uniti, ha avvertito martedì il presidente del Comitato per gli affari internazionali della Duma di Stato (la camera bassa del parlamento russo) Alexei Pushkov.
“L’Europa dovrà affrontare non solo una minaccia contro la sua indipendenza (politica, ndr), sfida che non riesce ancora a raccogliere in modo efficace, ma anche contro la sua indipendenza economica, perché il Trattato sul commercio e le relazioni transatlantiche che gli Stati Uniti e i dirigenti europei preparano energicamente, sottometterà l’Europa agli Stati Uniti, rendendo i consumatori europei totalmente dipendenti dal sistema delle norme americane, dai prodotti alimentari all’ecologia”, ha detto il parlamentare nel contesto di una tavola rotonda internazionale sulla crisi di fiducia in Europa.
Ha aggiunto che la sottomissione economica dell’Europa verso gli Stati Uniti è stata eclissata dalla crisi ucraina.
“Poche persone si sono oggi accorte della trasformazione dell’Europa non solo in una filiale degli interessi strategici degli USA, ma anche di quelli economici. E proprio in questo momento gli si sta creando un fondamento giuridico (…) Stiamo assistendo, a mio avviso, a una battaglia per l’Europa: o l’Europa diventerà una filiale d’interessi degli Stati Uniti, o sarà un centro di decisione autonomo per l’Europa stessa”, ha aggiunto M.Pouchkov .
L’accordo di partenariato transatlantico (TTIP/TAFTA), è negoziato dal luglio 2013 da Stati Uniti e Unione europea.
Destinato a portare alla creazione della più grande zona di libero scambio al mondo, i suoi sostenitori affermano che il TTIP/TAFTA creerà crescita economica su entrambe le sponde dell’Atlantico.
Tuttavia, esso è considerato da alcuni esperti internazionali, come un tentativo da parte di Washington di dominare l’Unione europea.
Gli analisti notano che l’Unione europea è soggetta a forte pressione da parte degli Stati Uniti, che insistono sulla firma del TTIP/TAFTA. Se l’Unione europea firmerà (il che sembra certo), questo permetterà ai consorzi transatlantici di origine statunitense di comportarsi da “padroni” sul territorio della UE, mentre il business europeo sarà perdente.
 
Traduzione di SeP

L’Europa è ben altro che “UE” e “occidente”

chi critica l’europa si sà, dicono i media e società civile, è un soggetto pericoloso perché ha delle derive totalitariste…con le solite etichette affibbiate per legittimare la censura
Ancora per poco, e chi non conformerà la sua opinione al regime del pensiero unico sarà tacciato di essere nazista o fascista e ridotto al silenzio dopo pubblica gogna. Anche i pentastellati subirono il processo alle loro idee con quest’accusa (perfino i Notav che contestarono Caselli vennero accusati di essere ciò che non sono, ma quell’etichetta serve al sistema per far fuori le voci scomode). Renderanno obbligatoria la professione di una precisa identità politica tollerata onde evitare tale accusa per qualsiasi cosa? Magari perché sei scomodo  o pensi? Cioè si deve legittimare l’intolleranza per difendere questa presunta civiltà democratica autodefinitasi tollerante?!?!?!?

Scontro  tra l’auge delle religioni dell’usura e le maggioranze operose e complementari – Separazione assoluta tra potere politico e potere economico
 
Tito Pulsinelli Ha fotocopiato il modello produttivo e sociale di coloro che distrussero dai cieli sessantasei delle sue maggiori città. L’Europa è spenta, non è più centro di elaborazione e irradiazione di criteri normativi adottati nel resto del mondo. Da essa non si irradiano più culture e linee di forza capaci di sedimentare e stabilizzare aree tgeografiche e sociali. E’ imitazione, copia sfocata, incapacità di improntarsi alla sua specificità storica. Abiura e rinnega, in nome e per conto d’un universalismo trapiantato e importato, che è solo sudditanza ai neofiti dell’usura riattualizzata.
 
I tristi saltimbanchi, privi di bussola e mappe genuine della psicogeografia dell’Europa reale, persistono nell’apologetica. accecati su un vagone rimorchiato. Piombato dai nuovi barbari che -mentre saccheggiano senza ritegno- hanno plasmato la mentalità adatta a riprodurre la servitù volontaria. Incassano i benefici di una estesa interiorizzazione del senso di colpa, spinta fino alla negazione di sè stessi e all’imitazione di chiunque altro (“dobbiamo fare come in Germania” o “in america” ecc). E’ venuta a galla una identità mimimalista da limes lontano dell’impero.
 
Impazzano i funzionari neocoloniali, quelli dall’inamovibile “erre-moscia” sempre attualizzata agli odierni centri esterni della dominazione; gli entusiasti d’una Italia ridivenuta “espressione geografica” che spazza via ogni retaggio della storia e del suo divenire nel territorio. Ladri di storia e di geografia al servizio della geopolitica anglosax,  arroganti quando occultano il decisivo e storico apporto antinazista della Russia. Infine, è il breve carnevale dei psicolabili che esibiscono la maschera dell’Europa sfumata nella nube di un “occidente” ad estensione variabile.
 
Dal “modernismo” esibito con pose caricaturali, scaturiscono controfigure plasmate alla temperie morale proprie di una neocolonia. Subordinata, inchiodata ad assorbire “cultura” seriale, stilemi grotteschi, slogan e i diktat apologetici dell’autonomia del denaro. L’introiezione dei caratteri dell’epoca della carestia (per ceti bassi e plebe) si fonda sulla supremazia assoluta dell’individualismo, assunto come unico fattore positivo e lecito. Chi osa resistere ai settari che si compiacciono del ruolo di liberali immaginari, viene scaraventato nella bolgia dei reazionari o populisti. Si auto-rappresentano sempre come progresso ed efficienza in lotta epica contro l’arretratezza; oppure come riformatori  e partito del “cambio” contrapposti ai conservatori e biechi difensori del passato.
semaforo-psicodelico
 L’individualismo vorrebbe dissolvere ogni altra identità e valore: classe, famiglia, nazione, popolo, comunità, solidarietà, spiritualità e dignità. Predicano la bontà di una identità sessuale indifferenziata ed equivalente, però con predilezione per l’infecondità e la sterilità. L’atomizzazione sociale deve accelerare la decomposizione e la solitudine più estrema, e troncare radici, rami, foglie e i frutti, per l’avvento definitivo dei grossisti del denaro. Incombe l’incubo del millenarismo mediatico dei nuovi padroni della natura e degli umani. E’ l’agguato proditorio di una sopravvivenza -spacciata come destino!- che si nutre di paura e angoscia permanente. Si varano e proteggono regimi para-terroristi, utilizzatori intensivi di droni, committenti di  guerre privatizzate appaltate a “mercenari con patologie politiche indotte o criminalità pseudoreligiosa di avariata origine”.
E’ in corso uno scontro epocale tra le forze stanziali, legate ai vincoli unani, territoriali e affettivi della produzione concreta e l’elite con la sua struttura di potere reale. Fondata sul nomadismo della finanza che impone regole draconiane per istaurare la magia del denaro generato direttamente dal denaro. La necessità, o meno, di passare attraverso il lavoro e la produzione prima che il denaro possa accrescersi, è l’oggetto del contendere attuale su scala mondiale. Nessuno “scontro di civiltà”, piuttosto uno urto “biblico” tra il nuovo auge delle religioni dell’usura e le maggioranze operose, che sono complementari solo con il policentrismo. Sono entrati in collisione la comunità e il dominio reale del capitale, la coperazione come alternativa alla concorrenza, l’iper-individualismo dell’elite totalitaria e la superstite socialità umana.
E’ belligeranza asimettrica tra i  fabbricanti di valori coniati dai templi liberisti e quanti si battono per mantenerli fuori e separati dal potere politico. Mercato ed economia sono un frammento del sociale, importante ma non preponderante. Sono parte non il tutto. Pertanto la visione dell’economia come cosa integralmente autonoma, svincolata e superiore
ad ogni altro valore e struttura sociale, si rivela un fondamentalismo da contrastare con crescente fermezza. Questi strambi liberali, in realtà, sono nemici giurati di ogni sovranità geopolitica, culturale ed economica, come pure di ogni identità che non deriva o non si subordina al primato dell’economia.
Da un lato c’è l’oligarchia con il suo epansionismoe egemonico e dall’altro l’arco di forze che si richiamano alle tradizioni e alla giustizia, ed hanno bisogno dello Stato come pilota collettivo che stabilisce le mete di fondo del bene comune. Lo scontro reale in atto è quello che oppone elite e società, oligarchia e popoli. Per l’equità è indispensabile la separazione assoluta tra potere politico e potere economico, tra l’egoismo onnivoro dei manipoli oscuri e la minacciata socialità delle maggioranze.

Come mai 20 anni fa nei dizionari non venivano citate le scie degli aerei?

lunedì 24 novembre 2014

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Dizionario Garzanti del 1984
Nell’immagine qui sopra vedete la definizione che si leggeva a pagina 800 de il nuovo DIZIONARIO ITALIANO GARZANTI, anno 1984. Ogni riferimento alle scie degli aerei è assolutamente assente, mentre si parla di scia delle navi o di altri mezzi nautici (“galleggianti”):
Solco spumeggiante lasciato in acqua dietro di sé per qualche tempo da un galleggiante in moto; per estensione traccia luminosa, di fumo, di vapore, ecc. che rimane nell’aria dopo il passaggio di qualcosa o di qualcuno.
Se davvero gli aerei lasciassero quasi sempre dietro di sé una scia di condensa, visto che in 20 anni il traffico aereo può essere si e no raddoppiato, come dimostrato in un precedente articolo, ciò vuol dire che nel 1984 dovevano esserci decine e decine di aerei che solcavano il cielo lasciandosi dietro questa benedetta “scia di condensa”; infatti oggi ne vediamo persino 100 al giorno. Di fronte ad un evento così frequente, appare quanto mai curiosa l’assenza di ogni riferimento ad esso.
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La data di edizione del dizionario
Come mai allora il riferimento agli aerei compare solo nei dizionari moderni? Vedi ad esempio il dizionario Garzanti on line:
solco spumeggiante che uno scafo in movimento lascia sull’acqua dietro di sé (…)  traccia di fumo, di vapore, di odore ecc. che rimane nell’aria dopo il passaggio di qualcosa o di qualcuno: la scia di un reattore; lasciare una scia di profumo
Se le scie sono sempre esistite, se le scie sono un fenomeno frequente, oggi come allora, come mai sul dizionario il riferimento alla “scia del reattore” prima era assente? Non sarà che il fenomeno in sè delle “scie degli aerei” (a parte qualche sporadica vera e propria scia di condensa) è dovuto ad una intenzionale irrorazione di composti chimici iniziata circa 15 anni fa e progredita in maniera via via più intensa?
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Leggi anche l’articolo:

La fine degli scontrini e l’estinzione del contante

Renzi annuncia in un video al Corriere che eliminerà quel che resta del contante che Mario Monti aveva già drasticamente ridotto. Il blog Critica Scientifica di Enzo Pennetta riporta le capriole verbali dietro alle quali si schermisce Selfie Man. Consiglio di leggere interamente il pezzo ma mi soffermo su questo passaggio:
 
In un pezzo da manuale della comunicazione il Premier annuncia che verrà tolto il contante senza mai nominarlo direttamente.
Un’operazione che cambierà (in peggio) le nostre vite.
 
Analizziamo l’operazione compiuta:
 
1- viene costituito un gruppo di esperti per migliorare l’informatizzazione del Paese. (notizia positiva)
 
2- viene annunciato il superamento di un rapporto di sfiducia/controllo da parte dello Stato (notizia positiva)
 
3- viene detto che per ottenere il punto 2 si procederà all’eliminazione dello scontrino per ottenere la “tracciabilità totale”. (notizia criptica ma vagamente liberatoria).
 
Quello che non viene detto è che questo significa procedere all’eliminazione del contante, la tracciabilità assoluta eil superamento della necessità dello scontrino non si possono conseguire che eliminando la possibilità di pagare in contanti, cosa che avrebbe dovuto essere detta con chiarezza. E così senza neanche nominare il contante è stato dato l’annuncio della sua prossima eliminazione, nessuno dei lettori del Corriere che hanno commentato l’articolo (al momento sono 58 ndr) ha capito che di questo si tratta. (continua qui) .
 
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In relazione a queste  manovre più o meno occulte di Renzi  per far sparire definitivamente il contante, e alle dichiarazioni “lunari” di Padoan, secondo cui far sparire il contante, aiuterebbe i consumi, io mi chiedo come possano esserci ancora in giro dei gonzi che credono ancora alla fòla della solita lotta contro l’evasione. Eppure viaggiando per forum, vi assicuro che ce ne sono  da vendere al peso. E si gonfiano il petto con frasi altisonanti come “Io sono un onesto cittadino e non ho niente da temere”. Perciò comprano anche il gelato col bancomat e se ne vantano pure.
 
E’ ovvio che la misura serve anche e soprattutto a uno scopo assai meno nobile. Una volta fatta transitare alle banche tutta la ricchezza delle famiglie, dei commerci e delle imprese, lo stato potrebbe imporre una tassa ad hoc sui conti correnti (prelievo forzoso di cui si parla da tempo, per conto della UE) e nessuno potrebbe spostare altrove i propri soldi per protesta o nel timore di nuove stangate, in quanto non ne avrebbe più disponibilità né avrebbe più l’opportunità di pagare per semplici spese quotidiane, quali al supermercato, fare benzina o pagarsi le medicine.
 
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Il Pilotino Automatico di Monti si chiama Renzi
 
Per quei commercianti che non si adeguano all’ obbligo di dotarsi di un Pos anche solo per 30 euro, va detto loro che questo è solo  l’inizio di una fase avanzata di annientamento totale del contante e della fine della privacy di ciascun cittadino. Per chiunque abbia un po’ di sale nella zucca e veda un po’ più in là del proprio naso, è chiaro come il sole che il cittadino attraverso la transazione bancaria, offre al Grande Fratello nazionale e sovranazionale, dati importanti come l’ora, il giorno, la natura e l’entità dei suoi acquisti: un vero sopruso contro la propria privacy e riservatezza. E un gran regalo alle banche che incamerano balzelli su balzelli, per il “servizio” prestato, ogni qualvolta facciamo spese banalmente quotidiane.
 
Più schiavi delle Banche di così, si muore! E’ questo che vuole l’Omiciattolo abusivo? Dobbiamo fermarlo e sbarazzarci di lui e del suo odioso cinismo.
 
NB: in aggiunta a tutto ciò, nel caso Renzi fosse tentato da una simile scellerata idea, ha già un famigerato antisignano: POL POT il leader della Cambogia. Nel suo “sol dell’avvenire”, c’era per l’appunto l’estinzione della moneta. Qui, la sua biografia criminale.

QUANTA RICCHEZZA HA PERSO L’ITALIA?

24 novembre 2014
Quando li sento parlare di ripresa mi faccio sempre delle grasse risate. Azzardano previsioni di crescitasempre smentite che si fondano sul nulla e non  hanno la minima cognizione della distruzione di ricchezza che è stata prodotta per via della crisi. Il prodotto interno lordo, dall’inizio della crisi, ha perso circa 9 punti percentuali. Detta in questo modo, potrebbe apparire come fattore irrilevante. Ma in realtà non lo è affatto.
 
Cerco di spiegarlo con altri numeri.
Nel periodo 1995 – 2007 l’Italia è cresciuta mediamente di un misero 1.5% annuo. Valori da sogno, se paragonati a quelli degli ultimi anni e a quelli che ci attendono nel prossimo futuro. Prendendo come rifermento il prodotto interno lordo a valori concatenati del 2010 calcolato dall’Istat con la metodologia introdotta da Esa 2010, ho provato a stimare la perdita di Pil prodotta rispetto al valore tendenziale che si sarebbe ottenuto se l’Italia fosse cresciuta allo stesso ritmo del periodo 1995-2007, e cioè all’1.5% medio annuo.
Tenuto conto che anche nell’anno in corso il Pil diminuirà dello 0.3% (stime Istat), la perdita di Pil che avremo a fine 2014 rispetto all’output che si sarebbe avuto, è di circa 327 miliardi, che rappresentano circa il 21% del Pil attuale.
 
pil perso
La linea azzurra è l’andamento del PIL realizzato a valori concatenati del 2010; mentre la linea tratteggiata rossa è il PIL che si sarebbe ottenuto con una crescita lineare dell’1,5% fino a tutto il 2014. La differenza ottenuta è 327 miliardi di euro.
In un prossimo post vedremo quanto tempo occorrerà per recuperare il Pil che è stato perso e con quale ritmo di crescita. Da sognare!!!
da Vincitori e Vinti di Paolo Cardenà

La nuova “sperimentazione sociale” del governo Renzi /Alfano: Campi Rom come comunità autonome

eguaglianza in Italia è consentire ad un gruppo di persone su base, religiosa, etnica o altro carattere comune di fare delle cose che si negano ad altri gruppi di persone con caratteristiche differenti. Chissà se alcune comunità locali autoctone italiane avanzassero le stesse richieste se fosse loro concesso…
 

Non ci sono più dubbi: il governo Renzi Alfano sta avviando di fatto una nuova sperimentazione sociale, con la collaborazione dei sindaci delle principali città italiane, in particolare a Roma con Marino, a Milano con Pisapia, a Torino con Fassino.
 
I campi Rom diventano “comunità autonome” ed autogestite non sottoposte alle leggi italiane, zone franche dove la popolazione rom può liberamente dedicarsi ai suoi traffici: furto, ricettazione mediante mercatini di merce rubata, racket dell’accattonaggio, sfruttamento di minori e sfruttamento della prostituzione, roghi autorizzati (tossici) di materiale vario. In particolare varie energie vengono dedicate ai furti di rame ed ai furti negli appartamenti utilizzando minori, agili nell’introdursi nelle case e non imputabili in caso di arresto.
 
Molto redditizio ultimamente risulta il settore del rame, il cui furto provoca spesso l’interruzione delle linee ferroviarie. Vedi: Torino: Fermata banda di rom  specializzata in furti /   –  Acilia, ladri sorpresi a rubare in una casa vengono linciati da altri condomini
 
Escluso ogni controllo nei campi da parte della polizia, sempre più a corto di mezzi e risorse, tanto meno dalla Guardia di Finanza che certo non si reca a fare ispezioni nei campi per controllare la provenienza delle merci messe in vendita nei mercatini e neppure vengono richiesti scontrini fiscali ai venditori. D’altra parte, se anche la polizia volesse entrare, a suo rischio nei campi, potrebbe procedere al massimo a fare qualche denuncia a piede libero ma di sicuro nessun rom verrebbe sottoposto ad arresto, neanche in caso di flagranza, essendo quasi sempre o minori o persone in situazione di “disagio sociale” e quindi rimessi subito in libertà.
 
Importante la testimonianza riportata dalla troupe della rete TV la 7, di Piazza Pulita, che si era recata presso il campo rom di via di Salone (zona Tor Sapienza) ed è stata anche aggredita per aver fatto troppe domande ai residenti del campo: “«Dopo aver fatto alcune ore di riprese tra il campo nomadi di via di Salone e l’esterno di via Salviati, con il buio siamo ritornati per capire cosa succede con i roghi tossici e per documentare, se possibile, l’arrivo di tutta quella spazzatura che circonda le roulotte. La mia troupe e io eravamo fermi in auto e l’operatore aveva la telecamera puntata verso l’ingresso del campo. Ad un tratto un gruppo di ragazzi è uscito dall’area con in mano dei tubi di piombo che hanno lanciato verso di noi. È stato un attimo. Abbiamo sentito il rumore sordo e i vetri in frantumi, che hanno colpito anche l’operatore». (……………………..)
Che cosa hai visto nel tuo viaggio all’interno e all’esterno di due dei più grandi campi nomadi di Roma?
 
«Sicuramente una situazione di degrado e abbandono. La vita delle persone oneste è pregiudicata dai comportamenti dei disonesti. Sono zone fuori controllo. I bambini non vanno a scuola anche se il pulmino passa tutte le mattine. Le telecamere di sicurezza sono rotte e il gabbiotto dei custodi è vuoto. Ci siamo trovati davanti anche ad uno dei tanti roghi tossici. In questi posti, in alcuni casi anche le forze del’ordine faticano ad entrare».
– Cosa ti ha colpito in particolare?
 
«Abbiamo chiesto a questa gente come vive e dove prendono i soldi, perchè ho visto una quantità di vestiti nuovi con tanto di etichette. Poi ho visto pile di elettrodomestici di dubbia provenienza. Evidentemente, però, queste domande sono state ritenute fuori luogo o pericolose».
 
L’esperimento che si sta attuando in queste zone, in particolare nelle vicinanze di Roma dove esiste il più grande campo rom d’Europa, non è diverso da quello che si sta attuando anche a Milano ed a Torino, esistendo, da quanto ci risulta, una circolare apposita del Ministeri dell’Interno che detta alle forze di polizia le regole di comportamento, naturalmente tutto in conformità delle regole europee che prescrivono il divieto di ogni discriminazione per le comunità dei rom e dei sinti e l’obbligo dell’integrazione per queste comunità a carico della collettività nazionale. I sindaci sono più che ligi a queste regole tanto che forniscono elettricità, acqua e servizi a questi campi, in forma totalmente gratuita.
 
Il problema è però rappresentato dai cittadini che vivono nelle vicinanze di questi campi i quali non mostrano di gradire più di tanto l’esperimento e manifestano la loro rabbia e la loro indignazione a causa dell’aumento dei furti, dell’insicurezza, dei miasmi dei fumi tossici, dei cumuli di spazzatura che si accumulano al bordo dei campi. Non c’è dubbio tuttavia che i sindaci, come Marino a Roma, saranno in grado di “persuadere” i cittadini della necessità di essere collaborativi ed integrare queste comunità, visto che anche l’Europa ce lo chiede e si sa che, quando si tratta dell’Europa, non è mai possibile rifiutarsi senza apparire retrogradi, razzisti ed ostili al progresso.